A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
I ACOPO B ARSOTTI
Gli endomorfismi delle varietà abeliane su corpi di caratteristica positiva
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 10, n
o1-2 (1956), p. 1-24
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VARIETÀ
SU CORPI DI CARATTERISTICA POSITIVA
di IACOPO BARSOTTI
(Los Augeles)
INTRODUZIONE
Presento
qui
alcuni risultati che discendono direttamente daquelli
di[6] (v. bibliogrnba
alla fine diquesto lavoro),
e dai metodi usati iu[6].
L’idea ceiitiale del
preseii te .
lavoro è laseguente :
se= x1, ... ~ x?z ~
èui) insieme
regolare
diparametri
dell’aiielloquoziente dell’identità
di unavarietà abeliana A di dimensione n sopra un corpo
algebricamente
chiusok,
lalegge
dicomposizione
su Adefinisce,
nell’avellok ,r
delle serie for- mali dipotenze,
unalegge di
gruppo, che a sua volta definisce un gruppo analitico G(gruppo
formale diLie) ;
se k hacaratteristica p # 0 ,
taligruppi
G sono stati studiati
(indipendentemente
dalle varietàaueliane)
in[10], [11]~ (12],
ed in altri lavori dello stesso autore. Sepf
è 1’ordine del kernel dip ~,~ ~ G
èprodotto
diretto di duegruppi
analiticiGl, Gr ~
oveGi
èprodotto
direttodi ,f gruppi
di dimensione 1 deltipo lo (o W*)
di[12],
mentre
6~~
è un grulyoradicale,
ossia tale cheogni
suaiperderivtizione
in-variante è
pseudonulla.
Unomomorfismo,
ed infparticolare
unendomorfismo,
di A Mi spezza in un omomorfismo di
Gi
ed uuo diGr; poichè
tali omo-morfismi possono venire studiati per mezzo di matrici ad elementi
si ottiene cos la
(fino
ad oramancalte) rappresentazione p-adica
dell’avellodegli
~ endomorfismidi A ;
è noto elle lerappresentazioni q-adiche,
per iprimi q ~ p ;
sono state studiate in[14].
In
questo
lavoropresento
soltantoquegli sviluppi
che si riferisconoa y dato che la
parte
riferentesi aGr
ècomplicata
dal fattoche,
apriori almeno, Gr può
essereisogeno
ad un gruppo analitico avente fattori direttisemplici
di dimensione> 1
y nelqual
caso tale gruppo analitico haprobabil-
mente anche fattori diretti del
tipo Im di [12],
con m > 1(nel
caso con-trario,
ha solo fattori diretti ditipo
i dato che lo studio diGr è.
note- volmentesemhlificato quando
fattori diretti di taletipo
sono assenti(in
1. gnnaEi della Scuola Norm. Sup. - Púa. ,
tal caso
gli
omomorfismi diGr
sonocompletamente
descritti da matrici ad elementip-adici
con4 (n - f) riglie), vorrei, prima
di considerarloesaurito,
o assicurarmi che tali fattori possono effettivamente
comparire
neigruppi
analitici che sorgono nello studio delle varietà
abeliane,
ovvero dimostrareche
non vicompaiono mai ;
la seconda alternativa si avvera, adesempio, quando n-f2..
La sezione 1 contiene una definizione dei
gruppi
analitici che consideropiù
adattaai
nostriscopi
diquella
data in[10],
inquanto
esibiscespecifi-
camente tali
gruppi
comegruppi
dipunti
di unospazio affine ;
il restodella sezione 1 è dedicato a ridimostrare formule
generali,
eproprietà
digià dimostrate
in[10] e [12];
in tal modoquesto
articolopuò
essereletto
indipendentemente
dai[10], [11],
e[12];
il lettore chegià
conoscatali lavori
può
limitarsi aleggere
le definizioni.La sezione 2 contiene il teorema sulla
rappresentazione p-adica degli
omomorfismi di
A ;
la sezione 3 èdedicata’
ad unaapplicazione
diquunto precede
alla costruzione di una matricep-adica
emisimmetrica connessa ai cicli di A«;fr. §
XI di[14]);
talematrice,
checorrisponde,
grossomodo,
ai
periodi
secondari di funzioni intermediarie su A[8],
è evidentementecollegata
all’omomorfismo di A snllapropria
varietà di Picard[4],
ma noncontiene ancora tuttè le informazioni su tale omomorfismo che sarebbe de- siderabile avere.
La
sezione
4 contiene un risultatogenerale (4.2)
sullastruttura
dell’a-, nello
degli
endomorfismi diA ,
valido per il caso in cui=f (ovvero
incui k abbia caratteristica
zero) ;
le A per cui ciò non accade sonoquelle
su cui si danno differenziali esatti non nulli di
prima specie (cfr.
