A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
V ITTORIO C HECCUCCI
Sulla riduzione a forma canonica delle equazioni di una omografia
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 9, n
o3-4 (1955), p. 201-206
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DELLE EQUAZIONI DI UNA OMOGRAFIA
di VITTORIO CHECCUCCI
(Pisa)
La riduzione a forma
canonica,
mediante unaopportuna
scelta del si- stema diriferimento,
delleequazioni
di unaomografia
w nondegenere
diuno
spazio Su (proiettivo, complesso, ad *i& dimensioni)
insè,
è ottenuta daivari Autori che si sone
occupati dell’argomento (1),
conprocedimenti alquanto
’
laboriosi e che talvolta richiedono considerazioni delicate ed estranee alla natura
geometrica
ed elementare delproblema.
Non ci sembra
perciò privo
di interesse esporrequi
unprocedimento geometrico, rapido
edelementare,
per ottenere la suddetta forma canonica.Richiamate
(nel
n.1)
lepoche
nozioni sulleomografie
che ci occorre-ranno nel
seguito,
nei nn.2,
3 faremo vedere direttamenteche, qualunque
sia la co
(non degenere),
esiste sempre in8,,
un gruppo dispazi
che sonouniti, indipendenti, appartengono
e su ciascuno deiquali l’omografia
subordinata ha un solo
punto
unito. Con ciò la riduzione alla forma cano-nica di JORDAN delle
equazioni
della wpuò
dirsiconseguita, perchè
è ricon-dotta a,
quella
delleomografie
con un solopunto unito,
equesta
siottiene,
come è
noto,
in modo moltosemplice. (n. 4).
Infine faremo vedere che le suddetteequazioni
canoniche sono univocamente determinate dalla co e nondipendono
dalprocedimento adoperato
per ottenerle(nel
senso che verràprecisato
nel n.6);
otterremo cos anche le ben note condizioni di WEIER-STRASS e C.
SEGRE,
necessarie e sufficienti per 1’identità birazionale di dueomografie.
(1) Per le notizie storiche vedasi : ENRIQUES e CHISINI, Lezioni sulla teoria geometrica
delle equazioni ecc., Bologna
1918,
Vol. II, pag. 681.Vedasi anche :
G. SCORZA, Corpi numerici ed algebre, Messina, 1921, pag. 429.
E. BERTINI, Introduzione alla geometria proiettiva degli iper8pazi, Messina, 1922, pag. 100.
S. CHERUBINO, Sulla riduzione dell8 matrici a forma canonica, Rend. Acc. Lincei, Serie 6a, Vol. XXIII, 1936, Nota I e II.
W. HODGE and D.
PEDOE,
Method8o f Algebraio
Geometry Cambridge,19471
Vol. I,pag. 327. "
202
1. - Sia co una
omografia (non degenere)
di unospazio (proiettivo
com-plasso ,Sn
in sè. Nelseguito
avremo occasione diadoperare
leseguenti
pro-prietà che,
come è benneto,
sono conseguenza immediata delleequazioni
della w.
a)
La col ha almeno unpunto
unito e almeno uniperpiano
unito.b)
Se col ha un solopunto
unito allora esso ha un soloiperpiano
u-nito,
e viceversa.c)
Inogni spazio
unito la co subordina unaomografia.
d)
Inogni
stella di rette avente per centro unpunto
unito la col su- bordina unaomografia.
2.
- Diremo chel’omografia
co è riducibile se esistono duespazi
unitiindipendenti
edappartenenti
adSn,
cioè se esistono duespazi
unitiSh
edSn-h-1 privi
dipunti a
comune ; se non esistono due talispazi
diremo chela w è
Dalla definizione segue subito
che, qualunque sia
w(riducibile
ono)
esiste sempre un gruppo di
spazi
che sono
uniti, indipendenti (2), appartengono
adSn (3), e
su ciascuno deiquali
la co subordina una
omografia
Infatti,
se co èirriducibile,
lospazio Sn
forma da solo un gruppo deltipo (1).
Se invece la m ériducibile,
allora esistono duespazi b~h
edA.’l~~-h-~
che sono
uniti, indipendenti,
edappartengono
ad8,,;
se in ciascuno dei detti duespazi
la w subordina unaomografia irriducibile,
allora ed for-mano un gruppo del
tipo (1).
Se invece1’omografia
subordinata da, w in unodi
essi,
peresempio
inSh, è riducibile,
allora esistono(entro Sh~
duespazi
ed che sono
uniti, indipendenti,
edappartengono
ad e i trespazi Sh’, ~~h_h’-1 ~
sonoindipendenti
edappartengono ad 8,, .
