A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
C ESARE R IMINI
Sugli spazi a tre dimensioni che ammettono un gruppo a quattro parametri di movimenti
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1
resérie, tome 9 (1904), exp. n
o6, p. 1-57
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SUGLI SPAZI A TRE DIMENSIONI
CHE AMMETTONO UN GRUPPO
A QUATTRO PARAMETRI DI MOVIMENTI
mi concesse F onore di
accogliere
nei suoiAnnali,
mi occupopiù specialmente
di unaparticolare
classe dispazi
a tredimensioni,
caratterizzati da
ciò,
che la forma differenzialequadratica
che ne111isura il
quadrato
dell’ elemento lineare(forma,
dallaquale,
secondole teorie di si fa
dipendere
tuttaquanta
lageometria
dellospazio)
ammette una continuitàquattro
e nonpiù
volte infinita di trasformazioni in sè stessa. Geometricamente ciòequivale
a dire chele
figure poste
nellospazio corrispondente
sonosuscettibili,
entrolo
spazio stesso,
di inoviiiienti continuidipendenti
daquattro
para-111eth1
(indipendenti).
-La Memoria che segue contiene
precisamente
iprincipi
di unostudio di tali
spazi. All’uopo,
richiamate in unprimo §
introduttivo leprincipali
formole ed ipiù
noti teoremi relativi alla teoricadegli spazi
comunque curvi e dotati di un numeroqualunque n
di dimen-sioni, con
speciale riguardo
al caso di w =3,
passonel §
2 a clas-sificare in
tipi gli spazi
che mi sonoproposto
distudiare,
servendomiper ciò dei risultati ritrovati dal
sig. prof.
BIANCHI ed enuncio alcuneproprietà generali
comuni a tuttigli spazi,
nonchè aigruppi
deiloro movimenti.
Il § 3,
che è destinato alla ricerca delleequazioni
in termini finiti delle
geodetiche,
è tutto basato sopra unelegante
teorema, già
noto nel suosignificato meccanico,
delquale
dò unazione
geometrica (generalizzazione
del teorema diClairaut).
Daquesto
teorema deduco una serie di
importanti proposizioni
relative all’ in-tegrazione
delleequazioni
dellegeodetiche
in unospazio qualunque
che ammette un moto gruppo di movimenti.
Nel § seguente
mi occupo delle varietà totalmentegeodetiche,
cioè àiquelle
varietà di cuiogni geodetica
ègeodetica
dellospazio ambiente;
le caratterizzo medianteun
teorema,
perquanto
so, nuovo, e, a mioavviso,
interessante inquanto
chepermette
-di riavvicinare le dette varietà aipiani
dell’or-dinario
spazio
euclideo. Enuncio pure molte altreproprietà
di cuigodono
le varietà nominate eprocedo
alla determinazionecompleta
di tutte le
superficie
totalmentegeodetiche
esistentinegli spazi
cheformano
l’ oggetto
del lavoro. I risultati contenutinel § 5
sono un’ e-stensione di
quelli del § precedente
eriguardano
leipersupei-ficie
a linee di curvatura indeterminate. Infine
il §
6 è dedicato a studiarealcune
rappresentazioni
dei nostrispazi.
Sono notevoli le rappresen- tazioni delle due classipiù
interessanti diquesti sugli
elementilineari di una
superficie
a curvaturacostante, perchè,
in un certosenso, conservano i 1noviJnenti. Le ho utilizzate per scrivere le equa- zioiii in termini finiti dei movimenti
degli spazi
stessi. Da ultimo mi propongo e risolvocompletamente
laquestione
della rappresen- tabilità conforme dei dettispazi
sull’ ordinauiospazio
euclideo.Mantova, ottobre 1903.
CESARE RIMINI.
Generalità.
l. - Intendiamo definita la metrica di uno
spazio
ad n diinen- sioniSn
mediante la forma differenzialequadratica
che dà il
quadrato
del suo elementolineare,
cioè dellalunghezza
dell’ arco infinitesimo compreso tra i due
punti
di coordinateSupporremo
sempre che le ai, siano funzioniregolari
delle xe che la
(1)
sia una forma definitapositiva
almeno inquel
campo entro cui intendiamo di far variare le x. Inparticolare
nello stesso campo sarà costantemente diverso da zero il suo discriminante :È
noto come dalla forma fondamentale(1)
si possono dedurre tutte leproprietà
metriche diS,,.
Accenneremoqui rapidamente
alle
principali.
