A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
E DOARDO S ERNESI
L’unirazionalità della varietà dei moduli delle curve di genere dodici
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 4
esérie, tome 8, n
o3 (1981), p. 405-439
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delle
curvedi genere dodici.
EDOARDO SERNESI
(*)
Introduzione.
Per
ogni
interop>l
l’insiemeA,
delle classi di isomorfismo birazionale di curvealgebriche
di genere p ha una struttura naturale di varietaalgebrica quasi proiettiva [M 1].
Una descrizioneesplicita
difl,
6 stata finora ottenuta solo nei casi p =1,
2( cfr. [E-Ch]
e[I])
mentre per valorimaggiori
di p si hanno alcune informazionigenerali,
come adesempio
cheMp
6 irriduci- bile di dimensione3p - 3 (questo
6 un risultato classico in caratteristicazero
[E-Ch]).
In
[Sev]
Severi indic6 una via per dimostrare cheMp
6 unirazionale sep10;
la suaidea,
basata sulla considerazione difamiglie
di curveplane
con
nodi,
furipresa
esviluppata ampliamente
da B.Segre [Se]
e il risultatopu6
considerarsioggi acquisito (per
una discussione si veda anche[A-S 2]).
Nella stessa Memoria Severi
congettur6
anche l’unirazionalità diA,
per tutti i valori dip >11.
Inquesto
lavoro sirisponde
affermativamente allacongettura
nel caso p = 12. Il risultato 6ottenuto,
in accordo con ilsuggeri-
rimento di
Severi,
dallo studio delle curve di P3 di genere 12 e ordine12 (il
minimopossibile
senzaparticolarizzare
imoduli).
Il lavoro 6 diviso in due
parti.
Nellaparte I,
fissata una curva irriducibilenon
singolare
C ed un morfismo birazionale di C s’u una curva h cPr, si
stu-diano i
gruppi
(*)
Ricerca inparte
svolta mentre 1’autore era borsista CNR-NATO presso ilDepartment
of Mathematics at HarvardUniversity.
Pervenuto alla Redazione il 31 Marzo 1980 ed in forma definitiva il 5 Novem- bre 1980.
dove .K 6 un divisore canonico e D 6 il divisore
immagine
su C di una sezioneiperpiana
di T.Quest!
sono moduligraduati sull’algebra
deipolinomi
inr
-E-1
variabili a coefficienti nel campo base che hanno laproprieta
di esseredi
Cohen-Macaulay ;
ci6 ne facilita lo studio dalpunto
di vistaomologico.
Si
ottengono
infatti informazioni abbastanzaprecise
sidle lorosizigie
esugli
ideali di
Fitting associati, specialmente
nel caso di curve in P3.I risultati
generali
dellaparte
I vengonoapplicati
nellaparte
II per co- struire unafamiglia
di curve nonsingolari
irriducibili di genere 12 a moduligenerali,
realizzate come curve di P3 di ordine12, parametrizzata
da unavarieth razionale. Il passo
piu
delicato della costruzione siappoggia
sull’esi-stenza,
dimostrata nelparagrafo 6,
di curve irriducibili nonsingolari
digenere 12 e ordine 12 in P3 a moduli
generali
sullequali
lesuperfici quintiche seghino
una serie linearecompleta.
I metodi su cui 6 basato
questo
lavoro rientrano sostanzialmente nel programma iniziato da Petri in[P 1]
e[P 2], poi ripreso
in[S D], [A-S 1]
e
[A-S 2].
Si adotterhil linguaggio degli
schemi che si supporranno sempre definiti su un campo Kalgebricamente chiuso;
nellaparte
II si far£ l’ulterioreipotesi
che K sia di caratteristica zero al solo scopo dipoter disporre
del teo-rema di Bertini nel
paragrafo
6.Desidero
ringraziare
Enrico Arbarello per aver suscitato il mio interesse per ilproblema
dell’unirazionalith dei moduli delle curve attraverso moltis- sime interessanti discussioni.Ringrazio
vivamente anche Ciro Ciliberto ed AlanMayer
per alcune utili conversazioniriguardanti gli argomenti
delparagrafo
6.In una
prima
versione del lavoro 6 risultata errata la dimostrazione dellaproposizione (6.7).
Ci6 6 stato notato da E.Arbarello,
C. Ciliberto e dalreferee. Una dimostrazione alternativa ma
vicina,
aquella presentata qui
6stata trovata da C. Ciliberto e Joe Harris.
Esprimo
a tutti i mieiringra-
ziamenti.
Parte I
1. - Generalita.
In tutta la
parte
I sisupporra
fissata una curvaproiettiva
irriducibilenon
singolare
C di genere p definita su un campoalgebricamente
chiuso K.Denoteremo sempre con .K un divisore canonico su C. Se Y 6 un fascio di
0,0-moduli
e d 6 un divisore suC,
iK-spazi
vettoriali dicoomologia Hi(C, Y),
Hi( C, O(4)), Hi(C, Y@ 0(4))
sarannodenotati, quando
cib non dialuogo
ad
equivoci, rispettivamente Hi(,T), H’(4), Hi(Y(4))
e le loro dimensionihi(,T), hi(,J), hi(:F(J)); con [4 [
denoteremo la serie linearecompleta
indivi-duata da J.
