A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
O RAZIO L AZZARINO
Teoria sintetica dell’equivalenza fra i sistemi di equazioni differenziali di Euler-Poisson e di Hess-Schiff nella teoria dei giroscopi rigidi pesanti e studio dei casi singolari per i quali l’equivalenza non sussiste (parte seconda)
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 7, n
o2 (1938), p. 109-136
<http://www.numdam.org/item?id=ASNSP_1938_2_7_2_109_0>
© Scuola Normale Superiore, Pisa, 1938, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze » (http://www.sns.it/it/edizioni/riviste/annaliscienze/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions). Toute utilisa- tion commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale.
Toute copie ou impression de ce fichier doit contenir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
EQUAZIONI
DIFFERENZIALI DI EULER-POISSON E DIHESS-
SCHIFF NELLA TEORIA DEI GIROSCOPI RIGIDI PESANTI E STUDIO DEI CASI SINGOLARI PER IQUALI L’EQUIVALENZA
NON
SUSSISTE
(PARTE SECONDA)
di ORAZIO LAZZARINO
(Pisa).
PARTE II.
Studio
dei casisingolari.
12. -
Quadro
riassuntivo delle formule e dei risultati fondamentali.Per
maggiore
comodità dellettore,
riteniamoopportuno
riunire in un soloparagrafo
le formole ed irisultati, già stabiliti,
che sarà necessario tener pre- senti nello studio dei casisingolari.
Per
meglio distinguere queste
formole dallealtre,
le indicheremo con nu-meri romani. "
1°).
Forma vettoriale delleequazioni
di Euler-Poftson:dove, rispetto
alpunto
fissoO,
Q è il vettore della rotazione istantanea ed al’omografia
d’ inerzia(dilatazione)
delgiroscopio rigido pesante
dicui,
per como-dità,
si suppone unitario il peso.Inoltge,
essendo G il baricentro delgiroscopio, è g= G-0 ; ki è un
versore verticale rivolto allo zenit diO ;
ipuntini
sopra-segnati
indicano le derivatetemporali.
2°).
Invarianti di Hess o invariantiprincipali :
Le
grandezze
scalariS, T,
U sono invarianti nel senso che nondipendono
da eventuali sistemi di assi di
riferimento,
purpotendo
essere, come effettiva- mente sono ingenerale,
funzioni deltempo;
Trappresenta l’energia cinetica,
aQ il momento cinetico del
giroscopio.
Le(III) esprimono
che« S, T,
U sonorispettivamente proporzionali
allecomponenti
del momento cinetico secondo l’asse baricentraleOg,
l’asse di rotazione OQ e t’ assedell’impulso
DaS2 ».30). Equazioni
differenziali di Hess sotto due diverse forme :Annali della Scuola Norm. Sup. - Pisa. 9
4°). Equazioni
differenziali di Schiff :oppure
dove
e le
costanti h, k
sonorispettivamente quelle degli integrali
del moto :50).
Alcuni teoremi fondamentali :a). « Quando
U ed S sono funzioni deltempo,
sussiste necessaria- mentel’equivalenza
fra leequazioni
di Hess-Schiff equelle
di Euler-Poisson ».
b).
« Se duequalunque
dei tre invariantiU, S,
T sonoindipendenti
dal
tempo,
sarà tale anche il rimanente ed i moti delgiroscopio
sonorotazioni
permanenti
». 4c).
« Esistono i due casisingolari: U=costante,
S=costánte[ossia:
U=0, 8=0]
per iquali
la dettaequivalenza
non sussiste ».Esame del caso
singolare:
U=costante.13. -
Proprietà
cinematiche delgiroscopio.
Sia Uo il valore costante di
U,
la(IIIc)
porgecioè « il momento cinetico si mantiene
costante,
ingrandezza,
durante ilmoto ».
Posto
Q = 0+ uQ,
ilpunto Q
descrive nellospazio
fisso laPrima
curvad’impulso.
Dalla(1)
e dalla(IX),
laquale csprime
che laproiezione
verticaledel momento cinetico è
costante,
si deduce che « laprima
curvad’impulso
(9) Sviluppando i doppi prodotti scalari e vettoriali della
(V~)
e tenendo conto delle (III),si vede subito che la (Vi) e la (V) sono fra loro equivalenti.
è una circonferenza orizzontale col centro sulla verticale
passante
per ilpunto
fisso ».Inoltre,
essendoÙ=0,
dalla(IV c’)
si hacioè « durante il moto del
giroscopio,
i vettori g ed aQ devono mante- nersicomplanari
conkí
equindi
l’asse baricentraleOg
e l’asse dell’im-pulso
OaQ devono muoversi in modo datrovarsi,
inogni istante,
soprauno stesso
piano
verticalepassante
per l’asseOk~
».In
particolare,
se anche1’ energia
cinetica delgiroscopio
si conservassecostante,
dalla(VIII)
risulterebbe costante anche laproiezione
verticale del vet- tore g= G-0 equindi
« anche il baricentro G delgiroscopio
descriverebbeuna circonferenza orizzontale col centro sull’asse verticale
Ok, ed, inoltre,
per il teorema
[50, b)],
la rotazione sarebbepermanente
».14. -
Comportamento
delleequazioni
di Hess-Schiff.’
