R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
J AURÈS C ECCONI
Sul teorema di Gauss-Green per una particolare classe di superficie
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 22 (1953), p. 81-112
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SUL TEOREMA DI GAUSS-GREEN PER UNA.
PARTICOLARE CLASSE DI SUPERFICIE (1)
Memoria
(*)
di JAURÈS CECCONI(a Pisa)
.INTRODUZIONE
1. - Sia E una
superficie
orientata di Frechèt deltipo
della 2-sfera e sia
una sua
rappresentazione
sulla sfera unitariaorientata C;
U2 + u’ 2 + u’ 3
=1 ;
dellospazio u1u2u3.
Sia K un cubo con i lati
paralleli agli
assi xyz contenente nel suo interno 1’ insieme[E]
deipunti appartenenti
asia
z)
una funzione definita in K.In un
precedente
lavoro[2] 2)
ho studiato lavalidità
dellauguaglianza
ove
~l ( ~, y, z ; ~)
è l’indicetopologico
delpunto ( ~, y, z) rispetto
a E se(x, y, z) E E;
è zeroaltrimenti ;
e1’ integrale
a secondomembro è
l’integrale
di Weierstrass esteso allasuperficie
della funzione
[7].
(*) Pervenuta in Redazione il 19 gennaio 1953.
1) Un sunto di questo lavoro è stato presentato al IV Congresso
della U.M.I. (Taormina, 25-30 ottobre 1951).
2) Sullo stesso argomento vedasi anche la seguente nota.: R. CAC- CIOPPOLI, Misura e integrazione sulle varietà parametriche. Nota III.
Rend. Acad. Naz. Lincei, 12, 629-634, (1952).
In tale lavoro ho dimostrato il
TEOREMA A. - Se la è dato come sopra e se
sono
soddisfatte le seguenti ipotes,i:
a) E
ammette area secondoLebesgue, L(E), finita, b)
l’insieme[E]
ammette misura tridimensionalenulla, c)
lafunzione f (x, y, --)
è continua in K ed ivi i dotata diderivata
parziale f x (~, y, z) continua,
allora vale la (2).
In tale occasione ho anche fatto
vedere,
mediante un esem-pio,
che la condizioneb)
nonpuò
essere rimossa se la nozionedi
punto
interno a E è formulata mediante la considerazione diO (~, ~J,
z;~).
Nel
presente
lavoro darò una nuova formulazione del, Teorema A e della
uguaglianza (2)
persuperficie
chiuse dJordan
supposte
soltanto di area secondoLebesgue
finita.. In tale formulazione
1’ ipotesi b)
verràcompletamente
sop- pressa in connessione con recenti ricerche di H. OKAMURA[12].
2. - In un recente interessante lavoro
(al quale
haportato
ulteriori contributi S. MIZOHATA
[11])
H. OKAMURA ha stu- diato lauguaglianza
di Gauss-Greenprendendo
in considera-zione
superficie
orientate chiuse diJordan;
cioèsuperficie
che sono 1’
immagine
biunivoca e bicontinua di una 2-sfera orientata:Nel suo lavoro H. OKAMURA introduce
dapprima
un con-cetto di variazione limitata per trasformazioni
piane
deltipo
della 2-cella ed un
corrispondente
concetto diintegrale
dsuperficie.
Prende
poi
in considerazione la classe dellesuperficie
orien-tate di Jordan E che possono
decomporsi
in un numero finitodi
porzioni 8,, 82,
... ,Su
ciascuna dellequali
ammette sulquadrato
unitarioQ
delpiano
uv unarappresentazione
per la
quale
la trasformazionepiana
associatarisulta a variazione limitata nel suo senso.
Definisce
quindi l’integrale
dsuperficie
sullasuperficie
chiusa S mediante la relazione
Allora dimostra che sotto conveniente
ipotesi
perz)
sussiste la
uguaglianza
qualunque
sia la misura dell’insieme[S]y 1’ integrale triplo
a
primo
membro essendo preso su di un insiemeD
I contenente oltre aipunti
interni ancheopportuni punti
di[S]~
anzi-chè sull’ insieme dei soli
punti
interni a E come inquesto
casosi avrebbe in accordo con la
(2).
. 3. - Il concetto di variazione limitata introdotto da H. OKA-
MURA è stato da noi confrontato
[4]
conquello
introdotto da L. CESARI e T. RADÒ(questo
ultimo concetto di variazione limi- tata sarà nelseguito
indicato brevemente conB.V.).
In tale nota abbiamo fatto vedere che il concetto di varia- zione limitata di H. OKAMURA è meno
comprensivo
diquello
E.V..
Infatti ivi abbiamo dimostrato che
ogni
trasformazione avariazione limitata nel senso di H. OKAMURA è anche
B.V.,
sen-za che sia vero il
viceversa,
e che perogni
trasformazione avariazione limitata in ambedue i sensi le variazioni totali secondo le due definizioni coincidono.