Supporremo
dato una volta per tutte un divisore D su C digrado n
edun
sottospazio
vettorialeV C H°(D)
di dimensioner + 1 > 2
tale che innessun
punto di
C si annuZZino tuttigli
elementi di V.Dunque
V definisceuna sottoserie lineare di
IDI priva
dipunti fissi,
digrado n
e dimensione r(una g’ );
siail
corrispondente
morfismo di C nellospazio proiettivo
di dimensione r.Per
ogni mc-Z
denotiamo conSm
1’m-esimapotenza
simmetrica di V(Sm = 0 se m 0)
e conl’algebra
simmetrica di V. Se6 un. 8-m0dUl0
graduato
ed s EZ,
denotiamo come di consuetodove
B(s).
=E.+m
edIn
particolare
Ricordiamo che ’uu S-modulo
graduato
ditipo
finito E si dice di Cohen-Macaulay
se la sua dimensioneeguaglia
la suaprofondita,,
in simboli dim(E)
== prof (E) ( cfr. [S 3] ) .
Nel
seguito
considereremo S-moduligraduati
della formadove Y 6 un fascio
invertibile;
inparticolare
studieremo indettaglio
In
questo paragrafo,
fissato il fascio invertibile 9 suC,
daremo per com-pletezza
le dimostrazioni di alcuneproprieta
ben conosciute del modulor(:F).
(1.1)
LEMMA.y(l5’)
e un 8-modulograduato
ditipo finito,
di Cohen-Macaulay di
dimensione 2.DIMOSTRAZIONE. La finitezza di
y(Y)
6 un risultato ben noto(cfr.
adesempio [H]).
Scegliamo
una base xo, ..., x, diV; possiamo
supporre che xo, ... , I Xr non abbiano a due a duepunti
di annullamento in comune. Siail
complesso
di Koszul di xo , ... , xr . Poiche lamoltiplicazione
6 iniettiva per
ogni r
c-V non nullo ed m c-Z,
si haConsideriamo un elemento di
Abbiamo
Se
8r(z)
= 0 allora per il « basepoint
freepencil
trick »([8 D] pag.162 )
esistetale che
e
quindi
Per le note
proprieth
delcomplesso
di Koszul[A-B] (1.2)
ed(1.3) impli-
cano che
D’altra
parte
si ha pure[S 3]
e dal teorema di Riemann-Roch segue che
La
principale
conseguenza del lemma(1.1)
6 chey(Y) possiede
una riso-luzione libera minimale su S di
lunghezza r -1
costituita da S-moduli
graduati
liberi ditipo
finito e da omomorfismi omo-genei
digrado
zero(che
chiameremosemplicemente
una risoluzioneminimale).
In termini di funtori Ext la
proprieta
diy(Y)
di essere diCohen-Macaulay
di dimensione 2 6 espressa dalla condizione
L’S-modulo
graduato
6 non nullo e si
pub
descrivere facilmente usando i teoremi di dualita di[S 1].
Sia infatti
y(Y)"
il fascio coerente su Pr associato ay(Y)
nel modo ben noto[H] ; poiche
si ha
y(:F)f’oJ = av. Y.
Da[S 1]
segue che esiste un isomorfismo naturaledove * denota dualita di
K-spazi
vettoriali.La successione
spettrale
diLeray
e la dualita di Serre su C danno infineun isomorfismo naturale
Da
(1.5)
ed(1.6)
si deduce immediatamente laseguente:
(1.7)
PROPOSIZIONE. Sia(1.4)
2cna risoZ2cz2one minimale. diy(Y).
Alloradove Z’uZtima
applicazione
Bulla destra è indotta da(1.6), è
unac risoluzione, minimaZe diy(Y-i(K) ).
Prendendo =
0c
laproposizione (1.7)
ci diceche,
a meno di trasla- zione deigradi, y(Oc)
ey(O(K))
hanno risoluzioni minimali duali.2. - Le risoluzioni di
y( C o)
eY(O(-K)).
D’ora innanzi supporremo che 1lv sia un morfismo birazionate di C sulla
sua
immagine
che 6 una curva in Pr ridotta ed irriducibile digrado
n.Il nostro scopo
principale
6 di ottenere informazioni su T attraverso lo studio diy( 00)
e diy(O(K)).
Denoteremo con I l’ideale di
jT,
cioe il nucleo dell’omomorfismoindotto dall’inclusione V C
H°(D) ; g(S) = Sll 6
1’anello delle coordinate omogenee di ..l’ e q 6 suriettivo se e solo se h 6nonsingolare
eproiettivamente
normale.
Definiamo il livello di D come
È
sempred> - 1 e d = - 1. se e
solo se C ha genere zero. Un caso interes- sante 6quello
in cuichiameremo allora
r
sottocanonica di livello d. Inquesto
caso si haAd
esempio
sono sottocanoniche di livello zero le curve ridotte ed irri- ducibili di Per di genere uno; le curvecanoniche,
di genere p inlPwl,
e le loroproiezioni
birazionali dapunti
esterni sono sottocanoniche di livello uno;le curve
nonsingolari
intersezionicomplete
dimultigrado (nl,
...,nr-l)
in persono sottocanoniche di livello d = nl
+
...+ nr-l - r -1.
Consideriamo una risoluzione minimale di
y(0c)
Se 1’ 6 sottocanonica di livello d allora
6 una risoluzione minimale di
y(O(K)). Segue
dallaproposizione (1.7)
cheesistono isomorfismi
e che
quindi
anche6 una risoluzione minimale di
y(O,).
Se d’altra
parte
esistono isomorfismi(2.3)
allora T 6 sottocanonica di livello’d.