Essendo
U=O,
la(V)
divienee dalla
(Y1~,
risolutarispetto
aki,
si deduceInoltre,
la(YIa) permette
diesprimere
iltempo t
in funzione diS,
cioèe la
(VI,)
porge, f ra S eT,
la relazionealgebrica
la
quale permette
diesprimere
S in funzione di T e viceversa.Ma la
(VIb)
dà ora una relazione che non èpiù indipendente
dallealtre, perchè può
dedursi dalla(VI~’). Infatti,
essendoÙ=0,
la(Vlb)
dàe,
ponendo
in questal’espressione
dig2
dedotta dalla(VI~ ),
si ricavaOra la
(3) può
ottenersi anche direttamente da(VI,’): infatti,
derivandorispetto
altempo,
siha
e da
qui,
mettendo inevidenza S, T,
si riottiene la(3).
c. d. d.Si
può dunque
concludere che « nel casoU=costante,
una delle equa- zioni del sistema di Hess-Schiff è conseguenza delle altre ».Da ciò nasce la necessità della ricerca di una nuova
equazione, indipendente
dalle
altre,
che chiameremo« equazione
ansiliaria ».15. - Ricerca
dell’ equazione
ausiliaria.Osserviamo
che,
nel caso in esame, essendo 8 funzione deltempo,
sussistecertamente
l’equivalenza
fra leequazioni
di HESS-SCHIFF equella
diEULER,
ma è dubbio che sussista anche
l’equivalenza
con1’ equazione
di PoIssoN.Dimostriamo che"« se alle
equazioni
dedotte da
quelle
di Hess-Schiff[§ 9, (25’)],
si associa la condizionesi ha un sistema che
ammette,
come conseguenzanecessaria, l’equazione (II)
di Poisson ».
Infatti,
risolvendorispetto
ak~
il sistema(X) (4),
si haPoichè il coefficiente di
t~
coincide conF espressione (IVa’) di S
e si haper
ipotesi
.risulta necessariamente
ki=0,
cioè la(II).
e. d. d.La
(X) è,
comevedremo, indipendente
dalle altreequazioni
di HESS-SCHIFFe
può
assumersi comeequazione ausiliaria, perchè importa l’equivalenza
anchecon
l’equazione
di POISSON. Quindi: « nel caso per ristabilirel’equivalenza completa
fra leequazioni
di Hess-Schiff equelle di
Euler-Poisson,
basta sostituire alla(VIb) l’equazione (X)
».16. -Espressione deITequazione
ausiliaria in funzionedegli
invariantiprincipali.
a).
Deriviamo la(V’) rispetto
altempo.
Tenendopresente
che è valida la(I)
e che si
ha,
tenendo conto anche della(VII),
Operando
conQ a ,
tenendo conto delle(III)
e(IY’)
eponendo
inevidenza S, T,
si haD’altra
parte,
da(V’)
e( VIb’ )
si ricavarispettivamente,
tenendo contoanche delle
(III),
,Sostituendo nella
(a)
questeespressioni
diriducendo,
si ottieneOsservando che
s ~ 0
esupponendo
si ha la condizione
(X)
espressain
funzionedegli invarianti S, T, Uo,
cioèb).
Conviene dare alla(X1)
una nuova formaparticolarmente
notevole.Tenendo conto delle
(III), (VIII)
e(IX),
la(Xi) può
scriversie da
qui
risulta immediatamenteche, nell’ ipotesi
l’equazione
ausiliaria diviene una identità. Da ciò segue che « i casi caratte- rizzati dalla condizionedevono,
per ora, essere esclusi dalle nostre considerazioni ».Tali
casi,
di cui si ègià
fatto cenno nellaprima parte [§ 6],
saranno detta-gliatamente
trattati inseguito.
17. - Moti
giroscopici possibili
nel caso U=costante.a).
Dimostriamo anzitutto che« l’ equazione
ausiliaria(X)
nonè,
ingenerale,
conseguenza della(VI,’)
».Basta mostrare che esiste
qualche
caso in cui la(X)
e la(VI,’)
sono fraloro
indipendenti. Consideriamo,
perciò,
ungiroscopio
assiale il cui asse bari-centrale
Og
coincida con unodegli
assiprincipali
di inerzia relativi alpunto
fisso O. Se
O(i, j, k)
è la terna fondamentale(iO) parallela
a detti assi edA, B,
0(so) Chiamiamo « terna fondamentale ogni terna di vettori unitari, ortogonali due a due
e formanti terna oraria.
sono i
rispettivi
momentiprincipali d’inerzia,
si può supporre l’asseOg
coinci-dente con Oi ed
inoltre,
per comodità discrittura,
i = g. Allora si ha successivamentetenendo anche
presente
che a èdilatazione,
equindi
si deduceSostituendo in
(VI,’)
e e osservando che èg2=1,
per la fattaipotesi,
si ha’
Ora,
comunque siscelgano
i valori delle costantih, k, Uo,
leequazioni (6)
e
(7),
di 2°grado
in(h-T),
risultano sempre fra loroindipendenti.
