R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
M ARIA G RAZIA M AIA
Una generalizzazione di certe algebre che intervengono nella teoria dei sistemi
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 67 (1982), p. 21-37
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generalizzazione algebre
che intervengono nella teoria dei sistemi.
MARIA GRAZIA MAIA
(*)
In
[6]
G. Darbo individuanell’algebra
di convoluzione ~. delle mi- sure reali localmente limitate asupporto
in~+,
e suegeneralizza- zioni,
i naturali sostituti del corpo realequando
sivogliano
costruire« efficaci » modelli matematici per i sistemi
analogici,
cioè modelli che assicurino apriori
l’esistenza e unicità dei funzionamentirispetto
aopportune operazioni
dicomposizione
in rete. Di talialgebre
vengono indicate alcuneproprietà
fondamentali(come
adesempio
l’essere anellilocali),
y facendo uso della naturale metrica invariante di Fréchet.In
[2]
si individuano invece leproprietà
reticolari essenziali dellealgebre
considerate da G. Darbo. Precisamente si osserva che1~.,
inquanto spazio
diRiesz,
èregolare (a-completezza, l-separabilità, d-pro- prietà),
mentre ilprodotto
di convoluzionegarantisce
un’ulteriore pro-prietà esprimibile
alternativamente comequasi-nilpotenza degli
ele-menti dell’ideale massimo oppure come esistenza e
positività
del reci-proco di
ogni
elemento nonnegativo,
non nullo e minore di 1.Nel
presente
lavoro si studia dalpunto
di vista astratto l’assio-matica
proposta
in[2].
Si verifica che essa soddisfa leproprietà
distruttura dovute
(inclusa l’equivalenza
tra leproprietà
delprodotto
di convoluzione ricordate sopra - vedi teorema
3.1)
facendo esclu- sivo ricorso alle convergenze connaturali alla struttura dispazio
diRiesz
J-completo e 1’-separabile.
Si prova inoltre che tale assiomatica èadeguata
a descrivere una classe dialgebre,
chiamate «algebre
cau-(*)
Indirizzo dell’A.: Istituto matematicodell’Università,
via L. B. Al- berti 4, 16132 Genova.sali
reali »,
tramite lequali
si possono ottenere teoremi dipunto
fissoabbastanza
generali rispetto
alleesigenze prospettate
in[6].
In
[9]
si è introdotto ilcomplessificato
T’ di!1,
ottenendo unateoria delle funzioni analitiche in .1~. Le «
algebre
causalicomplesse »
saranno
pertanto
l’ambiente astratto che attualmente sembra ade-guato
per i modelli dei sistemianalogici
introdotti in[6].
L’aggettivo
« causale » adottato si riferisce essenzialmente alle carat- teristiche delprodotto
di convoluzione.Nel
seguito
sono evitate le formulazionigenerali,
in molti casiimmediate,
che risulterebberogratuite
e comunque inessenzialirispetto
alle
applicazioni
attualmentepreviste.
Introduzione alle
algebre
causali reali.0. - Richiamiamo
brevemente,
tra leproprietà
di unospazio
diRiesz L
regolare (assiomi
diJ-completezza, E-separabilità, z£-proprietà), quelle
che utilizzeremo nelseguito
sistematicamente.Oltre all’archimedeità si ha la
(0.0) t-completezza ([7], 23.6)
in virtù della
quale
in LLa
topologia
tgenerata
dalla(o)-convergenza
èquella
per cui un sottoinsieme F di L è(o)-chiuso
se e solo contiene il limite diogni
successione(o)-convergente
di suoipunti. Conseguentemente
unsottoinsieme U di L è
(o)-aperto
se e solo se perogni
successione(xn)n
in L
(o)-convergente
ad unpunto
diU,
risulta xnE U,
salvo alpiù
un numero finito di xn . Ne segue che:
(0.2) se f è un’applicazione
definita in L a valori in unospazio topo- logico X, f
è continua(rispetto
allatopologia t
diL)
se e solose, per
ogni
successione(xn)n
inL, da xn ~- °-~ x
segue --
f (x) (nella topologia
diX) .
È poi
fondamentale il fatto che(0.3)
in L(o)-convergenza
e(r)-convergenza
sonoequivalenti ([7],
70.2, 16.3) .
