R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
C ARLA M ASSAZA
Sugli anelli che soddisfano alla condizione topologica di Artin-Rees
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 49 (1973), p. 205-215
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Sugli
che soddisfano alla condizione topologica di Artin-Rees.
CARLA MASSAZA
(*)
SUMMARY - In the
present
paper, westudy
therings
and modulessatisfying
a
topological
version of the classical Artin-Rees condition: wegeneralize
to a non noetherian situation some
properties
of modules over noetherianrings,
which lead us to theconcept
of «generalized Zariski-ring
».Introduzione.
Il classico lemma di Artin-Rees
può
enunciarsi cos : se A è unanello
noetheriano,
a è un suo ideale ed F è un sottomodulo di un A-modulo .E ditipo finito,
allora si ha:a(an E r1.F’)
=(an+1_E) r1.F’,
per n sufficientemente
grande.
Un corollario immediato è ilseguente :
nelle
ipotesi suddette,
si ha anE CaI’,
per nopportuno. Questo
ultimo enunciato
può
anche essere espresso in una formaequivalente,
che è nota come versione
topologica
del lemma di Artin-Rees:(a)
seA è
noetheriano,
a è un suo ideale ed E è un A-modulo ditipo finito,
la
topologia
a-adica di E induce latopologia
a-adica suogni
sotto-modulo .F’ di E.
In
questo
lavoro diremo che un A-modulo E soddisfa alla condi- zionetopologica
di Artin-Rees(brevemente :
E è un A-moduloA.R.),
se E soddisfa alla tesi di
(a),
perogni
ideale a di A. Dalla definizioneprecedente
sitrae,
inparticolare,
la nozione di anello A.R.: è dun- que un anello A tale che perogni coppia
di ideali a, b latopologia
(*)
Indirizzo dell’A.: Istituto di Geometria dell’Università - ViaPrincipe
Amedeo 8, 10123 Torino.
Lavoro
eseguito
con contributo del C.N.R., nell’ambito del G.N.S.A.G.A.a-adica di b è indotta dalla
topologia
a-adica di A. Lo scopo del lavoro èquello
di mettere in evidenza alcuneproprietà degli
anelli A.R.Nel n. 1 si definiscono
gli
A-moduli A.R. mediante le due condi- zioni(algebrica
etopologica)
tra loroequivalenti,
e si dànnoesempi
per chiarire le relazioni tra la condizione A.R. e le condizioni di noe-
therianità
(degli anelli)
e di finitezza(dei moduli).
Nel n. 2 si prova che la condizione A.R. si conserva nel
passaggio
ad anelli
quozienti
e ad anelli difrazioni,
mentre non è unaproprietà
di carattere locale e non si conserva per estensioni
polinomiali.
Nel n. 3 si estendono ai moduli A.R. sopra un anello A.R. varie
proprietà
delletopologie a-adiche,
ben note per moduli ditipo
finitosu un anello
noetheriano;
inanalogia
al casonoetheriano,
esse ci por- tano alla definizione di anello di Zariskigeneralizzato
e ci consentono inoltre di stabilire laseguente proposizione:
siano A un anelloA.R.,
a1 ed a2 ideali di A tali che risulti
ax C
a2; allora l’anelloA,
se è sepa- rato ecompleto
per latopologia Ct2-adica,
è anche tale per latopo- logia ai-adica.
Il lavoro si conclude con unesempio
di anello nonsoddisfacente a
quest’ultima proprietà.
1. Tutti
gli
anelli che si considerano sonosupposti
commutativie dotati di unità.
LEMMA 1. Le condizioni
seguenti
siequivalgono :
(a)
Perogni
ideale a dell’aneZlo A edogni
sottomodulo F dell’A-o%oduloE,
la
topologia
a-adica di E induce in F latopologia
a-adica diF;
(b)
Perogni
ideale a dell’anello A edogni sottomodulo
F dell’A-moduloE,
esiste un numero naturale n tale che sia:
DIMOSTRAZIONE. Sia a la
topologia
indotta in .F’ dallatopologia
a-adica di
E,
avente cioè come base di 0-intorni l’insieme di idealif anE
e sia 13 latopologia
a-adica diE,
avente come basedi 0-intorni l’insieme di ideali Dall’inclusione anE r1 F:2 Ctn F segue che ’6 è
più
fine di a.Queste
duetopologie
coincidono se e solo se, perogni n
EN,
esiste m E N tale che sia amE r1.F’ c an.F.Ora,
talecondizione
equivale
manifestamente allaseguente:
esiste n E N taleche Di
qui
l’asserto.DEFINIZIONE. Si dice che un A-modulo E
soddisfa
alla condizionetopologica
di Artin-Rees(brevemente:
E èA.R.)
se per Evalgono
lecondizioni
equivalenti (a)
e(b).
