R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
R OMANO I SLER
Una generalizzazione degli spazi di Fréchet
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 41 (1968), p. 164-176
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DEGLI SPAZI DI FRÉCHET
ROMANO ISLER
*)
Lo studio
degli spazi topologici
che sonocompletamente
indi-viduati dalle loro successioni
convergenti
è statooggetto
di nume-rosi lavori. S. P. Franklin
[1]
caratterizza talispazi
mediante quo- zienti dispazi
metrici.Qui
invece siparte
dalla considerazionedegli spazi
diFréchet,
ossia diquegli spazi topologici
in cui la chiusura èquella
successionale. La nozione dispazio
di Fréchet vienepoi
estesa definendogli spazio
di Fréchetgeneralizzati
di ordinea
(con
aordinale ;
vedi definizione al n°4) che,
sfruttando risultati di M. Dolcher[2]
e J. Novàk[3],
si riconoscono essere tutti e soliquegli spazi topologici
che sono individuati dalle loro successioniconvergenti (spazi
« deducibili da convergenza » in[2],
«sequential
spaces » in
[1]).
Al n° 5 si dà una condizione necessaria e sufficiente affinchè
uno
spazio topologico
sia di Fréchetgeneralizzato
di ordine a.1.
Categorie 2 degli spazi topologici ed E delle strutture
di convergenza.Per
quanto riguarda
le nozioni dicategoria Z degli spazi
to-pologici
e dicategoria E
delle strutture di convergenza si rimanda*) Lavoro eseguito nell’ambito dei gruppi di ricerca del Comitato Nazio- nale per la Matematica del C.N.R.
Indirizzo dell’A.: Istituto Matematico, Università, Trieste.
al lavoro di Dolcher
([2]
pgg.66-67).
Parimenti perquanto riguarda
i due funtori covarianti .L
di C in 2
e T di.6
inC.
Basti
qui
ricordareche, assegnato
che sia unospazio topolo- gico (E, 1’),
daquesto
si deduce una struttura di convergenza(.E, A)
attraverso il funtore .L nel modo
usuale ~
eviceversa,
data una strut-tura di convergenza
(E, l),
si deduce daquesta
unatopologia (E, 1’)
attraverso il funtore T che dichiara
aperti
tutti e soligli
insiemiA tali che
ogni
successioneconvergente
ad unpunto
di A ha tuttauna sua coda in A.
2.
Categoria degli spazi pseudotopologici.
v
Rifacendoci a Cech
([4]
pg.237)
diamo laseguente
DEFINIZIONE : un insieme si dice
spazio pseudotopologico (per
v
Cech closure space ; per Novák closure
topology)
se in E è definitauna
applicazione
dell’insieme dei sottoinsiemi di E in sé soddi- sfaciente ai treseguenti
assiomi :Lo
spazio pseudotopologico
lo indicheremo con(E, p)
dove ~-~indica la struttura che chiameremo
pseudotopologia
ed .E l’insiemeambiente.
L’applicazione
wA(che
taluni autori indicano talvolta,
con
A)
la chiameremopseudochiusurac
dell’insieme A. Una classe dispazi pseudotopologici
che non sonospazi topologici
èquella
chesi ottiene a
partire
da una struttura diconvergenza A,
assumendocome
pseudochiusura
la chiusura successionale.OSSERVAZIONE. Se vale inoltre 1’assioma
lo
spazio è uno spazio topologico e w è
lachiusura.
DEFINIZIONE. Data una
pseudotopologia (E, ~)
diremopseudo-
intorno di un
punto x
di .Eogni
insieme tale che siaeuindica
ilcomplementare
di U inE).
Si verifica allora facilmente che la
famiglia
dipseudointorni
di un
punto x
costituisce un filtro.DEFINIZIONE. Diremo
pseudointorno di
un insieme Aogni
in-sieme che sia
pseudointorno
diogni punto
di A.Cos come per
gli spazi topologici,
sipuò
definire lapseudo- topologia
mediante i filtri dipseudointorni,
eprecisamente, :
dato un insieme
.E,
adogni punto
x di E associamo un filtro y che diremofiltro
deipseudointorni
di x, tale che xappartenga
adogni
insieme del filtro. Un tale insieme lo diremospazio pseudoto- pologico.
