R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
B RUNO P INI
Proprietà locali delle soluzioni di una classe di equazioni ipoellittiche
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 32 (1962), p. 221-238
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DI UNA CLASSE DI EQUAZIONI IPOELLITTICHE
Nota
(*)
di BRUNO PINI(a Bologna)
1. - Indichiamo con x =
(m~,
... ,a?~)
e 8 =( s 1, ... , punti
di Rft
(spazio
euclideo realen-dimensionale),
con s’-f- is",
s’e s" E
Rm, punti
di Cx(spazio
euclideocomplesso n-dimensionale)
e
poniamo
Sia un
polinomio
differenziale acoefficienti costanti
(reali
ocomplessi); l’equazione
lineare8i dice
ipoethttica
seogni
suasoluzione, supposta
una distribu-zione,
è funzione ordinaria localmente di classe C°°.Si dice ctasse di
Gevrey > 0)
l’insieme di tutte le funzioni *u(z)
= ... , definite in unaregione V,
dotate delle deri-vate di tutti
gli ordini,
a ciascuna dellequali
sono associabili delle costantipositive C, B1, ... , Bn
tali cheper qi , ... , 9 q. =
0, 1, ...
(*)
Pervenuta in redazione il 30aprile,
1962.Indirizzo dell’A.: Istituto matematico, Università,
Bologna.
È
statoprovato
che affinchèogni
soluzionedell’equazione (] )
in una
qualunque regione
limitataappartenga
alla classenecessario e sufficiente che la varietà
N(P),
definita da+ s" )
=0, appartenga
allaparte
dellospazio
C" definita dalladiseguaglianza
per certe costanti C > 0 e
Ci -
D’altra
parte l’equazione (1)
èipoellittica quando
e soloquando
da
P( -
is’ --~8")
= 0 - +cxJ segue inquesta ipotesi
vale anche larelazione ll s" ll > C ll
s’IIA
per uncerto h >
0 ;
da ciò segue che tutte le soluzioni di una stessaequazione ipoellittica appartengono
a una certa classe diGevrey.
Facciamo la
seguente
osservazioneparticolare:
consideriamoInequazione parabolica
in forma canonica a coefficienti costantiogni
sua soluzione è di classe(~l
in zi e di classeO2
in ovvia-mente
operando
una sostituzione lineare(reale)
su xl e x2 sipotrà
affermare solo
l’appartenenza
alla classeO2
nelcomplesso
dellenuove variabili.
C’è
quindi
daaspettarsi
che le soluzioni di certeequazioni ipoellittiche, presentate
in una certaform canonica, apparten-
gano a una classe di
Gevrey rispetto
a un gruppo divariabili,
aun’altra classe di
Gevrey rispetto
a un altro gruppo divariabili,
ecc. Nella
presente
Nota consideriamo una classe diequazioni ipoellittiche
per lequali
si verifica talepresunzione.
Consideriamo
l’equazione
P, (2013)
è una combinazione lineare a coef&cienti costanti(reali
B
/o
complessi)
dioperatori
differenziali deltipo
essendo m~, ... , m,, numeri naturali tali che m > m2 > ... > m" >
> 0.
Proviamo che :
Condizione necessaria e
sufficiente affinchè l’eq uazione P1( ~/~x)u
== 0 sia
ipoellittica
è che siaper
ogni
s reale nullo.Poniamo
Scriviamo simbolicamente
Pl( -- is)
=P((+ i i ~>;
fissati co-. munque i
segni
delle ilpolinomio I T ( )
riesce omo-geneo di
grado
mi e, a causa della(7),
si ha cheper il
TIl
-- 1esiste una costante
positiva
~’ tale cheRicordiamo ora che condizione necessaria e sufficiente af- finchè
l’equazione P
0 siaipoellittica
èche,
indicatacon una
qualunque
derivatad’ordine q rispetto
alle sx, si abbiaOra da
(10)
segue che~i(2013 is ) ~ - 0 (eb )
mentre ovviamente~ DaP1( - is) ~ i
=o(Lon,,1); pertanto
la(11)
è soddisfatta.Supponiamo
ora che per un certo So =(’0.1,
..., nonnullo sia
P1(- iso)
=0;
daP((+ iÀ io 1)
=io !)
se-gue che per
ogni
A > 0 riesceOra,
fissato unoqualunque
dei termini(5),
si hamentre
P i ( - is )
= 0 perdegli s opportuni
arbitraria- mentegrande;
ciò contraddice la(11).
