A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
L ANDOLINO G IULIANO
Sulle condizioni sufficienti per la semicontinuità degli integrali doppi del calcolo delle variazioni
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 10, n
o1 (1941), p. 37-55
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PER LA SEMICONTINUITÀ DEGLI INTEGRALI DOPPI DEL CALCOLO DELLE VARIAZIONI (*)
di LANDOLINO GIULIANO
(Pisa).
In una sua Memoria del 1934
(1),
ilTONELLI, riprendendo,
fral’altro,
ladimostrazione della semicontinuità
degli integrali
curvilinei del Calcolo delle Va- riazioniquasi-regolari
seminormali in formaordinaria,
ha mostrato come si possacondurre,
per taliintegrali,
la dimostrazione stessa in modosemplice
e senzal’ ipo-
tesi per la funzione
f(x,
y,y’)
delfesistenza e della continuità della sua derivataparziale
y,y’), ipotesi
cheEgli
avevagià
ammessa nel Suo libro: Fonda- menti di Calcolo delle Variazioni(2)
pergli integrali
soltantoquasi-regolari.
In
questo lavoro,
estendendoopportunamente
ilprocedimento
delTONELLI,
si esamina
l’ analoga questione
pergli integrali doppi
del Calcolo delle Variazioni in forma ordinaria e si prova come, pergli integrali quasi-regolari
seminormali(che
vengonoqui
definiti per mezzo della funzione 0 diWEIERSTRASS,
in mododa non supporre l’esistenza delle derivate
parziali f~,~,, fpq, fqq
della funzioney, z ~?,
" valga,
sotto le ulterioriipotesi
ammesse dal TONELLI in una Sua fondamentale Memoria(3),
lasemicontinuità, indipendentemente
dall’ esistenza edalla continuità delle derivate
parziali fpx, fqy
della funzionef(x,
y, z, p,q),
esistenza e continuità di cui il TONELLI si era servito nella Memoria ora citata
e per
gli integrali
soltantoquasi-regolari.
(*) Lavoro eseguito nel Seminario di Alta Matematica della R. Scuola Normale Superiore
di Pisa.
(1) L. TONELLI : Su gli integrali del Calcolo delle Variazioni in forma ordinaria. Annali della R. Scuola Normale Superiore di Pisa. Vol. 111, 1934, fase. III-IV, pp. 401-450, in particolare pp. 405-413.
(2) L. TONELLI : Fondamentí di Calcolo delle Variazioni. 2 volumi, Zanichelli, Bologna,
1922 e 1924, cfr. Vol. I, pag. 397.
(3)
L. TONELLI: S’ur la semieontinuité des intégrales doubles du Calcul des Variations.Acta Mathematica, T. 53 (1929), pp. 325-346, cfr. n., 13 e n.° 14.
Il TONELLI ha dato, in tale Memoria, della semicontinuità degli integrali quasi-regolari,
un’ altra dimostrazione (cfr. n.° 8) dove 1’ ipotesi dell’ esistenza e della continuità delle fqy
viene sostituita da un’ altra, riguardante il comportamento della funzione f(x, y, z, p, q) per
p 2+ q2 -
+00.Il
ragionamento
che abbiamoadoperato
è notevole per la suasemplicità
edè basato su un lemma che ne estende un altro
sugli integrali curvilinei,
datodal TONELLI
(4).
Ci
occupiamo qui
soltanto della semicontinuità inferiore bastando(come
accadeper
gli integrali curvilinei),
per ottenere i teoremianaloghi
per la semicontinuitàsuperiore,
cambiare il senso dellediseguaglianze
chefigurano negli
enunciatiche daremo.
1. - La funzione
f(x, y,
z, p,q)
el’integrale ID(z) (5).
Sia
f(x,
y, z, p,q)
una funzione(reale)
finita e continua con le sue derivateparziali fp, fq, (s)
perogni punto (x, y)
di un dominioaperto
e limitato D(di
cui diciamo D il dominio chiuso
corrispondente,
costituito daipunti
di D e dellasua frontiera
(7))
e perogni
valore(reale)
finitodi z,
p, q.Si consideri la classe C delle funzioni definite e assolutamente continue
(secondo TONELLI)
in D e tali che1’ integrale doppio (nel
senso delLEBESGUE)
(ove
si èposto
perogni punto
di D in cuiesistono finite
negli
altripunti
diD)
sia finito.Considerato un
punto (xo,
yo,zo)
tale che(xo , ya)
sia unpunto
di D e unsistema di assi cartesiani
ortogonali (p,
q,2~)
diciamofigurativa
della funzionef(x,
y, z, p,q)
relativa alpunto (xo,
yo,zo),
lasuperficie definita, rispetto agli
assi p, q, u, da -
Il
piano tangente
ad essa nelpunto (p, q, u=f(xo,
yo, zo,p, q»
ha perequazione
y q)
+ Yo, zo,y
zo,p, q).
