R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
R OSARIO S TRANO
Sulla Henselizzazione di anelli di valutazione e di anelli di Prüfer
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 52 (1974), p. 167-183
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e
di anelli di Prüfer.
ROSARIO STRANO
(*)
Introduzione.
In
questo
lavoro studiamo l’henselizzazionedegli
anelli di valuta- zione edegli
anelli di Prùfer conparticolare riguardo
alla permanenza, sia nella salita che nelladiscesa,
di alcuneproprietà
di tali anelli.Nel n. 1 dimostriamo che 1’henselizzazione di un anello di valuta- zione A
rispetto
a un suoqualunque
ideale è ancora un anello di valu- tazione che ha lo stesso gruppo dei valori diA,
estendendo un risul- tato diNagata (vedi [9]
teor. 8 e teor.15).
Nel n. 2
proviamo
che l’henselizzazione di un anello di valutazione Arispetto
a un suo ideale m èperfettamente
individuata dall’henseliz- zazione dell’anello localeviceversa; esprimiamo poi
i risultati ottentuti facendo uso della nozione di corpo valutato henseliano.Il n. 3
comprende
i risultatipiù importanti.
In esso dimostriamo che 1’henselizzazione B =h(A, m)
di un anello di Prùfer Arispetto
a un ideale m soddisfacente alla condizione che
8pec(A/m.)
sia con-nesso, è ancora un anello di Prùfer nel
quale ogni
ideale è l’esteso diun ideale di A . Come conseguenza di
questo
fatto siha,
tral’altro,
che Pomomori smo canonico tra i
gruppi
di Picard di A e di B è suriet- tivo e,quando
m c RadA,
è un isomorfismo.Applichiamo
altres irisultati ottenuti ad alcuni casi
particolari
di anelli di Prùfer.Nel n. 4 mettiamo in relazione
gli
anelli di valutazione henseliani(*)
Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico - Corso Italia, 55 - Catania.Lavoro
eseguito
nell’ ambito deigruppi
di ricerca del C.N.R.con
quelli cornpleti :
troviamo che 1’henselizzazione di un anello di valu- tazionecompleto
non è necessariamentecompleta (tranne
nel casoche l’anello di valutazione abbia rango 1 nel
qual
caso un anello divalutazione
completo
è purehenseliano) .
Lacompletezza
non si con-serva nemmeno nella discesa cioè esistono anelli di valutazione non
completi
la cui henselizzazione ècompleta. È
vero invece che se unanello è henseliano il suo
completamento
è pure henseliano.Tutti
gli
anelli sonosupposti
commutativi e con elemento unità.Per tutte le nozioni che non definiamo rimandiamo a
[1].
1. In
questo
numero studiamo 1’henselizzazione di un anello di valutazione Arispetto
a un suo ideale m. Per la definizione e leprinci- pali proprietà riguardanti
l’henselizzazione di unacoppia (A, m)
con mideale di A rimandiamo a
[5].
Il risultato cuiperveniamo
è enunciato nel teorema 1. Dimostriamodapprima
dueproposizioni.
PROPOSIZIONE 1. Sia 99: A - B un
omomor f ismo di
anelli tale che B sia unaA-algebra fedelmente piatta.
Se B è un anello di valutazione allora A è di valutazione.DIM. Poichè
l’omomorfismo 99
è iniettivo allora A è un dominio.Detto
KA
il corpo delle frazioni di A ègA
n B = A equindi
dax E KA,
segue da cui x-1 E B equindi
PROPOSIZIONE 2. Sia A un anello locale e B =
h(A, m)
con 1~t idealedi
A;
allora B è un anello locale ed è hA = hB cioè A e B hanno la stessa henselizzazione come anelli locali. Inoltre se A è un dominio inte-gralmente
chiuso anche B lo è.DiM. Sia C una N-estensione
semplice
di(A, m) (per
le nozionidi
N-polinomio
e di N-estensione vedi[5]
def. 1.2 e def.2.2);
allora èchiaro che C è una N-estensione
semplice
di(A, p) dove p
è il massi- male di A equindi
per[5]
lemma 7.3 si ha hA = hB. La seconda af- fermazione segue dal fatto che se A è un dominiointegralmente
chiusoallora hA è un dominio
integralmente
chiuso(vedi
p.e.[10]
pag.180)
e dal fatto che hB è una
B-algebra
fedelmentepiatta.
