• Aucun résultat trouvé

Radiculopatia cervicale: terapia non chirurgica del dolore al collo e dei sintomi da radiculopatia

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Partager "Radiculopatia cervicale: terapia non chirurgica del dolore al collo e dei sintomi da radiculopatia"

Copied!
7
0
0

Texte intégral

(1)

Radiculopatia cervicale: terapia non

chirurgica del dolore al collo e dei sintomi da radiculopatia

JASON DAVID EUBANKS, Case Western Reserve University School of Medicine, Cleveland, Ohio (Stati Uniti)

La radiculopatia cervicale è un processo patologico caratterizzato da compressione nervosa da parte di materiale er- niato dai dischi intervertebrali o da speroni ossei artrosici. Tale compressione determina tipicamente dolore al collo o che si irradia al braccio, oppure sensazione di intorpidimento, deficit sensitivi e disfunzioni motorie al collo e agli arti superiori. La compressione nervosa può essere confermata da esami di imagingmediante risonanza magnetica, o da una mielografia con tomografia computerizzata. Complessivamente, la prognosi dei pazienti è favorevole. Un trattamento non-chirurgico e focalizzato consente di ottenere, nella maggior parte dei pazienti, un miglioramento clinico progressivo. La scelta del trattamento non-chirurgico, peraltro, è supportata da poche evidenze di qualità elevata. Collari cervicali possono essere utili per brevi periodi di immobilizzazione, mentre interventi di trazione possono temporaneamente alleviare la compressione nervosa. Alcuni farmaci possono alleviare il dolore ed i sin- tomi neuropatici. La terapia fisica e le “manipolazioni” possono alleviare il dolore nella regione del collo, mentre blocchi selettivi dei nervi possono essere utili nei confronti del dolore radicolare. Anche se l’effettiva efficacia dei singoli trattamenti appare controversa, un approccio terapeutico “multimodale” può avere effetti benefici. (Am Fam Physician. 2010; 81 (1): 33-40. Copyright© 2010 American Academy of Familiy Physicians).

L

a radiculopatia cervicale determina dolore nella regione del collo, con irradiazione al- l’arto superiore, oppure sensazione di intor- pidimento e parestesie nel territorio di distribu- zione di una specifica radice nervosa. Il dolore ra- dicolare è spesso associato a alterazioni motorie o sensitive. Anche se le cause della radiculopatia cer- vicale possono essere varie (es. erniazioni acute dei dischi intervertebrali, spondilosi cervicale, restrin- gimento dei forami), tutte le cause sono accumu- nate dalla compressione e dall’irritazione di una radice di un nervo cervicale in uscita dal midollo.

Epidemiologia

Secondo uno studio epidemiologico l’incidenza annuale, adattata all’età, della radiculopatia cervi- cale sarebbe pari a 83 casi ogni 100.000 soggetti.1 L’età dei pazienti è compresa tra 13 e 91 anni, con una lieve maggiore predisposizione per i soggetti di sesso maschile. Il 14,8% dei pazienti con radi- culopatia cervicale riferisce precedenti traumi o sforzi fisici abnormi, e solamente nel 21,9% dei casi viene riscontrata una protrusione discale asso- ciata alla sintomatologia.1Spondilosi, protrusione discale o entrambe sarebbero responsabili all’in- circa del 70% dei casi.

Anatomia patologica

Una serie di condizioni può causare una compres-

sione di una radice nervosa a livello della colonna cervicale. Ciascun segmento della colonna al di sotto dell’epistrofeo (da C3 a C7) è composto da 5 articolazioni, comprendenti il disco interverte- brale, due articolazioni tra le faccette vertebrali e due articolazioni uncovertebrali. Le radici nervose sono circondate da questi elementi, ed escono dalla colonna in direzione laterale.

Differentemente dalla colonna lombare, la co- lonna cervicale presenta radici nervose che escono dalla colonna al di sopra del livello del peduncolo vertebrale corrispondente. La radice nervosa C5, ad esempio, esce a livello dello spazio discale C4- C5, per cui un’erniazione del disco C4-C5 deter- mina tipicamente una radiculopatia C5.

