A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
G. V RANCEANU
Spazi a connessione affine e le algebre di numeri ipercomplessi
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 12, n
o1-2 (1958), p. 5-20
<http://www.numdam.org/item?id=ASNSP_1958_3_12_1-2_5_0>
© Scuola Normale Superiore, Pisa, 1958, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze » (http://www.sns.it/it/edizioni/riviste/annaliscienze/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions). Toute utilisa- tion commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale.
Toute copie ou impression de ce fichier doit contenir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
E LE ALGEBRE DI NUMERI IPERCOMPLESSI
di G. VBANCEANU
(Bucarest)
,SUN’I’O. NeLla prima parte di questo si come nello studio degli spazi
91~ ,
che ioho chiamato a connessione affne costante, si possono utilizzare risultati del campo delle
algebre di numeri ipet’comples8i ed inversamente. Nella seconda parte si considera una ridu-
zione forma canonica degli spazi
9y
(o delle algebreetn),
per cui il vettore associato non è nullo e il teiisoi-e covariante quadratico associato è non degenere e si determinano tutte le algebreet3
aventi questa proprietà. Nella terza parte ~ i mostra come sipuò
a8sociaread uno spazio a connessione affine
9.n
qualunque una aLgebra generale, le cui unità varianoda punto a punto.
I
È
ben noto che si chiamaspazio
a connessione affineAn,
unospazio
a n ? che
possiede
un sistema di n 3 funzioni delle variabilixl
che hanno laproprietà
che per una trasformazionedi coordinate ’
si trasformano secondo le formule
(1)
,dove
rrs
sono funzioni delle variabili 7 ... ,oe"’
e costituiscono le con-ponenti
della connessione affine dellospazio
nelle variabilix" 5... X’n.
Diciamo che lo
spazio A,,
è a connessione affine costante se esiste unsistema di variabili per il
quale
lecomponenti
della connessione sono delle(i) Altri autori prendono le con segno cambiato.
costanti e si mostra facilmente che una condizione necessaria e sufficiente
perchè
unospazio Au
sia a connessione affine costante è che essoabbia
ungrnppo di trasforlnazioni in sè
semplicemente
transitivo ed abeliano.Se le coordinate nelle
q nali
laconnessione
è costante sono le val’iabi1ix1, . , . , xU, dunque
se lecomponenti rJk
sono dellecostanti,
allora ]0spazio
amnette come gruppo di trasformazioni in sè il gruppo delletraslazioni _
Infatti se nelle formule
(2)
consideriamol§§
altres costanti euguali
ri-spettivamente
allel§)
e cioè consideriamo7~
la connessione dello stessospazio
le formule(2)
ammettano come soluzioni le(3) qualunque
sianole
ai?
ciò che dimostra che le(3)
costituiscono un gruppo di trasformazioni dellospazio An
a connessione costante in sè stesso.Inversamente se le
(3)
sono trasformazioni iii sè di i unospazio A tI , questo spazio
è a connessione amne costallte. Infatti tenendo conto delle(3),
le
(2)
diventanoche non possono aver
luogo
che se lerJk
sono delle costanti.Possiamo osservare che nelle variabili
x1, ... , xn
lospazio
a connes-sione affine costante è definito in tutto lo
spazio
euclideo ... ,x")
ela
proprietà
si conserva per una trasformazione affine delle variabilix1 ,
... ,x".