Nel
seguito
consideriamol’equazione (4)
con la condizionePi ( - 18) #
0 per s reale non nullo.2.1) -
Indichiamo con g lospazio
delle funzioni di classe C°° asupporto compatto
con la notatopologia
e con KI lospazio
delle distribuzioni su .g. Consideriamol’equazione
linearel)
Per unaesposizione completa
di quanto sommariamente èripor-
tato nel n. 2 rimandiamo a G. E. SHILOV,
Proprietà
locali delle soluzioni tùlleequazioni differenziali
alle derivateparziali
concoefficienti
co8tanti,Uspehi
mat. nauk XIV, n. 5 (89) 1959(in
russo).a coefficienti costanti
Per soluzione di
(12)
intendiamo una distribuzione de- finita in unaregione
(~ c ~~ tale che perogni
E g concentrata in Q~ siaintendendo col soprasegno il
coniugio.
La u sipuò prolungare
su
tutto
restando invariata in unaregione
V interna a G.Pertanto se G è limitata la u si
può
pensare asupporto
limitatoconcentrato
dopo
che sia statamoltiplicata
per una funzione di classe C°°eguale
a zero fuori di G edeguale
ad 1 in V.Seguendo
Schwartz si chiama soluzione fondamentale di(12)
una distribuzione
8(ro)
di g’ tale cheRisulta che se una soluzione fondamentale
8(a?) dell’equazione (12)
è di classe C°°dappertutto
tranne chenell’origine
delle coor-dinate,
alloraogni
soluzione localeu(z) dell’-equazione (12),
sup-posta
una distribuzione diKI,
è una funzione ordinaria di classe C°°. Pertantoun’equazione
èipoellittica
se e soltanto se ammetteuna soluzione fondamentale del
tipo
indicato.Se la
(12)
èipoellittica
i valori di una sua soluzioneu(x)
inuna
regione
limitata si possonoesprimere
nel modo consueto mediante i valori di essa e di certe sue derivate sulla frontiera.Sia infatti una funzione di classe C°°
eguale
a zero fuoridi un intorno U
dell’origine
delle coordinate dellospazio
2~ed
cguale
ad 1 in un intornopiù
ristrettodell’arigine.
Indichiamocon W V una
regione
dotata dellaproprietà
che la sommaaritmetica W -f- U sia contenuta in 1T. Allora in W
(che
risultanon vuoto se U è sufficientemente
ristretto)
si haQuesta,
nel casoipoellittico,
èun’eguaglianza
tra funzioniordinarie e
può
scriversiPassando al limite per
a(~)
tendente alla funzione caratte- ristica d.i Ú si haLa si
può
pensare di classe C°°dappertutto
e nulla fuori di unaregione V,
pur nonessendo,
ingenerale,
soluzionedi
(12)
fuori di V.Eseguendo
delleintegrazioni
perparti, poichè
in U è
P(Dlbe) ~(~)
=0,
si ottieneove
Px
eQx
sonopolinomi
digrado
m(grado
dicx(~)
=6(~)~
e 1’ indica la frontiera di U.La
(13)
sipuò
anche scriverePoichè U si
può
far variare insieme con x con molta arbitra-rietà; allora,
fissato unpunto
m., almeno per x abbastanza pros-simo a, si
può
scriverePer le derivate di
u(x)
siottengono espressioni
deltipo
3. - Chiameremo classe di
Gevrey
l’insieme di tutte le funzioniu(x),
x =(xl,
... , ... ,xk$ ; ... ; m~.-~+ i’ ... , xxy)
definite in una
regione
V dotate delle derivate di tuttigli
ordiniverificanti le
diseguaglianze
... , i
At"
--0, 1,
... , ciascuna per certe costantipositive C, Bk . È
chiaro che la classe è chiusarispetto
all’add.izione e allamoltiplicazione
per numeri. Proviamo che lo stesso avviene per la derivazione. Fissiamo p- &(1 1 C k9 - k¢ 1)
eponia-
Si ha
Si ha
onde
con 1
Supponiamo
ora che la soluzione fondamentale8(~)
relativaall’operatore appartenga
alla classe inogni
re-gione
limitata non contenentel’origine
delle coordinate(nè
nel-l’interno nè sulla
frontiera).
Torniamo alla formula
(14).
