R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
A NTONIO A MBROSETTI
Un teorema di esistenza per le equazioni differenziali negli spazi di Banach
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 39 (1967), p. 349-361
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PER LE EQUAZIONI DIFFERENZIALI
NEGLI SPAZI DI BANACH
ANTONIO AMBROSETTI
*)
Sia E un sottoinsieme di uno
spazio
diBanach E,
I un inter-vallo chiuso e limitato della retta reale
e f (x, y)
una funzione di in .E. Allora la solaipotesi
della continuità dif (x, y)
non èsun ciente a
garantire
l’esistenza di almeno una soluzionedell’equa.
zione differenziale ordinaria del
primo
ordinesoddisfacente alla condizione iniziale
In
questo
lavoro verrà dimostrato un Teorema di esistenza per taleproblema,
ottenendo cos un risultato che èpiù generale
di
quelli
dovuti a C.CORDUNEAN1T 2)
ed a M. A. KRASNOSEL’SKIi - S. G. KREIN3).
Nella dimostrazione si farà uso di un Teorema dipunto
unito di G. DARBO4).
.) Lavoro eseguito nell’ambito dei Gruppi di Ricerca del Comitato Na,zio- nale per la Matematica del C. N. R.
Indirizzo dell’A.: Scuola Normale Superiore, Pisa.
1) Cfr.
[1]
- pag. 25.2) Cfr.
[2]
- pag. 226 e segg.3) Cfr.
[5]
- pag. 13-16.4) Cfr.
[3]
- pag. 84 e segg.Ringrazio
il Prof. G. Prodi che mi haguidato
nellapresente
ricerca e il Prof. E. DeGiorgi
per le utili discussionisull’a,rgomento.
§
1.Premesse.
Faremo nel
seguito frequente
uso di alcune nozioni sulle a-con-trazioni introdotte da G. DARBO
) ;
per comodità daremodapprima
alcuni richiami su tale
argomento
e cominceremoperciò
con laseguente
DIZFINIZ10N]F, 1.1. Sia X un insieme limitato di uno
spazio
diBanach E. Indichere>1o con a.
(X)
t’estremoinferiore
dei numeri po- sitivi e per- iquali
èpossibile decomporre
X nell’1tnione di un numerofinito
diparti
di d iametroinferiore
ad B.Dalla definizione
precedente
segue subito che :1.2. Condizione necessaria e
s2cf,f ciente perchè
X siai-elativamente
compatto
in E è che risulti a(X)
= 0.PIZOPRIF,TA
1.3. X e Y sonoporzioni
limitate diE,
dettoX -~-
Y l’insieme+y:xEX, yE Y),
si haSia .L uno
spazio
metrico e T una trasformazione di .E insè ;
hanno
importanza
in moltequestioni quelle
trasformazioni T chesono
completamente continue,
cioè che sono continue e che trasfor-mano
ogni
insieme limitato in un insieme relativamentecompatto
in E. Tali trasformazioni
godono quindi
dellaproprietà che,
perogni
X
limitato,
risultaa(T(X))
= O e a(~Y).
Pergeneralizzare
tale
concetto,
sidà, seguendo
(~.DA RBO,
laseguente
DEFINIZLONK 1.4. Chiamereíno a-eontrazione
ogni trasforn2azione
continua T di uno
spa,zio
metrico E insè,
chesoddisfa
alleseguenti proprietà ;
5) Per ulteriori notizie sull’argomento e per la dimostrazione del Teorema 1.7 vedi
[3]
con relativa bibliografia.I.
ogni
insieme timitacto di E vengatrasformato
dalla T inun insieme
timitato ;
II.
qualunque
sia l’insieme limitato X c.E, posto
X’ =T(X),
risulti
con k conveniente numero non
negativo,
minore d i uno eindipendente
da X.
Segue
subito che :PROPRIJtJ’l’À
1.5. Letrasformazioni comp letamente
continue sonoa-contrazioni.
Poichè ovviamente le contrazioni ordinarie sono
a,contrazioni,
dalla definizione 1.4 e dalle
proprietà
1.3 e 1.5 segue che :PFOPRIF,TÀ.