TEOREMA 1. A un anello e
B = h(A, m)
con m ideale di A.a)
Se B è di walutazione ed m c Rad A allora A è di valutazione.b)
Se A è di valutazione allora B è di valutazione.c)
Se A e B sono di valutazionerispettivamente
con corpo dellefrazioni .gA
c.KB
e vA(risp. VB)
è una valutazione diKA (risp. KB)
di anello A
(risp. B)
allora vA èequivalente
alla restrizione di VB aKA
e dettiFA
crB i rispettivi gruppi
dei valori èFA
=FB.
DIM,
a)
segue dallaproposizione
1. Per provareb)
ec) poniamo
D =
hA;
è noto(vedi [9]
teor. 8 e teor.15)
che D è un anello di valuta- zione e dettorD
il gruppo dei valori di D èrA
= Ne segue al-lora,
per leproposizioni
1 e2,
che B è di valutazione e dalla relazione segueCOROLLARIO 1. Sia A un anello di valutazione e B =
h(A,
con mideale di A. Allora per
ogni
elemento b di B esiste a di A tale che aB = bB.DiM.
Segue
subito dalla condizioneFA
=rB .
2. Sia A un anello di valutazione ed m un ideale di
A ;
osserviamoanzitutto che è un ideale
primo (vedi [3]
cap. VI par. 7 n. 2 lemma2).
In
questo
numero facciamo vedere che l’anello B =h(A, m)
èperfet-
tamente determinato dall’henselizzazione dell’anello locale
Ajz e
viceversa.
Dopo
aver richiamato la definizione di corpo valutato hen-seliano, esprimiamo
i risultati ottenuti in termini dicorpi
valutati.Osserviamo intanto che è
h(A, ~xt) = h(A, (vedi [5]
prop.8.6)
e
quindi
inquesto
numero supporremo sempre che m sia un idealeprimo
di A.TEOREMA 2. Sia A un anello di valutazione ed m un suo ideale
primo.
Si ha che
(A, m)
è unacoppia
henseliana se e solo seAm
è un anellolocale henseliano.
DIM.
È
noto che(vedi [4]
cor.6.8)
se A è un dominiointegral-
mente chiuso ed m è un suo ideale
primo,
m cRad A,
allora seAm
è henseliano allora
(A, m)
è unacoppia
henseliana. Proviamo adesso il viceversanell’ipotesi
che A sia un anello di valutazione.Per
[9]
teorema 3 basta provare cheogni
dominio intero su A pos- siede un soloprimo
al di sopra di m.Supponiamo
che ciò non sia veroe sia R un dominio intero su A che abbia almeno due
primi
~t1 e m2 al di sopra di m. Facciamo vedere anzitutto che sipuò
supporre che il corpo delle frazioni H di .R sia normale eseparabile
sul corpo delle frazioni .K di A ed 1~integralmente
chiuso. Infatti se I~’ è la chiusuraintegrale
di R nella estensione normale di Kgenerata
da H è notoche per
ogni primo
di R esiste unprimo
di 1~’ al di sopra di esso ; pos- siamoquindi
supporre H normale e Rintegralmente chiuso ;
sia ora Hla chiusura
separabile
di g in H eponiamo
R = si ha che perogni primo Q
di R esiste uno e un solprimo
q di R al di sopradi ~ (vedi [3]
cap. V par. 2 n. 3 lemma4) .
Sia a un elemento di in, che non sta in m2 e sia L l’estensione finita normale
separabile generata
da a su K e sia A’ la chiusuraintegrale
di A in
.L; proviamo
che A’possiede
almeno dueprimi
al di sopra di m: infatti sia or un automorfismo di .H su .~ tale cheG(m2)
= xr~1(vedi [10]
teor.10.12) ;
alloraa(a)
E A’ equindi
xrtl nA’ #
Siano
xttó, m[ ,
... ,xrtn
iprimi
distinti di A’ al di sopra di m. Sia G il gruppo di Galois di . su;
come è noto si definisce gruppo di decom-posizione
dim’ = tó
ilsottogruppo
G’ di G cos definito:si definisce
poi
l’anello didecomposizione A
e il corpo didecomposi- zione k
di nt’ come segueSi
ha A
= A’ nÌÉ e A
è la chiusuraintegrale
di A ing.
Sia
p’
un massimaled.i À
che contieneA ;
allorap’
non con-tiene nessun
primo (1 c ~ c n) perchè
è un anello di valu- tazione(vedi [11]
pag. 158 cor.4);
allora si hae
quindi
esiste un elemento tale chea 0 p’,
r(1 c j c n) .
