A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
L UIGI B IANCHI
Sulle superficie applicabili
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1re série, tome 2 (1879), p. 179-236
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SULLE SUPERFICIE APPLICABILI
ESTRATTO DELLA DISSERTAZIONE DI LAUREA
DI
LUIGI BIANCHI
Alunno della R. Scuola N. S.
In
questo
lavoro espongo alcuni resultati che io detti nella tesi da mepresentata
per la laurea alla R. Uni- versità di Pisa. Iprimi
diquesti
risultati sono relativialla deformazione di alcune classi di
superficie
di rivolu-zione,
disuperficie
elicoidali e diquelle
che hanno unsistema di linee di curvatura in
piani paralleli.
Gli ultimiriguardano
unproblema
che in un casoparticolare
fustudiato dal
Codazzi,
e il metodo che espongo per la riso- luzione di esso, vieneapplicato
allo studio diparticolari
deformazioni delle
superficie
delMonge
e dellesuperficie
di rivoluzione.Sopra
due classi disuperticie gobbe.
. - Sia una curva
gobba
C e consideriamo lasuperficie gobba generata
da unaretta,
che siappoggia
alla curvaS. N. Lib. 13
180
normalmente alla normale
principale,
facendo unangolo
costante 0 colla curva stessa. Indichiamo con x, y , z le coordinate correnti di un
punto
della curva C espresse per l’arco u della curva stessa; indichiatnopoi rispettivamente
con
a , ~ , y ; ~ , ~ , s ; ~ , ~ , v
i coseni di direzione della tangente, della normaleprincipale
e della binormalecon R , T i
raggi
i diprima
e seconda curvatura. Chia- miamopoi
X,Y ,
Z le coordinate correnti di unpunto
dellasuperficie gobba
generata e con v lalunghezza
variabile digeneratrice,
contata apartire
dalla Curva C. Si vedrà facilmente cheX , Y ,
Z sono date dalle formuleseguenti:
Derivando ed avendo
riguardo
a note formule(V.
Ser-ret. Calcul. Ditfereut ei.
§. 274 )
si otterrà:quindi
l’elemento lineare ds dellasuperficie
in considera- zione sarà dato dalla formula:questo
elemento lineare non varia finchè 0 ecos B se n e
.." " " d.. "1
invariati ; possiamo quindi
enunciare ilR-
’iteorema : « Se si hanno due curve
C ,
2 C’ e per ciascuna diesse si considera la
superficie gobba generata
da unaretta,
che si
appoggia
alla curva normalmente alla normaleprin-- cipale
e fa unangolo
costante 6 colla curva, le due super- ficie generate sarannoapplicabili
1’ unasull’ altra, quando
fra i
raggi R ,
T diprima
e seconda curvatura di C equelli R’ ,
T’ di C’ abbialuogo
la relazioneEvidentemente data la curva C e fissati
conseguente-
mente
R ;
T vi sono infinite curveC’,
che soddisfano la condizione(1),
equindi
la nostrasuperficie S, generata
nelmodo suddetto colla curva
C, può
in infiniti rnodi defor- marsi in altresuperficie generate
nello stesso modorispetto
alle trasformate di C.
Se nel teorema
precedente
si suppone0 23
si avrà unnoto teorema sulle
superficie
delle binormali delle curvegobbe .
Fra le inf nite trasformate C’ della curva
primitiva
Cfigurerà
una curvapiana,
il cuiraggio
di curvatura R’sarà dato dalla formula :
Per es. se la curva C è un’ elica
circolare,
la trasfor- matapiana
è un cerchio;quindi «
Lasuperficie
della classee-onsiderata,
avente a direttrice un’ elicacircolare, è appli-
cabile
sull’ iperboloicle
di rivoluzione ad una falda ». Quan- do si osservi che nel caso dell’ elica circola.re lasuperficie generata
è unelicoide,
il teoremaprecedente
sipotrà
enunciare sotto una form;
già
conosciuta( v.
per es. Bour Théorie de la déformation des surfaces§. 3(1,
Journal de1’École. Polytechnique 1862 ).
2 - Quando 6 1t Ia somma clelle due curvature non
2 - Quando
8=4
la somma delle due curvature nonvaria nei
punti corrispondenti
delle successive deformate ; osserviamo inoltre che in tal caso sipuo
soddisfarealla (1) prendendo:
sicchè
possiamo
dire « Se due curveC ,
C’ sono tali che ilraggio
di l. a curvatura di unaqualunque
di esse siaeguale
al
raggio
di 2. a curvaturadell’ altra,
lesuperficie gobbe generate
per ciascuna di esse da una retta, cheappoggian-
dosi alla curva biseca
l’angolo
dellatangente
e della binor- male sonoapplicabili
l’una sull’ altra ».Evvi una classe di curve per le
quali
il teorema enun-ciato
acquista
unsignificato degno
di considerazione..