Le xn possono cliianarsi coordinate cartesiane dellospazio
a connessione affine costante.Per
una trasformazione affine dicoordinate
le
quantità 7~
si trasforinano come un tensoreperchè
le(2)
diventanoPossiamo altres considerare uno
spazio
a connessione affine costante rea-lizzato non solo nello
spazio
euclideoE,,
... ,xn)
ina anche inspazi
toroidali e cioè nei
quali
una opiù
delle variabili Xi sonodegli angoli,
eperciò
determinate a meno di unmaltiplo
di 2n.Questo
fattoequivale
aconsiderare coine
spazio
unprodotto
diretto di un certo numero di rette e un certo numero di cerchi. Inparticolare possiamo
considerare lospazio
aconnessione affine costante definito sopra il toro a n dimensioni per il
quale
tutte le variabili sono definite a meuo di un
mnltiplo
di 2 n.Restando alla
prima interpretazione
e cioè dellospazio
connes-sione costante
rk
jk realizzato in tutto lospazio
euclideoEn (xi,
...x") , possiaino
associare allospazio A,, l’algebra etu
di numeriipercomplessi
en sono delle unità
ipercomplesse dell’algebra
y la lorolegge
dimoltiplicazione
essendo data dalle formuleIufatti una trasformazione di unità
ipercomplesse
1dove ai
sono dei numeri reali a determinante1
non nullo èequivalente
ad una trasformazione lineare e omogenea delle variabili dello
spazio A~,
con le stesse
costanti asi
e lequantità rk
si trasformano secondo le for- mule(4),
sia che teniamo conto dalle(7)
nelle formule(6),
sia cheteniamo
conto dalle
(7’)
nelle formule(2).
Abbiamo cos il teorema :
A
quadunque spazio An
aconnessione
costante sipuò
associareun’algebra
di numeri
ipercomplessi
e inversamente..’
Ne risulta
dunque
che leproprietà
dellospazio An a
connessione co-stante e
dell’algebra dipendono
come ci mostrano le(4),
da untensore costante contravariaute nell’indice i e covariante
negli
indicii,
k.Una
prima
osservazione c1Jepossiamo
fare è che lospazio A"
è senzatorsione se
l’algebra an
è commutativa ed inversamente. Infatti le compo- nenti del tensore di torsione dellospazio
sono date dalle formuleNe risulta che
T9k
jk sono nulle serk
jk sono simmetriche ini ,
7k
ossia se il.prodotto
ej ek èeguale
à ossia, sel’algebra
commutativa. Ab-biamo evidentemente le formule .
Ne risulta che
l’algebra etn
è associativn se abbiamo le formuleTenendo conto altres delle forinule che ci forniscono le
componenti
deltensore di curvatura dello
spazio A,,,
ne risulta chequesto
tensore è niillo:se
l’algebra
è nellostesso ten1po
commutativa ed associat,iva.Abbiamo cos il teorema :
Se è commutativa ed associativa lo
-spazio
è localineitte euclideo ossia il suo tensore di torsione e di curvatura sono niilli. Inversamente seAn
è local1nenteeuclideo,
Itt commutatira eSi sa che tra le
algebre più studiate, .
vi sonoquelle
chepossiedono
unmodulo e cioè nelle
q nali
esiste un numero(2)
che ha la
propriètà
per
qualunque
numero x di6~ .
Abbiamodunque
formula che
possiamo
scrivere tenendo conto dalle(3)
dunque
dobbiamo avere le condizioniSe facciamo r = i e
sommiamo,
otteniamo le formule(2)
E. STUDY et E.CARTAN,
Nombres complexes, Encyclopédie des sciences math. ed.française,
15, 1908 o B. SEGRE, La teoria delle algebre ed alcune questioni di realtà. Rend. (li Mat, e delle sueapplicazioni,
Roma 1954, 13, 157-169.dove 1’
èquello
che si chiama la connessionecontratta,
o il vettore di connessione. Abbiamodunque
il teorema :Una condizione necessaria
perchè l’algebra etn
abbia uit tnodulo è che la connessioneTj
noit sia nulla.Che la condizione non è sufficiente lo mostra
l’esempio
di unaalgebra
et2
aveute le formule di strutturala cui connessione contratta è data da
1, r2
=0 ,
inal’algebra (10)
non ha un modulo
perchè
le formule(9)
non hanno soluzioni. Ne risulta che lealgebre
per cui non è lullocontengono
tutte lealgebre
conmodulo,
ma non inversamente e cioè esistono delle
algebre
conTi
non nullo e chenon hanno un modulo.
Si
può
dimostrare(3)
cheun’algebra
comautativa ed ii,ssociativi% per laquale
le sono tutte nulle èun’algebra nilpotente
e cioèun’algebra.
per la
quale l’equazione
caratteristica ha solamente delle radici nulie. Per la dimostrazione si introducono i tensori covarianti di diversi ordinie si mostra che per
un’algebra
commutativa edassociative, questi
tensori . .sono nulli se è nullo il vettore
Tj.