Di
più
abbiamo fatto vedere che esistono trasformazioni assolutamente continue nel senso di L. CESARI e T. RADÚ(bre-
vemente
A.C.),
ed addirittura A.C. e biunivoche che non sonoa variazione limitata nel senso di H. OKAMURA.
Nella stessa nota
[4]
abbiamo anche preso in considerazioneuna classe di trasformazioni B.V. che sono anche a variazione limitata nel senso di H. OKAMURA.
4. - In vista
dell’importanza
che il concetto B.V. ha nella teoria dell’area secondoLebesgue
dellesuperficie
di Frechèt(è
mediantequesto concetto,
che L. CESARI hapotuto,
fral’altro,
caratterizzare lasuperficie
di Frechèt di area secondo Le-bcsgue finita)
siriprende
inquesto
lavoro l’idea di H. OKA-MURA facendo uso del
più generale
concetto B.V..Precisamente dimostriamo la
seguente generalizzazione
delTeorema di H.
TEOREMA I. - Sia -
ove C w
-]-
v21 ]
è il cerchio unitario d etpiano
uv,una
trasformazione
continua di C in xyz che è costante sul contorno C~ di C e tale che=~= T(P2)
seP,
e1’2
sono duepunti
interni a C e distinti.la
sfera
unitaria considerata nel n.1,
sia(’6, C)
la
trasformazione
deltipo
della associata a(T, C)
nel senso di L. CESARI
( [8]
pg.23-24),
e sia E lasuperficie
orientata di Ffrechèt del
tipo
dellarappresentata da
~).
Sia
[E]
ilsostegno
diE,
sia D t’ insieme deipunti
internia l}. Consideriamo per
ogni punto (y, z)
delpiano
yz t’ insieme chiusoEyz
intersezione di D+ [E]
con la rettaparallela
al-Il asse x per
(y, z), quindi
t’ insiemeI yz
costitui-to dalla riu- nione deicomponenti
massimali d che non sono ridottia
punti.
Consideriamo
infine
l’insieme misurabileSupponiamo
inoltre chea,1)
latrasformazione piana
associata a(T, C)
sia
B.V. ,
a, 2)
una almeno delletrasformazioni piane
associate a(T, C)
b,1)
y,z)
sia unafunzione definita
e continua su D+ [~],
assolutamente continua per
quasi ogni (y, z)
su cia-scuno dei
componenti
dib, 2)
la derivataparziale rispetto
di i y,z),
y,z),
che esiste su quasi tutto
D
1 ed è misurabile in virtù dib, 1),
sicc som1nabile suD i .
Si ha alloraIl integrale
a secondo membro esistendo in dellaipotesi a, 1)
ed il segno -[+]
essendo preso se l’indicetopologico rispetto
allasuperficie
orientata E di unpunto
ad essa in-terno è
-~-
1[- 1 ] .
Da
questo teorema,
in virtù delsignificato
che il concettoB.V. ha per l’area secondo
Lebesgue,
si deduce immediata- mente ilseguente
TEOREMA II. - Sia
superficie
orientata di Jordandi area secondo
Lebesgue finita.
Sia y,z)
unafunzione
che
gode
neiconfronti
di E delleproprietà
enunciate nelI.
Allora sussiste la
(4)
con le stesse convenzioni circa la scelta del segno.PARTE CONSIDERAZIONI PRELIMINARI DI CARATTERE TOPOLOGICO
5. - Siano
(T, C), (Ti, C) ;
i =1, 2, 3 ; ~
le trasformazioni continue e lasuperficie
di Frechèt considerate nel n. 4.Sia
K1
unquadrato
delpiano
yz, con i latiparalleli agli
assi y, z,
contenente
nel suo interno l’ insiemeT1(C) immagine
secondo
(T1, C)
del cerchio C. Se r è unaregione semplice
orientata di Jordan
appartenente
a C sia0 (y,
z ;T~, r)
l’indi-ce
topologico
delpunto (y, z) rispetto
alla curva imma-gine
secondo(’1’1’ C)
del contorno orientato r* di r, se(y, z) e
T1 (r#) ;
sia zero altrimenti.Se R è una
regione
di Jordan di connessione finita3 )
appar-tenente a C sia
ugualmente
l’indicetopologico
del
punto (y, z) rispetto
all’immagine
secondo(Tu C)
del con-torno orientato
completo
se(~..~)s~(~2013~);
sia zeroaltrimenti.
Sia a,.
[,:R]
un gruppo diregioni
orientate di Jordan sem-plici
r~, r2, ... , r,,[di
connessione finitaR1, R2,
... ,R,,]
appar- tenenti a Cprive
a due a due dipunti
interni in comune esiano
z; T1, C), T1, C) rispettivamente
cos definitel’ estremo
superiore
essendo presorispetto
a tutti ipossibili gruppi
diregioni i;,
e 7 Rrispettivamente.