È
notoche,
se si considera la curvaCo luogo
dei centridelle sfere osculatrici di C e si indicano
rispettivamente
oon uo ,
Ro , T4
l’arco ed iraggi
di 1 .a e 2. a curvatura diC~
si hanno le formule(
Serret. Cal. Dif.§. 292 )
Quando
fraR,
T abbialuogo
la relazione differenziale:si avrà :
e
però
il teorema enunciato dàluogo
alseguente
« Se daivari
punti
di una curvagobba C,
i cuiraggi
di curvaturasoddisfano la
(2),
si conducono le bisettricidell’angolo
dellatangente
e della binormale lasuperticie generata
èappli-
cabile su
quella
generata nello stesso modo colla curvaluogo
dei centri delle sfere osculatrici » .,È
anche da osservare che in tal caso(V.
Serret l.c. )
le
generatrici corrispondenti
delle duesuperficie
sono pa- rallele.3. - Da
ogni punto
di una curvagobba
C conduciamouna retta normale alla curva e inclinata di un
angolo
costante sulla normale
principale
e cerchiamo l’elementolineare ds della
superficie gobba
cosgenerata.
Facendouso delle stesse notazioni
precedentemente usate,
avremo:dove o indica 1’
angolo
costante dellegeneratrici
dellasuperfic e
colla iioritialeprincipale
di C. Derivando ed avendoriguardo
alle formule del Serret si troverà subito184
Osservando che
questo
elemento lineare non varia finclié T ec"sorestano
Rinvariati,
’ si ha subito ilseguente
teorema « Se si hanno due curve
C ,
3 C’ aventi la stessatorsione,
e tali dipiù
che ilrapporto
delle loroprime
cur-vature sia una costante, le due
superficie gobbe, generate
per ciascuna di esse da una retta
che, appoggiandosi
allacurva normalmente alla curva
stessa ,
fa colla norrnaleprincipale
unangolo
costante 8 per C e unangolo
pur costante 0’ perC’,
sarannoapplicabili
1’ unasull’ altra, quando 8 ,
8’ sianolegati
dalla relazionePossiamo
quindi
direche,
data unasuperficie
S gene- rata nel modo del teorema con una curvaC,
se nepuò
ottenere un numero infinito
applicabili
su di essa conser-vando in ciascun punto alla curva C invariata la sua tor-
sione,
e variando in datorapporto
la suaprima
cur-vatura.
,
Se
supponiamo
dati 8 ed Rpossiamo
dare a 0’qualun-
que
valore, escluso"
ed allora dalla(3)
si ha il valoreconveniente di
R’;
inparticolare possiamo prendere
0’=oe allora la
superficie
deformata èquella
delle normaliprin- cipali
della trasformata di C.Se la curva C è un’ elica cilindrica le sue trasformate
~ nel
senso del teoretna, sono altrettante eliche cilindrichee i
c lindri,
su cui esse sonotracciate,
sono tutti della stessa natura. Piùparticolarmente,
se C è un elica circo- lare tutte le sue trasformate sono eliche circolari e fraqueste
ve ne ha una per laquale 9’0,
e siccome la su-perficie
delle normaliprincipali
di un’ elica circolare è unelicoide
gobbo
ad area minimapossiamo
enunciare il teo-rema « Una retta che si
appoggia
normalmente ad un’elica« circolare e fa un
angolo
costante colla normaleprincipale
~c genera una
superficie applicabile
sull’ elicoidegobbo
ad~c area mini ma ».
Questo teorema era
già
noto( Dini,
Annali di Tortolini TomoVII; 1864,
pag.33 );
ma come casoparticolare
delteorema
generale
dimostratopossiamo
per es. enunciare anche ilseguente « Una
retta che siappoggia
normalmente« ad un’ elica cilindro-conica e fa un
angolo
costante colla« normale
principale
genera unasuperficie applicabile
sulla«
superficie
delle normaliprincipali
di un’altra elica cilin-« dro e onica -* . ,
Sulle
superficie
di rivoluzione.4. - Dimostrerò
qui
un teorema che non so se sia conosciuto sotto la formagenerale seguente: «
Se nel-1’
espressione
dell’ elemento lineare di unasuperficie
(4)
i coefficientiE , F ,
Gsono funzioni di una sola delle
variabili,
lasuperficie
èapplicabile
sopra unasuperficie
di rivoluzione e le lineecorrispondenti
aquella
variabile sono le trasformate deiparalleli >. Supponiamo
per es. cheE , F,
G siano funzioni solo di u e cambiaino nell’ elemento lineare le linee v pren- dendo a linee coordinate le u e le loro traiettorieortogo-
nali t. Dovremo considerare v come funzione di u , t, con che l’ elemento lineare
(4)
assumerà la forma:e dovremo porre:
Quest’ equazione
per lasupposizione
fatta si riducesubito alle
quadrature
e dàavendo scelto kt per la funzione arbitraria di t
proveniente dal l’in tegrazi one,
~; essendo una costante. Avendoriguardo
alla
(6)
ed all’ altra:l’ elemento lineare
(5)
si trasformerà nelseguente:
che per essere
E , F ,
5 G funzioni solo di uappartiene
aduna
superficie
dirivoluzione,
di cui le linee u=cost. sonoi
paralleli.