L’angolo
w di due elementi lineari ds e 2sspiccati
da uno stessopunto
aipunti (~, + (x +
si definisce mediante laformola:
. Ne segue, in
particolare,
che ~angolo
compreso tra le dire- zioni delle linee(Xi)
e(x~,) 1~
è dato dae che
quindi
la condizioned’ ortogonalità
delle stesse linee èespressa da: _
(2**)
= O-Una direzione
qualunque
uscente da unpunto (xi)
diSn
si in-tende fissata dai valori dei
rapporti
dei differenziali dxipresi lungo
la direzione
stessa,
inparticolare
dairapporti
delle n costanti(dove ds rappresenta
l’elemento d’arcolungo
la direzione consi-derata),
che si dicono le costanti della direzione stessa e sonolegate
dall’unica relazione:
2. - Posto
(simboli
di CHRISTOFFEL diprima specie) :
e
(simboli
di CHRISTOFFEL di secondaspecie) :
i> Cosi indichiamo le linee lungo le quali varia la sola coordinata
o xk rispettivamente.
dove
rappresenta
ilcomplemento algebrico
di nel discri- minante a della(1)
diviso per- stesso, leequazioni
differenziali:definiscono le
geodetiche
dellospazio Sn,
cioè le linee di minimalunghezza (più
esattamente : che soddisfano alla condizioneprinci- pale
di massimo e minimorispetto
allalunghezza
dell’ arco com-preso tra due loro
punti).
La variabile s in funzione dellaquale
le
(4)
determinano lecoordinate
di unpunto
mobile sulla geo-detica,
èprecisamente
1’ arco della curva contato apartire
da unpunto
fisso.Una
geodetica
è individuata datone unpunto
e la direzionecon cui esce dal
punto
stesso.Le
ipersuperficie
di unafamiglia
00 1 si diconogeodetícamente parallele quando
le loro traiettorieortogonali
sono lineegeodetiche.
La condizione necessaria e sufficiente affinchè le
ipersuperficie
Xn -- costante siano
geodeticamente parallele
e le linee(x,,)
ne sianole traiettorie
ortogonali
è che nella forma(1)
si abbia:e ann funzione della sola Xn, allora
dXn rappresenta
1’ arcodelle linee x,,.
3. - Le
geodetiche
uscenti da unpunto
nelle varie direzioni di unfascio (cos
indichiamo le direzioni le cui costanti siespri-
mono linearmente con
quelle
di duequalunque
diesse) riempiono
una
superficie,
che si dice lasuperficie geodetica
relativa al dato punto ed alla data orientazione(determinata
da due direzioni delsuddetto
fascio).
Ciò premesso, per curvatura riemanniana dello
spazio Sn
in un punto P e secondo l’orientazione determinata dalle due direzioni( ~(P), (?’)?
s’intende la curvatura assoluta che in P ha la super- ficiegeodetica
relativa a P e alla orientazione considerata(cioè
lacurvatura che
compete
al ds2 dellasuperficie
calcolato inSn).
Lasua
espressione
è laseguente:
dove le
sono i simboli di Riemann a
quattro indici,
e l’ accento alle sommeindica che esse sono estese a
quelle
combinazionidegli
indicir, k, i, h per le
4. - Chiamiamo movimento di uno
spazio S~ ogni applicabilità
dello
spazio
insè,
cioèogni corrispondenza
deipunti
diSn
taleche
gli
elementi linearicorrispondenti
sianoeguali.
Affinchè uno
spazio S,,,
di cui(1)
è ilquadrato
dell’ elementolineare,
possegga il gruppo a unparametro G1 generato
dalla tra- sformazione infinitesima 1’come gruppo di
movimenti,
è necessario e sufficiente che sia iden- ticamente nulla la formaquadratica
X{ds2)
che cioè siano verificate le2013-201320132013-
condizioni(equazioni di KILLING):
La soluzione
più generale
del sistema(6) dipende
da un numero1 Lm. -
Transformationsgruppen.
Bd. 1, Kap. 3.finito di
parametri
il caso ha
luogo
pergli spazi a
curvatura costanteK,
caratterizzati dalle relazioni:cui soddisfano i coefficienti della forma fondamentale
(1).
5. - Due
spazi
si diconorappresentati conformemente
l’uno sul-l’altro, quando
i loro elementi lineari differiscono per unfattore, funzione,
ingenerale,
delle coordinate. In tal caso lacorrispondenza
tra i due
spazi
che nasce dall’associare duepunti
aventi le stessecoordinate conserva
gli angoli.
Se il suddetto fattore ècostante, gli spazi
si dicono simili e lageometria
dell’ uno si riduce aquella dell’altro,
mutando 1’ unità dilunghezza.