La radice nervosa in uscita può essere compressa dal materiale erniato del disco intervertebrale (er- niazione del disco “molle”) oppure da elementi os- sei ipertrofici o degenerati (patologia discale “dura”).

In entrambi i casi, allo sviluppo del dolore radico- lare contribuisce una combinazione di fattori, che comprende l’intervento di mediatori dell’infiam- mazione (sostanza P), alterazioni della risposta va- scolare, edema intraneurale.2

Presentazione clinica

Il dolore cronico al collo associato a spondilosi è ti- picamente bilaterale, mentre il dolore associato a radiculopatia cervicale è più frequentemente mo- nolaterale.3L’irradiazione del dolore varia in base

(2)

alla radice nervosa interessata, anche se sono possi- bili delle sovrapposizioni. L’assenza di dolore irra- diato agli arti non consente di escludere la presenza di una compressione di una radice nervosa. A volte il dolore può essere limitato al cingolo della spalla.3 Alterazioni sensitive o motorie possono essere pre- senti anche in assenza di un dolore significativo. I sintomi sono spesso esacerbati dall’estensione e dalla rotazione del collo (segno di Spurling; Figura 1), in quanto la manovra diminuisce il diametro del forame neurale. Il posizionamento dell’arto supe- riore al di sopra del capo (segno di abduzione della spalla) esercita un’azione di decompressione della radice nervosa in uscita. La Tabella 1 riporta i pat- tern classici della radiculopatia cervicale in base alla radice nervosa interessata.3,4

Prima di porre diagnosi di radiculopatia cervicale il medico deve prendere in considerazione altre possi- bili cause di dolore e disfunzione (Tabella 2).2,4Se- gni o sintomi mielopatici (es. difficoltà nei movi- menti di destrezza manuale; alterazioni dell’anda- tura; segni obiettivi di interessamento dei moto- neuroni superiori, come il segno di Hoffman, il se- gno di Babinski, iper-reflessia, clono) suggeriscono una compressione midollare più che una compres- sione di una radice nervosa. Una compressione mi- dollare necessita tipicamente di una decompres- sione chirurgica, in quanto la mielopatia è progres- siva e non migliora con interventi non-chirurgici. I

seguenti fattori suggeriscono una diagnosi diversa da una radiculopatia cervicale: età inferiore a 20 anni o superiore a 50 anni, in particolare se il pa- Figura 1. Segno di Spurling. La compressione assiale della colonna e la rotazione del capo dallo stesso lato dei sintomi riproducono o aggravano i sintomi di radiculo- patia cervicale. La presenza di dolore dallo stesso lato della rotazione del capo è solitamente indicativa di una stenosi foraminale e di irritazione della radice nervosa.

Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze):

Indicazioni per la pratica clinica

Indicazione clinica Livello di

evidenza

Referenze bibliografiche Dolore radicolare acuto

Un breve ciclo (una settimana) di immobilizzazione mediante un collare cervicale può alleviare il dolore radicolare

C 9

La trazione cervicale condotta a livello domiciliare può ottenere un sollievo temporaneo del dolore radicolare

C 10, 11

Gli oppiacei possono alleviare un dolore radicolare di durata pari fino ad 8 settimane. A 13, 14 Nei pazienti con radiculopatia cervicale, dopo la risoluzione della fase di dolore acuto i pro-

tocolli di esercizio e di manipolazione devono focalizzarsi sullo stretching e sul rafforzamento della muscolatura

C 17-19

Blocchi selettivi delle radici nervose possono alleviare il dolore radicolare, ma in rari casi pos- sono causare gravi complicanze

B 20-24

Dolore radicolare cronico

Farmaci antidepressivi (antidepressivi triciclici, venlafaxina, tramadol) possono alleviare il do- lore neuropatico cronico

