A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
S ANDRO F AEDO
Su un teorema di esistenza di calcolo delle variazioni e una proposizione generale di calcolo funzionale
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 12, n
o3-4 (1947), p. 119-133
<
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DELLE VARIAZIONI E UNA PROPOSIZIONE GENERALE
DI CALCOLO FUNZIONALE
di SANDRO FAEDO
(Roma).
In una mia nota
(1)
apparsa nel fascicoloprecedente
dquesti
Annali hodato un teorema di esistenza dell’estremo assoluto in
campi
illimitati che -come mi ha fatto notare S.
CINQUINI -
non è sempre vero nelle condizionigenerali
da meposte.
zEra mia intenzione di
pubblicare
una breve rettifica indicando le ulterioriprecisazioni
da farsi per rendererigorosa
la miadimostrazione ; invece, seguendo
un
consiglio
del mio Maestro L.TONELLI, riespongo
ora il mio lavoro in formacompleta, sopratutto
allo scopo di mettere in evidenza la nuova forma diragio-
namento da me fatta che è suscettibile di
applicazioni
anche ad altritipi
diproblemi ; più precisamente
il detto modo diragionare
sipuò applicare
a tuttiquei problemi
in cui si tratti di dimostrare che una certaproprietà (già
notaquando
legrandezze
che si considerano sonolimitate)
continua a rimanerequando queste
non sonopiù
limitate.Come
esempio
consideriamo unqualunque,
teorema di esistenza del minimo per1’ integrale
che sussista
quando
la curva assolutamente continua C :y=y(x) appartenga
auna classe
completa (2)
di curve di un campo limitatoPer dimostrare
questo
teoremaseguendo
Il metodo diretto di L. TONELLI si dimostra fra 1’ altro che la classe(Ki)
delle curve C per cui èè costituita di curve
equi-assolutamente
continue.(1)
S. F~1ED0 : Su un teorema di esistenza dell’estremo assoluto in ca7npi illimitati.Annali R. Scuola Normale Superiore di Pisa. Serie 2% vol.
XII,
fase. 1, 1943.(2 )
L. TONELLI : Fondamenti di Calcolo delle Variazioni. Vol.20,
pag. 281.Ne segue che per tutte le curve di
(~1)
èdove con
F(N, lVl )
si indica un numero nonnegativo
chedipenderà
oltre cheda N e M dalla
f(x,
y,y’).
Si haanche, posto
per
ogni
curva di(K~).
Togliamo
ora la condizione(1),
cioè il campo non siapiù
limitato e con-sideriamo una classe
completa (.K)
di curve C per cui sia .La sottoclasse
{1~2)
delle curve di(I~)
che verificano la(2)
soddisfa alladove ora
Y(x) può
non essere limitata.Ma se si
può
dedurre cheogni
curva C di(1~2)
per il fatto che soddisfa alla(3) appartiene
a un campolimitato,
cioè che è perogni
curva di(I~2)
allora il minimo di
I ( C)
in(K)
coincide col minimo diI ( C)
in equesto
esiste in
quanto
la classeappartiene
a un campo limitato. Si riesce cosa dedurre il teorema di esistenza per
campi
illimitati daquello
valevole se ilcampo è limifato.
In
questo
modoottengo nel §
1 unaproposizione (teorema A)
che dà unlargo
criterio per estendere i teoremi di esistenza del Calcolo delle Variazioni dacampi
limitati acampi
illimitati e inparticolare
ne deduco(teorema B)
unteorema di esistenza che sostanzialmente era stato
già
ottenuto da S.CINQUINI.
In
queste proposizioni
interviene nna funzioneg(z) legata
allaf(x,
y,y’)
daalcune
proprietà ;
indico(Lemma I)
unprocedimento ’per
costruire lag(z)
inmodo che abbia tutte le dette
proprietà
salvo una ; si decideràpoi
lavalidità
del teorema d’esistenza se la
g(z)
cos costruita verificaquest’ ultima
condizione.È
essenziale inquesto procedimento
di dimostrazione la deduzione della(4)
dalla
(3),
ciò cheottengo
con un lemma che chiamo lemma diGronwall
ge-neralizzato,
inquanto
estende ed affina un notevole lemma di GRONWALL(3)
che è di
grande
utilità in moltequestioni.