Anchequ~i,
se siaggiunge
l’assioma( Z7)
perogni
esiste un tale che V c ZT e tale che dall’essere p E ÌT segue V ETTp ,
lo
spazio
è unospazio topologico.
La verifica che si tratta di due definizioni
equivalenti
è abba-stanza
semplice
e noiqui
non lariportiamo.
Notiamoche, assegnata
la
pseudotopologia
mediantepseudointorni,
lapseudochiusura
di uninsieme A è l’insieme dei
punti
x di E tali che inogni pseudoin-
torno di x cadano
punti
di A.(v. [3]).
OSSERVAZIONE. Anche per la
pseudotopologia
sipuò
dare ladefinizione di base di
pseudointorni
di unpunto
x ; laperfetta
ana-logia
con il caso delletopologie
ci esonera dal dare ulteriori chia- rimenti.Consideriamo ora la totalità delle
pseudotopologie
evogliamo riguardarla
come unacategoria.
DEFINIZIONE. Dati due insiemi i
.E2
e date duepseudotopo- logie
,u1 e ~c2rispettivamente
in.E1
edE2 ,
con lepseudochiusure
W1 e
z,v2 ,
diremo che unaapplicazione f
diE1
inE2
è continua inun
punto x
diEl
se, dall’essere xappartenente
a W1 A segue cheappartiene
a Diremo chef
è continua in.E1
se lo èin
ogni punto
diE1 .
Tale
definizione
èequivalente
allaseguente :
DEFINIZIONE. Una
applicazione f
è continua i2c 2cnpunto
x di.E1
se, preso unpseudointorno U2 di f (x)
inE2 ~
si ha chef -1
è
pseudointorno
di x inE1 .
DIMOSTRAZIONE.
Valga
laprima
definizione. SiaU2 pseudo-
intorno
di f (x)
inE2
esupponiamo
per assurdo non siapseudointorno
di x inE1.
Ciòsignifica
chema allora si ha che. per la
prima definizione, f (x)
E( U2))
ccontro
l’ipotesi
cheU2
siapseudointorno
dif (x)
inE2 .
Viceversa
valga
la seconda definizione. Sia x E w1 A esupponiamo
che f (x) ~ w2 f (A).
Alloraef(A)
sarebbepseudointorno di f (x)
equindi f -1 (ef (A))
sarebbepseudointorno
di x. Allorae
eA
si avrebbe ossiax non
apparterrebbe
awA,
control’ipotesi.
Da ciò segue la tesi.Allora si
può riguardare
comeoggetto (E,p) ogni
insieme Edotato di una
pseudotopologia p
e comemappa f : (El
-(E2, !-t2) ogni applicazione
diEi
inE2
laquale
sia continua nel senso detto sopra. Si verifica facilmente chequesta
è unacategoria :
la indi-cheremo con
9M.
Evidentemente
cm
è unasottocategoria completa
le to-pologie
rientrano infatti fra lepseudotopologie,
e la definizioneprecedentemente
data diapplicazione
continuarisulta,
per letopo- logie, quella
usuale.Per
ogni
fissato insiemesostegno E
la totalità dellepseudo- topologie
su Epuò pensarsi
ordinata intendendo cheA2
(meno fine)
se
Wi A =»w2 A qualunque
sia A sottoinsieme di E. Si hapoi che, assegnate
in E duepseudotopologie
,ui e !-t2’l’applicazione
identicaè continua fra
(E1 , 9 sul)
ed(E2 ~ !-t2)
se e solo se> !-t2 .
In tale ordine vi sono due elementi estremi : la
pseudotopolo- gia
meno fine di tutte che èquella
per cui wA = Equalunque
sia
A,
sottoinsieme di.E,
non vuoto e lapseudotopologia più
finedi tutte che è
quella
per cui wA = A perogni
A. Si osservi che entrambegodono
della(K 3)
equindi
sonotopologie.
3. I
funtori
M ed N.Data,
su un insiemeE,
una struttura diconvergenza A, vogliamo
da essa dedurre mediante una
legge
M unapseudotopologia
p. De- finiamo lapseudochiusura
in E alseguente
modo :(M)
dato sia ZvA l’insieme deipunti
limite di succes-sioni di
punti
di A.E’ immediato verificare che
questa
è unapseudochiusura
eche,
pur di intendere che
.ltT ( f ) sia,
nellacategoria
la stessaappli-
cazione
f
traE1
edE2 ,
2 M è un funtore covariante dellacategoria .e
nellacategoria 9N.