Il teorema è cos dimostrato.Come conseguenza immediata del teorema
precedente possiamo
notare che:~c Se nell’ elemento lineare
(4)
i coefflcientiE ,
5F ,
y G« sono funzioni di
u+v
lasuperficie
saràapplicabile
sopra« una
superficie
di rivoluzione e le lineeu+v
cost. saranno« le trasformate dei
paralleli ».
Per convincersi di ciò basta cambiare le linee u o vponendo
con che l’ ele-mento lineare assume la forma richiesta dal teorema.
Corne caso
speciale
diquest’ultima proprietà,
seF=o,
l’ eleinento lineare
assume
la formache
già
il Prof. Dini aveva dimostrato essere esclusiva allesuperficie
di rivoluzione( Giornale
diNapoli;
Anno186~,
pag.253 ) .
5. Bulla
superficie
di rivoluzionegenerata
da unacicloide che ruota intorno alla sua
tangente
al vertice.Dal teorema di
Qveingarten
sulle evolute delle super- ficie per lequali
unraggio
di curvatura è funzione del-l’ altro si
può
dedurre unaproprietà
dellasuperficie
sopra citata .Consideriamo la
superficie
di rivoluzionegenerata
dauna cicloide che ruota intorno alla sua base: da una nota
proprietà
di questa curva risulta che ilraggio
di curvaturarelativo al meridiano è
doppio
diquello
relativo alparal-
lelo ;
per conseguenza se si hanno due di talisuperficie generate
da due cicloidiqualunque
le loro evolute sono, per il teorema diWeitigarten, applicabili
1’ una sull’ altra. Ma dalleproprietà
della cicloide risulta che l’evoluta di unasuperficie
della classe suddetta è unasuperficie
di rivolu-zione
generata
dal ruotare di una cicloide intorno alla suatangente
alvertice; possiamo quindi
enunciare il teorema :« Le
superficie
di rivoluzione generate dal ruotare di« ciclodi
qualunque
intorno allerespiatt,ive tangenti
ai vertici« sono tutte
applicabili
1’ una sull’ altra ».Questa curiosa
proprietà
della cicloidepuò
anche dimo-strarsí, indipendentemente
dal teoreina diWeingarten,
nelmodo
seguente
che ci mostra dipiù
inqual rnodo
due diqueste
supenficie
si possono distendere 1’ una sull’ altra.Prendiamo una cicloide
qnalunque
e situiamo l’origine
188
degli
archi u al vertice del ramo di cicloide che si consi-dera ;
indicando con a ilraggio
del cerchiogeneratore
econ r il
raggio
delparallelo
dellasuperficie
generata dalruotare della cicloide intorno alla
tangente
alvertice,
avremo
quindi
l’elemento lineare dellasuperficie
di rivoluzionegenerata
sarà dato dache
ponendo ;a =’Vf,
v si rendeindipendente
da a. Si vedequindi
subito la verità dellaproprietà
enunciata.Riguardo poi
al modo con cui due dellesuperficie
di rivoluzione del teorema siapplicano
l’ unasull’ altra,
è da osservarsiche,
siccome la
(7)
non vale c;he per ilprimo
ramo dellacicloide,
cos
quelle
duesuperficie
siapplicano
solo apezzi
1’ unasull’altra,
cioè laparte
dellaprima generata
da un ramodella sua cicloide si
applica
sullaparte
della seconda gene- rata pure da un ramo della sua cicloide. Unoqualunque poi
diquesti
duepezzi
nonpuò coprire
interamente1’ altro,
nè esserne interainente
coperto.
Ma se a , b sono irispet-
tivi dei cerchi
generatori
delle due cicloidi ed a > b è sovrabbondante nelprirno
pezzo laparte
disuperficie
come-presa fra i
paralleli u==4a ,
u=4b e laparte
simmetrica (") Da questa forma dell’elemento lineare si vede che la curvaturageodetica dei paralleli varia in ragione inversa dell’ arco del meridiano
e la curvatura della superficia in ragione inversa del quadrato di questo arco.
