A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
B ASILIO M ANIÀ
Proprietà delle estremanti nei problemi di Lagrange
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 5, n
o2 (1936), p. 89-126
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NEI PROBLEMI DI LAGRANGE (1)
di BASILIO MANIÀ
(Pisa).
In alcune note e memorie
precedenti
ho dimostrato dei teoremi di esistenza per le estremanti di una notevole classe diproblemi
diMAYER,
di LAGRANGE edi BOLZA
(2),
e in una recente memoriadegli
« Annali della R. Scuola NormaleSuperiore
di Pisa »(3)
hostabilito,
peri problemi
di MAYER relativi aun’ equa-
zione differenziale della forma
o
delle
equazioni analoghe
alleequazioni
di EULERO-LAGRANGE a cui le estremanti debbono soddisfare. Nella deduzione di taliequazioni
non hofatto,
sulla conti- nuità e sulla derivabilità delleestremanti,
nessunaipotesi
che non risultigià
veri-ficata in base ai teoremi di esistenza da me
dimostrati,
cosicchè leequazioni
stabi-lite per le estremanti si
collegano
senza lacune ai teoremi di esistenza.Nella
presente
memoria mi propongo di ottenere un risultatoanalogo
per i(1) Lavoro eseguito nel Seminario Matematico della R. Scuola Norm. Sup. di Pisa.
(2) Esistenza dell’estremo assoluto in un classico problema di Mayer, Ann. della R. Scuola Norm. Sup. di Pisa, Serie II, Vol. II (1933), pp. 343-354. - Sul problema di Mayer, Rend.
della R. Acc. Naz. dei Lincei, Serie VI, Vol. XVIII (1933), pp. 358-365. - Sui problemi di Lagrange e di Mayer, Rend. del Circolo Mat. di Palermo, T. LVIII (1934), pp. 285-310. - Sulla curva di massima velocità finale, Ann. della R. Scuola Norm. Sup. di Pisa, Serie Il,
Voi. III (1934), pp. 317-336. - Sopra una classe di problemi di Mayer considerati come
limiti di ordinari problemi di minimo, Rend. del Sem. Mat. della R. Univ. di Padova,
VoI. V (1934), pp. 98-121. - Sopra alcuni problemi condizionati del Calcolo delle Varia-
zioni, Rend. della R. Acc. Naz. dei Lincei, Serie VI, Vol. XXI (1935), pp. 426-432.
(3) Proprietà delle estremanti nei problemi di Mayer, loc. cit., Serie 11, Vol. IV (1935),
pp. 107-131.
problemi
di LAGRANGE relativi a un’equazione
della forma(1)
o(1’)
e a unintegrale
o
Mi limito a studiare per esteso i
problemi
di LAGRANGE deltipo
oraindicato,
ma osservo
qui
che il metodoseguito
inquesta
memoria e nella memoria sopra ricordata siapplica
anche aiproblemi
di MAYER e di LAGRANGE(in
forma para-metrica)
relativi a un sistema diequazioni
differenziali deltipo
e
(nel
caso che si tratti di unproblema
diLAGRANGE)
a unintegrale
e cos pure
agli
stessiproblemi
in forma ordinaria.Inoltre,
il metodo stesso siapplica
anche nel caso in cui i funzionali che si studiano nondipendono
da unacurva variabile di un
piano,
ma da una curva variabile di uniperspazio
a unnumero finito
qualunque
di dimensioni.I risultati che
ottengo
inquesta
memoria sonoanaloghi
aquelli
che si otten- gono mediante laregola
deimoltiplicatori
di EULERO-LAGRANGE(4);
evoglio
osservare
che,
col metodo cheseguirò,
imoltiplicatori
risultano immediatamente edesplicitamente espressi
mediante le funzioni cherappresentano
la curva estre-mante. Osserverò inoltre che
1’ applicazione
dellaregola
deimoltiplicatori
diEULERO-LAGRANGE richiede
ipotesi
notevolmente restrittive sopra la derivabilità delle estremanti :ipotesi
che non seguono senz’ altro dai teoremi diesistenza ; invece,
come hogià detto,
noi non faremo taliipotesi,
bens la derivabilità delle estremanti ci risulterà come una conseguenza delleequazioni
chestabiliremo,
eciò in
completa analogia
coiproblemi
liberi del calcolo delle variazioni.(4) Vedi, per esempio, G. A. BLISS : The problemi of Lagrange in the calculus of varia- tions. Am. Journal of Math., Vol. 52 (1930), pp. 673-742; e anche, per una notevole sem-
plificazione delle ipotesi, L. M. GRAVES : On the problem of Lagrange. Am. Journal of Math.,
Vol. 53 (1931), pp. 547-554.
CAPITOLO I.
I problemi in forma parametrica.