4.4 di[6J),
e sonoquindi
ditipo
moltospeciale.
1. I
gruppi analitici.
,’
Sia k un corpo, e
indeterminate,
in numero finito ono ; indicheremo con k 1
xz , ...]
1’anello delle serie forinali dipotenze
nelle con
esponenti
interi vounegativi
ecoefficienti in k,
intendendosi cheogni
striecontenga
solo un numero finito diindeterminate; X2 7 * * *) }
denoterà il corpo
quoziente
dik i xi
9X2 2 ... ]. È
noto che lc(x]
èdotato,
inmodo
naturale,
di una metrica. Ingenerale,
sono elementidi un campo
d’integrità A
contenente k e dotato di unametrica,
e seogni
serie di
potenze
nelle xi, a coefficienti ink,
converge ad un elemento diA ,
indicheremo conk i Xl 9, x2 ~ ...]
1’anello dei limiti di taliserie,
e conk xc x , : ..
il corpoquoziente di k (x, , X21 - - ’I-
Inquesta
sezione fis-seremo,
una volta pertutte, k
ed un insieme v2 ... numerabile di,
indeterminate,
e denoteremo con il 1’ insiemedegli
elementi dik ( v~ privi
di termine di
grado
Onelle v ;
l’anello Q lra laproprietà
cheogni
serie dipotenze
di un numero finito di elementi di9 a coefficienti in
~ ~priva
ditermine di
grado U ~
converge ad un elemento di D. Se~1 , .
... ~S~ ~
1diremo che
le
sono analiticamenteindipendenti (su k)
se non esiste nessunaserie di
potenze nelle $,
con coen cienti in k non tuttinulli,
che converge a 0. Il corpoquoziente
diQ,
che coincidecon k (v) ,
sarà indicato conSiano x, , ..., y Xn
indeterminate,
e si consideri lospazio proiettivo 8
sn
Q*,
il cuipunto generale
non omogeneo@Ix, ... ,
sia G l’insiemedei
punti
di~’ ~
1 a distanza finita perle x ~ ,
in cui lecoordi ate xi
hannovalori in Q. Yn e Zi 9 ... zn altre
indeterminate)
e sia{7i(~ y), ... , g1i (x , y)}
un insieme di serie dipotenze
nelle xed y,
acoefficienti in
Ic ,
e taliche gi (x, 0)
= Xi 9 gi(o
9y) (g (x ~ y), z)
~ ,(y, z)) ; allora,
seP, Q
sonoelementi
diG,
di coordinaterispetti-
vamente
~1’.".’
y~u
ed ’~Jt , · .. ~ 9 y ilpullto R
dicoordinate gi (~ ~
ap-partiene
aG ;
se si pone si è definita unalegge
dicomposizione
su
G,
ed èprovato
nella sezione 2 di[10]
.che in tal modo G diviene ungruppo, la
cui
identità.EG
ha coordinate0 ... ,
0.Ogni gruppo
G cosdefinito sarà da nbi chiamato
ùn
gruppo analitico di dimensione n su k(ed S);
l’iusieine{...
dicesi ilpunto generole
di G(i).
Se G lra il si-gnificato precedente, e P E G , e se y è
elementodi k ~ x~ , privo
di terminidi
grado 0 ~
9 la sostituzionedi xi
col valoreche Xi
ha in Ptiasforma y
in .un elemento
di D
9 che sarà indicato con y(P).
Si noti che un gruppo ana- litico è un gruppotopologico
nel senso solito dellaparola.
Se G’ è un altro gruppo analitico con
punto generale
un su G’ è
un’applicazione 1’£
di G suG’~
che è un omo-morfisrno nel senso della teoria dei
gruppi,
e tale inoltre che esistano m elementi z1 ~ ... ~ ydi k ~ 1 x ] , privi
di termine digrado 0 ~ , ed
aventi laproprietà
espressa dallaP)
perogni
P E G. L’omo-morfismo rc è un
isomorfismo fra
G eG’,
se esiste un omomorfismo 1’£’ diG’
suG,
tale che n’n P=’P perogni
PE G. Se G’ è iminerso nellospàzio proiettivo 8’,
il_prodotto
diretto G X G’ è l’insieme deipunti
P X 1)’ diquando P,
P’ variano inG,
G’rispettivameutei
e lalegge
di com-posizione
in ~G X G’ è ottenuta nel modo solitamente usato nella definizione deiprodotti
diretti di-gruppi.