Inparticolare,
un anello A è A.R.se è un A-modulo A.R.
Dal lemma 1 segue:
COROLLAR,IO 2. Un anello A è A.R. se e solo se, per
ogni coppia a, b
di ideali diA,
esiste un numero naturale n tale che risulti:b c
ab,
a n c ab.OSSERVAZIONF 1. La locuzione abbreviata E è A.R. è chiaramente
imprecisa.
Infatti essaequivale
alla validità per R della versionetopologica
del lemma di Artin-Rees che è(almeno apparentemente) più
debole della condizionealgebrica riportata
all’inizio dell’introdu- zione. Sarebbe statoquindi più
corretto denominare con A.R.gli
A-moduli soddisfacenti alla tesi del lemma di Artin-Rees e con t.A.R.
quelli
soddisfacenti alla versionetopologica
del detto lemma. Tutta- via abbiamopreferito
usare la notazione A.R. per due motivi:1)
nelnostro lavoro ci basiamo esclusivamente sulla condizione
topologica
enon
sull’altra; 2)
nonpossiamo
del tutto escludere che le due condi- zionicoincidano,
non essendo riusciti a provare il contrario.OSSERVAZIONE 2. Se A è un anello
A..R.,
tuttigli
ideali di A sonoA-moduli A.R. Infatti siano a e b ideali di
A;
i sotto-A-moduli di bsono
gli
ideali c di A contenuti inb; dall’ipotesi
che A sia A.R. segue che: per nopportuno,
equindi:
n c C ac.OSSERVAZIONE 3. Non è difficile verificare che un A-modulo E è A.R. se la condizione
(b)
del lemma 1 è verificata per lecoppie
a,F,
dove F C a.E.Esaminiamo ora alcuni
esempi,
che chiariscano le relazioni tra la condizione A.R. e le condizioni di noetherianità(degli anelli)
e difinitezza
(dei moduli),
cheintervengono
nelleipotesi
del lemma clas- sico di Artin-Rees(cfr. [2],
cap.3,
cor.1,
pag.61).
ESEMPIO 1. Dominio
d’integrità A.R.,
ma non noetheriano.Sia A un anello di valutazione non discreta e di rango 1
(cfr. [3],
cap.
3, § 4,
n.4) :
tale anello non è noetheriano(cfr. [3],
cap.3,
pag.109,
prop.
9),
ma soddisfa alla tesi del lemma di Artin-Rees. Infatti si verifica facilmente chenegli
anelli di valutazione di rango 1ogni
ideale
proprio
genera latopologia
naturale dellavalutazione,
equindi,
se a e b sono due ideali
propri qualunque,
esiste un numero naturaleno tale che sia risulta
dunque,
pera(an
nú)
= an+1 =ESEMPIO 2. Anetti
A.R.,
noetheriani e non, i cui moduli sono tutti A.R.Sia A un anello con ideali
propri
tuttinilpotenti.
Alloraogni
suatopologia
ditipo
a-adico si riduce allatopologia discreta,
eperciò ogni
A-modulo E soddisfa alla tesi del lemma di Artin-Rees:infatti,
per
ogni
ideale a diA,
esiste no E N tale che sia a"0 =(0),
equindi,
detto .F’ un
qualunque
sottomodulo diE, risulta,
pera (anEnF)
= (0)
= an+1E n F.a)
L’anellok[x],
dove k è un campo, ènoetheriano,
e inoltre il suo unico ideale
proprio (x)
haquadrato
nullo: abbiamocos un
esempio
di anellonoetheriano, i
eui moduli sono tutti A.R.b)
Nell’anello deipolinomi
nelle indeterminatea coefhcienti in un
campo k,
consideriamo l’ideale a, formato daipolinomi
diordine ~ 2 (*).
L’anelloquoziente
A =non è noetheriano e i suoi ideali
propri
sono tuttinilpotenti.
