R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
C ATERINA C UMINO
Sulla seminormalità delle superficie algebriche
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 58 (1977), p. 91-100
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Sulla seminormalità delle superficie algebriche.
CATERINA CUMINO
(*)
SUMMARY ; We
give
a characterization of seminormal surfaces in4-space,
in terms of their
singularities.
From this we deduce that, if char%
= 0 , ageneric projection
inP4(k)
of a smoothprojective
surfaceis seminormal.
Introduzione.
In
questa
nota ciproponiamo
di caratterizzare lesuperficie
semi-normali dello
spazio
aquattro
dimensioni in termini disingolarità.
Il
primo
risultato a cuiperveniamo (Teor. 1)
asserisce che talisuperficie
possono avere solo :(1)
curve alpiù triple
e ditipo
gene-rale ; (2) punti
normaliisolati ; (3) punti singolari
isolati in cui ilcono
tangente
si spezza in duepiani
incontrantisi in unpunto.
Da
questo
risultato si deduce(Teor. 2)
che laproiezione
gene- rica inP4(k)
di unasuperficie
nonsingolare è,
se k ha caratte-ristica
0,
unasuperficie
seminormale.La dimostrazione del Teor. 1 si fonda su un risultato di E.
Davies per
gli
anelli seminormali di dimensione1, (per quanto riguarda
le curvemultiple,
cfr.Prop. 2),
e su uno studiodegli
anelli
locali, eccellenti, seminormali,
diprofondità 1,
di dimensione 2 e dimensione di immersione nonmaggiore
di4,
per ipunti
isolatinon normali.
Questo
studio è riassunto nellaProp.
3 e si fondaessenzialmente sulla nozione di incollamento introdotta in
[T], (*)
Indirizzo dell’A : Istituto Matematico delPolitecnico,
Torino.Lavoro
eseguito
nell’ambito del G.N.S.A.G.A. del C.N.R.Durante lo
svolgimento
del presente lavoro l’A. ha usufruito di unassegno M.P.I.
(cfr. Prop. 1),
e cipermette,
tral’altro,
di dare delleequazioni
analitiche
esplicite
per talisingolarità.
Notiamo infine che risultati
analoghi
per le curve e per leiper- superficie
sonogià noti,
mentre nulla si sa ancora per lesuperficie
di
spazi
di dimensionemaggiore
di4,
o per varietàalgebriche
didimensione
superiore.
Permaggiori dettagli
si veda ilparagrafo
1.1. - In
questo paragrafo
ricordiamoesplicitamente
alcuni fattipreliminari
ed enunciamo i risultatiprincipali
del lavoro.Tutti
gli
anelli che consideriamo sononoetheriani,
commutativie dotati di identità.
DEFINIZIONE 1. Sia A. un
anello,
B unsopraanello
diA,
interosu A.. Diciamo seminormalizzazione di A in B l’anello :
(dove Rad(Bx)
è l’intersezione di tuttigli
ideali massimali diBx).
Se A
= BA ,
y allora A è detto seminormale{abbreviato :
in B .Se B è la normalizzazione di A
(cioè
la chiusura di .A nel suoanello totale delle
frazioni)
si pone +A =BA
e se A =+A ,
y A è dettoDEFINIZIONE 2. Sia A un
anello,
B unsopraanello
diA,
finitosu A
(cioè
intero e ditipo finito),
sia x Espec(A),
xl, ... , xn ipunti
dispee(B )
sopra x egli
omomorfismi canonici. Sia A’il sottoanello di B contenente A che consiste di tutti i b E B tali che per
ogni i , b(x,)
E(oik(x)
e perogni i ,
= sidice che A’ si ottiene da B per incollamento sopra il
punto
x dispee(A).
Vale il
seguente
risultato(cfr. [T],
Teor.2.1) :
PROPOSIZIONE 1. sia A un anello ridotto avente normalizzazione
À finita. A
è SN se e solo se esiste una successione1
=A(0)
~;2 A
(1 ) ~
... ~A(n)
=A ;
doveA(i + 1)
è ottenuto daA(i)
con unnumero
finiio di
incollamenti sopra idealiprimi
di altezza i+ 1 .