’
(1) Per una teoria generale dei gruppi analitici, l’anello Q dovrebbe essere più ge- nerale di quello scelto qni; ed inoltre, si dovrebbero ammettere come punti generali anche degli insiemi
~ x~ , ... , ~
ove le xi non sono tutte analiticamente indipendenti. Per gli scopi del presente lavoro, le definizioni date sono però snffioienti,Se n è un omomorfismo di G su tutto
C,,
il gruppo analitico conpunto generale I z I
è unacopia
diG’,
e sarà spesso indicato con lo stessosimbolo
G’ ; pertanto,
sipuò
asserire che un omomorfismo n su tutto G’prescrive
un’immersione di inÌc ( x.
Nelseg.iiito,
l’auello saràindicato
con k {]y
ed il corpo k{.r} con k G }.
Si consideri ora un iso- morfismo n fra G eG’ ;
mediantel’identificazione precedente,
si avrà intal caso
18 ( G] = k ( G’],
equiiidi
il gruppo Gpuò
essere considerato comegruppo analitico in due modi
distinta
che differiscono soltanto per il loropunto generale ;
la trasformazione dell’ uno nell’altro modo dirappresenta-
zione di G sarà consideruta come, un cambiamento dicoordinate ;
i è chiaro cheogni
insieme y t,, di k( G~~ privi
di termini digrado o
2 e tali che k(t] = k 1 G] , può
essere scelto comepunto generale
di ungruppo analitico isomorfo a G. Il
gruppo G
ècommutativo se
1)Q = Q
Pper
ogni coppia ( 1’ , ~)
dipunti
di G.Un
logaritmico
didimensione
n è un gruppo analitico isomorfo nlprodotto
diretto di ngruppi
analitici di dimensione1,
in ciascuno deiquali
si abbiag(x,
ovvero1 + g(x,
ciascuno di
questi gruppi
clle èperciò
un gruppologaritmico
di dimen-sione
1,
si dirà g1’UppOcanonico;
i e se G è un gruppolog’al’it- inico, ogni
elemento x di{G],
tale clleper
Q E G,
si dirà un elemento canonico diG,
ovvero dik 1 G];
uninsieme di elementi canonici che sia anche un
punto generale
di(un
grnppo isomorfo
a,) G
dicesi uu insieme di coordinate ilpolinomio g (X, Y) _ ’ -[- Y + X Y,
oveX,
Y sonoindeterminate,
si dirà lalegge
D’owr- i2c
poi,
ed in tuttasezio e,
si che k siachiuso,
ed abbia 1)>
0 .Sia G UI1 g uppo analitico di dimensione n su
k ,
e siaun
punto generale di G (o
di un gruppo analitico isomorfo ;tG1?
la defini-zione di e (1i o
destro,
SltG,
o inle i G], è
identica aquella
data nella sezione 1 di[6],
od anchenelle sezioni
4,
I5 ~
1 6 di[10].
Inparticolare,
vi è un insieme1 -Dh) ,
conh - ~~ 1’1 ~ ... ~ h" ~ ~ h~,
intero1 0 ,
diiperderivazioni
iuvariantisinistre su
G, defiiiite,
perogni
dalle relazioniper
ogni P, Q E G ; qui,
xh sta perx11~...
LeDh cos
definite si di-ranno
legate
adx
e saranno talvolta indicate con-D,,,
h; indicheremo con ei l’iusieme{h}
tale che(simbolo
di Se G ècommutativo,
i simboli
D (G), Dr(’),
lo stessosignificuto
che hanno nelcaso iii cui G è una varietà
gruppale
commutativa(sezione
2 di[6]).
Per
ogni
P EG ,
esiste un autoisomorfisnoaP
di. k1 G]
su k tale cheper
ogni
e perog’ni Q E G,
si abbiaformula
(1.1)
mostra allora che sipuò scrivere, simbolicaruente,
ove è
commutativo~
sipuò
anchescrivere :
Da
(1.1)
si deduce facilmente la Formula di l.eibnitz :Da
(1.3)
segneanche,
se G ècommutativo,
cui il 2.5 di
[6]
discenderebbeagevolmente;
comunque, da(x y)
=-
(OP P x) GP py
e dalla formulaprecedel te
si detluce se G è com-mutativo,
Sia A una varietà
gruppale nonsingolare (ossia
senzasingolarità
fuoridel suo
luogo
didegenerazione)
di dimensione su Ic(e qui lc potrebbe
ancheavere caratteristica
0) ~
e sia(x1....,,
yn insiemeregolare
diparametri
di siano
A1 , A2, A3
dellecopie
di.4 ,
esiano 1Y) , (z) , lt
le
copie
di(r)
ink (A1), k (A21, k (A3) rispettivaimente;
si suppongacome
prescritto
dullalegge
dicomposizione
snA ; poicliè
ilcompletamento (topologico)
è contenuto nelcomple-
taimeuto
di Q
XA,),
esistono delle serie dipotenze
g, , ... , Un nelle x, y, con coeffieienti inle,
tali chey) ;
ele gi
necessa-riamente soddisfano
Pertauto A definisce un gruppo analitico G di dimensione n su
k ,
conpunto generale 1 x ~ ,
ed è chiaroè, unico,
e nondipende
dalla scelta delle a meno di isoinorfisini. Il gruppo analitico G si dirà ilm,ento di A.