Tra le
proprietà legate
alla(r)-convergenza
ci interessa laseguente:
(0.4)
L è(r)-completo ([7], 42.5) .
Ricordiamo inoltre che
(0.5)
L è unospazio
vettorialetopologico
reticolato([5], 11.1,
ex.10),
sicchè in
particolare
è Hausdorff([4], II.2.7 ) .
Ricordiamo infine che in L
ogni
sottoinsieme chiuso(1)
è(o)-chiuso,
mentre un insieme
(o)-chiuso
non è necessariamente chiuso(2).
Se A è una
parte
non vuota diL,
indicheremo con A’l’ortogonale
di A
(cioè
l’insiemedegli
tali che = 0 perogni
~c EA).
Si ha in
particolare:
A 1 è una banda diL ;
L =(tale
somma diretta essendo riferibile sia alla struttura dispazio
vet-toriale
topologico
reticolatoregolare,
sia ad una varietà di sue sotto-strutture
naturali); L+ = A+ +
...(3).
Se
L1
eL2
sonospazi
di Rieszregolari,
tale è anche lospazio
diRiesz
0.1. OSSERYAZIONI.
i)
Isottospazi
di Riesz chiusi(in particolare
le
bande)
di L sonospazi
di Rieszregolari.
ii)
Se A è una banda diL,
alloraL/A,
essendo isomorfo ad è unospazio
di Rieszregolare
e laproiezione
canonica p : L -L/A
èun morfismo di Riesz normale
(preserva gli
estremisuperiori).
iii) Ogni
morfismoL ~
M traspazi
di Rieszregolari (cioè ogni (1)
EssendoL t-separabile e e-completo,
un sottoinsieme di L è chiuso se e solo se contiene l’estremosuperiore
diogni
successione di suoi elementi supe- riormente limitata in L.(2) L’opportunità
di descrivere latopologia
di L mediante la(o)-convergenza
di successioni senza dover ricorrere a successioni
generalizzate [12]
oppurea filtri limitati
[4],
è fornitaspecificamente
dall’assiomadi t-separabilità,
invirtù del
quale
daogni
successionegeneralizzata (o)-convergente
sipuò
estrarreuna successione
(o)-convergente
allo stesso limite([12],
Lemma VI.3.1 e Teo- remaVI.3.1).
(3) Qui
e nelseguito
in scrittureanaloghe
conA~
intenderemo(A-‘)+-
morfismo di Riesz
normale)
è dotato di fattorizzazione canonicadove Coim
f
=f,
Imf
è la banda di Mgenerata
daf(L),
p,f, i
sono i morfismi canonici. Il morfismo
f
èiniettivo,
ma in genere nonsuriettivo;
tuttavia è cancellabile a destra.1. - Chiameremo
algebre
di Rieszregolari
leR-algebre (commu- tative)
reticolate il cuispazio
di Rieszsoggiacente
siaregolare; e-ideali
di una tale
algebra
saranno le bande che siano altres ideali di anello.Le osservazioni fatte in 0.1 per
spazi
di Rieszregolari
sitraducono,
con le
opportune varianti,
al caso dellealgebre
di Rieszregolari.
1.1. PROPOSIZIONE. In
un’algebra
di Rieszregolare
si ha:i)
ebn ‘-°’ ~ b
segueanbn ‘- °’ ~ ab,
ii)
ilprodotto
è continuo(L
risultapertanto un’algebra topologica rispetto
allatopologia
della(o)-convergenza).
i)
Ricordato cheogni
successione(o)-convergente
è anche(o)-lizni- tata,
y attraverso le solitemaggiorazioni
sui valoriassoluti,
y si vede subito che è sufficiente provare che da eb > 0
segueban f
ba.A tal fine osserviamo che per
(0.3)
da segue an sic- come, se r > 0 è unregolatore
per(an)n,
allora br è unregolatore
per(ban)n,
si ottiene subito che ancora per(0.3)
si conclude cheban ~
ba.ii) Segue
dai),
visti(0.2)
e(0.5)
e osservato che latopologia
t X tè identica alla
topologia
naturale di L X Z inquanto spazio
di Rieszregolare.