Infatti se nelle formule(8)
facciamoi = k e sommiamo ue risulta
formule che dimostrano la
proprietà
per il tensorequadratico.
In modoanalogo
senell’espressione
di dalle(11) poniamo
iii virtùdelle
(8),
alposto
deiprimi
termini7V
lequantità
neil
s2 92 ~3 53 S2i j2 ’
risultano le formule
Queste
formule associate alle(12)
ci mostrano che se per unaalgebra
(3) P. MOCANU, Spatii cu conexiune constantò, echivalente în mare cu spatiul euclidian, Comunicarile Acàd, R. P. R., Bucuresti, 2, 1952, pp. 389-395.
commutativa ed associati va uno dei tensori covarianti
è
nullo,
sono nulli anche i tensori di ordinesuperiore.
Lealgebre nilpotenti
isono caratterizzate dal fatto che tutti i tensori covarianti
(13)
sononulli.
II.
Supponiamo
adesso che il vettoreI’
= non sia nullo. Esso sipuò
allora sempre ridurre alla forma canonica
Questa
forma canonica è conservata solamente dalle trasformazioni lineari della formaD’altra
parte
tenendo conto delle(12),
abbiamodunque
lecomponenti
costituiscono un tensore del secondo ordine covariante. Ne risulta che la forinaquadratica
è un invariante del
problema rispetto
alle trasformazioni(14).
Supponiamo
che la furnaquadratica
differenziali dx~non sia
degenere.
Possiamo allora scrivere la formaquadratica 0
data dallaformula
(14-)
sotto la forma canonicadove E~ , ... , sono
uguali
a+ 1
o -1. Abbiamodunque
le formuleSupponiamo
altres che lospazio An
sialocalmente, euclideo, dunque
chesiano verificate le forrnule
(8).
"Consideriamo in
primo lungo queste
formuleper
i =k
’ie
per i = j = 1 , k ~z .
Esse si scrivono tenendo conto delle(15)
dove k ~ j
sono indici fissi. Leprinie
diqueste
formule ci danno = e l~ultimaformula (~ ;~)
ci mostra che dobbiamo avere e = l. Ne risultadunque
che le formule(15’)
si possono scrivereQuanto
alle formnle(8) per
= si trova che esse sonoidenticamente veri ficate.
«
Consideriamo arllora le formule
(8)
per i = ~ze j , k , 1
~a. Abbiamodove k,
l sono indici fissi.Considerando le
equazioni (8)
per lequali
1’ indicei i&
ma uno opiù degli
sonougnali
a n cioè leequazioni
si constata cette esse sono verificate
(basta
tener conto dalleequazioni (15)
e
(16)).
Ci restano
dunque
da considerare le formule(8)
nellequali gli
indicii j k t
sono tutti minori di lt.Queste equazioni
si scrivonodove l’ indice di somuazione s varia da 1 a Osserviatno altres che l’ultima
(13) è
ideiiticainente verificata dul e(15) (16)
cone = 1
e che lealtre
(13)
si scrivonoesplicitamente
dunque
leequazioni (17),
e(19)
costituiscono delle condizioni nellecomponenti T/k
conindici i , j , k
minori di n . Abbiamodunque
il teorema :Essendo dato ’uno
spazio A n a
connessionecostante,
localmenteeuclideo, a
vettore non nullo(13)
e aquadratica (14")
nondegene1’e, la questo spazio
sipuò
ridurre alla canonieadove Bi
sonouguali
a ± 1 e lecomponenti (i, j,
7cn) soddisfa,rco
allefoi-iitule (17), (18)
e(19).
Couaiderhuno adesso il caso in cui
le Bi
sono tutteuguali
a e = + 1.In
questo
caso le formule(17)
ci dicono chele componenti ri
sono sim-inetric;le
oegli l.
Poicbèqueste componenti
sonosupposte già
simmetr che
in j ,
1 risulta clie~l
sono simmetriche in tuttigli
indiciac , j , l.
D’altraparte ponendo i = k
nelle formale(18)
e sommandoda 1 a n - 1 si ha pea n
>
2 e tenendo conto dalle( 19)
Ponendo anche L
= j
e sommando da 1 a n - 1 siottiene,
tenendo conto dalla simmetria dellee
questa
formula ci mostra che e deve esserepositivo, dunque uguale
a
+1.