DEFINIZIONE, Date due strutture di convergenza sul medesimo insieme e
~,2 ,
diremoche li è
menofine di Å2
e scriveremo11 Å2
se dall’essere una successioneA2-convergente
verso unpunto
p essa lo è anche
nella Al .
Si ha allora cheossia il funtore M è monotono.
DEFINIZIONE. Date due
topologie
su un medesimo insiemeE,
zi e T2 , diremo
che 7:1 è
mentofine
di z2(e
scriveremo z1r2)
sedall’essere ZT un intorno di un
punto
x nella z1 segue che è intorno di x anche nella z2.Sia ora
(E, ,u)
unospazio pseudotopologico
e sivoglia
dedurreda
questo
unatopologia
c in E che sia lapiù
fine fraquelle
chesono meno fini della ,u, ossia fra
quelle
per cuiogni
intorno siaun
pseudointorno
nella ,u. Il Novàk([3])
ha dimostrato che ciò è semprepossibile
ed ha anche dato ilprocedimento
per ottenere la chiusura in z. Sia e consideriamo lapseudochiusura wA ;
considerando ora la
pseudochiusura
di wA si ottiene wwA =w2A
e, iterandol’operazione,
si ottiene la successionedove con w’z A si intende ovviamente la n-sima
pseudochiusura
diA. Si definisce
poi,
perogni ordinale ti (> 0)
e in
questo
modo la successione si estendeagli
ordinali transfinitidove con cos ed D si è indicato
rispettivamente
il minimo ordinale dellapotenza
del numerabile ed il minimo del non numerabile.Novàk dimostra allora il
seguente
teorema :([3],
cor.1)
Dato uno
spazio pseudotopologico (.E, ,u),
sia m lapotenza
diE ed un numero cardinale
regolare 1) maggiore
dim ;
allora è la chiusura dellatopologia i più
fine fra le meno fini di ,u.La
legge che,
dato(E, p)
ci fa ottenere nel modoprecedente
latopologia (E, z)
la indichiamo con N. Pur di intendere che N( f ) sia,
nellacategoria C,
la stessaapplicazione f
fraE1
ed èun funtore covariante della
categoria 9N
nellaca,tegoria 1:;.
Nel nostro lavoro rivestirà
particolare
interesse il risultato ot- tenuto da Novàk nel corollario 2 del suolavoro,
risultato ottenuto anche daDolcher,
per via diretta([2]
pg.86),
chequi
rienunciamo : Sia(E, p)
unapseudotopologia.
Perogni
A( c E )
e perogni punto
x EwA,
ci sia un sottoinsieme B di A numerabile tale chex
appartenga
a wB. Allora si ha A = w A dove con A indichiamo la chiusura inSia allora
(E, ~,)
una struttura di convergenza e sia(E~
la
pseudotopologia
dedotta.Essa,
come è facileverificare,
soddisfaalle
ipotesi
diquest’ultimo
corollario. Allora si ha = A perogni
Ac E,
dove con A è indicata la chiusura in(.E,
Abbiamo cos visto
che,
data(E, A),
si deduce attraverso i fun- tori M ed N unatopologia
inE ;
d’altraparte
attraverso il funtore T si deduce un’altratopologia T(2).
Si ha allora che :1)
Per la definizione di potenza regolare vedi ad esempio[4]
a pagina 405.DIMOSTRAZIONE. Sia B un insieme chiuso in
(.E,
T(A».
Allorasi ha B = wB e
quindi
B Viceversa sia B chiuso in(E, questo significa
che B =wí2B ;
ma allora B = wB cheè la tesi.
Possiamo allora schematizzare
questi
risultati con ilseguente diagramma
4.
Spazi
diFréchet
e diFréchet generalizzati.
Appare
ora evidente che ilproblema
di determinarequegli spazi topologici
che sonoperfettamente
individuati dalle loro suc-cessioni
convergenti
e che si era visto essere tutti e soliquelli
chesoddisfacevano
12equazione
z, sipuò
ora porre mediante la nuovaequazione
Tali
spazi
vengono detti« sequential topological
spaces » dalFranklin,
« full spaces » dal Davison
([5]), « topologie
deducibili da conver-genze » dal Dolcher.