6. - Una
ipersuperficie V n-l
diSn
è definita col porre le xieguali
ad n funzioni diparametri indipendenti
u2, ....Come per le
superficie
dellospazio
euclideo a tredimensioni,
ad
ogni ipersuperficie
diSn appartengono
dueforme quadra-
tiche
fondamentali :
La
prima
misura ilquadrato
dell’ elemento lineare della ed i suoi coefficienti sono dati da:la
seconda,
a meno di un fattore costanteinfinitesimo,
dà la varia- zione del ds2pel passaggio
da allaV’-,
ad essaparallela
edinfinitamente vicina. Definite le costanti
Xi
della normale a colle formole:le
Q,,
sono date dalleseguenti espressioni:
e sono
legate
alleb,,
s dalleequazioni
fondamentali :(gli
indici e b ai simboli indicando che essi sono costruiti per la forma(1)
o per laprima
delle(8)),
che chiameremorispetti-
vamente di Gauss e di
Codazzi, perchè
sonoappunto
la genera- lizzazione delle noteequazioni
di Gauss e Codazzi per la teoria dellesuperficie dell’S,
euclideo.Ogni superficie geodetica
diS~2 passante
per lageodetica
nor-male alla in un suo
punto
P si dirà normale alla stessa in P.Ognuna
di esse èperfettamente
individuata dairapporti
dui : ... :
dUn-1
che caratterizzanoquella
direzione dicontenuta nella
superficie geodetica
in discorso.Questa
segaV-i
in una curva
V, che,
peranalogia
colle note denominazioni dellospazio ordinario,
si dirà la sezione normale ditangente
alladirezione du, : .... : ~ La sua
flessione 1 I
R in P èmisurata da
1 massimi e minimi di R sono, per
ogni punto,
le radici del-l’ equazioni
digrado (n
-le
quali,
per essere definita la forma delleb,
sono tuttereali;
edhanno
luogo
nelle n - 1 direzioni ingenerale distinte,
definitei) Per flessione di una curva
VI
in un suo punto P intendiamo il limiteper t - O
di 2d
@ dove t 6 la lunghezza dell’ arco della curva stessa com-t2
preso tra il punto P ed un punto P’ prossimo ad esso, d la distanza di P’ dal punto P" situato a distanza t da P sulla geodetica di Sn tangente inPaVl.
Se si rappresenta la curva colle equazioni :
dando cioè le coordinate di un punto mobile su di essa in funzione del- l’arco s contato a partire da un punto fisso, la
flessione 1
cosi definita èdata dalla formola seguente : p
È
da notarsi che, come per 1’ ordinario spazio euclideo, la flessione diuna curva non può essere costantemente nulla in un tratto se in esso la curva non è geodetica.
dagli n -
1 sistemi lineari di cui ilavendo indicato con
Ri, R2,
... le radici della(14),
cioè le inverse curvatureprincipali. Queste n-l
direzioni si dicono le direzioniprincipali
dellaVn_i,
e sono due a dueortogo-
nali. Le linee di curvatura sono
quelle
che inogni punto
toccanouna direzione
principale;
suogni V,,-,
ne esistono n 1sistemi, corrispondentemente
adogni
curvaturaprincipale.
Il kesimo è costi-tuito dalle linee
integrali
delleequazioni
differenziali(15).
7. - Ritorniamo ora alla forinola data al n. 3 per la curvatura riemanniana di uno
spazio
peraggiungere
leseguenti
considera-zioni,
relative al caso di n = 3, cioè di unospazio S3
a tre di- mensioni.Se
riguardaiido
come identici due indicicongrui rispetto
almodulo 3,
poniamo :
ed osserviamo che:
la
(5)
siscrive,
inquesto
caso,semplicemente
cos :In
ogni punto
dellospazio,
i valori massimi e minimi di K hannoluogo
in tre.orientazioni,
ingenerale
distinte. Essi sono leradici
K1, K~, K3 dell’ equazione
cubica in K:e sono tutti
reali;
si chiamano le curvature_principali
dell’S3
nelpunto
considerato.Corrispondentemente
si hanno inogni punto
tre direzioni
principali,
esse sono le direzioniortogonali
alle orien- tazioniprincipali,
aquelle
cioè nellequali
la curvatura riemannianaassume uno dei valori
principali. È
facile calcolare le costanti diuna direzione
principale.
Infatti le costanti~~, ~2, ~3
di una direzionesono
legate alle n
della orientazioneortogonale
dalle formole :le 1l
della orientazioneprincipale corrispondente
alla curvaturaprincipale Ks
sonopoi
definite dalle formole :Linee
_principali
dellospazio
si chiamanoquelle
che inogni punto
toccano una direzioneprincipale.