nell’altra metà del
parti
le cui aree riunite danno :- nel secondo pezzo è sovrabbondante la
parte
disuperficie
compresa fra due meridiane i cuipiani
formano fra loro un
angolo eguale
adparte
la cui area è data da:
Osserverò da ultimo
che,
essendo la costruzione deiprofili
derivati di unamouture,
che si deforma conser-vando le sue linee di curvatura, identica a
quella
deiprofili
derivati di una
superticie
di rivoluzionepotremo generaliz-
zare il teorema trovato dicendo « Se
agli
assi di duesuperficie
di rivoluzione generate dal ruotare di cicloidiqualunque
intorno allerispettive tangent,i
ai vertici si fanno percorrere due cilindri convenientementedipendenti 1’, uno
dall’ altro le mouluresinviluppi
saranno pureappli-
cabili 1’ una sull’ altra » In
particolare
se uno dei cilindri è circolare retto anche F altro é circolareretto, quindi:
« La
superficie
di rivoluzionegenerata
da una cicloide che ruota intorno ad unaparallela
alla suatangente
al vertice( ossia
alla suabase )
èapplicabile
sopra altre infinitesuperficie
di rivoluzione generate nello stesso modo da altre cicloidi La condizione diapplicabilità~
di duequalunque
di queste
superficie
di rivoluzione è data dalla formula:ove a , b indicano i
rispetti;i raggi
dei cerchigeneratori
delle cicloidi d’ le distanze
degli
assi di rivoluzione dellerispettive tangenti
aivertici,
intendendo chequeste
distanze siano contate
positivamente
onegativamente
se-condo che la
parallela
allatangente
al vertice è situata àalla stessa banda della cicloide o dalla bandaopposta.
5. bis -
Sopra
unaproprietà
della trattrice.Una curva
piana C,
descritta nelpiano
coordinato z y, si muova nellospazio
in modo che il suopiano
restiparal-
lelo a sè stesso, mentre un determinato
punto
dell’ asse y descrive una curva C’ tracciata nelpiano x
y. Sia v 1’ arcodi C contato a
partire
da unpunto
fisso e medesimamenteu 1’ arco di C’- e cerchiamo 1’ elemento lineare della su-
perficie
Sgenerata
da C nel suo moto,prendendo
a lineecoordinate le u v. Sia
y V,
dove V è funzione della solav
l’equazione
di C nel suopiano
edy U,
dove U è fun-zione solo di u,
l’equazione
di C’ nel suopiano;
le coordi- natecorrenti x ,
y , z di un punto di S saranno date dalle formule :Di
qui
si trae :Ora se U’V’ è funzione di
u~--v
lasuperficie
S saràapplicabile
sopra unasuperficie
di rivoluzione( N.O 4 )
e lelinee
u+v
saranno le trasformate deiparalleli.
Perchèla. condizione
precedente
siasoddisfatta,
occorre che siabbia :
ossia:
dove a è una
costante, quindi integrando:
dove
B ,
B’ sono costantiarbitrarie. È
facilepoi
vedereche,
senza alterare lageneralttà
dellasuperficie S,
pos- siamoprendere:
si
può quindi
enunciare il teorema « Se ilpiano
di una« trattrice si muove
parallelatinente
a sè stesso ed in modo« che un
pu nto
fisso di esso percorra una tràttriceeguale
« situata in un
pianó perpendicolare
aquello
della trattrice«
mobile, quest’ultima
curva genera unasuperficie applica-
« bile sopra una
superficie
di rivoluzione ».Ponendo in per
U ,
V i loro valori(7)
si ha per l’ elemeuto lineare dellasuperficie
considerata la formula:Se si cambiano le linee
coordinate ’U , 1) ponendo
si trova:
e ciò mostra che sulla
superficie
considerata le lineesono le trasformate dei
paralleli
e lele trasformate dei meridiani.
Per determinare
poi
la curva Ineridiana dellasuperficie
dirivoluzione,
tanto nel caso in cui siprendano
i
segni superiori quanto
inquello
in cui siprendano gli inferiori,
si troval’equazione
differenziale :1& cui
integrazione dipenle
dalle funzioni ellittiche. Laequazione precedente può
scriversi :ora se invece M
questa equazione
si considera l’altra:questa
ci definisce la curvaelastica, quindi
la meridiana(ò)
della nostrasuperficie
di rivoluzione ha colla curva elastica(e)
la relazioneseguente,
che neipunti corrispon-
denti alla stessa ascissa r per le due curve, le
respettive tangenti
fanno all’ asse di rotazioneangoli
tali che il pro-dotto delle loro
tangenti trigonometriche
è una costante.Se nelle si pongono per
U ,
V i loro valori(y)
e sieseguiscono
leintegrazioni,
si trova:Queste formule ci danno in termini finiti le
equazioni
di due
superf cie
della classe considerataapplicabili
1’ unasull’ altra e sulla
superficie
dirivoluzione,
il cui meridiano è la curva(~).
L’ unasuperficie
sidisdngue
dall’ altrapel
modo con cui la trattrice mobile è situata
rispetto
allatrattrice fissa.