Useremo inoltre le definizioniseguenti :
DEFINIZIONE 3. Sia C una curva irriducibile di una
superficie
Ve sia x il suo
punto generico (nel
sensodegli schemi).
Sia A =Ox,
allora :
93
1)
lamolteplicità
di C(o
dix)
è lamolteplicità
dell’anellolocale A ; 2)
diciamo che C è ditipo generale
se la dimensione di immersione di A coincide con la suamolteplicità
e il conotangente
spec~gr(A)~
nelpunto generico
è ridotto.OSSERVAZIONE 1. In
particolare
se C contiene unpunto semplice
di
V,
allora C è ditipo generale (di molteplicità 1).
OSSERVAZIONE 2.
Supponiamo
che il corpo base k abbia carat- teristica0 ,
allora la Def. 3 vuol dire che il conotangente
nelpunto generico x
diC , pensato
nella chiusuraalgebrica
dik(x),
si spezza in rette distinte il cui numero è
uguale
allamolteplicità
di
C , (cfr. [D],
caso(b),
del Cor.1,
Teor.1).
Queste
considerazioni fanno pensare che la Def. 3equivalga
adire che esiste un
aperto
non vuoto Ù z C tale che perogni punto chiuso y
E Ú il conotangente
a Vin y
sispezzi
inpiani
distintiil cui numero è
eguale
allamolteplicità
di C e ohe inoltrequesti piani
sianodisposti
inposizione
« sufficientementegenerica
». Torne-remo su
questo argomento
in un successivo lavoro.DEFINIZIONE 4. Sia
( Y , Ov)
una varietàalgebrica ;
diciamo che è SN seOx
è ~’N perogni x
di V.Per
gli
altri concetti e notazioni usati nelseguito,
rimandiamoa
[.~]
e[Z~S] .
Nel
presente
lavoro ciproponiamo
di studiare lesingolarità
delle
superficie SN,
dimostrando tral’altro,
iseguenti
risultati : TEOREMA 1. Sia k un corpoalgebricamente chiuso,
V una supera-ficie
diA4(i~), (o P4(k)~.
Allora V è SN se e solo se le suesingolarità
sono :
(a)
curve ditipo generale
e alpiù triple ;
(b) punti doppi
isolati dove il conotangente
si spezza in duepiani
che si incontrano in un
(c) punti
normali(isolati).
Se inoltre k ha caratteristica 0 :
TEOREMA 2. La~
proiezione generica
inP4(k)
di unasuperficie
non
singolare
è unasuperficie SN,
le cuisingolaritàc
siottengono
con unincollamento.
OSSERVAZIONE 1. Per varietà ~’N
generiche
non sono noti risul- taticompleti,
y salvo che in dimensione 1.(Infatti
in[D]
e in[Bol
si trova una caratterizzazione
degli
anelli locali SN di dimensione1).
Qualche
informazione sullesuperficie
~SN diP3(k) (k algebrica-
mente chiuso e di caratteristica
O)
sipuò
trarre dal : °TEOREMA : una
ipersuperficie
è SN se e solo se le sue sotto-varietà
singolari
di codimensione 1 sonobiiperplanari. (cfr. [GT], 9.1).
Ossia : unasuperficie
diP3(k)
è SN se e solo se contiene sol- tantosingolarità
isolate o curvedoppie biplanari ; (cfr. [01).
OSSERVAZIONE 2. Per le
proiezioni generiche
di varietàproiet-
tive non
singolari
su uncorpo k algebricamente
chiuso e di caratte-ristica
0,
è noto ilseguente
fatto :TEOREMA : una
ipersuperficie complessa, proiezione generica
diuna varietà non
singolare,
èSN ; (cfr. [GT]
e[Bo]
per lesuperficie).
Per curve
(cfr. [Bo])
esuperficie complesse (cfr.
