R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G IULIANO B RATTI Su di un teorema di Hartogs
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 79 (1988), p. 59-70
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Hartogs.
GIULIANO BRATTI
(*)
0. Il teorema di
Hartogs
cui il titolo allude èquesto :
Siac A un
aperto di 2, e
sia K uncompatto
di A concom p le- mentare,
A -K,
connesso; ebbene:ogni f unzione olomorfa definita
suA ~ .K ammette un sono
prolungamento olomor f o definito
su tutto A.È probabile
che laprima
estensione diquesto
teorema siaquella
di Francesco
Severi, [9], ( 1) ; oggi
èpossibile
dare una formulazionegenerale
del teorema diHartogs,
relativamente a fasci soffici(2)
didistribuzioni,
e diiperfunzioni,
che son soluzioni d’un sistema omo-geneo di
equazioni
alle derivateparziali,
lineari ed a coefficienti co-stanti. A tale scopo il mio
punto
dipartenza
sarà il Teorema 3 di Gae- tanoFichera, [4],
pag. 202.L’oggetto
dei successiviparagrafi 1 ) , 2 )
e3)
è ilseguente: 1)
enun-ciato e dimostrazione del teorema di
Hartogs
per fasci digruppi;
2)
caratterizzazione dei sistemi differenzialilineari,
a coefficienti co-stanti,
che hanno soluzionidell’omogeneo
associatoprolungabili;
3)
versionecoomologica
dei risultati di2).
(*)
Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico dell’Università, Via Belzoni 7, 1-35131 Padova.(1)
Si veda anche la Nota di G. FUBINI: Un teorema sulteequazioni
allederivate
parziali
ditipo
ellittico chegeneralizza
~cn teoremacdell’Hartogs
e unodel Severi, sui medesimi Rendiconti di [9].
(2)
Per altritipi
di estensioni, si veda [5].Nota. Gli
argomenti qui
trattati sonogià
stati oggetto d’una mia confe-renza tenuta presso Instituto
Superior
Politecnico « Josè An- tonio Echevarria », dell’Avana, Cuba, il 30 di marzo del 1987.1..X sia uno
spazio topologico
diHausdorff,
unione numerabiledi
compatti:
dove
Li
è l’interno diL~ .
Y sia un fascio di
gruppi
abeliani suX ;
A sia unaperto
connessodi
X,
.8’ sia lafamiglia
di tutti icompatti
di sia una sottofa-miglia
di H tale che:ii) i compatti
diKA
invadonoA ;
i,)
perogni K in KA il
suoeomptementare
A ~ .K è connesso.Identificando
Y(A)
conT(A, 5) ,
doveY
è lospazio
étalé associatoa
,~ ,
si poneSia P =
li,
1 i t e1 j
s, una matrice di morfismi di Y.DEFINIZIONE 1.
~p(A ) _ ~ f
in~(A ) $ : P f
=O~ .
DEFINIZIONE 2. P
verifica
ilf enomeno
diHartogs
inA, rispetto
alla
f amiglia KA
e al(brevemente
P EH(A, K,&, Y)),
se:per
ogni
K inKA
e perogni f
inK)
esiste una sola F intale che
dice Za P-estensione di
f.
LEMMA 1. Le
seguenti proposizioni, p,)
ep2),
sonoequivalenti:
pi)
perogni
K inogni f
che ammettaP-estensioni,
ne ammette una
sola;
Pw =
0,
allora w = 0.è
l’immagine,
mediante l’omomorfismo di restrizioneDIMOSTRAZIONE.
pi) implica P2):
sesupp (w)
cK,
con .K inKA,
e se Pw =0,
lozero di
Yp(A - K)
ammetterebbe come P-estensione anche la w.P2) implica p1) :
dueP-estensioni, F~
eF2,
della medesima1
inYp(A - K)
darebberoP(.F’1- F2)
= 0 e supp(F~ - .F2)
c K.A
seguito
del Lemma1,
si assume, d’ora inpoi,
che P verifichiquesta ipotesi
dove H’ è la
famiglia
di tutti icompatti
di X.TEOREMA 1. :F sia un
f ascio soffice (4) .
