A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
A NTONIO S IGNORINI
La trasformazione B
kdelle superficie applicabili sulle quadriche dello spazio ellittico
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1
resérie, tome 12 (1912), exp. n
o1, p. 1-124
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ANTONIO SIGNOIRINI
LA
Trasformazione Bk delle superficie applicabili
SULLE
QUADRICHE DELLO SPAZIO ELLITTIC0
INTRODUZIONE
Nella sua memoria sulla Théorie
des trans formations
dessurfaces applicables
sur lesquadriques générales 1)
il chiarissimoprof.
BIANCHIha enunciato che i risultati ivi ottenuti per la trasformazione
By~
delle
superficie applicabili
sullequadriche
dellospazio
ordinariosussistono inalterati in
ogni spazio
a curvatura costante.In
questo
lavoro ciproponiamo appunto
disviluppare
la teoriadella trasformazione
B,
delle deformate dellequadriche
nellospazio
ellittico. Dal
seguito
della nostra trattazioneapparirà
manifesto che il metodo stesso che vale per stabilire la teoria della trasformazioneBh,
nellospazio
ordinario conserva inalterato il suo valore nellospazio
ellittico. Mapotremo procedere
moltopiù speditamente
basan-doci sopra un
teorema,
enunciato dalprof.
BIANcm(V. (ÌVI)
Intro-duzione n.
XI)
che pone in stretta relazione le trasformazioniB~,
relative allesuperficie applicabili
su duequadriche
immerse in duespazi
di curvatura costante differeiite: teorema che noi dimostreremo nel caso di duequadriche
immerserispettivamente
nellospazio
ordinario e in uno
spazio
ellittico.1)
V. Mémoiresprésentés
par divers savants à l’Acadéynie des Tome XXXIV. Siccome cicapiterà
spesso di dover citare questamemoria,
nelle citazioni la indicheremo
semplicemente
con(M).
Per la stessa ra-gione
tutte le volte che ci riferiremo alle Lezioni di Geomel1.iadifferenziale
del
prof.
BIANCHI indicheremoquest’opera
col solo nome di Lezioni.4
Arriveremo cos senza difficoltà a stabilire una trasformazione delle
superficie applicabili
sullequadriche
dellospazio ellittico,
cheinclude come caso
particolare
la trasformazione di BACKLUND dellesuperficie pseudosferiche
egode
di tutte leproprietà
di tale trasfor- mazione convenientementegeneralizzate.
Inoltre da
questa teoria,
valeudoci dellalegge
didualità,
chenello
spazio
ellittico ha valore siagrafico
chemetrico, potremo
senzaaltro dedurre una teoria del tutto
analoga
per la trasformazionedegli inviluppi applicabili sugli inviluppi quadrici,
o, ciò che è lostesso,
per la trasformazione dellesuperficie
aventi la 3.a forma fondamentaleequivalente
alla 3.a forma fondamentale di una stessa’
quadrica.
·È
inutile che ci tratteniamoqui
a daregli
enunciati dei teoremi che stabiliremo per le trasformazioniBlt,
dellesuperficie applicabili
sulle
quadriche
dellospazio ellittico,
tali enunciaticoincidendo,
meno per le
quadriche
diverse dallequadriche
diCLIFFORD,
coi corri-spondenti
nellospazio
ordinario. Nel caso dellequadriche
di CLIFFORD c’ è soltanto da avvertireche, assegnata
unasuperficie applicabile
sopra una di esse
(e quindi
sopra tutte lealtre),
cioè unasuperficie
a curvatura
nulla,
non sihanno,
come sempre accade per le su-perficie applicabili
sullequadriche
dellospazio
ordinario - ove nonesistono
quadriche
che ammettanoapplicabilità
insè,
non corri-spondenti
a movimenti dellospazio
ambiente - soltanto oo’ trasfor- mazioniB~,
ma avendosene una classe di oo’ogni
volta chesi sia fissata la
quadrica
di CLIFFORD sullaquale
lasuperficie
asse-gnata
si consideraapplicabile,
el’applicabilità
dellasuperficie
stessasulla
quadrica assegnata,
a meno di un movimento dellaquadrica
in sè. I teoremi che
valgono
ingenerale valgono
allora anche nelcaso
particolare
dellesuperficie
diCLIFFORD, purchè
ove occorraconsiderare
più
trasformazioniBh,
relative alla stessasuperficie
acurvatura
nulla,
si intendano tutte ottenute considerando semprela
superficie
data comeapplicabile
sopra una stessaquadrica
diOLiFFORD colla stessa
legge
diapplicabilità,
a meno di un movimentodella
quadrica
in sè. Dipiù
nel casoparticolare
delle trasforma-zioni delle
superficie rigate
ci sarà da osservare che le trasforma-zioni delle
rigate
a curvatura nullacorrispondenti
adun’applicabilità
sopra una
quadrica
diCLIFFORD,
che non sovrappone legeneratrici
della
rigata assegnata
allegeneratrici
dellaquadrica
non conservanopiù
nessuno dei caratterispeciali
chepresentano negli
altri casile trasformazioni
B~
dellesuperficie rigate,
ma sicomportano
comele trasformazioni
B,
delle deformategenerali
di unaquadrica.