Basta osservare che la loro risultante è funzione razionale intera di ottavo
grado
in S e che il coefficiente di S8 èA2,
cioè unaquantità
essenzialmentepositiva
edindipendente
dallepredette
costanti.Il
ragionamento
è valido anche nelleipotesi
diOg
coincidente conOj
ocon
Ok, quindi
per igiroscopi
assiali considerati la(X)
è certamenteindipen-
dente dalla
(VI~ ).
b).
Ciò premesso, osserviamoche,
essendo(6)
e(7)
due relazioniindipen-
denti fra 8
e T,
la loro coesistenzaimporta
che 8 e T sonoindipendenti
daltempo
equindi,
per il teoremab) del § 12,
i moti delgiroscopio
sono rotazionipermanenti.
Dunque
« la condizione U=cost.conduce,
ingenerale,
a rotazioni per- manenti »(ii).
c).
Dimostriamo ora che «per U--- cost. non esistono neppure casipareti-
cotari in cui i moti del
giroscopio
non siano rotazionipermanenti
».Infatti,
tenendo conto delle(IIIa), (VII), (VIII)
e(IX),
la(VIb’),
validaper
U=cost., può
assumere la forma1 " -- 1
Neir
ipotesi
i
possibili
casi di moto sarebberorispettivamente
caratterizzati dalle condizioni(is) I1n caso particolare di questo teorema fu dimostrato da HESS (vedi Bibliografia n · 1) il quale trovò che « nei giroscopi assiali, per U= costante e nell’ ipotesi che sia nulla la
costante k dell’ integrale delle aree, risulta costante anche l’invariante S » .
Per
ki A g=0 (asse
baricentricoverticale),
la(VIb")
dà T= cost. equindi,
per il teoremab)
oracitato,
risulta anche S=cost. e la rotazione delgiroscopio
èpermanente.
La condizione
(10)
èincompatibile
conl’ipotesi U=cost., perchè
la(10) esprime
che i due vettori(g 1B aQ)
e(ki 1B g),
peripotesi
nonnulli,
sono fra loroperpendicolari,
mentre dalla segue anchee da
qui,
dovendo escludersi il casog=0
per cui leequazioni
di HESS-SCHIFFnon sono
valide,
risulta che i duepredetti
vettori dovrebbero essere invece fra loroparalleli.
La condizione
(11)
rientra nel casogenerale
per ilquale,
come si ègià
dimo-strato,
le rotazioni sonopermanenti.
Considerando ora l’altra
ipotesi possibile
si ha che la
(VIb")
diviene unaidentità,
ma la(VIa)
porge; in taleipotesi,
risulta
quindi
S=cost, e, per il solito teoremab),
la rotazione è ancora per- manente.’
Si
può dunque
concludere che« quando il
modulo U del momento cine- tieo aQ èindipendente
daltempo,
i soli motipossibili
delgiroscopio
sono le rotazioni
permanenli
».18. - Particolarità del
giroscopio
il cui asse baricentrico si mantiene verticale.a).
Se alla condizione U=cost. si associak1 ^ g=0, l’equazione (I)
delmoto
diviene
(aQ)’=0
ed ammette1’integrale,
dove K è vettore costanted’integrazione,
cioè « nel caso in esame, il momento cinetico aQ si mantiene costante, non solo in
grandezza,
maanche
in direzione e verso ».Inoltre,
essendo i soli motipossibili
rotazionipermanenti,
si haÒ =0
e da(I)
e
(13)
risultacioè « il
giroscopio
deve ruotare con moto uniforme attorno all’ asse co-stante OK.
b).
Nell’ulterioreipotesi
che l’ellissoide d’ inerzia delgiroscopio
sia simme-trico
rispetto
ad un asseOk, l’omografia
a d’inerziapuò
scriversi a=A +aH(k, k),
dove A, a
sono numeri realipositivi (12)
ed H è diade. Allora la(14)
divieneed
ammette,
perQ=t=0~
una delle due soluzioni:cioè « La rotazione
può
averluogo
attorno ad assiparalleli
o normaliall’ asse di simmetria dell’ ellissoide d’ inerzia relativo al
punto
fisso delgiroscopio
».c).
Inparticolare,
se il detto ellissoide si riducesse ad unasfera,
di centro0,
/l’omografia
a sarebbe un numero reale(omotetia vettoriale)
e la(14)
risulterebbe identicamente soddisfatta perqualunque Q,
cioè« ogni raggio
della stella dicentro
0,
solidale col corpo,potrebbe
divenire un assepermanente
dirotazione ».
Esame del caso
singolare:
S = costante.19. -
Proprietà
caratteristiche delgiroscopio.
Indicando con So il valore costante di
S,
la(IIIa)
porgecioè « la
proiezione
del momento cinetico sull’ asse baricentrale’ si con- serva costante ».Il
punto Q=
descrive nel corpo, durante ilmoto,
la seconda curvad’impulso
e la(16) esprime
che « per 8=cost. la seconda curvad’impulso giace
in unpiano
solidale col corpo e normale all’ asse baricentrico ».In
particolare,
« per(~ 4),
la seconda curvad’impulso giace
nelpiano
normale adOg,
che passa per ilpunto
fisso ».20. - Due diversi sottocasi di moto.
Consideriamo le
equazioni (III)
e(VIa) che,
perS=80,
si scrivono :(1z) O. LAZZARINO : Sulla rotazione di un corpo di rivoluzione, nel quale sussistano dei moti interni variabili. [Rend. della R. Accad. dei Lincei, Roma, 2° sem. 1917].