La differenza fra la u della
figurativa
e di talepiano tangente,
nelpunto (p,
q,u),
è espressa da :dove 5
è
la nota funzione di WEIERSTRASS.(4) Cfr. loc. cit. in
(i),
pag. 405.(5) Cfr. loc. cit. in
(3), §
1, n.° 1, 2, 3, 4.(6) Vedi Osservazione al n. 10.
(1)
frontiera di D è il luogo dei punti di accumulazione di D non facenti parte di D.Diremo
ID(z)
unintegrale quas2-regotare positivo (negativo)
se èper
qualsiasi punto (x, y)
di D e per tutti i valori finitidi z, p, q, p, q;
Iodiremo
quasi-regolare positivo (negativo)
seminormale se èquasi-regolare positivo (negativo)
e se,inoltre,
perogni punto (x,
y,z)
tale che(x, y)
appar-tenga
a D esiste almeno unacoppia (p, q)
tale che siaper tutte le
coppie (p, q)
distinte dallacoppia (py q) ;
lo diremo infinequasi- regolare positivo (negativo)
normale seè, qualunque
sianop, q :
per
ogni coppia (p, q)
distinta dallacoppia 7])
e inogni punto (x, y, z)
taleche
(x, y) appartenga
a D.Diremo
ID(z)
unintegrale
semicontinuo inferiormente(superiormente)
se, data unaqualunque
funzionezo(x, y)
della classe C e un s > 0 adarbitrio,
sipuò
determinare 0 in modo che si abbiaper tutte le funzioni
z(x, y)
della classeC,
soddisfacenti in tutti ipunti D,
alladiseguaglianza :
i’ , , , 1 1 , , IIOSSERVAZIONE La - Se
ID(z)
è unintegrale quasi-regolare seminormale,
la
figurativa, rispetto agli
assiortogonali
p, q, u :relativa a un
punto qualunque (xo,
yo,zo)
con(xo, yo) appartenente a D,
non contiene alcuna retta. ,
Supponiamo
chel’integrale
siaquasi-regolare positivo, (per
fissare leidee),
seminormale. Esisterà allora unacoppia (p-, (j)
tale che ilpiano
atangente
alla
figurativa (A)
nelpunto P corrispondente
a talecoppia
lascia al di sopra lasuperficie (A)
collaquale
ha a comune il solopunto
P. Seè
l’equazione
delpiano
a,posto
sarà u=O
l’equazione
delpiano tangente
allasuperficie
nel
punto
Mcorrispondente
allacoppia q)
e ilpiano
u =-- 0 lascierà al di sopra lasuperficie (B )
collaquale
ha a comune il solopunto
M. Basterà provareche la
superficie (B)
non contiene alcuna retta. Una eventuale retta s della(B)
non
può giacere
sulpiano u=0,
altrimentiquesto piano
avrebbe altripunti
acomune colla
(B)
oltreM,
nèpotrà
incontrare ilpiano
u=0perchè,
in tal caso, la(B)
avrebbepunti
al di sotto di talepiano.
Siaadunque,
sepossibile,
la sparallela
alpiano
u=o. Si conduca per ilpunto
lVl laperpendicolare r
alpiano
u=0 e si consideri il fascio dipiani
di asse r, il cuipiano v generico
incontrala
(B)
secondo una curva r che nonpotrà
averepunti
al di sotto diogni
suatangente;
se èpoi
M’ ilpunto
di intersezione di I’ con la retta s, la cui distanza dalpiano
u=0 diciamod,
ipunti
di 1’compresi
fra M e M’ hanno dalpiano
u=0 distanze minori di d. Detta r la curva intersezione delpiano v
del fascio sopraconsiderato, parallelo
alla retta s,quando v
tende av,
la curva f tendealla curva h. Si
deduce,
tenendopresente quanto
si è sopraosservato,
cheogni punto
di r dovrà avere dalpiano
u=0 distanza minore oeguale
a d eciò è
evidentemente assurdo.
OSSERVAZIONE ILa - La definizione sopra data di
integrale quasi-regolare seminormale,
nel casodegli integrali
curvilinei nelpiano,
èperfettamente equivalente
aquella
di TONELLI.Sia A un campo del
piano (x, y)
contenente tutti i suoipunti
di accumu-lazione
(al finito)
perogni punto
delquale
e perogni
valore(reale)
finito diy’
sia definita una funzione
(reale) f(x,
y,y’)
finita e continua insieme colla suaderivata
parziale fy~(x, y, y’).
Se
(xo, yo)
è unpunto
diA,
dicesifigurativa
dellaf(x,
y,y’)
relativa alpunto (xo , yo)
la curva,rispetto agli
assi cartesianiortogonali y’,
u :Considerata una curva
C, appartenente
alcampo A, rappresentata
nella forma:con
y(x)
funzione assolutamente continua in(a, b)
e taleche,
in tuttoquesto intervallo,
risultiintegrabile (nel
senso delLEBESGUE)
la funzionef(x, y(x), y’(x))
e
posto
hil TONELLI chiama
Io
unintegrale quasi-regolare positivo (negativo)
semi-normale se, per
ogni punto (x, y)
del campoA,
lacorrispondente figurativa
della
f(x,
y,y’)
è una curva non riducentesi ad una retta e non aventepunti
al di sotto
(al
disopra)
diogni
suatangente.
