A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
L UIGI B RUSOTTI
Sul genere dei modelli algebrici di un sistema spaziale di k circuiti
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 1, n
o1-2 (1932), p. 61-77
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DI UN SISTEMA SPAZIALE DI k
CIRCUITI
di LUIGI BRUSOTTI
(Pisa).
Data una curva
gobba algebrica
reale(priva
dimolteplicità
a ramireali),
la sua
parte
reale(all’infuori
di eventualipunti isolati)
è un sistema 2 di kcircuiti
(privi
disingolarità
e a due a due nonsecantisi) generalmente
dotatidi
punti improprî.
Perciò tale sistemapuò
studiarsi nell’ ambito dellatopologia spaziale projettiva,
p. e. in relazione aquestioni
di allacciamento(Verkettung) (1).
Reciprocamente,
come ho dimostrato inprecedenti
lavori(2),
individuato(nel
senso della
topologia projettiva)
un sistema 2 di k circuiti(privi
disingolarità
e a due a due non
secantisi),
esso ammette modellialgebrici,
cioè costituiti dai circuiti di una curvagobba algebrica
reale(se
sivuole, irriducibile).
Sotto un certo
aspetto
un risultato cosgenerale
sembra esaurirel’indagine ;
ma ciò non
è, perchè rimangono
tutte lequestioni
d’ esistenza che sorgono dall’ im- porre alla curvaalgebrica
determinati caratteri oprojettivi
soltanto o, per dipiù,
birazionalmente invarianti. In esse
può
anchesupporsi che,
nel senso dellatopologia projettiva,
2 non sia individuato ma solosottoposto
a date condizioni.Riguardo
ai caratteriprojettivi
si posseggono soltanto risultatiparziali
riflet-tenti l’ ordine della curva
algebrica,
eventualmente associato al genere(3),
oppure (1) Cfr. L. BRUSOTTI : a) Sulle curve gobbe algebriche reali a circuiti concatenati [Annalidi Matematica, (3), 25, (1916), pag. 99-128]; b) Sulle coppie di circuiti allacciati e sui loro modelli algebrici [Memorie R. Acc. Naz. dei Lincei, classe di Scienze fis. mat. e nat., (6), 3, (1928), pag. 18-76].
(2) L. BRUSOTTI : a) Le curve gobbe algebriche reali come modelli nella topologia projettiva dell’allacciamento [Atti del Congresso internazionale dei matematici (Bologna,1928), 4,139-14~];
b) Un teorema generale sull’ esistenza di modelli algebrici per un sistema spaziale di k circuiti,
[Rend. R. Ist. Lombardo, (3), 61, (1928), pag. 767-783]. Cfr. pure e) Sull’ esistenza di modelli
algebrici per ogni sistema spaziale di k circuiti al finito [Ibid. (3), 61, (1928), pag. 177-186).
(3) Cfr. W. FR. MEYER : Anwendungen der Topologie auf die Gestalten der algebraischen Curven, speciell der rationalen Curven 4-ter und 5-ter Ordnung, Diss. Múnehen, 1878; Ueber algebraische Knoten [Edinburgh Proc, 13 (1886), pag. 931-946]; A. BRILL : Ueber algebraische Raumkurven, welche die Gestalt einer Schlinge haben [Mathematische Annalen, 18, (1881), pag. 95-98] ; J. DE Sz. NAGY : Ueber die algebraische Darstellung der verknoteten und ver-
implicanti
l’ordine di unasuperficie algebrica
su cuigiaccia
la curva(4).
Aquesti
certo se nepotrebbero aggiungere altri ;
ma per ora non si delinea lapossibilità
di istituire unpiano generale
di ricerca.Riguardo
ai caratteri birazionalmenteinvarianti, quando
la curvaalgebrica
sia
irriducibile,
sipresenta
inprimo luogo
il genere, da sostituirsi coigeneri
delle
singole componenti
irriducibiliquando
la curva sia riducibile.In
questo
campo condizioni necessarie d’ esistenza sonoimposte
dal classico teorema diHARNACK,
per cui una curvaalgebrica (reale)
irriducibile di genere ppossiede
alpiù p+1
circuiti.Ora,
nelpresente lavoro,
dimostro che tali condi- zioni sono anchesufficienti ;
e ciò conservando alproblema
la suapiù generale posizione.
Precisamente dimostro
che, individuato,
nel senso dellatopologia tiva,
un sistema 2 di k circuiti(privi
disingolarità
e a due a due nonsecantisi) :
A) Comunque
siassegni
t’ interosempre
per 2
esistono modellialgebrici
irriducibili di genere p.B) Comunque spezzato
03A3 in sistemiparziali
-yi¿:2"" 03A3s composti rispet-
tivamente di k, k2.... k~
circuiti,
e comunque assnntigli
interisempre per ~~ esistono modelli
(algebrici, riducibili)
in cui ciascun sistemaparziale 2i è rappresentato
da un modello(algebrico, irriducibile)
di generepi.L’ accurata
ripartizione
inparagrafi già
orienta il lettorenegli sviluppi
delladimostrazione
quale
sipresenta
nel suo definitivo assetto, onde sembraqui più
utile far cenno del processo euristico che 1’ ha
suggerita.