Infattiun
qualunque
elemento di A sipuò scrivere,
in modounico,
comepolinomio
digrado c 1
nelle xn , equindi:
1)
A non ènoetheriano, perchè
l’ideale m=(xn)neN
non è fini-tamente
generabile;
2) ogni
ideale b di A contenente un elemento con termine noto non nullo èimproprio,
inquanto:
dove ao è un elemento
invertibile; pertanto ogni
idealeproprio
hacome
quadrato
l’ideale nullo. Abbiamo cos unesempio
di anello nonnoetheriano, i
cui moduli sono tutti A.R.ESEMPIO 3. Anello noetheriano i eui moduli non sono tutti A.R.
Siano Z l’anello
degli
interi relativi ed E = l’insieme deipolinomi,
a coefficienti inZ,
nelle indeterminateE, pensato
come
Z-modulo,
non è A.R. Consideriamo infatti l’ideale a = 5Z ed il sottomodulo .I’ di base perogni
numeronaturale n,
l’elemento
5"X+
sta in ma nonappartiene
adESEMPIO 4. Anello A.R. i cui moduli di
tipo finito
non sono tutti A..R.(*)
Diciamo ordine di unpolinoinio
ilgrado
minimo dei suoi monomi.Siano: A l’anello di una
valutazione v,
avente come gruppo ordi- nato(R, +) (per l’esistenza,
cfr.[3],
cap.3,
pag.107,
es.6),
m l’idealemassimo di
A,
E= ADall’esempio
1 segue che A è un anelloA.R.,
e chiaramente E è un A-modulofinito,
ma tuttavia E non èA.R.,
inquanto
il sottoinsieme di E cos definito:v( f ~) ~ 1, v( f 2) ~ 1~
è un sottomodulo di E taleche,
perogni n E N,
risulta:
infatti,
se x è un elemento di A di valuta- zione nullaed an
è un elemento di A con valutazione l’elemento zn =x) appartiene
ad m.nE nF,
inquanto: an(x, x)
E perdefinizione, x) perchè v(a: x)
=1; perchè gli
elementib2)
di mI’ sono tali che:v(bl)
>1, v(b2)
> 1.2. In
questo paragrafo
intendiamo esaminare ilcomportamento
della condizione A.R. nel
passaggio
alquoziente,
alle frazioni e aipolinomi.
È
immediato verificare che vale ilseguente
LEMMA 3. Sia
f :
G - G’ unomomor f ismo
tragruppi.
Perogni
cop-pia H 2
disottogruppi
diG,
risulta:PROPOSIZIONE 4. L’anello
quoziente
di Zn anello A.R. è anch’essoA.R. L’A-modulo
quoziente
di un A.R. è anch’esso A.R.DIMOSTRAZIONE. Siano: A un anello
A.R., i
un suoideale,
yr:
A - A li
l’omomorfismo canonico di A sul suo anelloquoziente, à, b
ideali di Gli insiemi a =n-l(ã) e 6 =:;::
scno due ideali di A equindi, poichè
A èA.R.,
esiste no per cui risulta: an°C ab ;
ne segue che
n(ano
r1b)
C D’altraparte,
essendo b :2kern,
per il lemma3,
si ha: = nz(b).
Se ne conclude che:n(a"°)
r1n(b)
Cn(ab), ossia,
tenendo conto che n è un omomorfismo eche
n(a) n(b) = b: pertanto
ancheA /i
è un anelloA.R.
La dimostrazione relativa
agli
A-moduli è del tuttoanaloga.
PROPOSIZIONE 5. Un sottomodulo di un A-modulo A.R. è anch’esso A.R.
DiMCSTRAzioNE. Siano: M un A-modulo
A.R.,
a un ideale diA,
~ nn sottomodulo di .lVl ed F un sottomodulo di
E; poichè
ancheun sottomodulo di esiste n tale che risulti:
a.F,
equindi:
anE n F C aF.
OSSERVAZIONE. In
generale,
un sottoanello di un anello A.R. nonè un anello A.R. Basta
considerare,
adesempio,
un dominio d’inte-grità
non A.R. come sottoanello del suo campo deiquozienti.