La definizione di
integrale quasi-regolare positivo (negativo)
seminormale da noiposta,
nel casodegli integrali
curvilinei nelpiano, esige
che perogni punto (x, y)
del campo A lacorrispondente figurativa
dellaf(x,
y,y’)
sia unacurva che non abbia
punti
al di sotto(al
disopra)
diogni
suatangente
einoltre che esista àlmeno una sua
tangente
avente soltanto unpunto
a comunecon la
figurativa
stessa.È chiaro, intanto,
come dalla nostra definizione ne discendaquella
di TONELLI.Viceversa,
si suppongaIe quasi-regolare positivo (per
fissare leidee)
semi-normale,
secondo TONELLI.Consideriamo,
nelpiano (y’, u)
lafigurativa
della
f(x, y, y’)
relativa alpunto (xo, yo)
di A. Poichè r non è unaretta,
esiste-ranno due suoi
punti
P eQ, corrispondenti rispettivamente
a due valoriy1’
ey2’
diy’,
con e tali chese t~
et2
sono le relativetangenti
dellar, queste tangenti
risultano distinte. Detto ilpunto più
a destra a comune frala
retta t1
e la curva r e N ilpunto più
a sinistra a comune fra la rettat2
e la curva
r,
è ll distinto daN,
per, lasupposta
esistenza dellafy’(xo,
yo,y’).
Se ammettiamo che non esista alcuna
tangente
alla curva h non avente con 1-’nessun altro
punto
a comune, oltrequello
dicontatto,
ipunti
a comune dellacurva F con
ogni tangente
ai varipunti
dell’ arco 1UN formeranno unsegmento (necessariamente finito)
non nullo. Talisegmenti
non hanno alcunpunto
a comune"
fra di loro
(nemmeno gli estremi,
perl’ipotesi
che esista lafy’(xo,
yo,y’))
e, perun teorema di
CANTOR,
saranno alpiù
una infinità numerabile. Ipunti
del-1’ arco IVIN che non sono interni a nessuno di essi costituiscono
pertanto
uninsieme chiuso E di cui la totalità dei
segmenti
è la totalitàdegli
archicontigui.
E è
privo
dipunti
isolati e risultaquindi perfetto
eperciò
non numerabile.D’altra
parte,
perquanto
si è ammesso, F coincide congli
estremi dei suoi intervallicontigui
e deve essere numerabile.Dunque l’ipotesi
ammessa deveessere
respinta.
2. - Lemma. Se
ID(z)
è unintegrale quasi-regolare positivo
seminor-male,
preso ad arbitrioun 8> 0,
perogni punto (Xo,
yo,zo),
essendo(xo, y,,)
un
punto
di D e perogni coppia
di valori(p, -q),
sipuò
determinare(almeno)
unaquaterna
di numeriÀ,
p, v, o con(2 > 0,
in mo doche,
inogni punto (x,
y,z)
tale che(x, y) appartenga
a D e sia distante da(xo,
yo,zo)
non
più di
~, siaqualunque
siano p, q e~
(8) Per gli integrali quasi-regolari positivi normali, questo lemma è contenuto in quello
dato da S. CINQUINI: Condizioni sufficienti per la semicontinuità, nel Calcolo delle Varia- zioni. Annali della R. Scuola Normale Superiore di Pisa, 1933, Vol. II, Serie, Il, p. 43.
Consideriamo la
figurativa
dellaf(x,
y, z, p,q)
relativa alpunto (xo,
ya,zo):
riferita
agli
assi cartesianiortogonali (p, q, u).
Nel
punto P
dellafigurativa corrispondente
allacoppia (p, q)
sia n ilpiano tangente
allafigurativa
stessa. Essendol’integrale ID(z) quasi-regolare positivo,
la
superficie (3)
non hapunti
al di sotto di ~.a) Supponiamo,
inprimo luogo,
che lafigurativa (3)
e ilpiano
abbianoin comune il solo
punto
P.Detta
l’equazione
di nsarà,
perogni coppia (p, q)
distinta dallacoppia (p-, 0) :
e si
può,
per la continuità dellaf(x,
y, z, p,q),
scelto s >0,
determinare un (21 > 0 tale chepér ogni coppia (p, q)
che soddisfi allarisulti
Posto si
avrà,
perogni coppia ( p, q)
or oraindicata,
anchee, per la continuità della
f(x,
y, z, p,q),
sipotrà scegliere
un (2 >0,
tale che siae
per tutti i
punti (x, y, z)
distanti da(xo,.
yo,zo)
nonpiù di e
e tali che(x, y) appartenga
a D e perogni coppia (p, q)
che soddisfi alla(4).