1. 6. Se latrasformazione
T di E in E sipuò
seri-vere come
Ti + T2 ,
conTi comlnletamente
continua eT2 contrazione,
allora T =
Tt + T2
è una a-contrazione.Generalizzando un noto Teorema di
punto
unito di G.SOHAUDER,
G. DARRO ha dimostrato sulle a-contrazioni il
seguente
TEOREMA 1.7. Sia T una a contrazione
definita
in un insiemeconvesso e chiuso X di uno
spazio
di Banach E. Sia inoltre l’imma-gine
T(X)
limitata e contenuta in X. In taliipotesi
esiste in X al-meno un
punto
unito per la T.Generalizzando il concetto di
a-contrazione,
diamopoi
la se-guente
D ?,FINIZIONF, 1.8. Siano E e F due
spazi
diBanach ;
dire1110che una
funzione ,t’ (y) :
E - F è(X-lipschitziana
se è continua e seI. per
ogni
insieme limitato S cE,
c F èlimitato ;
11. esiste iina costante
h,
taleche,
perogni
invienie limitato~~’
c .E,
si abbiaData una funzione
a-lipschitziana f,
ilpiù piccolo
valore nonnegativo di h, hf,
per cui sussiste ladisegwaglianza precedente
qua-lunque
sia I"insieme S limitato diE,
sarà chiamato modulo della funzionea-lipschitziana f.
Sussiste infine il
seguente Teorema,
di immediata dimostrazione : TF,OP.F,MA 1.9. Siano.E, F, G,
trespazi
diBanach ; f
cazione di E in F
a.lipschitziaYaa
con modulouguale
adhf;
g unaapplicazione
di Ga-tipschitziana
con modutouguale
adhg .
Al-lora
l’applicazione composta
go f
di E inG,
èrx-lipschitziana
conmodulo minore o
uguale
a"1. hg .
2.
Un
teoremaprelin inare.
Sia E uno
spazio
diBanach,
I un intervallo chiuso e limitato della retta reale. Indichiamo conC (I ; E)
lospazio
delle funzioni continue suI,
a valori in.E,
cherispetto
allanorma
*è uno
spazio
diBanach ;
e consideriamo un sottoinsieme H c C(I; E).
In
corrispondenza
ad H siprenda,
perogni
x EI,
l’insiemeH (x)
cE,
formato da tutti
gli
elementi deltipo u (x)
con uE H,
e sia inoltreH (I)
c E l’insieme UH (x) ;
se H è limitato ancheH (I ) lo è,
e vi-xEI
ceversa.
Vogliamo
ora dimostrare un Teorema che ci sarà utile nelseguito
e chegeneralizza
il classico Teorema diAsCOLI-ARzF ,1,,!. 6).
A tale scopo
proviamo dapprima
due Lemmi.LEMMA 2.1. Se H c
C ( I ; _E ) è
un insieme timitato edequicon- tinuo, per il corrispondente
H(I)
c E si haD~lB’I. Divideremo la dimostrazione in due
parti :
mostreremoprima
cheprovando
successivamente ladisegua- glianza
inversa.6) Per una diinostrazione del Teorema di A-.3COLI-ARZPLA, cfr., ad esempio,
(4,
pp. 135-136. La dimostrazione dei Lemmi 2.1 e 2.2 del presente lavoro, ri- calca, nelle sue linee essenziali, quella del suddetto Teorema.Per la definizione
1.1.,
fissato e >0,
sipuò
trovare unricopri-
mento finito di
H,
taleche,
perogni
indice i =1, 2, ... ,
n,il diametro di
Hi ,
diamH2 ,
risulti minore di «(H) +
e. Poichè H èequicontinuo,
incorrispondenza
adetto e,
èpossibile dividere I,
cheè
compatto,
in m intorni =1, 2, ... , m),
taliche,
se x~ e x2 ap-partengono
aVj,
risulti - u(x2) ] e
perogni u
E H. Con-sideriamo
allora,
perogni coppia
diindici i, j,
l’insiemeBi. j
cH(I )
sif-fatto :
Bi, j
=Hi (Vj)
=u (x) :
u E x EÈ
ovvio cheforma un
ricoprimento (finito)
di.g (I),
e risultaInoltre si ha
Ma al variare
di x1
ex2
in uno certo si mantienepiù piccolo di 8,
perogni u E H,
equindi
Allora
risulta,
perogni i = 1, 2, ... , n,
Quindi
y amaggior ragione
E,
attesa l’arbitrari età di e, segue la conclusione.Dimostriamo ora che
a (g ) c a (.1~ (I )).