A 15, 16

A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml

(3)

ziente presenta segni e sintomi di una malattia si- stemica; dolore continuo a riposo; segni o sintomi costanti o ingravescenti; rigidità nucale in assenza di traumi; alterazioni del livello di coscienza; segni e sintomi riferibili al sistema nervoso centrale; fat- tori di rischio per lassità legamentosa o di instabi- lità atlanto-epistrofeo, come ad esempio nei pa- zienti con sindrome di Down o con malattie eredi- tarie del connettivo; insorgenza improvvisa di un dolore acuto e insolito al collo o al capo, associato o meno a sintomi neurologici; sospetta dissezione dell’arteria cervicale; attacchi ischemici transitori, che possono indicare un’insufficienza vertebro-ba- silare, un’ischemia nel territorio di distribuzione della carotide, o un ictus; segni di sospetto per una neoplasia; segni di sospetto per infezioni, come di- schiti, osteomieliti, tubercolosi; insuccesso di un intervento di fusione vertebrale chirurgica; defor- mazione strutturale progressiva e dolorosa; altera- zioni dei risultati degli esami di laboratorio.5 Valutazione diagnostica

I pazienti adulti con dolore al collo e sintomi radi- colari persistenti vanno sottoposti ad esami radio-

grafici in proiezione antero-posteriore (con bocca aperta), in proiezione antero-posteriore a livello del tratto cervicale inferiore, ed in proiezione late- rale neutra.5In un paziente con sospetta radiculo- patia cervicale, ma con esami radiografici nor- mali, quando un periodo di trattamento non-chi- rurgico fallisce occorre eseguire ulteriori esami, volti all’identificazione di un possibile tratta- mento più efficace. L’elettromiografia può essere utile nei casi dubbi. In presenza di reperti radio- grafici normali ma di sintomi che persistono, il paziente andrebbe sottoposto ad un esame di ima- ging con risonanza magnetica (magnetic reso- nance imaging, MRI), allo scopo di valutare la presenza di un’ernia discale associata o meno ad osteofiti spondilosici compressivi (Tabella 2). Nei pazienti portatori di pacemaker o di apparecchi di supporto cervicale in acciaio inossidabile la mielo- grafia con tomografia computerizzata può essere utilizzata in sostituzione dell’esame di MRI.

Evoluzione naturale della patologia

La maggior parte dei pazienti con radiculopatia cervicale presenta una prognosi favorevole.1,6Se- Tabella 1.

Pattern classici della radiculopatia cervicale

Alterazioni

Radice nervosa Interspazio Distribuzione del dolore Motorie Sensitive Riflessi C4 C3-C4 Parte bassa del collo, trapezio NA Parte inferiore del

collo e al cingolo scapolare

NA

C5 C4-C5 Collo, spalle, superficie late- rale del braccio

Deltoide, fles- sione del go- mito

Superficie laterale del braccio

Bicipitale

C6 C5-C6 Collo, superficie dorso-late- rale (radiale) del braccio, pollice

B i c i p i t e , e s t e n s i o n e del polso

Superficie laterale dell’avambraccio, pollice

Brachioradiale

C7 C6-C7 Collo, superficie dorso-late- rale dell’avambraccio, dito medio

T r i c i p i t e , flessione del polso

Superficie dorsale dell’avambraccio, dito indice

Tricipitale

C8 C7-C8 Collo, superficie mediale

dell’avambraccio, dita dal lato ulnare

Flessori delle dita

Superficie mediale dell’avambraccio, dita dal lato ul- nare

NA

T1 C8-T1 Superficie ulnare dell’avam- braccio

Muscoli in- trinseci del- le dita

Superficie ulnare dell’avambraccio

NA

NA = non si applica.

Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 3 e 4

(4)

condo uno studio epidemiologico di grosse di- mensioni, nell’arco di un periodo di follow-up di 5 anni il 31,7% dei pazienti con radiculopatia cer- vicale sintomatica presenta una recidiva dei sin- tomi, ed il 26% necessita di un intervento chirur- gico a causa di dolore, deficit di sensibilità, ridu- zione di forza.1Alla valutazione di follow-up fi- nale quasi il 90% dei pazienti dello studio era asintomatico o presentava solo una lieve limita- zione funzionale attribuibile al dolore.1

In un altro classico studio sull’evoluzione naturale della radiculopatia cervicale, 51 pazienti sono stati seguiti per un periodo compreso tra 2 e 19 anni.6Alcuni mesi dopo l’esordio della patologia il 43% dei pazienti non presentava sintomi, il 29% presentava sintomi lievi o intermittenti, mentre il 27% presentava un dolore maggior- mente invalidante rispetto all’esordio. Nessun pa- ziente con dolore radicolare ha presentato un’evo- luzione verso una mielopatia.

Strategie terapeutiche non-chirurgiche

Il trattamento non chirurgico è efficace nella mag- gior parte dei pazienti con radiculopatia cervicale.

In uno studio di coorte, della durata di un anno, ri- guardante 26 pazienti con documentata ernia del nucleo polposo del disco intervertebrale e radicu- lopatia sintomatica, un programma terapeutico non-chirurgico specifico è risultato efficace nel 92% dei pazienti.7I singoli trattamenti non-chi- rurgici sono in realtà scarsamente supportati da evidenze di qualità elevata; un approccio “multi- modale” è tuttavia in grado di alleviare la sintoma- tologia.

Nell’impostazione di un trattamento non-chirur- gico è innanzitutto importante definire l’acuzie del processo. Il dolore attribuibile ad una compres- sione di un nervo da parte di un’erniazione “molle”

di un disco intervertebrale è in genere caratteriz- zato da una presentazione maggiormente acuta, as- Tabella 2.

Diagnosi differenziale della radiculopatia cervicale

Condizione Caratteristiche

Dolore cardiaco Dolore che si irradia agli arti superiori, particolarmente a livello della spalla e del braccio sinistri, e che ha una possibile origine cardiaca

Mielopatia cervicale spondilosica Modificazioni dell’andatura, frequenti cadute, disfunzione dell’alvo o vesci- cale, difficoltà ad utilizzare le mani, rigidità degli arti, disfunzione sessuale associata ad alterazioni dei motoneuroni superiori

Sindrome da dolore regionale comples- sa (distrofia simpatica riflessa)

Dolore spontaneo e dolore alla palpazione degli arti, spesso sproporzionati rispetto ai reperti dell’esame obiettivo, associati ad alterazioni cutanee, flut- tuazioni vasomotorie o distermia; i sintomi si manifestano spesso dopo un evento scatenante

Sindromi “da intrappolamento” di un nervo

Ad esempio: sindrome del tunnel carpale (nervo mediano) e sindrome del tun- nel cubitale (nervo ulnare)

Herpes zoster Infiammazione acuta di un ganglio di una radice dorsale che determina una radiculopatia dolorosa con distribuzione metamerica

Tumori intra- ed extra-spinali Schwannomi, osteocondromi, tumori di Pancoast, tumori tiroidei ed esofagei, linfomi, meningite carcinomatosa

Sindrome di Parsonage-Turner (amio- trofia nevralgica)

Insorgenza acuta di dolore a livello prossimale degli arti superiori, spesso se- guita da diminuzione di forza e da alterazioni della sensibilità; interessa ti- picamente il plesso brachiale superiore

Lesione da post-sternotomia mediana Si sviluppa in seguito ad un intervento di cardiochirurgia; una radiculopatia C8 può svilupparsi in seguito ad una frattura occulta della prima costa Patologie della cuffia dei rotatori Dolore alla spalla e alla superficie laterale del braccio

Sindrome dell’outlet toracico Disfunzione dei nervi mediano e ulnare (radici nervose del plesso brachiale inferiore, C8 e T1), da compressione da cause vascolari o neurogene, frequen- temente da parte di una spessa banda di tessuto che si estende dalla prima costa al processo trasverso di C7

Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 2 e 4

(5)

sociata o meno ad irradiazione dei sintomi a livello dell’arto superiore. Un dolore al collo cronico, as- siale e bilaterale con irradiazione al braccio è soli- tamente attribuibile ad una spondilosi cervicale, e può riconoscere una serie di cause, compresa la de- generazione del disco intervertebrale e delle artico- lazioni delle faccette vertebrali. In alcuni pazienti può essere utile un’adeguata informazione su que- sto e su altri aspetti della radiculopatia cervicale.