.Le
seguenti proposizioni, p,)
eP2)’
sonoequivalenti:
p.)
p EH(A, Y);
p2 )
Pveri f ica queste ipotesi :
fl)
perogni
w inY.H(A)1
per cui esiste unaf
in tale cheesiste pure una w’ in
37H(A)8
tale che PZU’ = w ;f 2 )
se K sta inKA, eKcLj,
e sela f
di che’1(X - Lj ) - U,
ancheg) -
0.DIMOSTRAZIONE.
p1) implica
per laf 1)
si ha: seP f
= w, supp(w)
cK,
e Ksta in allora
f
sta inYp(A - K);
se F è la su P-estensione risultaPer la
f 2)
si ha :K)
cYp(A - K),
se .F’ è la P-estensione (4) Si intende che: se Z è un chiuso di A, la restrizionedove
F(Z)
è il filtrodegli
intorniaperti
di Z, è suriettiva.della
f
diYp(X - K)
inA,
la G cos definitaha
supporto compatto
contenuto in.L~
e soddisfal’equazione
PG =0;
in virtù
dell’ipotesi (I)
suP,
per cui P non ha radicicompatte,
risultaG = 0,
ovverop.) implicac pl) :
siaf
inYp(A - K),
e siaKi
inKAtale
che K cK1;
ciò è
possibile,
in virtù delleproprietà
dellafamiglia K :
Visto che Y èsoffice,
esistef
inY(A)
tale chesicchè per la
f
si haP f
= w, con supp(w)
in.K1.
In virtùdell’ipotesi f 1)
esiste una w’ in
,~ H(A )
tale che Pw’= w edunque
con h in
Yp(A).
coincide con lail
edunque
con laf ,
inprossimità
della frontiera di
A,
cioè inqualche A ~ .K2 ,
con.g2
inK,,.
Postoper la G si ha: G sta in e risulta
G~(g ," L’ ) = 0,
perqualche .L~ .
In virtùdell’ipotesi f 2)
risultaG~(~ ^, g) = 0,
ovverola h è la P-estensione della
f .
La dimostrazione è conclusa.
OSSERVAZIONE 1. Se 6 è un
prefascio
su contenuto in~,
ese P è anche un morfismo di l&8 in 191 allora è immediato verificare che:
implica
P EH(A, KA, g)
nonappena 19
soddisfiquesta ipotesi:
ESEMPIO. Se - D’ è il fascio delle
distribuzioni
su X = Rn in base a(1) ogni
sottofascioA, 9,
erispettivamente
il fascio dellefunzioni analitiche
reali, quello
delle funzioni di classeC~,
ed il fasciodelle funzioni della d-esima classe di
Gvrey,
soddisfano la(B), quando
P è un
operatore
differenziale lineare a coefficienticostanti,
o unsistema di tali
operatori
verificantil’ipotesi (I).
2. In
questo paragrafo
siapplica
il teoremaprecedente
ai pre- fasci di distribuzioni su X =R",
con P =IIPi,j IL,
1 c i c t e1 ~
8, dove i sonooperatori
differenzialilineari,
a coeff cienti costanti.Sia
Q l’ alge bra
deipolinomi
in nindeterminate ;
P :Qs --~ Q agisca
cosPosto, seguendo (8),
dove tP è la
trasposta
diP;
eposto
anche chesia la risoluzione
(finita)
di Hilbert di~1,
considerata la duale della(1),
cioè laindicheremo con Ext7J
( M, Q)
ilp-esimo
gruppo dicoomologia
della(2).
DEFINIZIONE 3. Il Z sistema
differenziale
P si dice determinato seExto
(..lt.~, Q ) =
ker(P) = 0 ;
si dice sovradeterminato se ExtO(M, Q)
==Sia A un
aperto
connesso di Rn che necontenga l’origine.
Siaun
prefascio
di distribuzioni che soddisfi leseguenti ipotesi:
bi) Y(A)
contiene una successione di distribuzioni asupporto compatto
tale che: supp(un)§(0)
elimn
Un =d,
dove d èla misura di
Dirac,
e il limite è calcolato nellospazio
delle distribu-zioni a
supporto compatto 6’ ;
b2 )
sta in se u sta in e se P~ = w, anche w sta inla sequenza~
è esatta.
Esempi
diprefasci
che soddisfano leb1), b,)
e sono : il fascio 8ed il
prefascio
delle distribuzioni di ordine finito~~.
Sia
FA
lafamiglia
di tutti icompatti
convessi di A.TEOREMA 2. Sia un
pre f ascio
di distribuzioni chesoddisfa
le pre- cedentiipotesi b1), h2)
eba).