Per un risultato di T. RADÒ
[14]
si haquasi
ovunque sulpiano yz
Osserviamo anche che le funzioni e
~’~ (~, ~ ; T 1, ~‘)
risultano
integrabili
nelquadrato K~ poichè C)
è B.V..6. - Sia la retta
parallela
all’ asse s per ilpunto
P (
y, z)
delpiano
yz. Sia unpunto
in cui essa incontrail
sostegno [ ~ ]
dellasuperficie
~.Poniamo le
seguenti
dehnizioni.Diremo che la retta ayz attraversa in senso debole ~ in 3f se su
ogni segmento
di contenente 1~~ nel suointerno si trovano sia
punti
interni siapunti
esterni a E.Diremo che la retta attraversa in senso
f orte ~
inM se:
3) Una regione semplice orientata di Jordan può essere pensata
come una regione di Jordan in connessione finita che ha un solo contorno.
a)
esiste sulla retta avz unsegmento
M’M" contenenteM nel suo inter-no tale che
ogni punto
di M M’[M M"]
sia interno od
appartenente
a E[esterno
odapparte-
nente
a ~ ] ,
b )
suogni segmento appartenente
a M’M" si trovaalmeno
;un
punto
nonappartenente
a[ ~ ],
Diremo che la retta è radente in M a E se:
a)
esiste un intorno M’M" di M suogni punto
delquale
è interno[esterno]
a E odappartenente
a[E], b )
inogni
intorno di M su ayz si trova almeno unpunto
non
appartenente
a[ ~ ] .
Dal confronto delle
prime
due definizioni si deduce chese in M
UY8
attraversa in senso forte allora essa attraversa anche in sensodebole,
ma non viceversa.7. - Ciò
posto
enunciamo iseguenti
Lemmi la cui dimo-strazione sarà data nei numeri successivi.
LEMMA 1. - Sia
(TC) la trasformazione
continuac conside- rata nel n. 4 e sia E lasuperficie
continua ad essa asso-ciata.
Sia P
(y, z)
unpunto
del-piano
yzappartenente
all’ in-sieme e distinto da.
T1 (C~~ ).
Siaayz
la retta al-Il
per il punto
P(y, z).
Siano
M2,
... ,1!I ~ n
cui attraversa insenso debole ~.
Allora esistono almeno n
regioni
di di connes-sione
Ri, R2, ..., Rt1, prive
a due a due dipunti
internicomune tali che,
LEMMA 2. - Siano
(T, C), ~,
P(y, z),
ayz date come nel Lem1na 1.Supponiamo
inoltre che ic01nponenti
massimali dell’insieme chiusoT1-I(P)
siano ridotti acpunti.
Sia M un
punto
in cui a1lz attraversa in sensof orte
Sia H il modello secondo
(T, C)
diAllora
ogni
insiemeaperto
contenente H contiene zcnpoli-
gono
semplice
~, contenenteH,
per ilil segno - 1:alendo se l’indice
topologico
deipunti
interni a~, rispetto
a~,
è-f-
1 e se ilsegmento ~VI’~~",
di cui alladefi-
nizione del n.ro
precedente,
ha orientazione concorde aquella
dell’
LEMMA 3. - Siano
(T, 0’), ~,
P(y, z),
dati, come nelLemmac 2.
Sia M un
punto
in cui radente a ~. Sia H il modello di’M secondo(T, 0).
Allora in
ogni
insiemeaperto
contenenteH,
contenuto inC,
esiste unpoligono
7t’, contenente H nel suointerno,
non pas- aacnte per alcuno deipunti T1-1(P),
per ilquale
si haIl Lemma 2
costituisce,
in un casoparticolare,
unapreci-
sazione del Lemma 1.
8. -
Riporto
inquesto
numero il risultato di L. CESARI~) ([5],
pg.287)
che è espresso dalseguente:
TEOREMA. - Siano
(T, C), (T i , C) ;
i =1, 2, 3 ;
le trasf orma- zioni continue considerate nel n. 4.Sia G la collezione dei continui
massimali g
di C suiquali
le funzionim(u, v), y(u, v), z(u, v)
sono tutte e tre costanti.Supponiamo
che(T, C) goda
delleproprietà
a,1), a, 2)
enunciate nel Teorema I. Allora per
quasi ogni punto
P
(y, z)
di.g1
icomponenti
continuidegli
insiemichiusi, appartenenti
aC,
sono anche continui g di G.9. - Dai Lemmi
1, 2,
3 e dal risultato di L. CESARI richia- mato nel n.roprecedente
discende ilseguente
4) Nella nota citata questo teorema è stato dimostrato nella ipo- tesi che (Ti, C), (T2 C), (T3, C) siano tutte e tre B. lT. ; il prof. L. CESARI mi ha fatto gentilmente sapere che esso vale anche nella formula- zione più generale qui riportata.
TEOREMA III. - ~Siano
(T, C), (Ti
yC) ;
i =1, 2, 3 ;
l,e trac-sformazioni
continue considerate nel n.4.
Sia,
perT 1 (C),
il, numero deipunti,
eventualmenteinfinito,
in cui la allz attraversa in sensof orte
lasuperftc e E
associata a(T, C)
come neln. 4.
che la
trasformazione (T, C) goda
inoltre dellepi-oprietà
enunciate nel Teorema I.Allora
quasi
ovunque -znK~
sussiste lauguaglianza
Inoltre
quasi
ovunque inK1
ciascuno diquesti
numeri èpari.