Una review sistematica non ha peraltro eviden- ziato un’efficacia dell’informazione – educazione del paziente (focalizzate sullo sviluppo di abilità per far fronte alla limitazione funzionale, nonché sul tradizionale “addestramento del collo”) nel trattamento del dolore al collo e del dolore radico- lare alle braccia.8

Immobilizzazione

Nei pazienti con dolore acuto al collo secondario a radiculopatia cervicale, un breve ciclo (una setti- mana) di immobilizzazione del collo con un collare cervicale può attenuare i sintomi durante la fase infiammatoria.2Anche se l’efficacia dell’immobi- lizzazione non sembra in grado di modificare l’evo- luzione o l’intensità del processo patologico,2,3,9 l’intervento può comunque ottenere effetti bene- fici in alcuni pazienti.

Trazione

Interventi di trazione cervicale condotti a livello domiciliare possono alleviare i sintomi radico- lari.2,3,10La trazione ha lo scopo di allargare il fo- rame intervertebrale e di decomprime la radice nervosa interessata. Tipicamente una forza di tra- zione pari a 2-6 kg viene applicata ad un angolo di

circa 24 gradi di flessione, per intervalli di 15-20 minuti.2La trazione è più efficace dopo che il do- lore muscolare acuto si è risolto, e non va condotta nei pazienti con segni di mielopatia.2Secondo una recente review sistematica, che ha riguardato in- terventi di trazione meccanica in pazienti con do- lore al collo presente da più di 3 mesi, associato o non associato a sintomi radicolari, le evidenze in favore o contrarie a questo tipo di intervento nel trattamento di sintomi cronici sarebbero peraltro insufficienti.

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica può essere utile nell’alle- viare il dolore cronico associato a radiculopatia cer- vicale. Anche se non è stato finora possibile dimo- strare effetti benefici specifici nel trattamento della radiculopatia cervicale, i risultati positivi ot- tenuti nel trattamento della radiculopatia lombare e del dolore lombare suggeriscono un possibile ruolo dei farmaci anche nel trattamento dei sin- tomi che si manifestano a livello cervicale. Gli anti-infiammatori non steroidei sono efficaci nel trattamento del dolore lombare acuto,3,12e molti medici considerano questi farmaci una prima scelta anche nel trattamento del dolore al collo e con irra- diazione alle braccia. Alcuni pazienti traggono be- neficio dall’aggiunta di farmaci analgesici narco- tici, miorilassanti, antidepressivi o anticonvulsi- vanti. Anche se non erano specificamente rivolte alla radiculopatia cervicale, una review sistematica ed una meta-analisi suggeriscono un’efficacia dei farmaci oppiacei nel trattamento del dolore neuro- patico di durata pari fino ad 8 settimane.13,14Le evidenze in supporto di trattamenti di durata su-

Figura 2. Immagini in T2 ottenute mediante risonanza magnetica in un paziente con radiculopatia C6 destra. A) Proiezione sagittale che evidenzia una spondilosi ai livelli C5-C6 e C6-C7 (indicata dalle frecce). B) Proiezione assiale che evidenzia a destra un complesso disco – osteofita a livello di C5-C6 (indicato dalla freccia), che eser- cita una pressione sulla radice nervosa C6.