È
ora facile vedere che Gpuò
essere definito anchescegliendo
le xi nel
cnmpletanento (EA/ A);
G è commutativo se, e solo se tale èA ; ogni
omomorfismo di Apuò
essere esteso ad un omomorfismo diG
inmodo
unico,
edogni iperderivazione invariante
sinistra su Aa~
una, uni-camente
determinata,
su G. Ma si ha dipiù :
scelte le Xi inQ (EA/ A),
.
ogni iperderivazione
invariante sinistra su G è combinazionelineare,
acoefficienti in
7(/,
di un numero finito diPro,
h, epertanto
induce unaiper-
derivazione invariante sinistra su
A ;
sipuò
cos concludere chegli delle. iperderivazioll i
invarianti sinistre su A e G sonoisomorfi,
e possonoquindi
essereideittificati.
Si noti che G èun sottogruppo
della estensione di A su S .Cogliamo quest’occasione
per dimostrareesplicitamente
unfacile
risultato,
di cui si è fatto uso nella dimostrazione del 4.3 ,di[6] :
’
(1.6)
LEMMA. Sia G un gruppo analitico commutativo di dimensione n suk e per j 0 1 ...
9 s 9sia (-Dlj , ... , D,,j i
un insieme dizperderviva-
zioiti invarianti su
G,
cheinducono -
ink
una k-base diDo (Gpi).
Allora lli tsíen e dei monomi di
grado positivo
nelle(i= ~ , ,. , n ; j = 0, ... , s)~
con
coefficiente 1,
egrado p
inogni D;; ,
è una lc-baseindipendente
di
S.+, (G).
’
ed
analogamente,
sipuò
scrivereOra,
se h1 == h~1 ~
... , 9 se K~
0 è il determinante diquesti elementi
e seindica
« prodotto
diretto >> dideterminante
sipuò pertanto
scriverenella forma.
I
ove 8 è la matrice dellexho)
I j2013t) 1 .
qnando
b è tale,che b1 0 ;
equesto
determinante è certo nonnullo, perchè
I~~ g~ ~ 0 ~ H.
c. v. d.Il
(1.6) permette
di fissare una base diD (G),
distinta da,lla1 -D.,h
non appena il
punto generale 1 x) 3
di C siadato;
tale base è l’insieme delleJ),h ,
’" oveD: h
è definito apartire
dalle nello stesso modo, Sj , Si’
in cui il,
Ah
della dimostrazioneprecedente
è definito apartire
dalleDij
di(1.6).
Siano x , y elementi canonici di un gruppo
logaritmico G,
esia g
lalegge canonico;
allora elementocanonico
di. G, poichè
siper
-", per
19associatività
e la commutatività. Inparticolare,
si
porrà (r volte),
se r è interopositivo,
e x(0) ~ 0.È
allora fae le vedere che
(x. y). z - x . (y . z)
se z è un altro elemento ca-nonico di G. Sia , un intero
p-adico,
coni consideri la successione essendo un elemeto canonico di G. Poichè
~ il
esiste,
e sarà indicato con Si h~facilmente,
peronde è elemento canonico di
G ;
inoltre,~ ciò prova che P insieme V
degli
elementi canonici di G è un
Ip-modulo,
seI~
è l’anellodegli
interip-adici.
Dico che V è un
Ip-modulo libero,
di ordineeguale
alla diiiieiisione n diG ,
avente perIp base indipendente
uninsieme x~ ~ ... , xn ~ 1
di coordinatecanoniche su G.
Si
indichi
infatticon Gi
il gruppologaritmico
di dimensione 1 il cuipunto
la somm-«1
complementare
deiY; . Se
allora siindica
con V unoqual-
siasi dei e con x il
corrispondente
xi , resta da dimostrare che V ènn
Ip-modulo
libero di base x.Ora,
se0 # z
EV,
sia s il minimo intero tale che# 0 ;
seassurdo. Pertanto deve essere
induce una derivazione invariante non
Si considerino ora due
gruppi logaritmici G, G’,
di dimensioni it ed m,rispettivamente;
siafX,..., Xn}
unpunto generale
diG,
e sia(Y,,..., y,,, uno
di
G’; suppongasi
checiascun x2
eciascuu yz
sia elementocanonico;
un omomorfismo di G su G’. Allora esistono
degli
elementi ... , E k( G],
tali che per
ogni
P E G siabbia zi (P)
yi(n’ P) ; pertanto, zi (P Q)
=== yi
((n’ P) (n’ Q))
= 9(yi (~’ P),
yiQ)) (zi (P),
zi(Q)) ,
se g è lalegge
canonicalogaritmica.