Abbiamo
dunque
il teorema :Se lo
spazio An
cr connessionealfiite
localmente euclideo è reale e laforma quadratica (14")
èdefinita,
essa èdefinita _positiva
insieme allafoi-iita (14’).
Tenendo conto del fatto che nel caso in cui la forma
(14")
o(14’)
èdefinita
positiva,
lerzk
sono simmetriche in tuttigli
indici e che la formacanonica
(14"’)
è conservata solamente dalle trasformazioni(14)
che sonodelle trasformazioni
ortogonali
nelle variabili ne risulta che, la forma cubicaè un invariante
ortogonale
associato allospazio Ali
erispetto
alle trasfor- mazioniortogonali delle xl ’... , s"-1.
-Ne risulta
dunque
che essendo dati duespazi
n connessione costante localmente euclideiAn
e~n
le cuicomponenti
r er
soddisfanorispet-
tivamente le
(20) ’con Bi
= 1 e le(17), (18)
e(19), questi spazi
sonoequi-
valenti se le
rispettive
forme(21)
sonoequivalenti
per una trasformazioneortogonale
delle variabilix1 , . , , ,
Supponiamo
adesso chele Bi
non siano tutteuguali
a l’unità e che siabbia
Ep=1 (i=ly...z) e ea=-1(a=t--1.,...,n-1).
Leformule
(17)
e(18)
si scrivono inquesto
casoe due
algebre
associative e commutative che soddisfano alle stesse formule(19), (20), (21)
sonoequivalenti,
se per una trasformazionequasi ortogonale,
che conserva la forma
quadratica
si
può
fare in modo che le duealgebre
abbiano le stessecomponenti
~(.J~= 1~.~-1).
’Consideriamo adesso
l’algebra
associata allospazio A,j .
Abbiamo in virtù delle formule(20):
e
queste
formule ci mostrano chel’unità, en
è un modulo.L’algebra
asso- .ciata
possiede dunque
un modulo.Quanto
alle unità ... , en_i esse sono determinate da una trasformazioneortogonale
nel caso in cui sonosimmetriche in tutti
gli
indici e ai sono tuttiuguali a -~-1.
La determina- zione delle fornecanoniche
dellealgebre (22)
inquesto
casodipende
dallariduzione ad una forma canonica della forma cubica
(21)
pertrasformazioni ortogonali
delleunità e1 ,
... , en-i.Possiamo osservare altres che le formule
(22)
ci mostrano che le quan- titàr k e
jk jk = e. t.
j possono essere considerate oomecomponenti
di una connessioneproiettiva
a n - 1 dimensioni.Dunque
alla connessione affine costanteAn
sipuò
associare una connessioneproiettiva
costante a n -1 dimensioni.Supponiamo
adesso di essere nel caso n = 3 e = .2 = 1 . Inquesto
caso le formule(17)
e(19)
si possono scriveree
perciò
tutte lecomponenti rk
jk(i j , k
=:,2)
si possonoesprimere
tramite;
1
rl2 , Quanto
alle formule(18)
esse siscrivono,
tenendo conto diqueste
formule :Ne risulta che le
quantità I-" , r22
souolegate
daliaequazione
Quanto
allaforma V
essa si scriveQuesta
forma sipuò
scrivere evidentemente come unprodotto
di trefattori dei
quali
almeno uno è reale. Possiainoscegliere gli
assiortogonali
h~
modo
chequesto
fattore reale siaxi, dunque
i~~ modo che‘ 0. In
questo
caso la formuta(23)
divienema siccome
ri2
cambia di segno con xlpossiamo
supporre sernprepositivo.
Abbiamo
dunque
il teorema :.Esiste
tlgebra
associativa e cui il vettoreli
nonè nullo e il tensore
definito positivo
le cui dicazione si scrivono
Consicleriamo adesso il caso in
cui 81 e 82
sono disegni
contrari, Possiamosempre stipporre 81 =
1 ~
7 EN = -,1 e a,llom leequazioni
i(17~
e(19)
siscri von o
Quanto
alleequazioni (18)
esse ci dannoNe risulta
che, purcliè
la connessione sia, reale dobbiamo avere>
Possiamo anche in
questo
caso con una trnsfornazioneiperbolica
delle va-riabili fare in modo cI~e
1"2
= 0 e abbiamo anche inquesto
casouna
algebra.