1. - Premesse. - Indicheremo con A un campo del
piano (x, y),
con A unintervallo
(finito
oinfinito)
dell’ assereale u,
conF(x, y, x’, y’, u)
eG(x,
y,x’, y’, u)
due funzioni finite e
continue,
insieme con le loro derivateparziali
deiprimi
dueordini
rispetto
a x’ ey’,
e insieme con le loro derivateparziali
delprimo
ordinerispetto
a x, y, u, per(x, y) appartenente ad A, u appartenente
aA,
ex’, y’
numeri finiti
qualunque
non entrambi nulli. Dipiù
supporremo che le fun- zioniF(x, y, x’, y’, u)
eG(x,
y,x’, y’, u)
sienopositivamente
omogenee digrado 1, rispetto
a x’ e ay’,
cioè sieno taliche,
perogni punto (x,
y,x’, y’, u)
del loroinsieme di definizione e
per ogni
numerok > 0,
si abbiae
Chiameremo curve ordinarie le curve continue e rettificabili
appartenenti
alcampo A,
per lequali 1’ equazione
differenzialeammette in
quasi-tutto
1’ intervallo(O, L)
una soluzioneu(s),
assolutamente con-tinua in tutto
(0, L),
conu(0)
=2co, essendo uo un valore fissato nell’ intervalloL1,
e
u(s)
sempreappartenente
a L1.Per
ogni
curva ordinaria 0 risulta definitol’integrale
nel
quale
è la soluzione della(3)
che abbiamo definita sopra.L’equazione differenziale (3),
con la condizioneu(0)=uo,
èequivalente all’ equazione integrale
(5)
Indichiamo con s la lunghezza dell’ arco della curva e con L la lunghezza del-1’ intera curva.
e se
è una
qualunque rappresentazione parametrica
della curva 0 conX(t)
eY(t)
fun-zioni assolutamente continue nell’ intervallo
(a, b),
la(5)
èequivalente all’equazione
dove
U(t)=u(s(t»,
e si haSe M è una classe di curve
ordinarie,
e se 0 è una curva diJe,
unpunto P
die si dice
punto
di indifferenzarispetto
al campo A e alla classeJt,
seè
possibile
determinare un numeropositivo Q
taleche,
indicato con(P, O)
ilcerchio di centro P e
raggio ogni
curvaordinaria,
ottenuta da @ sostituendoun arco di essa
appartenente
a(P, ~O)
con un arco aventegli
stessipunti
termi-nali e pure
appartenente
a(P, O),
sia ancora una curva della classe ~.2. - La condizione
generalizzata
di Eulero per le curve estremanti. - Seè una curva minimante
(o massimante)
perl’ integrale 5(2
in una classedi curve
ordinarie ;
se la soluzione
uo(s) dell’equazione (5) corrispondente
alla curva00
ha valori sempre interni all’ intervalloL1;
allora
ogni
arco ao diGo
i cuipunti,
esclusi alpiù
ipunti terminali,
sieno tutti interni al campo A e di indifferenza
rispetto
al campo A e alla elasse ’JC,
soddisfa alle dueequazioni
con
(6)
Gli argomenti delle funzioni integrande sono xo(s),yo(s), xo’(s), yo’(s),
~cQ(s).Supponiamo dapprima
che 1’ arco ao siatutto,
ipunti
terminaliinclusi,
dipunti
interni al campo A e di indifferenzarispetto
alcampo A
e allaclasse-%.
Indichiamo con
(s’, s")
1’ intervalloparziale
di(0, Lo)
checorrisponde
all’ arco ao,e dividiamolo in n
parti uguali
mediante ipunti
Fissato un numero intero
positivo i n,
definiamo sull’ intervallo(0, Lo)
unafunzione
gi’(s) ponendo
e sia
- -
Allora si possono determinare due numeri
positivi n e õ,
taliche,
se èn > n e ~ ) ~
la curvasia una curva ordinaria
(1).
Indicata con
u(s, e)
la soluzionedell’equazione (5) corrispondente
alla curvaB~
e
posto
si deve avere
perchè 80
è una curva estremante per~~ .
1Osserviamo ora che è
(7)
Vedi B. MANIÀ : Proprietà delle estremanti ecc., loc. cit., p. 110.e
Per valutare le
derivate u8 e=0
checom p aiono
inqueste
dueformule,
fissiamoun
intorno (e)
diCo
cone 1,
e unintervallo
A’ finito contenuto in A e conte- nente tutti i valori diuo (s)
nel suo interno.Dopo
di ciòindichiamo
con M un numeromaggiore
di 1 emaggiore
del massimo valore assoluto diF
diG,
edelle loro
derivate
cheabbiamo
ammessoesistenti,
perx y) appartenente au’in-
torno
(é)
diC0, X’2+y’2=1,
uappartenente all’ intervallo
4’.Allora vale la
seguente disuguaglianza
da cui segue
con
Per calcolare la
derivata LU
ò E‘onell’ intervallo ( s ~ 2+s, Lo)
osserviamo che in taleintervallo
si ha(8)
Gli argomenti delle funzioni integrande nei secondi membri delle formule (9) e (10) )sono xo(«9), yo(s), UO(8).