Alcune forinol e fondamentali.
Consideriamo una
superficie
S dellospazio
ellittico o unpunto
Fmobile su di essa. Servendoci delle usuali notazioni indicheremo
rispettivamente
conXi, Çi (i==O, 1,2,3)
le coordinate di WEIERSTRASS delpunto
F e delpiano tangente
in F alla S.Supponiamo
inoltrela
superficie
S riferita ad un sistema di coordinate curvilinee qua-lunque, rispetto
alquale,
R indicando ilraggio
di curvatura dellospazio,
sianole sue due
prime
forme fondamentali. Nelpiano tangente
in F allasuperficie
Simmaginiamo poi
unpunto F’
inposizione arbitraria,
ma fissata con F. Se indichiamo con
x’ (i=0, 1, 2, 3)
le sue coor-dinate di
WEIERSTRASS,
avremo evidentementep, l,
n% essendo funzioni delle coordinate diF, indipendenti
dall’ indice 2 della coordinata x.
Vogliamo prima
di tutto far vedere che sesupponiamo
che la Sdeformandosi trascini seco i
seginenti tangenti
le formole(2),
finchè le
funzioni ~·) , l (i~, v),
in(zt,, 1’),
restanofisse,
darannosempre le coordinate del
punto F’,
comunque la S si sia deformata.Per
questo
basta osservare che seXi (i-0, 1, 2, 3)
sono le coordinate delpunto
F checorrisponde
ad Fdopo
la deformazione di S inuna
superficie S,
seF’
è ilpunto
di coordinatese d è la
lunghezza
delsegmento F F’,
xi(i = 0, 1, 2, 3)
i cosenidi direzione del
segmento
stesso nelpunto xi ,
avremoe
quindi
.L"
di
più,
essendo evidentementesarà pure, per le
(2)
e
infine
Le
(3)
e le(4)
insieme mostrano immediatamente come la lun-ghezza
delsegmento
F F’ egli angoli
che forma inF
colle linee coordinate sianoindipendenti
dalla deformazione della S e comequindi
ilpunto F’
non sia altro che ilpunto
in cuidopo
la de-formazione della S in S viene a cadere il
punto
F’ c. d. d.Il
luogo
deipunti
F’sarà,
ingenerale
unasuperficie S’,
cheeccezionalmente si
potrà
ridurre a una linea o a unpunto.
De-rivando le formole
(2)
e tenendo conto -delle formole(Y.
LexioniS 213).
si
ottengono
subito per le derivate delle coordinate di F’ le .formoleove
Osserveremo anche
che,
indicando conA , B , L , P, M, Q
ciò chedivengono
i secondi membri diqueste
formole ove in essiper p, l, m
si ponga
rispettivamente
ove k è una funzione
qualunque
di V) si hanno lesemplici
re-lazioni
§2.
Prime formole relative alle quadriche rigate.
Supporremo
sempre, tolto chequando
avvertiremoesplicitamente
il
contrario,
che1’equazione
dell’assoluto sia data da Come ènoto, l’equazione
di unaquadrica qualunque
cienti reali
potrà
allora ridursi alla formaove ao, al , a3 sono tutti reali. I
tipi
diquadriche proprie
a coef-ficienti reali saranno
dunque tre, cioè, supposto
al > a2 > ag ~ aoCominceremo le nostre ricerche dal caso delle deformate delle
quadriche rigate.
Sia
Qo
laquadrica rigata
dellaquale vogliamo
studiare le de- formazioni : ne scriveremol’equazione
nella formaAssumiamo a linee coordinate u, v sopra
Qo
i due sistemi digeneratrici
rettilinee dellaquadrica, ponendo
ove
Diremo
la
prima
forma fondamentale diQo
nel sistema di coordinate fissato.Calcoliamo in
primo luogo
il valore di EG - F~ e le coordinate(=0,1,23)
delpian tangente
nelpunto (u , 2)
aQo,
inten-dendo stabilito che debba risultare
Avremo
subito,
dalle relazioni, --
che sarà
Da
queste
forinole deduciamoonde risulta
Sostituendo nelle
(16)
per EG - F2 il valore dato dalle(17)
esseprendono
la formai)
Queste formole si ottengono anche dalle(13)
osservando che illuogo
deipunti (Zio)
è laquadrica
ove
I coefficienti della seconda forma fondamentale di
Qo
sarannopoi
dati daonde segue per la curvatura relativa di
Qo
!)
Si osservi che da questa formola segue che unaquadrica rigata
sarà a curvatura costante allora e allora soltanto che sia
Ora
perchè
questo si verifichi dovrà aversi che leequazioni
siano conseguenza
rispettivamente
delleequazioni
e delle altre
Posto
otteniamo dunque
Calcoliamo infine i valori dei simboli di CHRISTOFFFS relativi al
dsó
diQo.