Teor.2)
nonsingolari,
laproiezione generica
è invece ingenerale
n on si sa.OSSERVAZIONE 3. Il Teor. 2 asserisce che una
superficie
diP4(k)
che sia unaproiezione generica
di unasuperficie
diP5(k)
non
singolare
si ottiene daquesta
per incollamento. Un simile risul- tato vale per le curve. Non è noto se ciò sia vero ingenerale.
2. - In
questo paragrafo
studiamo le curve irriducibili di unasuperficie
diAn(k)
e ne diamo una caratterizzazioneapplicando
un risultato di E. Davies
(cfr. [D],
Teor.1) sugli anelli
SN didimensione 1.
PROPOSIZIONE 2. V una
superficie
ridotta diAn(k), (k
anchenon
algebrieacmente chiuso).
C una curva irriducibile diY ;
seV è
SN,
C è una curva ditipo generale
aventemolteplicità
alpiù n - 1 .
95
DIMOSTRAZIONE. Sia A l’anello delle coordinate di
V ; poniamo
B = ... ,
X],
allora risulta A =jB/7
y con I idealedi B ;
e,per
ogni
idealeprimo P
didove $
è un idealeprimo
di B che contiene I . Come è noto la dimensione di immersione di
un anello locale è il minimo numero di
generatori
del suo idealemassimale ;
si haquindi, se p
è un idealeprimo
di altezza1,
dim(A:p) =
1 edim(B~) = ht(~) - n - 1 ;
dacui,
essendo B re-golare :
Inoltre
Ap
è SN(cfr. [T]
Cor.2.2);
d’altraparte Ap
è SN(cfr.
[D]
Teor.1)
se e solo segr(Ap)
è ridotto ee(Ap) = emdim(Ap),
dunque :
ossia
quanto
sivoleva,
tenendo conto della Def. 3.ESEMPIO. Per
ogni n
esiste unasuperficie
diAn(k),
aventeuna curva di
tipo generale
dimolteplicità massima,
ossia n -1. Adesempio
consideriamo la sottovarietà diAn-1(k)
costituitadagli
assicoordinati,
cioè la sottovarietà associata all’ideale I =(... , ...),
(i
~ j).
Sia A l’anello delle coordinate dellasottovarietà,
alloraabbiamo :
e
dim(A) =
1. Siapoi
m _(x~ ,
... , l’ideale massimale di ~,corrispondente all’origine ;
si ha :ne segue, per
[D],
che la sottovarietà considerata è y essendo normali tuttigli
altri suoipunti.
Consideriamo ora l’anello deipoli-
nomi nella indeterminata
Xn :
Abbiamo che
dim(A[X,I) =
2 einoltre, (cfr. [(~T] ~.1
e5.2), A[Xn]
è La
superficie
che ha come anello delle coordinatepossiede
una curva ditipo generale
e dimolteplicità n - 1,
cioèl’asse
3. - Per
poter giungere
alla dimostrazione dei teoremi enunciati nelparagrafo 1, prendiamo
ora in esame alcuneproprietà degli
anelli
locali ;
inparticolare
caratterizziamogli
anelli locali ~SN dipunti
diprofondità
1 di unasuperficie
diA4(k).
LEMMA 1. Sia A un anello locale con ideale massimale m e corpo residuo
k,
B unsopraanello
di Afinito
suA ;
sianom~,...,
9mn, gli
ideali massimali di B . ,Se A è ottenuto incollando m1 , ... ,mn
sopraZxt , allora, posto Xi =
si ha .DIMOSTRAZIONE.
Dall’ipotesi
che A sia un incollamento segue subito che m =m1 n
... f1 D’altraparte, poichè
B è finito suA ,
il corpoK; è,
perogni i ,
una estensione digrado
finito del corpok ;
sia[Ki: k]
ilgrado
diquesta
estensione e[Ki :
una k-base per
Xi.
Consideriamo ilk-spazio
vettoriale si han
mfm2
=@
dove è unospazio
vettoriale suXi
peri=~
ogni
i . Siapoi
unagi-base
perallora ei8 ~ è,
perogni i ,
y una k-base per Siccomeogni
elemento di
questa
base sipuò
identificare con un elemento dimfm2,
l’insieme 1~ i ~ n
può
essere assunto come k-base permfm2.