Se P E
H(A, ,~ )
si ha:a)
P èdeterminato ; b) P E .Fl’(A., KA urA, ~) ; c)
P è sovraterminacto.DIMOSTRAZIONE.
a)
In virtùdell’ipotesi bi)
0. Se(q~,..., qs)
stain ker
(P),
scelta la g eposto
si ha PZ =
O,
che è assurdo in base al Lemma 1.b )
Sia G un elemento diFa,
con e g inK, .
Sef
stain
G)
r1 esiste una sola F in tale che.l~’ A ,~ g - f.
Ovvio che(f - F)
stia inG).
Poichè
( f - F)
sta in~’ (A’ )
ed ènulla,
equindi
analitica inGo,
ed inoltre
P( f - F)
= 0 in~.’,
in base a(1)
la( f - F)
risulta analiticasu tutto
Aé,
edunque
nulla. Al variare diT,
la( f - F)
risulta nulla1
su tutto A -
G,
edunque
la .F’ è una P-estensione dellaf
su A :c)
Sia(q~,
... ,qt)
inker (P1).
Considerata la successione delle ~n, di cuiall’ipotesi bi),
per la successionesi
ha,
in baseall’ipotesi
esiste(vi ,
... , inF(R")8
tale chein virtù della
f2)
del Teorema 1(per
la validità dellaquale
non è ne-cessario nè che Y sia
soffice,
nè che sia unfascio),
y esiste(wnl, ... , 2us )
in per cui si
ha,
ancoraSe L1 è un minore di
P, d’ordine s,
con det(A)
=D #
0(esiste,
vistoche P è
determinato),
risultaDw) =
sicchè sipuò
supporreche il supp
(w§’)
sia contenuto nel supp(un). Ora,
sef
sta inE(Rn)
ese
tDg
=f,
con g in6(R") ,
si hacos che la successione delle
~,v~
converge, in6’(R"),
verso la r; . Ovvio che supp(~)~{0},
edunque,
con la trasformata diFourier,
si ottieneCiò dimostra che
PQ s =
ker(Pl ) ,
ovvero che Ext1( M, Q ) =
0 .La dimostrazione è conclusa.
TEOREMA 3. Sia Y un
fascio soffice
didistribuzioni,
chesoddisfa
le
ipotesi bl), b2)
eb).
Le
seguenti proposizioni, pi)
ep2 ) ,
sonoequivalenti:
pi)
iP2)
Psoddisfa l’ipotesi f2)
del Teorema1;
inoltre Extl(M, Q)
= 0.DIMOSTRAZIONE.
Pl) implica P2):
è conseguenza del Teorema 1 e del Teorema 2.P2) implica p1):
basta provare che P soddisfal’ipotesi f1)
del Teo-rema 1.
Sia, dunque, w
in e siaP f
= w, conf
Ovvio che wstia in
ker (P,), sicchè,
in baseall’ipotesi b,)
sipuò
supporre, diretta-mente,
che laf
stia in SiaGo
lacopertura
convessa del supp(w);
si ha:
f
sta in in virtù del Coroll. 3 di(8),
pag.394,
esisteuna F in tale che
Poichè
P(t - .F)
= w e supp( f
-F)
ècompatto,
in virtùdell’ipotesi b,)
si ha che
(f
-F)
sta in edunque
anche la .F vi sta. Perl’ipotesi f2),
il supp( f - F)
deve stare in A.La dimostrazione è conclusa.
Il
prossimo
teorema mostra la rilevanza dellafamiglia
dicompatti .g~
nello studio del fenomeno diHartogs
per il sistema differenziale P.P sia del
tipo
P =IIPi,lll,
coni > 2; gli operatori
pi,1 siano omo-genei.
Perquesto tipo
di sistemi differenziali vale il TEOREMA 4. Leseguenti proposizioni, pl)
eP2),
sonopi)
P è ellittico e P EH(A, 6) ;
P2) 9),
doveHA è la famiglia
di tutti icompatti
di A chehanno
complementare
connesso.DIMOSTRAZIONE.
Pl) implica p2) :
l’ellitticità di Pimplica
che è soddisfattal’ipo-
tesi
f2)
del Teorema 1 relativamente allafamiglia
che sia sod-disfatta anche la
fi) dipende
da P EH(A, gA, 9).