Infatti laproposizione (1.7) implica
chePrendendo in
particolare m
= d+
1 si deducePrendendo m = d si trova che
IdDl
=IKI.
Riassumendo abbiamo la
seguente
(2.5)
PROPOSIZIONE. Sia(2.1)
una risoluzione minimale diy(Oc).
(i)
T enonsingolare
eproiettivamente
normale se e solo seI’o
- S.(ii)
T £ sottocanonica di livello d se e solo se esistonoisomorfismi (2.3).
In tal caso
(2.2 )
e(2.4)
sono risoluzioni minimali diy(O(K))
ey(Oc) rispettivamente.
OSSERV AZIONE. È
immediata conseguenza della(2.5)
che in P3 le curveintersezioni
complete nonsingolari
sono caratterizzate dall’essere sottoca- noniche eproiettivamente
normali. Per altre dimostrazioni diquesto
risul-tato classico si veda
[P 2], [Gh], [S 2].
Stabiliamo ora alcune
proprieta
dei sistemi minimali digeneratori
diy(Oci)
e diy( 0(K) ).
A tale scopo consideriamo leapplicazioni
naturalie
poniamo
Chiaramente
ogni
sistema minimale digeneratori
diy(O,)
consiste di Q,o ele- mentidiy(0,0),,
ai elementi diy(0c)iy
ecc., e definisce un omomorfismo suriet- tivo minimale omogeneo digrado
zeroSi noti
che ao
= 1 e a1 =hO(D)
-(r + 1).
Analogamente ogni
sistema minimale digeneratori
diy(O(K))
6 costituitoda
t-,
elementi diy(O(K))-a,
ecc., e definisce un omomorfismo suriettivo minimale omogeneo digrado
zeroDa
quanto
si 6 visto finora segue che in una risoluzione minimale(2.1)
di
y(0c)
si haLa
proposizione seguente
ci da informazioni utili per calcolaregli
a, ed i tm. Laparte (i)
si trovagia
in[P 2],
pag.194,
sottol’ipotesi
ulterioreV =
.Ho(D) ;
con la stessaipotesi
inpif
laparte (ii)
della(2.6)
6 dimostrata in[AS 1],
teorema(1.6).
(2.6)
PROPOSIZIONIF,.(i)
a, = 0 perogni j > d +
3. BeT I
sottocanonica si ha pure ad+2 = 0.DIMOSTRAZIONE. Sia a un divisore di
grado r -1
suC,
costituito dapunti
distinti inposizione generale
e siaY(- a)
l’intersezione di V eHO(D - a)
in
HO(D). k
bennoto,
epub
dimostrarsi facilmente usando adesempio
illemma
(1.5)
di[A
S1 ],
chee che la
9n-r+1
definita daV’(- a)
non hapunti
fissi su C.Poniamo
La successione esatta di fasci
induce una successione esatta
Dimostriamo
(i).
Perogni 1>1
si ha undiagramma
commutativo arighe
e colonne esatte :La seconda
riga
6 esattaperch6
per la
genericith
di a. Usando il lemma diCastelnuovo [M 2]
si trovaquindi
Applicando
il « basepoint
freepencil
trick >>[SD]
troviamoun facile calcolo basato sul teorema di Riemann-Roch ci da
che 6 zero
se j>d +
3 oppurese j
= d+
2 eIdDI
=IKI.
La dimostrazione di
(ii)
si da in modo simile usando ilseguente diagramma
commutativo a
righe
e colonne esatte(m > - d + 1) :
OSSERVAZIONE. Se
.T e
sottocanonica di livello d si hae
quindi
Si osservi che il lemma
(2.6)
fornisce inparticolare
una dimostrazione diretta del fatto chey(0c) e y( 0(K) )
sono 8-moduli ditipo
finito.3. - Gli ideali di
Fitting.
Denotiamo con
1(y(Oc)) e
conI( coker (q) ) gli
o-esimi ideali diFitting [M R]
di
y(OO)
e del conuleo dell’omomorfismoconvenendo di porre
7(coker (q))
= m =1’ideale omogeneo massimale diS,
nel caso in cui q sia suriettivo
(cio6 T nonsingolare
eproiettivamente normale).
Piuesplicitamente
consideriamo una risoluzione minimale(2.1)
di
y(0c) e scegliamo
basi inFo ed .F’1. Rispetto
ad esse l’omomorfismofi
6rappresentato
da una matrice A costituita da a-b elementiomogenei
diS,
doveLa base el, ..., ea di
Fo
consiste di ’an elemento digrado
zero, esupponiamo
che sia el, e di a - 1 elementi di
grado positivo.
Scriviamo.Fo
=Fole,,8
eddove P 6 la
prima riga
di A edA
6 ‘un:a matrice(a - 1)
X b cherappresenta
l’omomorfismo
rispetto
alla baseë2, ...,
ëa diFo (e,
= ei mode1s)); A
non 6 definita se a = l. -Denotiamo con
I(A)
edI (A ) gli
idealiomogenei
di Sgenerati
dai determi- nanti dei minori di ordine massimo di A edA rispettivamente..Allora
Si mostra facilmente
[MR]
che lo 0-esimo ideale diFitting
di unS-moddo di
tipo
finito M ed il suo ideale annullatore Ann( M)
hanno lostesso radicale. Da eib segue che
(Supp (-)
denotando ilsupporto
di-)
e che
lll
evidente che1(y(O,))
= 7 se P 6nonsingolare
eproiettivamente
normale.lll
pure vero, anche se noncosi evidente,
cheI(y(0c))
= I seT
6 ’una curvapiana;
inquesto
casoI(coker (q))
6 l’ideale delle curveaggiunte
a r(Cfr.