Datos~>0y
per1’equi-
continuità di
H,
sipuò ricoprire I
con un numero finito di intorni(i
=1, 2... n)
taliche,
se x E Y(xi), segua IL u (x)
- u C e,per
ogni u E .H.
D’altraparte
è anchepossibile,
incorrispondenza
al
precedente e,
trovare unricoprimento
finito diH(I)
con insiemiBj ( j
=1, 2, ... , m)
di diametro minore di a(H (I )) -J-
e. Sia (P l’in-sieme
(finito)
di tutte lemappe i-g(i)
di[1, 2~ ... , n~
c N in[1, 2, .. , rn]
c N. Perogni q
E0,
si denoti conL~
l’insieme di tuttigli
u E H taliche §f
i E[1, 2, ... , nJ
si abbia u(xi)
E Si vede fa- cilmente che H èricoperto
dall’unionedegli L,,.
Inoltre se My u E 2 perogni x E I,
c’è un indice i tale che x E V(xi).
Allora si haIL
u(x) e, e il
u(x)
2013 E ; datopoi che il
u(xà)
-- u a
(H (I )) --
risulta :Perciò
e quindi
laconclusione, perchè
e è arbitrario.LrMMA 2.2. Netle stesse
ipotesi
del Lemma 2.1 si ha :1)IM. Poiché per
ogni
x EI,
g(x)
c H(I),
si ha intantoa
(H (x)) (H (I )),
il cheimplica
supa (H (x)) : x
EI)
~ a(H(I )).
Viceversa, poichè
I~ èequicontinuo,
fissato ad arbitrio e>
0, si divida I in nTT (xn)
tali che ivi si abbia(x)
zcC
e perogni u
E g. Inoltre perogni i
=1, 2,
... , n,si
può
trovare unricoprimento
finito di H tale che(H~~~~
sia unricoprimento
finito di H(xi)
soddisfacente aAllora,
detto =( V (xi)),
si ha che è un ri-coprimento
finito diH (I),
e inoltreMa risulta anche :
quindi
- v
(xi) I I:
EQuesto
ci dice che maxdiam Bi, j :
1n, 1 n
c 2E+ +
max(diam (.r,) : 1 ---- i --- n, K.; m).
Allora a
più
forteragione
si ha : ’Si
può
cosconcludere,
riunendo i risultati dei Lemmi 2.1 e2.2 col
TF,oRi&má 2.3. Se H c C
(I ; E)
è un insieme liniitato edequi- continuo,
si ha :OSSERVAZIONI. Nelle dimostrazioni
precedenti
non si èesplici-
tamente sfruttato il fatto che I è un intervallo della retta
reale,
masolo che I è
compatto.
E infatti il risultatoprecedente
è ancoravero
nell’ipotesi
che H sia ungenerico
sottoinsieme limitato edequi-
continuo di
C (I ; E)
con Igenerico spazio
metricocompatto.
Inoltre il Teorema 2.3
generalizza,
in un certo senso, il Teorema diAscon-AnzKLA.
Sia infatti H un insieme limitato edequicon- tinuo ; allora,
se H ècompatto,
si ha che a(H) = 0,
equindi
an-che il è
eguale
a zero;questo implica
che H(x)
è
compatto
perogni x E I ; viceversa,
seH (x)
ècompatto
perogni
x E
I,
allora a(.1~ (x))
= 0 perogni x
E I.Quindi
a( )
= supa (.H (x)) : x E I ) = 0,
equesto equivale
a dire che H ècompatto
in§
3.Teorema
di esistenza.Il Teorema dimostrato nel
paragrafo precedente,
cipermette
oradi dimostrare il
seguente
TEOREMA 3.1. .E uno
spazio
di Banach e,,fcssato
yo EE,
siaZ c E y E
.E, Il y - inoltre, fissato
xo ER,
siaI c R l’intervallo
x ; ( x - C a.
