R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
E NRICO O BRECHT
Sul problema di Cauchy per le equazioni paraboliche astratte di ordine n
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 53 (1975), p. 231-256
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per le equazioni paraboliche
astrattedi ordine
n.ENRICO OBRECHT
(*)
SUMMARY - In this paper, we
study
theCauchy problem
for n-th order linearhomogeneous
abstractparabolic equations.
An existence anduniqueness
theorem is proven and an
application
toboundary
valueproblems
forparabolic (in
the sense ofPetrovskii) partial
differentialequations
isgiven.
1. Introduzione e notazioni.
Il
problema
diCauchy
perl’equazione
differenziale lineare astrattaè stato
ampiamente
studiato(cfr.,
per es. ,[8]).
Non altrettanto sipuò
dire per le
equazioni
di ordinesuperiore,
anche nel caso in cuigli
ope- ratori sianoindipendenti
daltempo. Recentemente,
Dubinskii[3]
hadato una classificazione per
equazioni
deltipo
e ha
studiato,
con metodianaloghi
aquelli
di Grisvard[5],
diversiproblemi
relativi aquesta equazione.
(*)
Indirizzo dell’A.: Istituto Matematicodell’Università,
Piazza di Porta S. Donato, 5 -Bologna.
In
questo lavoro,
studiamo ilproblema
diCauchy
perl’equazione
omogenea
nel caso che essa sia
parabolica.
Leipotesi
che faremo sono state sug-gerite
dallapossibilità
diapplicare
i risultati ottenuti allo studio diproblemi
al contorno in un cilindro peroperatori parabolici
secondoPetrovskii di ordine
superiore
neltempo,
a coefficientiindipendenti
dal
tempo. Questi problemi
sono stati studiati con metodi astratti da Da Prato[2],
Grisvard[5],
Jakubov[6], Lagnese [9].
Tuttiquesti autori,
ad eccezione di Jakubovche, però,
opera in unospazio
di Hil-bert,
trasformanopreliminarmente l’equazione
« concreta » in un si- stema diequazioni
delprimo
ordine. I nostrimetodi, invece,
sonoessenzialmente « di ordine n » e sono simili a
quelli
utilizzati nello studio deisemigruppi
analitici. Nel cason = 1,
siriottengono
i risul-tati noti per le
equazioni paraboliche
delprimo
ordine(cfr. ,
per es. ,[7]).
Fissiamo,
ora, alcune notazioni che useremo sempre inseguito.
Indicheremo con
Ao,
... ~A n-l degli operatori
lineari con dominicontenuti nello
spazio
di Banachcomplesso X
e a valori in X e, per comodità discrittura,
porremoAn = I, l’operatore
identità in X. Con(y==0yly...~)
indicheremo il dominiodell’operatore A;.
Postoindicheremo con
P-1(~,)
l’inverso diP(~,), quando
esiste.Se X e Y sono
spazi
diBanach,
indicheremo con£(X, Y)
lospazio
vettoriale delle
applicazioni
lineari limitate da X aY;
se X =Y,
porremo
£(X, Y) = £(X).
Se non vi saràpossibilità
diequivoco,
indi-cheremo
con il - Il
tanto la norma inX, quanto quella
in£(X) (munito
della
topologia
della convergenzauniforme).
Diamo,
ora, un breve riassunto del lavoro.Nel n. 2 studiamo alcune
semplici proprietà spettrali degli
opera- toriP(À)
che saranno utili nelseguito
e dellequali
non abbiamo tro-vato menzione nella letteratura
(cfr. ,
nel cason = 2, [10]).
Per unaampia bibliografia
suquestioni analoghe,
si veda[4].
Nel n. 3 studiamo diverse
proprietà
di unafamiglia
dioperatori
che serviranno per costruire la soluzione del
problema
diCauchy.