Punto di
partenza
fu il convincimento che il risultatogenerale
fosse virtual- menteraggiunto quando per 03A3
si dimostrasse 1’ esistenza di un modello formato coi circuiti di k curve razionali. Perchè ilpassaggio
al modelloalgebrico
irridu-cibile di genere minimo
(~ro=1~-1)
si sarebbe facilmentecompiuto
coll’uso dicurve
algebriche
connesse(5)
composte colle dette curve razionali e con opportunecoppie
di retteimmaginario-conjugate
ed un ulterioreimpiego
della teoria delle ketteten algebraischen Raumkurven (Jahresbericht der Deutschen Mathematiker-Vereinigung,25 (1916-17), pag. 285-293]; L. BRUSOTTI (1) a) b). Notizie in K. ROHNT e L. BERZOLARI:
Algebraische Raumkurven und abwic1celbare [Encyclopädie der math. Wiss. 111, 2, (1926), pag. 1346-1347].
(4) M. PIAZZOLLA BELOCH : Sulle superficie del 3° ordine possedenti curve con circuiti concatenati [Rendiconti Circ. mat. di Palermo, 54, (1930), pag. 83-88].
(5) Notizie sulle curve algebriche connesse leggonsi in F. ENRIQUES-O. CHISINI: Teoria
geometrica delle equazioni e delle algebriche, 3 (Bologna, 1924) pag. 395-414.
curve connesse
(coll’ intervento
di coniche bisecanti reali maprive
dipunti reali)
avrebbe condotto senz’ altro al teorema
generale.
Posto cos il
problema
del modello formato coi circuiti di k curverazionali,
esso
potevasi
da unaparte
ricondurre allo studio di unagenerica projezione piana
e dall’ altraesplicare
in unprocedimento
induttivo chepermettesse
disostituire,
uno pervolta,
isingoli
circuiti(spaziali)
con circuititopologicamente equivalenti
maappartenenti
ad altrettante curve razionali.Si
presentava qui l’ opportunità
sotto un certoaspetto
di identificare il circuito(piano)
con unpoligono
inscritto e, sotto unaltro,
di dedurre la curva(piana)
razionale con un
procedimento
di« piccola
variazione »applicato
ad un multilateroconnesso di genere
(virtuale)
zero. Ma sembrava aprima
vista che i due processi fosseroinconciliabili, perchè
nel secondo ciascuna delle rette interviene per intiero mentre nelprimo
interviene di questa solo uno dei duesegmenti projettivi
incui essa è divisa dalla
coppia
di vertici consecutivi delpoligono
inscritto.Tuttavia
l’ingombro
che nellaprojezione piana proviene
dalpoligono comple-
mentare a
quello
iscritto si rivelò eliminabile nelpassaggio
allafigura obbiettiva,
ove i rami di un nodo della
projezione
sono dainterpretarsi opportunamente
come
projezioni
di un ramo obbiettivosuperiore
e di uno inferiore. E ciòpuò
farsi in modo che la
parte ingombrante s’ interpreti
invece comeprojezione
diun
segmento
obbiettivotopologicamente trascurabile,
o, come sidirà,
di unsegmento
retrattile.In un modello al finito
gioverebbe perciò
supporre che(rispetto
alquadro)
la
quota
deipunti
di talesegmento superi quella
diogni
altro punto delsistema ;
r detto criterio nonpuò però seguirsi quando,
comequi, intervengano
anchepunti impropri.
A tale difficoltà si èposto
rimedio coll’ introduzione diquella
che sindirà
quota iperboloidica
di unpunto proprio
odimproprio.
Cos è chiarito l’ufficio dei
preliminari topologici (§ 1)
edalgebrici (§ 2)
in relazione all’ulteriore
svolgimento
della dimostrazione. Laquale,
del tuttoindipendente
da’ mieiprecedenti
lavori[cfr. (-)],
offrequindi
anche una nuovavia per stabilire la
semplice
esistenza del modelloalgebrico.
§
1. - Preliminaritopologici.
1. - Sia 2 un sistema
spaziale
di kcircuiti, privi
disingolarità
e a due a duenon secantisi.
Assunti sopra un circuito 7 di 2 due
punti A, B,
essi dividono y in duesegmenti (z
eO)
e la retta AB pure in duesegmenti,
di cui uno, a, formacon z circuito
pari (mentre
l’altro forma con 7: circuitodispari).
Se un
segmento
variabile~,
fermigli
estremiA, B, può
con deformazione continua ridursi da 7: a a, senza attraversare nè sestesso,
nè0,
nè i circuitidi 03A3 diversi da y, allora z si dirà
segmento
retrattile.2. - Sia ~’ la
projezione (ortogonale)
di ~ su di unpiano (proprio)
n. Sipotrà
semprescegliere
in modo che:I. Nessun circuito di ~
passi
per il puntoimproprio
delle normali a ~, onde circuitipari (dispari)
siprojettino
in circuitipari (dispari).
