A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
L AMBERTO C ATTABRIGA
Su un certo spazio funzionale. Un teorema di tracce
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 20, n
o4 (1966), p. 783-796
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SU UN CERTO SPAZIO FUNZIONALE.
UN TEOREMA DI TRACCE (*)
LAMBERTO CATTABRIGA
Oggetto
diquesta
nota è unospazio
funzionalegià
considerato da P.I. Lizorkin e S. M. Nikol’skii
[2]
ed in casiparticolari
da M.Pagni [3], [4]
e B. Pini
[5].
Come si mostrapiù
oltre(n. 2)
talespazio
è deltipo
diquelli
studiati da L. Hormander
[1]
e da L. R. Volevic e B. P.Panejach [6].
Oltre a certe
proprietà
diquesto spazio
provoqui
un teorema checompleta
un risultato contenuto in[1]
e[6], riguardante
le tracce su uniperpiano
coordinato delle funzioniappartenenti
a talespazio
e di certeloro derivate. Casi
particolari
del risultatoqui provato
erano stati ottenuti per altravia,
ed in formapiù esplicita,
da B. Pini[5]
e da M.Pagni [4].
Ringrazio
Ennio DeGiorgi
per le assai utili discussioni avute con luisull’argomento
diquesta
ricerca. Sua è la dimostrazione del lemma 3.3.1. Sia
cS (Ry)
lospazio
delle funzioni indefinitamente differenziabili sullospazio
euclideo v-dimensionale Rv ed ivi a decrescenzarapida
edcS’ (R")
ilsuo
duale,
cioè lospazio
delle distribuzionitemperate.
Perogni u
Ec5 (Rv)
siala sua trasformata di Fourier.
È
Pervenuto alla Redazione il 13 Settembre 1966.
~
(*) Lavoro eseguito nell’ambito dell’attività dei
gruppi di
ricerca matematici del Consiglio Nazionale delle Ricerche.9. Annali della Scuola Norm. Sup.. Pisa.
Come è noto se u E
cS’ (Rv)
si definiscono u ed n come le distribuzioni dic5-’ ~R~)
tali cheDa
[1]
e[6] (1)
traiamo le definizioniDEFINIZIONE 1.1.
funziorce positiva
,u(~)
continua su Rv si dice unafunzione
pesotemperata
se esistono due costanti_positive
0 e d tali cheDEFINIZIONE 1.2. Se ,u
(~)
è unafunzione
pesotemperata
inR",
con.g~ (R")
si indica l’insieme di tutte le u Ec5’ (R")
taliche Z
è unafunzione
eÈ
statoprovato (2)
ilTEOREMA 1.1.
Hw (Rv)
è unospazio
hilbertiano con la normadefinita
da( I.l )
ed èanche in senso
topologico ;
inoltrec5 (R")
è denso ing~ (R").
2. Nello
spazio
euclideo n-dimensionale Sn siano dati ipunti ri =
, ~ _, . - __ . _. -
Nello
spazio
euclideon-dime~sionale
Rn siaPer , Indichiamo
con 0
l’inviluppo
convesso in S n dei vertici deiparallelepipedi Q (ri), i = 1, ... ,
,1YI.LEMMA 2.1.
1P
è unpoliedro
convesson-dimensionale
e indicati con si -iii)
perogni
h=-- 1,
..., n esistelk
taleDimostrazione. Se
Osservato che ciascuno dei vertici
sl
coincide con uno dei vertici dei pa-rallelepipedi Q (ri),
avremo perogni e
E R?1Se
poi
s8 É p,
allora per un t E]0~ 1[
ts sta su almeno una facciadi
f3
non situata su alcuniperpiano
coordinato. Sianorj, j = 1, ... ,
~c~ i coseni direttori della normaleall’iperpiano
su cui sta talefaccia,
diretta versol’esterno di
1P
e d la distanza di taleiperpiano dall’origine
di Sn.È
~n .._~a . ~ .
D’altra
parte
per la convessitàdi P
risulta~ simbolo di Kronecker).
Da
queste maggiorazioni
segueche ~
L nonpuò
restare limi-tato per
Le altre affermazioni del lemma sono immediate conseguenze della de- finizione di
C3.
In Rn siano
LEMMA 2.2. Per
ogni $
E Rnvalgono
lecon C costante
_positiva.
Dimostrazione. La
maggiorazione P’2 (~) N o2 (~)
è immediata conse-guenza del fatto che ciascuno
degli sl coincide
con uno dei vertici dei Allae2 (~)
C2lVIP’2 (~)
sigiunge
osservando che ipunti
ri si possonoespri-
mere come combinazione lineare dei vertici
sl
dionde per
ogni
Ì2 poi
evidentementePer
ogni ~
E Rn e perogni 1 = 1,..., N
è infineove C’
dipende
soltantoda p
ed R(~) è
una somma di termini deltipo
I ~2a I,
alcune coordinate di a essendoeguali
aquelle
disl
e le rimanenti nulle. Per il lemma2.1, ii),
tutti talipunti
aappartengono a ~
onde per ciascuno di essi èN . - N
e
quindi
Dunque
per unaopportuna
costantepositiva
CLEMMA. 2.3. Esiste una costante
_positiva
d tale cheDimostrazione. P,
onde
e
quindi
Dai lemmi 2.2 e 2.3 segue subito
TEOREMA 2.1. Le
funzioni
e(~),
P(~),
P’(~) definite
dalle(2.1)-(2.3)
sonofunzioni
pesoteinperate
in Rn.spazi H, (R’~)~ Hp (Rn), Hp, (Rn) definiti
mediante esse secondo la
definizione
1.2coincidono,
le relative normeriuscendo
equivalenti (4).