&
(9)
Vedi B. MANIÀ : Proprietà delle estremanti,ecc.,
loc. cit. p. 111.e
quindi (10)
Derivando
rispetto
a s eapplicando
la formula risolutiva per leequazioni
diffe-renziali lineari omogenee si ottiene
I’ equazione
e ricordando che è
con 11J/ 1,
dalla(12)
seguecon ~i* ~ 1.
Dalla
(12*)
e dalla(10)
siha, infine, ponendo
1’ equazione
con ~ ~
1.Se
poniamo,
per brevità discrittura,
(i°) Vedi CARATHÉODORY : Vorlesungen úber reelle Funktionen pp. 665-688.
(i )
Vedi B. MANIÀ : Proprietà delle estremanti, ecc., loc. cit. p. 111.dalle formule
(7), (8), (11)
e(14)
segue la formulacon
Possiamo
semplificare
la(15)
osservando che èe
e
quindi
essendo
e l~ una costantedipendente
soltanto da if e daLo.
Se nella
(15*)
trasformiamogli integrali
la definizione di otteniamo
l’equazione
e ricordiamo
Se
nell’ equazione
ora stabilita facciamoi =1, 2,...., 1~ -1,
esommiamo,
risulta :con
10’ 1 ;
e se dividiamoquesta equazione
per lalunghezza
*9/ si
degli
inter-n
valli
(si-,, si)
epassiamo
al limite per n tendenteall’infinito,
osservando cheè(12)
(12)
Vedi B. MANIÀ : Una proprietà dell’integrale di L8besgue. Rendiconti del R. Isti- tuto Lombardo, Vol. 57, 1934.otteniamo
s s
Se nei
punti s’
ed s" esistono le derivaterispetto
ad s ee sono
rispettivamente uguali
aFae,
e dalla(18)
segue ô oAllora,
basta fissare unpunto
dell’ arco aa nelquale
-ds hanno per derivatarispettivamente Fx,
eG.,,,
e considerare unpunto
variabile di ao nelquale questa
condizione è pure soddisfatta. Per i duepunti
cos scelti vale la(19),
equindi
sopraquasi
tutto 1’ arco ao si haIntegrando
i due membri diquesta uguaglianza
nell’ intervallo(s’, s)
cone
poi
derivandorispetto
a s, si ottienee
questa
è laprima
delle dueequazioni (A)
che volevamo stabilire. In modoanalogo
si ottiene la seconda.Ora
possiamo
abbandonare 1’ipotesi aggiunta
alprincipio
della dimostrazione che anche ipunti
terminali dell’ arco ao fossero interni alcampo A
e di indif-ferenza
rispetto
al campo A e alla classe JC.Infatti,
se abbandoniamo taleipotesi, possiamo affermare,
perquanto precede,
che le(A)
sono soddisfatte sopraogni
arco
completamente
interno ad ao, equindi
anche sopra tutto 1’ arco ao.Osservazione. - Le
(A) si
possono considerare come unageneralizza-
zione delle
equazioni
di Eulero per le curve estremanti deiproblemi
liberi in forma
parametrica
del calcolo delle variazioni.Infatti,
sesupponiamo
che F e G nondipendano
da 2c e che siaF= G,
ilproblema
di LAGRANGE da noi considerato si riduce alproblema
libero di cal-colo delle variazioni relativo
all’integrale
e le
(A)
diventanocioè le
equazioni
di EULERO per ilproblema
libero indicato.3. - I
problemi quasi regolari
normali. - Essendo ~C una costantearbitraria, poniamo
allora,
nelleipotesi
fatte sopra 1’ esistenza delle derivateparziali
di F e diG,
esulla
omogeneità rispetto
a x’ ey’
diqueste
duefunzioni,
si verifica facilmente che si ha sempreIndicato con
H, (x,
y,x’, y’,
u;,u)
il valore comune dei trerapporti (21),
si diceche il
problema
di LAGRANGEassegnato
èquasi regolare positivo [negativo]
normale
quando
si verifica uno dei due casiseguenti:
1°)
è sempre e perogni /~~0,
la funzionecos 0,
sen0, u; p)
è sempre non
negativa [non positiva],
e,fissati x, y, u,
i valori di 0 per iquali
si annulla non
riempiono
mai tutto unintervallo;
2°)
è sempre e perogni ,u ~ 0,
la funzionecos 0, p)
soddisfa alle condizioni ora indicate.
Posta
questa definizione,
sipuò dimostrare,
come nel caso deiproblemi
liberidel calcolo delle variazioni
(13),
ilseguente
teorema :Se il
problema
diLagrange
considerato nel teorema del numero prece- dente èquasi regolare normale,
l’arco ao è di classe1,
e soddisfa alleequazioni
con
A(s)
data dalla(6)
eH= G+2F (14).
4. - I
problemi regolari.
