R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
M ARIO B ALDASSARRI
Le varietà pluririgate a tre dimensioni
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 19 (1950), p. 172-200
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Nota
(*)
di MARIO BALDASSARRI(a Pado-ua).
Argoll1ento
diquesto
lavoro è lo studio e la classificazione diquelle
varietà a tre dimensioni checontengono
un sistema(irriducibile
ono)
di 00 2rette,
tale che per un loropunto passi
un numero
finito (.L
di rette. A tali varietà si conviene il nomedi « varietà dove
l’ aggettivo
s’ intenda usato senzaalcuna selettività
rispetto
lacomposizione
del sistemadoppiamente
infinito di rette.
CHARLES H. SISAM aveva ottenuto
(1)
inproposito
un risul-tato
parziale,
dimostrando che leuniche
varietàpluririgate
-- 6 sono le
ipersuperficie
cubiche dello~S’4 ,
teoremache,
inopportuno
senso, sipresentava
comeperfetta
estensionedel ben noto teorema per le
superficie rigate,
che afferma esserele
quadriche
le unichesuperficie
«pluririgate
». La dimostrazione del SISAM si fonda suopportuni sviluppi
inserie,
e la successiva identificazione dei termini sino al settimoordine,
base alcuni ri- sultatialgebrico-differenziali
a caratteregenerale, precedentemente
ottenuti dallo stesso autore.
~~eto!~i
di taletipo
sipresentano però
ben pocoagevoli
inuna
indagine generale,
avendo essi un accentuato carattere dimo- strativopiuttosto
che discoperta,
ed inquesta
ricerca infatti vengono usati ipuri
metodi dellageometria.
(*) Pervenuta in Redazione il 2 febbraio 19~0.
(1) CHARLES II. SISAM, Amcricau Journal
of Mathematics,
1930. pp. 632 e seg.Questa
Nota si inizia con alcuniteoremi, che,
pur non costituendoparte
dell’argomento
centrale ne costituiscono tut- tavia una utile premessa, dato1’ i cupiego
che essipoi
trovano.Si tratta di
proprietà riguardanti
l’ insieme dellepluritangenti
diuna
superficie (Teor. 1, 2)
e la varietàmultipla
di unaI3
ri-gata
immersa inuno S4 (Teor. 3, 4, 5, 6).
Dopodichè
si affronta ilproblema
della caratterizzazione delle varietàpluririgate pervenendo
al risultato:_
-
« Le uniche varietà a tre dimensioni le varietà a curve ellittiche li’ ordine ~a
7,
J escl2csa la/varietà del sesto ordine dello
S7
1’ettadoppia
».Infine si
compie 1’ interpretaziotie
dei risultati trovati nellagrassmaniana
delle rette delloS,
che è una dello.S’~ ,
e datal
punto
di vista ilproblema
risolto èquello
diclassificare
le~su~er~cie
dellaMI’ segate dagli "’)6 tangenti
alla loropunti
secondo curve.* * *
Il lavoro si conclude con alcune conseguenze la
più
notevoledelle
quali
è la non esistenxa dello..S’.
che siano1nultiple
per un eventuale loro di k - secanti(con k > 3)
d’indice
maggiore
diquesta
unaproprietà
interessante di cui non mi sembraagevole
una dimostrazioue diretta.E
ancora da osservare che restano cosaperte
le vie per af- froiitaie ilproblema più generale
dello stndio delle varietàpluri-
rigate
di dicoensionequalsiasi,
su cui io stesso conto di tornare.1. - Si consideri una
superficie algebrica
F, d’ ordine ~a , irriducibile ed immersa nello Ilcomplesso (algebrico)
dellesue
tangenti, K,
costituisce allora un insietnetriplamente
infinitodi rette che
può rappresentarsi,
nel modonoto,
con una varietàalgebrica
a tredimensioni,
immersa nellaquadrica
diQ 4 2
I di uno ..Indicheremo costantemente nel
seguito
leimmagini
di insiemi, di rette delloS3
fatte nelloS5
con le stesse letteresegnate
daun asterisco. Pertanto sarà I~* la varietà suddetta.