3.
Supponiamo
ora cheIndichiamo con
~~z (R)
lospazio
linearerispetto
al corpocomplesso
delle
(classi delle) funzioni 99 (t), t
E R tali checonsideriamo la forma hermitiana
quale prodotto
scalare in~~~ (R)
e indichiamo conla relativa norma in tale
spazio.
Con
(a), o& > 0,
denoteremo ilpiù grande
intero nonnegativo
inferioread a.
LEMMA 3,1. I
funzionali
linearisono continui in
Dimostrazione. Riuscendo 2h -
2Jnn - 1 è
infatti perPer sia
TEOREMA 3.1..Le
funzioni
appartengono
a ,Dimostrazione. La
prima
affermazione è diimmediata verifica ;
la secondasi prova osservando che dalla
(3.1)
seguementre è
Sia
LEMMA 3.2. Per
ogni ~’
E Rn-1 esiste unelemento (ed
unosolo) xh (~’, ~ ) E -Qiii
tale che
ed è
dove l’ultimo estremo
inferiore
è relativo al variare di tutti icoefficienti
sul corpo
complesso.
Dimostrazione, La
prima
affermazione è conseguenza del fatto cheAh
è un insieme convesso di i
(R),
chiusorispetto
alla norma,~7(~’; ~)
perogni ~’
Sia
poi
N (~’)
ilsottospazio
di(R) generato
dalleÈ Dunque
è il
sottospazio
chiuso di~~(jR) ortogonale
adN (~’),
perogni
Sia
f E
allora N1 se e soltanto se (P EAh
eD’altra
parte
per noti teoremi èove i coefficienti
Ak
possono assumerequalunque
valorecomplesso.
LEMMA 3.3. Siano ~~z ed h interi non
negativi,
h nonsuperiore
ad ’In..Esiste una costante
positiva C1, dipendente
soltanto da m ed h tale chequalunque
siano i numericomplessi ak, k + h,
k =0;
..., m, equalunque
siala
funzione positiva p (t)
decrescenteiínR+ = (o t + oo)
e tale che4-00
Dimostrazione
(5).
Basterà provare il lemmanell’ipotesi
che i coefficienti ak siano tutti reali. Sia e E]0,1[
eE
(s)
è riunione di alpiù
m intervalliaperti disgiunti
di R. SiaT =
(a t ~~
unoqualunque
di tali intervalli e T’ =(0 t fl).
Ilcambiamento di variable 1: = trasforma
l’intervallo
T nell’intervallo l’intervello T’nell’intervallo
~-c’ =10 z 1).
Fissato y
>
1 sianoUtilizzando la formula
interpolatoria
diLagrange,
siottengono
per i coef- ficientib3 ~ j = 0, ,., ~ rra~
di nelpolinomio
aprimo
membro di(3.2)
lemaggiorazioni
con C(j)
costantipositive dipendenti
soltanto daj,
oltre che da m e y.Per j
= h si ottiene alloraÈ poi
per ognuno
degli
intervalli T di cui E(e)
è riunione. Pertanto è(5) Questa dimostrazione mi è stata indicata da Ennio De Giorgi.
e
quindi
qualunque
sianogli
c~k e lafunzione v (t)
soddisfacente alleipotesi
indicate.Da
questa maggiorazione
segue subito l’affermazione del lemma.con
°2
costantepositiva dipendente
soltanto da h.Dimostrazione. Anzitutto per
ogni $’
E èDal lemma 3.2
posto
segue
poi
Dunque
ancora per il lemma 3.2 e per il lemma 3.3 con ~4. Sia
É
immediato cheLEMMA 4.1. Le
funzioni
sono
funzioni
pesotemperate
su Rn-I.’
Mediante la definizione 1.2 restano
quindi definiti gli spazi
Dimostrazione.
La u
è funzione diE’
inRn-1
a valoriper
quasi
tuttigli ~’
E .Rn-1. Per tali~’ poniamo
Dal teorema 3.1 segue
poi
e
quindi
quasi
ovunque in PertantoTEOREMA 4.2. Per
ogni assegnata
esiste una tale cheove
C.
è la costanteche figura
nel l teorema 3.2.Dimostrazione. Poniamo
ove wh
(~’, t) è
la funzione indicata nel teorema 3.2. Perogni quindi
Posto
risulta
pertanto,
perogni ~’ E
COROLLARIO. 4.1.
Qualunque
siano le distribuzionicon
C3
costantepositiva.
Il corollario è immediata conseguenza del teorema 4.2. Basta
prendere
ove le uh sono le funzioni indicate in tale teorema.
indichiamo la restrizione ad
Prolunghiamo
leapplicazioni
su tuttoH. (Rn) ponendo
Dal teorema 4.1 e dal corollario 4.1 segue allora TEOREMA 4.3. Nelle
ipotesi a), b), c), l’applicazione
Nota
(9-12-’66).
Come appare dalladimostrazione,
nel teorema 4.3 alleipotesi a), b), c)
si possono sostituire lea’)
lafunzione
e(E)
è unafunzione
pesotemperata
suR’z ;
Ferrara, Università
(6) Per la densità di c5
(Rn)
inH (R’1)
ed il teorema 4.1 l’applicazioneprolungamento
per continuità adH e (Rn)
d ell’ applicazione(7) Il fatto che l’applicazione indicata, definita in abbia i valori in
- - - - - .- . r.a~ ~ --1 1-1 À
) segue anche dai risultati contenuti in [6]. In [1 J e [b] 0 anche provato ohe l’applicazione u - yo u è lineare e continu (
BIBLIOGRAFIA