Se leomografie
subordinate da co in ciascuno diquesti
trespazi
sono tutte irri-ducibili,
allora essi formano un gruppo deltipo (1) ;
in caso diverso si con-tinui come sopra. Il
procedimento
ha termine certamenteperclrè
il numerodegli spazi (indipendenti)
di ciascuno deigruppi
che via via siottengono
non
può
superare n-~-1.
3. - Le
omogi-afie
irriducibili sono tutte e solequelle
che hanno un solopunto
unito.(2) Cioè lo spazio oongiiingente ha dimensione
(3)
Cioè lospazio congiiiiigeiite
è quindiInfatti una
omografia
riducibileha, almeno
duepunti uniti, perché
essaha due
spazi
unitiprivi
dipunti
a comune ed in ciascuno di essi ha almenoun
punto
unito[n. 1, c)
ea)].
Dimostriamo ora che se una
omografia
co di8n
ha duepunti
uniti di-stinti P e
Q,
essa allora èriducibile,
e inoltregli spazi
uniti eprivi
dipunti
acomune
ed(che
esistono perla
definizione diriducibilità)
possono essere scelti in modo che uno di essi
contenga
P. Laproprietà
èseuz’altro vera per
n = 1 ; supponiamo
che sia vera perogni 8r
di dimen-sione
r n
e dimostriamola per la dimensione r _-_ n .A tal fine consideriamo
1’omografia c0p
subordinata dalla w nella stella di rette avente per centro ilpunto
unito P[ù. 1, d)].
Se lawP
hauna sola retta
unita,
allora essa ha un soloiperpiano
unito[n. 1, b)],
equindi
la col ha un soloiperpiano
unitopassaute
per P. Ma la w ha almeno dueiperpiani
unitiperchè
ha uniti i duepunti
distinti 1’ eQ [n. 1, b)] ;
nesegue che la w ha almeno un
iperpiano
unito nonpassante
perP,
edalla esistenza dei due
spazi
unitiP,
segue laproprietà
che volevamo dimostrare.Se invece la ha
più
di una rettaunita, allora,
essendo r = n - 1la dimensione della stella di rette per
quanto
abbiamo ammesso lawP
èriducibile, quindi
in esistono due stelle unite(di
dimensioni k - 1 e
~z - k -1) prive
di rette a comune e tali che una di esse, peresempio contenga
la rettaP Q.
Glispazi Sk
edSn-k
am- bienti diqueste
due stelle sono uniti nella w ed hanno a comune il solopunto
P. Epoichè
lospazio
unitoS~
ha dimensione k[~n
e contiene i duepunti
uniti Pe Q,
y perquanto
abbiamo ammesso si ha chel’omografia
su-bordinata da w in esso è riducibile ed
esistono (in Sk)
duespazi Sh
eduniti, privi
dipunti
a comune e tali che uno diessi,
peresempio Sk-h-1,
contiene P. ’ Glispazi Sn_k ed Sk-~h-1
sono uniti nella w ed hannoa comune il solo
punto P, quindi
il lorospazio congiungente
9 ha la dimensione-1,
y è unito nella w , y contieneP ,
e non hapunti a
comune con lo
spazio
unitoSh.
Con ciò la nostraproprietà
risulta dimo- stratacompletamente.
’
4. - Con una
opportuna
scelta del sistema diriferimento
leequazioini
diuna’
omog1’afia
co irriducibile si possono scrivere nella(4) :
’
(4) Ciò è ben noto (vedi per es. ENRIQUES- CHISINI, Loc. pag. 679). Ne
esponiamQ
qui
unasemplice dimootrazione,
solo per compietela,204
Poichè la o) ha un solo
punto
unito(n. 3),
essa ha[n.
1b)]
un soloiper- piano
unito inquesto S*-,
la co subordina unaomografia
con un solopunto
unito equindi
con un solounito ;
inquesto 8:-2 la w
subordina. una
omografia
con un soloS,’~ 3 unito ;
ecc. Fissiamo ora unpunto .An
adarbitrio, purchè
fuori di Ilcorrispondente A;~
di distinto daAn (perchè
r~ ha un solopunto
unito che staquindi
in tuttigli spazi 5?) ~
nonsta in
(perchè S* 1
è unito in e la rettaA,, A n
incontra8:-1
inun
punto
che non sta in8:-2 (perchè
altrimentil’iperpiano congiun- gente S~~ 2
edA,,
sarebbe unito e distinto daS* n- 1).
·Analogamente
si vedeche il
corrispondente
diAu-1 è
distinto da non sta in8:-2, e
la retta
A ~~_l
incontra8:-2
in unpunto
che non sta inCos continuando si
ottengono n + 1 punti Au , A"_1,
... ,~o ~ ~ ?
che sonoindipendenti perchè
lospazio congiungente Ao , Ai ,
... ,A~
è lospazio
unitosf (i
-0,~ 1, ... , n -1) ,
y eA n
sta fuori diS:-1.