- Ammettiamo ora che la F e la G abbiano finitee continue tutte le derivate
parziali
deiprimi
due ordini nel loro insieme di defini-zione ;
allorapossiamo
dimostrare che se l’arco ao considerato nel teorema del n. o 2 è di classe 1 e se in unpunto
di tale arco è1)4=0,
in tale
punto
esistono finite le derivate secondexo ", yo".
Per provare l’asserto cominciamo con l’ osservare
che,
essendo 1’ arco ao diclasse
1,
le(A)
si possono derivare due volterispetto
a s, equindi
sopra ao sono soddisfatte le(B).
Essendopoi,
con notazionievidenti,
dalla
prima
delle(B)
seguePosto
xo’(s)=cos 0, y,’(s):= sen 0,
eapplicando
il teorema della media per le funzioni dipiù variabili,
si ottienee
poichè
è(13)
Vedi L. TONELLI: Fondamenti di calcolo delle variazioni, Vol. II, pp. 101 e segg.;il ragionamento fatto ivi si può ripetere tale e quale nel nostro caso.
(14)
Gli argomenti di F e di G sono xo(s), yo(s),xQ’(s)? yo’(s),
uo(s).e nel
punto
indicato nell’ enunciato è :~:0,
siha,
inquel punto,
Analogamente
dalla seconda delle(B)
si deducel’equazione
Dalla
(22)
e dalla(23),
si deduce subito 1’ esistenza dele
quindi
1’ esistenza delle derivate secondexo", yo"
nelpunto
di ao sopra indicato.Di
più,
essendo - » - . -~ -~e
dalle
(22)
e(23)
seguono leequazioni
che si possono
semplificare
un poco valendosi delle identitàe allora diventano
Cos abbiamo dimostrato ~ affermazione fatta al
principio
delpresente
numero, laquale generalizza
un’ osservazione di HILBERT per iproblemi
liberi del cal-colo delle variazioni
(15).
(1~) Vedi, per esempio, L. TONELLI, loc. cit. pp. 96-98.
Se chiamiamo ora
problemi
diLagrange regolari positivi [negativi]
quei problemi,
deltipo
che stiamostudiando,
per iquali
la funzioneconsiderata nella definizione del numero
precedente,
invece che nonnegativa [non positiva]
è semprepositiva [negativa],
daquanto qui
abbiamo dimostratoe dal teorema del numero
precedente,
si ottiene subitoil
teorema :Se il
problema
diLagrange
considerato nel teorema del n.> 2 è rego-lare,
1-’arco ao iviindicato,
è di classe2,
e sopra di esso sono soddisfatte leequazioni ( C),
con1(s)
data dalla(6)
eCome corollario immediato di
questo
teorema si ha che se le funzioni F e G ammettono finite e continue le derivateparziali
deiprimi n
ordini in tutto l’in- sieme didefinizione,
anchexo(s)
eyo(s)
ammettono finite econtinue,
sopra l’arco a4, le derivate deiprimi n
ordini.5. - Un caso
particolare importante.
- Nel caso in cui sia F=G,
si hae il
problema
di LAGRANGE relativoall’equazione (3)
eall’ integrale (4)
diventail
problema
di MAYER relativoall’ equazione (3).
Inquesto
casoparticolare
leequazioni
che abbiamo ottenute per 1’ arco ao possono esseresemplificate
con laeliminazione di A.
A
questo
scopo ammettiamo che sia sempree
che,
comunque si fissino x, y, u, i valori di 0 per iquali Fs(x,
y, cos0,
sen0, u)
si annulla non
riempiano
mai tutto un intervallo. Osserviamopoi che,
es-sendo F=
G,
si ha ora, perogni
,u,e
e
quindi
Ne viene che in
ogni punto
di ao la funzione di 0è
sempre > 0 [ ~ 0]
e i valori di 0 per iquali
si annulla nonriempiono
maitutto un intervallo.
Di qua, col
ragionamento
ricordato al n.°3,
segue che l’ arco ao è di classe1,
e che sopra tale arco sono soddisfatte le
(B).
Queste equazioni
hanno ora la formae
poichè ~,(s)
è derivabile ed è(l+~)>0y
si hae dividendo per
1+~
In
queste equazioni
non comparepiù
ilmoltiplicatore ~:
esse coincidono conquelle già
ottenute direttamente per iproblemi
di MAYER nella mia memoria citatadegli
« Annali della R. Scuola NormaleSuperiore
di Pisa »Osservazione. - Il
ragionamento
fattoqui
dimostra come in alcuni casi si possa passare dalleequazioni (A)
alleequazioni (B)
anche senzaimporre
nessuna condi-zione alla derivata
Gu. Infatti,
affinchè talepassaggio
siapossibile,
basta che inogni punto
dell’ arco ao la funzione di 0sia di segno costante e i valori di 0 per i
quali
si annulla nonriempiano mai ,
tutto un intervallo.