II. Il sistema ~’ non possegga
punti multipli impropri
ed i suoipunti multipli (propri)
sianopunti doppi
ordinari.Sulle rette
proprie
normali a n sipuò
fissare un versopositivo
concorde.Dati su una normale due
punti (propri), percorrendola
in versopositivo
apartire
dal
punto improprio
perritornarvi,
uno dei duepunti
si incontreràprima
dell’ altroe si dirà sopra di
questo (il
secondo sotto ilprimo).
Un
punto doppio
di ~’’ siinterpreterà
comepunto doppio apparente
di ~ edei due rami uno sarà
projezione
delsuperiore
in 03A3(1’ altro dell’ inferiore).
Fissato su ciascun circuito di 03A3
(quindi
di03A3’)
il versopositivo,
l’ufficio dei due rami in ~’ sarà determinatoquando
sia noto il segno delpunto doppio apparente (E).
Inquesto
senso è lecitoparlare
di unasegnatura
nei nodi di ,~’,Reciprocamente,
dato stabilitane lasegnatura, 2
è individuato sottol’ aspetto
dellaTopologia projettiva.
3. - Sia ora, in jr, un sistema 2’ soddisfacente alla condizione II di n.° 2 e
sopra un
circuito y’
di esso abbiansi duepunti (semplici) A’, B’,
che divideranno il circuito in duesegmenti
~’ e 0’. Dicasi allora 0’ ilsegmento
rettilineo A’B’che forma con z’ circuito
pari.
Nessun ulteriore circuito di X’passi
perA’,
nèper B’.
Per
semplicità
siaggiungano
leclausole,
nonessenziali,
cheA’,
B’ siano propri e che o’ sia ilsegmento (rettilineo)
al finito.Indi si
pensi
di volerinterpretare
2’ comeprojezione
di un sistema ~spaziale
nel senso di n.°
2, rispettando quindi
anche la condizioneI] ;
inparticolare, y’, A’, B’, 1’,
0’ comeprojezioni
di y,A, B, z,
0.Si
proceda perciò
intanto allasegnatura
di £’ ne’ suoi nodi nongiacenti
su 7:’ e ciò facciasi in modo arbitrario.
Si dimostrerà allora che è
possibile procedere
allasegnatura
di I’ neinodi
giacenti
szc7:’,
in talemaniera,
che 7:’ risultiprojezione
di unsegmento
zretrattile
(nel
senso di n.O 1 e relativamente al sistema Z di cui I’ si pensaprojezione
in conformità allasegnatura
introdotta fuori di 7:’ e sui ).
-- --- - ---.
(6) Ad un punto doppio apparente si attribuisce il segno + (rispettivamente il segno -)
se un osservatore collocato lungo un ramo (obbiettivo) col verso positivo dai piedi al capo
e col viso rivolto ali’ altro ramo, lo vede percorso in verso positivo da destra a sinistra (rispettivamente da sinistra a destra). Lo scambio dei due rami non altera il criterio, sostan-
zialmente legato alle due indicatrici spaziali. Cfr. p. es. M. DEHN e P. HEEGAARD : Analysis
situs (Encyclopädie der Math. Wiss. 111, 1) pag. 212.
4. - Per la dimostrazione del lemma enunciato al n.° 3 conviene fissare il concetto di
quota iperboloidica
di unpunto
dellospazio.
Si assumano coordinate cartesiane
ortogonali
con nmzy e 1’ asse z rivoltoverso
(in
relazione allinguaggio
introdotto al n.O2).
Il fascio di
quadriche :
- - - - - --
non contiene altre
quadriche
apunti
reali all’ infuori diiperboloidi
a due falde(h
finito e>0)
e delle duequadriche specializzate
la cuiparte
reale consta o delpiano
contato due volte(h=0)
o di unpunto
isolato coincidente colpunto improrio Q,
delle normali a ~.Per un
punto
M(reale)
dellospazio
passa una ed una solaquadrica
delfascio,
allaquale corrisponde
un valoredi h,
conTale valore di h si dirà la
quota iperboloidica
di M.Su di una normale a ~c ha
quota iperboloidica
nulla(rispettivamente infinita)
soltanto la traccia
(rispettivamente
ilpunto improprio Q,,);
ma adogni
h>0e finito
corrispondono
duepunti
diquota iperboloidica h (l’inferiore
ed ilsuperiore).
Dato in un
circuito,
esso vengapensato
comeprojezione
di un circuitospaziale, che,
persemplicità,
supporremo non tocchi nè n nè ilpiano improprio.