Sia
(y, z)
ungenerico punto
di sia la retta adesso relativa e sia ~l un
punto
in cui essa incontra 1’ in- sieme[ ~ ] .
Può
presentarsi
uno ed uno solo deiseguenti
casi:~)
esiste un intorno di M su ayz formato da solipunti
di
[ 2J ] ,
b)
attraversa in senso debole E inM, c)
è radente a S in M.Osserviamo che in virtù del ricordato risultato di L. CESARI per tutti i
punti P (y, z) ~ T1 (C)
che nonappartengono
adun insieme
L1
di misura nulla icomponenti
massimali dell’in-sieme
TI-1(P)
sono ridotti apunti
inquanto
lo sono, in virtù delleipotesi,
icontinui g
di G.Da ciò si deduce che i
punti
P(y, z)
per iquali
laretta ayz ha un
segmento
in comune con[E]
costituis,conoun
insieme, L~,
di misura nulla.Sia infatti e la retta a1lz abbia in comune
con
[2:]
ilsegmento
Allora il modello di que- stosegmento
secondo(T, C)
è un continuo y di C non ridotto ad unpunto
che faparte
anche dell’insieme Ciò prova che(y, z) e L1
e chequindi L1
ha misura nulla.Osserviamo anche che
poichè C)
è B.V. la funzioneè sommabile e
quindi
finita suT 1 (C),
salvo alpiù
per ipunti
di un insiemeE1
i di misura nulla.Perciò in virtù del Lemma 1 e della definizione di
W*(y,
z ;Tl, C~
ha misura nulla l’insieme deipunti
in cui ayz attraversa in senso debole S infinite volte.Consideriamo allora soltanto
punti (y, z) E T1(C) - T1(C*) -
- L1 - E1.
Per
questi punti,
con lo stessosignificato
dellenotazioni, può presentarsi
solamenteunó
diquesti
casi:a.’)
attraversa in senso forte E inM, b’ ) ayz
è radente a E in3f ,
il caso
b’)
avendoluogo
solo un numero finito di volte per ciascuno diquesti (y, z).
Consideriamo l’insieme
Ti-(P)
dei modelli di P(y, z)
secondo
C)
in C. Uncomponente
massimaledi questo
in-sieme,
che è ridotto ad unpunto poichè (y, z) e L1,
è dettoessenziale
(T.
RADÒ[13])
seogni
insiemeaperto apparte-
nente a C contiene una
regione
diJordan R,
di connessionefinita,
per laquale
èRicordiamo che il numero
lI~’ ~ (y,
z ;C),
che è finitopoi-
chè
(y, z) c esprime,
in virtù di un noto risultato di T. RADÒ([13], 114]),
il numero diquesti
modelli essenziali.Fissato
(Y, z~
siaT1, C) = y
e sianoH2,
... ,~ questi
modelli essenziali.Fissato
(y, z)
siaN(y, ; T1, C) = v,
sianoM2,
... ,My
y ipunti
in cui attraversa E in senso forte e sianoHi, H2,
... ,Hv
i modelli secondo(T, C)
diquesti punti.
In virtù del Lemma 2 ciascuno dei
punti
del gruppo[H8; S
=1, 2,
... ,v]
faparte
anche del gruppo[Ht ; t
==1, 2,
...,{~].
In virtù del Lemma 3 anche ciascuno dei
punti
del gruppo[.gt ; t
=1, 2, ..., V.]
faparte
del gruppo -1, 2,
... ,y ] .
Infatti
ciascuno,
siaH, dei punti
del gruppo[Ht ]
che nonappartengono
al gruppo[H8],
dovrebbe essere il modello se-condo
(T, C)
di unpunto
in cuiay::
è radente a ~.Ed allora
poichè
il gruppo[Ht ] ~
finitopotrebbe
trovarsiun intorno di ~I cui non
appartiene
nessuno dei rimanentipunti
di alquale apparterrebbe
almeno unaregione
diJordan
R,
di connessionefinita,
contenenteg,
per laquale
si avrebbe
Ma in virtù del Lemma 3
potremmo
anche trovare unpoli-
gono x interno
ad R,
contenente H nel suointerno,
non pas- sante per alcuno deipunti T,-’(P)
per ilquale
si avrebbeOtterremo in tal modo una
regione
di Jordan di connes-sione finita R’
= R - x°,
per laquale
avremmoIn virtù di un risultato di T. RADÒ
[13]
allora laregione
R’ dovrebbe contenere un modello di
(y,z)
secondo(T1 C)
cheè essenziale in
C,
ciò che è assurdo. Igruppi
dipunti [~3’~~
sono
dunque
coincidenti._
E
perciò
perogni
si haIl
ragionamento
prova anziche, quasi
ovunque inT1 (C),
ilnumero
N(y, z; Ti, C) è pari.
Il Teorema III è cos
completamente provato.