EssendoQo
riferita alle sue asintotiche otteniamo subitopoiché
inoltre le linee coordinate sono anche lineegeodetiche
saràDopo
ciò abbiamoPer ciò è necessario e sufficiente che sia
cioè
Possiamo dunque concludere che le uniche
quadriche rigate
a cur-vatura nulla sono le quadriche di CLIFFORD
per le
quali
abbiamo infine
Consideriamo ora una seconda
quadrica rigata Q’
diequazione
avremo allora
pei
due sistemi di rette diQ’
leequazioni
dove il
doppio
segnodistingue
i due sistemi e 0 indica ilparametro
che fissa le
singole generatrici
dell’uno o dell’altro sistema dellaquadrica.
Sia C la conica sezione dellaquadrica rigata Q’
colpiano tangente
aQo
nelpunto generico (xio).
Le coordinate di unpunto qualunque (x’io)
di C saranno date dalle formolequando
si assumano convenienti funzioni diu, v e di
un
parametro
arbitrario che fissi ipunti
della conica C. Per talparametro
assumeremo ilparametro
0 che fissa lesingole
genera- trici di uno dei sistemi dellaquadrica Q’.
Sostituiamo allora nelle
(27)
i loro valori tratti dalle(28).
Ot-. teremo cos tre
equazioni
lineari omogenee, che ci dannoove le funzioni hanno
precisamente
le formeseguenti
Poniamo allora
sostituendo nelle formole
(28)
ap, 1,,nz questi
valori e alle ~io, i loro valori effettivi otteniamo :Queste
formole ci saranno utili inseguito;
intanto da esse, qua- drando esommando,
sipuò
immediatamente ricavare il valore diiVI2,
con che i valori di risultanoperfettamente
determinati(a
meno di un cambiamento simultaneo disegno).
Si osservi
poi
che in tutte le formole scritte ilpassaggio
daisegni superiori agli
inferioriequivale
a scambiare uin ,v ,
cambiandoal
tempo
stesso 6 in - 6 .Supponiamo
ora inparticolare
cheQ’
sia unaquadrica rigata
confocale a
Qo,
diequazione
Supporremo,
ciò che non limita lageneralità, potendo
sempre ridurci aquesto
caso con un cambiamento dinotazioni,
supporremo vuol dire che affinchèl’equazione precedente
diaproprio
una qua-drica
rigata
confocale aQo
dovrà essere, e basterà chesia,
Le formole
(29) (30) (31)
siappplicano
subito al nostro caso, pur di porreAvvertiamo subito che escluderemo dalle considerazioni che an-
diamo a fare il valore
k = 0 , pel quale
laquadrica Q1t
viene a coin-cidere con
Qo
ma non escluderemo i valori estremik = - b) k e’
ipei quali
si riducerispettivamente
allaregione
delpiano
x2o® o ,
o del
piano
=0,
esterna allarispettiva
conicafocale,
contatadue
volte.
§3.
Desci·izione del metodo
per la ricercadelle trasformazioni.
Sia (S)
una deformataqualunque
di unaquadrica Qo.
SeQo
non è una
quadrica
di CLIFFORD le varieapplicabilità
di(S)
suQo
non differiranno tra loro altro che per un movimento della qua- drica in sè: se invece
Qo
è unaquadrica
di CLIFFORD ciò non èpiú
vero, conformemente al fatto che in tal caso laquadrica
fon-damentale
possiede
delleapplicabilità
in sè che noncorrispondono
a movimenti
rigidi
dellospazio
ambiente.Nelle ricerche che andiamo a fare intendererno che
l’ applica,
bilità di
(~)
suQo
sia fissata una vulta per tutte. Le ricerche stesse dimostreranno che il cambiarel’applicabilità
fissata in un’altra chenon ne differisca altro che per un movimento di
Qo
ill sè nonporta
alterazione nei nostri
risultati,
in modo che per lequadriche di-
verse dalle
quadriche
di,CLIFFORD sarà in fondo inutile la conven-zione ora fatta.
Per le quadriche
di CLIFFORD invece vedremo(V. § 19) che,
conformemente aquanto
abbiamo avvertitoessa è essenziale. ,
1 Ciò premesso, descriviamo brevemente il metodo che terremo nella ricerca delle nostre trasformazioni. Noi supporremo
dapprima
che la
quadrica
fondamentaleQo
siarigata,
esceglieremo
arbitra-riamente nel sistema
confocale
un’altraquadrica
omofocalerigata Qk .
Consideriamo allora le o0 2 coniche C sezioni deipiani tangenti
a
Qo
collaquadrica
confocaleQ~,
egli
oo ’- coni K circoscritti da,ipunti
diQo à Q1t. Quando Qo? deformandosi,
siapplica
sulla(S),
le coniche C
e
i coniK,
trascinati daipiani tangenti
di(S),
da-ranno un sistema di oo 1 coniche
giacenti
ognuna in unpiano
tan-gente
ad(S)
ed un sistema di oo ’ coni aventi i vertici neipunti
di
(S).