(!3) Quando si consideri So come costante d’integrazione, cioè determinabile mediante le condizioni iniziali del moto, la (16) rappresenta il quarto integrale del caso di LAGRANGE.
(1~) Per So costante d’integrazione, il caso So = 0 corrisponde al noto caso di HEss.
La
(Xlc) è,
come si ègià visto, l’equazione
delpiano
in cuigiace
la secondacurva
d’ impulso,
la(XId)
èl’equazione
del cono di Staude. Secondo che le detteequazioni
sono, oppur no, fra loroindipendenti,
cioè secondo che il dettopiano taglia
il cono, o ne è un elemento costitutivo(cono degenere), si
hanno duediversi sottocasi che conviene trattare
separatamente.
Escludiamo per ora il caso, anche
notevolissimo, So=0
che sarà trattatodopo.
A. - Il
piano
S=Sotaglia
il cono di Staude.21. -
Comportamento
delleequazioni
di Hess-Schiff.Dimostriamo che « nel caso in esame, la
(Vlb)
è conseguenza della(VIa)
».Osserviamo anzitutto
che,
per8=0,
la(VIb) può
scriversiod
anche,
per le(XI),
D’altra
parte, l’espressione
didT/dU può
anche ricavarsi direttamente dalle(XI).
Infatti,
derivandorispetto
ad U le(XI)
e ricordando che a è dilatazioneindipendente
daU,
si hadove
(18)
è la
coniugata dell’omografia
Ora,
risolvendorispetto
a i sistemi(XIIb), (XIII), (XIId)
e(XIIa), (XII,), (XIId),
si haDividendo membro a membro e risolvendo
rispetto
a(dtld U),
si ottieneAnnali dalla Scuola Norna. Sup. - Pisa. 10
Per dimostrare che
(17’)
e(20),
considerate come funzioni dellaU,
sonoidentiche,
basta far vedere che sussiste l’identitàPer tale scopo osserviamo ihe il
primo
membro della(21) può
scriversie,
ponendo,
per comodità discrittura,
si ha
successivamente,
tenendo anchepresente
che a èdilatazione,
Ora,
tenendo conto delle(22),
risulta identicamentecioè « il vettore v 1B au è
parallelo
a g e,quindi,
esiste un numero reale mnon nullo tale che v A au=mg ». Allora il
primo
membro della(21) può,
per la(21’),
scriversi : m S~ x g e risulta identicamente nulloquando
è soddi-sfatta la
(XId) che,
per8=0,
coincide con la(VIa).
Possiamo
dunque
concludereche «per S=costante,
ossia perl’ equa-
zione
(VIa)
del sistema di Schiff diviene la(XId)
eimporta,
per l’esistenza dell’ identità(21),
che la(20)
con la(17) equivalente
alla(Vlb).
In altri
termini,
per S=costante la(VIb)
diviene conseguenza della(VIa)
e,
quindi,
è necessario sostituire alla(VIb)
una nuovaequazione,
indi-pendente
dalle(VI),
che chiameremoequazione
ausiliaria ».22. - Ricerca
dell’ equazione
ausiliaria.Ricordiamo
che,
avendoposto
si son
dedotte,
come conseguenza delleequazioni
diHESS-SCHIFF,
le relazioniDimostriamo che « associando alle
(24)
la condiziones-i ha un sistema di
equazioni
che conduce necessariamenteall’equazione (I)
di Euler ».
Infatti,
da tale sistema si deducel’equazione
la
quale,
essendo peripotesi importa
necessariamentea=0, ossia,
per la(23),
la(I).
e. d. d.Ricordando ancora che per sussiste
l’equivalenza
fra leequazioni
ridottee la
(11)
diPOISSON,
si conclude che « nel caso basta introdurrel’equazione
ausiliaria(25)
per ristabilirel’equivalenza
fra leequazioni di
~
Hess-Schiff e
quelle di
Euler-Poisson ».23. - Espressione dell’equazione
ausiliariain funzionede--I’invarianti principali.
Sostituendo nella
(25)
al vettore a la suaespressione (23),
si haSostituendo
poi
inquesta, nell’ ipotesi g A aQ + 0, l’espressione (V)
dik1
i etenendo conto delle
(III), (IV), (IV’),
siottiene, dopo semplici riduzioni,
ossia, poichè
è U=+=0,
24. -
Espressione
del vettoreÓ.
Derivando
(XIa), (XI,), (XId) rispetto
altempo,
tenendo conto delle(I),
e ricordando che a è dilatazione e si
ottengono
leequazioni
essendo
Ky l’omografia
definita dalla(18).
Risolvendo
rispetto
adQ
le(27),
si ha(is) Infatti, eseguendo quanto si è detto, dalle (XIa), (Xlc), (XIi) si deduce rispettiva-
mente e successivamente:
Il vettore
Q
risulta determinatoquando
è soddisfatta la condizionecioè vettori
aQ,
ag,Kyg
non sonocomplanari
».Dimostriamo che « la
(29) è
soddisfatta per igiroscopi
asimmetrici as-siali,
mentre non lo è per igiroscopi
simmetrici ».Sia, infatti, O(i, j, k)
una ternafondamentale,
solidale col corpo,parallela agli
assi
principali
d’ inerzia relativi alpunto
fisso0,
e con l’asse Oiparallelo
all’assebaricentrale
Og
delgiroscopio. Assumiamo,
per comodità discrittura,
come unitàdi misura per le
lunghezze,
la distanza del baricentro G daO, poniamo
cioèg=G-0=i.