(3)
T. H. GRONWALL : Note on the derivatives with respect to a parameter of the solutions of a system of differentialequations.
Ann. ofMath., (2),
20,(1919),
pp.292,
296.Nel § 2,
per mostrare laportata generale
del mioragionamento,
do unanuova
larghissima
estensione del lemma di GRONWALL.Con A
[x, y~],
si indichi un funzionalereale,
cioè un numero realedipen-
dente secondo una data
legge
dal numero reale x e dai valori della funzionecontinua
y(t)
nell’ intervallo(a, x).
L’estensione del lemma di GRONWALL consiste in una
proposizione
chepermette
di dedurre unalimitazione superiore
per tutte le funzioni cheverificano
ladisuguaglianza
Da
questa
formulazionegenerale
del lemma di GRONWALL sipotrebbero
dedurre teoremi d’ esistenza per
campi
illimitatipiù larghi
diquelli
datinel §
1.Per mostrare come
questi procedimenti
abbiano caratteregenerale preferisco
farvedere che si possono ottenere
rapidamente
teoremi di unicità per1’ equazione
funzionale
- - . - -
e in
particolare
perl’ equazione
Per
questa
via sipotrebbero
riottenererapidamente
ipiù
noti criteri diunicità per le
equazioni
differenziali ordinarie(4),
ciò che ometto di fare perragioni
di brevità.~1.
1. -
Indichiamo
conA (n) (5)
un insieme di unospazio
cartesiano(x, y, y’,..., y ~nl~~ )
ad
n + 1 dimensioni,
checontenga
tutti ipropri punti
di accumulazioneposti
al finito. Per
ogni punto
diA (11)
edogni
valore finito diy (n)
è definita unafunzione
f(x,
y,y’,..., y (n»,
continua insieme alla derivataparziale
y,..., Se-..1 " " -
è tale che sia assolutamente continua in
(a, b),
tutti ipunti
(4) Cfr. G. SANSONE : Equazioni differenziali nel campo reale. Vol. 2°, pp. 85-100.
*
(5)
Per le definizioni relative aiproblemi
di Calcolo delle Variazionid’ ordine n,
V.S. CINQUINI : Sopra l’esistenza della soluzione nei problemi di Calcolo delle Variazioni di ordine n. Annali R. Scuola Normale Superiore di
Pisa,
SerieIIa,
Vol.Vo,
1936.appartengano ad A (n)
edf[x, y(x), y’(x),..., y (11) (x) ]
siaintegrabile
in(a, b),
indi-chiamo con
1’ integrale
Dimostriamo anzitutto il LEMMA I : Se
a)
esiste un /numero finito l2 tale che in tutti ipunti
diA (n)
sia-h -- x h ;
~)
esiste una costante1>0
per cuisia,
inogni punto
diA(,,),
y)
èquasi regolare positivo ;
allora,
fissata 2cna costanteL>O,
sipuò
costruire una funzionefinita,
nonnegativa
e nondecrescente,
definita per0 C Y +
00, tale chese è
risulti
Indichiamo con
~4~
laparte
limitata diA (1)
per cui èdove Y è un numero
positivo prefissato.
Sia
punto
diA ~’L~ .