1.2. DEFINIZIONE. Un eZemento x di .Riesz
regolare
dicesi
quasi-nilpotente quando
1.3. PROPOSIZIONE. In
un’algebra
diregolare
L sonoequi-
valenti le
seguenti
condizioni:a)
perogni
x E L la successione èlimitata,
b) ogni
x E .L èquasi- nilpotente,
c)
perogni
x E L la serie(o)-convergente, d)
perogni
x EL+
la serie(o)-convergente.
Dimostriamo
l’impicazione a) => d).
Siax E L+;
peripotesi
è
limitata, pertanto
perqualche s E .L+
si ha:da cui
La successione crescente e
superiormente
limitata in unospazio cr-completo,
risulta allora(o)-convergente.
L’implicazione d) ~ c)
segue da per i criteri di assoluta convergenza e del confronto tra serie.Le
implicazioni c) ~ b)
eb) ~ a)
sono ovvie.1.4. DEFINIZIONE.
Un’algebra
di Rieszregolare
chesoddisfi
le con-dizioni
equivalenti a), b), c), d)
dellaProposizione
1.3 si dirà brevementeRN-algebra.
1.5. OSSERVAZIONI.
i)
Lesottoalgebre
chiuse(in particolare gli e-ideali)
di unaRN-algebra
sonoRN-algebre.
ii)
Iquozienti rispetto
a e-ideali di unaRN-algebra
sono RN-algebre.
iii)
SeN1
eN2
sonoRN-algebre,
tale è anchel’algebra
iv) Ogni spazio
di Rieszregolare
individua canonicamente unazero-RN-algebra (prodotto
identicamentenullo).
v) Ogni
morfismoNl - f-~ N2
diRN-algebre (morfismi
di Riesznormali che siano anche morfismi
d’anello)
è dotato di fattorizzazio-ne canonica
N~ ~
CoimN2
dove : Coimf
=N1/Ker f,
Im
f
è l’l-idealegenerato
da e p, sono i morfismi canonicicon le usuali
proprietà.
vi) Ogni
morfismo diRN-algebre
è dotato di nucleo e conucleo.2. - Sia L
un’algebra
di Rieszregolare;
con ilprodotto
lo
spazio
di RieszR@ L
divieneun’algebra
di Rieszregolare unitaria,
ydi unità
(1, 0),
che risulta somma diretta di R e L inquanto algebre
di Riesz
regolari.
Laprima proiezione (valore iniziale)
è un morfismo di
algebre
di Rieszregolari,
mentre la secondaproie-
zione
(valore ideale)
REBL-+L
è un morfismo di
spazi
di Rieszregolari
ma non diR-algebre (in
accordo con il fatto che in
questa
struttura somma diretta eprodotto
diretto non sono
isomorfi).
Ricordato che
2.1. PROPOSIZIONE. Due elementi di loro
reciproci
nonpossono essere entrambi
positivi,
a meno che siano entrambi reali ».Infatti se
x), (p, y)
ER+ + L+,
da «y+ px + xy) _ (1, 0)
segue in
primo luogo quindi x
= y = 0.Si vede subito che l’anello
L,
incluso canonicamente nell’anelloR(1) L,
ne diviene un idealemassimale,
cheperaltro
in genere non è massimo: adesempio,
nel caso L =R,
l’ideale descritto da(a, - a)
al variare di a E R non è contenuto
nell’immagine
di LTuttavia,
se N è unaRN-algebra
allora l’anello è locale.Infatti, identificando, quando
non vi sianopericoli
diconfusione,
R e N conle loro
immagini
in si ha:2.2. PROPOSIZIONE. ~Siano N una
RN-algebra,
x E N. Allora 1- xè dotato di
reciproco
N e :Osservato che se in N allora in la tesi
segue dalla:
passando all’(0)-limite
per % -+
oo(cfr. 1.1, 1.3).
2.3. COROLLARIO. un anello locale.
Infatti un
generico
elemento di sipuò esprimere
nella forma« - x
(«
E EN)
e se a -=FO,
« - x = -x/«), dunque
è dotatodi
reciproco.
2.4. COROLLARIO. ~2 ha :
(R’) qualunque
sia se ea c 1,
allora esisteb ~ 1
tale che ab =1.Per la monotonia di ~ e solo se a =
(O N+).