[A S 2]
nel caso in cui lag’
6completa).
In
generale poiche
si ha
e l’inclusione
pu6
essere stretta anchequando
T 6nonsingolare (si
veda l’osser- vazione(5.7)).
Si ha tuttavia laseguente
(3.3) PROPOSIZIONE. 8e T I nonsingolare
DIMOSTRAZIONE.
L’ipotesi
dinonsingolarith
di Tsignifica
chementre dal lemma
(2.6)
di[M R] applicato
alla successione esattasegue che
in
quanto
I 6 lo 0-esimo ideale diFitting
diSll.
La(3.4)
e la(3.5)
dannoinsieme
che
equivale
all’asserto. c.v.d.4. - Il caso delle curve di P3.
In
questo paragrafo supporremo
che T sia una curva diP3(dim (V)
=4).
Considereremo,
oltre all’ideale1(y(Oc)),
ancheI(y(O(K))),
lo O-esimo ideale diFitting
diy(O(K)).
Siauna risoluzione minimale di
y(0c) e scegliamo
delle basi pergli
S-moduliliberi
Fo, F,,, F2; rispetto
ad essegli
omomorfismifi ed f 2
sonorappresentati
da matrici d. e B
rispettivamente,
ad elementiomogenei
inS,
di dimensioniaxb e b X t dove
Per definizione
D’altro canto la
(4.1)
definisce per dualita una risoluzione minimale diy(O(K))
(prop. (1.7)):
e
quindi
l’ideale
generato
dai determinanti dei minori di ordine massimo di B.DIMOSTRAZIONE. Il teorema
(3.1)
di[B E 1] applicato
alla(4.1) implica
l’esistenza di un elemento omogeneo non nullo c c- S tale
che,
perogni
sotto-insieme J c
{I, b}
di aelementi,
si abbia -(.A. J
denota il minore di A costituito dalle colonnecorrispondenti
aJ,
mentreBcmJ è i1
minore formato dallerighe
di Bcorrispondenti
alcomplementare
di J in
{I, b}).
PoicheI(A)
8 un ideale di altezza due c deve essere unelemento
invertibile; quindi
OSSERV AZIONE.
Quando
r 6 nonsingolare
eproiettivamente
normale(ac = 1)
B 6 una matrice(t + 1)
X t e la(4.2)
ci dhQuesto
6 un ben noto casoparticolare
dellaSarebbe interessante sapere se la
(4.2)
6 valida anche per curveV c Pr quando
r > 3.Faremo vedere ora come 6
possibile
determinare una risoluzione di8/1
a
partire
da risoluzioni diy(0c)
e dicoker (q).
Trattiamol’argomento
per inciso: ilseguito
del lavoro 6indipendente
dalle osservazioni che stiamo per fare.Possiamo supporre come nel
paragrafo
3 che nella base{e1,
...,ea}
sceltain
I’o
ilprimo
elemento abbiagrado
zero. Scriviamo la matrice A nella formadove P 6 1 x b
ed Z
6(a -1 )
x b. Si ha una successione esattadove
.Fo
=Foleis
edïl
6rappresentato
dalla matriceA . Prolunghiamo
la
(4.3)
ad una risoluzione libera di coker(q) :
in cui i gj siano
omogenei
digrado
zero e minimali. Consideriamopoi
il dia-gramma commutativo
seguente :
Poiche
I’2
6 libero e tuttigli
omomorfismi sonoomogenei
digrado
zero esisteun
omomorfismo f2
omogeneo digrado
zero che mantiene commutativo ildiagramma (4.5).
Denotiamo infine con
1’omomorfismo definito dalla matrice
P,
cioe tale cheOra
possiamo
enunciare la(4.6)
PROPOSIZIONE. Con le notazioni introdottequi
sopra, la successione diomomor f ismz omogenei
digrado
zeroè una risoluzione libera
(non
necessariamenteminimale)
di8/1.
DimoSTRAZIONE. L’esattezza della
(4.7 )
inG4
6 evidente. Facciamo vedere che se(xl, x2)
EG3 Q .F’2
eallora deve essere
g3(x1)
= 0.Quest’asserzione
6equivalente
all’esattezza della(4.7)
inG3 O .F’2
a causa dell’iniettivitàdiJ2
e si verifica subito : seallora
ed anche
una contraddizione.
L’esattezza in
G2
si verifica con un «diagram chasing o
in(4.5).
Facciamoinfine vedere che la
(4.7)
6 esatta in S.Denotiamo con 8 la suriezione
sta in
ker (8). Quindi ( f o g2 ) (z) E I.
Se viceversa w E I allora
sta in ker
(8), quindi
esiste yE PI
tale chepoiche f 1(y)
= 0c- P.
l’esattezza della(4.4) implica
l’esistenza diz c- G,
taleche
g2(Z)
= y; si haquindi (fog2)(z)
= w. c.v.d.OSSERVAZIONE. Un risultato molto simile a
questo
si trovagia
in[R],
theorem
(2.5).
5. -
Curvespeciali
a moduligenerali
in P3.Alla luce della discussione
precedente vogliamo
descrivere la struttura numerica delle risoluzioni minimali dei moduliy(O,)
per unaparticolare
classe di curve PC P3.