10. - In
questo
numero dimostro ilConsidero per ognuno dei
punti
=1, 2,
... , unacoppia
dipunti
eMl’ appartenenti
alla retta6~~
ilpri-
mo interno a
2:,
il secondo esterno a2:,
tali che ilsegmento contenga
nel suo internoM,
e sia esterno a ciascuno dei rimanentipunti
Sia 23 > 0 minore di ciascuna delle distanze che i
punti
i=
1, 2,
... n; hanno dallasuperficie E
ed anche mi-nore della distanza che ha da
P = (y, z).
Siano
ai
ecr2
due di centrorispettivamente
inAIf
mif
e raggio 8.4
Sia T il cilindro circolare retto di asse a., e di
raggio
dibase ~ .
Sia
JB
i laparte
di r che è limitata inferiormente dall’emi- sfero inferiore diai
esuperiormente
dall’emisferosuperiore
di
aí.
Sia
una trasformazione continua del cerchio C nello
spazio
xyz chegode
delleseguenti proprietà:
~c) ~’’ (C ;: )
è ridotto ad unpunto,
b)
esiste unadecomposizione
diC,
mediante lineesemplici rettificabili,
inregioni semplici
di Jordan a ciascuna r dellequali (T’, C)
facorrispondere
untriangolo t
nonridotto nè ad un
punto
nè a unsegmento,
c)
a ciascunpunto
di t diverso daT’(C*) corrisponde
unoed un sol
punto
di r,per la
quale
si abbia perogni punto (u, v)
di CSia
8D
ilpoliedro
orientato di Frechèt deltipo
della 2-sferache è associato a
(~’ , C)
secondo la costruzione di L. CESARI([8]
pg.23-24) già
considerata nel n. 4.La distanza secondo Frechèt fra le due
superficie E
e8D
risulta cos
a/8
epoichè
la distanza cheogni punto
= (Xi, Yi, zí) appartenere
allasfera crí
ha dallasuperficie
è > a se ne
può
concludere in virtù della formatopologica
delTeorema di Rouchè e del fatto che
Uí
è interno allasuperficie
di Jordan 1: che
Allo stesso modo si ha per
ogni punto
ap-partenente
acrí
Osserviamo ora
che,
in virtù di unaproprietà elementare,
l’indice
topologico
di unpunto
dellospazio
myzrispet-
to ad un
poliedro
orientatop
èuguale
alla dil’ferenza fra ilnumero delle faccie del
poliedro
che sono incontratepositiva-
mente
([1]
pg.384)
da una semiretta uscente da e nonappartenente
nè ad alcuna faccia nè ad alcunospigolo
di8D,
ed il numero di
quelle
che sono incontratenegativamente.
Ne viene
perciò
cheogni
asse nonappartenente
nèad alcuna faccia nè ad alcuno
spigolo di8D,
deve incontrare unnumero
dispari
di faccie di8D,
mentre l’asse orientato comeed avente
origine
inUi’
deve incontrare un numeropari
o nullo di faccie di
8D.
Da ciò si
può
concludere cheogni segmento U’i Uí,
la cuiretta non
appartenga
nè a vertici nè aspigoli di 8D,
deve incon- trare un numerodispari
di faccie di8D .
Sia P~
(~~~ z*)
unpunto
delpiano
~z distante da P(~, z)
per meno di8/8
e tale che la retta condotta per- P*parallelamente
all’ asse m non incontri nè vertici nèspi- goli
di~ .
Sia
Gí
P intersezione di con l’insieme deipunti
in-terni a
.r i .
L’insieme
~"~(G~)
èaperto
ed i suoicomponenti
massi-mali sono un numero finito di insiemi
aperti
e connessi yi, 2 ... , 5 ’Y2, v2 .Uno almeno
degli
=1, 2~
... Vi ; dovrà conte-nere un numero
dispari
dipunti
la cuiimmagine
secondo(T’ C) appartiene
alla retta ay*z*.Diciamo ¿i questo
insieme.La frontiera di per il modo è stato ottenuto -~z, per il modo come si è presa la
rappresentazione (T’, C)
epoichè
è esterno al cilindro
~,
è costituita da un numero finito di linee di Jordan una dellequali
p;, o contiene nel suo internole tutte
queste
linee essendo in-terne a C.
Sia la
regione
diJordan, orientata,
diconnessione finita,
avente per contorno esterno p;, o e per contorni interni le linee Pi, 1. Pi,2, ... > ·
Voglio
intanto dimostrare che si ha5) Qualcuna di queste linee può essere ridotta ad un punto, ma questo caso può essere escluso modificando opportunamente
59.
ove ho indicato con
C)
la trasformazionepiana
ass~ociataa
(T’, C)
cos comeC)
è associata a(T, C).
Siano infatti
s = 1, 2,
... ,2~+1;
ipunti
diin numero
dispari,
la cuiimmagine
secondo(T’, C)
appar- tiene ad o ciò che è lostesso,
la cuiimmagine
secondoC) appartiene
ad(y*, ~.~).