Per
[9]
lemma 2 a è una radice di unpolinomio
monico irriducibilecon a2, ..., an Em, a~ E
A,
a~ =A);
è alloraessendo p =
=
p’
r1 A il massimale di A e ciò è control’ipotesi
che(A, m)
sia unacoppia
henseliana : infatti ilpolinomio
di cui sopra sidecompone,
mo-dulo m, in due fattori monici e
coprimi.
TEOREMA 3. Sia A un anello di valutazione ed 1xt un suo ideale
primo.
Posto B =
h(A,
si haBmB = h(Am).
Dim. Per il teorema 2
BmB
è un anello locale henseliano equindi
esiste un omomorfismo
f : h(Am) -+ BmB
che fa commutare ildiagramma
Consideriamo ora
gli
omorfismi dicoppie
Si ha che esiste un omomorfismo
che fa commutare il
precedente diagramma.
Dal fatto che
ogni
idealeprincipale
di B ègenerato
da un elementodi A segue che
gli
elementi di B - mB hanno perimmagine
elementiinvertibili in
h(Am)
edinoltre q
è iniettivo. Ne segue allorache f{J
induce un o’momori smo locale e iniettivo
l’omomorfismo g
è tale che neldiagramma
sia
gai
= ma essendo i cancellabile a destra segue ga =~8.
Consideriamo adesso
g f : h(Am) -~ ~(Am) ;
esso fa commutare il dia-gramma
e
quindi g f
è l’identità inh(Am)
da cui segue che g è suriettivo equindi
la tesi.
Richiamiamo adesso la definizione di corpo valutato henseliano
(vedi [11]
cap.F).
DEFINIZIONE 1. Un corpo valutato
(K, v)
si dice henseliano se vammette un unico
prolungamento
adogni
estensionealgebrica
di K.Da
[11]
teor. 4 pag.185,
segue subito che un corpo valutato(K, v)
è henseliano se e solo se l’anello della valutazione v è un anello locale henseliano.Si ha
poi (vedi [11]
pag.175)
che adogni
corpo valutato(K, v)
si
può
associare la sua henselizzazione(hg,
confrontando la costru- zione dell’henselizzazione di un corpo valutato(K, v)
conquella
del-1’henselizzazione di un anello locale
(vedi [10]
pag.180)
si ha subitoche l’anello della valutazione hv di hK è l’henselizzazione hA dell’anello della valutazione v.
Si ha allora il
seguente
teorema.TEOREMA 4. ~Sia A un anello di
valutazione,
B =h(A, m)
con mideale
primo
di A. ~SianoKA
c irispettivi corpi
dellefrazioni.
Se VA(risp. VB)
è una valutazione diKA (risp. KB)
di anello A(risp. B)
si ha :a)
se v è una valutazione diKB
di anelloBmB
allora(KB, v)
è hen-seliano ;
b) v)
è l’henselizzazione di(KA, v/gA)
dove è la restri-sione di v a
KA
ed ha come anelloA,n;
c)
se w è una valutazione del corpo di anello allora la valutazione VB diKB
èequivalente
allacomposizione
dellavalutazione v con la valutazione w.
DIM.
a)
eb)
seguonorispettivamente
dai teoremi 2 e3; c)
segue dal fatto che equindi
il corpo coincide col corpo residuo di v.3. In
questo
numero studiamo l’henselizzazione di un anello di Prüfer. Richiamiamo alcune definizioni.DEFINIZIONE 2. Un dominio A si dice un anello di
Prüfer
seA~)
èun anello di valutazione per
ogni
idealemassimale p
di A.DEFINIZIONE 3. Un dominio A si dice un anello
quasi-Dedekind
se
A)
è un anello di valutazione noetheriano perogni
idealemassimale p
di A.
DEFINIZIONE 4. Un dominio A si dice ~cn anello di Dedekind se A
è
un anello diPrüfer
noetheriano,PROPOSIZIONE 2 . Sia A -~ B ~cn
omomor f ismo
di anelli tale che B sia unaA-algebra fedelmente piatta.
Se B è un anello diPrüfer (risp.
quasi-Dedekind, Dedek’ind)
allora A è diPrüfer (risp. quasi-Dedekind, Dedekind).
DIM. Poichè ffJ è iniettivo A è un dominio.
Sia p
un massimale diA ;
esiste allora un
massimale p
di B tale r1A ;
si ha allora unomomorfismo
Ap-+ B.
eBP
è unaAp-algebra
fedelmentepiatta.
Perla
proposizione
1 seBp
è di valutazione ancheAp
è di valutazione equindi
se B è di Prüfer anche A è di Prüfer. Osservandopoi
che lanoetherianità discende per fedele
piattezza
segue laproposizione.