Indichiamo con z il
piano
diequazione
e si dica il cerchio sul
piano (p, q)
di centro(p, (j)
eraggio
Siconsideri,
sulla
figurativa
relativa alpunto (xo,
yo,zo),
la curvaluogo
deipunti
P’ chesi
proiettano ortogonalmente
neipunti
della circonferenza di Q.Ognuno
dei semi-raggi r’
che uniscono ilpunto
P coi varipunti
P’ resta tutto al di sopra delpiano
z e, se o è sufficientementepiccolo,
lo stesso accadrà deisemiraggi analoghi agli
r’ e relativi allafigurativa corrispondente
alpunto (x,
y,z)
distante da(xo,
yo,zo)
nonpiù di o
e con(x, y) appartenente
a D.Pertanto,
laparte
di tale ultimafigurativa corrispondente
allecoppie (p, q)
soddisfacenti alla
disuguaglianza :
resterà
completamente
al di sopradi z,
ossia per talicoppie (p, q)
èche insieme con la
(7)
dimostra le(1)
e(2).
b) Supponiamo
ora che lasuperficie (3)
e ilpiano n
abbiano in comunepiù
di unpunto.
Detto I l’insieme di talipunti,
facili considerazioni mostrano :se I rimane
completamente
alfinito,
esso costituisce :1)
un campopiano
chiuso convesso limitato da una curva continua echiusa ~’
2)
oppure: unsegmento rettilineo;
e se I ha
punti
all’infinito :3)
unaparte
delpiano
di cui non faparte
alcuna retta(9),
limitatada una curva continua convessa JT estendentesi all’infinito
4)
oppure : una semiretta.Nel caso
1),
detta r’ laproiezione ortogonale
della curva I’ sulpiano (p, q)
e fissato un
punto
M interno al campopiano
racchiuso daI’’,
si dica r’ lacurva omotetica di T’
rispetto
ad M e conrapporto
di omotetiaeguale
acon g1 >
0 ;
sidetermini g1
sufficientementepiccolo
in modo chevalga
la(5)
e
quindi
la(6)
per tutte lecoppie ( p, q) corrispondenti
aipunti
cheappartengono
al campo
piano
racchiuso da 1°’ e siripeta
ilragionamento
fatto ina)
sosti-tuendo alla circonferenza di S~ la curva
7~:
si conclude che sipuò
determinareun
o’
> O taleche,
se(x, y, z)
è unpunto
distante da(xo ,
Yo,zo)
nonpiù
di(2’
e con
(x, y) appartenente
aD, valga
la(1) qualunque
siano p, q e la(2)
per tutte lecoppie (p, q) corrispondenti
aipunti
del campo racchiuso da jT".Ogni altro
> 0 e che sia minore oeguale
ae’
e minore oeguale
alla minima distanzadel
punto 0)
daipunti
di .r’ è tale che inogni punto (x, y, z)
con(x, y) appartenente
a D e distante da(xo,
yo,zo)
nonpiù di Q
vale la(1) qualunque
siano e la
(2)
se è(p2013-p)~+(~2013~~.
Nel caso
2)
è chiaro come si dovrà modificare ilragionamento precedente.
Nel caso
3)
si dica ancora I-’’ la curvaproiezione ortogonale
sulpiano (p, q)
della curva
r ;
detto M’ unpunto
delpiano (py q)
nonappartenente
a F, eproiezione ortogonale
di unpunto
lVl dell’ insiemeI,
sia r’ la curva delpiano (p, q)
omotetica di 1’’
rispetto
ad M’ e conrapporto
di omotetiaeguale
a1 +éi
conO~ > 0. Sia
poi
la curva delpiano
n che ha comeproiezione ortogonale
sul (9) Si tenga presente 1’ oss. la del n. 1.piano (~ro, q)
la curva T’.L’ angolo
a, sulpiano
~, di lati r1 e rz e di verticeP,
contenente tutte le
semirette,
uscenti daP,
facentiparte
dell’ insieme I è neces-sariamente minore di un
angolo piatto,
altrimenti dell’insieme I farebberoparte
delle rette. Si
dica t1
la sua bisettricee t2
làperpendicolare,
sulpiano n,
peril
punto P,
allati.
Siapoi,
sulpiano
yr,À
unangolo,
di vertice P e di latir,
e minore di unangolo piatto
e contenente nel suo interno tutti ipunti dell’angolo
a, escluso ilpunto
P(vedi figura 1).
Sia P’ la
proiezione ortogonale,
sulpiano (p, q),
delpunto P ; t~
et2’
rispettivamente
leproiezioni ortogonali,
sulpiano (p, q),
dellerette ti
e t2 eFi’
er2’ rispettivamente
leproiezioni ortogonali,
sulpiano (p, q),
dei lati~1
er2
FIG. 1. FIG. 2.
dell’ angolo 03B2.