Poichè èquasi regolare positivo
è una funzione non decrescente di
y(11)
equindi,
per la(5),
èSi determini
q > 0
in modo che seè ~ ~~2~ ~ q
siaPer la continuità di f e si
può
determinare un intorno di(zo , vo , YE;.., Yl’~~~»
in modoche,
se(x, y, y’,..., y ~’2-~ ~ )
è unpunto qualunque
di R che
appartiene
ad sia puree
quindi,
per > q,Ne segue, in un
punto
di R e pery (n)
> q,essendo
y ~n~
un conveniente valore di Ma allora èÈ
cosprovato
che tutti ipunti
di R(che appartengono
adgodono
della
proprietà
che pery(n»q
èSi
ricopra ogni punto
di con ilcorrispondente
intorno R. Poichè èchiuso,
per il teorema di PINCHERLE - BOREL esistono un numero finito di intorni R tali cheogni punto
diAtY
è interno ad almeno uno di essi. Se g~1 è ilmaggiore dei q
relativi aquesti R,
ne segue che perè, qualunque
In modo
analogo
si prova che sipuò
determinare un numero taleche,
se èè
Se cp è il
maggiore
fra 991 e ~2 è. perI y (n)
Conveniamo di
prendere
per 99 il numeropiù piccolo possibile.
Ad
ogni
numeropositivo
Ycorrisponde
un campo e aquesto
un nu- mero cp, che è cos funzione diY,
Dal modo in cui si è costruita tale funzione è
finita, positiva
o nulla e nondecrescente.
Si ha che se è
è
purchè
sia anche2. - T. H. GRONWALL ha dato il
seguente
lemma:Se per la
funzione
coniin1Laz(x)
soddisfa alledisugua- glianze
dove ed A sono costanti non
negative,
allora sussiste la limitazioneDimostriamo ora il
LEMMA II
(di Gronwall generalizzato) :
Sia una
funzione
nonnegativa
e non decrescente definita per- 00 z + 00 ed esistano due numeri H e K con per cui sia
allora,
sex,, x x,, +h
la funzionecontinua z(x)
soddisfa alla disu-guaglianza
è anche
per Se è dalla
(7’)
segueConsideriamo la funzione che soddisfa
all’ equazione
differenziale a variabiliseparate
con la condizione
Per la
(8)
esiste in tutto un intorno destroI-’E
di che per 8 - 0 contiene In tale intornoF,,
èInfatti,,
per z-zo è per la(8’)
e
quindi
c’ è tutto un intorno destro di xo in cui è verificata la(12).
Sia x,
ilprimo punto
di in cui èSi avrebbe
perchè
in(xo,
è e la funzione è non decrescente. Ma la(13)
èin contraddizione con la
(10)
a cui deve soddisfare laz(x).
In tuttoI É
sussistequindi
la(12)
perogni e>0
eperciò,
indicata conZi (x)
la soluzione del-l’equazione (11)
per cui è si ha perz(x)
la limitazioneCalcoliamo ~
espressione
diIntegrando
la(11)
si ottieneche definisce
z1 (x) ;
inparticolare
è dato daÈ quindi,
per la(8),
e dalla(14)
segue la(9).
OSSERVAZIONE I. - Se la funzione
g(z)
è tale che sia anchecon
g~(a) ~ 0,
allora comunquegrande
si fissi h sipuò
sempre determinare un numero finito I~ per cui è-
e
per cui vale la(9).
OSSERVAZIONE II. - Se invece è finito
fissato Il si
può
sempre trovare ~ in modo che sia soddisfatta la(9) purchè
siaOSSERVAZIONE III. - Si faccia nel lemma II
si determini
K> H
in modo che siaintegrando
si ottienee
quindi
si ha :Se è
è anche
e si riottiene
cos ,
con una limitazionepiù
forte(6)
il lemma di GRONWALL.3. - TEOREMA A. Se sono soddisfatte le
ipotesi a) (3) y)
del LemmaI;
(5)
esiste una costante N per cui èin ogni punto
di A eogni
* valo1/1e finito diy (n) ;
(s)
Cfr. E. KAMKE : Differentialgleichungen Reeller Funktionen.(Leipzig, 1930),
pag. 93.e) (I~~’2~ )
è una classecompleta
di ordine n(1)
di curveC(n) :
y = y(x) appartenenti
adA ~n~,
per ognuna dellequali
esiste almeno un valore x di cui èr~) posto
essendo la funzione
99L
costruita nel LemmaI ;
allora le curve C della sottoclasse(K,(n»
di per cui èappartengono
tutte a unaparte
timitataA(")
del cainpoA~’2~.