(6)

periore a 2 mesi sono invece insufficienti. I miori- lassanti (es. ciclobenzaprina) possono essere efficaci nell’alleviare il dolore acuto al collo localizzato a livello dell’inserzione dei muscoli.2

La terapia farmacologica può essere utile nei pa- zienti con dolore radicolare cronico che rifiutano l’intervento chirurgico o che continuano a presen- tare dolore anche dopo l’intervento chirurgico. Se- condo una review sistematica gli antidepressivi triciclici e la venlafaxina sarebbero in grado di ot- tenere, in pazienti con dolore neuropatico cronico, per lo meno un moderato sollievo della sintomato- logia dolorosa.15Secondo un’altra review sistema- tica anche il tramadolo sarebbe in grado di alle- viare in maniera significativa il dolore neuropatico cronico.16

I corticosteroidi orali vengono frequentemente utilizzati per trattare il dolore radicolare; non sono tuttavia disponibili evidenze di elevata qualità che dimostrino che questi farmaci sono effettivamente in grado di modificare l’evoluzione della malattia.3 La somministrazione cronica di steroidi va evitata per il rischio di indurre rare ma gravi compli- canze.3,12

Terapia fisica e manovre di manipolazione Un programma graduale di terapia fisica può es- sere utile per ripristinare l’ampiezza dei movi- menti articolari e le condizioni generali della mu- scolatura del collo. Nelle prime 6 settimane dopo l’insorgenza del dolore possono essere condotti con cautela esercizi di mobilità articolare e di stret- ching, associati a massaggi ed all’applicazione di calore, ghiaccio, stimolazione elettrica; per questo tipo di approccio non sono stati tuttavia dimo- strati effetti benefici nel lungo periodo. In seguito al miglioramento della sintomatologia dolorosa può essere impostato un programma di progres- sivo rafforzamento muscolare con esercizi isome- trici.3

Non esistono evidenze di elevata qualità riguar- danti l’efficacia delle manovre di manipolazione nel trattamento della radiculopatia cervicale. Al- cune evidenze suggeriscono che queste manovre possono ottenere effetti benefici nel breve periodo nel trattamento del dolore al collo, della cefalea

“cervicogena”,3,17dei sintomi radicolari.18Questi interventi possono causare raramente complicanze come un aggravamento della radiculopatia, mielo- patia, lesioni midollari.3,19Alla luce di questi ri- schi, e della mancanza di evidenze di elevata qua- lità in favore di una possibile efficacia, gli inter- venti di manipolazione non sono indicati nel trat- tamento della radiculopatia cervicale.

Iniezioni di steroidi

Nel trattamento del dolore radicolare possono es- sere prese in considerazione le iniezioni cervicali di corticosteroidi. Le iniezioni perineurali (es. inie- zioni epidurali translaminari e transforaminali, blocchi selettivi delle radici nervose) vanno con- dotte sotto guida radiografica, e solo dopo aver confermato la presenza di una patologia mediante MRI o una tomografia computerizzata. Uno stu- dio ha evidenziato un significativo miglioramento della sintomatologia dolorosa 14 giorni e 6 mesi dopo una serie di blocchi selettivi delle radici ner- vose.20In un altro studio prospettivo di coorte, ri- guardante 21 pazienti in attesa di un intervento chirurgico per una radiculopatia sintomatica, la somministrazione di iniezioni cervicali di cortico- steroidi ha ottenuto un miglioramento del dolore ed una diminuzione della necessità di intervenire chirurgicamente.21Più recentemente, tuttavia, uno studio prospettivo randomizzato condotto su 40 pazienti non ha evidenziato differenze, a 3 set- timane dall’intervento, tra i pazienti trattati con iniezioni di corticosteroidi ed i pazienti del gruppo di controllo.22Le iniezioni cervicali sono rara- mente associate a complicanze. Uno studio riguar- dante una serie di più di 1.000 blocchi nervosi ha evidenziato un tasso di complicanze minori pari all’1,66%, ed un tasso di complicanze maggiori inferiore all’1%.23I pazienti vanno tuttavia ade- guatamente informati del fatto che queste rare complicanze possono essere gravi (ad esempio le- sioni midollari o del tronco cerebrale). Secondo una recente review la somministrazione epidurale di corticosteroidi può ottenere un miglioramento nel breve periodo dei sintomi radicolari.24