Se A e B sono ipunti
di intersezione della curva 1-" con le semi- retter1’
er2’ rispettivamente,
sicongiunga,
mediante unsegmento rettilineo, A
con B e si consideri il campo
piano
A limitato dalsegmento
AB e dall’ arco ACEDB di r’(vedi figura 2).
Avendo indicato con
l’equazione
delpiano n, risulta,
perogni p
e q,e d è funzione continua in
qualunque
insieme limitato e chiuso delpiano (p, q).
Sia allora
0(
>0)
il massimo di Alungo
la curva chiusaA CEDBA,
contornodel campo A e
cp( > 0)
il minimo di Alungo
la curvaaperta
A CEDB.È ø,
e & e
quindi 99
tendono a zeroquando
tende a zero. Scelto s >O,
si deter-mini 9, in modo che sia
2cp + 2 ~ C ~
e si fissi il campo A.Se
è ilpiano,
parallelo
diequazione
e 03C02 il
piano, parallelo
a n, diequazione
la
parte
dellafigurativa (3)
che ha comeproiezione ortogonale
sulpiano (p, q)
ilcampo d rimane al di sopra del
piano
~c2 e al di sotto delpiano
Sia oraLo
la -curva dellafigurativa (3)
che ha comeproiezione ortogonale
sulpiano (p, q)
la curva chiusa A CEDBA e indichiamo con
vo
lasuperficie
conica di vertice Pformata dai
raggi
uscenti da P eappoggiantesi
suLo.
Si dicat
laparallela alla t2 giacente
sulpiano
n2 epassante
per ilpunto (p, q, - 2g~)
esi faccia ruotare il
piano n2
intorno alla t in modoche,
detta r2 la nuova po- sizione assunta da 03C02 , z2 non incontri la curvar
delpiano n,
lasci al di sopra lasuperficie Yo ,
di cui nessunraggio
risulteràpertanto parallelo
a z2 e in modoche,
detta - ~ _l’equazione
di se zi è ilpiano, parallelo
a diequazione
la
parte
dellafigurativa (3)
che ha comeproiezione ortogonale
sulpiano (p, q)
il
campo A, rimanga
al di sopra delpiano
z2 e al di sotto delpiano
z1. Fis- sati il campo ~1 e ipiani
zi e ’C2, come ora si èdetto,
e considerata lafigu-
rativa F della
f(x,
y, z, p,q)
relativa alpunto (x,
y,z)
distante da(zo ,
yo,zo)
non
più
dio’
e con(x, y) appartenente
aD,
seo’
è sufficientementepiccolo, potrà
affermarsi :1°)
laparte
di F che siproietta ortogonalmente
sul campo ~1 delpiano (p, q)
rimarrà al di sopra del
piano
z2 e al di sotto delpiano
-rí.2°)
lasuperficie
conica Yanaloga
allavo
e relativa alla F resterà al disopra di zz onde resterà al di sopra di T2 anche la
parte
dellafigurativa F
checorrisponde
aipunti (p, q)
che nonappartengono
aA, poichè questa parte
di Fè al di sopra o sulla
superficie
F.Detto ora
Ti
i ilpiano
diequazione
se e è minore di
Q’
e della minima distanza delpunto
P’ daipunti
della curvaA CEDBA,
si concludeche,
se(x,
y,z)
è unpunto
distante da(xo,
yo,zo)
nonpiù di e
e tale che(x, y) appartenga
aD, quella parte
dellafigurativa
F rela-tiva a
questo punto
e checorrisponde
allecoppie (p, q)
soddisfacenti alla disu-guaglianza
rimane al di sotto del
piano z1,
cioèè,
per talicoppie,
mentre la F rimane
completamente
al di sopra delpiano
’l2, vale a direè,
qua-lunque
sia lacoppia (p, q) :
e il lemma enunciato è cos
provato,
nel casoqui
considerato.È chiaro, infine,
come dovrà condursi ilragionamento
nel caso4).
3. - Teorema.
Supposto
sempre inD,
e perogni
valore finito di z, p, q :con N numero
fisso,
seID(z)
è unintegrale quasi-regolare positivo
semi-normale,
esso è semicontinuo inferiormente.Se
So : z=zo(x, y),
con(x, y) appartenente
aD,
è unaqualunque superficie
della classe
C,
ciproponiamo
di dimostrare chel’integrale ID(z)
è semicontinuo inferiormente su talesuperficie.
Sia
Q
unquadrato
a latiparalleli agli
assi x e y, contenente il campoD;
si divida
Q
in 4nquadrati uguali (n
interopositivo)
medianteparallele agli
assie di
questi quadrati
si considerinoquelli (lati compresi)
i cuipunti
sono tuttipunti
di D. SiaDn
l’insieme(limitato
echiuso)
costituito da tutti i loropunti.