Consideriamol’equazione
dove
y)
è unafunzione delinita (x, y)
E I che assume isuoi valori in E.
Supponiamo
chef (x, y)
siauniformemente
continuae, per
ogni
x EI, a-lipgchitziana rispetto
ad y, con costante hindipen-
dente dal
punto
x.Allora,
se ó’ è un numero tale che ó’ h1,
esistealmeno una soluzione
dell’equazione (1) soddisfacente
alla condizioneiniziale
definita
in uno pportuno
intorno I di Xo diampiezza ~,
doveDIM. Consideriamo lo
spazio
di BanachC (I ; E)
introdotto nelparagrafo 2,
e sia g l’insieme delle funzioniC (I ; .E ) lipschit-
ziane con costante di
Lipschitz
minore oeguale
a M e soddisfa-centi inoltre a
-
I~ è un insieme
equicontinuo,
chiuso e convesso. Si definisca sopra X~ laseguente
trasformazione funzionale T :É
facile verificare che T è continuasopra
e che se it E 1,Canche Tu E K.
Dimostriamo che T è una
a-contrazione ;
perquesto
si osservi che T sipuò
scrivere come J of ~,
ove si è indicato con Jl’ap- plicazione
che adogni
funzione associa7) Si tenga presente che f (x, y), applicazione uniformemente continua defi- nita in un insieme convesso e limitato, è limitata.
e con
f * l’applicazione
di .K in C(I; E)
definita nelseguente
modo:La J è ovviamente
a-lipschitziana
con modulouguale
a 9.Quanto
allaf’~ ,
y si osservi che essa è continua eche,
perogni
H H* =
f * (H )
èequicontinuo. Allora,
attese leipotesi
fattee il Teorema
2.3.,
risulta :con h
indipendente
da H. Ciòequivale
a dire che anche laf ~
èa-lipschitziana
con modnlouguale
ad h.Applicando
ora il Teorema1.9,
sipuò
affermare che T èun’applicazione a-lipschitziana
conmodulo minore o
eguale
a 8h C1,
cioè che T è una a-contrazione.Perciò,
a norma del Teorema 1.7. diDARBO,
sipuò
concludereche la T ha almeno un
punto
unito.Questo punto rappresenta
lasoluzione della
(1)
soddisfacente alla(2)
che si cercava. ; c. v. d.OSsERVAZIONI. Le
proposizioni
1.2 e 1.6. ci dicono chel’ipo-
tesi che
la f (x, ,y)
siacompletamente
continua8)
o che--~ f2 ,
con
j~ lipschitziana
ef 2 completamente continua 9),
rientra comecaso
particolare nell’ipotesi
del Teorema testè dimostrato.Nel Teorema
precedente
si èprovata
l’esistenza di almeno unasoluzione
dell’equazione (1)
verificante alla condizione iniziale(2)
in un intervallo di
ampiezza
ó = minó’ > a > M b .
Però è facile ve-rificare che se o è minore di min
Ì .,31 ac b
tale soluzionepuò
essereprolungata
eche,
in definitiva l’intervallo dove la soluzione è detinitapuò
essere preso diampiezza eguale
a mina, ~..
8) Vedi 3).
9) Vedi 4).
§
4.Daremo ora
qualche esempio
di funzionea-lipschitziana :
intal modo
potremo
mostrare alcunepossibilità
diapplicazione
delTeorema di esistenza 3.1.