Inogni S3
ne esistono trecongruenze, le
quali
sono due a dueortogonali. Questo
se le radicidella
(17)
sonodistinte;
se per tutti ipunti
dellospazio
due delledette radici
coincidono,
p. es.Ki
=K2,
vi è una sola congruenzaprincipale perfettamente determinata, quella corrispondente
allacurvatura
K;;;
si hannopoi
infinite altre congruenzeprincipali
costi-tuite da
linee,
che inogni
loropunto
sonoortogonali
aquella
linea della congruenza suddetta che passa per esso. Se le radici della
(17)
coincidonotutte,
e ciò perogni punto
dellospazio,
inordine a un teorema di SCHUR
1? ,
esse sono tutteeguali
ad una_stessa costante e ’lo
spazio
è a curvatura costante.Prima di lasciare
queste
considerazionigenerali, vogliamo
infinenotare che la
diseguaglianza:
è necessaria affinchè
l’ 83
le cui curvatureprincipali
sonoK~, K2, K3
possa esistere in un
84
di curvatura costante K.i) Il teorema è il seguente : Se in uno spazio Sn la curvatura rieman- niana non varia, per ogni singolo punto, col variare della orientazione cui
essa si riferisce, essa non può nemmeno variare da punto a punto, ossia è
assolutamente costante.
~. 2.
Classificazione
degli spazi
a tre dimensioni che ammettonoun gruppo a
quattro parametri
di movimenti.8. - Dal
punto
di vista dello studio della lorogeometria,
of-frono uno
speciale
interessequegli spazi S,,
i cui movimenti formanouna totalità
continua, dipendente
cioè daparametri
arbitrari. Tale totalità forma inogni
caso un gruppo, ed inquesto
sarà contenutoun gruppo continuo
finito
di Lie. Sipresenta quindi
laquestione
di determinare tutti
gli spazi
che ammettonogruppi
continui di movimenti(v. §
1, n.5).
Per n 2 il risultato è ben noto, si sa cioè che l’elemento lineare di una
superficie
che ammette un gruppo continuo di ap-plicabilità
in sè stessaappartiene
ad unasuperficie
di rotazionegenerale,
se il grupposupposto
è ad unparametro,
ad una super- ficie a curvatura costante se il gruppo èpiù ampio. È
noto inoltreche il gruppo
completo
delleapplicabilità
di unasuperficie
insè,
se non è un
G1,
è necessariamente un G3 1).Il caso n == 3 fu risoluto
completamente
dalprof.
BIANCHI inuna sua memoria ’) dove si trovano classificati tutti i
tipi
dispazi
a tre dimensioni che ammettono
gruppi
continui di movimenti.Egli,
esaurita la ricercadegli spazi
che ammettono un gruppo intransitivo(come
gruppocompleto
oppureno),
sirivolge
alla trat-tazione
degli spazi
il cui Gr è transitivo(e quindi r h 3).
Taletrattazione è basata sul teorema
fondamentale,
stabilitoal §
12della citata
Memoria,
che cioè dato ad arbitrio gruppo cementetransitivo,
esistespazio
che . lo ammette comegruppo di
movimenti,
e per la determinazione effettivadegli spazi
in
questione,
1’ A.prende
le mosse dalla classificazione data da LIEi) Con Gr indichiamo un gruppo continuo ad r parametri.
2) Sugli spazi a tre cli?>ie>isio>ii ecc. Memorie della Società italiana delle
Scienze; Serie 3. a tomo XI, 1897.
delle
composizioni
deigruppi
a treparametri,
costruendo volta per volta coll’ aiuto di considerazionigeometriche
e delleequazioni
diKILLING
(§
1, n.4),
una formatipica
dell’elemento lineare corri-spondentemente
adogni tipo
di gruppo transitivoG3.
Non sempre accade che il gruppo da cui siparte
sia il gruppocompleto
di movi-menti dello
spazio,
anzi certecomposizioni
diG3 portano
come necessaria conseguenza l’esistenza di un gruppopiù ampio
ammessodallo
spazio corrispondente.
Inogni
caso a talequestione
sirisponde perfettamente integrando
leequazioni
diKILLING,
che sono le equa- zioni didefinizione
1) del gruppo di movimenti dellospazio
consi-derato. A
questo punto,
ilproblema
è oramai risolutocompletamente, perchè,
come 1’ A. dimostra nei99
36-37 della citataMeuoria,
seuno
spazio
a tre dimensioni ammette unG,
di movimenti con r > 3, esiste certo inG,
unsottogruppo G3
per cui lospazio
deve rientrarein uno di
quelli
studiatiprecedentemente. Egli
dimostra inoltreche nessun
83 può possedere
unG5
reale dimovimenti,
neppurecome
sottogruppo
del gruppocompleto.