Tenendo
presente l’ipotesi (9),
come haprovato
il TONELLI(1°),
per dimostrare la semicontinuità inferioredell’integrale ID(zo),
basta dimostrare la semiconti- nuità inferioredell’integrale
Tengasi presente
il lemma del n.O 2: unsemplice
ben notoragionamento (1i)
mostra allora che si
può decomporre Dn
in un numero finito direttangoli Ai, A2,...., Llm
a latiparalleli agli
assi x e y e che si possono determinare un numeropositivo Q
e mtérne
di numeriÅr, (r=1,...., m)
in modoche,
detta
So~ r
laparte
dellasuperficie So
che haLlr
comeproiezione ortogonale
sulpiano (x, y),
perogni punto (x,
y,z) appartenente
all’intorno«(2) (12)
di8,,,.
etale che
(x, y)
sia unpunto
diDn,
e per tutte lecoppie (p, q),
si abbiaCome è
chiaro,
ci sipuò
senz’altro limitare a dimostrare la semicontinuità inferioredell’ integrale IA,(zo)
esteso a unqualunque rettangolo Ar.
(io) Cfr. loc. cit. in
(3),
n.- 6, p. 332. ,(H) Vedi per esempio S. CINQUINI: Condizioni sufficienti per la semicontinuità nel Calcolo delle Variazioni. Annali della R. Scuola Normale Superiore di Pisa, Vol. 11, 1933,
pp. 41-58, p. 48.
(12)
Per intorno (e) di una superficie S s’intende 1’ insieme dei punti (x, y, z) distanti da S non più di ~O (~O > 0).Poniamo
Si consideri ora una
qualunque superficie
della classe C:appartenente
adr
e tale che sia in tutto
dr :
Si
può
scrivere:avendo
posto,
come alsolito,
dove le derivate
parziali
esistono finitenegli
altripunti.
Poichè,
per un lemma delTONELLI, l’integrale
ove
~r,
vr sono dellecostanti,
è continuo nella classe delle funzioniz(x, y) continue
indr
e assolutamente continue indr (13)@
preso ad arbitrio uné > 0, risulterà,
se e è sufficientementepiccolo:
Se
con Sr
si indicaquella parte
dellasuperficie S
che siproietta ortogo-
nalmente sul
rettangolo
su80, r
esu Sr è,
per tutte lecoppie (p, q) :
(13)
Cfr. loc. cit. in(3),
n. 10, p. 338 dove il lemma è dimostrato nel caso in cui si tratti di un quadrato a lati paralleli agli assi, ma è facile vedere che esso vale anche nelcaso in cui, come qui, si tratti di un rettangolo a lati paralleli agli assi. Con dr indichiamo,
come al solito, il campo chiuso corrispondente a
Si
scelga
ora nelrettangolo aperto A,
un insieme chiusoEr
ilquale
sod-disfi alla
disuguaglianza
e sia tale che in
ogni
suopunto
le derivateparziali po(x, y)
eqo(x, y)
esistanosempre finite e siano continue su
Er.
Consideriamo un
punto (1ii, y)
diEr. Applicando
il lemma del n.° 2 all’in-tegrale (che
risultaquasi-regolare positivo seminormale) possiamo
deter-minare
cinque
>0,
6 > 0 in modo che siaper
ogni coppia (p, q)
e per tutti ipunti (x, y, z)
con(x, y) appartenente
a4r
e distanti non
più di é
daquella parte
dellasuperficie So
che ha perproie-
zione
ortogonale,
sulpiano (x, y),
ilquadrato
H coi latiparalleli agli assi,
dicentro
(lii, y)
e lato 26 e in modo che sia ancheper
ogni punto (x, y)
diEr appartenente
alquadrato
H.Siccome
Er
è un insiemechiuso,
per il noto teorema diPINCHERLE-BOREL, potremo ricoprirlo
con un numero finito diquadrati analoghi
ad H: siano, H2 ,....,
Indichiamo con03BBr,
t, t,vr,
t,er,
t(t=-- 11 2,...., Nr)
le qua-corrispondenti
aiquadrati
cos scelti. In ciascuno diquesti quadrati
sisopprimano poi quelle parti
che eventualmente uscissero fuori dal minimorettangolo
coi latiparalleli agli
assi contenenteEr
o che risultasserosovrapposte
aquadrati
di indice minore dello stesso gruppo; si suddividaquindi
in
rettangoli
ognuno deicampi
ottenuti che non avesse tale forma e sisoppri-
mano, dai nuovi
rettangoli
cosottenuti,
un certo numero diquelle
loroparti
che eventualmente non contenessero alcun
punto
diEr
in modo che i nuovicampi
ottenutiK,., i , Kr,
2,...., siano ancorarettangoli
a latiparalleli agli
assi e detto
Er’
l’ insieme deipunti
di tuttiquesti
nonappartenenti
aEr,
yrisulti
dove
Lr
indica un numerosuperiore
al massimo deimoduli ~,r, t , I vr, t I
per
~===ly 2,...., Nr.
Indichiamo con
Å.r,8’
’V1.,8 i numeri~r, s, v~~, s
checorrispondono
a
quello
deiquadrati
H scelti perricoprire Er
a cuiappartiene
interamenteK~,, 8.