In
questo paragrafo
supporremo che D sia un divisorespeciale
di livellod = 1,
cioeAO(K - D) =A 0
edhO(K - 2D)
=0,
e che si abbiahO(D)
=4,
cioe che la
gn segata
daipiani
dilP3
siacompleta. Supporremo
inoltre che la condizioneseguente
sia verificata :Non 6 difficile mostrare che la
(5.1) implica hO(K- 2D)
= 0 e che essa 6una condizione sufficiente affinch6 P sia a moduli
generali
cioe affinche siapossibile
estenderead
ogni piccola
deformazione di C( cfr. [A-C]
ed il lemma(6.4)).
Dalle
ipotesi
fatte su D segue cheUna risoluzione minimale di
y(O(K))
haquindi
la formadove
con a2, a 3 da determinare ed
con i
bj
vincolati dalla condizionePer la minimalita della
(5.2)
deve esserepoi
Grazie alla
(4.1)
di[A-S 1] sappiamo
inoltre cheker (q)
6generato
daelementi di
grado
C 2 equindi
chementre
6 conseguenza della condizione
(5.1 ).
E allora deve anche essereper la minimality della
(5.2).
La successione esatta dellecomponenti
digrado
uno della
(5.2)
porge,dopo
unsemplice calcolo,
e la condizione
(5.3)
daPer dualita deduciamo dalla
(5.2)
laseguente
risoluzione minimale diy(O,,):
dove
b3 ed a2
sono dati dalleespressioni (5.4)
e(5.5)
in termini dip, t-l, n
eb2,
e B ed A denotano le matrici che definiscono
gli
omomorfismi. Dalla mini- malith della(5.6)
segue cheb2 eguaglia
il numero diquadriche
linearmenteindipendenti
checontengono F,
epoiche
T ha generemaggiore
di unob2
6 non
superiore
ad uno. La conclusione 6 che’ non 6 contenuta in alcuna
quadrica
’ sta su una
quadrica.
Usando una notazione a blocchi Ie matrici A e B hanno la forma
seguente:
Se
b2
= 0se
dove
[h]
denota un blocco di forme digrado h
di dimensioni indicate di latoe sotto la matrice.
(5.7)
OSSERVAZIONE. Sea2 > 0
eb2 =1
certamenteI(y(dC))
6 diversoda I. Infatti in
questo
caso F 6 contenuta in unaquadrica
la cuiequazione
non sta in
I(Y(d c) ).
Nella tabella
seguente
il lettore troverariportati
a titolo diesempio,
per i valori del genere
compresi
tra 5 e16,
i caratterit-1, to, b3,
a2 nel casob2
= 0 relativi alle serie lineariIDI
il cuigrado n
6 il minimocompabile
conla condizione
(5.1) cioè,
come si calcolasubito,
il minimo intero n tale cheParte II
Supporremo
d’ora inpoi,
ad eccezione che nelparagrafo 7,
che il campo K abbia caratteristica zero.6. - Esistenza di curve di genere 12 e ordine 12 in P3.
In
questa
secondaparte
studieremo le curve di P3 di genere 12 e ordine 12.Un risultato
generale
dovutoindipendentemente
a Kleiman-Laksov[K-L]
e a
Kempf [K 1] implica
che una curvagenerale (nel
senso deimoduli)
digenere 12
pub
essere realizzata come Una curva di P3 di ordine 12.Questo
teorema non verra tuttavia usato
qui
essendo per certi versi ilasiifficienteagli scopi
che abbiamo invista;
dimostreremoinvece,
usandoargomen’-i
geo-metrici,
un risultatopiu preciso riguardante
beninteso solo le curve che ciinteressano.
Nel
seguito
faremo uso delle tecniche e dei risultatiprincipali
di teoriadelle deformazioni rimandando alle fonti
originali
per le dimostrazioni. Perogni
interopositivo
p denotbremo conflp
la varieta dei moduli delle curve di genere p«
coarse moduli scheme» cfr.[1VI 1] ) ; Mp
8 uno schemaquasi- proiettivo,
ridotto ed irriducibile([M 1];
per la irriducibilita si veda[B-Ch]).
Sia C ‘una curva irriducibile
nonsingolare
di genere p e ordine n inP3 ;
denotiamo con D il divisore di una sezione
piana
di C e conTo
la restrizionea C del fascio
tangente
T su P3.Supponiamo AO(D)
= 4.Sia
poi 3c c Opa
il fascio di ideali di C edil fascio normale di C in P3. Abbiamo due ben note successioni esatte di fasci localmente liberi su C:
dove K denota un divisore canonico su C e
dalle
quali
con un facile calcolo si deduce che(6.4)
LEMMA.Supponiamo
chel’applicazione
naturalesia iniettiva. Allora C
appartiene
ad un’unicacomponente
irriducibile dello schema di Hilbert di P3[Gr]
laquaZe possiede
unaperto
cu, con leseguenti proprietà :
(i)
’l1 è liscio di dimensione 4n e contiene C.(ii)
tutti ipunti
chiusi di ’l1 sono curve liscie irriducibili di genere pe ordine n.
(iii)
perogni
curva0’ E
cu,po(C’) I
iniettiva.(iv)
ilmorf ismo
naturale_ _
indotto dalla
famiglia
universaleparametrizzata
da flL & dominante(cioe
haimmagine
densa inMp).