Scegliendo
come vertici dellapiramide
fondamentale ordinatamentepunti Ao ,
7 i leequazioni
di w diventano deltipo :
perchè
ilcorrispondente
diAi
sta sulla rettaA;+i Ai,
e la m ha unsolo
punto
uni to = Inoltre ib2 ,
9 ...bn ,
i sono tuttidiversi da zero
perchè
w è nondegenere
e irriducibile. I)alle(3),
canbiandoil
punto
unità mediante lesi
ottengono
le(2).
5. - Consideriamo infine una
omografia
Q) nondegenere, qualunque,
di
Sn
in sè. Indichiamo con ,un gruppo di
spazi uniti, indipendenti, appartenenti
adS" ,
7 e suciascuno
deiquali
la m subordina unaomografia
irriducibile. Un tale gruppo dispazi
esiste perquanto
abbiamo visto nel n. 2.(5) Cioè scegliamo come punto unità il punto comune agli n iperpiani
di
equazioni
Fissiamo
i vertici dellapiramide
di riferimento di in modo che iprimi h1-~-1
vertici stiano in isuccessivi h2 + 1
stiano in 1...gli
ultimi
/~ -)- 1
stiano in Oon ciòil
modulo della co diventa deltipo
dove le
Br (r -1, 2,..., m)
indicano matriciqiiadrate
di ordinehr + 1 ,
esono i moduli delle
omografie
irriducibili co,subordinate
da conegli spazi
Shr.
Se inoltre inogni Shr
di dimensione 0 fissiamo i vertici dellapi-
ramide di riferimento che stanno in esso, in modo
che~ rispetto
alla omo-grafia
irriducibile Wy essi formino un gruppo dihr + 1 punti
deltipo
diquello
descritto nel n.4,
leBr
diventano moduli di sostituzioni deltipo (3).
Infine cambiando il
punto
unità con unasostittizioue Lo’yt - kt xt (t
-0,
21, ... , n)
laquale operi
su ciascuno deigruppi
di variabili relativiagli spazi
Shr
didimensione hr 0,
y come operano le(4) rispetto
alle(3), ogni Br
di-venta del
tipo
con at, a2 , ... , am, numeri diversi da zero
(distinti
ono).
Con una tale scelta del sistema di
riferimento
inSn ,
il modulo di w di- ventaquindi
una matrice C che è somma diretta delle matriciJhl (ai) , Jh2 (a2) ,
... ~Jhm (6). Corrispondentemente
leequazioni
di co assumono lafor1na
ca-nonica d i JORDAN.
6. - Indichiamo con et, 9 Q2 ... , 2 Lot
(t
«:.----m)
i numeri ar che sono due adue distinti
(cioè
leradici
distintedell’equazione
cHrattel’istica(6) Cioè C è del tipo :
206
det.i con
gli
ordini di tutte le J in cui com.pare la stessa
radice Qi disposti
in ordine noncrescente;
e infine conle
molteplicità
dellaradice (li, rispettivamente
per il determi- nante D(p)
eper i
suoi minori di ordine Per laparticolare
forma del determinante D(9)
si vede subito che èe
quindi
Gli interi
,2i ,
... , come ènoto, dipendono
solo dalla m e non dal1 7
A2 pti
7 9sistema di riferimento
(7) ;
ne segue, per le;5)
che anchegli
interieii),
cioè
gli
ordini delle J in cui compare la stessa (li sonoperfetta-
7
mente determinati dalla OJ. Da ciò e tenendo
presente
che inumeri
1 C2 1 sono determinati da co a meno di un fattore diproporzionalità,
se-gue che :
Il modulo 0 delle
equazioni
canoniche(di JORDAN)
di unaomogra,fia
nondegenere
co è dalla co a meno dellloí-dine in cui le niívtrici J siseguonõ
nelladiagonale pi-iiteipale
e a 1neno di unfattore
diproporzionalità
per i numeri Q2 Qt
"
Le
espressioni
sono i divisori elementari
(di WEIESTRASS)
di D(e) corrispondenti
alla ra-L’insieme dei
gruppi
di numeri interie22 ,
... , è laristica di C. SEGRE della col.
Dalla unicità
(nel
senso sopradetto)
delleequazioni
canoniche della ro , seguono subito le classiche condizioni di WFIFSTRASS e C.SEGRE,
neces-sarie e sufficienti
perchè
dueomografie
sianoproiettivamente identiche ;
ba-sta tener
presente
che leequazioni
di un cambiamento di riferimento si possonointerpretare
anche comeequazioni
di unaomografia
nondegenere
e viceversa.
(7) Vedi, per esempio, BERTINI, Loc. cit. pag. 82.