TEOREMA 5. Sia A un anello e B =
h (A, m)
con m ideale di A. Si ha :a)
Se B è un anello diPrüfer (risp. quasi-Dedekind, Dedekind)
ed è m c Rad
A,
allora A è un anello diPrú f er (risp. quasi- Dedekind, Dedekind) .
b)
Se A è un anello diPrüfer (risp. quasi-Dedekind, Dedekind)
e
Spec (A/xxt)
è connesso allora B è diPrüfer (risp. quasi-Dede- kind, Dedekind) .
DIM.
a)
segue dallaproposizione
3. Per dimostrareb)
osserviamointanto
che,
per[8]
cor.2 .12,
si ha che B è undorninio ;
la tesi segue allora dal teorema 1applicando [5]
cor. 6.9 e cor. 7.5.OSSERVAZIONE 1.
L’ipotesi Spec(A./m.)
connesso » è necessaria af- finchè B sia un dominio e nonpuò
essere soppressa. InfattiSpec(A/m)
è connesso se e solo se
Spec
B è connesso(vedi [5]
lemma9.1).
Il resto del
presente
numero è dedicato alla dimostrazione del suc-cessivo teorema 6 nel
quale proviamo
che se A è un anello di Priifere
Spec(A/xrt)
è connesso alloraogni
ideale di B =h(A, m)
è l’esteso diun ideale di A. Dal teorema 6 dedurremo
poi
alcuni corollari.Premettiamo alcuni lemmi.
LEMMA 1. A un
anello,
xrt c RadA,
C una N-estensione sem-plice
di(A, m)
esia p D
m unprimo
di A. Allora.p0
è unprimo
di 0al di sopra di
p.
DIM. Dal fatto che 0 è una
A-algebra
fedelmentepiatta
segue che esiste unprimo
q di C al di sopra dip.
Dall’isomorfismoC/xxtC
segue
poi pC =
q.LIEMMA 2. ~Sia A un
anello,
nt c RadA,
C una N-estensione sem-plice
di(A, m).
Siano.p
e}2
due massimali di A eponiamo
S = A -- U
.p2)
es’=
C -(p,
0 U} C) .
AlloraOs,
è una N-estensione sem-plice
di(As, mAs).
DIM. Sia
f(X) l’N-polinomio,
digrado
n >1,
che definisce0;
al-lora
f(X)
è unN-polinomio
di(As, mAs)
ed indichiamo con D l’N- estensionesemplice
di(As, xrtAs)
definita daf (X ) .
Postosi ha
Consideriamo
gli
ideali(~1, x) A[x]
e(~2 , x) A[x]
diA[x] :
si vede su-bito che essi sono ideali massimali di
A[x]
al di soprarispettivamente
di
~1
ep,.
Poniamoe facciamo vedere che D e
C.,
sono entrambi isomorfi ad Per provare che D è isomorfo adA[x]T poniamo
U = 1+ (m,
si ha D = per una nota
proprietà (vedi [2]
cap. II par. 2n.
3,
prop.7),
essendo S c T èA[x],= (As[X])T’
dove T’ è l’imma-gine
di T nell’omomorfismoA[x] quindi
D eA[x]T
sono ilocalizzati di mediante
rispettivamente
U e T’.Poichè
gli
elementi di T sono deltipo
ao + + ...+
xn-1 con segue subito che leimmagini degli
elementi di T’ nell’omomor- fismo(As[z]) u
sono invertibili e leimmagini degli
elmenti di Unell’omomorfismo sono invertibili e
quindi D ~
Per provare cheOs,
è isomorfo adponiamo
V = 1 +(m, x) ~ -A[x];
si ha°s’= (A[x]y)s’
e dove T" èl’immagine
di T nell’omomorfismo La dimostrazione è allora ana-
loga
allaprecedente.
LEMMA 3. A un anello di
Priifer.
Allora:a)
l’insieme deiprimi
contenuti in Rad A è linearmente ordinato per inclusione.b)
l’insieme deiprimi
contenuti in Rad A ha un(unico)
elementomassimo.