Nel caso n =
1,
siriottengono
noteproprietà
deisemigruppi
analitici.Nel n. 4 costruiamo una soluzione indebolita »
(nel
senso di[8])
del
problema
diCauchy
per la(3),
definiremodegli spazi,
connessicoi domini
degli operatori
adatti a studiare laregolarità
dellasoluzione ottenuta e, per mezzo di
questa,
dimostreremo l’unicità della soluzione.Infine,
nel n.5, applichiamo
i risultati ottenuti allo studio dei pro- blemi al contorno peroperatori parabolici
secondoPetrovskii,
riot-tenendo i risultati di
Lagnese [9]
nel casodell’equazione
omogenea.2. Un risultato di analisi
spettrale.
DEFINIZIONE 1. Chiamiamo insieme risolvente della
n-pla
di ope- ratori(Ao , ... , A ~,_x )
l’insiemeOSSERVAZIONE. Se A E
Q(AO
9An_1),
alloraP(A)
è unoperatore
chiuso.
DEFINIZIONE 2. Chiamiamo funzione risolvente della
n-pla
di ope- ratori(Ao ,
... , lafunzione,
definita in ... ,An-1), ~, -~ P-1 (,~ ) .
PROPOSIZIONE 1.
VA,
,u E ... ,An-1),
valet’ equazione
risol-vente »
DIMOSTRAZIONE. Sia
Allora,
di
qui
segue la(4).
Facciamo ora
un’ipotesi
che supporremo sempre verificata nelseguito.
IPOTESI 1. Gli
operatori Ai (j = 0, 1,
... ,n -1 )
sono chiusi.PROPOSIZIONE 2. L’insieme
p(i(..._i)
èaperto
e lafunzione
~, --~ P-1(~,),
analitica.DIMOSTRAZIONE. Se
e(Ao,
... ,An_1) _ Ò
non vi è nulla da dimo- strare.Sia,
Osserviamoche,
in tal caso,gli operatori A, P-’(A) (k
=0, 1,
... ,n -1 )
sonolimitati, perchè gli Ak
sono
chiusi, P-1(~,)
è limitato e il suo codominio è Po- niamoCominciamo col provare che
questa
serie è totalmenteconvergente
inun intorno di A. Posto p = A -~-- e exp risulta:
Ponendo = max
{l, B,
= maxIIAkP-1(Á) IL
e tenendo presen- te che esiste tale che... ,
n -1 ),
il secondo membro della(6)
simaggiora
conScegliendo e 1
@ risulta(h = 1,
... ,n -1 )
equindi
Perciò2
la serie(5)
converge totalmente nel discomin {l, (2n2AABA + 1) )-~}},
come volevasi.Poichè i termini della serie sono
operatori
limitati in X e analitici in ,u, anche E£(X)
e lafunzione p -
è analitica. Resta da provare che =Pw (,u ) .
SiaAllora,
tenendopresente quanto
provato
nel corso della dimostrazione dellaProposizione 1,
si ha:Analogamente,
sia x ED(P). Allora,
Perciò,
=COROLLARIO l. Le funzioni
~, -~ Ak P-1(~,), ~, E ~O(Ao, ... , A~,_1),
sonoanalitiche
(k = 0, ..., n - 1).
DIMOSTRAZIONE.
Segue
immediatamente dallaProposizione
2.3. Preliminari al
problema
diCauchy.
Se
c~ E ]o, ~[, poniamo
Facciamo,
ora, un’ulterioreipotesi sugli operatori Ao , ... ,
IPOTESI 2 . Esistono e
MER+,
tali che :Fissiamo 0’ G
]0, 0[.
Nelseguito,
indicheremo sempre con r la curvaorientata in C che ammette come
parametrizzazione
la funzione99: R 2013~
C,
tale cheOSSERVAZIONE. Per
l’Ipotesi 2,
la curva 1~ è contenuta inC(A0,
... ,An_~).
LEMMA 1. Gli
operatori
appartengono
a£(X),
Vk E I e Vt E8,,.