Se, rispetto
adO(i, j, k),
sonoA, B,
C i momenti d’inerzia delgiroscopio
e p, q, r le
componenti
della rotazioneQ,
si haSviluppando quest’ultima
e ricordando cheai=Ai, aj=Bj, ak=Ck,
si ottieneSostituendo ora nel 1° membro della
(29) queste espressioni
diaQ,
ag,Kyg,
si haLa
(30) mostra, senz’altro,
che la(29)
è soddisfatta per B ~C,
cioè per igiroscopi asimmetrici,
mentre non lo è per B=C,
cioè per igiroscopi
simme-trici. c. d. d.
25. - Discussione dei casi
possibili
di moto.Risolvendo
rispetto
ad aQ il sistema(XIa), (XIb), (Xlc),
si ottieneossia,
tenendo conto dellaÈ
questa
una relazione lineare fragli
invariantiprincipali
T ed U.Un’altra relazione lineare fra
gli
stessi invarianti è datadall’equazione
ausi-liaria
(25"),
che conviene scrivere nelseguente
modoCondizione necessaria e sufficiente
perchè
le(31)
e(32)
siano fra loro indi-pendenti
è che il determinante d dei coefficienti di T e di U sia diverso da zero, , B>
che cioè si abbia
Dimostriamo
che,
fatta esclusione del casoSo=0
che sarà trattatodettaglia-
tamente in
seguito,
sussiste ilseguente
notevole teorema : « Per 0 la condi- zione(33)
èsoddisfatta, qualunque
siano i valori delle costantih, k, So,
per i
giroscopi 1rigidi
asimmetrici e perquelli
eventualmente simmetricirispetto
ad un asse Os che non siaparallelo
adOg
».Osserviamo anzitutto che nella
(33)
nonfigurano
le costantih,
k equindi
il vettore d è
indipendente
da esse.Inoltre,
la(33)
mostra che d risulta nulloquando,
e soloquando,
sia identicamente soddisfatta la relazioneOra per
80=F 0,
fatta esclusione delleipotesi : g=0 (caso
diEuler),
Q=O(caso
del
riposo),
la(34)
è soddisfattaidenticamente,
cioéper- qualunque
valore diQ, quando
sussista almeno un gruppo delleseguenti
condizioni :L’esame di
queste
condizionipermette
diprecisare
i casi in cui le(31)
e(32)
non sono fra loro
indipendenti.
Intanto è ovvio che le
(35)
non sono fra lorocompatibili.
La(36)
è soddi-sfatta per a numero reale
(omotetia vettoriale),
cioèquando
1’ellissoide d’inerzia relativo alpunto
fisso O si riduce ad una sfera di centro O. Ma la(36)
è anchesoddisfatta
quando
1’ellissoide d’inerzia è simmetricorispetto
all’asse baricen- traleOg.
Siha, infatti,
in taleipotesi,
che a assume la formaessendo
A, a
numeri reali non nulli. Allora si ha e la(36)
èidenticamente soddisfatta. Ma è necessario osservare che ciò non ha
più luogo quando
il detto ellissoideè, invece,
simmetricorispetto
ad un asse Os nonparal-
lelo ad
Og.
Siha, infatti,
in tal caso,s)
equindi
.
e la
(36)
non èpiù
valida perqualunque
valore di Q ma soltanto per Q x s = 0 cioè soltanto per i vettori Q normali all’asse Os di simmetria.Quanto alle
(37)
è ovvio che non possono sussistere perqualunque
Q.Si
può dunque
concludere che « Neigiroscopi
il cui ellissoide d’inerzia relativo alpurcto
fisso O è simmetricorispetto
ad O oppurerispetto
all’asse baricentrale
Og, il
vettore d risultanullo,
cioè le(31) e (32)
non(16) Vedi nota (12).
sono fra loro
indipendenti. Negli
altri casi le(31)
e(32)
sono fra loro indi-qualunque
siano i valori delle costantih, k, So, purchè
sia80;+= 0
».Ora, quando (31)
e(32)
sono fra loroindipendenti, gl’ invarianti
fi ed Urisultano
indipendenti
daltempo
e, per un teoremaprecedentemente
dimostrato[§ 12; 50, b],
i motigiroscopici
sono necessariamente rotazionipermanenti.
Si conclude
perciò
che « Neigiroscopi
asimmetrici ed inquelli
il cuiellissoide d’inerzia
rispetto
alpunto
fisso è simmetricorispetto
ad unasse non
parallelo
albaricentrale, quando
l’invariante 8 èindipendente
dal
tempo,
ma nonnullo,
soltanto le rotazionipermanenti
sonopossibili, qualunque
siano i valori delle costantih, k, So
».B. - Il cono di Staude
degenera
in unacoppia
dipiani.