Avremo,
se o è sufficientementepiccolo,
per la(12):
ed
anche,
essendo sempre suS,, fr) > 0 :
Avremo, inoltre,
indicando con e leparti
diEr
eEr’
contenute ined
essendo,
tenendopresente
la(13)
e le(14) :
si
ha,
per la(11):
dalle
(10), (15), (16)
segue:Annali dalla Sauoda Norm. Sup. - Pisa.
e
quindi,
se o è sufficientementepiccolo,
per la continuitàdell’ integrale (s4)
nella classe delle funzioni
z(x, y)
continue in e assolutamente continue in~~.~ ~ :
e siccome 8> 0 è
arbitrario,
la semicontinuità inferioredell’ integrale IAr(zo)
ècos dimostrata.
4. - Il teorema del numero
precedente
vale ancora se, alposto
della(9),
si che la frontiera di D sia una curva continua
(di JORDAN) chiusa,
senza
punti
rettificabile. Inoltrebisognerà qui
supporre che la fe le sue derivate
parziali f p, f.
siano finite e continue anche sulla fron- tiera di D.Infatti, analogamente
aquanto
è stato fatto al numeroprecedente
perDn,
sidecomponga
il campo D in un numero finito dicampi Ai, LI2,....,
aventifrontiere dotate della stessa
proprietà
di cuigode
la frontiera di D e in modo che esistano i numeriÂr,
,ur, 9 l’ro >
0(11= 1, 2,...., m)
taliche,
indicata conla
parte
diSo
che siproietta ortogonalmente
sulpiano (x, y)
in4,,,
si abbia·
per
ogni punto (x,
y,z) appartenente
all’intorno(e)
diSo, r
e con(x, y) punto
di
D,
e per tutte lecoppie (p, q).
Basterà,
per dimostrare la semicontinuità inferioredell’ integrale ID(zo),
limi-tarsi a dimostrare
quella
di esteso al campo111,.
Posto anche
qui
essendo,
per un lemma del TONELLI(15), l’integrale
dove
A,,
a,, vr sono dellecostanti,
continuo nella classe delle funzioniz(x, y)
(14) Vedi nota (13).
(15) Cfr. loc. cit. in e) n.° 14, pag. 344.
limitate e assolutamente continue in basterà provare la semicontinuità infe- riore
dell’ integrale (zo). Poichè,
in tutto un intorno(~O)
diSo. ,
r con o suffi- cientementepiccolo,
è’
e
(z) appartiene,
comeIA,(z),
alla classedegli integrali quasi-regolari positivi seminormali,
tale semicontinuità risulta dal teorema del n.O 3.5. - Estensione all’ infinito della semicontinuità.
In
questo
numero e nel successivo estenderemo laproprietà
della semicon- tinuità al caso incui,
per una dataz(x, y),
la funzionef(x,
y, z, p,q)
non siaintegrabile.
TEOREMA. - verificate le
ipotesi
del teorema del n.O3,
siazo(x, y)
una funzione definita e assolutamente continua nel campoaperto
e limitato D e tale che la
f(x,
y,zo(x, y), y) qo(x, y))
risulti non inte-grabile
in D.Allora,
preso ad arbitrio un numeroH,
sipuò
sempre determinare un e >0,
in modoche,
perogni
funzionez(x, y)
definita eassolutamente continua in
D,
soddisfacente in tutto D alladisuguaglianza
e tale che
ID(z)
esistafinito,
sia semprea) Supponiamo,
inprimo luogo,
che esista unquadrato
L1 a latiparalleli agli
assi x e y, interamente(lati compresi)
costituito dipunti
di D e sulquale
la
f(x, y, zo(x, y), y), qo(x, y»
non siaintegrabile. Avendosi,
per la(9) :
basterà dimostrare la
proposizione
enunciata perl’integrale
Dette
So
e S lesuperficie rappresentate
in Drispettivamente
dalle funzioni assolutamente continuez=zo(x, y), z=z(x, y)
conz(x, y)
soddisfacente in tutti ipunti
di D alla(17)
e, consideratianalogamente
al n.°3,
irettangoli
a latiparal-
leli
agli
assiAí, d2,,...,
chericoprono completamente
il campoA,
per1’ipo-
tesi ammessa, dovrà esistere almeno uno di tali
rettangoli,
siaA,,
su cui laf(x,
y,zo(x, y), p.(x, y), qo(x, y))
equindi (riprendendo
la considerazionedegli
in-tegrali I£Ì(z))
anche lazo(x, y), y), qo(x, y))
non siaintegrabile.
Ilteorema sarà dimostrato se noi lo proveremo per il
rettangolo d~..