,Abbiamo cos il teorema :
Esistono due
algebre
reali pei- lequali
il vettoreFi =n ö
ènon nullo e la
(14")
è nonIII.
Tenendo conto del fatto che uno
spazio A,,
Ho connessione affine co-stante
può
essere realizzato noti solamente snllospazio euclideo,
ma anchesugli spazi
toroidali e non solamente nelle coordinatecartesiane xl
ma anche in coordinate cnrvilinee
qua1nnqu.-.,
ci sipuò
se hos- siamo fare la stessa cosa perl’a,lgebra Vogliamo
far vedereche
questa
cosa èpossibile
seinterpretiamo
le unità e1’...’ e" come le derivateparziali
di una funzione delle variabili xn.Infatti abbiamo sempre ’
e se
supponiamo che
sonouguali
a ei, dove ei so io considerate delle. axi g ~ z
costanti
indipendenti
dalle variabiliXi,... , l’equazione (27)
sipuò
in-tegrare
ed abbiamo’
dove c è una costante. Ne risulta che
f sono
i numeridell’algebra eu
astra-zione fatta da una costante.
Quanto
allalegge
dimoltiplicazione (6)
del-l’algebra
essa è data daiprodotti
simboliciConsiderando
f
come unafunzione,
sipuò
dare un carattere invariante aqueste
formulerispetto
a delle trasformazioni di variabili introducendo nei.
b’ t ..
9/’
L L ’ . d
primo
membro i termini -201320132013,
che nel caso incui -
sono dell co-p
vxJ
axi e co-stanti sono nulli.
Consideriamo
dunque
leequazioni
Moltiplicando
per e-f eponendo u
= e-fpossiamo
scrivereRisulta cos che le unità ei di
un’algebra
banno le stesseproprietà rispetto
ad una trasformazione di
variabili,
9 che le a2~ xi ’
I mentre il*prodotto
di i ek p er ha le
proprietà
di la a xj a a Xk u
e cioè abbiamo a xi a x"Le formule
(28)
diventano le formule(6)
dimoltiplica.zione dell’algebra et"
nelcaso in cui le unità
corrispondano
alle derivate della funzioneLe formule
(28)
hanno un carattere invariantequalunque
sia la funzione ue
rispetto
ad una trasformazionequalunque
di variabili(1),
se le sod-disfano alle formule
(2)
e cioè se costituiscono lecomponenti
di una con-nessione affine. Tenendo conto dal fatto che
le ei
hanno leproprietà
dellea u
risulta cherispetto
ad una trasformazione(1)
dobbiamo averea xy
Moltiplicando
le formule(2) per ei
e tenendo conto dalle(29) possiano
scrivere
dove
(er e5)’
sonoprodotti di es’
pere,. dunque
abbiamoLe formule
(29-)
definisconodunque
lalegge
di trasformazione deiprodotti (ej ek) rispetto
ad una trasformazione di variabili.Partendo dalla
legge
dimoltiplicazione (~9)
lalegge
di associazione si definisce nel modo conosciuto se le sono dellecostanti.
Altrimenti dob-J .
biamo tener
presente
il fatto che sicomporta
come -a XI
*
Dunque
abbiamoPossiamo considerare le cose da uu
puuto
di vistapiù generale
e cioèsupporre di avere nello
spazio
A,, un sistema di congruenzeindipendenti (l)
i cui differenziali
degli
archi sono definiti dalle n forme di Pfaffdove A
sono i momenti e iparametri
delle n congruenzeindipendenti (2).
Per una trasformazione di congruenze
dove
Ca
sono funzioni dellevariabili x1 ,
... ,determinante I
diversoda zero
corrisponde
uiia trasformazione delle unità2. Annali della Scuola Norm. Sup. - Pisa,
Quanto
alle formule dimoltiplicazione (28) déll’algebra
esse siscrivono
dove
7" be
sono lecomponenti
della connessione sopra le congruenze(A) (4).