La K* risulta una varietà
rigata,
e le sue 00 2 rette sono leimmagini
dei fasci ditangenti
della F.La caratterizzazione
completa (2 )
di essa si effettuaespri-
mendo nello
S5
la condizione che le faccettepunto
epiano
infi-nitamente vicine
~iano
inposizione congiunta, ossia,
che in cia-scun fascio di
tangenti
della F esistono due rette(le tangenti assintotiche)
cheappartengono
anche a fasci infinitamente vicini.Cioè in
S 5 (entro Q) : ogni retta g
della K* è incontrata da duegeneratrici prossime,
cioèpossiede
duefuochi (8).
Qualora
la F abbia ordine 71 sufficientementealto,
essa am-mette anche una
eo gruei za Il
dibitangenti (4)
ed unarigata
T di
tritangenti,
noi>chè un numero finito di rettequadritangenti.
Le
immagini
nello~S5
diquesti
insiemi di rette sonorispet-
tivamente una
superficie
H* ed una curva T*.La
superficie
H* risulta chiaramentedoppia
per laK*,
ela risulta
tripla
per K* e per H *.Naturalmente la situazione descritta si
presenta
nellaipotesi
di un’ assoluta del
complesso
delletangenti
K di.F,
situazione
che,
estendendo lieven1ente’ la locuzione usatapel
caso~(~) Cfr. E. BomPIANI: L ~
geo~netria
delle supe-rficie eonside’l"a.tespazio rigato. [Rendiconti Accad. dei.
Lincei,
s. V., vol. 1[1, 1926 (e note)].(3) Per le proprietà dello superficie (focali) che si ottengono con1C luogo
dei fuochi, e che qui a noi non interessano, cfr. E. BO~zPIANI:
di . Laplace. [Rend. Circ. Matem. di Palermo, t. XXXIV, 1912].
’
(~) Intondia~no qui natnralmente di riferirci alle tangenti con punti di
contatto generalmente distinti, escludendo cioè la congruenza delle tangenti inflessionali.
di
Tr3
immerse in y sipuò
riassumere dicendo che la va-rietà . K *
immagine
délletangenti
di unasuperficie algebrica F, presenta,
entro lagrassmaniana Q, singolarità
nor’1nali.2. --
È
ovvio aquesto punto
cercare diprecisare
la prece- denteipotesi
diindagándo
leparticolari
condizionicui deve soddisfare la
superficie F, perche
ilcomplesso
~i dellesue
tangenti presenti singolarità
alle normali.A tale scopo si
perviene
con i due teoremiseguenti.
TEOR. 1. ~ Una
superficie F, algebrica,
dello.S3 può
tere o02 rette k -
tan,ge-nti
con k> 2,
solo nel caso che esse.sz clistr~Lbzcisca~io secondo o
più 002,
@ cia-sciino da tutte le rette (li un
tangente
staxional’io secon-do una d’ordine k».
Per dimostrare il teorema
premettiamo qualche
osservazione nel caso k = 2. Si consideri in taleipotesi
unpunto
B diH*, inmnagine quindi
di una rettab, bitangente
F inS,y.
In esso1~ * annette due
S3 tangenti,
a* e~*, passanti
per ilpiano
7t*tangente
ad H* in B. GliS3
x* etagliano Q
in due coniquadrici 1’a
eIPP
i le cui igeneratrici
sono incorrispondenza
birazionale con le
tangenti
di I~ infinitamente vicine ed incidenti b. Inoltre ilpiano
1t*taglia Q
in due rettep*
eq*
che appar-tengono
sia al’rx
che a erappresentano,
nellacorrispon-
denza
suddetta,
due rette p e qbitangenti F, prossime
ed in-cidenti b.