Ilreciproco
di = èpertanto
, che risulta
maggiore
ouguale
ad 1.2.5. PROPOSIZIONE. a E
R G) N,
dove N è.RN-algebra.
Sono
equivalenti
leseguenti
condizioni:a) (a) i 1,
b)
a èquasi- nilpotente,
c)
la serie( 0 ) -convergente.
Dimostriamo che
a) => e).
Dasegue
1 - )a ) 1é 0
e Pertanto per 2.4 esiste b > 0 tale che(1- ~a ~) b =1. Moltiplicando
per b ambo i membri delladisugua-
glianza :
si ottiene:
Pertanto la serie risulta assolutamente
convergente
equindi (o)-convergente.
n="L’implicazione c) ~ b)
èovvia,
mentrel’implicazione b) =>a)
se-gue da:
2.6. COROLLARIO. ~Se allora :
Basta
applicare
1.1 e 2.5all’uguaglianza (
2.7. PROPOSIZIONE. una
RN-algebra
i)
lesottoalgebre
chiuse unitariedi R EB N
sono tutte e sole lealgebre
deltipo
N’sottoalgebra
chiusa di N.ii)
sono tutti e soligli t-ideali
diN, iii)
è un t-ideale di N allora3. -
È
noto che strutture come anello reticolato ealgebra
retico-lata in
generale
non siprestano
a trarre molte conclusioni sull’intera- zione della relazione d’ordine con lamoltiplicazione (cfr. [3]
Note aicapp. 8 e
9).
Daltronde basta chiedere il «naturale » assioma di coe- renza traprodotto
e struttura reticolare« a > 0 implica (ax) ~/0
==
»)
per caderenegli f -anelli, rispettivamente f -algebre,
chesono
poi
le strutture su cui insiste la letteratura.Tuttavia,
adesempio
il caso delle
algebre
di Rieszregolari
realizza almeno lapiena
coerenzatra
prodotto
e ordine(cfr. 1.1).
Moltopiù rigido
è il caso dellealgebre
di Riesz
regolari
unitarie che soddisfano l’assioma(1~’) (cfr. 2.4):
sonotutte e sole le
algebre
deltipo
dove N è unaRN-algebra,
come afferma il
seguente:
3.1. TEOREMA. Per
un’algebra
di Rieszregolare
unitaria L sonoequivalenti
leseguenti
condizioni:(D)
L dove N è unaRN-algebra,
(N)
un ideale costituito da elementiquasi-nilpotenti, (R’) qualunque
sia a E L sea ~
0 ea c 1,
allora esisteb ~ 1
taleche ab =
1,
(R) qualunque
sia a E L sea 6 0
ea 1,
allora esiste b > 0 tale che ab = 1.Le
implicazioni (D) ~ (N)
e(N)
~(R’)
seguono da 2.3 e 2.4.Proviamo che
(R)
~(D).
Per brevità identificheremo R con la
sottoalgebra
di Lgenerata
dall’elemento unità. Dimostriamo per
prima
cosa che:1)
è unasottoalgebra
reticolata archimedea unitaria di L.In modo ovvio ci si riduce a provare che
da a, b
ERi-~-
segueab E Posto an = 9
bn
=b /~ n,
9 dalledisuguaglianze 0 c an c n,
90 ~ an bn ~ n2,
per la solidità di si ha intanto an ,bn , anbn
E Dalle a =V
an, b =V bn (cfr. [3], 11.1.6)
e dalla 1.1 seguen n
ab per la
or-completezza
di si conclude. Si hapoi
che:n
2)
1 è unità in R-~--~-(ovvio)
e che:
3)
se 0 C a c 1 e a E R-L-~- allora anche ilreciproco
di a, che èpositivo, appartiene
a R-L-~-.Infatti sia b = h
-~- k
ladecomposizione
canonica inR" @ Ri
delreciproco
di a(che
esiste per l’assioma(.R)) ; h > 0,
segue da cui da
1 = ab = ah
+ ak,
per l’unicità delladecomposizione,
si ha 1 = ab == ah,
da cuib = h E ll$+1.