Segue
allora che :e
quindi
la tesi per definizione di dimen sione di immersione.COROLLARIO 1. rSia A un anello locale
quoziente
di un anelloregolare,
di dimensioned ,
con ideale massimale m , corpo residuok ,
normalizzazione
À finita
eregolare.
Sianopoi m~,
... ,xrtn gli
idealimassimali di
~1 .
Se A è ottenuto incollandom~,.",
9mn
sopra m , 9allora, posto .g~
si ha :DIMOSTRAZIONE.
Risulta,
perogni i ,
y(cfr. EGA,
lY, parte 2a, 5.4.3) ;
essendopoi gli .Ami regolari
peripotesi, posto
97
B
= Ã,
la(a)
segue subito dal Lemma 1precedente.
Siamo inoltre nelleipotesi
del Cor. 1 del Teor.24,
Vol.II, [ZS]
equindi :
da
cui,
visto che perogni
ie(~mi) - 1 ,
segue immediatamente la(b).
COROLLARIO 2. Con le notazioni del Lemma 1 sia A un anello lo- cale
ridotto, quoziente
di un anelloregolare. Supponiamo
chedim (A)
=2e
emdim(A )
_4 ,
allora se A si ottiene incollandom~,,,.,
im.~
su m , 9vale uno e uno solo dei
seguenti
easi :(a)
A = B .(b)
B è localeregolare
con[K: k] =
2(e quindi emdim(A) = 4).
(e)
B èregolare
e ha due ideali massimalim~
em2
conK~ = .g2
= k( e quindi emdim(A)
=4).
DIMOSTRAZIONE. Infatti si ha per
ogni i, (cfr. EGA, parte 2a, 5.4.3), dim(Bmi) = 2 ;
e per il Lemma 1può
veri-ficarsi solo una delle
seguenti possibilità :
(a)
n =1 ; 2, 3, 4 ; Ki
= k equindi
m =ml . (b)
n =1 ; 2 ; k]
= 2 .(c) n = 2; .Kl = g2 = k .
PROPRIETÅ 3. A un anello locale eccellente con ideale massi- male m e corpo resid2co
k ; supponiamo
chedim(A)
=2 , prof (A )
= 1e
emdim(A) :::;
4 . Sonoequivalenti : 1)
A èSN ;
2)
A è ottenuto daA
per incollamento sul massimale m;3)
m = e vale uno dei casiseguenti :
(a) A
è locale’regolare
e il corpo residuo è una estensionequadratica
dik ;
(b) L
èregolare
con due ideali massimali e icorpi
residuicoincidono con
k ;
DIMOSTRAZIONE.
(1)
=>(2).
Infatti A è SN se e solo se esisteuna successione del
tipo ~1
=A(0) a A(1) 2 A (2 )
-A , (cfr. Prop. 1 ) ;
inoltre se A =
A(i),
alloragli
idealiprimi
di A diprofondità
1 hannoaltezza al
più
i(cfr. [T],
Teor.2.3),
equindi
nel nostro caso deve~essere
A =A (2 ).
Abbiamopoi A(1 ) =.d. ;
altrimenti m conterrebbe idealiprimi
di altezza 1 suiquali
c’è statoincollamento,
ma allora.avremmo per il Lemma 1 :
(dove Pi
sonogli
ideali massimali diA (1 )
sopra equindi, posto B
=A (1 ),
per il Cor. 2 si avrebbe un assurdo. Ne segue che A si ottiene daA
con un incollamento sopra m .(2)
=>(3).
Per il Cor. 2 e per il fatto che nonpuò
essere A =A ,
altrimenti
(cfr. [M]
cap.6),
non sarebbeprof (A) =
1 .(3)
=>(4).
Inqueste ipotesi
non è restrittivo supporre A com-pleto, infatti,
siccome m c rad(A), leproprietà (a)
e(b) valgono per A
se e solo sevalgono
per A(cfr. [G8], Prop.