Ciò mostra cheogni zi
che non ènullo’ può
essere considerato come
punto generale
di un gruppologaritiiiico Ai
di di1!lensione 1 ~
e cheinoltre zi
è coordinata canonica~di
Detti
V ,
1 V’gli Ip-moduli degli
elementi canonici diG,
G’rispettiva- mente.
è chiaro che perogni y E
P’ esiste uno z E V tale cheP)=z(P)
per
ogni P E G,
eche,
inparticolare,
z - zi sel’applicazione
y - z è evidentemente un omomorfismo -z
dell’Ip-modulo V’ sul1’ Ip-modulo v,
ed è determinata non appenale Zi
siano stateassegnate. Ora,,
V~ eV’
hanno ordini
rispettivamente n pertanto,
~c ècompletamente
determi-nato
da unamatrice,
9 con elementi inIp,
ad mrighe
ed ncolonne ;
uncambiamento di base per Y o
V’
sostituisce tale matrice con unaequivalente.
La matrice
inquestione, quando
una scelta di base siastata effettuata,
si indicherà con
(n’). P
altres chiaro che seG"
è un terzo gruppologaritmico, dopo
una scelta di base si haMpl (o’ n’)
=il1pl (n’),
see’
è un omomornsmo di G’ suG" ;
ed è purepalese
che se esolo se n’ = 0 . Dico che è anche vero
che,
se n’e o’
sonoomomorfismi
di (~ su
(~’,
si intende che n’-~- o’
è definito da per
ogni P
E G. Edinfatti,
si- - _ .. I I
indichino con n, 9 e, 5 À
gli
omomorfismi i di V’ su Vlegati
ac’, Q’
e -1-- Q, rispettivamente,
o se sivuole,
allerispettive
matrici. èdefinito,
nella notazioneesponenziale,
dalla relazione(1’) -y (c’ P)
perA == n
-- ,
come richiesto. Resta cosprovato che,
se G’ =G,
le corri-spondenze
n’-Mpl(n’)
e 7’- n sono isomorfismi dianel1i; questo
fatto cipermette
di affermare(come
ègià
stato dimostrato in[12~)
che 1’anellodegli endomorfismi (=
omomorfismi su sestesso) di
G è isomorfo all’anello di tutte le matrici di ordine n ad elementi inIp;
si noti che tale anello è unaschiera
massima,
suIp, nell’algebra regolare (ossia
di tutte lematrici)
digrado
sul corpoRp
dei numerip-adici (efr. [1]
o[9]).
Se n’ è un omonorfismo di G su
G’,
diremo che n’ ha 0 se n’ G ha dimensione n -- dimG,
ossiase k G]
è un anello localecornpleto
di dimensione n. Se n’ non ha
grado 0 ~
ciòsignifica che k (,- ’ G]
hadimensione n ; ed
allora, se xl ? ... ~ ,{ Yi,
...y.1
sono ipunti
ge-nerali di
G,
G’rispettivamente, k ( x]
e k(y(-)]
sono anelli locali della stessadimensione ;
i in tal caso, le formano la base di un ideale di 15( x~
che èun
primario appartenente
alprimo
massimo p dik ~
lalunghezza
di taleprimario,
che coincide colgrado [k ( x : 15 1 y(-’c»] (cfr.
Teoremi 8 e 23 di[7]),
è un intero
positivo,
che dicesi ilgrado
di n’.(1.7)
TEOREMA. SianoG,
G’gi-itppi
di dimensioni n, mrispettivamente,
suk ,
1 e siaomomorfismo
di G suG’ ;
allora, la caI1’at- teristica di111 pl (,-z’)
la dimensione di n’ G . Se tu le dimensione è n , valutazione_p-adica
diRp ;
i a llo1’a ilgrario
di n’ èp’V,
ove v èil
fra
i v(A)
A va,riafra
i minori di ordine n di(n’) .
DIM. Nelle notazioni
precedenti,
la caratteristica diMpl(jr’) eguag1ia
ilnumero di
elementi yi
che sonoindipendenti
suIp;’
epoichè k
èanaliticanente isomorfo a
G],
la caratteristica di è anche la dimensione di n’ G.Se ~c’ G ha
dimensione n,
ilprecedente
risultato mostra chequalche
Jè non
nullo,
onde il minimo v dei v(d)
è un intero nonnegativo.
Poichèin
Ip ogni
ideale èprincipale,
inediaiite una trasformazione delle basipossibile
fare iu modo chedivenga
una matricetale che se certo per
ogni i,
dato elleMpi (n’)
ha. caratteristica n
(e quindi ~ra ~ ~c).