26. - Condizioni
perchè
il conodegeneri
perqualunque
Q.Cominciamo con l’osservare che la
(Xlc)
èl’equazione
del piano in cuigiace
la seconda curva
d’impulso
e la(XId)
é~l’equazione
del conodi
Staude.Riferendo il sistema alla terna fondaméntale
O(i, j, k)
solidale col corpo eparallela
alla terna delle direzioni unitedell’omografia
a d’inerzia relativa alpunto
fissoO, poniamo Q=pi+qj+rk, aS2=Ai +Bj + Gk,
allora le
(Xlc)
e(XId)
assumonorispettivamente
la forma .Dalla
(XId’)
risulta immediatamenteche,
affinchè il conodegeneri
in duepiani, qualunque
siano i valori p, q, r, è necessario e basta che sia soddisfatta una-
qualunque
delle condizioni:’
Le
(a) esprimono
che l’ellissoide d’inerzia delgiroscopio
è simmetricorispetto
ad
uno degli
assiprincipali
d’ inerzia relativi ad0,
e le(b)
che l’asse baricentrale simantiene,
durante ilmoto,
in uno deipiani principali
d’inerzia.Dunque
« affinchè il conodegeneri è
necessario e basta che l’ellissoide d’inerzia delgiroscopio,
relativo alpunto fisso,
sia dirivoluzione,
oppure che l’asse baricentrale si muova in uno deipiani principali
d’inerzia ».Questo
piano
lo chiameremopiano
di Staude ».Nell’ipotesi
cheC=O
sial’equazione
delprimo piano
diStaude,
le(XIe’)
~ e
(XId’)
dànnoSe ~==0
è uno deipiani
in cui si spezza ilcono, l’altro piano
avrà in gene-rale,
dovendo r esserequalunque, l’equazione
e
questo
lo -chiameremo « secondopiano
di Staude ».27. - Condizione
perchè
il secondopiano
di Staude coincida colpiano 8=80.
Tale condizione si ottiene
ponendo eguale
a zero il determinante dei coefficienti delle variabili p, q delle(38)
e(40).
Si haIn
particolare,
per~’o =0,
le(38), (40), (41)
caratterizzano il caso di Hess[cfr. §§ 28, 29, 30]
e sipuò quindi
dire che « nelgiroscopio
diHess,
l’asse baricentraleOg
simantiene,
durante ilmoto,
in uno deipiani principali
d’inerzia relativi al
punto
fisso 0 ed il cono di Staudedegenera
in duepiani,
di cui uno èquello
che contiene l’asse baricentrale e l’altro coincide colpiano
sulquale giace
la seconda curvad’impulso. Quest’ultimo piano
passa per 0 ed è normale all’asse baricentrale ».C. - L’ invariante
principale 8
è una costante nulla28. ~ Moti di
Hess,
di Staude e moti allaMlodzjejowski.
L’esame
dell’ ipotesi particolare So =0
ha un interesseparticolarmente
note-vole
perchè permette
distudiare,
da un nuovo ed unicopunto
divista,
i cos dettimoti*
diHess,
di 8taude e diMlodzjejowski
e conduce anche ad unaesauriente discussione dei moti
pendolari
considerati da KLEIN e SOMMERFELD.Poichè
questi
motipendolari
sono deltipo
diquelli
considerati daMLODZ,IEJOwSHI, l’ingloberemo
nella denominazione di « moti allaMlodzjejowski »
e dimostre-remo, come conclusione
generale
diquesto
esame, che «-tutti i moti che igiroscopi rigidi
simmetrici edasimmetrici,
possonocompiere, So =0,
sono o moti diHess,
o moti diStaude,
o moti allaMlodzjejowski
».Diremo che « un
giroscopio
èplanare, » quando
il suo asse baricentrale simuove in uno dei
piani principàli
d’inerzia relativi alpunto
fisso. Chiameremo«
giroscopio
di Hess »ogni giroscopio planare
che soddisfa anche ad una rela- zione deltipo (41). Ogni
altrogiroscopio
che non soddisfa ad alcuna delle duepredette
condizioni lochiameremo « giroscopio generale
».Nei
giroscopi planari,
il cono diSTAUDE,
o conodegli
assipermanenti
dirotazione, degenera
in unacoppia
dipiani
che chiameremo« piani
di Staude »e
precisamente piano
di Staude.quello
che contiene l’asse baricen- trale e « secondopiano
di Staude » l’altro. Tenendo conto delsignificato
dellarelazione
(41), possiamo
dire che « ilgiroscopio
di Hess è ungiroscopio planare
il cui secondopiano
di Staude coincide colpiano
So=0 ».Escluderemo sistematicamente dalle nostre considerazioni il caso g= 0
(caso
di
Euler)
ed il caso Q=0(caso
delriposo).
29. - Casi
possibili
di motonell’ ipotesi So =0.
Per
So=0,
le(XIc)
e(XId) divengono
e
rappresentano rispettivamente,
come si ègià rilevato,
ilpiano
perO,
normaleall’ asse baricentrale
Og,
ed il cono di STAUDE col vertice nelpunto
fisso O.Inoltre,
la(42) esprime
che « la seconda curvadurante
il
moto,
dalpunto Q = 0 + a9, giace
in dettopiano
solidale colgiroscopio
».Per
precisare
i casipossibili
dimoto,
basta considerare le dueipotesi possi-
bili: « le
(42)
e(43)
sonoindipendenti
fraloro,
oppure non lo sono ».Nella
prima ipotesi può
accadere : o che ilpiano
So=0 tocchi il cono nelsolo vertice
(punto fisso),
o che lotagli
secondo duegeneratrici,
o chegli
siatangente lungo
unageneratrice.