9. - Ne segue che
dopo gli spazi
a curvatura costante(che
ammettono un
G6),
la massima mobilità dellefigure
di unS3
haluogo
inquelli
il cui gruppo di movimenti è aquattro parametri,
ed è di
questi appunto
che ci occuperemopiù specialmente
nelseguito.
I loro elementi lineari(come
si rileva dai calcolieseguiti
dal
prof. BIANCHI)
sonoriducibili,
a meno di un fattorecostante,
ad uno dei tre
tipi seguenti :
I
gruppi corrispondenti
sonò iG4 generati
dalletrasformazioni
infinitesime :1) LiE. - Transgr. Bd. 1, Kap. 11.
per
(I) :
con la
composizione:
per
(Il):
colla
composizione :
per
(III) :
con la
composizione :
I tre
tipi
sono essenzialmentedistinti,
come si rileva dall’ os-servare che il gruppo derivato del
rispettivo
gruppo di movimenti èintegrabile
per iltipo (I), semplice
pergli
altridue,
contiene deiGz
reali per iltipo (II),
il che non avviene per iltipo (III).
Quanto
alla costante n che comparenegli
elementi lineari(II)
e
(III),
essa è essenziale(in
valoreassoluto),
cioè duespazi
corri-spondenti
a due valori della costante diversi in valore assoluto nonsono nè
applicabili
nèsimili,
come ha dimostrato ilprof.
BIANCHI(v.
nota pag.17).
I
gruppi superiori
sono tutti sistatici 1).Questo
si riconosceapplicando
i criteri -generali
di LIE. Basta infatti osservare che i coefficienti diXi f’ , X2 f , X3 f, nell’ espressione
della trasformazione infinitesimaX4 f,
come funzione lineare omogenea delleprecedenti, dipendono
da due sole delle variabili x,. Le varietà sistatichesono
dunque rispettivamente
le linee(xz), (x3), (~3) ;
inogni
casogeodetiche
dellospazio.
Igruppi
stessi sono tutti transitivi ed il movimentopiù generale
dellospazio
si coinpone di unache
permette
diportare
a coincidere unpunto
conqualunque altro,
e di una rotazione attorno ad una delle
geodetiche
sistatiche.10. - La definizione di curvatura
riemanniana’
mostrache,
pergli spazi considerati,
essa nonpuò
variare dapunto
apunto;
dipiù
perogni punto
essa deve essere la stessa per tutte le orien- tazioni contenenti la direzione dellageodetica
sistaticapassante
per esso.
Possiamo confermare e
precisare questi risultati,
calcolando per ognuno deitipi (I), (II), (III)
lecorrispondenti
curvatureprincipali.
Dando ai simboli il
significato spiegato
al§.
1(n. 7) ;
abbiamo peri) LIE. - Transgr. Bd. 1, Kap. 24.
il
tipo (1):
o oi simboli di CHRISTOFFEL di
prima specie
sono tutti nulli salvo:per i valori delle
br
S troviamoquindi:
e
l’equazione (17)
del n. 7(§. 1)
diviene:da cui:
Per il
tipo (II)
abbiamopoi:
i simboli di CHRISTOFFEL di
prima specie
sono tutti nulli tranne:si ha
poi:
la
(17)
del n. 7,dopo
facili riduzioni si scrive:e dà:
Infine per il
tipo (III)
abbiamo:i simboli di CgmsTOFFEL non nulli sono i
seguenti:
allora si ha:
con che la
(17)
del n. 7 si riduce a:da cui
1) Le formole (2) e (3) mostrano chiaramente che due spazi corrispon- denti a diversi valori di rz2, non sono nè applicabili nè simili.
2
Come si vede il caso escluso di n2 = 1, darebbe uno
spazio
1
a curvatura
° Ì
4 °Se,
secondo iprocedimenti
indicati al n. 7 del.
1, si calco- lano le costanti della direzioneprincipale corrispondente
alla cur-vatura ora indicata con
K3,
si trovaÇ~
=~3
= o per iltipo (I),
~l
=~2
0 per itipi (11)
e(111).
Unendoquesto
coi risultati pre- cedenti e colle formole(1), (2), (3), possiamo
formulare leseguenti proprietà geometriche degli spazi
considerati :Se uno
spazio
a tre dimensioni ammette un gruppo aquattro parainetri
come gruppocompleto
dimovimenti, questo
è >zecessaria- mente transitivo e sistatico. Lospazio
ha costanti le tre curvatureprincipali 1) ;
due di esse sono inoltre sempreeguali
e_positive ; quanto
alla terza, essa è sempre
negativa
pergli spazi
deitipi (1)
e(11),
e in valore assoluto
eguale
altriplo
delle altre due per- iltipo (1),
e
superiore
altriplo
delle altre due per iltipo (II).