Le intersezioni del circuito
spaziale
con- e colpiano improprio
sarannocomples-
sivamente in numero
pari
e lo divideranno in altrettantisegmenti
alternatamentesuperiori
ed inferiori. Il circuitospaziale
saràperciò
determinatoquando
laquota iperboloidica h
delpunto
obbiettivo siaassegnata
come funzione[limitata
continua e
generalmente derivabile]
delpunto
corrente sul circuito in 03C0(7),
laquale (positiva altrove)
si annulli in un numeropari
odispari
dipunti
secondoche il circuito sia
pari
odispari ;
equando
in un solopunto (proprio,
con h =1=0)
sia fissata la scelta fra
punto
obbiettivosuperiore
od inferiore(8).
5. - Si
riprendano
ora le notazioni di n.° 3 per la dimostrazione del lemma ivi enunciato. Si dica inoltre il sistema ricavato da 2’togliendone y’ (e -yo
il sistema di cui
~o’
possapensarsi projezione
sun).
In relazione alla
segnatura
di ~’ fuori di z’(già
arbitrariamenteprefissata)
(7) Le condizioni fra [ ] saranno nel seguito, in casi analoghi, sempre sottintese; gli attri-buti continua, derivabile possono precisarsi con una rappresentazione parametrica del circuito
piano, sostituendo al punto il parametro; generalmente derivabile intendasi derivabile ovunque
fuorchè, al più, in un numero finito di punti, in ciascuno dei quali però esistano separata-
mente la derivata a sinistra e quella a destra.
(8) Le modificazioni da introdursi nel caso escluso di contatti con 03C0 o col piano improprio
sono del tutto ovvie. Cos per circuiti incidenti la retta impropria di ~.
Annali della Scuola Sup. - Pisa. 5
si realizzi nello
spazio
un modelloprovvisorio ~o + 0,
nonpassante
perQ, (n.°
2cond.
I) ;
onde per i suoipunti
si avràquota iperboloidica
massima finita.Sia essa
ho ;
ed assumasihi>ho.
Indi in 3l si circondino A’ e B’ con cerchi di
raggio
abbastanzapiccolo perchè
nel loro interno non si trovinopunti
di2o’ (il
che è lecito nonpassando
alcun circuito di
Zo’
nè perA’,
nè per9)
eperchè
inoltre nell’ interno delprimo (rispettivamente
delsecondo) ()’
possegga un solotratto, privo
dinodi,
A’ U’(rispettivamente B’ V’),
con U’(rispettivamente V’)
al contorno(cfr. fig. 1).
Nel modello
provvisorio U’,
V’’ sianoprojezioni
diU, V rispettivamente
diquote iperboloidiche u,
v. Sarà :Ciò
posto,
senza alteraretopologi-
camente il
modello,
saràpossibile
at-tribuire
ad A, B quota iperboloidica
comune hi e supporre per
esempio A,
B entrambi
superiori. Invero,
con rife-rimento
ad A,
se U èsuperiore
basteràsupporre che la
quota iperboloidica
del punto obbiettivo sia sul tratto A’ U’ funzione monotona delpunto
che lo percorre da ~4/ i verso Ul con valore iniziale hi e valore finale u ; se U èinferiore,
spezzare il tratto in
due tratti
A’ W’ eW’ U’,
indi supporre laquota
funzionemonotona in ciascuno dei tratti
parziali
e con valorihi, 0, u rispettivamente
in
A’, W’, U’ (sempre qui,
edaltrove,
tenuto conto di quanto fu detto in finedi n.°
4).
Similmente per B e Y.Cos modificato il modello
provvisorio
inprossimità
di A e diB,
ma lasciatoloinalterato nella rimanente
parte,
si avrà ormai un modello conquota iperboloidica
massima(=hi)
in A eB,
ed ivi soltanto.Si tracci allora il cerchio S~ di centro A’ e di
raggio
abbastanzapiccolo perchè
i’ internamente ad esso abbia solo il tratto A’T’(con
T’ alcontorno) ;
sia
poi
A’S’ il tratto di o’ interno ad S~(vedasi fig. 2).
Il
segmento
al èprojezione
delsegmento
rettilineo c~cogli
estremiA, B superiori
e diquota iperboloidica
hi(perciò
tutto dipunti propri, superiori,
aventi
quota iperboloidica ~ h~,
solonegli estremi);
ma o’può
considerarsi anche comeprojezione
di unsegmento
a*(non rettilineo)
pure con estremiA,
Be
punti
tutti(propri e) superiori,
essendo laquota iperboloidica
delpunto
correntesu di esso
(ma pensata
come funzione delpunto projezione)
funzione monotonain ciascuno dei tratti
A’S’, S’B’,
con valore hi inA’, B’
ed in S’.Anche t’ dovrà
pensarsi
comeprojezione
di unsegmento spaziale
z diestremi
A, B,
il che è lecito pursupponendo,
come sifarà,
che z non incontri n.Ed
invero,
escluso persemplicità [cfr. (8)]
che z’ tocchi la rettaimpropria,
essola
taglierà
in un numeropari
dipunti,
dovendo(cfr.
n.O3)
formare circuitopari
con al chegiace
alfinito,
e da talipunti impropri
sarà diviso insegmenti
da
interpretarsi (n ° 4)
comeprojezioni
disegmenti
alternatamentesuperiori
edinferiori; supposto superiore
ilprimo (come A),
lo sarà 1’ ultimo(come B).