Le funzioniek(x)
sono certe sommedi derivate di
8(.r)
prese in unaregione
non contenentel’origine
delle coordinate e
perciò appartenenti,
insieme ad8(.r)y
alla classe~Hl+ ... + H~u
Kk1,...,kvB1,...,Bv . Quindi
per DAU =dxh11 ... dxhkvkv
siottengono
le valuta- zionida cui segue
che,
insieme cong(x),
ancheu(z)
E4. - Diamo ora per una
g(x),
relativa alla(4),
unapresenta-
zione che
permette
di dedurnel’appartenenza
alla classe Fissiamo apiacere
una dellevariabili,
peresempio
che denotiamo con y, mentre continuiamo per comodità a deno- tare con x il
punto
... , 1, ... ,xx~)..
Applichiamo
formalmente la trasformata di Fourierrispetto
a o. Da
’
si deduce
un’equazione
differenziale ordinaria la cuiequazione
caratteristica è
Poichè
P1(-
0 perogni s
reale nonnullo,
la(17),
cheè di
grado
m,, non ha radiciimmaginarie
pure. Essa avrà un numero costante M di radici aparte
realenegativa
e un numerocostante N di radici a
parte
realepositiva,
M + N = mJ); con- tinuando a denotare con s ilpunto (s,,,
... ,skp_1+q_ 1, skp-1+q+1,
... , 9siano
~,1(s), ... , ~,,~(s)
leprime
e~,,~+ 1(s),
... ,~,m9(s) - ~,,~+P(s)~
le
seconde ;
persemplicità supponiamo queste
radici tuttesemplici.
Poniamo
onde,
se~,(s) - ,u,(s~’~l~m~,
si trae che le radici,u f(s)
sono0(1)
e
quindi
esiste
poi
una costantepositiva
c tale chePer comodità di scrittura
presentiamo L(u)
nella formaessendo x =
(xl, ..., Xkp-~+a+ 1, ..., Xt.).
Se
Q*k
èl’operatore aggiunto
diQ,
si haove non interessa
esplicitare
l’ultima sommatoria.Sia ora
V(x - 8 ; y -
=E1, ..., xkp-1+q-1 -
-
Exp-1+q-1, y -
’1/,xkp-1+q+1 - Ekp-1+q+1, ..., xkv
- una fun-zione
regolare
tranne che= ~ f,
y = ’YJ, che nelle variabili sia soluzione diL(u)
= 0(e
nelle variabili~,,
7 sia sol u- zione diL*(u)
=0).
Si ottiene
Diremo che V è soluzione fondamentale relativa
all’operatore
.~ se
per
ogni
sufficientementeregolare.
Poiché l’ultimo
integrale.
scritto è unprodotto
dicomposi- zione,
indicata conV(8, y - q)
la trasformata di Fourier diy -
7 ),
si è condotti a richiedere che siaavendo
posto ~
1Ogni
è per p --~ 0. Se lesingolarità presentate
dai coefficienti die(w-fJ)ÂJ(’)
ed per s = o sono into-grabili,
alloraavendo
posto
. In caso contrariosi
può procedere
a unaregolarizzazione
di taleintegrale.
Alnostro scopo è
però
sufficiente valutare le derivate apartire
daun certo
ordine,
equindi,
essendocon R arbitrario
polinomio
a coefficienticostanti, possiamo
ser-virci della formula
riferendoci per
esempio
a y> r~,
perH~
-E- ...-E- g,, ~
c~i una certa costantedipendente
soltantodagli
m, eda k, .
Scomponiamo
in un numero finito di settori in ciascuno deiquali ogni sk
sia di segno costante.Esaminiamo,
limitatamentea
una j, l’integrale
esteso aquel
settore in cui tuttele 8.
sonopositive. Eseguendo
la sostituzionesi ottiene
dove C è una costante
indipendente dalle hk
e il simboloJY II
indica il
prodotto
di tutti i fattori esclusoquello corrispondente a r = p, l = kp-1 + q.
A causa delle
(18)
e(19)
esisteranno due costantipositive
a e C tali che
d’altra
parte,
se q+ 5
y con 0h,
si ha per un conve-niente P
> 0(le
ix sono attualmentepositive).
Supponiamo dapprima hkp-1+q
= 0.Esprimiamo
r come la somma rl+
...+ rt.-~+a-~ + rtp-~+t+~
++
...+ rt.
ovegli
rx siano numeripositivi
o nulli.Perciò il modulo
dell’integrando
in(24)
èmaggiorato
daove non
figura tk9_1+Q;
C e co sono convenienti costantipositive indipendenti dagli hk .
Osf3ervando che per 0 riesceper due convenienti costanti
positive
C epossiamo
anchev kr
@
conglobare
il fattore( Il negli esponenziali
au-r=2
mentando C e diminuendo cv.