Si
può quindi dire,
osservando che unpiano generico
per B delloS4 tangente Q
inB, taglia
era ,
ciascuno in unaretta,
che nell’ intorno a due dimensioni in .K di unabitangente
b di
F,
sono contenute duerigate
,pa epp infinitesin~e,
razionali iaventi per direttrice b e per
generatrici
letangenti
di I"prossi-
me ed incidenti b. Le due
rigate
pa ep~
hanno come elementidi
collegamento
duebitangenti
di F(5).
Si’ supponga ora che la ~l * sia invece
immagine
di un si-(5) Non è qui il caso di dilungarsi su tutto quanto, ben noto, si potrebbe
di qui ricavare circa le proprietà focali di una congruenza.
stema
002
I irriducibile(s),
di rettek-tangenti F,
conk > 2.
Allora la
superficie
H * diviene ovviamentek - pla
per K*. Nelpunto
B la I~ * avrebbequindi ~; -.S2 tangenti,
ed inoltre ilpiano 7r tangente
ad H * inB,
dovrebbetagliare Q
inpiù
didue rette
(distinte
ono), perchè
una retta k --tangente
di F hasempre infinitamente vicine
più
di due rettek-tangenti.
3faallora il
piano
irgiace
entroQ,
ed attesa lagenericità
di 1t, H*avrebbe tutti i suoi
piani tangenti
contenuti inQ.
Inoltre,
per chiareragioni
dicontinuità,
ipiani tangenti
dovrebbero
appartenere
ad uno stesso sistema dipiani ~),
equindi
essere a due a due incidenti in unpunto. Quindi
o lasuperficie
H*appartiene
alloS3
ed è unasuperficie
diVERONESE,
o
appartiene
alpiù
ad uno84.
..La
prima ipotesi
è da escludersiperchè
ipiani tangenti
aduna
superficie
di , VERONESEem piono
una varietà cubica e nonquadratica (1).
Restapertanto
laseconda,
e 1’,S4
che(al più)
contiene la
superficie H*,
dovendo contenerne ipiani tangenti, taglierà
laquadrica Q
inquadrica Q3 specializzata, perchè
tali sono le uniche
quadriche
diS4
contenentipiani. Lo S4
dovrà
pertanto
esseretangente
aQ,
e ciòsignifica
che la con-gruenza H
deve certamenteappartenere
ad uncomplesso
linearespeciale,
ossia che le rette di FI siappoggiano
tutte ad una rettafissa r. Ma allora nei
piani
per 1’ asse r delcomplesso,
vi sareb-bero infinite rette
tritangenti (almeno) .F,
il che è chiaramenteassurdo,
a meno che tuttequelle k - tangenti
nonappartengano
ad uno stesso
piano,
nelquale
caso ilpiano
deve naturalmenteessere un
piano tangente
stazionario di F secondo una curva C di coutattó almeno d’ ordine k(8).
C. D. D.
(6)
È ovvio che infatti la congruenza H può spezzarsi in più conaru-enze irriducibili, e quindi la superficie H* in più supoificie. In tal caso tutto quanto si dice di II od è sempre da intendersi riferito ad una compo- nente oD2- irriducibile.
( 7) Del resto, a parte q nesta osservazione, è noto che la superficie di
VERONESE è immagine della congruenza del primo ordine e della terza classe (o della duale) che è priva di supeificie focale. Cfr. perciò, ad es., G. F ANO:
[Annali di Mat., II, 21, 1893].
(8) Naturalmente non vengono prese in considerazione le rette passanti
per eventuali punti multipli di E’ (tangenti i~nproprie).
3. -
Occupiamoci
ora di cosa si possa direqualora
la Fpossieda
unarigata
di rettek -tangenti
conk > 3.