Proviamo inoltre che:4)
è un gruppo archimedeo totalmente ordinato.Osserviamo
preliminarmente
che in conseguenza di1), 2),
èun
f-anello (cfr. [3], 12.3.21).
Ciòposto
sia a = a+ - a-(a+,
a-rispet-
tivamente
parte positiva
eparte negativa
dia)
ilgenerico
elementodi Se
~/Bl==0y
per2) a+ - 0, quindi
a = - a_ ~ 0. Se invecea+/~ 1 > 0 poniamo
da segue0 C x+ ~ 1
sicchèda
3)
seguex+ b
=1 per un ricordato che R-~--~- è unf -anello,
da
~A~-=0,
seguex+ b /~ x_ =1 /~ x_ - 0 (cfr. [3], 9.1.2)
dacui,
ancora per2 ) , ~_=0;
max_ - ( a /~ 1 ) _ = a_
s icchèDa
4)
segue, per il teorema diHòlder,
che R-~-~- è unsottogruppo
di
R;
ma R-~--~-:J R.Quindi
R-~--~- = R.Abbiamo cos dimostrato
che,
inquanto spazi
di Rieszregolari,
.L =
RE£) R--.
Proviamo ora che è unaRN-algebra.
Anche perquesta parte procediamo
atappe.
i)
Seu, v E Ri
allora è univocamente12013~=oc2013, 0 C a c 1,
t e
R~.
Dalla monotonia delle
proiezioni
segue immediatamente che laproiezione
di 1- uv su R~ ènegativa (o nulla)
e chequella
su R èminore o
uguale
a 1. Se per assurdoquest’ultima
fosse minore ouguale
a zero, sarebbe 1- ~cv =1-u -~- v) O ;
siccome per(.I-~)
esistono
b, c > 0
tali che(1- u) b =1, (1- v) c =1,
si avrebbe alloraper contro
da c, u,
b > 0 segue c+
0.ii)
Se alloraxy ERi.
1Per
i)
si ha intantotERi).
Se A è unreale
positivo
arbitrario si deduceOsservato che
12013~(12013x)eRy
utilizzando l’unicità delladecomposizione
ini)
nel caso u =Ax, v
=Ay,
si ottiene inparti-
colare
da
cui,
per l’arbitrarietà diA,
si ricava oc = 1. Di conseguenza xy == t
iii)
Se x eRI
allora la serie(o)-convergente.
Per
(.I~)
esiste b > 0 tale che(1 - x) b = 1. Moltiplicando
per bambo i membri della
disuguaglianza:
si ottiene
da
cui,
essendo la convergenza richiesta.Dalle
ii), iii)
segue subito che R-L è unaRN-algebra.
Aquesto punto
si deduce facilmente che L è somma diretta di R e RI anche in
quanto R-algebre
di Rieszregolari.
3.2. DEFINIZIONE. Si dicono
algebre
causali reali lealgebre
di Rieszregolari
unitarie chesoddis f ano
le condizioniequivalenti (D), (N), (R’), (R)
del T eorema 3.1.
3.3. ESEMPI.
1)
R è l’unicaalgebra
causale reale che sia anche unf-anello.
2)
Se L è unazero-algebra
di Rieszregolare,
è un’al-gebra
causale reale.3)
Sia L =un’algebra
causale reale:i)
se N’ è unasottoalgebra
chiusa(in particolare un t-ideale)
di
N,
alloraR@ N’
èun’algebra
causale reale.ii)
se lI è un t-ideale diN,
alloraREf) (NII)
èun’algebra
causale reale.
4)
ilprodotto
diretto dellealgebre
causali realiR+N1, R+N2.
5)
LaR-algebra
di convoluzione 11. delle misure reali localmente finite aventi ilsupporto
inR
èun’algebra
causale reale.6)
LaR-algebra
delle serie formali con l’ordineprodotto
se e solo se per
ogni
èun’algebra
causalereale
(può
essere immersa inA,
comesottoalgebra
causalereale,
y ininfiniti
modi).
7)
LaR-algebra
è isomorfa a R. Per n >1,
è
un’algebra
causale reale nonintegra. È
isomorfa allospazio
diRiesz col
prodotto generato
da:~eo,
e~, ... , essendo la base canonica di Rn.7.1)
Per lazero-RN-algebra
associata allo
spazio
di Rieszregolare R).