Per iltipo
la terza curvatura
può
essernegativa
o_positiva ;
se ènegativa,
ilsuo valore assoluto è
inferiore
altriplo
delle altre due.Le linee
principali corrispondenti
alla terza curvatura sono geo- detiche dellospazio
1) e sono le varietà sistatiche del gruppo di mo-vimentz .
Cos ,
dato l’elemento lineare di unospazio,
che ammette unG4
di movimenti(cosa
che si decide con soleoperazioni algebriche
e di
derivazione),
basterà calcolarne le curvatureprincipali
per sapere aquali
delle tre forme(I), (Il), (III)
esso è riducibile(a
meno di un fattore costante, ben
inteso).
Relativamente ai
gruppi
di movimentidegli spazi considerati,
facciamo ancora le osservazioni
seguenti:
I
G4
inquestione
hanno un solosottogruppo G3,
il loro gruppo derivato.Questo
ègeneralmente transitivo ;
è intransitivo solo perquegli
elementilineari, appartenenti
aitipi (11)
e(111)
ecorrispon-
í) Cfr. RICCI. - gruppi continui ecc. Memorie della Società italiana delle Scienze, serie 3.a, tomo XII.
denti al valore 0 della costante ~z, cioè per
gli
elementi lineari :11. Possiamo facilmente dimostrare che solo
questi,
tragli spazi considerati,.
possono esistere in unospazio
euclideo aquattro
dimensioni 1).A tal uopo notiamo
dapprima
ilteorema seguente:
rS’e uno
spazio S3 84 a
co,stanteKo
e vi èdue delle
principali
dell’83
sonoeguali a Ko.
Per dimostrare la cosa, ricordiamo che se una
ipersuperficie 83
esistente in un84
vi èdeformabile,
deve esser nullo il discrimi-nante della sua seconda forma fondamentale 2). Se
supponiamo
che84
sia a curvatura costanteKo
leequazioni
di Gauss( ( 12)
deln.
6, S 1)
danno leseguenti
relazioni:dove i simboli del 2.0 membro hanno il
significato
loro attribuitoai §, 1,
n. 7 e sono costruitirispetto aiÌ’ eiemento
lineare diS3.
Ora, l’ipotesi
che il determinante:sia
eguale
a zeroporta
di conseguenza, per noteproprietà
deideterminanti,
che nelreciproco
di 9 sono nulli tutti i minori del 2.0ordine;
eciò,
per le relazionisuperiori, significa
che K--- Ko
è radicedoppia dell’ equazione (17)
del n. 7(§. 1)
c. d. d.i~ Che ciò avvenga effettivamente, si vedrà in seguito (§. 4).
2) BIANCHI. - Lezioni di Geometria Vol. I, pag. 465.
Pisa, 1902.
Dal teorema dimostrato segue intanto
che,
se escludiamogli spazi (4),
nessunodegli spazi
considerati ai numeriprecedenti può
essere deformabile in un 84 euclideo. Le forlllole
( 1 ), (2), (3)
delpresente
numero insieme alla(20) del ~.
1(n. 7)’
ci mostranopoi
di
più
che in unS4
euclideo possono esistere soltantoquegli 83
del
tipo (III)
per iquali
Ma anche
questa ipotesi
’.è da
escludere,’ perchè, possedendo
ognuno di
questi spazi
unG4
di movimenti e nonpotendo
esserdeformabile in
84,
dovrebbe esistere nelGio
dei movimenti diS4
un I", intransitivo isomorfo a
G4
che trasforma in se stesso ilnostro
S3. Ora,
dall’esame deisottogruppi
di si riconosce chein
questo
gruppo esiste il solo:isomorfo col nostro
G4 ;
ma le varietà invariantirispetto
ad essosono le
i cui elementi lineari sono
proporzionali (per
un fattorecostante)
al secondo
degli
elementi lineari(4).
È
cosgiustificato completamente
il nostro asserto.S.
3.Determinazione delle
geodetiche.
12. - Classificati cos
gli spazi
a tre dimensioni con un gruppoa
quattro parametri
dimovimenti,
ciproponiamo
ora di determi-narne le linee
geodetiche.
i) V. ad es. BEMPORAD. - Sui di movimenti e siviiiii,itiini ecc.