P2) implica pl) : supponiamo
d’aver dimostrato che se P non è ellittico esiste un vertore N =(0,..., 0, 1)
per cui si haPi,l(N)
=0,
i > 2. Allora si
può
concludere cos : sia g definito dascelta la
f
in inmodo
che per la funzionedove in e
xn > 0~,
si ha: u sta inK),
0,
seLe Xl’
mau(x) ~ 0;
1 ciòimplica
che P non ve-rifica
l’ipotesi f,)
relativamente allafamiglia HA,
il che è assurdo.Du.nque P
deve essereellittico,
sicché soddisfal’ipotesi f,) rispetto
ad
ogni famiglia
edinoltre,
perl’ipotesi,
P verifica anche laf 1)
del Teorema 1.
Per concludere: se
deg (p,,i)
=ni ? 1;
se m è il minimo comunemultiplo degli
ni, ilpolinomio
dove è il
coniugato
di p,,i , è somma diquadrati
digrado
m, equindi
ha come caratteristiche reali solo
quelle
comuni adogni
pi,,; se Pnon è
ellittico,
nemmeno p lo è.La dimostrazione è conclusa.
OSSERVAZIONE 2.
In base al teorema
precedente
si ha: se P = 1verifica il fenomeno di
Hartogs
dove è la
famiglia
delle sfere di di centro 0 eraggio
qua-lunque,
ma non soddisfa il fenomeno diHartogs
poichè
P non è ellittico.3. In base ai risultati di
(6)
èpossibile
dareun’interpretazione coomologica
dei Teoremi 2 e 3 relativamente ai fasci diiperfunzioni.
Sia A un
aperto
convesso di.Rn;
sia P una matricedifferenziale,
e sia :£, un fascio soffice di
iperfunzioni
su .Rn che soddisfaqueste ipotesi
F~) 93P) = 0,
cioèl’equazione
Pu = 0 non hasoluzioni,
consupporto compatto,
inlB;
JJP)
= 0.TEOREMA 5. Le
seg2cenii proposizioni, Pl), P2)
e sonoequiva-
lenti :
Pl)
P E.H’(.A, KA, lB ) ;
P2)
Pverifica l’ipotesi f 2),
relativamente allafamiglia
del Teorema1;
inoltre per
ogni
G in si ha)
p erogni
K inKA
si haDIMOSTRAZIONE.
p3) imptica P~):
in base al teorema diexcisione,
e vistal’ipotesi
la sequenza
è
esatta; dunque
P EH(A, K ,
Pl) imptica p2) :
incominciamo col dimostrare che P verifical’ipo-
tesi
f2)
del Teorema 1 relativamente allafamiglia
Sia
G o
inTj
siaf
inGo)
e siaSia .I’
l’iperfunzione
su tale cheovvio che supp
(F)
cL,
e che se PF = w, supp(w)
cG08
Dimostriamo che anche supp(F)
cGo .
Sia lo
spazio
delle funzioni analitiche suGo
e il suoduale;
se si dimostra che w sta in che è chiuso in per la convessità diGo,
in virtù della1~1)
supp(.~’)
cGo .
In base al Teorema diHahn-Banach,
se cos nonfosse,
esisterebbe unaf
intale che
w, f ~
= 1 etP f
= 0. Sia V un intorno convesso, in sulquale
laf
siprolunga,
nellafo,
come funzioneolomorfa,
che ancorasoddisfa,
suV, l’equazione P f
= 0. Se S =~tP, 3}y dove ~
è il sistema diCauchy-Riemann,
in base al Th. 3 di(8),
pag.305,
la restrizioneha
immagine densa,
cos cheCiò dimostra che
P E H (A, TA, B). Ancora
in base al teorema di ex-cisione,
ed in baseall’ipotesi
la sequenzaè esatta per
ogni
G inpoichè a
èsuriettiva,
deve essere b =0,
e
dunque
= 0.pz) implica
sia .g uncompatto
di.gA
e sia G inFA
con K c G.Il
seguente diagramma
commutativodove j
è l’identità e r è la restrizionecanonica,
che è iniettiva in virtùdell’ipotesi 1,) (5), è
tale che a’ è suriettiva e laprima riga
è esatta.Ora,
sef
sta inK, esiste g
inHO(A,
tale che(5) Infatti, se
r( f )
= 0 posto F =f ,
in A - g, e ~’ = 0, in R"- A, risultache G sta in
K)
eLi
= 0, seL,
contiene G.e
dunque r(a(g))
=r(f),
cioèa(g)
=f .
Ciò dimostra che la a è suriet-tiva, quindi
b =0,
ovveroHl(A,
= 0.La dimostrazione è conclusa.
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pp. 487-490,Manoscritto pervenuto in redazione il 28