Elicoidi.
6. - Nei
~S. seguenti
faccio alcuneapplicazioni
delnoto teorema di
Bour,
ricercando lesuperficie
di rivolu- zioneapplicabili
soprasuperficie
elicoidalispeciali ;
maprima
mi è utile ilpremettere
leseguenti
considerazioni.In un elicoide
possiamo
considerare la sezione che si ottienetagliandolo
con unpiano passante
per 1’ asse ovvero con unpiano perpendicolare all’ asse;
indicherò laprima
colnome di
profilo
1neridiano e la seconda conquello
disezione retta. Ora è evidente
che,
dato ilparametro
delmoto
elicoidale,
ilprofilo
meridiano e la sezione retta deb-bono essere
legati
per modo fra loro che dato 1’ uno diquesti
elementi 1’ altro ne consegua. Per trovarequale è
la relazione accennata
supponiamo
chesiayl’eclua-
zione del
profilo meridiano;
allora lecoordinate x, y,
zdell’ elicoide saranno date
(ritenendo
le consuetenotazioni)
dalle formule:
Se si fa in
queste relazioni z=o,
lecoordinate x, y
della sezione retta saranno date da:
1
ove p è
legato
con w dallaequazione
Ora,
se si riferisce la sezione retta ad un sistenia di coordinatepolari R , 0,
di cui ilpolo
sial’ origgine
delleprimitive
coordinate e I’ assepolare
sia l’asse delle x, sivedrà subito per le formule
precedenti
chel’equazione
incoordinate
polari
della sezione retta saràPossiamo
dunque
enunciare il teorema « Sel’equazione
in coordinate Cartesiane del
profilo
meridiano di un eli- coide è:quella
in coordinatepolari
della sezione retta dell’ elicoide stesso sarà : rn8==2013~(R) ~
Viceversa« Se la sezione retta ha per
equazione quella
delprofilo
ineridiano sarà .~~ ».Per es. la sezione retta di un elicoide
gobbo
a diret-trice rettilinea è una
spirale
diArchimecle, quella
di unelicoide,
il cuiprofilo
meridiano è uniperbola equilatera
avente l’ asse per
assintoto,
è unaspirale iperbolica
ec.7. - Ricordiamo che 1’ elemento lineare dell’ elicoide
(8)
è dato dalla formulaquando
si riferisca alle eliche p ed alle loro traiettorieortogonali
t, k essendo una costante arbitraria e chequindi
1’
equazione z=§ (r)
della meridiana dellasuperficie
dirivoluzione
applicabile
sovra di esso è datadall’equazione
differenziale:
Supponiamo
che la sezione retta del nostro elicoide sia laspirale logaritmica.
il
profilo
meridiano sarà allora( N.° 6 )
la curvaloga-
ritmica
e la
(9)
diverrà:che
prendendo
siintegra
immediatamente e c~~cioè
2014 196 2014
Questa curva deriva dalla catenaria con1e l’ ellisse dal
cerchio,
accot-ciaiido le sue ordinate in unrapporto
costante. Invece la
superficie
di rivoluzione la cui meri- diana è la curvaove
b ~ a
èapplicabile
sull’iperboloide
di rivoluzione acluna falda
(V. Dini,
Annali di Tortolini Tomo VII. p.42)
ossia sull’ elicoide
gobbo
a direttricerettilinea ,
la cuisezione retta è una
spirale
di Archimede. Possiamoquin-
di dire. « La
superficie
dirivoluzione,
il cui meridiano« è la curva .