Portale scelta dibase,
si ha v+
v(a22) + ... + ,,
ed inoltre si sa clre v èindipendente
dalla scelta della base. Bastaquindi
provare il risultato nel caso in cui(,n’)
La laforma accennata. Ma in tal caso si ha = 0 se i
>
n, ey~~~
=se ora, 1’nltima relazione definisce un omomorfismo
~c2
del gruppoGi
di dimensione 1 epunto generale xi
sulgruppo G.! di
dimensione 1 epunto generale
yi , ed è chiaro che ilgrado
di ossia~k ~ xi ? :
k~
è
precisamente pertanto
ilgrado
di n’ è c. v. 1..2. I
completamenti
delle varietà abeliane.In.
questa sezione,
k è un corpo chiuso di caratteristica~~>0. È
dimostrato in[12]
cheogni
gruppo analitico cornmutativo è pro- dotto diretto di un gruppologaritmico,
e di un gruppo analiticoiadicale,
tale cioè che
ogni
suaiperderivazione
invariante èpseudonulla,
necessaria- utente di ordinepotenza
di p ; la dinensione del fattore direttologaritmico eguaglia ’ il
massimo numero diderivazioni
invariantiD,
linearmente indi-pemlenti,
clre soddisfano la, relazione Sepertanto
A è varietàabeliana non
singolare
di dimensione n suk,
e sepf
è l’ordine del kernel di p il 4.3 di[6]
mostra che ilcompletamento
di A èprodotto
direttodi un gruppo
logaritmico
di dimensionef,
e di un gruppo radicale. Inquesto
articolo ci limitiamo alla considerazione dellaparte logaritmica,
edallora
nepossiamo
stabilire l’esistenza(se
non come fattorediretto,
almenocome
immagine
omomorfamassima)
in modo diretto :(2.1)
LEMMA. Sia A una varietà abeliana nonsingola1’e
s2ck; posto
o = p = P
(EA/A),
sia y u~z dio,
tale che y ~- 1(mod p),
e che~"~ d y
sia undiffei-enziale
non nullo su A. Sia oil
completamento
dio,
epongasi
p = p o ; sianoAl , A2 copie
diA,
esuppongasi
comeprescritto legge
dicomposizione
suA. Allora esiste un x E o tale che:
1)
r w i 1(inod p); 2) y-1
x E0 (=
anellodelle potenze p-esi1ne degli
elel1lenti dio); 3)
X2 = se xi è lacopia
di xlegata
adAi.
-DIM.
Voglio
dimostrare cle esiste una successione yl = y , y2 , 2/3?’*’ · di elementi di o tali che:a) Y (A, ()i,A) (v.
sezioni 1 e ’3 di[6]
per ledefinizioni di
Bi,A
e di Y(A, a) rispetti vamente) ; b)
1(mod p);
c) 1 y
E se i>
1. Per i= 1 , queste
tre condizioni. sono soddi-sfatte,
la condizionea)
essendoequivalente
al fatto che y è un diffe- reuziale invariante su A.Supposto dunque
che le Y~,..., y soddisfacenti alle condizioni
a), b), c),
siano statetrovate, procederemo
a dimostrarela
possibilità
di trovare yr.Sia pf
l’ordiiie del kernel di i l’esistenza del differenziale invariante non nulloy-1 d y inostia,,
per il 4.3 di[6],
chef > o ;
lo stessoragionamento
usato nella dimostrazione di 4.1 di[6]
provail gruppo
degli
elemeenti nouper il secondo teorema di omomorfismo sui
gruppi ;
l’ultimo gruppo, a’ sua_ , - - - - _ - -- - . - -
’
Si
può quindi
supporre che la zoriginale
soddisfacessegià
la condizionedell’enunciato ; inoltre,
per ricorrenza sulla condizionec),
che è la condizione
2)
dell’enunciato.Infine,
pertanto appartiene
al corpoquoziente
di essendo ciò valido perogni
r ~ si concludeclre x2
con aE k ;
epoichè
x = 1 , 9Xl ~ 1,
9x2 =1 (mod P)~
oveP = P0 ,
è certo a =1.Questa
è la condi~zione
3) dell’enunciato,
c. v. d..Sia ora A varietà àbeliana non
singolare
di dimensione n suk ~
2 e siapf
l’ordine del kerneldi p
a norma del 4.3 di[6],
siad yi ,
... , una k-baseindipendente -
del k-modulo [ definito inquel teorema,,
e siscelgano
le yi in modoche yi
Eo,
yi ~ 1(mod p) ;
qui,
p ed o hanno lo stessosignificato
che hanno in(2.1) ~
ciò è semprepossibile,
eventua~lmente mediante una sostituzione deltipo
yi - aiapi
yi,con l’i
E A e0 #
ai E k. Perog’n
i i-.f,
sia1 -E- xi E
olegata
ad yi comex è, legata
ad y in(2.1).