Nel 1° caso, si ha ilriposo ;
nel2°,
ilgiroscopio
è
planare;
nel3°,
l’asse OQ di rotazione coincide con lageneratrice
di contattoe risulta fisso nel corpo. In
quest’ultimo
caso si possono avere, come vedremo inseguito,
motidiversi,
secondo che la velocitàangolare
delgiroscopio
è costanteo funzione del
tempo.
Nella seconda
ipotesi,
ilpiano So=0
è un elemento costitutivo del conodegenere
di Staude. L’altropiano contiene,
durante ilmoto,
l’asse baricentralee
coincide,
come si ègià rilevato,
con uno deipiani principali
di inerzia relativi alpunto
fisso. Sipuò quindi
dire che« quando le (42) e (43)
non sono indi-pendenti
fraloro,
si ha ungiroscopio
di Hess ».30. -
Comportamento
delleequazioni
di Hess-Schiif nel caso delgiroscopio
di Hess,.
Essendo
So=0, 80=0,
la(VIa)
si riduce alla(43)
e la’(VIb)
divieneossia, integrando
ed indicando con 1 la costanted’integrazione,
Essendo 1 costante
arbitraria,
la(VIb)
non è conseguenza della(VIa)
e,quindi,
non occorre alcuna
equazione
ausiliaria.Inoltre,
tenendo conto della(44),
la(VI,)
assume la forma
,
e da
qui
si ricavacioè « nel caso di
Hess,
iltempo
è espresso da unintegrale
ellittico diprima specie
in U e,reeiprocamente,
l’invariante U è funzione ellitticadel
tempo
».31. -
Equazioni
caratteristiche del moto nel caso in cui ilpiano
So = 0 è tangente al cono di Staude.Anzitutto si ha che « nel caso in esame, l’asse OQ di rotazione ha dire-
zione
costante non solo nel corpo rotante(spazio mobile),
ma anche nellospazio
fisso ».Basta, infatti,
osservareche,
riducendosi in tal caso ad una retta il cono dellapoloide,
sarà una retta fissa anche il conodell’erpoloide (17). Posto, quindi,
dove w=mod Q è in
generale
funzione deltempo
ed il versore u di Q è vettorecostante,
il sistema(I), (II)
di EULER-POISSONpuò
assumere laforma
Operando
su(47)
conk1 x
e ga, si harispettivamente
Eliminando da
(47i), (472) w, risulta,
per~~=0,
avendo
posto
La
(XIII)
è una delleequazioni
caratteristiche cercate. Sipuò
trovarne un’altraoperando
con u x su(48).
Tenendo anche conto che u è vettorecostante,
si haLe
(XIII)
e(XIV)
son da considerarsi comeequazioni
caratteristiche del motoperchè,
come sivedrà,
secondo che esse sono, oppur no, fra loroindipen- denti,
si hanno motigiroscopici
diversi.(i7) Cfr. R. MARCOLONGO : Meccanica razionale. [2a ediz. Hoepli, vol. I, p. 180; vol. II,
p. 280].
Annali della Scuola Norm. Sup. - Pisa. 11
32. -
Equazioni
caratteristiche fra loroindipendenti.
Moti di Staude.Supposto
non nullo il vettore ui definito dalla(49),
l’asseOui
risulta fisso71el corpo. Essendo tale anche l’asse
Ou, l’indipendenza
delle(XIII)
e(XIV) importa
che deve risultarefisso,
anche nel corpo, l’asse verticaleAllora,
indicando con
(ki)
la velocità diki rispetto
al corpo(velocità relativa),
si ha(ki)==0
e la
(48)
ci dà per ricordando che la relazionela
quale esprime
che « t’asse Ou di rotazione delgiroscopio
si mantieneverticale ».
Tenendo ora conto della
(50),
chepuò
anche scriversiu= + ki,
essendo ue
ki
vettoriunitari,
la(471)
diviene ,e
questa equazione
ammette due soluzioni :È
facile mostrare che per w # 0 risulta necessariamenteBasta, infatti,
osservare che per si annullerebbel’energia
cinetica fi delgiro- scopio,
essendoSegue, quindi,
che per a) 0 l’unica soluzione èà=0,
ossiacioè «iL
giroscopio
deverotare,
con velocitàcostante,
attorno alla verticaleOki ».
Poichè tali rotazioni sono i cos detti « moti o rotazioni
permanenti
diStaude »
(1~)
si conclude che« quando
leequazioni
caratteristiche del motosono fra loro
indipendenti..,
i soli motipossibili
delgiroscopio
sono lerotazioni
permanenti
di ,Staude ».33. -
Equazioni
caratteristiche fra lorodipendenti.
,Integrando
la(XIV),
si haed,
essendo c costantearbitraria,
la(XIV)
non
può
essere identità. La(XIII) può
essere conseguenza della(XIV),
oppure identità. Nellaprima ipotesi
si ha U~ =mu, essendo m numero reale nonnullo, ossia,
tenendo conto della(49),
Operando
su(53)
con si ottiene(!$} Journ. fúr Mathem., 113, p. 318, a. 1894.