Diciamo F ilpunto
di contatto con(S)
delpiano
della co-nica
C,
cioè il vertice delcorrispondente
cono K.Se,
come ab-biamo enunciato
liell’Introditzione,
esisteranno trasformazioni dellesuperficie applicabili
sullequadriche
dellospazio
ellittico che go- dano diproprietà
del tuttoanaloghe
aquelle
delle trasformazioniB,
nellospazio ordinario,
dovrà esserpossibile, (e
ciò in 00 1 modiin
generale)
discegliere
su ciascuna conica C Liiipunto
F’ in modoche la
superficie (S’) luogo degli
002punti
F’goda,
tral’altre,
delleproprietà seguenti:
a)
Le duesuperficie (S) (S’)
le duefalde focali
di unacongruenxa
W, generata
dalle Tette FF’ checongiungono
ipunti corrispondenti F , ‘F’.
b)
La(S’)
siaaplJlicabile
sit(S)
equindi
sulla qua-drica
Qù.
A _ . ,Ann.&N. 2
c)
Ilpiano tangente
ad(S’)
nelpunto
F’ sia ilpiano
n’ tan-gente a K,
che passaper la generatrice
o dell’altro si-stema)
diQ1t
per F’.Ognuna
dellecondizioni a) ~) c)
è sufficiente a determinare le nostre trasformazioni: noi cercheremo ora di soddisfare la condi- zionec)
e verificheremopoi
che le altre condizioni vengono sod- disfatte di conseguenza.Per
giungere
al nostro scopoprocederemo
nel modoseguente.
Riferiamo la
superficie (S)
alle linee(u, v)
chenell’applicabilità
di
(S)
sopraQo
si distendono sulle rette diQo,
e diciamo x(i=0,1,2,3)
le coordinate di un
punto qualunque
F di(S).
Le coordinatex’
i(i = 0 ,1, ~ , 3)
di unpunto qualunque
F’ della conicaC,
situata nelpiano tangente
in I’ ad(S)
saranno date dalle solite formoleove
p, l, 1n
hanno i valori(30) §
2. Le funzionip, 1 , in contengono
le variabili u, v e inoltre il
parametro
6. Noidovremo
considerare 0 come una funzioneincognita 8 (u, v)
che si tratterà di determi-nare in modo da soddisfare le condizioni
c).
Naturalmente avremo due
specie
distinte di trasformazioni incorrispondenza
ai due sistemi di retteQ1t:
ma siccome nelle for- mole relative si passa dall’un caso all’altro cambiando in tutte u in 2~, 6 in -6, potremo
limitarci nei calcoli di verifica al caso che ilpiano
x’ per F’passi
per lageneratrice
diQ~
delprimo
sistemaper F’. Osserviamo
però
che lo scambio di lt in v nelle formole(13)
ha per effetto di cambiare il segno di X20,quindi
nel secondocaso la
legge
diapplicabilità
si otterrà combinando con una sin1- metriarispetto
alpiano
xzo = 0 lalegge d’ applicabilità
che valeper le trasformazioni di 1.a
specie.
§4.
Le
equazioni diiterenz al
per6(,i).
Cominciamo dal cercare delle furmole che ci diano le coordi- nate
~’i (i = 0, 1 , 2, 3)
di unoqualunque
deipiani tangenti
al conoK relativo al
punto
in unaqualunque
deformazione(S) diQo.
Essendo ognuno di tali
piani
invariabilmente unito al triedroprincipale
della(S)
nelpunto F,
e i coseni di direzione in F delle tre rette che formanoquesto
triedro essendo datirispettivamente
da i
R (i = 0, 1122 3), potremmo
ottenere le formole/ G , ’8 i
= , , , a), potren1111o
ottenere e 10rffiO eVE
3VG 9v
volute
ponendo
col solito metodoove
x*, 1,*,p,*
sono funzioni di u, v che restano le stesse inogni
deformazione
(S)
diQo,
equindi
si possono calcolaresupponendo
Qo
coincidente con(S).
~.Ma nel caso
presente possiamo procedere più speditamente
nelmodo
seguente.
PoniamoLe funzioni
1t, À, p.
non saranno orapiù indipendenti
dalla de-formazioue di
Qo, però,
ilpiano (’ i)
dovendo risultare invariabil- mente unito al triedroprincipale
di(S)
inF,
risulterannoindipen-
denti dalla deformazione di
(S)
leespressioni
che danno i coseni
degli angoli
che ilpiano (~’i )
forma coipiani
normali in F alle
tangenti
alle linee coordinate e colpiano
tan-gente
in F ad(S) .
Saràdunque,
indicando con~ro, i~4 ,
P’o i valori diquando (S )
si riduce aQo ,
-
Supponiamo allora
che assumendo per 8 nelle(34)
unaniente funzione di zc, v, 8
(u, v),
lasuperficie (S’) luogo
deipunti T~’’
abbia per
piano tangente
inogni
suopunto
F’ ilpiano
le cuicoordinate sono date dalle
(35),
ove in 7r,),,
p.[che
evidentemente risultano funzioni di zc, 0indipendenti
daD, D’, D"]
per 0 si sostituisca la stessa funzione0 (u, v).
Per ciò sarà necessario esufficiente che sia
ponendo
per le loroespressioni (6)
e per
le ~’
le loroespressioni (35),
otteniamo subitocioè per le
(36)
’" . "’. ., , .