Nel casoregolare
k =3,
la curvaT *,
come abbiamogià osservato,
ri- sultatripla
sia per H* che perK *,
equindi
in un suopunto P,
il cono osculatore ad H* si spezza in trepiani,
tutti con-tenenti la
tangente
1 * a T * in P. Ciascuno diquesti
trepiani, tangenti
ad H* inP,
equindi
aQ taglia Q
secondo una cop-pia
dirette,
equindi
si hanno in tutto sei retteimmagini
disei fasci di rette dello
S3
formati dallatritangente
p diF,
conle sei rette
tritangenti
diF,
ed infinitamentevicine,
fasci chehanno a due a due i centri nei fuochi di p, e
giacciono
a duea due nei
piani tangenti
ad F inquei
fuochi.Dimostriamo ora il teorema :
TEOR. 2.
superficie algebrica
F delloS3 può
avereocl k -
tangenti
con k>
3 se e solo se essa ammette oolpiani k - tangenti
con ipunti
d~i contattoallineati,
ed in tal casoquelle
ool retteformano
unarigata sviluppabile».
Si noti
perciò
che se la F ammette una retta p k - tan-gente
conk > 3 questa
sirappresenta
in unpunto
P di T*che ha per K*
molteplicità k
~ per H*molteplicità k 2 )
e perT’~
molteplicità (k).
Ipiani
checongiungono
a due a due le3
(k) 3 )
rettetangenti
a T* in P risultanop iani tangenti
ad H *in P.
Ognuno
di essitaglia
alsolito Q
in due retteimmagini
di due fasci di rette contenenti p ed una’ retta
(ciascuno)
bitan-gente
h’ ed incidente p.Se ora si suppone che le
k
3 rettetaugenti
a T * in Pcoincidano,
anchequei piani tangenti
coincidono tutti fra diloro,
e venendo al li ruite a dover contenerepi i
di due rette diQ,
ilpiano
limitegiace
in~,
eqnindi giace
inQ
1’ unica tan-gente
a T * in P.Se finalmente si suppone che T * sia addirittura una curva
più
chetripla
perI~*,
essa sarà tale che perogni
suopunto
varranno le considerazioni
precedenti
fatte perP,
cioè tutte letangenti
di T* dovranno essere contenute daQ.
Ma allora
presi
duepunti prossimi
di T* essiappartengono
ad una retta di
Q,
cioè le loroimmagini
inS3 ,
che sono duek -tangenti prossime,
sono incidentiappartenendo
ad un fascio.Quindi
larigata
T èsviluppabile,
e se siprende
ilpiano tangente
a Tlungo
una sua retta esso risultatangente
ad Fnei
punti
di contatto diquella
retta conF,
cioèk - tangente
ad F.
C. D. D.
Si noti che il
tipo
disuperficie
F cui siamogiunti,
conool k -
tangenti
e.k >
3 esisteeffettivamente,
come sivede,
nel modo
più semplice, pensando
che iltipo
duale è dato dauna
superficie
con curvamultipla
d’ordinek,
lasviluppabile
dellek-tangenti
diventando dualmente lasviluppabile
delletangenti
di tale curva.
4. -
Raccogliendo
i risultati ottenutipossiamo
concludereche una
superficie
Falgebrica
delloS3
ha uncomplesso
di tan-genti
dotato disingolarità
normali esclusi i casi che essa am-metta
piani tangenti
stazionari secondo curve di contatto d’ or- dinemaggiore
didue,
ovvero ammetta unasviluppabile
dipia-
ni
più
chetangenti.
~Ossia riferendosi a K * si ha l’ enunciato definitivo:~ La varietà K * di
Q, immagine
delletangenti
di su-perficie
Falgebrica
delloS3 ,
ammette soltantosi~z,golari.tà
dimolteplicità normale,
a meno che essa nonpiani 11lltltipli
o curvemultiple
contangenti
contenute inQ ~ .
5. - Prendiacno ora in studio una varietà a tre
dimensioni, algebrica,
irriducibile e contenente un sistema 002 di rette clle che indicheremo con La~3
sarà normale in uno certo spa- zioS,. ,
ma è lecitopensarla inmnersa,
tramiteopportune proie- zioni,
in unoS..