Inoltre,
lefunzioni
t ~Uk(t),
t E80’1
sonoanalitiche,
Vk E I.DIEMOSTRAZIONE. Per la
Proposizione 2,
le funzioni A - Àk exp(t)
~ P--~(~,),
... ,An-~)-{O}
sono analitiche e,quindi,
continuenella
topologia
di~.(X ),
Vk E I e Vt E C.Perciò,
dettarr
laparte
di Tcontenuta nel disco chiuso di centro
l’origine
eraggio
r, orientata conl’orientamento indotto da
F,
esistonogli integrali
b’r E
[1,
+oo[,
Vt e e Vk E I equesti
risultano essereoperatori
limi-tati in X.
Inoltre,
le funzionisono
analitiche,
Vr E[1,
+oo[
e E I.Sia K un
compatto
contenuto inSo,. Allora,
esiste 8K ER+,
taleche,
per
ogni
t = a exp(i7:)
EK,
risulta -e’ -f-- 1 0 ’ -
8K, 1 cioè 7:++
e’ c 2 6’ - E .
Detto( 1
r1r2 )
l’arco di T contenuto nella co- rona circolare(À
r1c c r2,
si ha :D’altra
parte, posto
g = min risultat Eg
a sen
(0’+ z) ~ H
min{sen
8K , sen(2 O’- 8K) ) =
L >0 ,
9Vt - a exp
(i7:)
E K.Allora,
uniformemente su
K,
Vk E I. Diqui
segue che le funzioniconvergono nella
topologia
di£(X),
uniformemente suicompatti
di80,, quando
r -+
00, Vk E I. Il lemma è dimostrato.LEMMA 2. Risulta
DIMOSTRAZIONE.
Ragioniamo
per induzionerispetto
a k. Sianot E
Se.
e h E ~ -{O},
tali che t+
h ESo,. Allora,
Poichè
risulta
Ora,
exp(iz)
E il secondo membro dell’ultima disu-guaglianza
simaggiora
conquando ~, ~ = 1,
conse
Ihl [ )
asen(6’
+1 ) ,
dove C è unaopportuna
costantepositiva, quando
~==~exp[~(~+~/2)]. Analoga maggiorazione
si ottienequando
À =- p exp
[2013(6’+yr/2)]. Poichè ITI
0’/2,
risultasen(0’+ 1)
> 0.È lecito, perciò,
passare al limite sotto al segno diintegrale
e abbiamoQuindi,
la(7)
è vera perk = 1, b’p E I
e ’v’t ESupponiamo
oravera la
(7)
perk = 1, b’p E I
e Vt E,Se- . Allora,
perl’ipotesi
induttivae per
quanto già dimostrato,
e,
quindi,
la(7)
è vera anche per k = 1 +1, Vp
E I e ’BIt ESo,.
Allora,
la(7)
è vera EN, Vp
E I e ’BIt ESo,.
LEMMA 3. x E X.
Allora,
e inoltre
DIMOSTRAZIONE. Poichè abbiamo
già provato (Lemma 1)
chegli integrali
sonoconvergenti
epoichè (Ipotesi 1) gli operatori Aj
sonochiusi,
è sufficiente provare che sonoconvergenti gli integrali
Utilizziamo le notazioni del Lemma 1.
Innanzitutto,
esistonogli integrali
Corollario
1,
le funzioni A - Ak exp A Ee(Ao, ..., An_1) - {O}
sono analitiche e,
quindi,
continue nellatopologia
di£(X).
Per provare il
lemma, basterà, allora,
far vedere chePoichè
sen(0’ + 1)
>0,
l’ultimointegrale
scritto tende a zero e,perciò,
il lemma è dimostrato.
LEMMA 4. Sussiste la relazione
DIMOSTRAZIONE.
Infatti,
per i Lemmi 2 e3,
LEMMA 5. Gli
operatori A; Uk(t) appartengono
aInoltre,
lefunzioni
sono analitiche e risulta
DIMOSTR,AZIONE. La
prima
affermazione segue subito dai Lemmi 1e
3,
tenendopresente
chegli Aj
sono chiusi.La dimostrazione dell’analiticità si effettua
ripetendo quella
delLemma
1,
ma utilizzando il Corollario1,
anzichè laProposizione
2.D all’ analiticità segue la derivabilità delle funzioni
(9)
e la(10)
segue allora dal Lemma 2 e dal fatto chegli A j
sono chiusi.DIMOSTRAZIONE. Chiamiamo
.1" (t)
la curva ottenuta da .1~ mediante la trasformazione t -~.ItIÂ. È
evidente cher’(t)
è contenuta in ...,A~_1) - {O},
Vt E -{O}.