Ora le
(37)
sono certamente verificatequando (S)
è identicaa Qo
assumendo 0 = cost.Quindi
sussisteranno certamente leformole cui
si riducono le(39)
inqueste ipotesi,
cioè indicando conLo, Mo, P o, Qo
i valori diL, M, P, Q nell’ipotesi
6=cost.Dopo
ciò le(39),
tenendo conto delle relazionipossono scriversi
ovvero
Con ciò abbiamo
già
ottenutol’equazioni
cercate. Trasformia- mole ora tenendo conto dei valori effettivi di)’0’
p o. Cominciamo dall’osservare che illuogo
deipiani tangenti
al cono K relativoad
F, quando (S)
coincide conLo,
è la conica sezione della qua- dricaQ}~), polare
diQ1t,
colpiano tangente
allaquadrica QW), polare
di
Qo,
nelpolo
delpiano x tangente
in F aQo. Quindi
per ottenere i valori di1ro, )0,
~’o nelle formolebasterà che
applichiamo
le forinole(30) ponendo
in esseper a, b, c, a’, b’, c’,
i coefficienti delleequazioni
dellequadriche
cheevidentemente,
se riserbiamo lelettere a, b,
c,a’, b’,
c’ per indicare icoefficienti
delleequazioni
diQo, Q~,
sono dati daDa ciò deduciamo
subito,
tenendopresenti
le(292) (293)
e
quindi
Questa
relazione ci conduce facilmente al nostro scopo. Infatti per la(40)1
abbiamoquindi
sarà ancheIndichiamo ora con
ciò che
divengono
quando
nelle loroespressioni
si sostituiscarispettivamente
Per l’osservazione finale
del §
1 avremo evidentementee dalle
(40),
tenendo conto della(42),
dedurremosubito,
divídeii-dole a membro a membro
Teiliamo ora conto delle
espressioni
effettive diLo Po Qo
che
pei
valori attuali dei simboli di CHRISTOFFEL sono date daSostituendo
queste espressioni
nella(43), questa
si riduce al- l’identitàche si
può
anche verificare direttamente sulle(29).
In conseguenza delle
(44)
avremo inoltre evidentementequindi,
tenendo conto dell’ identità(45)
otteniamoCalcolando il valore di
quest’espressione
mediante le formole(29)
e tenendo conto cheQ~
è confocale aQo,
cioè che si ha1)
Si noti che in tutto il ragionamentoprecedente
non è inclusa laipotesi
che laquadrica Q1t
sia confocale iQo.
si v erifica facilmente 1’ identità
ove
Dopo
ciò abbiamo evidentementee
quindi,
tenendo conto del valore effettivo(20)
diD’o :
Possiamo
dunque
scrivere le(41)
nellasemplice
del tutto
analoga
aquella
delleequazioni corrispondenti
nellospazio
ordinario.
’
Queste
sono leequazioni
allequali
deve .soddisfare lae (u, v) affinchè,
introdotta nelle funzioni7r,
le forrnole(35)
ci dianoF inviluppo
aderente allasuperficie (S’)
definita dalle(34)
ove in~ , l , ~~a,
si sia introdotta la stessa funzione 0(ZC, 1~)~
’Le
(I),
come sipuò
facilmente dimostrare con un calcolo del tuttoanalogo
aquello
che vale a dimostrare F illimitataintegrabi-
lità del sistema
corrispondente
nellospazio
ordinario(V. (81) § 40)
formano un sistema illimitatamente
integrabile.
Noi non stiamo asviluppare
tale calcoloperchè
l’illimitataintegrabilità
del sistema(I)
per lequadriche
diverse dallequadriche
di CLIFFORDseguirà
im-mediatamente dalle
proprietà
dellatrasformaxione
H(V. S 9): quanto
alle
quadriche
diCLIFFORD,
ciòseguirà
dal fatto che nelseguito
delpresente
lavoro dimostreremo direttamente(V. § 19)
cheogni
su-perficie
a curvaturanulla,
fissata laquadrica
di CLIFFORD sullaquale
si considera
applicabile,
e1’applicabilità
dellasuperficie
stessa sullaquadrica
a meno di un movimento dellàquadrica
insè, possiede
o0 2trasformazioni della
specie
considerata.,
Ammessa
dunque
dimostrata F illimitataintegrabilità
del sistema(I), possiamo
affermare che da una deformata(S) qualunque
di unaquadrica rigata Qû, corrispondentemente
adogni
suaapplicabilità
sopra
Qo,
sihanno
oc 2superficie
derivate(S’)
chegodono
dellapropietà
voluta. Siccomepoi
un movimentorigido
dellospazio
am-biente ch’e trasforma
Qo
insè,
trasforma pure in sè ognuna dellequadriche
confocali risulta intanto evidente che le classi di super- ficie derivatecorrispondenti
a due diverseapplicabilità
di(S)
suQo
sono certamente coincidenti se sipuò
passare dall’ana all’altra delleapplicabilità assegnate
con un movimento diQ, in
sè.Noi diremo che ognuna delle
superficie (S’)
derivata da(S)
cor-rispondentemente
allaquadrica Qk,
è derivata da(S)
per unaBh,
e dimostreremo neiSS seguenti
che la trasforma-zione cos definita
gode
diproprietà
del tuttoanaloghe,
aquelle
della trasformazione
B,
nellospazio
ordinario.Inoltre diremo congruenxa
Bk
la congruenza formata dalle retteche
uniscono ipunti corrispondenti
di(S) (S’).