Perdeterminare z basterà ormai assegnare la
quota iperboloidica
come funzione delpunto projezione,
e ciò si faràsupponendola
monotona in ciascuno dei tratti» con valore hi in
A’, B’ (come
si
deve)
ed h2 in T’. Si dimostrerà che z è retrattile.Perciò si introdurrà intanto in n un’
opportuna
deformazione continua di unsegmento ~’,
di estremiA’B’,
coincidente all’ inizio con 7:’ ed al ter- mine con a’.
Un
punto
YI’ percorra 7:’ da A’a B’ ed il
segmento
rettilineo A’M’(inteso
in sensoprojettivo)
lo seguacon
continuità, partendo
dalsegmento
nullo. Tale
segmento
A’NI’ sarà alfinito o conterrà il
punto improprio,
secondo che M’ debba
interpretarsi
comeprojezione
di unpunto
Msuperiore
od inferiore
(intermedio
il caso diM’, quindi M, improprio);
coincideràdunque
al termine con a’.
Se a tale
segmento
rettilineo A’M’ si aggrega laparte
di z’ non ancorapercorsa, si ottiene un
segmento ~’
variabile con continuità insieme adM’,
coinci-dente all’ inizio con
7:’,
al termine con6’ ; e ~’ (vedi fig. 2) può
anche altrimentispezzarsi
nellaparte
A’X’ interna ad Q e nellaparte
X’B’ esterna aquesto (per
M’ interno ad Q èX’ --_ T’ ;
per M’esterno,
è A’X’ unraggio
diQ).
S’intende
che ~’,
ilquale
all’inizio ingenerale possiede
nodi epunti impropri perde gradatamente questi
ultimi(precisamente
neperde
unacoppia ogni
voltache il
segmento
rettilineo A’M’ ritorna alfinito)
eperde
odacquista
nodi finoa rimanerne
privo.
Si
pensi ora ~’
comeprojezione
di unsegmento spaziale ~,
di estremiA, B,
e, cum’è
lecito,
nonincontrante 03C0, anzi,
alpari
di z, diviso daipunti impropri
in
segmenti superiori
edinferiori,
salvogli
adattamenti nel caso di Mimproprio.
Onde,
ancora, a determinare ~ basterà assegnare laquota iperboloidica
comefunzione del
punto projezione
e siassegnerà
monotona in ciascuno dei trattiA’X’,
X’B’ con valore hi in
A’,
B’(come occorre)
ed h2 in X’. Ma dipiù
tale funzionepensata
come funzionale di~’,
sia un funzionale continuo diquesto
eper ~’
~z’,
~’ - 6’
coincida colle funzionigià
introdotte allo scopo di determinarerispetti-
vamente 7: e Onde ~ varierà con continuità insieme
a ~’ (o
se si vuole insiemead
M’), partendo
da T e coincidendo al termine con o*.Ma è
soprattutto
notevole che~,
nella suadeformazione,
per leposizioni fatte,
non attraversa nè sestesso,
nè0,
nè20.
Non attraversa se stesso. Ed
invero,
dettoX, su ~,
il punto diprojezione X’,
i tratti
AX,
XB di ~ non si attraversano mutuamenteperchè
variano interna-mentre, rispettivamente esternamente,
al cilindro retto di base ~3 e ciascunopoi
non attraversa se stesso
perchè
su ciascun tratto laquota iperboloidica
è funzionemonotona.
Ma ~ non attraversa nè 0 nè
20, perchè, prescindendo dagli
estremiA,
Bcomuni a ~ e 0
(e
diquota iperboloidica ogni punto
di ~ haquota iperbo-
loidica
>hi, ogni punto
diZo + 0
haquota iperboloidica
hi.Per dimostrare che z è
segmento
retrattile basta ormai provare(cfr.
n.O1)
come un
segmento,
che dirò ancora;,
di estremiA, B,
possa con deformazione continua ridursi da a* a 6, senza attraversare nè sestesso,
nè0,
nè Edinvero i
punti
cos di o* come di 6 sono tuttisuperiori
e(salvo gli
estremicomuni
A, B)
diquota iperboloidica
Onde ilpassaggio
da a* a apuò
effet-tuarsi nel
piano projettante,
lasciando fissigli
estremi(di quota iperboloidica hi)
e muovendo
ogni
altropunto lungo
laparte superiore
dellarispettiva
rettaprojet- tante,
senza mai incontrareiperboloidi
aventiquota h1, quindi
senza mai attra-versare nè 0 nè Zo
(ed
èpoi
evidente che ~ non attraversa sestesso).