DEFINIZIONE. Sia
(E, ,u)
unospazio pseudotopologico.
Diremoa pseudointorno (o pseudointorno
di ordinea)
di unpunto
x un in-sieme tale che
Diremo
a-pseudointorno di un
insiemeA ( c .E )
una-pseudoin-
torno di
ogni
suopunto.
La totalità
degli a-pseudointorni
di unpunto costituisce,
comesubito si
vede,
un filtro. Per il filtroJÌ
evidentemente èpiù
fine di9,11.
DEFINIZIONE. Sia
(.E, ,u)
unospazio pseudotopologico.
Diremoordine dello
spazio
il minimoordinale
tale che w’1A = A o, che è lostesso,
w’1A =qualunque
sia A(C E).
Si ha allora il
seguente
TEOREMA. Uno
spazio pseudotopologico (E, ,u)
è di see solo se
ogni r¡-pseudointorno
è intorno nellatopologia
N(p)
e, perogni n’ C r,
esiste unq’-pseudointorno
che non è intorno inN (,u).
DIMOSTRAZIONE. Sia
(.E, ,u)
di ordine 1}ossia,
perogni
A(C E),
sia w7A = A. Sia un
1}-pseudointorno
di x. --- ~ Ux’’~ .
Maquest’ultimo
insieme è chiuso ed allora è intorno di x ed è contenuto inUx’’~
che risultaquindi
intorno dix. Sia
’~/’ ’~/ ;
ci sarà allora un insieme A( e E)
tale cheallora esiste un
punto x
tale chex E u’17A,
siaEsso è evidentemente un
1}’-psendointorno di x,
ma non ne è in-torno. Viceversa dimostriamo che
A = w7A,
ossia che A CSia x
alloraA
è un-pseudointorno
di x e come tale unintorno. Ma allora x non
appartiene
ad A che è la tesi. Chepoi
sia il minimo ordinale è immediato.
DEFINIZIONE. Diremo ordine di uno
spazio topologico (E, z)
l’or-dine a dello
spazio pseudotopologico (E,
ML(z».
Inparticolare
sonodi ordine 1
gli spazi topologici
per iquali
la chiusura successionale èidempotente.
Nel casopoi
in cui la chiusura wa coincida con la chiusura in z diremo che(E, z)
èspazio
di Fréchetgeneralizzato
diordine a. Se l’ordine dello
spazio
di Fréchetgeneralizzato
è1,
lospazio
lo chiameremosemplicemente
di Fréchet in accordo conFranklin ed altri.
Ovviamente sono deducibili da strutture di convergenza tutti e soli
gli spazi
di Fréchetgeneralizzati.
Si constata subito che uno
spazio topologico (E, 7:)
è di Fréchetgeneralizzato
di ordine a se e solo se, perogni x
EE, ogni
a-pseu-dointorno è anche intorno nella
topologia c
edesiste,
perogni
a’ a,un
a’-pseudointorno
che non è intorno in t.Sarà spesso utile considerare
gli spazi
di Fréchetgeneralizzati
basandosi su
quest’ultima
definizione.5. Una
condizione
necessaria esufficiente.
Vogliamo
ora dare una condizione necessaria e sufficiente af- finchè unospazio topologico
sia di Fréchet di ordine a. Pur essendopossibile
dare un’unica dimostrazione diquesto teorema,
noi lo di-mostreremo in due
parti
eprecisamente prima
nel caso di a = 1 epoi
nel caso di aqualunque.
TEOREMA. Condizione necessaria e
sufficiente affinchè
unospazio topologico (E, t)
sia di Fréchet è che ilfiltro degli
intorni di unpunto generico
x sia l’intersezione2)
di unacfamiglia
difiltri
a base nu-merabi te.