~
§5.
Calcolo dell’elemento
linearedelle superficie
trasformate(S’).
Ci
proponiamo
ora di dimostrare che ognuna dellesuperficie (S’)
derivate da(S)
per unaBk
è effettivamenteapplicabile
suQo,
e la
legge
diapplicabilità
è data dall’affinità d’ IvoRy tra le qua- dricheQo,
Come abbiamogià avvertito,
inquesta
verifica sarà inutile che conserviamo idoppi segni
checompariscono
per oranelle nostre
formole,
mapotremo
limitarci al caso deisegni
su-periori.
Calcoliamo in
primo luogo
l’elemento lineare ds’2 di una super- ficie(S’)
in coordinateColle solite
notazioni,
le coordinate delpunto generico F’ (~ i )
di
(S’)
saranno date dalle formoleove in
p , 1 , nz s’ immagini
sostituita una conveniente soluzione 0(u, v~
del sistema
(I).
Avremo
quindi,
secondo le formoledel §
1Avremo
dunque
Per
semplificare
i calcoliprendiamo
a considerare il caso che lasuperticie (S)
si riduca allaquadrica Qo,
nelqual
caso la super- ficie(S’)
sirestringe
ad unageneratrice (8)
diCk, .
Avremoallora,
colle solite notazioni
Quindi, posto
avremo
Quindi
sarà infineCalcoliamo ora i valori effettivi di Ricordiamo intanto
le formole
(31):
-Per
procedere più speditamente
nei calcoli scriviamoqueste for-
mole nella forma
e osserviamo che si ha
Di
più
sussistono evidentemente le relazionie
anche, supposto
di considerare 0costante,
comeappunto
si devefare nelle formole
(52)
e le
analoghe
per v. Daqueste
formole otteniamoimmediatamente
Ora sulle
(29) (31)
siverificano
subito le identitàquindi
otteniamo infineAbbiamo cos calcolata una
parte degli
elementi checompaiono nell’ espressione
di :bJ’ :B" G’: per calcolare i restanti formiamo lesomme :
dalle forniole
(48)
e dalle formolee dalle loro
analoghe
per u, v. Confrontando i risultati ottenuti nei due casi otteniamo:Abbiamo
poi
evidentementeOsserviamo inoltre che
Dopo
ciò abbiamoi
Osserviamo inoltre che dalle
(59) ’si
haimmediatamente
Arriviamo cos infine alle
seguenti espressioni
diE’, F’,
G’:y v. e
Formolo d’ applicabilità dedotte
dall’affinità d’ Ivory.
Le forlnole
(61)
dannoquanto
bastapel
calcolo dell’elemento lineare dellesuperficie (S’).
Dimostreremo ora che tale ds’2 è tra- sformabile nell’elemento lineare dellaquadrica
fondamentaleQo.
Si
potrebbero applicare
aquesto
scopo iprocedimenti generali
Aiin. S. N. 8
che servono a stabilire se due ds’ sono
equivalenti
o no, ma i cal- coli risulterebbero moltocomplicati: procederemo
invece nel modoseguente.
Considereremo due
punti F, F’ corrispondentisi
sopra(S) (S’).
Seapplichiamo (S)
suQo
ilsegmento FF’,
trascinato nella deformazione risulteràtangente
nel suoprimo
estremoMo
allaquadrica rigata Qo
e verrà ad avere il secondo estremo M’ sullaquadrica
confo-cale
Q~.
Veniamo cosi a stabilire unacorrispondenza
tra(S’)
eQ~,
in cui al
punto
F’ di(S’) corrisponde
ilpunto
112’ diQ~.
D’altraparte
se(S’)
èapplicabile
suQo,
comedimostreremo, ogni punto
F’ di
(S’)
avrà suQo
uncorrispondente Mi
in ognuna delleappli-
cabilità di
(S’)
suQo.
Evidentemente avremo ottenuta unalegge d’applicabilità
tra(S) (S’)
se riusciamo a stabilire una delleleggi
di
corrispondenza
tra ipunti }Bf~, }B~l’
delle duequadriche
verificheremo ora, conformemente a
quanto
abbiamogià
enun-ciato,
che una di talileggi
è datasemplicemente
dall’affinità d’IvoRy tra lequadriche Qo, Q1t.