6. -
Esempio:
ilproblema
della brachistocrona in un mezzo resistente. - Comeesempio
diproblemi
di LAGRANGE aiquali
sonoapplicabili
i risultati prece- denti consideriamo ilproblema
relativoall’equazione
(16) B. MANIÀ : Proprietà delle estremanti nei problemi di Mayer, loc. cit., p. 115.
con
R(v)
funzionefinita, continua, derivabile,
non decrescente sul semiasse realepositivo,
edR(0) =0,
eall’integrale
Il
campo A
coincida colpiano (x, y)
e l’intervallo 4 col semiasse realeposi- tivo ;
la classe~J{
sia la totalità delle curve ordinariecongiungenti
duepunti fissi,
e il valore iniziale uo
(i 7)
siapositivo.
In
queste ipotesi
si hae
Siccome
poi,
inogni
intervallocompletamente
interno aA,
tanto la F che la Ghanno finite e continue le derivate
parziali
deiprimi
dueordini,
eccettuata alpiù
la che non compare nelle dimostrazioni dei teoremi
precedenti,
sopraogni
arco ao di un estremante
@o
delproblema
ora considerato sono soddisfatte leequazioni generalizzate
di EULERO in unaqualunque
delle tre forme(A), (B), (C), purchè
la soluzione della(24) corrispondente
a~o
abbia tutti i suoi valori interni aA,
cioè sia sempreNell’ esempio
che stiamo considerando leequazioni (C)
diventanocon e
e
A(s)
data dalla(26).
L’ equazione (24), l’integrale (25)
e la classe J{qui considerata,
sipresentano
nel
problema
della curva brachistocronacongiungente
duepunti
fissi di un mezzoresistente. La
questione
dell’esistenza di una curva estremanteGo (nel
caso chela classe X non sia
vuota)
si trova risolta in una miaprecedente
memoria(18);
circa la condizione
uo(s) > 0
sipuò
dire che essa è certamente soddisfatta sopra~~7)
Si veda la definizione di curva ordinaria al n.° 1.(i8)
B. MANIÀ : Sui problemi di Lagrange e di Mayer, loc. cit.tutta la curva
00
se i duepunti
fissi sono sufficientemente vicini. Se ne concludeche,
sequesta
ultimaipotesi
èsoddisfatta,
la curva brachistocrona verifica le equa- zionigeneralizzate
di EULERO(27).
7. - I
problemi
diLagrange
relativi a un sistema diequazióni
differenziali. - Ci siamo limitati finqui
a studiare deiproblemi
di LAGRANGE con una sola equa- zione differenziale(1),
ma è evidente che il metodoseguito
siapplica,
senza modi-ficazioni
essenziali,
anche aproblemi
di LAGRANGE relativi a un sistema della forma(1*)
e a unintegrale
.Cos pure i risultati
precedenti
si estendono aiproblemi
di MAYER relativi a unsistema della forma
(1*) poichè
e
quindi
ilproblema
di minimo relativo al funzionale2cn(L)
si riduce a un pro-blema di LAGRANGE con CT
Fn.
CAPITOLO II.
I problemi in forma ordinaria.
8. - Premesse. - Sia ancora A un campo del
piano (x, y)
e A sia un inter-vallo finito o infinito dell’ asse reale. Per
(x, y) appartenente ad A, y’
finito qua-lunque
ed uappartenente
all’intervallo A sieno definite due funzionif(x,
y,y’, u)
e
g(x, y, y’, u)
finite e continue insieme con le loro derivateparziali
deiprimi
dueordini. Sia infine uo un valore fissato nell’ intervallo A.
Chiameremo curve ordinarie le curve
appartenenti
al campoA,
rappresen- tabili nella formacon
y(x)
funzione assolutamente continua nell’ intervallo(a, b),
per lequali
inquasi
tuttoquesto
intervallo esiste una soluzioneu(x) dell’ equazione
differenzialecon
u(a)=uo
eu(x)
funzione assolutamente continua in tutto(a, b) ;
e per lequali
inoltre esiste finitol’integrale
Data una classe .K di curve ordinarie e una curva C di
7~
si dice che unpunto P
di C è unpunto
di indifferenzarispetto
al campo A e alla classe Kse si
può
determinare un numero 9positivo,
tale cheogni
curva ordinariaC,
ottenuta da C sostituendo un arco di
questa appartenente
al cerchio di centro Pe
raggio
~O con un arcoappartenente
allo stesso cerchio e avente i medesimiestremi, appartenga
ancora alla classe .K.Dopo queste
premessepassiamo
a stabilire le condizioni a cui debbono soddi- sfare le curve estremanti perIo
in una classe .K di curve ordinarie. Studieremodapprima, brevemente,
le estremantilipschitziane,
epoi
le estremanti assoluta- mente continuequalunque,
e daremo duetipi
di teoremi : iprimi
stabiliscono delle condizionianaloghe
aquelle
per le estremali deiproblemi
liberi del calcolo dellevariazioni,
i secondi delle condizionianaloghe
aquelle
per lepseudoestremali
dei
problemi liberi,
introdotte dal TONELLI in una sua recente memoria(i9).