PROPOSIZIONE 6. Il localizzato di un anello A.R.
rispetto
ad u~asistema
moltiplicativo
è un anello A.R.Il localizzato di un A.R.
rispetto
ad un sistema molti-plicativo
S è un A.R.DIMOSTRAZIONE. Basta osservare che
l’operazione
di localizzazione èpermutabile
con l’intersezione di A-moduli e con ilprodotto
di unideale per un modulo
(cfr. [1 ],
cap.2,
pagg. 89 e98).
OSSERVAZIONE. La condizione A.R. non è di carattere locale. Costruia-
mo infatti un anello non
soddis f acente
alla condizioneA.R.,
i cui loca- lizzatirispetto agli
idealiprimi
sono tuttinoetheriani,
equindi
A.R.Notiamo
che,
inparticolare,
otterremo cos unesempio
di anello nonnoetheriano,
i i cui localizzati sono tutti noetheriani. Sianol’anello dei
polinomi
a coefhcientiinteri,
nelle indeterminateed a il suo ideale di base dove pn indica l’n-esimo numero
primo,
in ordine digrandezza
crescente.L’anello A = soddisfa alle condizioni vo-
lute,
inquanto:
a)
A non è A.R. Consideriamo infattigli
ideali:dove h =
(n2
+ n -2)/2;
si vede che l’elementoh+1 h+n+1 appartiene
a bn+1 ncn+1,
mentre nonappartiene
abc;
b)
i localizzati di Arispetto
ai suoi idealiprimi
sono tutti noe-theriani. Infatti
gli
idealiprimi
di A sono leimmagini,
mediante laproiezione
canonica n:Z[XnJneN-+A, degli
idealiprimi
contenenti a;questi ultimi,
dovendo contenerecontengono
uno almeno trapn ed
Xn,
eperciò
sono di uno deitipi seguenti:
2)
dove è unpolinomio
irri-nomio irriducibile in eventualmente nullo.
Dall’isomorfismo segue che i localiz- zati in
questione
sono isomorfi al camporazionale,
oppure sono anelli deltipo
vpertanto
sono noetheriani.Notiamo infine che la condizione A..R. non si conserva per esten- sioni
potinomiati.
Proveremo infatti che l’anello deipolinomi a coef- ficienti in
un certo anello di valutazione non discreta di rango 1(cfr.
n.
1,
es.1)
non è A.R.Siano : k un
campo, Q
il gruppo ordinato additivo deirazionali,
v una valutazione di k
avente Q
come gruppoordinato, A
l’anellodi v,
A[X]
l’anello deipolinomi
a coefficienti in A.Prolunghiamo v
ad una valutazione dove
Z X Q
ha ordinamentolexicografico, ponendo v’ (X ) = (1, 0) (cfr. [3],
cap.6,
pag.160,
lemma
1).
Detto A’ l’anello di valutazione div’,
risultaA[X]
cA’,
in
quanto
In A’ consideriamogli
ideali
seguenti:
ct’ = insieme
degli
elementi di valutazionepositiva,
b’= insieme
degli
elementi divalutazione> (1, 1),
e costruiamo in
A [X ] gli
ideali a - a’ r1A [X ],
b =A [X ].
Se z E Aè tale che
v (z) _ (~2 -1 )-1,
risulta: Z E a, e inoltre inquanto v’ (zn-1 X ) _ ( 1, 1 ),
mentreessendo,
perogni
v’(ab)
=v’(a)
+v’(b)
>(1, 1).
Se ne concludeche,
perogni
n, si ha: equindi A [X ]
non è A.R.3. In
[2],
cap.3,
n.2, 3,
vengono dimostrate alcune notevoliproprietà
delletopologie
a-adichesugli
anelli noetheriani(prop. 5, corollario,
prop.6).
Inquesto
numero mostreremo chequelle
pro-prietà
sonovalide, più generalmente, quando
sisostituiscano, negli
enunciati di
[2],
« anello noetheriano » con « anello A.R. » ed « A-mo- dulo finito » con « A-modulo A.R. ». I teoremi di[2]
conducono alla definizione di anello diZariski;
i nuovi ci condurranno alla definizione di anello di Zariskigeneralizzato.
Esaminando le dimostrazioni delle suddette
proposizioni
di[2],
cisi accorge che le condizioni di noetherianità
degli
anelli e di finitezza dei moduliintervengono
soltanto:a)
per dire che si tratta di anelli ed A-moduliA.R.,
b)
per dire chegli
anelliquozienti
diquelli
considerati sono an-cora A.R.