8)
LaR-algebra
di convoluzionelln
delle misure reali localmente finite aventi ilsupporto
nel conopositivo 1E~+
èun’algebra
causalereale.
9)
LaR-algebra
... ,X~n~
con l’ordineprodotto può
essereimmersa,
in infinitimodi,
comesottoalgebra
causalereale,
inlln .
10)
LaR-algebra
... , ... , èun’algebra
cau-sale
reale,
isomorfa ad Rse h1 = h2 = ... = hn
=1,
nonintegra
sehi
> 1 per almeno un i.11)
Gli ideali diIE~QX1, ... , X’~~ generati
da insiemi finiti di mo-nomi sono e-ideali. Per 3.
ii)
iquozienti
per essi di ... ,Xn~
sonoalgebre
causali reali.3.4. OSSERVAZIONE. La
R-algebra
delle matrici reali ditipo (n
>2) triangolari
condiagonale principale
costante soddisfa tuttigli
assiomi di
algebra
causale reale salvo la commutatività delprodotto,
che risulta
pertanto indipendente dagli
altri assiomi(viceversa
nelcaso
degli f -anelli
o dellef -algebre
la sola archimedeità è sufficiente perimplicare
la commutatività([3], 12.3.2)).
3.5. OSSERVAZIONE. Un morfismo di
algebre
causali reali è « neces- sariamente » un morfismo di Riesz normale che sia anche morfismo di anelli unitari(in particolare
ècontinuo,
anzi preserva le succes- sioni(o)-convergenti).
Pertanto è somma diretta dell’identità in R edi un morfismo di
RN-algebre. Conseguente
è la fattorizzazione cano-nica.
Si osserverà
che,
a differenza diquanto
accade per leRN-algebre,
i morfismi di
algebre
causali non hanno nuclei nè conuclei.Spazi
L-metrici e teoremi dipunto
fisso.4. - In
[6]
si stabiliscono teoremi dipunto
fisso per trasformazionipseudolipschitziane
di unospazio pseudometrico.
Considereremoqui
alcune
generalizzazioni.
4.1. DEFINIZIONI. Sia L
un’algebra
causale realea)
Una .L-metricac su un insieme X èûn’applicazione
sottoposta
alle usuali condizioni:qualunque
siano x, y, z EX;
b)
un insieme X munito di una L-metrica si diràspazio
L-metrico.L’algebra
L è canonicamente unospazio
L-metricorispetto
al pro-prio
valoreassoluto,
cioèrispetto
alla L-metrica ~O : L X L -L+
per cuiI sottoinsiemi di L ereditano la L-metrica indotta dal valore asso-
luto di L.
Come nel caso
reale,
unospazio
L-metrico ha una struttura cano-nica di
spazio
uniforme e relativatopologia.
Precisamente:4.2. OSSERVAZIONI. Siano
(X, e)
unospazio L-metrico, ?0
un si-stema fondamentale di vicinanze dello zero in
.L+ :
i)
descrive al variare di un sistema fondamentale dientourage
di una struttura uniforme suX,
indottada é,
ii)
in conseguenza dii)
risultadisponibile
la nozione diUQ-com- pletezza
per lospazio X,
iii)
al variare diVEtUo, yl( TT ) (x) p(x, y) c- TT~
descriveun sistema fondamentale di vicinanze di x E ..X’ per la
topo- logia te
associata ad’lLe.
4.3. DEFINIZIONE. Sia
(X, é)
unospazio
.L-metrico. Unatrasfor-
mazione T : X - X si dice
e-contrazione quando
esiste una costantequasi-nilpotente
1 EL+
tale chequalunque
siano x, y E X.(Le e-contrazioni
risultanopertanto, rispetto
all’ovviadefinizione, particolari
trasformazionip-lipschitziane).
4.4. TEOREMA
(del punto fisso).