Vale in tali condizioni il teorema :
TEOR. 3. Una
R3 dello S4 ,
amnzette necessari.a- mente(n-3) punti doppi
su ciascunageneratrice
g.La
proprietà,
notissima per unasuperficie rigata
dello.S’3 ,
può
dimostrarsi mediantequeste
osservazioni. Siprenda
una ge- neratricegenerica
g dellaR3 .
Laretta g
è asse di un sistema002 di
piani,
e sia x uno diessi, seganti
laR3
secondo unacurva
spezzata ~n .lJ
ed una curva residuaC~
d’ordineLa
Ci taglia g
in(n -1) - punti
che per la curva totalesono
punti doppi. Questi (n - 1) punti doppi
possonoprovenire
o daipunti
di contatto di 1t con o da eventualipunti doppi
diR3
stessa.Ma considerando anche la totalità delle
rette g
diR3,
sitrova un sistema di w4
piani
nelle condizioni di x. Ora un si- stema di tale dimensionepuò
essere formato dapiani
alpiù bitangenti
laSi supponga infatti che essi siano
k - tangenti
conk > 2.
Scelto un
punto qualsiasi
0 delloS4 ,
per essopasserebbero
002piani k - tangeoti
la Siproietti
allora laR3
da O su unoS3
wopposto
di 0.La
R3
viene cos arappresentarsi
sullo (o contatto n volte, con una certasuperficie
di diramazione p, laquale
am-metterebbe 002 rette
k - tangenti.
Ma, pel
teor.1,
ciò èpossibile
solo se tuttequelle
k - tan-genti giacciono
in unpiano
z. Ma se cosfosse, poichè
ilpiano
~
proviene
perproiezione
da unoS3 passante
per0,
tuttigli
co2
piani k - tangenti R3
epassanti
per 0giacerebbero i~~
unox. Lo
S~’3
x, d’altraparte,
segaR3
secondo unasuperficie
la
quale
ammetterebbequindi
002piani k -tangenti,
cosa noto-riamente
assurda,
a meno che lasuperficie
non sia unpiano,
equindi,
attesa lagenericità
di O inS4 ,
laR3
sarebbe unoS3,
ctie noi non considereremo come una effettiva varietà
rigata.
Pertanto solo due di
quegli (~i
-1) punti
possono esserepunti
di contatto di 1t con e non restaperciò
altro da sup- porre celle i riu~anenti(oa - 3)
sianopuclti doppi
per la1~3.
’
C. D. D.
Notiamo che i due
punti
di contatto di ~ conR3
non pos-sono aun~entare di
molteplicità,
cioè esserepiù
chedoppi
per la eccetto per un iusien~e di dimensione inferiore.Infatti ciò
potrebbe
succedere solo perpiani tangenti
laR3
in
puuti
della sua varietàmultipla.
Gli altri(n - 3) punti
potrebbero
anche ridursi a un gruppo,equivalente
per 1’ ordine totale dimolteplicità,
costituito dapunti più
chedoppi qualora
la
R3 presenti
una varietàpiù
chedoppia.
6. - Faremo ora vedere che i
piani x passanti
per unageneratrice g,
nonsolo,
come si è visto, non possono esserepiù
che
bitangenti
adR3 ,
ma che sono effettivanlente tutti bitan-genti
di Vale cioè il teorema :TEOR. 4.
Ogni piano passante
per una g diRs
la tocca in due
punti
di g, talchè esiste unaproiettività fra g li
o02piani
per g ela gg
dellecoppie
dipunti
di g.Infatti un
piano 1t
per g segaR3
in una curvaspezzata.
Questa
curvaspezzata,
per un notoprincipio
diENRIQUES,
deveacquistare
almeno unpunto doppio
dicollegamento
fra le duecomponenti,
ed ilpiano x
risultaquindi tangente
adR.
inquel punto.