Fissato e ER+,
sia ora t E -{O}. Allora,
Le
parti
di 7" e che sono contenute nel disco chiuso di centro l’ori-gine
eraggio max{l,
formano una curvaregolare
atratti, semplice
e chiusa
1~’n(t) ;
se la orientiamo congli
orientamenti indotti da 7~ e da- .h’ (t),
per il Teorema diCauchy
risultaD’altra
parte, poichè,
fuori del discosuddetto,
re1~’’(t) coincidono,
si ha
Ne viene che
Poichè la funzione
è continua sul
compatto (z~ = 1~,
saràlimitata; esisterà,
quindi,
tale che4. Il
problema
diCauchy.
DEFINIZIONE 3. Siano
Allora,
una funzioneu :
[O,
+oo[ -+ X
si dirà una soluzione delproblema
diCauchy
se verifica le condizioni
seguenti:
a) u
è derivabile fortemente n volte inR+;
TEOREMA 1. Sia zione
Allora,
lafun-
è soluzione del
problema
diCauchy
DIMOSTRAZIONE. Per la linearità del
problema,
è sufficiente pro-vare che le condizioni
a), b), c)
della Definizione 3 sono verificate dalle funzioniUp(t)Akuh’
t ER+,
con h E{O, 1,
... ,n -1~, k E ~h -~-1,
... ,n~
e
p E ~0, 1, ... , n - h -1 ~.
Per il Lemma1,
esse sono analitiche in unsettore contenente il semiasse reale
positivo
e,quindi,
la condizionea)
è soddisfatta. Le loro derivate sono, per il Lemma
2,
funzioni dello stessotipo
e,quindi,
per il Lemma3,
i loro valoriappartengono
a3)(jP) : questo
assicura che la condizioneb)
è verificata.Infine,
il Lemma 4garantisce
che tali funzioni soddisfano la condizionec).
Rimane da provare che la funzione
~h
soddisfa la condizioned).
Sia
~e{0,1~
... , 1~-1~. Allora,
per il Lemma2,
siha,
perogni
t E R+ :Poichè
risulta
Per il Lemma
6,
si hapoi:
perchè,
per i valori di m,h,
kconsiderati, l’esponente
di t è semprepositivo. Quindi, ~h
soddisfa anche la condizioned)
della Definizione 3.COROLLARIO 2. Siano uo, u1, ... , E il
problema
diCauchy
ha soluzione.
DIMOSTRAZIONE. Il risultato è un’immediata conseguenza del Teo-
rema
1,
tenuto conto della linearità delproblema (13).
COROLLARIO 3. Se è denso in
X,
uh E per h =0, 1,
... , n - 2 e Un-1 EX,
allora ilproblema ( 13 )
ha soluzione.DIMOSTRAZIONE. Per la linearità del
problema (13),
è sufficiente provareche,
se è denso in X e Un-1 E.X,
allora ilproblema
ha soluzione. Per
quanto
detto all’inizio della dimostrazione del Teo-rema
1,
la funzione t ~V (t),
che èuguale
a se t > O euguale
a 0 per
t = 0,
verifica le condizionia), b), c)
della Definizione3,
rela-tivamente al
problema (14).
Per il Lemma 2 e il Lemma6,
ove siprenda j
= n, risultaper
h = 0,1, ... , n - 2. Inoltre,
ancora per il Lemma6, ove si prenda j
= n e k= n -1,
esiste C ER+,
tale cheil IL 0,
perogni
t c- R+.D’altra
parte, poichè
è denso inX,
perogni
8 ER+, esiste y~
Etale che
I!Ys
-un_1
e. Per il Teorema1, esiste 5(8)
ER+,
tale cheper
ogni t E ~0, ~(~)~.