DIMOSTRAZIONE. Dalla
(6.2)
otteniamo una successione esattain cui la
prima applicazione
6 duale di/lo( 0)
per dualita di Serre. Ne dedu-ciamo che
Dalla
(6.1),
segue allora chePer le
propriety
locali dello schema di Hilbert discende dalla(6.5)
che Csta su una sua unica
componente
irriducibileHC
di cui 6 unpunto
chiusoliscio;
la dimensione diHC
in C 6per la
(6.3).
Poichehl(Tc)
eh°(D)
sono semicontinuesuperiormente
al variaredi
C’
EH 0
esiste unaperto
ciL diHc
i cuipunti
chiusi sono curve liscie irri-ducibili
C’
di ordine n e genere p e tali che,u° ( C’)
siainiettiva;
cIL 6 liscioperch6
perogni 0’ E
U siha, analogamente
alla(6.5),
La
(iv)
segue dal fatto che perogni C’c- U l’applicazione tangente
almorfismo
nel
punto
C’ 6l’applicazione
dedotta dalla
(6.1)C,, [K-S]
e, per la(6.6), questa
6 suriettiva. c.v.d.Consideriamo ora una
superficie quartica
di P3 avente come unicasingolarita
’unpunto doppio
conico 0 e contenente una curva irriducibilenonsingolare
E di genere 1 e ordine4, passante
per 0. 1L’esistenza di F si
pu6
dimostrare nel modoseguente.
Siano
.AI, ..., As punti generali
inp2, ¿;
una cubicanonsingolare
che licontiene e P c- & il nono
punto
base del fascio di cubiche perAI, ..., As.
Sia inoltre
Q
una conicagenerale passante
perP,
eQ r) P U B, u V...VBS.
Denotando con h il divisore definito su 6 da una retta
qualsiasi
6 una
g4 completa
che definisce un isomorfismo di 6 su unaquartica
non sin-golare
di genere 1 E cP3 ;
sia 0 E El’immagine
di P.Fissato un
punto B,, c- Q
distinto daP, B,,, ..., B,,
sia .X lasuperficie
cubica irriducibile di P3
immagine
di P2 attraverso il sistema lineare delle cubichepiane
perBi, ..., B6.
X contiene E e la sua solasingolarita
6 unpunto doppio
conico in0, immagine
della conicaQ.
Sia
poi A9
unpunto generale
di P2 ed Y lasuperficie quartica
di P3 che 6l’immagine
di P2 attraverso il sistema lineare dellequartiche piane passanti semplicemente
perAI, ... , .A8
edoppiamente
perA9 . Il luogo singolare
di Y6 una retta
doppia
r,immagine
della cubicapiana
perA1, ... , As, Ag.
Lasuperficie
Y contiene la curva E equesta
interseca r nel solopunto 0,
etrasversalmente.
Consideriamo ora il sistema lineare E delle
superfici quartiche
contenenti Ee
singolari
in 0. Poiche S contiene lequartiche spezzate
in duequadriche
contenenti
E, il luogo
base di E 6precisamente
E. Al sistema lineare Z ap-partengono
anche lequartiche
della forma X u x, dove a 6 unpiano qual- siasi ; quindi
per il teorema di Bertini lasuperficie generale
di E 6irriducibile,
ha un
punto doppio
conico in 0 epossiede
alpiu
un numero finito dipunti
multipli
variabili su E. Ma l’esistenza diquesti punti multipli
variabili 6 esclusa dal fatto che E contiene anche laquartica
Y la cui unicasingolarita
su E 6 il
punto doppio biplanare 0;
si osservi infatti che 0 nonpossiede punti doppi
infinitamente vicinilungo .E,
essendo la rettadoppia r
nontangente
ad E. Si conclude
quindi
che lapiu generale superficie
.F E E 6 unaquartica
irriducibile contenenteE,
dotata di unpunto doppio
conico in 0 e di nes-sun’altra
singolarita.
Sia
a: S --o. F
ladesingolarizzazione
minimale di.F’,
r =(jl(O)
ed Hl’immagine
inversa su 8 di una sezionepiana generale
di F. Sullasuperficie
K-3 S si ha
Consideriamo il sistema lineare
12E +
1’+ HI.
Poiche12B + HI
6privo
di
componenti
fisse(quindi irriducibile)
eanche
12B +
T+ HI
6privo
dicomponenti fisse,
equindi
irriducibile eprivo
dipunti
base[Ma].
Sia C una curvagenerale
di12B + F + HI.
Si ha:ne segue che
l’immagine
di C in F 6 una curva di P3 irriducibilenonsingolare,
di genere 12 e ordine
12,
che denotiamo ancora C.Inoltre si ha
e
quindi
la seriesegata
su C daipiani è completa.
Verifichiamo ora che le
superfici quintiche
segano su C una serie linearecompleta,
cio6 cheOsserviamo che
inoltre, poiche (2H - B -.P) = - 1
ehO(S,Os(2H-E)) = 2,
il divisorefisso di
12H - EI
6 della formah.,T’, h >:I,
e12H - E - hrl
6 un fascio dicurve ellittiche. D’altra
parte
quindi, p oi che
dev’essere h = 1. Si ha
perci6
e di conseguenza
Sia .A una curva
generale
di12H - B -.Pl.
Dalla successione esattadeduciamo che
In modo simile si verifica che le
superfici
di tuttigli
ordinimaggiori
di 5segano su C serie lineari
complete.
Dalla successione esatta
segue inoltre che
e
quindi
che C non è contenuta in8uperfici
digrado
minore di 4 ed F e l’unicaquartica
contenente C.Denotiamo con D il divisore di una sezione
piana
di C e con K un divi-sore canonico su C.