Drnz.
a) sia p
un ideale massimale diA;
è noto che c’è una corri-spondenza
1-1 che conserva l’inclusione tra iprimi
diA~
e iprimi
di Acontenuti
in p; poichè A~
è un anello di valutazione segue la tesi.b)
infatti l’unione di un insieme linearmente ordinato di idealiprimi
di A è ancora un ideale
primo
di A.LEMMA 4. Sia A un anello di
Prúfer semilocale,
t c RadA,
esia P
il massimo
primo
contenuto in Rad A. AlloraSpec(Ajm)
è connesso se e solo seDiM. Sia connesso. Se fosse
seguirebbe
che nonci sono
primi
di A tra m e Rad A equindi Spec(A/xm)
=Spec(A/RadA)
non sarebbe connesso.
Vicevessa sia Sia q un
primo
di A esupponiamo
detto
q’
un massimale di A contenente q è ancheq’ D p,
ed essendo l’insieme deiprimi
di A contenuti inq’
linearmente ordinato per in- clusionesegue p D
4. Consideriamo alloraVM-:
ècon p D
mapoichè
l’intersezione di un insieme linearmente ordi- nato di idealiprimi
è un idealeprimo
segue chevm
èprimo
equindi
= è connesso.
LF,mmA 5. Sia A un anello di
Pri f er,
m c RadA, Spe(Am)
con-nesso, e sia 0 una N-estensione
semplice
di(A, r~t.) .
Sia.p~
un massimale di A eponiam,o 8 = A - p, - -k
alloraCs
=DiM. Basta provare che
Cs
è locale.È
noto che i massimali diCs
sono
gli
estesi deiprimi
di C che sono massimali fraquelli
che nonincontrano ~’. Uno di tali
primi
èpi
C equindi p, cs
è massimale inCs ;
sia q un altro di taliprimi
e sia Q1= a n A c sia.p2 O
unmassimale di C che contiene q. Per il lemma 2
possiamo
supporre che A abbia i due soli massimali~1
e~2 .
Proviamo adesso che q1 cn V2
è massimale fra iprimi
di A contenuti in~>~
r1V2;
infatti è noto che è una N-estensionesemplice
di(ciò
segue anche dal lemma 2 perVI = p,)
ed un anello di valutazione equindi,
ap-plicando
il teorema1,
segue che c’è unacorrispondenza
1-1 tra iprimi
di A contenuti in
p,
e iprimi
di C contenuti inp,C;
si ha allorache, se p
fosse unprimo
di A con alc p
c~1
nV2,
esisterebbe unprimo p’
di C tale che ed inoltre
Per il lemma 4 si ha m. Dal lemma 1 segue allora che l’ideale al C è un
primo
di C tale che e per lo stesso motivo di sopra è allora q = al C da cui segue q = qui C c~1
C equndi
è
TEOREMA 6. ÀÒia À un anello di m un ideale di A con connesso e B =
h(A, m).
Si ha allora:a)
Perogni
ideale b di B esiste un ideale a di A tale che b = aB.b)
Se b èprincipale
allora a èprincipale.
Drnz.
a)
Se consideriamo si ha che c Rad edogni
ideale di l’esteso di un ideale diA; possiamo quindi
sup- porrem c Rad A.
Possiamo ancora supporre che b sia un idealeprin- cipale
bB di B.Sia C una N-estensione
semplice
di esupponiamo
di averdimostrato che
ogni
ideale di C sia l’esteso di un ideale diA ;
segue allora che se C è una N-estensione di(A, m)
alloraogni
ideale di C è l’esteso di un ideale diA;
sia ora b E B e sia C una N-estensione di(A, m)
che contieneb;
esiste allora un ideale a di A tale che aC = bCe
quindi
aB = bB.Possiamo
quindi
supporre che B sia una N-estensionesemplice
di
(A, x~t.) .
Proviamo che perogni massimale p
di A èda cui segue
(vedi [1]
prop.3.9).
Per il corollario 1 l’ideale è
generato
da un elemento diA~
e
quindi possiamo
porrecon aEA.
È
allora a = bc cone c- B:p,
invertibile.Per il lemma 5
possiamo
scriverec = r/s, s E A -.p.
Alloraè as = br E bB e
quindi
as E bB r1A ;
inoltre è =asBPB e quindi
segue
e
quindi a)
èprovato.
Per dimostrare
b)
osserviamoche,
essendo B unaA-algebra
fedel-mente
piatta (possiamo
anche inquesto
caso supporre m c RadA)
e aB = b un B-modulo finitamente
generato,
segue che a è un A-modulo finitamentegenerato.
Da seguepoi
ma è
generato
da un solo elemento come-S/mB-modulo
equindi
come
A/xrt-modulo
equindi
come A-modulo.Applicando
il lemma diNakayama
all’A-modulo finitamente gene- rato a segue subito che a èprincipale.