(in quanto noetheriani)
e che i sottomoduli ed iquozienti
dei moduli considerati sono ancora A.R.
(in qua~nto
finiti su un anellonoetheriano).
Poichè la condizione A.R , si conserva
passando
aiquozienti (prop. 4)
ed ai sottomoduli
(prop. 5),
daquanto
ora osservato segue chegli
enunciati e le dimostrazioni di
[2] rima~ngono
valide sostituendo le condizioni di noetherianitàdegli
anelli e di finitezza dei moduli conla condizione A.R.
Riportiamo dunque
i nuovienunciati,
senza dimo-strazione.
PROP2SIZIONE 7. Siano A un anello
A.R.,
a un ideale diA,
E unA-modulo A..R. Il sottomodulo
n an E,
chiusura di{O}
nellatopologia
a-adi-nc-N
ca di
E,
è l’insiemedegli
elementi x E E per iquali
esiste a E a taleche risulti
(1- a)
x = 0.Il classico teorema di Krull per le
topologie
linearidegli
anellinoetheriani si
generalizza dunque
nel modoseguente :
COROLLARIO 8. Siano A un anello A.R. ed a un suo ideale. L’ideale
n
an, chiusura dif 0}
nellatopologia
a-adica diA,
è l’insiemedegli
nEN
elementi x E A per i
quali
esiste a E a tale che sia(1
-a)x
= 0. In par-ticolare,
latopologia
a-adica èseparata
se e solo se l’insieme1-+-a
nonpossiede
divisori dello zero.oSSERVAZIONE. Dal corollario
precedente
segue cheogni topolo- gia
a-adica su un dominiod’integri1à
A.R. èseparata.
Inparticolare,
troviamo che
ogni topologia
a-adica su un anello di valutazione di rango 1 èseparata (d’altra parte,
si vede facilmente cheogni topo- logia
siffatta e non discreta coincide conquella
naturale della valu-tazione).
Il teorema
seguente generalizza
laproposizione
6 di[2],
pag.66,
che
porta
alla definizione di anello di Zariski.TEOREMA 9. Siano A un anello A.R. ed ct un suo ideale. Le
proprietà seguenti
siequivalgono :
a)
a è contenuto nel radicale di A.b) Ogni
A-modulo A.R. èseparato
per latopologia
a-adica.c)
Se E è un A-moduloA..R., ogni
suo sottomodulo è chiuso nellatopologia
a-adica di E.d) Ogni ideale
massimale di Aè
chiuso per latopologia a-adica,
Poichè
gli
anelli noetheriani sonoparticolari
anelliA.R.,
dal teo-rema 9 si ottiene il
seguente enunciato,
che raffina inparte
la prop. 6 di[2],
pag. 66.COROLLARIO 10. Se A è un anello noetheriano ed a è un suo ideale contenuto nel radicale di
A,
alloraogni
A-modulo E ditipo
A.R. è sepa- ratoper la topologia
a-adica edogni
sottomodulo di E è chiuso nellatopologia
a-adica di E.Dal teorema 9 otteniamo anche la
seguente
estensioneagli
anelliA.R. di una
proprietà
validanegli
anelli noetheriani:COROLLARIO 11. Se A è un anello A..R. ed a è un suo ideale conte- nuto nel radicale di
A, ogni
ideale di A èseparato
per latopologia
a-adica ed è chiuso nella
topologia
a-adica di A.DEFINIZIONE. Diciamo che un anello
topologico
A è un anello diZariski
generalizzato
se è A.R. e se esiste un ideale a, di definizione per latopologia,
per ilquale valgano
le condizioniequivalenti
delteorema 9.
OSSERVAZIONI.
1)
Un anello A.R.separato
ecompleto
per unatopologia
a-adicaè di Zariski
generalizzato,
inquanto
a risulta contenuto nel radi-cale di A.
2)
L’anelloquoziente
di un anello di Zariskigeneralizzato
èancora un anello di Zariski
generalizzato,
inquanto
sia la condizioneA.R. che la condizione a C rad A si conservano
passando
alquoziente.
3)
Un anello A semilocale edA.R.,
diradicale t,
munito dellatopologia r-adica,
è un anello di Zariskigeneralizzato.