Se G è ilcompletamento
diA ,
1 il(2.1)
cheXl Xf
è un insieme di coordinate canoniche di un gruppologaritmico
di dimesione
10,
che èimmagine
omormorfa di G Il un oinomorfismo y ;inoltre, ogni
oi o orfisino a di G sii un gruppologaritmico
è deltipo
’
a y ,
ove fl
è nn omormorfismo diGi .
Gli elementi canonici diGi
si dirannogli
elementi canoniciloga1’it1nici
di A :(2.2)
TEOREMA. A itíiava1;ietà
abeliana di dimensione n suk ,
7 e siapf
lloi-di e del ke1’nel di pA;
alloradegli
elementi canoniciloga-
ritmici di A è un lzbero di 01’dine
f.
,’
L’Ip-modulo degli
elementi canonicilogaritmici
di A sarà indicato con-VI (A);
i e perogni primo
q,gq (A)
indicherà il grnpho dei P E A tali cheP’2i
=.EA
perqualche
intero nonnegativo i ;
sef
=0 ,
gp(A)
si riducead
EA,
mentre se,f ] 0 ~
1 la teoria svolta ai nn.28, 29, 30,
31 di[14]
èapplicabile
agp (A).
Nelseguito,
avremo occasione diparlai-e
di matrici adm
righe
ed ncolonne,
senza esserci assicuratipreventivamente
che m>
0 ed it> 0 ;
una volta pertutte,
faremo lar convenzione che inogni
forrnulain cui una tale
ma,trice,
od un entelegato
au essa, appare, la matricestessa,
oquell’ente,
debba considerarsi non scritta se m = 0 o n -0 ;
e che
parimenti, ogni
asserzione concernente una talematrice,
od un taleente,
con m = 0 o it .-0,
debba considerarsi non fatta.(2.3)
TEOREMA. SianoA ,
B varietà abeliane nonsingolari
suk,
di di-n ed m siano
pf, ph gli
ordini dei kC1°nels di p P~B dopo
ave1° scelto delle basi ingp (A),
Vl(A), gp (B),
Vi
(B) (sitpposte
coincidenti se A =B), ogni omomorfismo
di A suB esistono due
Mp (n), (n),
unicamentedeterminate,
ad elementiin
Ip ;
ed hrighe
talise ~o è un di A su
B;
2)
se C è una, terza varietàabeliana
nonsingolai-e
suk,
e 9 è’ un di B SltC,
si ha(Q n) (e) (n),
edMpi (o n)
==(o) Mpl (~) ~
3) (n)
ed hanno llt stessa sef = ~c ,
talecaratteristica è la dimensione di n
A ;
4)
se G = n, ossia se n hagrado positivo,
sianopb
lepotenze di p
chedividono, rispettivamente,
tutti i diestratti da
(n),
e tutti i di~f
estra.tti daM.Pl (n) ;
lfllora èanche la
potenza di p
che divide l’o1’dine del kernel di n2 ossia ilgrado
di unasepaiabile
epb
dividel’inseparabilità
dic , ed
uguaglia
tale inseparabilità
sef
= i ;5)
se inparticolare
B = A edf =
n, e se(n, X), (n, X) .
sono i
polinomi
caratteristici diMp (n), rispettivamente,
ilprodotto (n, X)
gpi(n, X) è il
caratteristico di ed haperciò coef-
inte10i razionali.
DiM.
L’omomorfismo n può
essere esteso ad lln omomorfismo delcompletamento
G di A sulcompletamento
G’ diB ;
1’esistenza ed unicità di edMpl (n)
sono allora conseguenza del Teorema 14 di[14],
e delle .considerazioni che
precedono
il(1.7);
l’asserzione2)
èconseguenza
di(1.7),
e delle considerazioni che seguono il Teorema 14 di
[14] ;
1’asserzioue1)
è conseguenza di
(1.7)
e del Teorema 14 di[14].
Occorre ora provare che(n)
edlklpi
hanno la stessa caratteristica. Sia c la caratteristica diAlp (n),
e si consideri il gruppo g dei P E gp(A)
il cuicorrispondente
vettore
p-adieo
vp soddisfa la condizione(7r2od 1);
allora g ha laproprietà
che ilsottogruppo
di g i cui elementi hanno perperiodo
un divisore di con i- iutero
positivo,
èprodotto
direttodi f - c gruppi
ciclici di ordine
pri inoltre,
epertanto
1’ordille del kerneldi p pC; quindi,
per(2.2),
c è 1’orciine dionde pC
èla caratteristica di
(n),
per(1.7). Questo
dimostra l’asserzione3).