L’applicazione
naturaleè biettiva.
Per dimostrarlo consideriamo il
seguente diagramma
commutativoLe
applicazioni
p1 e P, sono definite per restrizione a C mentrei,
6 definita dairinclnsione naturalee
22,
p,y’
sono leapplicazioni
naturali. Poicheji
edil
sono biettive. Anche PI 6 biettiva come segue subito dalla succes- sione esattaNotiamo anche che la
composizione p2oi2 e
biettivaperch6 proviene
dalla successione esatta
definita dall’isomorfismo
0,(- T)
gzoc. Quindi /lo( 0)
6 biettiva se e solose 10 6 P.
Sia E’ una curva del
fascio 1, E diversa
da E. Si ha ilseguente diagramma
commutativo a
righe
esatteLe due frecce verticali alle estremith sono biettive e
quindi
p 6 biettiva.Riassumendo
possiamo
enunciare laseguente
(6.7)
PROPOSIZIONE. Esiste una -curva irriducibilenonsingolare
C inP3,
di ordine 12 e genere
12,
che ha leseguenti proprieta :
(i)
C e contenuta in unasuperficie quartica
la cui unicasingolaritd,
è un
punto doppio conico,
ed in nessnna altrasuperficie
digrado 4 ;
(ii)
lesuperfici
digrado
m segano su C una serie linearecompleta
sem = 1 oppure
m>5;
(iii) l’applicazione
è biettiva.
11 corollario
seguente
6 una facile conseguenza dellaproposizione (6.7)
e verra
applicato
nelparagrafo
8.(6.8)
COROLLARIO. Esiste unaperto
’1J di unacomponente
irriducibile dello sehemac di Hilbert di P3 con leseguenti proprietà:
(i)
’1J è liscio di dimensione48 ;
(ii) ogni punto
chiuso 0’ E ’BJ è unac curva irriducibile nonsingolare
diordine 12 e genere
12,
non contenuta insuperfici
digrado
minoredi
5,
e lesuperfici
digrado
m segano su C’ una serie lineare com-pleta
se m = 1 oppure m >5 ;
(iii)
perogni
curva C’E VI’applicazione ,uo(C’) e iniettiva;
(iv)
ilmorfismo
indotto dalla
famiglia
universaleparametrizzata
da ’U’ è dominante.DIMOSTRAZIONE DEL COROLLARIO. Sia C la curva descritta dalla
proposi-
zione
(6.7)
edctll’aperto
dello schema di Hilbert contenente C la cui esistenza 6 data dal lemma(6.4).
Denotato con Wl’aperto
dellospazio proiettivo
P(H-(P-, 0(4)))
checorrisponde
allequartiche
con alpiu
tmpunto doppio
conico come
singolarith,
sia J c 9-L x W lacorrispondenza
di incidenza i cuipunti
chiusi sono lecoppie ( C’, F)
tali cheC’ c .F’ ;
sianole
proiezioni.
Poichè laquartica generale
in W contiene solo curve interse- zionicomplete [N] [F]
epoiche
nessuna C’eflL lo6,
si haD’altro canto le fibre non vuote di p2 hanno dimensione 12 e
perci6
Quindi, poiche
dim 91 =48,
la curvagenerale
C’ in 91 non sta insuperfici
di
grado 4;
tenutopoi
conto della semicontiniiithsuperiore
diho(pa, 3g,(m) ),
C’ non sta neppure in
superfici
digrado
minore di 4. Si osservi infine che perogni m>l la
deficienza6.(C’)
della serie linearesegata
sulla curva C’ dallesuperfici
digrado
m 6 semicontinuasuperiormente
al variare di C’ inILL,
essendo
Ne deduciamo che se C’ 6
generale
essendo cib vero per C.
Quindi
le(i), ..., (iv)
sono soddisfatte su unaperto
IUdi U. c.v.d.
7. - Le varieta dei
complessi
dilunghezza
due.In
questo paragrafo prenderemo
in esame una classe di varieta di cuidimostreremo alcune
semplici proprieta ; queste
sono le varieta deicomplessi
di
lunghezza due, gia
consideratepiù
ingenerale
in[K 3]
e in[D-S]
e stu-diate in casi
particolari
in[He]
e[B-E 2].
Laproposizione (7.2)
verraappli-
cata nel
paragrafo
8.Siano
m, "I I
interipositivi
tali che n>m+ 1;
consideriamo lospazio
affine
dove
Wii, Xis, 1 i m, I j n, I s 1,
sono indeterminate distinte. Sialo schema affine il cui ideale 6
generato dagli
mlpolinomi
Sia inoltre P E Amn =
Spec (K[TVil])
eW,j(P)
Ek(P)
le sue coordinate(k(P) = O.A,pImA,p).
Se la matrice(Wii(P))
ha rango massimo e si denota conla
proiezione, pW1 (P)
6unospazio
affine di dimensionel(n-m) (in partico-
lare non
vuoto). Quindi
c’6 unacomponente
irriducibileQ’
di,S2
ed una sola tale chee si ha
cioe
che 6 il numero delle
equazioni
che definisconoQ.