« è
applicabile
sopra unel coide,
la cui sezione retta è una«
spirale logaritmica
o unaspirale
di Archimede colpolo
«
sull’ asse,
secondo che b è nainore omaggiore
».Nel caso di la
superficie
di rivoluzione è l’alis- soide e la sezione retta dell’ elicoide è una retta, che sega 1’ asse. Questa retta serve cos dipassaggio
dalla forma dellaspirale logaritmica
aquella
dellaspirale
di Ar-chimede. ’
8. - Consideriamo 1’ elicoide la cui sezione retta è una
circonferenza di
raggio a segante
1’ asse; 1’equazione
diquesta
curva in coordinatepolari
è:e
quindi quella
delprofilo
meridiano sarà:La
(9)
diverràquindi
nel nostro caso:se ei
prende
k= 1 si avrà:Introducendo le funzioni ellittichm
questa quadratura
sieseguisce
subito e si trova:Possiamo
disporre
della costante c in modo da farsparire
l’immaginario
ed ottenere unsemplice
risultato. Seprendiamo
infattic.-K,
essendo 4I~ ilperiodo
reale diavremo per note formule:
e servendosi delle trasformazioni
complementarie
delle fun- zioni ellittiche si trova2014 198 2014
Ija
equazione precedente può porsi
sotto altraforma;
èevidente infatti che all’ argomento della funzione ellittica che vi
comparisce possiamo aggiungere
una costante qua-lunque,
ciòequi valendo
soltanto ad unospostamento
del-l’origine
delle coordinatelungo
l’ asse z. Se siaggiunge Is,
í .,. B
essendo 2K il
periodo
reale didn (
plica
la formula si avrà :Possiamo
quindi
dire «L’ elicoide,
la cui sezione rettaè una circonferenza di
ragtio a
segante1’ asse ,
èappli--
cabile sulla
superficie
di rivoluzione il cui meridiano è lacurva
(11)
».Se il
raggio
a della sezione retta dell’elicoide divieneinfinito,
l’ elicoide diviene 1’ ordinariogobbo
ad area minimae la curva
(10)
,diviene:cioè la catenaria comune e si iitrova nn noto
risultato. È
facile vedere la
ragione
per cui dalla(i i)
non sipuò
ottenere la stessa
riprova;
la e,)stanieK,
che serve per passare dalla(10)
alla(11)
diverrebbe in questo caso in- finita .Dalle note
proprietà
delle funzioni ellittiche risulta che ilraggio
delparallelo
dellasuperficie
di rivoluzionetrovata varia fra 1n e
+ ~n~ ,
e la curva meridianadopo
essersi recata dall’ estremità di unraggio eguale
ad’In a
quella
di un altroraggio
pureeguale
aà in e sus-seguente al
primo
siriproduce periodica mente
estendendosi all’ infinito nell’ un senso e nell’ altro dell’ asse z. Inoltre inogni passaggio
dall’ estremità di unraggio eguale
a : + /¡¡~2 al minimo
susseguente eguale
ad in ha unpunto
di flesso essendo concava verso l’asse z nellaprima parte
del suo cammino e convessa nella r~manente.Osserviamo da ultimo che 1’ area compresa fra due
raggi
minimisuccessivi,
1’ asse z e la curva è data daNel caso di
quest’ area
èeguale
aquella
della sezione retta dell’
elicoide,
il cuiprofilo
meridiano è allora la curva sinusoidale rrt ’cos ~ ;
il modulo dellaY~2
funzione ellittica che compare nelle formule
(10) (11)
èallora i allora ,
1/2
29. - Consideriamo 1’ elicoide la cui sezione retta è
una lemniscata di Bernoulli :
col nodo sull’ asse. Il
profilo
meridiano diquesto
elicoidesarà la curva
da cui:
La
~9 j, prendendovi
dàquindi
nel nostro caso:da cui:
Questa
quadratura, quando
si ponga è subito ridotta alle funzioni ellittiche e colle formule diquesta
teoria si troverà facilmente perequazione
del me-ridiano della
superficie
di rivoluzioneapplicabile
sull’ eli-coide considerato
Il
raggio
delparallelo
dellasuperficie
di rivoluzione trovata varia fra m e e la curva meridiana sicomporta
comequella
del numeroprecedente
- La(12)
viene a contenere solo un seno circolare
quando
yn===a. sepoi
si fa crescere a all’ infinito si riduce alle funzioniiper-
boliche e si ha:
La
superficie
di rivoluzione è allora 1’ alissoide e l’ eli- coide diviene ~ ordinariogobbo
ad area minima.- Per ultimo
esempio
considero l’ elicoide la cui sezione retta è unaspirale iperbolica:
il suoprofilo
meri-diano sarà un
iperbola equilatera
avente 1’ asse per assin- toto.L’equazione
delprofilo
meridiano saràquindi :
da cui ,
La
(9)
diverràquindi
nel nostro casoe
prendendo
k=1 si otterrà:ed
eseguendo
laquadratura:
Nel caso di la curva meridiana trovata si riduce assai
semplice;
essa è laseguente
Noterò da ultimo che se nella
(13)
si supponeed inoltre m , a
legati
dalla relazione si ottiene perequazione
della curva meridiana11. - Ciò che segue non è relativo alla deformazione
degli elicoidi,
sibbene ad un nuovo modo con cui questesuperficie
possonogenerarsi
e per ilquale
vengono in certaguisa
acollegarsi
colla moulures e colle canali.Sia data una curva
gobba
C ed una curvapiana
C’ambedue
arbitrarie;
unpunto
delpiano
di C’ percorra lacurva
C,
mentre ilpiano
resta costantemente normale della C stessa, ed una retta fissa nelpiano
di C’ esegante
C faun
angolo
costante colla normaleprincipale
diquest’
ulti-ma curva - Si genera cos una
superficie,
che è nellostesso
tempo
unageneralizzazione
dellesuperficie
canali edi
quelle
moulures. Chiamerò la curva C direttrice e la C’generatrice
dellasuperficie
cons derata.Ricerchiamo ora l’elemento l neare di
questa superficie;
a variabile v
prenderò l’
arco dellaC, rispetto
allaquale poi
riterrò le altre denominazioni usate ai numeri1,
2. *Riferendo la curva C’ ad un sistema di coordinate
polari
p , u nel suo
piano,
di cui ilpolo
sia nelpunto
delpiano
diC’ che percorre C e l’asse
polare
la normaleprincipale
diC, prenderò
a nuova variabile la u. Se conX , Y ,
Z indi-chiamo le coordinate correnti di un
punto
dellasuperficie
generata, sarà facile vedere che si ha:
Di
qui,
avendoriguardo
alle formule di Serretgià citate,
si trae :Ed ora con queste formule si troverà per l’ elemento li neare cercato.