Dal corollario 11 si
ottengono
leseguenti proprietà topologiche,
chegeneralizzano analoghe proprietà degli
anelli noet hei iani :PROPOSIZIONE 12. S?,ano : A un anello
A..R.,
9 a~ CQ2 ç rad
A duesuoi
ideali, A1, Â2
icompletamenti
di Arispetto
alletopologie al-adica
ed
a2-adica rispettivamente.
Ilprolungamento
per continuitàc dell’identità i : A - A é unaf unzione
iniettivai: Â2:
DIMOSTRAZIONE.
Segue
immediatamente dal corollario 11 e dalla prop. 9 di[4],
cap.3,
pag. 45.COROLLARIO 13. Siano A un anello A.R. ed a2 due suoi ideati.
Se A è
separato
ecompleto
nellaa2-topologia,
allora esso è tale anche nellaai-topologia.
DIMOSTRAZIONE.
Segue
immediatamente dal corollario 11 e dal corollario 2 di[4],
cap.3,
pag. 45.OSSERVAZIONE tesi della
proposizione
12esprime
una pro-prietà più forte
della tesi del corollario 13. Infattiquest’ultima
è veri-ficata in tutti
gli
anelli divalutazione,
inquanto
non è difficile vedere che le unichetopologie
lineariseparate
di un anello di valutazionesono la
topologia
naturale e latopologia discreta,,
epertanto
se A èseparato
ecompleto
nellaa2-topologia
esso è tale anche per laai-topo- logia, perchè quest’ultima
o coincide con laa2-topologia
o è latopo- logia discreta;
tuttavia esistono anelli di valutazione che non soddi- sfano alla tesi dellaproposizione
12. Sia infatti A un anello di valuta- zione di rango 2(cfr. [3],
cap.6, § 4,
n.4):
si vede facilmente che esiste un ideale a di definizione per la suatopologia naturale,
che èseparata,
mentre il suo ideale massimale m definisce unatopologia
non
separata.
L’anelloseparato
di Arispetto
allaa-topologia
è dun-que A stesso,
mentre l’anelloseparato
di Arispetto
allam-topologia
è il suo
quoziente rispetto
all’idea,le =I=-(0);
ne segue cheneN
(con
le notazioni dellaproposizione 12) î/A: À-Àli
non è una fun-zione
iniettiva,
equindi
neppure í è iniettiva.OSSERVAZIONE 2. Esislono anelli nei
quali la
tesi del corollario 13 èfalsa.
Consideriamo infatti l’anello A =k[[Xn]]
delle serie formalinelle
Xn,
a coefficienti in un campok,
aventi un numero finito di ter-mini per
ogni grado. A
èseparato
ecompleto rispetto
allatopologia a2-adica,
dove a2 =(cfr. [2],
cap.3,
es.12,
pag.107),
e l’idealeal -’ è contenuto in a2. Le serie formali Sh
(h>2),
soddisfano alle condizioniseguenti:
"~a) perchè gli
elementi di ai sono deltipo
dove le sono serie
formali,
mentre i termini > r, non possonocomparire
come addendi in alcun elementosiffatto;
ne segue che la successione ~S = è di
Cauchy
nellaai-topologia
e tende a zero nella
a2-topologia:
se essa convergesse nellaai-topolo-
gia,
dovrebbedunque
convergere a zero, maquesto
èfalso, perchè,
per
ogni h, risulta s, 0
a1. Se ne conclude che A èseparato
ecompleto
nella
a2-topologia,
ma non nellaai-topologia.
Notiamo infine che l’anello A ora costruito è un
esempio
di anellolocale
compZeto,
che tuttavia nonsoddisfa
alla condizioneA..R.,
inquanto
in esso non vale la tesi del corollario 13.BIBLIOGRAFIA
[1]
BOURBAKI:Algèbre
Commutative, cap. 2, Hermann, Paris, 1961.[2]
BOURBAKI:Algèbre
Commutative, cap. 3,Hermann,
Paris, 1967.[3]
BOURBAKI:Algèbre
Commutative, cap. 6, Hermann,Paris,
1964.[4]
BOURBAKI:Topologie
Générale, cap. 3,Hermann, Paris,
1960.[5] GRECO - SALMON:
Topics
in m-adicTopologies, Springer-Verlag, Berlin,
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ZARISKI - SAMUEL: CommutativeAlgebra,
vol. II, Van NostrandCompany,
New York, 1958.
Manoscritto