Per una
proprietà
elementare dell’indicetopologico
posso determinare perogni (~c~~ ~ ,
, una circonferenza concentro in
(Uis, vi~ ),
interna a y~ in modo che le circonferenze che cos siottengono
non abbianopunti
in comune e si abbiaSarà
perciò
Ma è intanto
ed in
quanto
laregione
orientata di Jordan di connessione fini- ta _RI= R 2013 E
s=1C° s
non contiene nel suo interno alcun mo-dello di P"
(~~, z*)
si haE’
dunque
Osservo ora che la distanza fra i
punti
P(y, z)
e..~# (~~, z*)
è minore dia/8
e che la distanza diP (y, z)
dalla
immagine
secondoC)
del contorno diR,
i èuguale
a
a/4.
Ne discende
perciò
in virtù di noteproprietà
dell’indicetopologico
che è ancheOsservo infine che per il modo come si è presa la trasf or- mazione
(T’, C)
la distanza secondo Frechèt fra ciascuna dellecurve che sono
immagini
delle curves = 0, 1, 2,
... , trispettivamente
secondo le trasformazionipiane C)
e(T1’ C),
è minore di
§/8.
E
poichè
d’altraparte
la distanza di -P ~(y, z)
da ciascuna delle curve èuguale
aa/4,
sipuò
dedurre in virtù del-la forma
topologica
del Teorema di RouchèE’
quindi
in definitivaIl Lemma ~ è cos dimostrato.
1 i . - In
questo
numero dimostro il Lemma 2.Siano
(T, C), (T , C); 2 = 1 ~ 2, 3; E, p (~~ ~)9 a,.., M,
Hdati come nell’enunciato del Lemma.
Siano M’ ed M" due
punti
di ayz,rispettivamente
internoed esterno a
1,
tali che ilsegmento
M’M"contenga
M nel suointerno e tali che su M’M" si trovi almeno un
punto
non appar- tenente a[
Sia Q un intorno circolare di centro
g,
interno aC,
tale chel’intersezione dell’insieme
T(Q), immagine
di Q secondo(T, C),
con la retta
ayz
sia interna a lll’M".L’insieme è chiuso ed i suoi
componenti
massi-mali sono ridotti a
punti
in virtù dellaipotesi
fatta suP ==
(Y, z).
L’insieme
complementare
in Q° di èperciò
uninsieme
aperto
e connesso, ed inoltre suogni
semiretta aventeorigine
in H si trovanopunti
di Q° nonappartenenti
aEsiste allora in 0° una linea
poligonale semplice
chiusa7t6,
contenente H nel suointerno,
allaquale
nonapparten-
gono
punti
diSupponiamo,
come nell’enunciato delLemma,
che la semi-retta sia orientata in modo concorde all’asse ~.
Consideriamo ora l’insieme
T(xo), immagine
secondo(T, C)
del
poligono
xo limitato da7tt,e
l’insieme nter-sezione di
T (7Ço)
con .V’M".Questo
insieme è chiuso.Sia .LlI’ il
primo (secondo
1’ orientazione della semiretta deipunti
diquesto insieme,
M" 1’ultimo 6).
Consideriamo insieme chiuso
C ~°°
ottenutotogliendo
da C l’insieme
7to °
deipunti
interni a 7to, e l’insiemeT I C
-’Due casi possono
presentarsi :
o l’insieme M’M".T(C - 7t~)
è
vuoto,
oppure no. Nelprimo
diquesti
casiindichiamo,
d’orain
avanti,
con x ilpoligono
7t"o, ed osserviamo che imodelli, T-1 (l!1’ )
e_’I’-i (?~~" ),
di e M" secondo(T, C ),
che per le no-stre
ipotesi
sono ridotti apunti,
sono interni a 7t.Perciò in virtù della
ipotesi
disemplicità
fatta su(T, C),
e
poichè
èP::-= (y,
esiste un intorno sinistro di(destro
di31")
alquale
nonappartiene
nessunpunto
di[1].
Siano N’ e N" due
punti
di taliintorni,
che risultano per-ciò, rispettivamente
interno ed esterno a ~.Ne viene
perciò
che l’insieme in cuiT(x)
incontra ayz è interno aN’N",
mentre l’insieme in cuiT (C ~°)
incontraè esterno a N’N".
Nel secondo caso consideriamo l’insieme chiuso
2013 R00). Questo
insieme ha distanzapositiva
da M in virtù delleipotesi
fatte su(T, C)
e su P o(y, z).
-Sia F l’ultimo dei
punti
di7c
ilprimo
dei
punti
di· T (C ~~ ). Questi
duepunti
sono per quan-to si è detto sopra distinti da M.
Per le
ipotesi
fatte su(T, C),
su P(y, z)
e per il modocome si sono definiti M’ e M" esiste un intorno destro di M’
(sinistro
diM")
cui nonappartengono punti
diSiano in
questo
caso N’ e N"punti appartenenti
aquesti intorni,
interno ed esternorispettivamente
a ~.Consideriamo ora l’insieme dei
punti appartenenti
a no le cuiimmagini secondo (T, C) appartengono agli
intervalli chiu- siM’M",
M"M".Questo
insieme è chius~o ed i suoicomponenti
massimali sono ridotti a
punti
in virtù delleipotesi.