Se la matrice(’wi, (p))
ha rango m - ,u allora
I
punti
P E Amn tali che(Wij(P))
abbia rango m - p costituiscono un sotto- insieme localmente chiuso irriducibileKp,
di dimensione[K2]
Si ha
quindi
Da un classico teorema di
Macaulay [M C]
discende checio6 9
6 irriducibile ed 6 un’intersezionecompleta
di codimensione Zm in A-.+nl. Ne segue pure chepw’(.Kl,)
6 irriducibile e siha
in
particolare
per p = 1Introduciamo nnove indeterminate
Wii, Xis.
Identificando alo
spazio tangente
di Zariski ad Am"+ni in unpunto
P EQ,
leequazioni
dello
spazio tangente
ad Q in P sonof
facile verificare che la matrice dei coefficienti diqueste equazioni
ha rango massimo se una almeno delle due matrici(Wij(P)) (Xis(P))
ha rango mas-simo. In tal caso
quindi
ilpunto
P E Q 6 liscio.Poiche i
polinomi (7.1)
sonoomogenei
nelleWii
e nelleXj, separatamente,
l’ideale da essi
generato
definisce un sottoschema chiusoP( Q( m, n, I))
diPmn-1 x Pnl-l e le considerazioni
precedenti
possono riassumersi nella se-guente proposizione:
(7.2)
PROPOSIZIONE.P(Q(m, n, l)) è
uno schemac ridotto ed irriducibile.Denotati con
e con
gli
schemidefiniti
dall’annullarsi dei determinanti dei minori di ordine m - p+ + 1,
1 - Â+
1rispettivamente (1
p 7n, 1 : 1c t)
delle matrici(Wii)
e(Xis),
e con
le
proiezioni,
si ha:è liscio al di
fuori
diè un chiuso irriducibile di : "
è un chiuso irriducibile di
8. - Il teorema di unirazionalitit.
In
questo paragrafo applicheremo
i risultati dellaparte
I alle curve digenere 12 e ordine 12 di P3 che
appartengono all’aperto
flY dello schema di Hilbert la cui esistenza 6 dimostrata nel corollario(6.8).
Una curva C
appartenente
a V rientra evidentemente nella classe con-siderata nel
paragrafo
5. I caratteri della risoluzione minimale(5.6)
sonoQuindi
la(5.6)
6 inquesto
casoe le matrici sono
dove
gli Ai;, Bis, P,
E S sonoomogenei
digradi rispettivamente 1, 2,
3.Dimostreremo il
seguente
,(8.2) TEOREMA. L’aperto ’lJ
dello schema di Hilbert di P3 considerato net corollario(6.8) è
una varieta unirazionale.Dal teorema
(8.2), grazie
alla(iv)
del corollario(6.8),
discende ilseguente (8.3)
COROLLARIO. La varietà dei moduli delle curve di genere 12 èunira-
zionale.
DIMOSTRAZIONE DI
(8.2).
Introduciamo leseguenti
indeterminate:e consideriamo l’anello
come
un’algebra graduata
dipolinomi
nelle.Xl, .X’2, X3, .X4 a
coefficienti inSiano, le matrici ad elementi in
K[a, b, X] cosi
definite:Se C c- Spec (K[a, b])
denoteremo conle
corrispondenti
matrici a elementi ink(C) [X]; analogamente
se a EE
Spec (K[a] )
denotera la matrice ad elementi in
k(a) [X]
associata ad A. Sia 3 cK[a, b]
l’ideale
generato
dai coefficienti dei 9 elementiomogenei
digrado
3 diK[a, b, X]
Posto .R =
K[a, b]13,
siail morfismo di
proiezione.
Poiche igeneratori
di 3 sonopolinomi
lineari omo-genei
nelle a e nelle bseparatamente,
8 6 suriettivo e le sue fibre sonospazi
affini. Precisamente se « E
Spec (K[a] )
leequazioni
della fibra0-1(a)
sonoottentLte
eguagliando
a zero i coefficienti dei 9 elementiomogenei
digrado
3nelle X di
k ( « ) [ b, X]
Si
ottengono
cosi 180equazioni
lineari omogenee nelle b a coefficienti ink(a) ;
essendo
si ha
Consideriamo turn curva 0 E ’lJ e la risoluzione
(8.1 )
di1’(00);
identifi-chiamo S a
K[XI, X2, .X3, X,] scegliendo
’una base di8,.
Ciproponiamo
dicalcolare dim
[8--1( a(.A) )],
dovea(A)
6 ilpunto
chiuso diSpec (K[a])
indivi-d‘aato dai coefficienti delle forme lineari
Aii
checompaiono
nella matriceA ;
faremo vedere che
Osserviamo che
0-1(cx(A)) puo
identificarsi con lospazio
affine delle matriciB
== "... , 1; , =,,,, 3
a elementi forme digrado
2 nelle X a coefficienti inK,
tali cheAB
=0,
dove abbiamoposto
Con le notazioni del
paragrafo
3 si ha nel nostro casoed
11: F, --*.P,
6l’applicazione
definita dalla matriceA ; quindi T3 c 0-1(a(A))
se e solo se
Perci6 abbiamo
ma
essendo coker
perchè
lesuperfici quintiche
segano su C una serie linearecompleta.
La
(8.6)
resta cosiprovata.
Denotiamo con
C(A, B)
ilpunto
chiuso diSpec (R)
individuato dai coef- ficienti delle formeAij, Bjs
cheappaiono
nelle matrici A e B della risol‘u- zione(8.1).
Sia Z lo schema affine ridotto ed irriducibile il cui
supporto
6 1’unica com-ponente
irriducibile diSpec (R)
tale cheChiaramente Z è una varietac razionale.