DIMOSTRAZIONE. Dire che uno
spazio
è di Fréchet èequivalente
a dire che
ogni pseudointorno
nellapseudotopologia
ML(z)
è un in-torno nella
topologia
T.Supponiamo
allora che lospazio
sia di Fré-chet,
ossia cheogni pseudointorno
sia unintorno ;
preso unpunto qualunque x
diE,
consideriamo la totalità delle successioni conver-genti
ad x ed i filtri aventi per base le code delle successioni conaggiunto
ilpunto
x ; consideriamopoi
l’intersezione diquesti
filtri.Ogni
insieme del filtro intersezione è unpseudointorno
di x equindi,
perl’ipotesi,
unintorno ;
inoltreogni
altro intorno di xcontiene un insieme del filtro intersezione che risulta cos essere il filtro
degli
intorni di x.Viceversa sia
Vz
unpseudointorno di x,
ma non un intorno.Essendo il filtro
degli
intorni di x l’intersezione di filtri abase
numerabile, Vz
nonpuò appartenere
a tutti ifiltri ;
ossia c’èalmeno un filtro
7J,
fraquanti
dannoluogo all’intersezione,
a cuiYx
non
appartiene.
Allora inogni
insieme 1’di
ci sono deipunti
che non
appartengono
aVz.
Maallora,
essendoy
a base numera-bile,
esso ammette una base numerabile ordinata per inclusione(bastando all’uopo prendere
ilprimo insieme, poi
1’intersezione deiprimi
due e cosvia) : F1 , I’z , ... , y ~ ~...
e perogni
c’è un2) Diremo filtro intersezione di una famiglia di filtri quello che ha come in-
siemi quelli che appartengono contemporaneamente a tutti i filtri.
punto xn
diI’n
che nonappartiene
aVz.
Allora la successione... , ... converge ad x senza terminare in
Vz,
il che è as-surdo ;
col che il teorema resta dimostrato.DEFINIZIONE. In uno
spazio pseudotopologico (E, p)
diremoa-pseudointorno
di un filtroJ il
filtro i cui insiemi sonogli a-pseudo-
intorni
degli
insiemi del filtroX
Enunciamo a
questo punto
ilseguente
TEOREMA. Uno
spazio topologico (.E, 1’)
è di Fréchetgeneralizzato
di ordine a se e solo se, comunque si
renda
unpunto
x diE,
ilfil-
tro
degli
intorni di x è l’intersezionedegli
perogni
ii a
del filtro Jz
intersezione di unafamiglia
difiltri
basenicrraerabile con nucleo contenente x e non esiste alcun oí-dinale a a
per cui
valga
la suddettaproprietà.
~
PREMESSE ALLA. DIMOSTRAZIONE. L’enunciato del teorema si
può anche,
tenuto conto del teorema di cui al n°4,
porre alseguente
modo :
In uno
spazio topologico
le dueseguenti proposizioni
sonoequi-
valenti :
(Ia) Ogni a-pseudointorno
di unpunto x qualunque
è intornoI)
nellatopologia
r.(Ib)
Non esiste alcun a a per cuivalga
la(la).
(IIa)
Il filtroCJ1z degli
intorni di unpunto
xqualunque
èl’intersezione
degli ii-pseudointorni,
perogni q
a, delII)
filtro intersezione di unafamiglia
di filtri base numerabile con nucleo contenente x.(IIb)
Non esiste alcun a a per cuivalga
la(Ila).
La dimostrazione
procederà
per induzione eprecisamente :
pera = 1 il teorema è vero ; ammesso vero per
ogni
ordinale minore di a dimostreremo che dallaproposizione (I)
segue la(IIa) ;
chè sepoi
nonseguisse
la ci sarebberodegli ordinali q
oc per cui varrebbe la(IIa)
edallora,
preso ilminimo,
a, diquesti ti,
si avrebbeche lo
spazio,
per aver ammesso vero il teorema per a a, sarebbe di Fréchet di ordine a, ossia sarebbe vera la(I)
relativamente ad (x, il che è assurdo.Analogamente
viceversa basta dimostrare che dallaproposizione (II)
segue la(Ia) ;
chè se nonseguisse
la(Ib),
lospazio
sarebbe di Fréchet di ordine a a equindi
la secondaproposizione,
per averammesso vero il teorema per a a, non sarebbe vera.
Passiamo ora alla
DIMOSTRAZIONE.
Distingueremo
il caso di a ordinale limite dalcaso di a ordinale isolato e daremo la dimostrazione in due
parti.