6.4 e Teor.8.3) ;
~e ~ _ ~ ; allora, nell’ipotesi (b) Ã = k[[X, Y]] Q 1~~[Z, T]]
equindi
nell’ipotesi (a), ~1
=k(u) [[ U,
dove è un elementoalgebrico
digrado
2su k ; quindi rad(-í)
=( U, V)A
e .~ = A +rad(Ã)
-- 1~ -~- ( TI, Y)~1..
Sia se .F == fo
--~- ...-f- ... ,
dove eper i
>0 , f1,
è unpolinomio
omogeneo di
grado i
dik(u)[U, V] ; poichè .F’
sipuò
identificare con un elemento di C eviceversa,
abbiamo A = C . Inoltre per le re- lazioni :99
(4)
=>(5). È
noto che se m = ... , 9M.), posto
=gr(A), gli
elementi
mi
= m mod lxt2 generano l’ideale massimaleomogeneo Wl
di .Z~ e che inoltre si ha :
(5)
+(1).
Siano +A la seminormalizzazione diA ,
9 m.’ il suoideale massimale. L’inclusione nt c m’ ci
permette
di definire unaapplicazione
dik-spazi
vettorialif :
- con Kerf
== n
M)/M2.
Per il lemma diNakayama
abbiamo che A è ~’Nse e solo se
f
è un isomorfismo. Siccomepoi e(A) - e(+A), (cfr. [Z~’],
vol.II,
Cor. 1 del Teor.24,
pag.299)
edim(A) = 2 ,
siha,
per il Lemma1,
emdim(+A) =
4 eperciò
dalleipotesi
segue chek-dim(mfm2)
=k-dim(m’fm’2). Supponiamo
ora per assurdo che A non sia allora deve essere m~ equindi
esistex E
m’2,
con m.2. Allora xnEm,2n,
ma per n abbastanzagrande
min e m , inquanto
+A è un incollamento di~1,
su m eperciò
m’ è il radicale del conduttore di A in~4 .
Per un tale n si ha xn E m , xn Em.2,
ossia la forma iniziale di x ingr(A)
ènilpo- tente,
control’ipotesi
chegr(A)
sia ridotto.COROLLARIO 1. Se x è nn
punto
k-razionale diprofondità
1 diuna
superficie
ridotta diA4(k),
alloraOx
è SN se e solo se x è unpunto doppio in
cui il conotangente
èspezzato
in duepiani
distintiche si incontrano in un
punto.
DIMOSTRAZIONE. Infatti
posto
~. = se m è l’ideale massi- male diA,
abbiamoA /xxt
= k edemdim(A ) 4 ;
allora siamo nelcaso
4)
dellaProp.
3.COROLLARIO 2. Sulle curve
muZtipte di
unasuperficie
ridotta eSN di
A4(k)
non esistonopunti
diprofondità
1.DIMOSTRAZIONE.
Segue
dal Teor.2.3, [T].
Dimostriamo ora i teoremi enunciati nel
paragrafo
1.DIMOSTRAZIONE DEL TEOR. 1.
È
noto che un anello A è ~SN se e solo se lo sonogli
anelliquando P
è un idealeprimo
di A diprofondità
1([GT]
Cor.2.7).
La tesi del teorema seguequindi
dalprecedente
Cor. 1 e dallaProp.
2.DIMOSTRAZIONE DEL TEOR. 2. Consideriamo una
superficie
VInon
singolare
diP5(k), (k algebricamente
chiuso e di caratteristica0).
Si sa
che,
considerata la suaproiezione generica
V inP4(k),
V’risulta essere la normalizzazione di
V, ~[S],
cap.III).
Se inoltre xè un
punto singolare
diV,
allora x è unpunto doppio
isolato incui il cono
tangente
èspezzato
in duepiani
distinti che si incon- trano in unpunto
e al di sopra di x ci sono esattamente duepunti
di V’
(cfr. [B],
cap.IX, § 12).
D’altraparte
laproiezione generica
di una
superficie
nonsingolare
diPN(k), N > 5 ,
inP5(k),
è nonsingolare ;
si haquindi
la tesi per il Teor. 1 e per laProp.
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