OSSERVAZIONE 2. Il teorema 6 non vale
più
se sitoglie l’ipot,esi
che A sia un anello di
Priif er,
come mostra ilseguente esempio:
siaA =
K[X, Y](x,y)
dove .g è un corpo ; è noto che hA è il sottoanello diYj
costituito dalle serie formali che sonoalgebriche
suK(X, Y)
(vedi [10]
cor.44.3).
Consideriamo l’idealea = (X3 -f- y2 -f- X y) ~ ;
esso è
generato
da un elemento irriducibile di A. equindi
èprimo;
l’esteso a hA non è
più primo
inquanto
l’elementoX3 +
èriducibile in hA .
COROLLARIO 2. Sia A un anetlo di
Prüfer,
m. c RadA, Spec(A/m)
connesso e sia B =
h(A, m).
Si ha allora:a)
Leapplicazioni
stabiliscono una biiezione
fra gli
ideali di A egli
ideali di B.Tale biiezione induce una biiezione
fra
iprimi
di A equelli
di
B,
come pure una biiezionefra gli
idealiprincipali
di A equelli
di B.b)
Perogni famiglia
di ideali di A si haDim.
a) Bisogna
solo provare chese p
è unprimo
di A allorapB
è un
primo
di B. Infattipoichè
B è unaA-algebra
fedelmentepiatta
esiste un
primo
q di B tale che q r1 A= p
equindi
per il teorema 6 segue q =pB.
b)
Poniamo B = aB con a ideale di A. Da aB caiB
seguea c ai e
quindi aB
c(n
1ai
B.COROLLARIO 3. A un anello di xt ideale di A con
Spec (A/in)
connesso e sia B =
h(A, m).
Allora tacf unzione
continuaindotta
dall’omomorfismo
A ~ B è unomeomor f ismo fra Spec
B e ilsottospazio
diSpec
A costituito daiprimi
di A che non incontrano 1 -~- m.Net caso che sia 1xt c Rad A allora si tratta di un
omeomor f ismo fra Spec
B eSpec
A.DIM. La dimostrazione è immediata per il corollario
2a) .
COROLLARIO 4. ~Sia A un anello di m un ideale di A con
connesso e sia B =
h(A, m).
Alloral’omomor f ismo fra
igruppi
indotto
dall’omomorlismo
A -7 B è suriettivo e, se m c RadA,
è cn iso-mor f ismo.
DIM. Per la definizione di Pic A rimandiamo a
[2]
cap. IIpar. 5
n. 4. Ricordiamo che essendo A e B domini il gruppo di Picard è iso- morfo al gruppo delle classi di ideali frazionari invertibili. Osserviamo
poi che,
per m c RadA,
la biiezione fragli
ideali di A equelli
di Bdata nel corollario
2a)
siestende,
in modoovvio,
ad una biiezione fragli
ideali frazionari di A equelli
di B equest’ultima
induce una biie-zione fra
gli
ideali frazionari invertibili di A equelli
di B.Richiamiamo adesso la definizione di anello di Bézout.
DEFINIZIONE 5. TIn dominio A si dice un anello di Bézout se
ogni
ideale
finitamente generato
di A èprincipale.
COROLLARIO 5. A un anello e B
= h(A, m)
con m ideale di A.Si ha:
a)
Se B è un anello di Bézout(risp. PID)
ed è m c Rad A allora Aè di Bézout
(risp. PID ) .
b)
Se A è un anello di Bézout(risp. PID)
ed èSpec(A~m)
connessoallora B è di Bézout
[risp. PID ) .
La tesi segue dal corollario 4 ricordando che un anello A è di Bézout se e solo se esso è un anello di Prùfer e Pic A = 0: infatti
un anello di Prùfer è un dominio carattrizzato dal fatto che
ogni
idealefinitamente
generato
non nullo è invertibile(vedi [7]
teor.6.6)
e lacondizione Pic A = 0 per un dominio è
equivalente
al fatto cheogni
ideale invertibile è
principale.
Inoltre ricordiamo che un dominio A èun PID
(dominio
a idealiprincipali)
se e solo se A è un anello di Bézoutnoetheriano.
OSSEVAZIONE 3. Osserviamo che non è vero che se A - B è un
omomorfismo di anelli tale che B sia una
A-algebra
fedelmentepiatta
allora se B è un anello di Bézout
(risp. PID) }
segue che A è un anello di Bézout(risp. PID).
Bastaprendere
come A e B l’anello delle coordi- nate del cerchiorispettivamente
su R e su C. Si ha che B è PID mentre A è un anello di Dedekind non PID(vedi [6]
pag.50).