Possiamo d’altra
parte
considerare conte iiuità invece di 8ule
componenti
a sa p
di un vettore covariante
qualunque
u1 , ... , Un e le formule(31)
ci diconoche
queste componenti
subiscono uua trasformazione lineare i cui coeffi- cientiCb dipendono
dalpunto
cOl1siclerato(x1 ~ . - . , X"). Quanto
alle for-mule
(32)
esse si possono scrivereMoltiplicando
per às~possiamo
scriverefatto che ci dice che il l
vettore ub
sitrasporta
daipunto
P(xi ,
...,7 Xl )
al
punto Q (x1 +
...,x" +
perparallelismo
nellospazio
a con-nessione afnne
~1" .
Ne risulta
dunque
chenell’algebra generale
cui zc1, .. ; , Un sono delleunità
ilprodotto (ub uc)
di una unità Uc per unaunità ub
è definitodalla formula
dunque
ilprodotto (Ub uc)
è definito con J’ainto deltrasporto parallelo
diA,,.
Per um trasformazione lineare
(30) di congruenze,
le unitàtrasformano secondo le formule -
1 e lc
quantità ya,
si trasformano secoiido le foimnle1 .
(4) G. VRANCEANU, Legons de géométrie Bucarest, vol.
1, 1947,
1959, capitole IV.Si t ’atta
dunque
di vedere come si trasformano iprodotti
Perquesto
osserviamo che tenendo conto dalle
~34)
le formule(33)
si scrivono’
Moltiplicando
le formule(35)
per uapossiamo
scrivereformule che ci danno la
legge
di trasformazióne dei.prodotti (Ub ’ltc)
dellanostra
algebra
diunità U1 ,
... , Un per una trasformazionequalunque
dicongruenze
(30).
Inversamente date le
equazioni (33),
per lequali
sonovalide, rispetto
ad una trasformazione
(30),
le formule(34)
e(36),
ne risultano facilmente le forrnule(35), dunque
sono lecomponenti
di una connessione affine.Ne risulta
dunque
il teorema : ,Essendo dato connessione
affine
Ant’apportato
ad un sistemadi congruenze
(À)
sipuò questo spazio
unagenerale
cui
legge
dimoltiplicazione
è(33),
dove sitrasformano
per di(30),
secondo le(36).
Inversamente data una tale ’’isulta uno
spnzio A" ,
associato.In
questa algebra generale
lalegge
di associati vita deiprodotti
ha lestesse
proprietà
delle formule(29")
e cioè fa intervenire le derivate dellecomponenti yabc
sequeste
non sono costanti. Ne risultadunque
che nelcaso in cui le
y b
sono dellecostanti, l’algebra
associata è una veraalgebra rispetto
a delle trasformazioni di congruenze(30) a
coefficienti«1
costanti.Ne risulta
dunque
il teorema :Ad
uno spazio a
connessioneaffine An si può
associare unase esiHte nello
sp’azio
un sistema di congruenze per ilquale le componenti
yb
connessione sialto delle costanti..È
conosciuto il fatto che unospazio
di RiemannVu
ammette nnsistemna di congruenze
ortogonali
a coefficienti dirotazioni yabc
di i Riccicostanti se lo
spazio Vn
ammette un grupposemplicemente
transitivo di trasformazioni in se e inversamente.Si ha altres che tutti
gli spazi
curvatura costantenegativa possiedono
un grupposemplicemente transitivo, dunque
aquesti spazi
sipuò
associare unalgebra.
Si ha altres che
gli spazi V2 a
curvatura costantepositiva
non pos- siedono uii grupposemplicemente
transitivoreale,
mentregli spazi V3 a
curvatura costante
positiva, possiedono
duegruppi semplicemente
transitivireali,
coiquali
si definisce ilparallelismo
di Clifford.Per il caso
degli spazi V3
di Riemann a gruppo transitivo si mostra che essi ammettono almeno un grupposemplicemente
transitivoreale, dunque
almeno unaalgebra reale,
salvo il caso in cni lospazio
è il pro- dotto diretto di una retta e di unV2
a curvatura costantepositiva (5).
(5) G. VRANCEANU, Lecons de géométrie différentielle, Bucarest, vol. I, 1957, eh. V,
~ 15.