Invio del paziente ad uno specialista

Circa un terzo dei pazienti con radiculopatia cervi- cale trattati in maniera non-chirurgica presenta una persistenza dei sintomi.6Il paziente va indiriz- zato ad uno specialista in presenza di sintomi radi- colari che non rispondono, entro 6 settimane, ad una terapia non-chirurgica, in presenza di una ri- duzione di forza che persiste per più di 6 setti- mane, di un deficit neurologico progressivo, di se- gni o sintomi di mielopatia, di instabilità o defor- mazioni della colonna.25I criteri definiti dal Wa- shington State Department of Labor and Industries per il ricorso alla terapia chirurgica sono i seguenti:

6-8 settimane di trattamento conservativo (es. te- rapia fisica, farmaci, trazione) senza successo; alte- razioni della sensibilità o positività del segno di Spurling; reperti abnormi oggettivi di tipo moto-

(7)

rio, riflesso o elettromiografico; reperti abnormi agli esami di imaging che correlano con i sintomi lamentati dal paziente.26Nei rari casi di pazienti con dolore radicolare, ma che non presentano re- perti oggettivi abnormi all’esame obiettivo e al- l’elettromiografia, può essere condotto un blocco selettivo di una radice nervosa. Se il blocco nervoso risulta “positivo”, o efficace nell’ottenere un sol- lievo parziale della sintomatologia, si può prendere in considerazione l’intervento chirurgico.

L’Autore

Il Dr. J.D. Eubanks è Assistant Professor presso il Dipartimento di Chirurgia Ortopedica, Divisione di Chirurgia della Colonna, Case Western Reserve University School of Medicine, di Cleveland, Ohio (Stati Uniti).

Note bibliografiche

1. Radhakrishnan K, Litchy WJ, O’Fallon WM, Kurland LT. Epidemiology of cervical radiculopathy. A population- based study from Rochester, Minnesota, 1976 through 1990. Brain. 1994;117(pt 2):325-335.

2. Levine MJ, Albert TJ, Smith MD. Cervical radiculopa- thy: diagnosis and nonoperative management. J Am Acad Orthop Surg. 1996;4(6):305-316.

3. Rhee JM, Yoon T, Riew KD. Cervical radiculopathy. J Am Acad Orthop Surg. 2007;15(8):486-494.

4. Polston DW. Cervical radiculopathy. Neurol Clin. 2007;

25(2):373-385.

5. Bussières AE, Taylor JA, Peterson C. Diagnostic ima- ging practice guidelines for musculoskeletal complaints in adults-an evidence-based approach-part 3: spinal disorders.

J Manipulative Physiol Ther. 2008;31(1):33-88.

6. Lees F, Turner JW. Natural history and prognosis of cer- vical spondylosis. Br Med J. 1963;2(5373):1607-1610.

7. Saal JS, Saal JA, Yurth EF. Nonoperative management of herniated cervical intervertebral disc with radiculopathy.

Spine. 1996;21(16):1877-1883.

8. Haines T, Gross A, Burnie SJ, Goldsmith CH, Perry L.

Patient education for neck pain with or without radiculopa- thy. Cochrane Database Syst Rev. 2009(1): CD005106.

9. Naylor JR, Mulley GP. Surgical collars: a survey of their prescription and use. Br J Rheumatol. 1991;30(4): 282- 284.

10. Swezey RL, Swezey AM, Warner K. Efficacy of home cervical traction therapy. Am J Phys Med Rehabil. 1999;

78(1):30-32.

11. Graham N, Gross A, Goldsmith CH, et al. Mechanical traction for neck pain with or without radiculopathy. Co-

chrane Database Sys Rev. 2008;(3):CD006408.

12. Deyo RA. Drug therapy for back pain. Which drugs help which patients? Spine. 1996;21(24):2840-2849.

13. Eisenberg E, McNicol E, Carr DB. Opioids for neuropa- thic pain. Cochrane Database Sys Rev. 2006;(3):CD006146.

14. Eisenberg E, McNicol ED, Carr DB. Efficacy and safety of opioid agonists in the treatment of neuropathic pain of nonmalignant origin: systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. JAMA. 2005;293(24):3043- 3052.