Ora,
se si supponeR ,
Tcostanti,
i coefficienti di que- sto elemento lineare saranno funzioni delle sole u,quindi (V. N. o 4)
lasuperficie
saràapplicabile
sopra unasuperficie
di rivoluzione e le linee u saranno le trasformate dei
paral-
leli. Questo risultato coincide con
quello
diBour, poichè
lesuperficie
della classeconsiderata,
aventi a direttrice unelica
circolare,
sonoprecisamente
lesuperficie
elicoidali e le linee sono le eliche,12. -
Quantunque
non sia difficile convincersi di ciògeometricamente,
credo bene darnequi
una dimostrazioneanalitica, provando
che se C è un’ elica circolare le lineeu=cost sono altrettante eliche dello stesso passo dell’ eli-
ca C e descritte su cilindri concentrici a
quello
su cui édescritta la C stessa . Siano
le coordinate di un
punto
di C. Avremo( Serret
Cal.Dif.
~. 300 )
Le
(14)
diverrannoquindi
inquesto
caso:Di
qui
si ricava:1
dunque
le u sono descritte sopra cilindri circolari aventi per asse l’ asse dell’ el ica C ‘ Ilraggio
R del cilindro cor-rispondente
ad un dato valore di u è determinato dalla relazione:Se indichiamo con I
l’angolo
che la curva u~cost facoll’ asse z,
avremo:e calcolandolo effettivamente si trova:
dunque I --_ cost,
per u, cost, eperciò
le u = cost sono eli-che. Finalmente se indichiamo con 1J il passo dell’ elica C
e con P
quello
di u cost si ha:e colle formule
precedenti
si trova subito: Il teo-rema è
quindi
dimostrato.13° - Dalla forinula
(15)
ne deduce un’altra,
di cuiin
seguito
dovrò far uso.Supponiamo
nella formula citata p=a, essendo a una costante, essa diverrà.Se riduciamo le coordinate
ortogonali,
cambiando lelinee ~~, il che si otterrà.
ponendo:
206
k essendo una costante
arbitraria,
avremo-
i ! -‘
che è una forma
rimarchevole,
cuipuò
ridursi 1’ elemento lineare dellesuperficie canali, quando
si riferisca alle linee dicurvatura,
che sono i cerchi e le traiettorieortogonali
w cost(*) .
SeR ,
T sonocostanti,
si hala
superficie canale,
la cui direttrice è un’ elica circolare.Essa,
come risulta da cjò che abbiamo ditnostrato in gene-rale,
od anche del ridursi del suo elemento lineare allaforma: è
applicabile
sopra unasuperficie
di rivoluzione. Dallaprecedente
si deducedi
più (Dini-Giornale
diNapoli
Anno1~65,
P.a65) che,
nel deformarsi di
questa superficie
canale insuperficie
dirivoluzione,
i suoi cerchi si trasformano in un sistema digeodetiche, seganti
iparalleli
secondo unangolo
costantelungo
ciascuno diquesti.
Viceversa sipuò
dire che questasuperficie
di rivoluzionegode
dellaproprietà,
che il sud- detto sistema digeodetiche può
divenire colladefurrpazione
della
superficie
in sistema di linee di curvatura della su-perficie
deformata.(’) Con queste formule si trova subito che tanto l’elemento super-
ficiale, quanto la curvatura delle superficie canali non dipendono dalla
torsione T della direttrice, la quale può quindi torcersi con qualunque modo, pure conservando in ciascun punto invariata la prima curvatura,
senza che gli elementi suddetti della superficie canale subiscano alte- razione.
Superficie
che hanno un sistema di linee di curvatura inpiani paralleli.
14. - L’elemento lineare delle
moulures,
riferito alle linee di curvatura u, v, assume la forma:dove U è funzione solo di u e V di v. Le v-==cost sono i
profili
e le u cost sono il sistema di linee di curvaturain
piani paralleli.