Il lemma di n.° 3 è cos
dimostrato, perchè
lasegnatura
offerta dai nodigiacenti
su z’ inrapporto
alla realizzazione ora effettuata èsufficiente, indipen-
dentemente da
(cfr.
n.O2),
agarantire
per z il carattere disegmento retrattile,
sempre in relazione allasegnatura prestabilita
fuori di z’.OSSERVAZIONE 1. - Le considerazioni svolte
valgono
inparticolare
nel casoin cui 2 si riduca a y
(-Y’
ay’) ;
manchi cioè~o (rispettivamente ’¿o’).
OSSERVAZIONE 2. - Il risultato
conseguito
sipuò
anche enunciare affermandoche,
dalpunto
di vista dellaTopologia projettiva,
il sistema 2 si identifica conquello
che se ne deduce sostituendoy = 8 + 6
ay = 8 ~ z.
§
2. - Preliminarialgebrici.
6. - Nel
seguito
della trattazione occorrerà far uso di duelemmi, pertinenti
entrambi alla teoria delle curve
(gobbe) algebriche
connesse, intesa in sensopuramente algebrico, indipendentemente
cioè daquestioni
di realità.Essi sono i
seguenti :
I. Siano
~ro + 1
curve razionaliCóti rispettivamente
di ordine ni(i= 1, 2,....,
P +
1), prive
disingolarità
e diincidenze;
ed introducansi ipunti Pj,
Pj su C0nj e Qj, Qj su
tutti fra lorodistinti,
indi le rettenè vi siano incidenze di rette fra
loro,
nè(all’infuori
diquelle già imposte)
di rette con curve. Allora la curva connessa costituita dalle rj,
rj
èposizione
limite di curveC~’ (irriducibili
eprive
disingolarità),
d’ ordinee di genere p
(9).
1II. La curva connessa costituita da una
(irriducibile
epriva
disingolarità),
d’ordine n e di genere p(n-p>,3),
e da una conicaC~’
bisecante la è
posizione
limite di curveC n+2 (irriducibili
eprive
disingolarità),
d’ ordine n + 2 e di generep + 1.
7. - I due
lemmi,
di n.O6,
possono ricondursi a casigià
noti.Per il
primo
si sostituiscano intanto leConi
con altrettanti multilateri connessiLó"i
Rdi genere zero, onde la curva totale connessa con un multilatero connesso
Lff
digenere p.
Essendo :
esso è non
speciale,
eperciò (iO) appartenente
ad una ed una solafamiglia
Fdi curve
C~ ,
di cui lagenerica
è irriducibile epriva
disingolarità.
Laqual
curva
generica,
in certomodo, potrà
dirsi dedotta daLp
realizzando le connessioni solo convenzionalmenteimposte
neisingoli
vertici. Ma se si pensa diprocedere
a tale realizzazione in due
tempi, prima operando
nei vertici deisingoli
multi-lateri
L~i, poi
neipunti
diappoggio delle r,oF;,
si avrà inF,
come formaintermedia,
una curva connessa del
tipo
studiato. E notisi che la varietà avente per elementi le curve connesse di taletipo
è varietàirriducibile,
onde la validità del risultatoè
generale
e subito ne consegue il lemma.Similmente,
per ilsecondo,
si sostituiscaC~z
con un multilatero connessoLp
di genere p ; e
Có
con unacoppia
di retteincidenti,
una dellequali
bisechiL’, (in P2),
onde la curva totale connessa con un multilateroL~,+1,
nonspeciale.
Sia F la
famiglia
di cuiL)$Ì
faparte,
e di cui la curvagenerica
èirriducibile e
priva
disingolarità. Questa, riprendendo
illinguaggio introdotto, potrà
dirsi ottenuta da realizzando le connessioni in tutti i vertici. Tale realizzazionepuò
invece effettuarsidapprima
ovunque fuorchè inPi, P2, poi
anche in essi. Ed allora in
F,
come formaintermedia,
trovasi una delle curveconnesse del
tipo
considerato nel secondo lemma. Ma queste sono elementi diuna varietà
irriducibile,
onde anchequi
la validità ègenerale
e ne consegue il lemma.,
(9) Per p = 1 cfr. L. BRUSOTTI, (i), b), pag. 70.
(1°) F. SEVERI-E. LOFFLER : Vorlesungen úber algebraische Geometrie (Teubner, Leipzig- Berlin, 1921), Anhang G., pag. 372.
§
3. - Modello razionale di un circuito.8. - Sia il circuito a, nello
spazio ;
e sia a’ la suaprojezione
su 03C0 collarelativa
segnatura,
sempre nel senso e nelle condizioni di n ° 2.Si inscriva in a’ un circuito
poligonale 03B2’ (a
latirettilinei) topologicamente
identificabile con a’. Si
può
supporre per03B2’
che tutti i vertici siano al finitoe che al finito siano tutti i lati
salvo j
lati contenenti unpunto improprio, se j
è il numero dei
punti impropri
di a’. Sipuò
anche supporre che il numero n dei lati( ~ j
ed aumentabile apiacere)
soddisfi allaSi consideri la curva
spezzata
nelle n rette dei lati. Di essapuò immaginarsi
una «
piccola
variazione »topologica (11)
in modo che la trasformata consti di duecircuiti,
uno aderentea P, (e
sia~o’),
l’ altro aderente alpoligono complementare (e
siaò’) ;
sipotrà
supporre cheflo’
e ó’ abbianorispettivamente j
edn - j punti impropr .