L’ equazione
delle estremali.9. - Le curve estremanti
lipschitziane.
-- Secon
Yo’(x)
limitata nell’ insieme deipunti
di(a, b)
neiquali
esistefinita,
è una curva minimante
(o massimante)
pert’ integrale Ic,
in una classe Kdi curve
ordinarie ;
se, indicata con
uo(x)
la soluzionedell’ equazione (28) corrispondente
a
Co,
i valori diuo(x)
sono tutti interni all’intervallod ;
allora, ogni
arco ao diCo
i cuipunti,
esclusi alpiù
ipunti
termi-nali,
sieno interni al campo A e di indifferenzarispetto
al campo A e alla classe.K’,
soddisfaall’ equazione
con
La dimostrazione di
questo
teorema non differisce daquello
del teorema ana-logo
per iproblemi
in formaparametrica.
(19)
L. TONELLI : Sulle proprietà delle estremanti, Annali della R. Scuola Normale Supe-riore di Pisa, Serie II, Vol. III, (1934), pp. 213-237.
(2°)
Gli argomenti delle funzioni sotto il segno di integrazione sono x, yo(x),Cos pure
dall’ equazione
stabilita per l’ arco ao si possono dedurre dei corollarianaloghi
aquelli
ottenuti nelprimo capitolo
per iproblemi
in forma parame-trica ;
ma siccome nella deduzione di tali corollari non è necessaria la condizione che la curvaCo
sialipschitziana,
stabiliamoprima l’equazione (30)
anche nelcaso che la
Co
sia soltanto assolutamente continua.Osservazione. - Se è
f = g
e se f e g sonoindipendenti da u,
ilproblema
di LAGRANGE
qui
considerato coincide colproblema
libero relativoall’integrale
e
l’equazione (30)
divental’equazione
di EULEROcorrispondente
aquesto integrale:
Per
questo
fatto chiameremo la(30) equazione generalizzata
di Eulero per ilproblema
di LAGRANGEproposto.
10. - Le curve estremanti non
lipschitziane :
Teorema I. - Siauna curva minimante o massimante per
Ic
in una classe K di curveordinarie;
i valori della soluzione
dell’ equazione (28) corrispondente
aCo
sieno tutti interni all’ intervallo d.Le funzioni
f(x,
y,y’, u)
eg(x,
y,y’, u)
soddisfino alle condizioniseguenti:
a)
adogni parte
limitata e chiusa A’ di A e adogni parte
limi-tata e chiusa A’ di d si possano far
corrispondere cinque
numeriposi-
tivi
M, Ns, N2, N3, N4,
tali che se(x, y)
è unpunto qualunque
di A’ ese u è un
punto qualunque
did’,
perogni y’
e perogni
cp,e
(x, appartenente
adA,
si abbiab)
adogni parte
limitata e chiusa A’ di A e adogni parte
limi-tata e chiusa A’ di A si possano far
corrispondere quattro
numeriposi-
tivi
N~,
iN2, N3, N4,
taliche,
per(x, y) appartenente
adA,
uappartenente
a A’ e
y’ qualunque,
si abbiae)
per(x, y) appartenente
a unaparte
limitata e chiusa A’ diA,
u
appartenente
a unaparte
limitata e chiusa d’ diA,
ey’ qualunque,
le derivate
fu(x,
y,y’, u), gu(x,
y,y’, u)
sieno timitate.Allora, ogni
arco ao diCo
i cuipunti,
esclusi alpiù
ipunti
termi-nali,
sieno tutti interni al campo A e di indifferenzarispetto
al campo Ae alla classe
K,
soddisfaalt’ equazione (30)
conA(x)
datadatL’ equa-
zione
(31).
Come nella dimostrazione del n.O
2, supponiamo
anchequi
in unprimo tempo
che l’arco ao sia tutto di
punti
interni al campo A e di indifferenzarispetto
alcampo A e alla classe I~. Allora si
può
determinare un numeropositivo
~O taleche,
se P è unpunto qualunque
di ao e se si indica con(P, o)
ilcerchio
dicentro P e
raggio
2,questo
cerchio sia tutto dipunti
interni adA,
eogni
curvaordinaria
C,
dedotta daCo
sostituendo un arco diCo
interno a(P, e)
con unarco avente
gli
stessipunti
terminali e pureappartenente
a(P, e),
sia ancorauna curva della classe I~.