COROLLARIO 6. ~Sia A un anello di
Prii f er,
m c RadA, Spec (A/rn)
connesso e sia B =
h(A, m).
Allora la biiezionefra gli
ideali di A equelli
di B data nel corollario2a)
induce unisomorfismo fra
i semi-gruppi
con unitàdei divisori
rispettivamente
di A e di B.DIM. Per la definizione di
D(A)
siveda,
peresempio [7]
pag. 172.Osserviamo adesso che dal corollario
2b)
segue che la biiezione fragli
ideali di A equelli
di B induce una biiezione fragli
ideali diviso- riali di A equelli
di B. Si provapoi
facilmente che tale biiezione conservail
prodotto
fra ideali divisoriali cioè è un isomorfismo fraD(A)
eD(B).
4. In
questo
numero mettiamo in relazionegli
anelli di valutazione henseliani conquelli completi (per
ilcompletamento
di un anello divalutazione si veda
[3]
cap. VI par. 5 n. 3 oppure[11]
cap.D).
È
noto che se un anello di valutazione di rango 1 ècompleto
alloraesso è henseliano
(vedi [11]
pag. 198 teor.4).
Proviamo anzitutto che il
completamento Â
di un anello di valu- tazione A henseliano è ancora un anello di valutazione henseliano.Questa proprietà,
nel caso che latopologia
canonica su A abbia unabase numerabile
degli
intorni dello zero, segue da[12]
prop. 7:infatti,
secondo la nozione di terna henseliana introdotta da
Valabrega, -1
ri-sulta 1’henselizzazione della terna
(A,
m,~)
con m massimale di A e ztopologia
canonica di A.PROPOSIZIONE 3. ~Se A è un anello di valutazione henseliano allora
d
è pure henseliano.Drnr. Sia K il corpo delle frazioni di A e v una valutazione di K di anello A e sia m il massimale di
.~. ;
siapoi K
il corpo delle frazionidi À (che
è ilcompletamento
di g per latopologia
indotta dav)
ev
l’estensione canonica di v ail.
Sia .g* la chiusuraalgebrica
diK
esia v* un’estensione
di v
ag*;
sianopoi
A* e m*rispettivamente
l’anelloe l’ideale di v*. Osserviamo che se 1~ è il gruppo dei valori di v
(e quindi
di
v),
il gruppo dei valori h* di v* è il gruppo divisibilegenerato
da h(vedi [11]
pag. 155 prop.1)
equindi
è un gruppo ordinato cofinalea T
(cioè
perogni
a E T*esiste p
E 1~ confl
>oc) .
Sia
poi 0
l’estensione naturale aK(X)
definita daSia ora
f (X )
unN-polinomio
di(.1, ~ ).
Si vede subito che esisteuna
famiglia (e
e >0 )
diN-polinomi
di(A, m)
tali chenella
topologia
diÍ~ (X )
indotta dav.
Sia
xi Ionica
radice dif (X )
che sta in m* e l’unica radice di che sta in m. Proviamo che è nellatopologia
di K* in-dotta da v* da cui segue al
E 1t .
Poniamo
si ha = in
quanto
al - è invertibile in A* perz=2,...,n. .
Ma è anche
Allora si ha
che,
fissato ó E > 0esiste y E F,
y > 0 tale che se~(/(Jr)2013/~))>~
si hav* (al - «i’ ) > ~,
da cui la tesi.Portiamo adesso due
controesempi riguardo
alla henselizzazione di anelli di valutazionecompleti.
Nelprimo
mostriamo che se A è un anello di valutazionecompleto,
y hA non è necessariamentecompleto (escluso
il caso in cui A sia di rango 1 nelqual
caso si haA=hA).
Nel se-condo mostriamo che hA
può
esserecompleto
senza che A siacompleto.
Ci servirà la
seguente proposizione.
PROPOSIZIO E 4. Sia
(g, v)
un corpo valutato henseliano con v di rango1;
sia L una estensionealgebrica separabile
di K digrado infinito;
allora L non è
completo
per ilprolungamento
di v ad L.DiM.
Seguiamo
ilsuggerimento
di[3]
cap. VI par. 8 esercizio 16.Indichiamo ancora con v il
prolungamento
di v ad .L(unico perchè
(K, v)
èhenseliano).