Il
procedimento
di« piccola
variazione » opera nei vertici di ma conservatutti
gli
altri nodi della curvaspezzata.
In uno dei vertici
(e
siaO)
si rinunzi invece adapplicare
ilprocedimento,
cos da sostituire nella trasformata
(fig.
3 e4)
ai due circuiti un solocircuito y’
con nodo in O.Indi sui due rami di
y’
inprossimità
di O si assumanorispettivamente
duepunti A’, B’,
iquali
dividerannoy’
in duesegmenti
6’ e7:’;
ma ciò(fig. 5)
facciasi in modo
che,
detto a’ ilsegmento
rettilineo A’B’ alfinito,
il circuito6’+0’
risulti
prossimo
all’antico circuito di cui avrà laparità
concorde conquella
di
j,
mentre il circuito 6’ + r’(con
nodo inO)
risulteràpari, perchè
èpari n - j.
Per il concetto di « piccola variazione » topologica cfr. L. BRUSOTTI: a) Sulla genera- zione di curve piane algebriche reali mediante « piceola variazione » di una curva spezzata [Annali di Matematica (3), 22, (1914), pag. 117-169]; b) Sulla « piccola variazione » di una
curva piana algebrica reale [Rend. R. Accademia dei Lincei (5), 30, (1921), pag. 375-379].
I nodi
di 71
o sono formati da 8’ con se stesso(e
provengono daaltrettanti, prossimi,
di cioè di cioè dia’),
oppure sono formati da z’ o con se stessoo con 0’
(ed
è tra iprimi
certamenteO).
È
lecito ormaiinterpretare y’ o’
7:’ 6’ nel senso di n ° 3(cfr.
n.°5 ; oss. 1),
anzi fissare la
segnatura
dei nodi formati da 0’ con se stesso in armonia aquella già
nota dei nodi dia’,
indi attribuire ai nodi rimanenti(tutti giacenti
su7:’)
unasegnatura
tale che 7:’ debbaintepretarsi
comeprojezione
di unsegmento
retrattile.Allora
’l’,
con talisegnature,
saràpensato (n °
5 : oss.2)
comeprojezione
diun
circuito y
identificabile con a sottol’ aspetto
dellaTopologia projettiva.
9. - Si
voglia
oradeterminare y
in modo che esso risulti il circuito di una curvagobba (algebrica, reale) razionale,
o, come sidirà,
offra un modello razionale di a.Si introduca
perciò
in ~c il multilatero connessoLó (di
genere virtualezero)
costituito dalle n rette dei lati di
P’,
rette dapensarsi
connesse nei vertici diP’,
escluso
O ;
e, se occorre, lo sicompleti
mediantecoppie
di retteimmaginario- conjugate,
connettendo le rette di ciascunacoppia
adL0n
nei loropunti
d’inter-sezione con una delle rette di
L0n.
Si otterrà cos un multilatero 1(di
genere virtualezero),
il cui ordine n, sia soddisfacente alle:e del
resto,
per ora,qualunque.
Sarà lecito
(12)
considerare curve(piane)
razionalireali, prossime
adper ciascuna delle
quali
ipunti
doppi
reali nodi a rami...
n 1 ..
2...
reali
prossimi
ai nodi diLo punti isolati, prossimi
alle intersezioni dellesingole coppie
di retteimmaginario-conjugate.
Il circuito di si dedurràmediante una
« piccola
variazione »topologica
dellaparte
reale diL~,
anzi(13)
sarà ancor lecito in ciascuno dei
punti
di connessionescegliere
ad arbitrio nel- l’ alternativa fra i dueprocedimenti complementari
e ciòqui
si farà sempre in modo che ilprocedimento
si identifichitopologicamente
conquello
che ha con-dotto alla costruzione di
y’ (cfr.
n °8). È dunque possibile
far coinciderey’
col circuito di una curva razionale
ron~;
il che sisupporrà
fatto.Se si
riprende
il riferimento cartesiano di n.°4,
ciò sipuò esprimere
affer-mando
che y’
ammette unarappresentazione parametrica
(12) F. SEVERI : Nuovi contributi alla teoria dei sistemi continui di curve appartenenti
ad una superficie algebrica. [Rend. R. Accademia dei Lincei, (5), 25, (1916), pag. 459-471, 551-562] ; cfr. pag. 556.