L’asserzione di
4)
che si riferisce ad(n)
è consegueaza immediata della,Proposizione
13 di[14] ;
laparte rimanente
è conseguenzadi (1.7),
edel fatto che il
grado di n,
come omomorfismo diG , eguaglia 1’ insepara-
bilità di n, come omomorfismo di
A ; quest’
ultima asserzione sidimostra
nel morlo
segueiite : se (y)
è un insiemeregolare
diparametri
diper definizione il
grado
di nelprimo
senso èla molteplicità e (Q (EA/A);
y) ;
invece ilgrado
nel secondo senso è[k (A): k (n A)];
ora,, per il Lemma 2.2 di[2],
se r è del kernel di si ha re(Q (MA/A); y)
==_ k (A) : k (n A)],
come riehiesto.L’asserzione
5)
si dimostra nello stesso modo usato per il Teorema 36 di[14] :
si indichi con v la va,lutazionep-ndica
diRp (normalizzata
in modoche
’Il (p) == 1 ),
che si iiiteiiderà estesa adogni prolungamento
finito di i perogni
endomorfismo di 1 1’asserzione4)
dell’evunciatoimplica
chev di
~)
= v(det ¡Up (~)) +
v(det (~))
.Ma se col , ... , co2n sono le , radici caratteristiche in un convenienteprolungamento
finito diRp ,
9si ha v
(grado
di~,)
= v(w~
W2 ...w2n).
D’altraparte,
se~ r¡~, ... ,
9~"~ ~
5+1 .. ·
9112,,)
sonogli
zeri di qqp(,
yX) ,
ppi(Â , X) rispettivamente,
si baanclle v
(det (~))
= v(y/i ... 9y,) ~
e v(det (~))
== ’Ilí~,~+1... ~2,~),
cosic-chè y
(w ... W2n)
= P... r12) .
Sia 1’(Y)
unpolinomio
a coefficienti . interirazionali,
epongasi ~, _-_ F (~)
i per il Teorena 35 di[14],
le radicicaratteristiche
di 1 sono le F se le y sono oralegate
a nper il teorema di
Sylvester
sulleinatrici, gli
zeri di i(À , X)a (~, ~ X)
sono
rispettivamente gli
F(ni) (i =1 ~ . , . , ii)
egli
F(ni) (i
= a~+ 1 ,
... ,2 n).
Pertanto,
edallora,,
a norma. del Lemma 12 di.
1
[1.4],
ilpolinomio
caratteristico di c èproprio X) (n, X) ;
esso hacoefficieuti razionali per il Corollario 2 del Teoremna 37 di
[14],
c. v. d.3.
La matrice jp-ad ca legata
ad unciclo.
i
In
questa sezione, fermo
restando ilsigitificato
di k come nella sezioneprecedeute,
daremo unaapplicazione
dei risultatiprecedenti
alla gene- ralizzazione del contenutodel §
XI di[14].
Prima ditutto,
una defini-zione : siano
A, B
varietà abelimue nonsingolari
di dimensioni n , 9 m ri-spettivameute
sopra un corpoalgebricamente chiuso,
e sia n un omomor-fismo di B
su 4 ; suppongasi dapprima clie n operi
su tutt,aA ,
9 e sia Xun ciclo irriducibile di dimensione n -1 su
A ;
alloraove
gli
ai sono interipositivi,
egli zi
sono sottovarietà irriducibili distinte diogni
zi opera sii una sottovarietà irriducibileZ~,
di dimensione #n - 1 diB , e ~ si porrà
Se X non èirridiicibile N-1
X ~ verràdefinita pér
linearità;
si noti che se n liagrado positivo, questa
definizione coincide conquella
data nella dinostrazioue del(12)
di[4],
come si vededai risultati di
[2].
Se ora ~c non opera su tuttaA,
siporrà
X =_-_ 1Vn 1 (X n n B, A)
se(X n n B , A)
èdefinita ; negli
altricasi,
,non è definita. Si noti che se per uno t9 E
k (A),
e se e denota riduzionedi Q (n BIA) (mod
P(n B/A)),
è X= divB
.
’
B
.
(3.1)
TEOREMA. Sia A varietà abeliona nonsingolare
di dimensione n sii,k, e sia pf
l’ordine del di póA ; fissate delle’
bíysi digp (A)
e_FI (A),
ad
ogni
ciclo Xintero)
di ii - 1 su A sipuò far
cor10i-spondere
una matricequadrata Ep (X),
ad elementi inIp,
di ordinef,
inmodo che : .
’
-
3)
se P Egp (A),
e v(P)
è ilcorrispondente
vettorep-adico,
mod1,
sihr~
Ep (X)
v(P)
« 0(mod 1)
se e s.olo se X-.X ;
4)
se 3l è unomomorfismo
szc A di un’altra varietà abeliana nonsingo-
lare B su