Le formole che otterremo sarannoappli-
cabili anche al caso delle trasformazioni
singolari
soltantoin
questo
caso a unpunto
diQo
farannocorrispondere
unpunto
del
piano principale,
cui si riduceQ1t,
esterno alla relativa conicafocale. -
Intanto nell’affinità d’ IvoRY tra le due
quadriche Q1t, Qo
alpunto
M’
(xpi 0)
diQ, corrisponde
ilpunto M1
di(Qo
le cui coordinateEo El E2 E3 sono date dalle formole
Indichiamo ora con i valori delle coordinate
curvilinee
u, v nelpunto
essendoavremo
Quindi,
tenendo conto delle formolesi ottiene
Ora,
essendo evidentementeil secondo membro del1a, formola che risulta
indipendente
dalrapporto ---~-,
eprecisamente
si han 30
Quindi,
sostituendo nella(6 5),
pern’oo n’30
i loro valori effettivitratti dalle
(31),
le formole cercateposto
assumono la forma
La formola che dà vl non contiene nè
nè
v, come è natu-rale,
l’affinità d’IvoRY facendo semprecorrispondere
a una retta di,Q ,
una retta diQo. Anzi, poichè
tale affinità facorrispondere
ge- neratrici delle duequadriche
per lequali
il valore delparametro
6 che compare nelle formole
(27)
e nelleanaloghe
perQo
è lostesso,
tale formola ci dà
semplicemente
la relazione che passa tra i dueparametri 8, v,
di cui ci siamo serviti per individuare le genera- trici delprimo
sistema diQo.
§7.
Applicabilità
dellesuperficie (8’)
suQo.
Ottenute cos le formole della
corrispondenza
considerata tra ipunti
delle duequadriche Qo, Qj, ,
veniamo a dimostrare che tali formole sono effeitivamente le formoled’applicabilità
tra le due su-perficie (S), (S’j.
Dovremoperciò
dimostrare che il di(S’)
si trasforma in coordinate
vl)
neldsi
dellaquadrica rigata ~o
o anche
Per far
questo
dovremo dimostrare che in conseguenza delle(1)
sono verificate identicamente le treeguaglianze
cioé tenendo conto dei valori di
8
90 e del valore di I)’ V.cioè, tenendo
conto dei valori di2 ’ w
e del valore diDo (V.
§
2(20)),
dovremo mostrare che sussistono le identità:Dovendo
queste
tre identità verificarsi inqualunque
deforma-zione
(S)
diQo,
dovranno verificarsiqitalunque
siano i valori diD , D’ , D" :
da ciò deduciamo subito che esse saranno verificate al- lora e allora soltanto che sussistano le identitàseguenti:
§
8.Dimostrazione
delleidentità (69) (70) (71).
Per dimostrare le
(69)
cominciamo dall’osservareche,
essendoovvero per le
(62)
Ora,
essendoè anche
quindi
risultae la
prima
delle(69)
è dimostrata.Osserviamo ora che
dall’espressione (65)1
di 2f1 si deduce subitoinoltre
Quindi
si haRicordiamo inoltre le identità
(55)
Vediamo allora subito che si ha
Ne segue che dall’identità dimostrata
(69)1
si deduced’altra
parte
per le(56)
si haquindi
tutte le(69)
restanocompletamente
dimostrate.Veniamo ora a dimostrare le
(70):
basterà che ne dimostriamo una, ad es. lala,
l’altra deducendosi immediatamente da essa me- diante 1’ identitàcioè
Per dimostrare la
(70)1
cominciamo dall’osservare che si haquindi
essendo avremo
dunque
per le(6~)
D’ altra
parte
quindi
Paragonando questa
identità conquella
dadimostrare,
vediamosubito che per
giungere
al nostro scopo dovremo far vedere che si ha :ossia
Ora si ha evidentemente
quindi l’eguaglianza precedente
si riduce all’ altrache per la
(55h
è identicamente verificata.Dopo ciò,
pergiungere
al nostro scopo non ci resta da dimo- strare altro che l’identità(71).
Intanto,
tenendo conto del valore effettivo(22)
di p, vediamo subito ch’essa sipuò
scrivere nella formaOra dalle
(81) quadrando
e sommando siottiene,
tenendo pre- senti le(62)
quindi
l’identità da dimostrarsipuò
scriversicioè
Ora dalle
(81)*
si deduce subitoonde la formola da dimostrarsi si riduce alla
seguente:
Ora evidentemente
quindi l’eguaglianza scritta,
tenendo conto dei valori effettivi dellen’zo può porsi
nella formacioè
Ora,
essendoquesta eguaglianza
sipuò
scriveree
poichè
si ha identicamentequest’ eguaglianza,
e insieme ad essa la(79),
risulta un’ identità.Dopo
ciòpossiamo
concludere:TEOREMA I. - Le
superficie (S’)
dedotte dallasuperficie
iniziale(S)
per dellatrasformazione Bh,
sono tutteapplicabili,
come(S),
sullaquadrica fondamentale Qo.
Lalegge d’applicabilit
tra(S)
ed(S’)
è datadall’aff2ità
tra lequad~°iche con focali Qo Qk .
Come abbiamo
già avvertito, queste
conclusioni sussistono an- cora nel casoparticolare
delle trasformazionisingolari B_b2, BC2.