Diciamo
F1
tale insiemechiuso,
diciamoF’2
l’insieme chiu-so dei
punti
di le cuiimmagini secondo C) apparten-
6) I punti M’ e M" possono eventualmente coincidere.
gono all’intervallo chiuso M’M".
Questi
insiemiF1
edF2
nonhanno
punti
in comune.Infatti se tali insiemi avessero un
punto
in comune(u, v)
e 7to, ivi si avrebbe
T (u, z) = Éi,
mt laquale contrasta,
2 in virtùdelle
ipotesi
su(T, C)
e P(y, z),
conil f atto
che in C ’7toesiste un
punto (u’, v’)
in cuiT(u’, v’)
=M’.
MNotiamo anche che
li’nsieme R00 - F1
èaperto
e connessoin virtù della circostanza che i
componenti
di.F1
sono ridottia
punti.
E’
perciò possibile,
mediante il classicoprocedimento
diRunge ( [10]
pg.49),
costruire un gruppo dipoligoni semplici
’7t’2, ... , 1tn, a due a due
privi
dipunti
in comune, interni a xo, tali che ciascunpunto
diF~
sia interno ad uno deipoligoni
1t,;
i == 1, 2,
... , r~ ; e che ciascunopunto
diF2
sia esterno adogni poligono Ri ; i
=1, 2,
... , n.Si
può anche,
in virtù delle nostreipotesi,
costruire un po-ligono semplice,
che inquesto
casochiamiamo 7t,
contenentenel suo interno tutti i
punti
diF~, rispetto
alquale
ipunti
diF1
ed ipunti
di C - x° siano esterni.Ciò
può
farsi nelseguente
modo. Si considerino ipoligoni
7t’2, ... , 1tn mediante i
quali
si èricoperto
l’insieme e siunisca un
punto
del contorno di ciascuno diquesti poligoni
con un
punto
del contorno del successivo mediante unaspezzata
interna a che non
passi
per alcuno deipunti
di.I’2.
Ciò è pos- sibileperchè
icomponenti
massimali dell’insieme chiusoF2
sono ridotti a
punti
eperciò l’insieme R00 I’2 è aperto
e con-nesso ed anche
perchè
ipunti
diF1
sono interni aipoligoni
1t¡; .
i == 1, 2,
... , ~’L .Ciascuna di
queste spezzate
ha daF"2
una distanzapositiva,
si
può perciò
condurre altrettantespezzate,
diciamo per bre- vitàparallele
alleprecedenti,
che unisconopunti
del contornodegli
stessipoligoni,
che non incontrano l’insiemeF2,
che nonincontrano le
corrispondenti prima costruite,
e tali che inciascuna delle strisce cos individuate non si trovino
punti
di F2.
Sopprimiamo
allora ipunti
dei contorni deipoligoni
xi;i =
1, 2,
... , -, che sonocompresi
fraspezzate parallele.
Otte-niamo in tal modo un
poligono semplice
contenente tutti ipunti
diF1,
al di fuori delquale
stanno ipunti
diF2.
Unia-mo con due
spezzate
alla stessa maniera duepunti
del con-torno di
questo poligono
con duepunti
del contorno di ’1to,sopprimiamo,
comeprecedentemente,
ipunti
dei contorni deipoligoni
che stanno fra lespezzate parallele
e veniamo in talmodo ad ottenere un
poligono,
che ha leproprietà
richieste.In entrambi i casi si
può
cos costruire unpoligono x
in-terno a
Q,
contenente H nel suointerno,
nonpassante
per alcunpunto
diTi-(P)
e tale che ad esso si possono associare duepunti 1V’,
N" di dotati delleseguenti proprietà:
a)
M è interno aN’N",
b )
N’ è internoa ~,
N" è esterno a~,
c)
l’insieme in cuiT(x)
incontra ayz è interno aN’N", d)
l’insieme in cuiT (C x°)
incontra è esterno aN’N".
Siano J(N’) e a(N")
due sfere di centro N’ e N"rispettiva-
mente interna ed esterna a
~,
e diugual raggio d,
minoredella distanza che ha da P
( y, z).
Sia
una successione di trasformazioni continue del cerchio C nel- lo
spazio
xyz aventi leproprietà
della trasformazione(T’, O)
considerata nel n.
precedente,
per laquale
si abbia uniforme- mente sul cerchio CSiano
~1, 692Y
...~n , ...
ipoliedri
di Frechèt deltipo
della2-sfera associati mediante la costruzione di L. CESARI
[8]
alletrasformazioni
( T’ ~’~ ~, C ).
Sia n un intero tale che se it > n1 per
ogni punto (al) y’,
a(N’)
si abbiaed anche per
ogni punto (x",
Jz~"~ z")
ecr(N ’)
Un tale intero esiste per il Teorema di Rouchè come si è visto nel n.
precedente.