La
(54)
è soddisfattaquando
sussiste almeno una delle due condizioni:Dimostriamo che « in ambo i
casi,
risulta m=0 equindi
la(XIII),
nonpotendo
essere conseguenza della(XIV),
è identità ».Infatti,
per u n au = 0 si annullano ambo i termini delprimo
membro della(53)
e
quindi,
essendou # 0,
risulta m=o. Per la(472) dà,
essendoe, dalla
(53),
risulta ancora c. d. d. Dal fatto che la(XIII)
è
identità,
che deve cioè essere soddisfatta perqualunque
u1, segue necessaria- menteui=0,
équindi,
per la(49),
si ha identicamenteLa
(56) può
considerarsi come« L’equazione
caratteristica dei motipossi- bili, quando
le(XIII)
e(XIV)
non sono fra loroindipendenti
».Non
potendo
au essereparallelo
al vettore la(56) può
essere soddi-sfatta solo
quando
coesistano le due condizioni :Si
può, quindi,
concludere che « le(57)
sono le condizioni necessarie esufficienti per l’esistenza di moti
giroscopici
nel caso in cui leequazioni
caratteristiche
(XIII)
e(XIV)
gion sono fra loroindipendenti
».34. - Moti àlla
Mlodzjejowski.
’
Si vede subito che le condizioni
(57)
risultano soddisfattesupponendo
La
prima è, infatti,
identicamentesoddisfatta; quanto
alla seconda delle(57)
osserviamo
che,
per le(58),
la(472)
diviene cb -g x au=0
equindi,
perw+0,
si ha
gxaü=O.
Dalpunto
di vistameccanico,
le(58) esprimono
che « ilgiro- scopio
ruota attorno ad uno dei suoi assiprincipali d’inerzia,
relativial
punto fisso,
con velocitàangolare
variabile coltempo
».Se n è numero reale non
nullo,
le(58)
possono anche scriversiPer
giroscopi
asimmetricipesanti,
sipuò evidentemente
soddisfare alle(581) ponendo
dove k è un vettore unitario
parallelo
ad unaqualunque
delle direzioni unite di a ; C è il momento d’ inerzia delgiroscopio rispetto
all’asse Ok.Ora le condizioni
(59) definiscono
i moti allaMlodzjejowski (~9)
e permettonodi scrivere
l’equazione (47)
di xEULER nella formadalla
quale
risulta immediatamente che « nei moti allaMlodzjejowski
l’asse Okdi rotazione si mantiene normale all’asse verticale
Ok~
ed il bari-centro
G=0+g
oscilla in unpiano verticale;
cioè ilgiroscopio
si muoveattorno ad un asse orizzontale come un
pendolo
fisico ».Giova rilevare
che, nell’ ipotesi w=0,
si avrebbe dalla(60) kiAg=0,
cioè« il baricentro G
resterebbe,
durante il moto, sulla verticaleOk~
attorno allaquale
ruoterebbe con moto uniforme ilgiroscopio ;
si ricadrebbequindi
nel caso di Staude
precedentemente
studiato ».Nel caso di
giroscopi pesanti
simmetricirispetto
ad un asse, due dei tre momentiprincipali
d’ inerzia(A, B, C),
relativi alpunto fisso,
risultanoeguali
fraloro.
Se,
adesempio,
Ok è l’asse di simmetria e C ilcorrispondente
momentod’inerzia,
si ha B=A e sipuò
soddisfare alle(58,) supponendo
Infatti,
osservandoche,
in tal caso, a assume la forma: a ~ A +aH(k, k) [1.
c.(i2)]
si
ha,
tenendo conto anche dellaprima
delle(61), au= A u,
cioè: anche inquesto
caso, l’asse Ou di rotazione risulta
parallelo
ad unodegli
assiprincipali d’inerzia,
relativi al punto fissoO,
e sussisteperciò
ilragionamento
fattogià
per i
giroscopi
asimmetrici. Siconclude, quindi,
che « Nelleipotesi (61),
anchei
giroscopi
simmetricirispetto
ad un asse,compiono
motipendolari
».Bisogna però
rilevare che la condizione nxk===0permette
che l’asse Ou di rotazione possa coincidere con unaqualunque
dellerette, passanti
perO,
delpiano degli
assiuguali d’ inerzia, quindi « per i giroscopi pesanti
simmetricirispetto
ad un asse,
gli
assi di oscillazione dei motipendolari
formano unfascio,
di centro
0,
nelpiano degli
assiuguali
d’ inerzia ».Poichè per ciascuno
degli
assi di oscillazione ilgiroscopio
èplanare,
anchequesti
moti possono rientrare nellacategoria
dei moti allalVllodzjejowski.
Concludendo,
sipuò
dire che «quando
leequazioni
caratteristiche del motonon sono fra loro
indipendenti,
fra i motigiroscopici possibili
vi sonocertamente i moti alla
Mlodzjejowski
».35. - Asse di oscillazione nei moti alla
Mlodzjejowski.
Associando alle
(57) l’equazione
u2 =1 e ricordando che a èdilatazione,
siha il sistema
(19j Cfr. Bibliografia (2).