Ne vieneche,
perogni
Questo
prova checome volevasi.
Introduciamo,
ora, alcunisottospazi
diX,
che saranno utili nelseguito.
Per
h = -1, 0, ... , n -1, poniamo
Muniamo lo
spazio
vettorialeXh
della normaOsserviamo che
Xn_i=
X eil u [[ gn_1=
perogni
x E X .TEOREMA 2. Sia
~(P)
denso in X e sia~(P) (h= 0, 1,
... ,n - 2 )
e Un-1 E X .Allora,
se u è la soluzione delproblema (13)
costruita nel Teoremac 1 e nel Corollario
3,
risultaDIMOSTRAZIONE. Poichè
dai Lemmi
1,
2 e 5 segueche,
se s, t ER+,
b’Z E I+ U
~0~. Quindi, u
EC(-) (R+; X_1).
Poichè la
topologia
diX_1
èpiù
fine diquella
diXm (m
=0, 1, ... ,
yn -1 ),
risulta u E~~’~~ (lE~+; X,J
per h =0, 1,
... ,n -1;
saràper
h = 0, 1, ... , n -1,
se siproverà
chePoichè
X,,-, = X9
la(15),
pern -1,
è assicurata dal Corollario 3.Supponiamo, perciò,
0 c m c n - 2. Per la linearità delproblema (13),
è sufficiente provare la
(15)
per la soluzione delproblema (12),
assicu-rata dal Corollario 3.
Supponiamo, dapprima,
ancheAllora,
utilizzando le notazioni del Teorema1,
si tratta di provareche,
perm = 0, 1, ... ,
7n - 2,
risultaPer il Lemma
6, risulta,
perPer i risultati del Teorema
1,
siha,
perRimane da provare
che,
1 perogni
Un-1 EX,
la soluzione del pro- blema(14),
costruita nel Corollario3, ha,
nello zero, laregolarità
pre- cisata nell’enunciato del teorema.Poichè
X_x
è denso inX,
perogni
e ER+,
esiste y~ EX-1,
y tale cheInoltre,
perquanto
oraprovato,
esistec5(e)ER+,
taleche E, per
ogni
t E]0, c5(e)[,
perogni
m E{O, 1, ...~20132}.
Allora,
il Lemma 6permette
di affermareche,
se m E{O, 1,
... , n -2}
e risulta
Cos il teorema è
provato.
TEOREMA 3. ,Siano
UhEX-1 (h = 0, 1, ... , n - 2), Un-l E X
edenso in X.
Allora,
se y è una soluzione delproblema (13),
tale chey coincide con la soluzione costruita nel Corollario 3.
DIMOSTRAZIONE. Siano t E R+ fissato e y una soluzione del
proble-
ma
(13)
soddisfacente la(16).
PoniamoPer il Lemma 1 e per la
(16),
1~’ è continua in[0, t[.
D’altra
parte,
per il Lemma 6 e per la(16),
per
n - 1)
e per-E-1, ... , n~,
trannequando
h = 0 = n.
Inoltre,
per il Lemma6,
esiste C ER+,
tale chePoichè si è
provato
nel corso della dimostrazione del Teorema 1 chel’ultimo membro della
disuguaglianza precedente
tende a zeroquando
s - t - e,
quindi,
Poichè le funzioni a valori in X
sono continue in
]0, t[,
perogni
h E{O, 1,
..., e perogni k E ~h -E--1, ... , n~
egli Ak
sonochiusi,
le funzioni s -A, yth)(8)
sonoderivabili in
]0, t[
pergli
stessi h e risultaper
ogni s
E]0, t[ (cfr.,
per es.,[8], Cap. III,
Par.1.1 ~. Allora,
per il Lemma1,
.F’ è derivabile in]0, t[
erisulta,
tenendopresente che y
è soluzione
dell’equazione differenziale,
Quindi,
è costante su]0, t[
e,poichè
è continua su[o, t],
è costanteanche sull’intervallo chiuso. In
particolare,
che è la soluzione del
problema (13)
costruita nel Corollario 3. Per l’arbitrarietàdi t,
ycoincide,
su tutto R+ U{O},
con la soluzione co-struita
precedentemente.