Sia E uno
spazio
diBanach,
LJ un sottoinsieme diE, g
unafunzione di LJ in E
a-lipschitziana,
p una funzione di 4 in .R(nu-
meri
reali)
continua e che trasforma LJ in un insieme limitato. La funzione continuadi A in
.E,
ingenerale
non è - come si vedrà inseguito
in uncaso
particolare
- facilmentescomponibile
nella somma di unafunzione
lipschitziana
e di una funzionecompletamente
continua.Mostriamo invece che la
(3)
è una funzionea-lipschitziana.
Alloscopo sia H c
Jy
un insiemelimitato ;
innanzi tuttol’immagine
di g tramite
%, f(H),
è limitata. Inoltre diciamo A ile L il
allora,
perogni coppia y, y E H,
si ha :
Premesso
ciò,
fissato 8 ~0,
sipuò
trovare unricoprimento
Poichè è ivi relativamente
compatto,
in cor-rispondenza
alprecedente e,
èpossibile
trovare unricoprimento
finito di tale che
Poniamo Hi = g-1 (Gi), Tj
=( T;) ;
presoVij
=Hi
nTj,
siconsideri il
ricoprimento
finito di H e ilcorrispon-
dente
ricoprimento (5), (6),
si ha :A
questo punto,
ricordando chela g
èa-lipschitziana,
risulta :e
quindi,
apiù
forteragione
Si
può
cos concludere nel modovoluto, perchè e
è arbitrario e ~ èindipendente
da H.Un caso
particolare
è ilseguente.
Siprenda
per E lospazio
di Banach
C([0,1])
delle funzioni continue sull’intervallo[0,1]
conla
norma lixil
=x E (U,1 ] ~,
e la funzionedefinita su di una sfera di
E,
avente per centrol’origine
eraggio
2. Si constata facilmente che la
(7)
non è una funzionecompleta-
mente continua. Si
può
anche vedere che tale funzione non èlip-
schitziana. Sia infatti u E C
([0,1])
una funzione tale che sia :a) positiva
o nulla e di normaeguale a 1 ;
Per
ogni
numerontàtarale ya,
sia un(x)
la funzione definitaponendo :
Risulta :
Quindi
ilrapporto + ) ‘f (u)
per e abbastanzapiccolo
e ne
tendente a
+
oo, tende a+
oo, in virtùdell’ipotesi b)
fatta sullau (x). Dunque
la(7)
non è una funzionelipschitziana ;
nè si vede un’immediatascomposizione
della(7)
come somma di due funzioui :una
completamente
continua e unalipschitziana ;
essa è invecea-lipschitziana, perchè
è deltipo
della(3).
Un ulteriore
esempio
è ilseguente :
sia .Eun’algebra
diBanach,
4 un sottoinsieme diE, g(y)
eh(y)
due funzionia-lipschitziane
che trasformano L1 in un insieme limitato e contenuto in
E ;
e siconsideri la funzione
f (y)
di J inE,
definita nelseguente
modo:Una facile verifica mostra che anche per
questa
funzione sus-siste una
diseguaglianza
deltipo
della(4) 1°), dopo
diche,
usandodi un
ragionamento
del tuttoanalogo
aiprecedenti,
sipuò
affermareche f (y) = g (y) h (y)
è una funzionea-lipschitziana.
10) In questo caso la costante L deve essere presa come il
(y) I I
:y E
Jj.
BIBLIOGRAFIA
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BOURBAKI - Fonctions d’une variable reélle. Chap. IV - (1951).[2]
C. CORDUNEANU - Equazioni differenziali negli spazi di Banach. Teoremi di esi- stenza e prolungabilità. Rendiconti dell’Accademia dei Lincei. Vol. XXIII-(1957).
[3]
G. DARBO - Punti uniti in trasformaziani a codominio non compatto. Rendicontidel Seminario Matematico della Università di Padova. Vol. XXIV - (1955).
[4]
J. DIEUDONNÉ - Fondements de l’Analyse Moderne. (1963).[5]
M. A. KRASNOSEL’SKII - S. G, KREIN- Non local existence theorems and uni- queness theorems for systems of ordinary differential equalions. (In russo)Doklady Akad. Nauk C. C. C. P. - 102 - (1955).
Manoscrito pervenuto in redazione il 15-9-1967.