Annali della R. Scuola Normale Superiore
di Pisa, vol. VIII.Annali della R. Scuola Normale Superiore di Pisa, voi. Vili.
2) 1, X25 X4 sono coordinate cartesiane ortogonali in
S4.
Prima di
procedere
alla effettivaintegrazione
delle relativeequazioni differenziali,
stabiliamo brevemente il noto teorema: ’) Seè una
trasformazione infinitesí1na
ammessa dall’ ele1nento lineare :di uno
spazio Sn (movi1nento infinitesi1no
diSn),
dellegeodetiche possiede primo
Questo
teorema è suscettibile di una notevoleinterpretazione geometrica.
Osserviamo a tal uopoche,
detta ~t una costante infi-nitesima,
è l’incremento che in virtù della trasformazione infinitesima
(1)
subisce la coordinata xi, per modo che, detta ls la
grandezza
dellospostamento
sub to dalpunto generico (xl,
xz , ... cioèposto:
le
saranno le costanti di direzione dello
spostamento
stesso. Ciòposto,
se
poniamo
la(3)
sotto la formaequivalente :
’Cfr. ad es. T. - di 2L;2 rigido ecc. Ren- diconti della R. Aeeadeinia dei Liiicei, 1896.
e teniamo
presente
la formola(2)
del§.
1, n. 1, vediamo che il teoremasuperiore
sipuò
enunciare cos :Se
Sn
un movimentoinfinites mo, lungo ogni
suageode-
t2ca è costante il
prodotto
del cosenodell’angolo
che questaforma
inogni punto
colla direzione dellospostamento infinitesiJno
che lo stessopunto
subisce pei- ilsupposto movimento, moltiplicato
per lagrandezza
dello
spostamento
medesimo.Per
dimostrarlo,
cominciamo coll’ osservare che per n = 2, esso coincide col noto teorema di Clairaut sullesuperficie applicabili
sulle
superficie
di rotazione(superficie
che ammettono una flessioneinfinitesima in
sè). Poi, supposto n qualunque,
si consideri unageodetica g
apiacere
del nostroS,,,
e per ognuno dei suoipunti
si costruisca
quella
delle traiettorie del gruppoG,, generato
dalla trasformazione infinitesimaX f,
che passa per esso.Queste
c~ 1. traiettorie t
riempiranno
manifestamente unasuperficie applicabile
su una
superficie
dirotazione,
il cui gruppo di flessioni hapreci-
samente per traiettorie le linee t e sulla
quale g
è unageodetica.
Allora, pel
teorema diClairaut,
saràlungo
g:essendo
Ps,
c~ lospostamento
el’angolo
di cui siparla
nell’enun-ciato
superiore;
e con ciò è dimostratoquanto
si voleva. 1~i) Osse>.vazio>ie. - Dal teorema dimostrato si può dedurre una dimo-
strazione semplice del teorema osservato dal prof. BIANCHI (mem. cit. §. 2)
e che dice : Due movimenti infinitesirni Sn non possono aver iy2 com2cne le senza - Se il nostro Sn ammette le due trasforma- zioni infinitesime: ~
le equazioni delle geodetiche ammetteranno gli integrali primi :
13.
Supponiamo
che l’elemento lineare(2)
ammetta le r tra-sformazioni infinitesime
indipendenti
di cui le
prime s
non soddisfino ad alcuna identità lineare della fO~~na :mentre le ultime r s si
esprimano
per leprime
s mediante le formole :dove
le y
sono funzioni delle x.’
Potremo allora scrivere
subito, corrispondentemente
alle s tra-sformazioni infinitesime
X1 f , X2 f ,
...integrali primi indipendenti
delleequazioni
dellegeodetiche,
indichiamoli condove le ci sono costanti arbitrarie. Gli
integrali forniti,
secondo ilteorema
precedente,
dalle trasformazioni infinitesimeX,+, f... X r f
saranno, come subito si
vede,
dati dalle formole :dove le
rappresentano r - s
nuove costantiarbitrarie;
epoichè,
in forza delle
equazioni superiori, queste equazioni
si possono scrivere :esse ci danno senz’ altro delle relazioni in termini finiti tra
le x,
ossiadegli
effettiviintegrali
delleequazioni
dellegeodetiche.
(c e c’
costanti);
i quali sono certo distinti, se le trasformazioni infinitesime- X f e Y f sono indipendenti. Se fosse:si dedurrebbe dalle formole superiori 7~ = cost., onde il teorema enunciato.