Indicato con
(a’, b’)
l’ intervallo dell’ asse delle x sulquale
l’ arco ao siproietta ortogonalmente,
e fissato un numero interopositivo
n, dividiamo(a’, b’)
in nparti uguali
mediante ipunti
Scelto
quindi
un numero interopositivo
i minoredi n,
consideriamo l’intervallo(xi-i, x2+i),
eper N
numeropositivo qualunque,
consideriamo sia in(xi-,, xi)
chein
(xi,
l’ insieme deipunti
neiquali
Sequesti
due insiemi hannola stessa misura indichiamoli
rispettivamente
conE’N
e conE"N ;
nel caso con-trario,
determiniamo unaparte
dell’ insieme di misuramaggiore
laquale
abbiamisura
uguale
aquella
dell’ altro insieme. Inogni
casopossiamo dunque
deter-minare due insiemi
E’N, E"N, appartenenti rispettivamente
a e(xi, Xi+1)1
nei
quali
siasempre
per cui inoltre risultiDopo
di ciòponiamo
nei
punti
rimanenti di(a, b),
e
Fissate
queste notazioni,
si possono determinare due numeripositivi n ed 1,
tali che se è
ed
indicata conC~
la curva diequazione
questa
curvaappartenga
al campo A el’ equazione (28)
ad essacorrispondente
ammetta in
quasi
tutto l’ intervallo(a, b)
una soluzioneu(x, e)
assolutamente con-tinua in
questo intervallo,
conu(a, e)=uo
eu(x, e)
sempreappartenente
all’in-tervallo 4
(21).
Dipiù
esiste in tutto(Xi-1’
’Xi+1)
la derivata( òu(x, òe
de8) )e=0
£-o e si hae anche
Nell’ intervallo
b)
si hae
quindi
donde segue, derivando
rispetto
a x eapplicando
la formula risolutiva per leequazioni
differenziali lineari omogenee,Passiamo ora a considerare
l’ integrale
calcolato sopra la curva
C£,
e cominciamo col dimostrare chequesto integrale
esiste finito.
(2i)
Vedi B. MANIÀ : Proprietà delle estremanti nei problemi di Mayer, loc. cit.(22)
Vedi B. MANIÀ, loc. cit.La funzione
integranda g(x,
y,y’, u)
è limitata nell’ insiemeE’N+E"N,
enei
punti
di(a, b)
nonappartenenti
aquesto
insieme èDa
questa uguaglianza,
tenendo conto del fatto cheCo
è una curva ordinaria e delle condizionia)
ec) dell’ enunciato,
si vede subito che1’ integrale I(E)
esistefinito, purchè e
sia sufficientementepiccolo
in valore assoluto.Per dimostrare 1’ esistenza della derivata
’»,o
e determinarneun’ espres-
sione,
osserviamo che èdE
sione,
osserviamo che eAllora si vede che anche
qui,
essendo fuori diqi’=0,
la funzione sotto il segno di
integrale resta,
perogni
e sufficientemente vicino allo zero, inferiore in valore assoluto a una funzioneintegrabile
fissa. Siccomepoi
per e tendente a zero la funzioneintegranda
tende inquasi
tutto l’inter-vallo
(a, b)
a una funzioneintegrabile,
bastaapplicare
un noto teorema di inte-grazione
per serie e si ottienel’equazione
dove si intende che
l’ integrale
del secondo membro va calcolato sopra la curvaCo.
La
(35)
sipuò
anchescrivere,
per la definizione di opi eqi’,
Da
questa
ultima formula e dalle(32), (33), (34),
seguepoi
Ricordiamo ora che è e facciamo tendere a + oc il numero N
,
che interviene nella
definizione
diallora,
tenendo conto della(31),
si hae
La
(38)
sipuò
anche scrivere nel modoseguente
con
Se ora sopra
questa equazione eseguiamo
delle trasformazionianaloghe
aquelle eseguite
sopra la(15*)
delprimo capitolo
otteniamol’ equazione
con
Se facciamo nella
(40) i = 1, 2,...., n -1,
sommiamo leequazioni
cosottenute,
dividiamo
l’equazione
somma per lalunghezza degli
intervallixi),
e pas-siamo al limite per n tendente a
+ 00,
otteniamo la formulacorrispondente
alla
(18)
delprimo capitolo :
Ripetendo
ora le stesse considerazioni fatte nella dimostrazione del n.O 2 risultaprovato
il nostro teorema.11. - Le curve estremanti non
lipschitziane :
Teorema ll. - Se nel teo-rema del numero
precedente
inluogo
delle condizionib)
ec)
per la fun- zionef(x,
y,y’, u) poniamo
le due condizioniseguenti:
b’)
per(x, y) appartenente
a unaparte
limitata e chiusa A’ diA,
u
appartenente
a unaparte
limitata e chiusa A’ di A ey’
variabile co-munque, la derivata
fy,(x,
y,y’, u)
restalimitata;
c’)
adogni parte
limitata A’.di
A e adogni parte
limitata e~
chiusa A’ di A si possono far
corrispondere cinque
numeripositivi M,
"" ~ ~ ~
Ni, N2, N3, N4,
tali che se(x, y)
è unpunto qualunque
di A’ e u è un~
punto qualunque
diA’,
perogni 99 M
e(x, y + 99) appartenente
ad A e per
ogni y’
finito si abbiaessendo
A~(x,
y,y’)
eA2(x,
y,y’) rispettivamente
i minimidei I f(x,
y,y’, u) i
e
di 1 g(x,
y,y’, u) (x,
y,y’)
fissato e u variabile ind’;
se in
luogo
della condizionec)
per la funzioneg(x,
y,y’, u) poniamo
la condizione:
c")
adogni parte
limitata e chiusa A’ di A e adogni parte
limi-tata e chiusa ~j’ di ~j si possono far
corrispondere cinque
numeriposi-
tivi
N~*, N2*, N3*, N4*,
tali che se(x, y)
è unpunto
di A’ e u è unpunto
di
ogni coppia
di numeri 99,, tp2,con- 1f{J21~M*,
appartenente
ad A eappartenente
ad,
e perogni y’
finito siaallora il teorema indicato resta vero.