(16) Anche questo teorema e cos pure il successivo sono dunque dimostrati, a differenza
di quanto fece il TONELLI, non ammettendo 1’ ipotesi dell’ esistenza e della continuità delle derivate parziali fpx,
Se L è
sufficientemente grande,
dettoEr*
l’insieme deipunti
diJ~
in cui esistono finitePo(x, y)
eqo(x, y)
e tale che in esso siaIPo(x, y) L, I qo(x, y) ) L,
si avrà :
Si dica
poi Er
un insiemechiuso
diEr*
sulquale Po(x, y)
eqo(x, y)
siano con-tinue e tale che si abbia
Conservando ai simboli il
significato
che hanno nel n.°3,
si ha_ _ . ,
e, se p è
sufficientemente piccolo,
per la continuità(17) dell’integrale
avremo :
Essendo
poi :
(17)
Vedi nota(13).
e inoltre :
si ha :
~r
Per e
sufficientementepiccolo
la somma relativaall’ indice s,
sempre per la continuitàdell’ integrale
che vi compare,risulta,
inmodulo,
minore di é epertanto
si
ha,
per la(18) :
e per essere E > 0
arbitrario,
il teorema èprovato.
b) Supponiamo
ora che laf(x, y,
yo,qn)
risultiintegrabile
inogni quadrato
a latiparalleli agli
assi x e y e tutto contenuto(lati compresi)
in De
riprendiamo
il campo chiusoDn
definito al n.O 3.L’integrale
esiste finito per
ogni
valore di n e dovrà tendere a + ao per n - + 00:infatti, poichè
èrisulta
e
quindi
. Potremo
perciò
determinare un no tale che siae
quindi,
in virtù della semicontinuitàdell’ integrale 115 no (zo) (n.° 3)
sipuò
deter-minare
0,
in modo che per tutte lez(x, y)
assolutamente continue in De tali che per esse esista
l’integrale ID(z),
e soddisfacenti in tutto D alla(15),
siau
Per
queste z(x, y)
sarà allorae
perciò :
il che prova il teorema enunciato anche in
questo
caso.6. - Allo stesso modo come dal teorema del n.O 3 si è dedotto il teorema del n. o
4,
cos daquello
del n. o 5 si deduce ilTEOREMA : Se la frontiera del dominio
aperto
e limitato D è una curvacontinua
(di JORDAN) chiusa,
senzapunti multipli, rettificabile,
e se le funzionif, fp, fq
sono finite e continue anche sulla frontiera diD;
sel’integrale ID(z)
è
quasi-regolare positivo seminormale;
sezo(x, y)
è una funzione limitatae assolutamente continua in D e tale che la
f(x,
y,zo(x, y), p.(--, y), qo(x, y))
risulti non
integrabile
inD; allora,
preso ad arbitrio un numero H si sempre determinare un o >0,
in modo che perogni
funzionez(x, y)
limitata e assolutamente continua in
D,
soddisfacente in tutto D alladisuguaglianza
e tale che
ID(z)
esistafinito,
sia sempre7. - Dal teorema del n.O 3 segue :
Se
èf(x,
y, z, p,q» N,
con N numerofisso,
inogni punto (x, y)
di De per
ogni
valore finito di z, p, q; seID(z)
è unintegrale quasi-regolare positivo,
esso è semicontinuo inferiormente inogni
classe K disuperficie
definite e assolutamente continue in
D,
tali da rendereID(z) finito,
e tutte di area inferiore ad uno stesso numero H.Infatti,
preso ad arbitrio un 8 >0,
si ponga cv == e si consideril’integrale
il
quale
risultaquasi-regolare positivo
normale con Adesso è
perciò applicabile
il teorema del n.° 3. Fissata unasuperficie So : z=zo(x, y)
della classe
~,
sipuò pertanto
determinare 0 in modoche,
perogni superficie
S :z=z(x, y)
della classeK,
tale che sia in tutti ipunti
di Dsi abbia
cioè
8. - Il teorema ora dimostrato vale ancora se al
posto
della condizionef>N
si sostituiscel’ipotesi
che la frontiera di D sia una curvachiusa,
continua e
rettificabile,
senzapunti multipli
e si suppone inoltre che lef, fp, fq
siano definite e continue anche su tale frontiera.Basterà,
invece del teorema del n.O3, applicare
nella dimostrazionequello
del n.O 4.
9. - Come i teoremi dei n.i i 3 e 4
valgono quando
si tratti diintegrali quasi-regolari,
se ci si limita ad una classe disuperficie
tutte di areainferiore ad uno stesso numero, cos i teoremi dei n.i 5 e 6 sussistono
in condizioni
analoghe.
, _10. - OSSERVAZIONE. - Tutti i teoremi
precedenti valgono
anche nel casoin cui non si faccia
l’ ipotesi
dell’esistenza e della continuità delle derivate par- zialifp, fq :
basterà supporre soltanto che laf(x,
y, z, p,q)
sia continua e che la suafigurativa
perogni punto (x,
y,z)
tale che(x, y) appartenga
a D(op-
pure a D se si tratta dei teoremi dei n.~
4, 6, 8)
sia unasuperficie
concavaverso l’alto e
tale, inoltre,
che esista almeno unpiano
ilquale
la lasci tutta aldi sopra e avente con essa un sol
punto
a comune.Ciò