5.
Applicazione
aiproblemi
al contorno per leequazioni paraboliche.
Sia S un
aperto
limitato di RI con frontiera 2Q. In è asse-gnato l’operatore
differenziale linearedove
gli Ak(x; Dx) (k
=0, 1,_... , n -1 )
sonooperatori
differenziali li- neari a coefficienti definitiin 17
e a valoricomplessi,
mentreAn (z ; jD~) ==1.
Sia m E N e, detto sk l’ordine di
Ak(x; Dae) ( 1~ = 0, 1, ... , n -1 ),
richiediamo che sia so -
2m, (~=1~...~2013!). Sup- poniamo, inoltre,
che d =(2m/n)
sia un interopari.
Siano dati anche m
operatori
differenziali frontieracon
(~ = 1, ... , m).
Indichiamo con la somma dei termini di che
sono di ordine
(k = 0, ... , n -1 )
e con la costanteuno. Poniamo
Analogamente,
indichiamo con~~(x; Dx) (j = 1,
...,m)
laparte
principale dell’operatore Dx).
Facciamo, inoltre,
leipotesi seguenti.
IPOTESI A. 2D sia una varietà di Rr di dimensio_ne r -1 e di classe
e(oo),
i
coefficienti
diA(x; Dx, Dt)
siano di classee(oo)(,Q)
equelli
diDx) (j = 1,
... ,m)
siano di classe( È
chiaro che non cipreoccupiamo qui
diprecisare
laregolarità
minima necessaria per la validità dei risultati che
otterremo).
IPOTESI B.
B7’~
E Rr -{O},
B7’x ED
e EC,
Re~, ~ 0, A’(x; i~, Â)
~ 0.Si
richiede, cioè,
cheD:xn Dt )
siaparabolico
secondo Petrovskii.IPOTESI C. Se r =
1,
ilpolinomio
in s~’(x; is, Â)
ha esattamente mradici con
parte immaginaria positiva,
EC,
ReÀ >
O.IPOTESI D. Il sistema di
operatori f rontiera ~93~ ; ~
=1,
... , ènormale,
cioèIPOTESI E. b’x E
D,
siano v o 0 un vettore di Rr normale a 3Q in x e~ ~
0 un vettore di Rrtangente
a 3Q in x.Allora,
ipolinomi
in 893~(x; ~ --i- sv) (j
=1,
...,m)
sono linearmenteindipendenti
modulo ilpoli-
nomio
dove le
sk ( ~,
v ;Â) ( k
=1,
... ,m )
sono le radici conparte immaginaria positiva
delpolinomio i (
+sv), A).
Se n =1,
consideriamo ipoli-
nomi
’(x; is, Â)
es) (j
=1,
...,m).
Si
richiede, cioè,
che il sistema dioperatori
frontiera =1,
... ,m}
ricopra A(x; D,,, Â)
su2D,
Re~, ~ 0.
Sia,
ora,pe]ly
+00[.
indichiamo con lospazio
vettoriale delle(classi di)
funzioni di tali che le loro derivate(nel
senso delledistribuzioni)
finoall’ordine j apparten-
gano a Munito della norma
diventa uno
spazio
di Banach.Indichiamo
poi
con ilcompletamento,
nellatopo- logia
diHpm (Q),
dellospazio
vettorialeNel
seguito,
avremobisogno
delseguente risultato, provato
daLagnese
in[9] (cfr.
ancheAgmon-Nirenberg [1]).
PROPOSIZIONE 3
( Lagnese) .