~Siano T : X -~ X unatras f orma- zione,
~O, sullospazio X,
chesoddis f ino
leseguenti
condi-zioni :
i)
T è continuarispetto
ate, ii)
X èUe-comapleto,
iii)
T è 2cnap-contrazione,
iv)
esiste unaf unzione
99:.L+ -~ L+ crescente, (t)-in f initesima
inzero, tale che
qualunque
siano x, y E .X .Allora T ha ed un solo
punto fisso
in X.Sia zo E
X; posto
con i soliti
passaggi
si ottiene:da cui
Siccome
l’argomento di p
è(O)-infinitesimo,
equindi (t)-infinitesimo,
per
n - +
oo, è(t)-infinitesima
in zero,e(xm, xn)
risulta infinite-sima
rispetto
al filtro standard suN X N.
Pertanto(xn)n
è una succes-sione di
Cauchy
equindi (cfr. ipotesi ii)) convergente;
detto x il suo(t)-limite, dall’ipotesi i)
si deduce allora:L’unicità del
punto
fisso si ottiene in modo standard utilizzandol’ipo-
tesi
iii).
4.4.1. CASI PARTICOLARI.
i)
Unesempio particolarmente semplice
è dato dalcaso p = bé
dove b è un elemento
positivo
invertibile di L. Ricordato che non sipuò pretendere
di dividere per b e conservare lediseguaglianze,
ameno che b sia reale
(cfr. 2.1),
ilproblema
si risolvescegliendo qJ(x)
=- (.~n (b))-lx.
ii) Per q _ .~.~ .L+
si ottiene unageneralizzazione
di[8];
in par-ticolare si ottiene la
generalizzazione
del Teorema 6 di[6].
4.4.2. OSSERVAZIONI.
L’ipotesi i)
di 4.4 non sembra affatto ridon- dante dal momento che si vuol dare un teorema di esistenza oltre che di unicità. Naturalmente se si vuole solo un teorema diunicità,
essendol’esistenza nota per altra
via,
allora la condizioneiii) (o
anchemeno)
è sufficiente
(cfr. [11]).
Le
generalizzazioni
del Teorema 1 di[8],
considerate adesempio
in
[1], [10],
possono essere utilmente riformulate nelpresente
contesto(cfr.
anche[6]).
Il Teorema 4.4 è formulato in termini di strutture uniformi e
topo- logie
canonicamente individuate da L-metriche. Inpratica (anzi già
nella dimostrazione del
teorema)
è al solitopiù
comodo usare succes-sioni. Le definizioni di riferimento sono ovvie: ad
esempio
una succes-sione
(xn)n
di elementi di unospazio
L-metrico(X, p)
si dirà(o)-con-
vergente
ad xrispetto
allaL-metrica p
se e solo see(xn, x) -(o) 0 ;
analogamente
si definisce successione(r)-convergente, (o)-limitata,
ecc.È
tuttavia il caso di osservare che se r EL*
lapalla
di centro x E Xe
raggio
r, cioè l’insieme in genere non èuna vicinanza di x per la
topologia te.
In
quest’ambito
è di uso comune il lemmaseguente,
chedimostra l’equivalenza
dei concetti di successione(o)-Cauchy rispetto
ad unastessa .L-metrica :
4.6. LEMMA. Per una
qualsiasi
successione(xn)n
di elementi di unospazio
L-metrico(X, e)
sonoequivalenti
leseguenti
condizioni:a)
esiste una successioneqn +0
di elementi di L tale chequalunque
siano i naturali n, p,b)
la successione(xn)n
è(o)-limitata
e si ha:c)
esiste unregolatore
u EL+
tale che perogni
realepositivo
eesiste un naturale no tale che
,
SU
per
ogni
n ~ no e perogni p ~ 0.
a) ~ c) .
Da segue l’esistenza di u EL+
taleche,
perogni
reale
positivo
e, sia qn su definitivamente.c) ~ b). Dall’ipotesi
segue subito che perogni
realepositivo
si ha:da cui la
tesi,
per l’arbitrarietà di e e l’archimedeità di L.b) ~ a).
Bastascegliere
È
facile elencare altre condizioniequivalenti
allea), b), c)
del lemmaprecedente:
adesempio
e cos via. Ricordiamo che tali condizioni non sono sempre
equivalenti
alla
Ue-Cauchy
cioè alla condizione:per
ogni
esiste tale cheo,
equivalentemente,
alla condizione:Infatti le successioni che soddisfano tali condizioni non sono necessa-
riamente
(o)-limitate.
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1967.Manoscritto