Sia a ordinale limite : dimostriamo che dalla
(I)
segue la(IIa) :
Preso un
punto x
EE,
consideriamo la totalità delle successioniconvergenti
ad x equindi
i filtri aventi come sistemageneratore
lecode
(a
cui siaggiunga
ilpunto x)
di una successioneconvergente
ad x e infine 1’intersezione
9a?
diqnesti
filtri. Sia ora?,x’’
il filtro-pseudointorno
di7 .,
e siaCJ1x uguale
all’intersezione dei filtri al variaredi
a. SiaU E CJ1x ;
verifichiamo che dall’esseredointorno di un certo insieme per
ogni q
a, segue che è anchea-pseudointorno
di x : infatti si ha UF)
= z da cui segue,poichè
in non ci sono successioniconvergenti ad x, x i w
U ossia U èa-pseudointorno
di x ; e alloraq a
per la
(I)
LT è intorno di x. Abbiamo cos trovato un filtroCJ1x
co-struito nel modo voluto e fatto tutto di intorni di x. Inoltre
ogni
intorno U’ di x è di
questo tipo.
Infatti contenendo una coda diogni
successioneconvergente
ad x ed essendo un intorno diciascuna,
U’ è anche un
loro ~ pseudointorno
con ~ ordinalequalunque
equindi
anche unloro 1}-pseudointorno
perogni q
a.Viceversa dimostriamo che dalla
(II)
segue la(Ia) :
Supponiamo
ci sia una-pseudointorno
ZT di x che non sia in- torno di x in z, ossia non sia1}-pseudointorno
perogni q
a dialcun insieme F E Esiste allora almeno un filtro
CJ7:
fraquanti
formano l’intersezione
7x
tale che U non èr¡-pseudointorno
perogni
~ a di alcun insieme F E
CJ7:.
Siccome ha basenumerabile,
sene
può
estrarre una base di insiemi ordinati per inclusione :F2 :)
... n .... Per ciascun esisterà un ordinale qn a tale che U non è ’Yjn-pseudointorno
diF,,.
Allora esiste unpunto xn
EF,
taleche xn
E equindi,
perogni
n xn E Uwre U.
Si ha inoltre che la successione
x1 , x2 ,
... , zn , ... converge ad x nellatopologia
T per come sono fattigli
intorni equindi
si ha cheda cui segue che U non è
a-pseudointorno
di x che è la tesi.Sia a ordinale
isotato ;
inquesto
caso laproposizione (IIa)
sipuò
enunciare alseguente
modo :(11’)
Il filtroCJ1x degli
intorni di ungenerico punto x
è1’(a - 1).
pseudointorno
del filtro9
intersezione di unafamiglia
di filtria base numerabile con nucleo contenente x.
La dimostrazione
seguirà pari pari
ilragionamento precedente.
Nella
prima parte
siprenderà C’J1x
come il filtro(a
-1)-pseudoin-
torno di
9,,.
Ed alloraCJ1x
saràa-pseudointorno
di x com’è imme- diato verificare.Nella seconda
parte
sisupporrà
esistere un apseudointorno U
di x che non è
intorno,
ossia non è(a
-1).pseudointorno
di alcunF E Esisterà allora un filtro
7~
tale che U non è(a
-1)-pseu-
dointorno di alcun .F E
9í -
Presa una base di
9í
ordinata per inclusioneF1::)
...... ~
Fn n
... , sia x2 , ... la successione deipunti
relativiappartenenti rispettivamente
adF1, I’2 , ... , 9 F,,, ...
taliche sn
Ee
U.Ma
allora, poichè
la successione convergead x,
si ha chex E wa
e u
equindi U
non èa-pseudointorno
di x. Colche il teorema rimane
completamente
dimostrato.BIBLIOGRAFIA
[1]
S. P. FRANKLIN, Spaces in which sequences suffices ; Fund. Math. Vol. 57 (1965)p. 107-115.
[2]
M. DOLCHER, Topologie e strutture di convergenza ; Ann. della Scuola Norm.Sup. di Pisa, serie III, vol. XIV (1960), p. 63-92.
[3]
J. NOVÁK, On some problems concerning multivalued convergences; Czech. Math.Journ. Vol. 14 (89), (1964), p. 548-561.
[4]
E. 010CECH, Topological spaces ; Publishing House, Praha ; Interscience Publishers, London, 1966.[5]
W. F. DAVISON, Mosaic of compact metric spaces; Trans. Amer. Math. Soc. 91(1959), p. 525-546.
Manoscritto pervenuto in redazione il 1-3-68.