Se leipotesi A)-E)
sonosoddisfatte,
allora esistono
~,o
E U{O}
e00
E]0, nj2[,
tali chel’applicazione
sia una biiezione ’B1ÀEC eon e
0,,. Inoltre,
perquesti
A e perogni
Ue H"(D;
vale la stimacdove C è una costante
indipendente
da u e da À.Poniamo,
per k =1,
... , n e ,u ER+,
questi operatori,
perk n,
risultanoprechiusi
in e~’n,~ =1;
indichiamo con 9 per
k n,
la minima estensione chiusa di(k
=1, ... , n -1;
p GR+) e,
peromogeneità
discrittura, A,,,P
= 1.Poniamo
e muniamo
Y,, ( 1~ = 1, ... , n -1; ¡~~ER+)
della normacon la convenzione di omettere la somma al secondo membro se
k= n-1.
Siamo,
ora, ingrado
di provare ilTEOREMA 4. Siano
soddis f atte
leipotesi A)-E)
e sianof k
E{$j}~~) (k
=0, 1,
.. , n -2)
e ELp(Q). Allora,
ilproblema
ammette una e una sola soluzione
ut(x),
tale cheQuesta
soluzioneappartiene
aDIMOSTRAZIONE. Cominciamo col provare che il
problema (18)-(19)
ammette una e una sola soluzione se, e solo se, esiste ,u e
R+,
tale cheil
problema
ammette una e una sola soluzione soddisfacente la
(19),
perogni
e per
ogni
Infatti
eponiamo
Allora, ó
soddisfa la(19)
se, e solo se, anche u la soddisfa. Si hapoi:
Quindi o
soddisfa laprima
delle(20)
se, e solo soddisfa laprima
delle
(18).
Inoltre,
e,
quindi, ~
soddisfa la seconda delle(20)
se, e solo se, u soddisfa la seconda delle(18).
Se ó soddisfa la terza delle condizioni
(20),
allora u soddisfa la terza delle condizioni(18)
conInfatti, poichè
Analogamente,
se u soddisfa la terza delle(18),
y allora ~5 soddisfa laterza delle
(20)
conIl sistema lineare
(21)
ha la matrice dei coefficienti con determinante diverso da zero ;quindi, assegnate
lef k ,
èpossibile
determinare le g~k in manieraunivoca,
il viceversa essendo ovvio.Inoltre, poichè
il si-stema
(21)
ètriangolare inferiore, f k dipende
solo da(k = 0, 1, ... , n -1)
e,quindi,
se anchef~ G Infine, poichè
la matrice inversa di una matricetriangolare
infe-riore è anch’essa
triangolare inferiore,
se ancheE
{$;}~1)’ Questo
proval’equivalenza
deiproblemi ( 18 )
e( 2 0 ) . Rimane, quindi,
da provareche, scegliendo
,u in manieraopportuna,
il
problema (20)-(19)
ammette una e una sola soluzione.‘D(Ao,~) - Hpm(S~ f ~~3~~m ~)~
con e teniamo
presente
chegli operatori Ak,p ( k = 1, ... , n ;
p E
R+)
sonogià
stati definiti.Allora,
ilproblema (20)-(19) può
essere formulato nella manieraseguente:
Trovare
soluzione del
problema
diCauchy
Gli
Ak,p ( k =1, ... ,
n ; p ER+)
sono chiusi per definizione e = 1.Inoltre, prendendo
A==0nell’Ipotesi B),
ne viene cheD.),
equindi
ancheAo,~ , è
uniformementeellittico;
diqui
segue cheAo,,u
è chiuso per
ogni ,u Quindi,
ilproblema (22)
verifical’Ipotesi
1.Se
poniamo
Poichè,
sene viene
che,
sceltoÅo/ (cos 60),
esiste tale cheper
ogni
e perogni k E ~0, 1, ... , n~.
Quindi,
ilproblema (22)
verifica anchel’Ipotesi
2.Infine, poichè
è denso in e c{$;}~1)’
allora
{$;};:~)
è denso inL,(Q).
Allora,
il Corollario 3 e il Teorema 3 assicurano che ilproblema (20)- (19)
con p =p
ha una e una solasoluzione,
come volevasi.BIBLIOGRAFIA
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Manoscritto