Se si suppone s = ~a e
dalle n
equazioni:
si
potranno
ricavare i valori delle derivateprime dxi
ds 5perchè
l’ il determinante dei loro coefficienti nel sistema(4)
ha per elementogenerale
è
quindi eguale
alprodotto
del determinante dellei
per il discri-1
minante di
(2)
eperciò
diverso da zero. 1)È
da notarsi che nei secondi membri delleequazioni
ottenutenon
figura esplicitamente
1’ arco s, per cuiquel
sistema sipuò
porre sotto la forma:dove le
f sono
funzioni delle sole xi, x2, ... x,,. Lasciando 1’ último°1 Si noti che delle ck delle formole (4) non possono darsi ad arbitrio che i rapporti, inquantochè le
-2013
devono soddisfare alla relazione:ds
Se si pone :
e si indica con il complemento algebrico di nel determinante b = ~ i diviso per b stesso, si ha facilmente, risolvendo le (4) :
e costituendo questi valori in si ottiene :
che è l’unica relazione a cui debbono soddisfare le c.
membro, rimane un sistema normale di
primo ordine,
per la cuiintegrazione
è necessaria e sufficiente la conoscenza di n 1 inte-grali indipendenti
della forma:Noti
questi,
s si avrà con unaquadratura
e con ciò si avrannole coordinate di un
punto
mobilelungo
unageodetica
espresso per 1’ arco e per le debite costantiarbitrarie,
cioè1’ integrale generale
del sistema
(4)
del~.
1(n. 2).
Inparticolare gli integrali (5)
po- tranno esser forniti da altrettante trasformazioni infinitesime am- messe dalla forma(2).
Possiamodunque
dire che :Se uno
spazio Sn
ammette un gruppo transitivo dimovimenti,
1)l’integrazione
delleequazioni
dellegeodetiche
in essodipende
daquella
di un sistema normale di n -- 1
equazioni differenziali
diprimo
ordine e da
quadratura (se
si vuol conoscere 1’ arco delle geo-detiche).
’Se il gruppo transitivo
supposto
contienepiù
di nparametri quel
sistema dr
può
certamente ridursi a contenere un minornumero di
equazioni.
14. - Coll’uso di
precedenti
teoremipossiamo
facilmente oradimostrare che : delle
equazioni
dellegeodetiche
di unS3
dotato di un
G4
di movimenti richiede soltantooperazioni algebriche
e
quadrature, purchè
si conoscano letrasformazioni inftnitesime
gene- ratrici delG4.
’
A tal uopo richiamiamo i risultati del n. 10
(9. 2),
daiquali
appare che il
supposto G4
è necessariamente sistatico. Dipiù
os-serviamo
che,
come risulta dalle tabelle al n. 9(9. 2),
il dettogruppo contiene sempre una trasformazione infinitesima avente per traiettorie le varietà
(linee)
sistatiche del gruppo 2) e che è ecce-1) In tal caso si ha appunto s = n.
2) La
!f
per gli spazi (II) e (III) e la ’fper
1’ (I).
Si noti che leX3 eX2
°
particolarità osservate nel testo sono affatto indipendenti dalla scelta defle variabili.
zionale nel gruppo stesso.
È
facilevedere,
che conoperazioni
dellaspecie
indicata, sipuò eseguire
una trasformazione di coordinate nellospazio supposto,
inguisa
che le nuove linee(x,)
siano letraiettorie della trasformazione infinitesima eccezionale e
questa
abbia la forma Dette infatti Y3 le antiche coor-dinate,
xl, x,, x3 le nuove, tra lequattro
trasformazioni infinitesimegeneratrici
delG4
sussisterà necessariamente una relazione della forma :essendo
Xi, X2, X3, X4
trasformazioni infinitesimeindipendenti
delnostro
04-
E delle tre funzioni ~~, Y2, ’f3 due sole sarannoindipen-
denti
1> ,
siano ~2. Dettaallora f
unaqualunque
funzione diyl, Y2, y3,
indipendente
daquelle,
basteràeseguire
sull’ elemento lineare dato la trasformazione :per ottenere che le linee
~3)
siano le linee sistatiche del gruppo.La
espressione
della trasformazione infinitesima eccezionale di cui sopra sarà allora della forma :e
mutando i
in x3, la si ridurrà alla forma normale voluta. 9X,
.Fatto
ciò,
i coefficienti dell’ elemento lineare dellospazio
equelli
delle altre trasformazioni infinitesime del gruppo saranno
indipen-
denti
da.1:3;
laprima
cosa risulta subito dalle formole(6)
del§.
1(n. 4) ) applicate
alla la seconda dall’esserequesta
trasforma-zione infinitesima
eccezionale,
cioèpermutabile
conogni
altra delgruppo.
y LIE. - Bd. I, Kap. 24.