15. Saarto T, Wiffen PJ. Antidepressants for neuropathic pain. Cochrane Database Sys Rev. 2007;(4):CD005454. 16.

Hollingshead J, Dühmke RM, Cornblath DR. Tramadol for neuropathic pain. Cochrane Database Sys Rev. 2006;(3):CD003726.

17. Hurwitz EL, Aker PD, Adams AH, Meeker WC, She- kelle PG. Manipulation and mobilization of the cervical spine. A systematic review of the literature. Spine.

1996;21(15):1746-1759.

18. Haneline M. Chiropractic manipulation in the presence of acute cervical intervertebral disc herniation. Dynamic Chiropractic. 1999;17(25).

19. Malone DG, Baldwin NG, Tomecek FJ, et al. Compli- cations of cervical spine manipulation therapy: 5-year retro- spective study in a single-group practice. Neurosurg Focus.

2002;13(6):ecp1.

20. Vallée JN, Feydy A, Carlier RY, Mutschler C, Mom- point D, Vallée CA. Chronic cervical radiculopathy: latera- lapproach periradicular corticosteroid injection. Radiology.

2001;218(3):886-892.

21. Kolstad F, Leivseth G, Nygaard OP. Transforaminal ste- roid injections in the treatment of cervical radiculopathy. A prospective outcome study. Acta Neurochir (Wien).

2005;147(10):1065-1070.

22. Anderberg L, Annertz M, Persson L, Brandt L, Säveland H. Transforaminal steroid injections for the treatment of cervical radiculopathy: a prospective and randomised study.

Eur Spine J. 2007;16(3):321-328.

23. Ma DJ, Gilula LA, Riew KD. Complications of fluoro- scopically guided extraforaminal cervical nerve blocks. An analysis of 1036 injections. J Bone Joint Surg Am.

2005;87(5):1025-1030.

24. Carragee EJ, Hurwitz EL, Cheng I, et al. Treatment of neck pain: injections and surgical interventions: results of the Bone and Joint Decade 2000-2010 Task Force on Neck Pain and Its Associated Disorders. Spine. 2008; 33(4 suppl):S153- 169.

25. Albert TJ, Murrell SE. Surgical management of cervical radiculopathy. J Am Acad Orthop Surg. 1999;7(6): 368- 376.

26. Washington State Department of Labor and Industries.

Medical treatment guidelines. Review criteria for cervical surgery for entrapment of a single nerve root. June 2004.

http: / /www.lni.wa.gov/ClaimsIns /Files/OMD/Med Treat/Sin- gleCervicalNerveRoot.pdf. Accessed August 26, 2009.

/2','HSRVLWDWRSUHVVR$,)$LQGDWD

Références

Documents relatifs

Durante i suoi studi sul sistema digerente, Pavlov aveva notato che i cani, secondo un riflesso naturale, avevano un aumento della salivazione appena gli si metteva

• Palliativa: valorizza gli aspetti della terminalità della malattia e della finalità di controllo dei sintomi..

2) Quando i FANS non sono più sufficienti a controllare il dolore si introducono gli oppioidi minori, che possono essere associati agli stessi FANS e/o agli adiuvanti. 3) Quando,

•Il paziente pone la mano della spalla esaminata sopra la controlaterale ed eleva il gomito contro la resistenza posta dalla mano dell’esaminatore. •La comparsa di dolore indica

inibitori (IPSP) e riduzione conseguente della scarica dei neuroni diretti ai

L’infermiere dell’area neonatale è in grado, in collaborazione con i diversi professionisti dell’equipe di lavoro, di prestare la prime cure in sala parto:.. Neonato sano

Segni e sintomi più precisi come franca anoressia, calo ponderale, dolore epigastrico, vomito, disfagia e anemia corrispondono ad una situazione già avanzata.( 6/10.000

Stato in cui la persona presenta una compromissione della capacità di svolgere o completare da sola le attività legate al vestirsi a alla cura dell’aspetto. Caratteristiche