Ora ènoto ch e,
se l’elemento lineare diuna
superficie
è posto sotto la forma:la curvatura K della
superficie
e la curvaturageodetica
i
dellelinee u
sono date dalle formule:Pu
le
quali applicate
alla(17)
mostrano, che nelle moulures ilrapporto
fra la loro curvatura e la curvaturageodetica
delle linee it è costante
lungo
una stessa linea u.Recipro-
camente dico che si ha il teorema: « Se esiste sopra una
«
superficie
un sistema di lineegeodeticamente parallele,
e« tali che
lungo
ciascuna di esse ilrapporto
fra la« curvatura della
superficie
e la curvaturageodetica
della« linea stessa non
varii,
lasuperficie
saràapplicabile
sopra« una moulure e le traiettorie
ortogonali
diquelle
linee« saranno le trasformate dei
profili. »
Prendiamo il sistema di linee accennato a linee u e le traiettorie
ortogonali
a linee v; siccome le u sonoparal-
lele
geodeticamente,
l’elemento lineare riferito alle assumerà la forríia(18)
e, perquello
che si èsupposto,
sidovrà avere per le
(19):
dove p (u)
indica una funzione di u; diqui
si trae con unaprima integrazione
e con una seconda
integrazione:
dove ~ (9»
e x(v)
sono due funzioni arbitrarie di v. Siccomepoi,
senza alterare la natura dellasuperficie, possiamo
farel,
cos il teorema è dimostrato.15. -
Allorquando
ilrapporto
indicato cong(u)
nelnumero
precedente
è costante su tutta l’estensione dellasuperficie,
1’ elemento lineare diquesta
moulure sipuò
ri-durre alla forma :
ciò che mostra il
profilo
essere inquesto
caso una trattrice.È
notevole che sullemoulures,
aventiquesto profilo,
’ si possono determinare i sistemi isotermi e risolvere
quindi
il
problema
dirappresentarle
sopra unpiano
in modo daiconservare la símilítudine nelle
parti
inSnitesime. Sipuò
infatti trovare un fattore
integrante
dell’espressione
differeiiziale.
per mezzo del
prodotto
di duefunzioni,
l’tina 1’ altradi v. Un tal fattore
integrante
è dato dalla formula:Sulle
superficie
inquestione
ritroviamoquindi
un sistemadi linee
isoterme x 2 P
mediante la formula:che, separando
leparti
reale edimmaginaria,
da,:Se
poniamo
persemplicità:
con che l’elemento lineare
(20)
diverrà:le
(21)
daranno:210
L’elemento lineare della moulure considerata riferito alle
ex -’
~3
diverrà:dove per u si intende sostituito il suo valore in funzione di
« ,
~3
che se ne otterrebbe dalle(22).
16. - Se le mculures aventi a
profilo
unatrattrice,
fossero tutte
applicabili
soprasuperficie
dirivoluzione,
l’a-vere trovato per
questa
classe disuperficie
le linee isotermenon darebbe nulla di nuovo. Ora esistono effettivamente delle moulures di
questa
classeapplicabile
sopra dellesuperficie
di rivoluzione(
Dini Giornale diNapoli
An-no 1865 pag.
70);
è ben vero che il loro cilindro direttorenon è
arbitrario,
ma ciòpotrebbe dipendere
dal modo par- ticolare con cui esse si deformano insuperficie
dirivoluzione,
essendo che i loro
pr ofili
vengono adisporsi
secondo geo-detiche
di cui iparalleli
sono traiettorie. Potrebbequindi
darsi che le moulures della classe che
consideriamo,
aventicilindri direttori diversi da
quelle
trovate dal Prof.Dini,
fossero suscettibili di deformazioni in diverso modo in su-
perficie
di rivoluzione. Dimostrare che ciò nonè,
è lo scopo del calcoloseguente.
Prendiamo
perciò
l’eleniento lineare delle moulures della classe suddetta:ed osserviamo
c;he,
se lasuperf cie
cuiappartiene questo
elemento lineare è
applicabile
sopra unasuperficie
di rivo-luzione,
le linee flungo
lequali
è costante la curvatura . dellasuperficie,
ovvero nel caso nostro la curvatura geo-detica delle u, debbono essere
geodeticamente parallele
fraloro.
(*)
Ma si ha:potremo dunque
porre:da cui: s
e se
prendiamo a
linee coordinate le v e le t avremo:Ponendo ora:
si otterrà:
(*)Ciò non potrebbe più dirsi se la superficie considerata potesse
essere a curvatura costante, 111a ciò non può essere a meno che non sia di
rivoluzione.
15
Ora è noto che se l’elemento lineare di una
superficie
si pone sotto la forma:
la condizione necessaria e
sufficiente,
affinchè le u sianogeodeticamente parallele
fra loro è che si abbia :ciò del resto risulta facilmente dal calcolo fatto a N.° 4.
E,
siccome nella formula
(23)
le M debbono esseregeodetica-
mente
parallele,
si dovrà avere:ovvero:
cioè,:
Di si ha subito:
dove c , y c’ sono costanti. Ora tale