Riprendiamo
le notazioni del n.O 10 e definiamo nel modo ivi indicato la curvaCs
di
equazione
appartenente
al campo A.Come
prima
cosa è da dimostrare che per e sufficientementepiccolo
in va-lore assoluto
l’ equazione
ammette una soluzione
u(x, e)
in tutto l’intervallo(a, b),
conu(x, e)
sempre appar- tenente a A. Perquesto
osserviamo che èessendo
0 8 1
e 0maggiore
del massimo valore delprimo
membro delladisuguaglianza (43)
nell’insiemeE’N+E"N.
Dalla condizionea)
del teoremaprecedente,
chequi
abbiamosupposto verificata,
segue che ilprimo
membrodella
(43)
resta inferiore a una funzioneintegrabile purchè
e sia sufficientementepiccolo
in valoreassoluto ;
d’ altronde per e tendente a zeroquel primo
membrotende a zero, e
quindi
Indichiamo con 4’ un intervallo chiuso di L1 contenente nel suo interno tutti i valori
u(x, e),
con A’ un campo chiuso formato daCo
e da un intorno di ao tutto dipunti
interni ad A(23). Allora,
fissato econ e sufficientemente piccolo
af-finchè
C, appartenga
adA’,
risolviamol’equazione (42)
col metodo delleapprossima-
zioni successive di PICARD
prendendo
comeprima approssimazione Ui (x, e) =u(x, 0).
Poichè dalla condizione
c’)
segueche, per E ~ sufficientemente piccolo, x
appar- tenente ad(a, b)
e uappartenente
afu(x,
you) i
risulta mi-nore di una funzione
integrabile
sopra l’ intervallo(a, b),
dalla formula(44)
segue che il metodo diapprossimazione
ora ricordato fornisce una soluzioneu(x, e)
del-l’equazione (42)
in tutto l’intervallo(a, b) purchè 1 e sia
sufficientementepiccolo (24).
Di
più,
per noti teoremi sopra leequazioni
differenzialidipendenti
da un para-(23)
Anche qui, come nel numero precedente, supponiamo dapprima che ao sia tutto dipunti interni al campo A e di indifferenza rispetto al campo A e alla classe K.
(24) Vedi B. MANIÀ : Sopra le equazioni differenziali dipendenti da una curva, Rend.
R. Acc. Naz. dei Lincei, serie VI, vol. 20 (1934).
metro
(zs),
e per le condizioniposte
sopra la funzionef(x, y, y’, u)
e le sue deri-vate,
esiste in tutto l’intervallo(a, b),
e si haNell’intervallo
(a,
è1’ equazione (45)
diventaDa
queste
dueequazioni
seguono subito le formule(32), (33), (34),
del nu-mero
precedente.
A
questo punto
ci resta da dimostrare che esiste finitol’integrale
calcolato sopra la curva
CE
e che esiste la derivata data dalla formula(35).
Dopo
diciò, ripetendo
le trasformazioni del numeroprecedente,
sigiunge
alla for-mula
(40),
e resta dadimostrare,
che anche nelle nuoveipotesi
che ora abbiamofatte,
si possonoeseguire
ipassaggi
al limite ivi indicati.Essendo,
fuori diE’N+ E"N,
inogni punto
x di(a, b),
con u compreso fra
u(x, 0)
eu(x, e) e 10 ~ 1,
dalleipotesi
fatte segue cheI(e)
esiste finito. Essendo
poi
(25)
Vedi CARATHÉODORY~ loc. cit.con
1 e ú compreso fra0)
e~c(x, E),
dalleipotesi
fatte e da un nototeorema di
integrazione
perserie,
si hacioè la formula
(35)
voluta.Come nel numero
precedente
sigiunge
allora alla formula(40),
e facendo inessa
i = 1, 2,...., n -1,
sommando emoltiplicando
perb, n à,
si ottienel’equazione
Ora si verifica facilmente che per n tendente a + oo tutti
gli
addendi delprimo
membro a
partire
dal sesto tendono a zero, equindi
si ottiene ancora la for-mula
(41),
dallaquale
seguepoi
subito il teorema. ,12. - Le curve estremanti non