Determiniamo ora un intero n2 > n1 1ed un numero reale a, > 0 tali che s~e n > e ay*z* è una retta
parallela all’asse x,
distante da per menodi ii
1 egenerica rispetto
alpoliedro ~,t ,
associato a(Z’’n , C),
si abbia :a)
l’insiemefi’ c ~ ~ ( ;~)
incontra la retta inpunti
delsegmento N*’N*",
b)
l’insiemeT’~n~(C ~n°)
non incontra la retta a y*z* inpunti
delsegmento
Osserviamo intanto che in virtù di un
ragionamento già
fatto nel n.
precedente ogni segmento
N~’N’~" incontra in nu-mero
dispari
dipunti ~,, ,
se ègenerico rispetto
ad esso.Per
quanto
concerne laprima parte
della affermazione.ciò
può
vedersi nelseguente
modo.Sia T l’insieme chiuso limitato dal cilindro di asse ayz e
raggio d, uguale
airaggi
delle sferecr(N’), s(.N"),
e dalle semi- sferesuperiori
ed inferioririspettivamente.
Sia 7Cl/2d
l’insieme deipunti
di ~ la cuiimmagine
secondo(T, C) appartiene
all’insieme ~ edappartiene
altres al cilindrochiuso di asse ay, e
raggio 1/2d.
L’insieme
T(7tl/2d)
è chiuso e non incontra le sfereJ(N’)
e6(N").
Sia d > 0 ; la minore delle distanze che l’insieme chiu-
so ha dai
punti N’,
N".Sia n un intero tale che se n si abbia
Risulta allora che se il
punto (u, v) 5
ilcorrispondente punto v) appartiene
all’insieme 1.Mentre se ~~~2~ si ha
e
quindi
che ciascuno deipunti v) ; (-u,
è esterno al cilindro di asse
ayz
eraggio i
4d .Risulta cos
provato
che se ay*z* è una rettaparallela
al-e distante da per meno
di d 4,
allora ipunti
in cuiessa incontra
T’~n~(~)
sono soloquelli
in cui essa incontrae
appartengono perciò
alsegmento
N*’N*".Per
quanto
concerne la secondaparte
dell’affermazione os-serviamo che la distanza fra l’i-nsieme costituito dal
segmento
N’N" e l’insieme è > 0.Sia d’
questa
distanza. E’allora,
se(u, v),s
ed Uindica un
punto
delsegmento N’N",
E’
quindi,
se U* è unpunto appartenente
alsegmento
N*’N*" che una retta ay*z* ha in comune con l’insieme
r,
dove con U si è indicata la
proiezione
di U* su sequesta appartiene
aN’N",
altrimenti si è indicato N’ oppure N" aseconda che
questa proiezione
è esterna a sinistra o a destradi N’N".
Perciò se la distanza fra ay*z* e è minore
di 81
= min1 d, 1 d’ , in
modo che la distanza fra TJ e U* sia minore di4 d’,
e se n, > n è un intero tale che per- > s abbia si ottieneciò che prova
completamente
la nostra affermazione.Osserviamo ora che il
punto
P +(y, z)
nonappartiene
allaimmagine Tl(7r*)
del contorno 7:* di 1t secondo(T~, C).
Esiste allora in virtù di una nota
proprietà
derlindicetopo- logico,
un numeropositivo 02,
minore del numeropositivo lim
la cui esistenza è stata poco sopra
affermata,
tale che seP~ (y~, z*)
è unpunto
distante daP (y, z)
per meno dia,
si haSia ora > n2 un intero tale
che,
Per n > n3~T 1’ ~n > (~~ )
nonpassi
per nessuno deipunti
P*=:(y*, z*)
che distano da p -(y, z)
per meno dia,,
e si abbiaSiano
7ts
;8 == , ,
... , vn; leregioni semplici
di Jordannelle
quali
ilpoligono x
è suddiviso dalleregioni
di Jordanche formano la
decomposizione
di C che è associata a(T’~n~, C).
Per una
proprietà
elementare dell’indicetopologico
si haper tutti
gli (y*, z*)
distanti da(y, z)
per menodi ó2
per iquali
lacorrispondente
retta non incontra nèspigoli
nèvertici del
poliedro
associato a(7~~ C)
Ciascuno dei numeri
O(y*, z-,’,-; ~’’tn~, 7t~n»)
vale =¡:: ~ se esoltanto se la
porzione (T’(n), 7t~n»)
della faccia delpoliedro
incontra la retta ay*z* in un
punto
ad essainterno,
altrimentivale zero.
Ne viene
quindi
per ciascuno deipunti (y*, z*)
in que- stione e perogni n
> n3ove con E’ si è indicata la somma estesa ai soli termini diversi da zero.
D’altra
parte
ilsegmento N*’N*", appartiene
alla retta inquestione,
per il modo come si è scelto deve incon- trare un numerodispari
di faccie di8D t1
equeste,
per il modocome si è scelto n3, sono tutte e solo
quelle
checorrispondono
alla