Quindi
il modulodell’integrando
in
(24)
sipuò maggiorare
conessendo C ed w convenienti costanti
positive indipendenti dagla hk .
Gli r,,, di somma costante
eguale ad r,
sisceglieranno poi
nelseguente
modo:= O
se3;
in caso contrario= in modo tale che sia
1 ~- 1 ~ 2;
ciò èovviamente
possibile
non appenaHi
+ ... +H,
sia abbastanzagrande.
Ne segue
chel’integrale
simaggiora
cone,
poichè F(z)
è crescente2,
anche conD’altra
parte
(O
81) per a > 1,
onde in definitiva si ottiene la mag-giorazione
Supponiamo
ora 0.Si ha
onde
Ora
Sommando le
maggiorazioni
che siottengono
sostituendo| Ahkjp-1+q(s) I
successivamente con e(2kvCtkm1/mp)hkp-1+q,
8i ottiene in definitiva che
rintegrale (24)
simaggiora
conGl’integrali
estesi ai restanti settori in cui si èscomposto R’-1
si valutano allo stesso modo. Si ha cos una valutazione relativamente alsernispazio q
+ ~y.
Evidentemente lo stesso risultato si ha per il
semispazio y C~ -~.
Dunque
la costruita soluzionefondamentale,
che ora in-dicheremo con
Yk~_i+Q(x - ~, y - r~), appartiene
alla classeper ~ 1
> ~ con ~ numeropositivo
arbi-trario. Essa è di classe C°° fuori del
punto x = ~, y
= ii; dobbiamoancora provarne
l’appartenenza
alla classe inogni regione
cui sia esterno ilpunto
x= ~, y
= r .A
questo
scopo osserviamo intantoche, supposto
adesempio
y
> ~,
la sostituzionemuta
l’equazione (17) nell’equazione
Detta la radice di
questa corrispondente
aÅ;(s),
si haL’integrale
chefigura
nel secondo membro della(23),
ove sisopprima
lapotenza
di-i,
con la sostituzione indicata eponendo
anche
ai scrive
essendo
Detto = l’insieme
degli
X per cui è ~ >>
perogni
-f- t ~-~- l,
in t il mo-dulo
dell’integrale
chefigura
nella(27)
sipuò maggiorare
come siè fatto in una situazione
analoga eseguendo
convenientiintegrazioni
perparti
su + i , tenendopresente
che + , ==
(1) .
Posto
(intendendo con ~’ ~’
la somma estesa a tutti i valoridegl’indici escluso j = p, h
= -~-q)
la(27)
in modulo sipuò
in definitivamaggiorare
conove E è un fissato numero
positivo
arbitrariamentepiccolo
eCe(g)
è unaopportuna
costantedipendente
dalla scelta di E edegli hi .
(s)
B.Pini,
Precisazioni e alla Nota: 8oZuzioM per mna classe diequa.rioM
a derivate parziali concoe ’
’Atti Sem. Mat. Fis. Univ. Modena, X
(1960-61).
Ciò premesso, osserviamo che i
ragionamenti
fattipreceden-
temente con la scelta della variabile che abbiamo de- notato con y, si possono
ripetere
se sisceglie
unaqualunque altra xi (facendo
sempre, percomodità, l’ipotesi
chel’equazione corrispondente
della(17)
abbia radici tuttesemplici).
Indichiamocon
Vi
la, soluzionefondamentale,
costruita colprocedimento
indicato sopra,
quando
siscelga
come y la x; . Fissiamo adesempio j =
1. Si ha intanto che perE1 I
>8, con 8 > 0
fissata apiacere, iTi
EGi ~;~iÌ" ~?,...,c~li~»~)
Consideriamo l’intervallo I:
- 8 x2
d, ...,
i- 8 C y h,
... , - b e, percomodità,
po- niamo ilpunto (e, ii) nell’origine
delle coordinate. Possiamoesprimere
una derivata nell’interno di I per mezzo dellaY 1
con una formula deltipo
avendo indicato con 1~ la frontiera di I e con a f certe costanti.
A causa della
maggiorazione
di fornita dalla(28)
edall’analoga
perV1,
non appenale I h i
e ~i a i
sono sufficiente- mentegrandi,
sipuò
passare al limite per~ -++ex>
ottenendoDa
questa
si deduce _che per a~--
e b - e, - 6 Cx2 8, ..., - 8 xkv 8, con E > 0 a piacere (a + E b - E),
riesce +Q E -
Concludendo: