A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
L EONIDA T ONELLI
Sulle equazioni di Eulero nel calcolo delle variazioni
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 4, n
o2 (1935), p. 191-216
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NEL CALCOLO DELLE VARIAZIONI
di LEONIDA TONELLI
(Pisa).
Consideriamo il
primo
deiproblemi
del Calcolo delleVariazioni,
in forma ordi-naria : il
problema
di rendere minimol’ integrale
La
corrispondente equazione
differenziale di EULERO è data dae, relativamente
agli integrali
diquesta equazione,
sonofondamentali,
nella teoria classica del Calcolo delleVariazioni,
alcunequestioni :
l’esistenza e l’unic tà dellacurva
integrale
uscente da unpunto
con datadirezione ;
1’ esistenza e l’unicità della curvaintegrale
che unisce duepunti
sufficientementevicini ;
ladipendenza
e la derivabilità
degli integrali rispetto agli
elementiiniziali ;
la costruzione di un campo di estremali(la
cos detta costruzione diWeierstrass)
ecc. ecc.La
(2)
sisvolge,
comeequazione
differenziale del secondoordine, eseguendo
la derivazione della
/y rispetto
alla x ; e ciòporta (quando
sia a scri-verla nella forma
che consente di risolvere le
questioni
or ora accennate con la immediataappli-
cazione di noti teoremi
generali
sulleequazioni
differenziali ordinarie.Questa appli-
cazione richiede la continuità e la derivabilità del secondo membro della
(3), rispetto agli
elementi daiquali dipende.
Si è cos condotti a supporre che laf(x,
y,y’)
siacontinua insieme con le sue derivate
parziali
deiprimi
treordini,
o,più sempli- cemente,
che laf(x,
y,y’)
e lay’)
siano continue insieme con le loro deri- vateparziali
deiprimi
due ordini.~1)
Soltanto per ragioni di semplicità ci limitiamo qui al primo problema del Calcolodelle Variazioni, ed alla forma ordinaria.
Per altro - come ha osservato
esplicitamente
C. CARATHÉODORY(2)
- se(nell’ipotesi fy’Y’
%0) operando
la trasformazione hamiltoniana si introducono le variabili canoniche e si passa dalla forma(3)
alla forma canonicadove è
(5)
tutte le
questioni più
sopra indicate si risolvono ammettendo solamente l’ esistenzae la continuità delle derivate
parziali
dellaf(x, y, y’)
deiprimi
due ordini(il
cheimplica
anche la continuità della fmedesima).
L’economia che cos si realizza nelle
ipotesi
sulla derivabilità dellat’(x, y, y’) può
essere messa facilmente inevidenza,
anche senza passare a traverso la fun- zione di HAMILTONH(x,
y,q).
Edinfatti, supposto 0,
sipuò
risolvere ri-spetto
allay’
laprima
delle(5)
ottenendoed
anche,
per la(2),
ed il sistema delle
(6)
e(7) (che,
come si verificaimmediatamente,
non è altroche il sistema
(4))
èequivalente
alla(2). Ora,
i secondi membri di(6)
e(7)
presup- pongono soltanto le derivateparziali
delprimo
ordine dellaf(x, y, y’);
ed essi sonoperciò continui,
insieme con le loro derivateparziali
delprimo ordine, quando
la
f(x,
y,y’)
siasupposta
continua insieme con le sue derivateparziali
deiprimi
due ordini.
Pertanto,
ammessaquest’ ultima ipotesi,
i teoremigenerali
sulle equa- zioni differenzialiordinarie,
aiquali
abbiamo allusopiù
sopra, possonoapplicarsi
senz’ altro al sistema
(6), (7);
e ciò basta al nostro scopo.***
Nei miei Fondamenti di Calcolo delle Variazioni ho
mostrato,
in varie occa-sioni, 1’ utilità,
pergli sviluppi
del metodo diretto da meseguito,
di considerarel’equazione
di EULERO(2)
nellaforma,
datale da P. DuBoIs-REYMOND,
che è un’
equazione integro-differenziale
deltipo
di VOLTERRA.(2)
Bemerkung úber die Eulerschen Differentialgleichungen der Variationsrechnung.(Nachrfchten von der Gesellschaft der Wissenschaften zu Gòttingen, Mathematisch-Physika-
lische Klasse, 1931, pp. 40-42).
Nella
presente Memoria,
mi propongo ora di far vedere che la(8) può vantag- giosamente
sostituirsi alla(2)
anche in altrequestioni.
Piùprecisamente, voglio
mostrare che lo studio
dell’ equazione
di EULERO nella forma(8) permette
di.conseguire,
ai fini sopraindicati, quelle economie,
nelleipotesi
sulla derivabilità dellaf(x,
y,y’),
allequali
conduce la forma canonica.Anzi,
come sivedrà,
laforma
(8)
sipresta
in modo del tutto naturale a ridurre ulteriormente leipotesi
in
questione,
in modo da eliminare tuttequelle
che non sembrano strettamenteindispensabili.
***
Contrariamente all’uso
corrente,
nel mio trattatogià
citato hodapprima
stabi-lito I’ esistenza e I’ unicità della curva
integrale
della(2)
che unisce duepunti
suffi-cientemente
vicini;
e ne hopoi
dedotto l’esistenza e l’ unicità della curvaintegrale
che esce da un
punto
con data direzione. E per tuttoquesto
mi sonoappoggiato
ai miei teoremi di esistenza per il minimo dell’
integrale la,
senza far uso dei teo-remi
generali
relativi alI’ esistenzadegli integrali
delleequazioni
differenziali ordi- narie. Il metodo da meseguito ha, fra, l’altro,
ilvantaggio
dicondurre,
nellostesso
tempo,
ai teoremi sull’ estremo « inpiccolo »
ed alleproposizioni
di esi-stenza e unicità sopra indicate
(e,
inparticolar modo,
aquelle
relative alla curvaintegrale
che unisce duepunti vicini)
conipotesi più larghe
diquelle general-
mente ammesse ; ed anche
più larghe
delleipotesi
richieste dall’ uso della formacanonica
(4).
Nelle
pagine
che seguono siprocederà
col metodo dei miei Fondamentí epoi
anche conquello inverso ;
e sivedrà,
peresempio,
che 1’ esistenza e 1’ unicità della curvaintegrale
della(2)
che unisce duepunti
vicini o che esce da unpunto
con data direzione sussistono
supponendo
soltanto laf(x, y, y’) continua,
a derivataparziale fy lipschitziana rispetto
a y ey’,
e con lafy,
a rap-porto incrementale, rispetto
ay’, maggiore
di un numerom > 0
per tuttigli y’
vicini aquelli
che interessano. E si vedrà pure che anchequeste
condi-zioni possono essere
allargate.
Si otterranno cos dei risultati inte-grali la quasi-regolari normali,
che vanno inspecial
modo notati.Per
quanto riguarda
il ricorso alle derivateparziali
seconde dellaf(x,
y,y’),
sembra che esso sia
indispensabile
soltanto per stabilire la derivabilitàdegli
inte-grali
della(2) rispetto agli
elementi iniziali(e
inquelle questioni
chedipendono
da tale
derivabilità).
E va notato che la derivabilitàrispetto
all’ordinata ed al coefficienteangolare
dellatangente
nelpunto
iniziale èindipendente dall’ ipotesi
dell’ esistenza della derivata
fy’x.
Fissatepoi
le condizioni per la derivabilitàdegli
integrali
della(2) rispetto agli
elementiiniziali,
restano fissate anchequelle
per la costruzione deicampi
di estremali.* * *
1. - Definizioni e
ipotesi
fondamentali.Diremo
campo A
un insieme limitato e chiuso dipunti
delpiano (x, y) (piano
riferito ad un sistema di assi cartesiani
ortogonali)
avente deipunti interni ;
e chiameremo
striscia SA
la minima striscia delpiano (x, y),
a latiparaueli
al-1’ asse delle y, che contiene il campo A.
Indicando con
a*,
b* le ascisse minima e massima deipunti
del campoA,
ilati della striscia
SA
saranno le rettex=a*,
z=b*.Un
punto Po=(xo, Yo)
delpiano (x, y)
sarà detto interno al campoA,
rela-tivamente alla striscia
SA,
seappartiene
ad A e se èpossibile
di determinareun numero
positivo
o in modo che tutti ipunti
comuni al cerchio(Po, ~O) (di
centro
Po
eraggio o)
ed alla striscia,~A appartengano
pure ad A.Nel
seguito
indicheremo sempre conAo
un insieme chiusocomposto
tutto dipunti
interni adA,
relativamente alla strisciaSA.
La funzione
f(x,
y,y’),
che considereremo in tutto ilpresente lavoro,
saràsempre definita
(reale
e ad unvalore)
per tutti ipunti (z, y)
del campo A e per tuttigli y’
di un intervallo(IY, Y2’},
finito o infinito. L’insieme di tutte le terne(x,
y,y’},
con(x, y) e y’ appartenenti rispettivamente
alcampo A
ed all’inter- vallo(ÌY, Y2’),
si dirà dominio F.Per tutte le terne
(x, y, y’)
deldominio gf, la f(x,
y,y’)
sisupporrà
finita e
continua,
insieme con le sue derivateparziali fy
efy,.
Ulterioriipo-
tesi sulla
f(x,
y,y’)
saranno fatte man mano che sipresenteranno indispensabili.
Diremo
(con KNESER)
estremale relativa alla funzionef(x,
y,y’)
- o,sempli- cemente, estremale, quando
non possano sorgere confusioni -ogni
curvatutta
appartenente
al campoA,
tale che lay(x) sia,
in tutto(a, b),
continua in-sieme con la sua derivata
(finita) y’(x),
e tale inoltre daverificare,
in tutto(a, b),
le
disuguaglianze ---- Y2’
el’equazione
di EuleroÈ
evidente cheogni
estremale(9)
relativa allaf(x,
y,y’),
soddisfacendo intutto (a, b) all’equazione (10),
verifica anche la(3)
Le derivate si intenderanno come derivate destre in x = a e come derivate sinistre in x - b.Viceversa, ogni
curva come la(9),
cony(x) continua,
in tutto(a, b),
insiemecon la sua derivata
(finita) y’(x),
e tale dasoddisfare,
pure in tutto(a, b),
alle ed alla
(11),
verifica anche la(10)
ed èperciò
un’estremale relativa allaf(x, y, y’).
2. - L’estremo « in
piccolo
per una notevolecategoria
diintegrali 7~.
Diamo innanzi tutto alcune
proposizioni
relative all’ esistenza dell’ estremo «inpiccolo »
perl’integrale Ie.
Laprima
diqueste proposizioni
si riferisce ad unaimportante
classe diintegrali quasi-regolari positivi normali,
tali cioè che per essi l’intervallo(Y/, Y2’)
coincida con(- 00,
+00)
e lafy,(x,
y,y’),
inogni punto (x, y)
delcampo A,
sia funzione sempre crescente dellay’.
Se
l’integrale Io
èquasi-regolare positivo normale;
se, in punto (x, y)
del campoA, è, per ~ --
cx),se è
possibile
di determinarequattro
numerimaggiori
di zero,M, N~, N2, N~,
in modo chesia,
per tutti ipunti (x, y)
diA,
perogni y’
finitoe per tale
che g~ ~ M
e che(x,
y+ ~)
risulti unpunto
diA,
preso comunque un numero
positivo
eo, sipuò
determinarne un altro~, positivo,
in modoche,
essendoPi
eP2
duepunti qualunque,
mente di
Ao
e diA,
distanti fra loro meno di ~ e di ascissediverse,
nella classe di tutte le curve ordinarie
(5)
C checongiungono
ipunti detti,
ne esista almeno una minimante perl’integrale la,
e che tuttequeste
curve minimanti siano delle estremali interne al cerchio
(Pi, eo).
Questa proposizione
discende immediatamente da un teorema di E. J.MCSHANE
(6)
e dalleproposizioni
dei n.~ 1 e 7 della mia Memoria : Sulle pro-prietà
delle estremanti(7),
tenendopresenti
le considerazioni svolte nel n.O91, a)
del Vol. Il dei miei Fondamenti. Si terrà pure
presente
che dalla condizione(12)
segue la
(12’),
eche,
per essereIo quasi-regolare positivo normale,
la tendenzadei 1 fy, i
a 00,per ~
00, risulta uniforme in tutto il campo A.(4) In questo enunciato, la (12) può essere sostituita con la
(5) Tali cioè che appartengano al campo A, che siano rappresentabili nella forma (9),
con y(x) funzione assolutamente continua in (a, b) e con f(x, y(x), y’(x)) integrabile sull’inter- vallo detto.
(6)
Cfr. L. TONELLI: Su gli integrali del Calcolo delle Variazioni in forma ordinaria.(Annali della R. Scuola Norm. Sup. di Pisa, S. II, III (1934), pp. 401-450), n.o 10.
(7)
Annali della R. Scuola Norm. Sup. di Pisa, S. II, Vol. III (1934), pp. 213-237.3. - Oscillazione della
y’(x)
su un’ estrenale.Prima di dare altre
proposizioni analoghe
aquella
del n.o2,
e pergli
ulte-riori
sviluppi
delpresente lavoro,
è necessario di studiare l’oscillazione dellay’(x)
su un’ estremale.
a). Se,
per tutti ipunti (x, y)
delcampo A,
lafy,(x,
y,y’)
è funzionesempre crescente della
y’
in un intervallo( Yi’, Y2’)
contenutoin ( Y1’, Y2’);
scelti ad arbitrio tre numeri
11, ~,2,
li, conli l2 Y2’
e r~ >0,
èsempre
possibile
di determinarne un altro~, positivo,
in modoche,
consi- derata unaqualunque
estremale relativa allaf(x,
y,y’)
tale che su di essa esista un
punto P,,= [x,,, y(xo)]
in cui sia~1 y’(xo) ~~,~,
si
abbia,
per tuttigli
x comuni ai due intervalli(a, b)
e(xo-~, xo+6),
Indichiamo con L un numero
positivo
tale che sia eosserviamo innanzi tutto
che, preso
ad arbitrio un8>0, é
semprepossibile
dideterminare un
o > 0
in modoche,
se in unqualsiasi punto (x, y)
delcampo A,
èper una
coppia yi’,
di valori dell’ intervallo(Al - l, À,2
+1),
risultiEd
infatti,
in casocontrario,
data la continuità della y,y’)
dovrebbero esi- stere almeno unpunto
di A ed unacoppia Y2’
di numeri dell’ inter- vallo(~2013~A2+/)
e soddisfacenti alla in modo da aversiil che è
impossibile perchè
la è sempre funzione crescente dellay’
inqualsiasi punto (x, y)
di A.Osserviamo
poi che,
chiamato E il minore dei duenumeri q e l,
e considerato il numero a chegli corrisponde
secondoquanto
abbiamo detto or ora, sipuò
deter-minare un numero
positivo
p taleche,
perogni coppia yi), (X2, Y2)
dipunti
del campo
A,
distanti fra loro nonpiù di (1,
e perogni y’
dell’intervallo12),
siaIndichiamo, infine,
con .N il massimo modulo della y,y’)
per tutti ipunti (x, y)
del campo A e per tutti
gli y’
dell’ intervallo(li -l, 12
+1),
e con ~ il minore deinumeri
Ciò premesso, considerata 1’ estremale
~
ed il suopunto Po,
determiniamo il massimo intervallo(xo, x,)
di(a, b)
nelquale
vale sempre laL’ascissa x1
coinciderà con xoquando
sia Dicoche,
se non èrisulta
xi >-’- xo + b.
Edinfatti,
si suppongaxi =~-- b
eXi Xo + ~.
In tutto 1’ inter- vallo(xo,
vale la(11)
e si hache
può
scriversiMa,
per la(15),
in(XO, Xi)
è sempreli -- l ~ y’(x) ~ 12 + l,
equindi
Il
punto (Xi’
distadunque
da(xo, y(xo))
menodi e,
ed ècos ,
per la(14),
Dalla
(16)
segueperciò
donde,
per il modo secondo cui è stato determinato a,Ma,
essendosisupposto X1
=Fb,
ènecessariamente,
per la continuità diy’(x~,
Questa
contraddizione prova che o èXi = b
oppure èAnalogamente
si provache,
se(~/, xo)
è il massimo intervallo a sinistra di zo, cheappartiene
ad(a, b)
ed in cui vale sempre la( 15),
o è op- pure èx~’ ~ xo - ó ;
e il teorema è dimostrato.b).
Dallaproposizione
stabilita ina)
discende ilseguente
corollario :Se,
per tutti i(x, y)
del campoy’) è
funzione sempre crescente dellay’
in un intervallo( Yi’, Y2’)
contenuto in(F/y
fissati due n.umeri
li e ~2,
conY1’ ~ ~i ~,~ C Y2’, e
considerato un in-di
estremali,
relative allaf(x, y, y’),
definite ciascuna su unproprio
intervallo e sempre soddisfacenti alledisuguaglianze
le derivate
y’(x)
risultano tutteugualmente
continue suirispettivi
inter-valli di definizione.
4. - Teoremi su 1’ estremo « in
piccolo ».
a).
SeL’ integrale la
èquasi-regolare positivo normale ;
se, in tutto il dominio 5:
esiste,
finita eeontinua,
la derivata par- zialefyy(x,
y,y’);
presi
ad arbitrio tre numeriÅ,~, Å,2,
e, con~, ~N, o > 0,
è semprepossi-
bile di determinarne altri due oo e
do, positivi
e ambedue minori di o, in modoche,
seP1= (xi, Y~)
eP2==(X2’ Y2)
sono duepunti, rispettivamente
di
Ao
e diA,
distanti fra loro meno dióo
e soddisfacenti alledisugua- glianze
(17)
10)
nella classe di tutte le curve ordinarie Cche
licongiungono
eche
giacciono
nel cerchio~P,, oo),
ne esistaalmeno una
minimante perl’ integrale Ic ;
20)
che tuttequeste
curve minimanti siano delle estremali con la derivatay’(x)
sempre compresa fraQuesta proposizione
si dimostra colragionamento
fatto nel n.O 109 del Vol. Ildei miei
Fondamenti,
sostituendo in esso all’uso del lemma del n.O108,
dellostesso
volume, quello
dellaproposizione qui
stabilita al n.O3,
e sfruttando infine nuovamentequesta
ultimaproposizione.
b).
Piùgeneralmente,
si ha :Se,
in un intervallo( Ys’, Y2’)
contenuto in( Y~’, Y~’~,
la derivata par- zialefy,(x,
y,y’)
è funzione sempre crescente dellay’, qualunque
sia ilpunto (x, y)
del campoA ;
se, in tutto il
dominio F esiste,
finita econtinua,
la derivata par-ziale
fy’Y(x,
y,y’);
--presi
ad arbitrio tre numeriÅi, Å.2,
e, conA!i Y2’
e Lo> ar
sene possono sempre determinare altri due 9,, e
ó4, positivi
e ambedue mi-.
nori di ll, in modo
che,
seP, (xi, y1)
e(X2, Y2)
sono duepunti qual- siasi, rispettivamente
diAo
e diA,
distanti fra loro meno di e soddi-sfacenti alle
(17):
1 °)
nella classe di tutte le curve ordinarie 0 che liconginngono,
che
giacciono
nel cerchio(Ps, Qo)
e che hanno la derivatay’(x)
-. consi-derata solo là dove esiste - sempre compresa nell’ intervallo
(~/, Y.~’),
neesista almeno una minimante per
Io ;
2°)
che tuttequeste
curve minimanti siano delle estremali con la derivatay’(x)
sempre compresa fra i numeri(18).
Per la dimostrazione di
questa proposizione
si vedaquanto
è detto nel n.O 110 del Vol. Il dei .Fondamenti.5. - Esistenza dell’ estremale che unisce due
punti
vicini.Le
proposizioni
dei n.i i 2 e 4 danno senz’ altro dei teoremi d’esistenza per l’ estremale che unisce duepunti vicini,
e si ha che :nelle condizioni dei teoremi del n.o 2 e del n.O
4,
esiste sempre almeno un’estremale checongiunge
ipunti P,
eP2
indicati nei teoremistessi,
chegiace
tutta nel cerchio(P,, oo)
eche,
nel caso dei teoremi del n.O4, a)
eb),
ha la derivata
y’(x)
sempre compresa fra i numeri(18).
6. - La condizione di
regolarità a).
Per trattare l’unic tà dell’ estremale che unisce due
punti
vicini occorre enun-ciare una
importante
condizione diregolarità
epremettere
unadisuguaglianza,
che utilizzeremo in
luogo
dellosviluppo
raccorciato del TAYLOR.Diremo
che,
in un intervallo( Y~’, Y2’)
contenuto in(Y/, Y2’),
laf(x, y, y’)
soddisfa alla condizione di
regolarità a)
se, perogni parte
limitata di(Y1’, Y2’),
si
può
assegnare unm>0
tale chequalsiasi coppia y1’, Y2’
di valori diquella parte
renda soddisfatta ladisuguaglianza
in tutti i
punti (x, y)
del campo A.Diremo
poi
chel’integrale Io
èregolare positivo,
se l’intervallo(Yi’, Y2’)
coincide con
( -
00, +(0),
e se laf(x,
y,y’)
soddisfa alla condizione di rego- taritàa)
in tutto l’ intervallo( Ys’, Y2’)
==( -
ce, +(0).
7. -
Dimostrazione
di unadisuguaglianza.
a).
Siav)
una funzione delle due variabili u, v, definita in un certo campo B e in esso continua insieme con lesue
derivateparziali
delprimo
or-dine gu, Se
(no, vo)
è unpunto
delcampo B,
interno a tale campo, per tuttigli h
e k minori in valore assoluto di un certo numero~1,
ilpunto (uo + h,
vo +k)
è anch’ esso 2nterno a
B,
e tale è pure(uo + ht,
vo+ kt),
per tutti i t dell’ inter-4# vallo
(0,1).
Fissata unacoppia h, k, con h ’ d, A
eposto
si ha
e
Ø(t), 4Yt(t)
risultano finite e continuenell’intervallo’(O, 1).
Se alloraponiamo
, ~ -, - - - -
’
otteniamo
e,
integrando
da 0 ad.1,
ossia
Ma è
e tutto ciò vale anche se h e k non sono diversi da zero,
quando
si intenda di dare il valore 0 aquei rapporti qui
scritti che sipresentassero
nella forma 0 : o..:1- - Supponiamo .
ora che esistano tre numeri mi, m2,Mi,
con in modoua aversi
tutte le volte che
(u’, v’), (u", V"), (~’~ V"), (u", v’)
sianoquattro punti
delcampo
B,
conu’ -u"~ 0~, v’-v"~ 0,
e in modo che ilrettangolo
che ha talipunti
come vertici sia tutto costituito dipunti
di B. Si avrà con ciò anche(8) È infatti
e
quindi
donde
b).
Se si suppone, inquanto
abbiamo detto ina),
che sia£e
che,
dipiù,
siabbia,
persi ottiene
Se è
k ~ 0,
dalla(21)
segue che ~espressione
sotto il segno diintegrale
è mag-giore
di zero per0~ly
e si haperciò
8. - Unicità dell’estremale che unisce due
punti
vicini.a).
Sel’ integrale Ie
èregolare positivo (9);
se per
ogni
intervallo finito(A,’, l2’)
si possono determinare due nu- meri mi eMI,
con tali che siaper
ogni coppia
dipunti (x, y i), (x, Y2), distinti,
diuguale ascissa,
appar- tenenti al campoA,
e perogni y’
di(1/, ~2’~;
presi
ad arbitrio due numerili, 12,
conli 12,
se nepuò
sempre dete1"- minare un altro~oQ > 0,
in modoche,
seP~ == (x,, yi)
ePI == (X2, Y2)
sonocon
(9) Vedine 6.
due
punti qualsiasi, rispettivamente
diAo
e diA,
soddisfacenti alle(17),
non possa esistere
più
di un’estremale checongiunga Pi
eP2
e chegiaccia
tutta nel cerchio
(P,, oo).
La dimostrazione di
questa proposizione
si ottiene daquella
del n.O111, b)
del Vol. Il dei Fondamenti sostituendo all’uso del lemma del n.O
108, a),
dellostesso
volume,
e dellosviluppo
delTAYLOR, quello
dellaproposizione qui
stabi-lita al n.O 3 e della
disuguaglianza (20).
b).
Piùgeneralmente
si ha :Se in un intervallo
(Y~’, Y2’) appartenente
a(Y~’, Y2’)
laf(x,
y,y’)
sod-disfa alla condizione di
regolarità a) (n.O 6);
se, per
ogni
intervallo fznito(l~, l2’)
contenuto in(Yi’, Y2’)
si possono determinare due numeri mi eMi,
conMi>0,
tali chevalgano
le(22)
e
(23)
perogni coppia
dipunti (x, (x, Y2), distinti,
diuguale ascissa, appartenenti
al campoA,
e perogni y’
d(~1’,_~,2’);
_presi
ad arbitrio due numerili
el2,
conY~ Y2’,
sipuò
de-terminare un go > 0 in modo
che,
sePs (xí, ys)
eP2 = (x2, Y2)
sono duepunti qualsiasi rispettivamente
diAo
e diA,
soddisfacenti alle(17),
nonpossa esistere
più
di un’estremale checongiunga P,
eP2
e chegiaccia
tutta nel cerchio
oo).
c).
Se nelle(22)
e(23)
è sempreMi =0,
il teorema dato ina)
valeanche se
l’ integrale la,
invece di essereregolare positivo,
è soltantoquasi- regolare positivo
normale. Perprovarlo,
siutilizzerà,
invece della(20),
la(20’).
9. - Esistenza dell’ estremale
passante
per unpunto
con data direzione.Ammesse le
ipotesi
dei teoremi dei n.i4, b)
e8, b);
presi
ad arbitrio tre numeril~’ l2,
Q, con eo > 0,
sipuò
determinare unó > 0
in modoche,
scelti comunque unpunto yo)
di
Ao
ed unyo’
dell’ intervallol2),
esista un’estremaleseinpre soddisfacente alle condizioni
intendendosi di non considerare
quella parte
dell’ intervallo(xo - ~, xo + 8)
even-tualmente esterna a
(a*, b*).
La dimostrazione di
questa proposizione
èuguale
aquella
indicata nel n.°112, a)
del Vol. II dei Fondamenti. Per essa si terrà conto di
quanto
fu stabilitoqui
al n °
3, b).
10. - Dimostrazione diretta dell’ esistenza dell’estremale
passante
per unpunto
con data direzione.Ci
proponiamo
ora di stabilire direttamente laproposizione
del n.°precedente,
e sotto condizioni un
po’ più generali,
deducendola dalla considerazionedell’ equa-
zione
(11).
a). Supponiamo che,
per tutti ipunti (x, y) del campo A,
laf y (x,
y,y’)
sia fun-zione sempre crescente della
y’
in un intervallo(Y~, Y2’) appartenente
a( Yi ’, Y2’).
Cominciamo col considerare un
punto yo)
interno alcampo A,
relativa-mente alla striscia
SA,
conxo b*,
e fissiamo un valoreyo’
tale cheYo’ :~;’.
Per
semplicità
di scrittura supporremoXo =0.
Affermiamo che è
possibile
di determznareun ~ > 0
in modo che esista almeno un’estremaledefinita su tutto l’intervallo
~0, ~)
e soddisfacente alle condizioniFissiamo,
innanzitutto,
un in modo che tutti ipunti (x, y)
soddisfacenti alleappartengano
alcampo A,
e in modo anche che tuttigli y’
taliche appartengano
a( Y1’, 1~~);
e sia M il massimo mo-dulo della
f~~(x, y, y’)
per tutti ipunti (x, y)
e tuttigli y’
ora indicati.Posto
si
può
determinare un1 >
0 in modo chequesta equazione
definisca univocamente lay’
come funzione continua di(x,
y,z):
in tutto il campo B definito da
dove abbiamo
posto
e in modo che sia
Possiamo supporre ed anche
che,
in tutto ilcampo B,
risulti semprePoniamo
Annali della Scuola Norm. Sitp. - Pisa. 14
Sia ora n un numero intero
positivo
tale che 1 : n~,
e definiamo la funzioneponendo
Verifichiamo che è effettivamente
possibile
di definire cos laY1l(x)
in tutto 1’ inter-vallo
(0, b).
In
(0,1/n
la risulta continua insieme con ed èn
e la
risulta calcolata sul
campo B
ed il suo valore è funzione continua di x e veri- fica la(27).
Le(28)
definisconoperciò
la anche in1 2’
.1 2 .. ,
n n)
..
In
n n
n n la risulta continua insieme conyn (x),
la verifica la(30)
e la
yr2(x)
la(29);
valeperciò
la(31)
e 1’espressione (32)
è ancora calcolata sulcampo B e il suo valore è funzione continua di .x e soddisfa la
(27).
.
Cos
proseguendo
si vede che le(28)
definiscono effettivamente layn(x)
sututto l’intervallo
(0, 03B4)
come funzione continua a derivatayn’(x)
continua e inmodo da verificare sempre le
(29)
e(30).
Le
y.(x)
eyn’(x)
risultanopertanto,
per tuttigli
n tali che 1 :n ~ b,
tutteugualmente
limitate in(0, ó);
e ne segue che leyn(x)
sono ivi anche tutteugual-
mente continue. E siccome è
e la m
qui
scritta è sempre calcolata in unpunto del
canepoh’,
ed èdonde le funzioni
risultano tutte
ugualmente continue,
altrettantopuò
dirsi delleYn’ (x).
Sipuò dunque scegliere
nella successione delleYn’(x)
una successioneparziale
uniformemente
convergente
in tutto(0, 6)
verso una funzionecontinua,
che indi-cheremo con
y’x(x).
Allora la successione delleconvergerà
anch’ essa uniformemente verso una funzione continua che avràcome
derivata,
in tutto(O, o), precisamente
lay’,,(x).
E sarà = yo,y’~,,(O) =-- y,,’.
Indicato con il valore
dell’ espressione (32),
si hapoi
perchè
il valore(32)
verifica sempre la(27); mentre,
d’ altraparte, è,
per m- 00,Dunque,
per ~z~c~ dalle(28)
segue, in tutto(O, ~),
e, per le
(25)
e(26),
ossia
e
questo
mostra che la curvaé un’ estremale.
Quanto
abbiamo affermato è cosprovato.
b).
La dimostrazioneprecedente
mostra senz’altro che vale ilseguente
teoieina :l3e,
per tutti ipunti (x, y)
del ca1npoA, la fy,(x,
y,y’)
è semprecrescente della
y’
in uno stesso intervallo(Y1’, Y2’) appartenente
a( Y1’, Y2’);
presi
ad arbitrio tre numeri2,,,, A2,
Q, con~ ~~ ~ Y2’
eo > 0,
sipuò
sempre soddisfaeente alle condizioni
intendendosi anche
qui
di non considerarequella parte
dell’ intervallo eventualmente esterna a(a*, b*).
Questo
teorema siapplica,
inparticolare,
a tuttigli integrali 1ft regolari positivi
normali.11. - Unicità dell’estremale
passante
per unpunto
con data direzione.a). Supponiamo che,
in un intervallo limitato(Y1’, Y2’)
contenuto in( y1’, Y2’),
la
f(x,
y,y’)
soddisfi alla condizione diregolarità a),
e chesia,
perogni coppia (x, y2)
dipunti
del campoA,
diuguale ascissa,
e perogni y’
d~ . ( Y~ , Y2’),
i ~ I H ~ i h B - - ~ Ie, per
ogni punto (x, y)
di A edogni coppia Y2’
di valori dell’intervallo(Y/, Y2’),
Considerato un
punto (x,, yo)
interno al campoA,
relativamente alla strisciaSA,
con xo
b*,
e fissato unyo’
tale cheY1’ yo’ Y2’,
affermiamo che èpossibile
di determinare un
00>
0 in modoche,
se è0
h -00,
non possano esistere due estremali distintedefinite sullo stesso intervallo
(xo,
Xo+ ~)
e soddisfacenti alle condizioniSia 1 un numero
positivo
tale che tutti ipunti (x, y)
soddisfacenti alle+ l, appartengano
al campo A e tale pure che tuttigli y’
soddisfacentialla appartengano
all’ intervallo(F/~ YN’).
Consideriamo unbo posi- tivo,
minore d 1 e sufficientementepiccolo
affinchèogni
estremale uscente dalpunto (xo, yo)
con direzione di coefficienteangolare y,’ abbia,
su tutto l’inter-vallo
(xo,
x, +00),
la derivatay’(x)
sempre compresa nell’ intervallo(yo’ - 1, yo’ + 1):
questo
èpossibile
in virtù del n.° 3.Supponiamo, inoltre, 00
tale che risultidove m
rappresenta
il secondo membro della(19)
relativo a tutto l’intervallo(limitato) (Y/, Y2’).
Ciò
posto,
si supponga che esistano le due estremali~1
e£2 più
sopra indi- cate.Avremo,
per la(11),
su tutto(xo, xo+~),
e sottraendo membro a membro
ed anche
donde segue,
ponendo bY’==YI’-Y2,
e tenendo conto delleipotesi
fatte
(1 °)
xIndichiamo con J il massimo valore
di òy’ I
in(xo,
x, +~),
e sia xi uno deipunti
diquesto
intervallo incui ~ i óy’1 I
assume tale valore ~1. Scrivendo la prece- dentedisuguaglianza
per x==xl, e tenendopresente
che èotteniamo
e, per la seconda delle
(36),
Ma
è,
per la sua stessadefinizione,
Si hadunque A
=0,
vale adire =
0in tutto
(xo,
xo +b),
eperciò
ancheòy * -Y2(X)
10,
e le due estremali£~
e
£2
sonodistinte,
comeappunto
volevamo provare.(i°) Si tenga anche presente quanto si è detto in (8).
b). Quanto
abbiamo dimostrato inc~)
vale anche se, invece delle(33)
e(34),
si hanno le
disuguaglianze
con e
N2(x)
funzioni nonnegative integrabili (nel
senso delLEBESGUE)
in
(a*, b*),
e dipiù
con tale cheEd
infatti, supponendo ~o
sufficientementepiccolo,
si ottiene ora, inluogo
della
(37),
e
quindi
donde d = 0.
c). Quanto
abbiamoprovato
ina)
vale anche se, invecedell’ ipotesi
relativaalla condizione di
regolarità a),
si ammette che ilrapporto
incrementale dellafy, rispetto
allay’
resti sempre, in(Y/, Y~’),
conm > 0
eoppure resti sempre con
m>2N (11).
d).
Dalla dimostrazione data ina)
risulta facilmente ilseguente
teorema :Se,
in un intervallo(Y~, Y2’) appartenente
ad( ~ 1’, Y~’),
laf(x,
y,y’)
soddisfa alla condizione di
regolarità ci);
se, per tutti i
punti (x, y)
del A e per tuttigli y’
diogni
vallo finito
(l~, l2’)
contenuto in( Y~’, Y~’),
laf,,(x,
y,y’)
èlipschitziana rispetto
alla y ed allay’;
’
presi
ad arbitrio due numerili
e22,
conY~’ li 22 può
deter-minare un
ó,,
in modoche,
se è0 ó ~o,
scelti comunque unpunto Po (x,,, yo)
diAo
ed unyo’
dell’ intervallo(Al, Â.2),
non possa esisterepiù
di un’estremale
passante
per ilpunto Po, avente,
per x=xo, la derivatay’(x) nguale
ayo’,
e definita su tutta laparte
dell’intervallo(xo - ó,
Xo +b)
con-tenuta in
(a*, b*).
’12. - Continuità delle estremali
rispetto agli
eleuienti iniziali.Ammesse le
ipotesi
del teorema di unicità del n.O11, d);
Ciò si applica, per esempio, se è
con-
scelti ad arbitrio tre numeri
2,, Â2,
(1,)"1 Y2’
eo > 0,
sipuò
determinare unh> 0
in modoche,
s6è una
qualunque
estremale costituita tutta dipunti
diA0
e soddisfacentesu tutto
(ao, bo)
alla condizionese
yj) è
unpunto
del campo A distante daPo == (ao, yo(ao))
nonpiù di ó, e
se un valore taleche
L’ estremate]E 1
7uscente da
P,
con direzione di coefficienteangolare y,’,
esista su tuttala
parte
dell’intervallo(ao, bo ~ ~)
contenuta in(a*, b*),
ed sututta la
parte indicata,
alt’ intorno(Q)2
della£0 (12).
Sia Qi i un numero
positivo ~O,
tale cheYs’ ~,~ - o, ~2 ~ p~ F/
e tale pure che tutti ipunti
di A distanti da almeno unpunto
diAo
nonpiù
di201
risul-tino interni ad
A,
relativamente alla strisciaSA.
Siapoi
o2 un altro numeropositivo ~i:2.
In virtù dei teoremi dei n.~10, b),
e11, d),
èpossibile
di deter-minare un numero
1>0
in modoche,
seP= (~, y)
è unpunto
del campo A distante da unpunto
diAo
nonpiù
di O2, e sempre esista un’ estre-male 3E
uscente daP
con direzione di coefficienteangolare y’,
contenuto nell’in-tervallo
(2i - Q2, 03BB2 + g2),
e tale estremale risulti definita su tutta laparte
del-l’intervallo
l)
contenuta in(a*, b*),
e sia unica suquesta parte.
Possiamoanche
imporre
ad 1 di esser taleche,
sullaparte
di(iii, lii
+l) indicata,
laE
abbia lay’(x)
sempre znterna all’ intervallo(~2013~2,
Supponiamo
ora che il teorema enunciato non sia vero.Allora,
incorrispon-
denza ad
ogni
numero interopositivo
n,potremo scegliere:
1~)
un’ estremalecostituita tutta di
punti
diAo
e soddisfacente in tuttoho, n)
alla2°)
un delcampo A,
distante danon
più di Q2 : n;
3°)
unyn’
taleche I Yn’ -y’ o, n(ao, n)
n ;in modo
che,
considerata 1’ estremale uscente daPi, H
con direzione di coeffi-ciente
angolare
eprolungata
ilpiù possibile
nel senso delle xcrescenti,
edetto il massimo arco della
En
cheparte
da e cheappartiene
all’ in----
(12) Per la definizione di intorno (9)’2 della £0’ vedasi Fondamenti, Vol. 11, p. 357.
torno
(oi)2
della se l’ ascissa:in
del secondopunto
terminale diJEn
yoppure all’intorno
(Q,)’
dell’arco della cheparte
da ed ha il secondopunto
terminale di ascissaxn,
se è risultie risulti anche
soddisfatta, qualora
sia almeno una delle dueuguaglianze
dove si è indicata con
Y=Yn(x) l’ equazione
diSi osservi
che,
se è per n sufficientementegrande
dovrà esseresoddisfatta almeno una delle due
uguaglianze
e, se è dovrà essere soddisfatta almeno una delle due
Dalla
proposizione
del n.°3, b),
segue che le derivate ey,L’(x)
sono tutteugualmente
continue suirispettivi
intervalli didefinizione;
e siccome sono ancheugualmente limitate,
come le ne viene che dalla successionedegli
indici n se ne
può
estrarre un’ altra(m=: 1, 2,....)
in modo che :1°) gli
inter-valli convergano
rispertivamente
a due intervallilimiti
(X~, 00,
ambedue nonnulli ; 2°)
leYo,nm(x)
eYnm(x)
convergano uniformemente a due funzioni e date
rispettivamente
su
b.,.)
ezoo); 3°)
le ey’nm(x)
convergano uniforme- mente versoy’ oo(x), rispettivamente.
Ora le curve
sono due
estremali ;
i loropunti
iniziali coincidono(onde ao, 00 = Xi, 00), e in questi punti
esse hanno la stessatangente.
Dipiù,
è~~ bo~ ~, e
si haD’ altra
parte,
deve valere almeno una delleuguaglianze
Siamo