Osserviamo ancora che se nelle
(I)
s’ introduce comeincognita
il
parametro
), =t ® 2
o dalquale
qual didipendono
h razionalmente(per (p
fun-zioni di 2. o
grado)
le coordinate di unpunto
mobile sulla conicaC,
o di unpiano
mobilenell’ inv ilnppo
aderente al conoK,
il si-stema
prende
la forma di RICCATi. Possiamodunque
concludere : TEOREMA II.Quattro superficie (S’)
di(S)
permezzo di
B]t
incontrano le 00 2 coniche C tracciate neipiani tangenti
di(S)
secondogruppi
diquattro punti
diegual birap- porto. Analoga111ente
i loroitiv lttppi
hanno in comune con cia-dei coni K
quattro piani
di costante.Osserviamo inoltre che tutti i risultati fin
qui
ottenuti per la trasformazione dellesuperficie applicabili
sopra unaquadrica rigata
si estendono immediatamente alle
superficie applicabili
sia realinente che idealmente sopraogni
altraquadrica
dellospazio ellittico,
latrattazione
precedente
conservando inalterato il suo valore analitico anche se sonoimmaginari :
soltanto nel casogenerale
ci saràda
distinguere
la realità o menodegli
elementigeometrici
ottenuti.Per
questo
sipotrebbe seguire
un metodoanalogo
aquello
che valenello
spazio ordinario,
ma non lofaremo, perchè potremo
risolveremolto
più semplicemente
laquestione
servendoci delleproprietà
della
trasformaxione
H.§9.
La
trasformazione
H.Consideriamo una congruenza
BI
dellospazio
ordinario relativa ad unaquadrica generale Qo
e la congruenzaC k
che daquesta
siottiene
quando
una delle sue falde focali(S)
siapplica
suQo
secotrascinando i
raggi
della congruenzaSappiamo
allora(V. (M)
§§ 51-55)
che esiste unaproiettività
che cambiaQo
in unaquadrica Q~1)
ad essaconiugata
indeformazione,
e la congruenzaCz
in unacongruenza
che, quando
si deforma seco trascinando iraggi
della in modo da assumere la
configurazione (SY1) coniugata
ad
(S),
diviene una congruenza relativa ad la cui seconda falda focale èconiugata
in deformazione alla seconda falda focale della congruenzaprimitiva.
Vogliamo
ora dimostrare che un teorema del tutto simile pone in relazione le congruenzeB ~
dellospazio
ordinario colleanaloghe
nello
spazio
ellittico.Sappiamo
intanto(V. (M) § 56) che,
data unaquadrica Qo*
acentro dello
spazio ordinario,
se assumiamo un elissoideimmagi-
nario ad essa confocale come assoluto di uno
spazio ellittico,
dicui indicheremo al solito con R il
raggio
dicurvatura,
lequadriche
confocali a
Qo*,
considerata comeappartenente
allospazio
ordina-rio,
risultano confocali aQo*
anche se si considera comeapparte-
nente allo
spazio
ellitticodefinito,
e le duesuperficie corrispondenti
nei due casi a
Q* o
risultanoconiugate
indeformazione,
cioè adogni
defurmata euclidea
(S)
dicorrisponde
una deformata ellittica(S)
tale che i coefficienti delle seconde forme fondamentali di(S) (8)
risultano
proporzionali.
Sia ora data una congruenza
B ~
dellospazio
ordinario relativa allaquadrica Q*o ,
e siano(S)(S’)
le sue falde focali : indichiamo dipiù
con C* la congruenza che si ottiene dallaB k quando
la(S)
si
applica
suQ*o
seco trascinando iraggi
diBk.
Dimostreremo chea)
Sede formian2o la Q*o,
considerata comeappartenente
allospaxio ellittico,
in modo che assuma laconfigraxione (S)
coniu-gata
indefor1nazionc
ad(S),
iraggi
dellaC*,
trascinati daQ*o
nella
deformaxio ze
non euclideaconsiderata,
ade forma-
xione a
formare
una congruenzaBk
dellospaxio
ellit-tico la cui
prima falda focale
è(S) :
~)
La secondafalda focale
della congruenxaB~,
è ladeformata (non euclidea) ~S’)
diQ*o coni2cgata
ad(S)’.
Per dimostrare la
proprietà a)
basterà far vedere che la con-gruenza C* non è altro che la congruenza che si ottiene da una
congruenza
Bh,
relativa alla deformata ellittica(S)
diQ*o quando (S)
va adapplicarsi 1)
suQ*o
seco trascinando iraggi
diB~.
’)
Si noti che lequadriche
dellospazio
ellitticoconiugate
in defor-mazione alle
qua,driche
dellospazio
ordinario nonpotendo
essere qua- driche diCLiFFORD, l’applicabilità
di(S)
suQ*ü
sarà sempre determinataa meno di un movimento di
Q*o
insé,
il che non ha influenza nelle nostre trasformazioni.Per
potere
senz’altroapplicare
le formoleprecedentemente
sta-bilite per le trasformazioni delle
superficie applicabili
sullequadriche
dello
spazio ellittico,
trasformiamoomograncamente
la metrica el- litticaconsiderata,
in modo chel’equazione
dell’ellissoideimmagi-
nario assunto come assoluto
prenda
la formaSia
l’equazione
diQ*o,
che supporremo, per ora,rigata,
e sial’equazione
dell’elissoideimmaginario
assunto come assoluto. Una trasformazioneomografica
che serve al nostro scopo sarà allora data evidentemente dalle formoleDopo
tale trasformazionel’equazioi e
diQ*o
diverràLa nuova