Sia
, ’" ,. --
una
qualunque
curva di e x unqualunque punto
di(a, b)
conx>x- [v. (15)].
Si ottieneDefiniamo la funzione
z(x)
nel modoseguente
sull’ intervallo(3i, b) :
Per x=x è @
si ponga
z(x’)
= maxi y (x) 1
su(-X, x).
Ciò premesso, dividiamo i
punti
dell’ intervallo(~, x)
in due insiemiE1
edE2 .
Un
punto
x starà nell’ insiemeE~
se èSe invece
il
punto x apparterrà
all’ insiemeE2 .
L’ insieme viene cos a coinciderecon l’intervallo
(x, x)
a meno di un insieme di misura nulla.Dalla
(17)
segue(7)
Cfr. S. CINQUINI, loc. cit. in(5).
Nei
punti
di tenuto contodetla (15),
è :pertanto
ipunti
diC (n)
la cui x stain E2, appartengono
al campo definito dalle limitazioni(6).
Poicllè in un
punto E2
èè di conseguenza
Dalla
(18), posto .
si ottieneSia
I>H
un numero per cui siaper la
(16)
K esiste finito. Dalla(19),
per ilLemma II,
è in tutto(5i, b)
in cui K non
dipende
dalla scelta nella classe(I~ln~) ; analogamente
sitrova una limitazione
superiore per ~ valevole
in pureindipendente
da
C~n~ ;
si determina cos un numero D tale che perogni
curvaC~n> : y =y(x)
di
(111’~~)
è .e
quindi,
per le(15),
tutte le curve di(K(» appartengono
ad un campo limitato(8).
4. - Se ora si suppone che per
l’integrale I(C(n)),
sussista un teorema d’esi-stenza del minimo per
campi
limitati e sono soddisfatte le condizioni del teo-rema
A,
se ne deduce che esiste il minimo di anche se il campoA (n)
èillimitato ;
infatti la ricerca del minimo invece che nella classe(K(n» può
farsiin
(K(n»
cheappartiene
a unaparte
limitata diA~n~,
in cui vale il teorema di esistenza.In
particolare
si ha un teorema di esistenza incampi illimitati, sostituendo,
nel teorema A alla condizione
~)
l’altra che sia perogni punto (x,
y,..., di A (n)Infatti,
per icampi
limitati sussiste il teorema di Mc.SHANE-CINQUINI ~5~ :
SeI(C(n»
èquasi regolare positivo ;
se inogni punto (x,
y,...,y~’t))
delcampo limitato
A~I ~
èin
ogni
classecompleta
(l’ordine n di curveC~~~?
esiste il minimo assoluto diNe
segue:«
TEOREMA B. Se sono
soddisfatte
leipotesi a), y), ó), ~),
e se perogni punto (_~V,
y,..., di A (n) èallora in
ogni
classe(K(n»
soddisfacente alla condizioneE)
esiste il mi- nimo assol1.tto di(9).
(8)
Di questo teorema ho fatto una applicazione agli integrali su intervallo infinito nella Nota Un nuovo teorema di esistenza dell’estremo assoluto per gli integrali su un intervallo infinito. Boll. U. M. 1., 1943. Anche in questa nota occorre supporre in modo esplicito chela funzione sia tale che si abbia
-
(9)
S. CINQUINI : Nuovi teoremi di esistenza dell’estremo in campi illimitati per i pro- blemi di Calcolo delle Variazioni di ordine n. Annali R. Scuola NormaleSuperiore
diPisa,
Vol.
VI,
1937, p. 203.§ 2.
Il teorema A si fonda in modo essenziale sul Lemma II
(di Gronwall
ge- tale Lemma sipuò
ancora notevolmenteestendere,
e in talmodo
si
potrebbero
darepiù larghi
teoremi di esistenza dell’ estremo percampi
illi-mitati.
Della
proposizione
che otterremo faremo invece altreapplicazioni,
per mo- strarne l’interesse anche perquestioni
molto diverse dalleprecedenti.
1. - Indichiamo con
A[x,
un funzionalereale,
cioè un numero reale chedipende,
secondo una datalegge,
oltre che dalla x anche dai valori della funzione continuay(t)
per~ Diremo che
ACx,
è non decrescenterispetto
alla y se, perogni coppia
di funzioni continue
y(t), y(t),
conè anche
Supporremo
inoltre che il valoresia
costante,
cioè nondipenda
day(a).
Sussiste il
seguente
TEOREMA C :
Se
è funzionale non decrescenterispetto
alla ye se per la funzione continua
y(x)
èallora è anche
dove
y(x)
è unaqualunque
soluzione continuadell’ equazione funzionale
Infatti la
(20)
dà pere la
(21)
è verificata per x=a;poichè y(x)
ey(x)
sono continue la(21)
èvera in tutto un intorno destro
di a ;
sia x ilprimo, punto,
’
in cui sia
perchè
per èy(x) > y(x)
e A è non decrescenterispetto
ad y ; ma ciò è in contraddizione con la(20).
2. -
Supponiamo
ora che invece della(20)
sussista laSia una
qualunque
soluzione dell’equazione
È
Infatti si ha
e, per il teorema
C,
segue la(22).
Esistequindi
iled è essendo
per
ogni y(x)
che soddisfa alle(20’).
Si ha cos ilTEOREMA D : Se A
[x,
è un funzionale non decrescenterispetto
alla ye se per la funzione continua
y(x)
ène segue essendo ed
OSSERVAZIONE Ia. Se in
questo
teorema si ponesi riottiene il Lemma di GRONWALL
generalizzato.
OSSERVAZIONE II". Se
Y(x)
è la massima fra le soluzioni diè
e
e, per il teorema
C,
da cui segueOSSERVAZIONE IIIa. Nei teoremi C e D si presuppone la risolubilità delle
equazioni
funzionali ivi considerate.3. - Sia
con
B(x, z~]
funzionale non decrescenterispetto
a z eSiano e due distinte soluzioni della
equazione
funzionaleSi ha
e si ha cos una limitazione per il divario fra due distinte soluzioni della
(24).
Per avere un teorema di unicità per la
(24)
basta dare condizioniperchè
sia --_ 0. Perciò è sufficiente assicurarsi che sia una soluzione del-
l’ equazione
-- -che sia
B(x, 0)
=0 e che perl’ equazione
1
sussista un teorema di unicità.
,
Se il funzionale
A[x, y’]
ha laproprietà
che sey(x)
e’(x)
sono due solu-zioni
dell’ equazione (24)
è in tutto un intorno destro di a(oppure y(x) ~ y(x)),
allora pergiungere
a teoremi di unicità’basta
supporre inluogo
della
(23)
ladisuguaglianza
meno rcstrittiva4. - Come
applicazione
consideriamol’equazione
funzionalenella funzione
incognita y(x),
dovef(x)
è una funzioneassegnata
e il nucleou, v, yi,
y2]
è definito in un campo R.TEOREMA : Se esistono un e due funzioni non
negative q>(u)
eqJ(z)
con sommabile in(0, ò)
e non decrescente perz
> 0
cone tali inoltre che per
ogni coppia (x,
u, v, y1,y2), (x,
u, v,yl, y2)
dipunti
di R sza sempre .
allora
l’equazione (25) possiede
alpiù
una soluzione nell’intervallo(0, o).
Supponiamo
che si abbiano in(0, 6)
due distinte soluzioniy,(x)
eY2(X)
della
(25). Segue
dalla(27), posto z(x)
=1 yi (x) - y2 (x) i,
.
Indicata con
zn(x)
una soluzione continuadell’ equazione
per il Teorema C è
z(x)
Ma èNe segue, per ed è lim per la
(26)
en ~ ~