Dolore coronarico: gravativo, oppressivo, costrittivo, retrosternale, a morsa, in crescendo,con irradiazioni anche extratoraciche
Dolore da dissecazione aortica: lacerante, precordiale e/dorsale, andamento ondulante ( crisi dolorose laceranti con dolore lieve e sordo e profondo
Dolore da embolia polmonare massiva: violentissimo, improvviso, stringente, con senso di strangolamento. Con polipnea, tachicardia
Dolore nel tamponamento cardiaco: sordo, non molto intenso, con facilmente fenomeni emodinamici
Dolore da PNX ipertensivo: violento, localizzato ad emitorace,
CARATTERISTICHE angina
SENSAZIONE
La sensazione viene descritta come bruciante, di
pressione, di stretta, di soffocamento, di scoppio. Non viene descritta come trafittiva. Viene descritto come una sensazione che il cuore bruci, d’indigestione, di grosso peso sul torace
SEVERITA’
il dolore anginoso è di medio e moderata gravità.
Raramente viene descritto come severo LOCALIZZAZIONE
IRRADIAZIONE
il dolore è generalmente irradiato alla spalla sinistra e alla parte superiore del
braccio Può migrare nella parte interna del braccio sinistro fino al gomito, al polso e al quarto o quinto dito della mano. Il dolore può anche migrare al braccio destro, al collo, alla mandibola o alla regione epigastrica. Talvolta il dolore può essere sentito soltanto nella zona di irradiazione e non nel petto. Il paziente raramente riferisce un dolore localizzato ad una singola piccola zona sopra il precordio.
DURATA
gli attacchi anginosi durano un tempo breve, in genere meno di 5 minuti. Tuttavia gli attacchi possono peggiorare dopo un pasto abbondante o importante
arrabbiatura fino a 15 o 20 minuti SOLLIEVO
La maggior parte degli attacchi si calmano con la somministrazione di
nitroglicerina e con il riposo. La formula “ sforzo-dolore-riposo-sollievo” è il miglio indizio per fare diagnosi di angina pectoris.
Altri sintomi possono accompagnare il dolore come la dispnea, pallore, palpitazioni, sudorazione, debolezza, vertigini e disturbi digestivi
TIPI
La classica angina pectoris si può suddividere nei seguenti tipi:
ANGINA STABILE in cui il dolore parossistico al petto o il disagio è determinato da un grado conosciuto di esercizio fisico o di emozione. Per tanto sarà definito sia l’ evento causante, la durata e ’intensità di sintomi
ANGINA INSTABILE: dolore parossistico determinato da un grado indeterminabile e non predicibile di sforzo fisico e di emozione che può succedere anche di notte. Gli attacchi di angina instabile caratteristicamente aumentano di
numero, durata ed intensità nel tempo.
ANGINA VARIANTE
( o anche angina di Prinzmetal ) è un disagio al petto che è simile all’angina classica ma è più lunga come durata e può succedere anche a riposo. E’ determinata da spasmo coronarico ed è associato con
sopraslivellamento del tratto ST all’ECG.
ANGINA INTRATTABILE è un tipo di angina instabile che non risponde adeguatamente alla terapia medica e che richiede quindi una terapia invasiva
ANGINA POSTINFARTUALE avviene infatti dopo un IMA, quando l’ischemia residua determina ancora
attacchi di dolore
MANAGEMENT CLINICO
1. gestione efficace dell’attacco acuto e rapido migloramento dei segni e sintomi
2. prevenzione delle complicanze ed ulteriori attacchi
3.riabilitazione ed educazione del paziente e di persone significative
1. ricovero il più rapidamente possibile in un centro specializzato
1.1monitoraggio
1.2riduzione del lavoro del cuore : riposo a letto, riduzione del pre-carico, eliminazione della
tachicardia
1.3incrementare l’apporto di ossigeno
1.4controllo del dolore ( indice di ischemia
miocardica, stimola il sistema nervoso automatico incrementando il pre-carico)
1.5riperfusione coronarica attraverso terapia trombolitica o PTCA
1.1monitoraggio
esecuzione ECG a 12 derivazioni , da ripetersi a distanza di 10/15 minuti se presenta ancora sintomatologia
monitoraggio continuo ECG
valutazione: stato di coscienza, pressione arteriosa e polso, frequenza respiratoria e tipo, diuresi, colore e temperatura cutanea
accesso venoso periferico ( 14/16 G) con infusione salina in continuo
prelievo ematico: enzimi cardiaci, assetto della
coagulazione, emocromo, elettroliti, creatininemia, azotemia, glicemia
ecocardiografia
OSSIGENO
Aumentare l’apporto di ossigeno al tessuto ischemico
Usare sempre l’ossigeno quando si sospetta un IMA Con cannula nasale a 4 lt/min. Monitorare la
saturazione ( >97%), eventualmente aumentare il livello di erogazione; passare a maschera di
Venturi se la saturazione resta bassa.
Attenzione con pazienti con BPCO: somministrare a dosaggio più bassi
OSSIGENO (2)
Ob: ridurre l’area ischemica e l’entità del sopraslivellamento del tratto ST
Classe I: a. segni di congestione polmonare b. Ridotta saturazione di O2 (<90%) Classe IIa: per le prime 2-3 ore nei pazienti
con IMA non complicato
Classe IIb: di routine nei pazienti con IMA non
complicato dopo 3-6 ore dall’esordio
ASPIRINA
Blocca la sintesi di trombossano A2 il quale determina l’aggregazione piastrinica e la costrizione arteriosa ( riduzione mortalità globale,riocclusione coronarica e ricorrenza eventi ischemici dopo ter. trombolitica, ictus non letale)
Dosaggio: 160-325 mg in compresse il più
presto possibile
Controindicato in caso di intolleranza o allergia, ulcera peptica, sanguinamento
attivo; in tal caso può essee sostituita con antiaggregante tienopiridinico tipo
clopidogrel o ticlopidina
Classe I: dose 160/325 mg il giorno dell’IMA poi continuare con terapia 75/325 mg/die
indefinitamente