Prendiamo xl =1; supposto
di averscelto xi
sce-gliamo
xi+, in L soddisfacente alleseguenti
condizioni:con
dove
xsi’,
... , sono iconiugati di Xi rispetto
a K distinti da x; . Pro- viamo che tale xi+1 esiste: siaposto .K(z)
=K(y, xi)
èK(z) D D K(Xi)
ed inoltre[K(z): K]
>prendiamo
allora z in modoche sia
K(z) D K(xi)
e[g(z) :.g]
>:g].
Possiamo inoltre supporre
v(z)
>a(i) :
basta fissare a E K con> 0 e
prendere n opportunamente grande
in modo che siav (zan )
>>a(i).
Poniamo si ha infattise
E .K[X]
fosse unpolinomio
monico digrado n c [K(xi) :..K]
taleche
f (xi+1)
= 0 alloraf (xi
+T )
sarebbe unpolinomio
monico digrado n
in
g(xi) [T]
tale chef (xi
+z)
= 0 e ciò è contro il fatto che sia[.g(z) : K(xi)]
>[K(s,) :K].
Proviamo ora che la successione Xl, X2, ... è diCauchy : bisogna
provare che perogni
intero m > 0 esiste un intero n > 0 tale che per t > s ~ n sia è infattie
quindi
bastaprendere n
= m.Proviamo adesso che la successione x,, x2, ... non
ha limite;
sefosse considerato
v(xi+.., - Xi)
esisterebbe unindice j > i
tale chev(x - xj)
>v(xi+,
--xi) ;
si avrebbe allorae
quindi
sarebbeper il lemma di Krasner
(vedi [11]
pag.190)
si avrebbe allora.K(xi)
cc .K(x)
e ciò per i =1, 2, ...
e ciò contro la condizionea).
ESEMPIO 1.
Esempio di
un anello di ValùtaZi07le Acompleto
taleche hA non sia
completo.
Sia 1~ un corpo e
poniamo g = R( Y) ( (X) )
e sia v una valuta-zione di K il cui anello è A =
R[ Y](y)
+XR(Y) [X] ;
v è una valuta-zione il cui gruppo dei valori è Z
Q
Z e,detto p
ilprimo
di altezza 1 diA,
èR[Yly)
e =R(Y) ~X~ .
Ne segue che(g, v)
è com-pleto (perchè Ap
è un DVRcompleto)
ma non henseliano(perchè Ajp
non è
henseliano).
ConsideriamohV);
si vede facilmente che hK è digrado
infinito su.g; applicando
allora laproposizione
4 al corpo Kmunito della valutazione il cui anello è
A~ (rispetto
alla valutazionevp
il corpo K èhenseliano)
otteniamo che hK non ècompleto rispetto
alprolungamento
div~ (che
ha come anellohA:p h~)
equindi
hA non ècompleto.
ESEMPIO 2.
Esempio
di un anello di valutazione discreta A non com-pleto
tale che hA ècompleto.
Sia R un corpo di caratteristica zero e
poniamo
K=1~(X )
e L =- .R( (X) )
muniti entrambi della valutazioneX-adica,
denotata con v, di anellorispettivamente
e Si ha che(.g, v)
non è hense-liano
perchè l’equazione
T2+
T-~-- X
= 0 non ha radici inK,
mentre(L, v)
ècompleto ;
siano C~ e c2[X]
le radici dellaprecedente
equa- zione con cl--~- c2 = -1.
Sia g un corpo massimale fraquelli
che soddi-sfano alle condizioni: K c H c L e tale corpo esiste per il lemma di Zorn. Indichiamo ancora con v la restrizione di v da L ad H
e sia A l’anello di v in H. Proviamo che è hA
= .R ~X~ ;
per provare ciò basta provare che L èalgebrico
su .g(vedi [11]
cor. 2 pag.190) ;
sia x E
L, r w H;
per la massimalità di H si ha cl EH(x)
dacui,
essendo cialgebrico
su.g,
segue che x èalgebrico
su H.BIBLIOGRAFIA
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Algébre
commutative,Capitoli
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[4] S. GRECO,
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with respect to an ideal, Transaction A.M.S., 144(1969),
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proprietà
nella henselizzazionedegli
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corso di stampa).[9] M. NAGATA, On the
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45-57.
[10]
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Interscience Publ., New York, 1962.[11] P. RIBEMBOIM, Théorie des valuations, Les Presses de l’Université de Montréal, 1964.
[12]
P. VALABREGA,Proprietà
dell’henselizzazione di anellitopologici
e di valutazione,Symposia
Mathematica, 8(1972),
393-403.Manoscritto
pervenuto
in redazione il 31gennaio
1974 e in forma revi-sionata il 28 febbraio 1974.