(i3) L. BRUSOTTI (11~ b).
essendo t un
parametro
reale ecp( t); y(t), polinomi
digrado
niin t,
acoefficienti reali. In armonia al fatto che
y’ possiede precisamente n punti
im-propri,
delle ni radici diprecisamente
n saranno reali.Per dimostrare
che 7
si può far coincidere col circuito di una curva razio- naleCó2l,
basterà ormai dimostrare come,precisata opportunamente
la sceltadi ni, sia
possibile
determinare unpolinomio (di grado
ni ed a coefficientireali) x(t)
in tale maniera che lesiano accettabili per la
rappresentazione parametrica di 7,
nel senso chex(t) rispetti
leesigenze
dellasegnatura già prefissata
pery’.
Per
semplicità
si convenga che in un nodo diy’,
dei duerami, quello che,
secondo la
segnatura
èprojezione
del ramosuperiore (rispettivamente inferiore)
sia senz’ altro
projezione
di un ramo i cuipunti
abbiano ordinata zpositiva (rispettivamente negativa).
Ed
allora, poichè
su y sidistingueranno
alternatamente(per
talirami) gruppi
di rami consecutivi o tutti
superiori
o tuttiinferiori,
sipotrà
ancorpiù sempli-
cemente supporre y diviso in altrettanti
segmenti
alternatamentesuperiori
edinferiori
rispetto
a n, ciascuno contenente uno di dettigruppi.
Talisegmenti,
innumero
pari,
saranno determinati su y dalla presenzadegli
npunti impropri
e di no intersezioni con n, essendo :
ed inoltre :
(ove
il secondo membro dà il numero totale dei rami nodali diy’).
Ciò
posto,
alle(1),
nellequali,
per(4),
èimplicita
anche laaggiungasi
com’ é lecito(ed
ormainecessario)
laIndi
(nei singoli
intervalliimplicitamente assegnati)
siprecisino gli
no va-1ori À,
p,...., p delparametro t
a cuicorrispondano gli
nopunti di y
aventiordinata z
nulla;
epongasi
essendo
f(t)
unpolinomio definito,
digrado
ns-no[cfr.
le(5) (6)],
aventesegno
uguale
o contrario al coefficiente del termine digrado
massimo inw(t),
secondo
che,
in relazione alle convenzionifatte,
a debbacorrispondere
unpunto
di 7 avente ordinata zpositiva
onegativa.
Colla
posizione (7),
le(3),
cherappresentano
il circuito dirappresentano
anche un
circuito y
accettabilequale
modello di a,onde,
comevolevasi,
a am-mette modelli razionali
(14).
§
4. - Esistenza per un sistema Z(di k circuiti)
di modelli formati coi circuiti di k curve razionali.10. - Il risultato del
precedente paragrafo
sipuò
estendere dimostrandoche,
dato un sistema Z di k
circuiti,
per esso esistono modelli costituiti dai circuiti di altrettante curve razionali.Poichè
(n ° 9)
laproprietà
vale perk=1,
basterà provareche, supposta
valida per un sistema di k-1
circuiti,
essa vale anche per uno di k.Da 03A3 si stacchi un circuito a e sia
Zo
il sistemaresiduo ;
di come èlecito,
assumasi un modello formato coi circuiti di k-1 curve razionali e, com-pletatolo
con unopportuno circuito,
se netragga
un modello di Z(il
che pure élecito).
Per il modello cos costruito si manterranno le denominazioni~’, Z
ae si useranno le
analoghe ~’,
a’ per laprojezione
su 7C.I circuiti di
apparterranno rispettivamente
a curve razionali di ordini vi(i=2, 3,...., k),
maqueste potranno
sempre sostituirsi con curve razionalirgi
diordini ni
sottoposti
alle :e del
resto,
per ora,qualisivogliano.
Edinvero,
l’ ordine di una delle curve sipuò
sempre aumentare di dueunità,
introducendo la curva connessa(di
genere virtualezero)
che se ne deducecoll’ aggiunta
di due retteimmaginario-conjugate,
connesse alla curva data in due
punti immaginario-conjugati
di questa(ma
non(14) Le (2) e le (3), attribuita a t variabilità complessa, rappresentano rispettivamente Ciascuno dei punti isolati di
1’ót’
risponde ad una coppia di valori immaginario-conjugatiper t. La
Có’,
per le posizioni fatte, non ha punti doppi a rami reali; ma per l’ arbitrarietà di f(t), si può supporre senz’ altro che non abbia punti doppi (nemmeno isolati od immagi- nari), onde i punti isolati diF"1
siano solo tracce di corde ideali projettanti. CheCó
nonabbia un punto isolato nel punto improprio delle normali a z, già risulta dall’ avere e (curva obbiettiva e projezione) lo stesso ordine n,.
Il risultato di § 3, nel quale si inquadrano quelli particolari di W. FR. MEYER e di A. BRILL [cfr. (3)], potrebbe essere il punto di partenza per una classificazione dei circuiti intrecciati in sè (dotati di Verknotung) secondo 1’ordine minimo dei loro modelli razionali.