Maquesti piani tangenti
risultano anzibitangenti, perchè
preso uno
S3 tangente
adR3
in unpunto
P di g,questo taglia R3
in unasuperficie
che ha in P unpunto doppio,
egli
oot tpiani tangenti
aquella superficie
neipunti
S della rettag
(che appartiene
allasuperficie)
latagliano
in una curva che ha duepunti
dicollegamento
in P edS,
cosicchèquei piani
risultano
doppiamente tangenti
adR3.
Quindi
preso unpiano generico
1t per g, esso toccaR3
indue
punti di g,
e viceversa presa unacoppia
dipunti
P ed Squalsiasi,
si consideri ilpiano
che tocca in P lasuperficie segata
su
R.
dalloS ;
itangente
inS ; questo piano
risultaunicamente
individuato anche se si scambia 1’ ufficio di P ed
S,
ed è ilpiano bitangente
di l~ associato allacoppia
P ed s. Ne scende che fra lecoppie della ?, di g
ed ipiani
1t sussiste una corri-spondenza
biunivoca senzaeccezioni,
cioè unaomografia.
C. D. D.
7. - Restano cos dimostrate le
proprietà generali
che ab-biamo dovuto
premettere
peraprire
la strada alla nostraricerca.
D’ora in
poi
il simboloR3
indicherà una varietàpluririgata,
cioè una varietà
rigata
a tredimensioni,
ma tale che per un suopunto qualsiasi (nel
senso dellageometria birazionale) passino
p rette della
varietà,
con~J. >
1.Indichiamo con 1 il
sistema, doppiamente infinito,
dellerette 9
contenute inR~ ,
sistema cheovviamente, potrà
ancheessere riducibile senza che lo sia la
R3
come insieme dipunti.
Presa una
retta g
diE,
ad essa se neappoggiano,
nellenostre
ipotesi,
altre vol che formano unarigata
avente 9 per direttrice rettilinea(p - 1) - pla,
che indicheremo con a(g).
Le
generatrici
di a~g)
individuano con g 001piani,
che nellaloro totalità
rispetto
lerette g
di1,
formano un sistema m8 dipiani,
immerso nel sistema deipiani bitangenti R , seganti
la
R3
secondo curvespezzate
due volte.Poichè,
incorrispondenza
aquei piani,
la curva sezionecon
I~3
si è ulteriormentespezzata,
essa deve avereacquistato
almeno un
punto doppio,
cioèquegli
m8piani
sono almeno tri-tangenti
laR3 .
Sussiste ora il teorema:TEOR. 5. - 1
piani
dellecoppie
rette incidenti del sistema~ di
R3 plurigata
non possono esserepiù
chetritangenti.
Ciò
potrebbe
farsiconseguire
dal teor.2,
ma scende anche da immediate osservazioni. Infatti ilpunto
comune allacoppia
di rette incidenti deve
generalmente
essere un effettivopunto
ditangenza, altrimenti,
se fosse unpunto multiplo
diR3 ,
la va-rietà di
questi punti multipli
invaderebbe tuttapoichè quelle coppie
di rette sono003,
e per unpunto
passa solo un numerofinito,
di
quelle coppie
aventi ivi la loro intersezione. Inoltre su ognuna diquelle
rette devonoesservi, pel
Teor.3, n -
3punti doppi
diR3, quindi
la C"-~ residuasegata
dalpiano
delle due rette sullaR3 ,
deve incontrare ciascuna rette in n - 2punti,
uno solo deiquali può
essere ancorapunto
ditangenza
delpiano.
Pertantoquesti piani
hannogeneralmente
unpunto
ditangenza
nella in-tersezione delle due
rette,
ed un altro su ciascunaretta,
cioèsono
piani tritangenti
diR3.
C. D. D.
8. - Al variare
di g
inE, gli
n 3punti doppi
diR3,
siano
Di, D, , ... ,
1D"_3 ,
contenutida g.
variano suR3
descri-vendo una varietà å.
Sussiste il teorema :
TEOR. 6. La varietà
å, doppia
diR3 ,
è ~iecessarian2.e~ateuna
superficie,.
Poichè A non è certamente un gruppo di
punti,
basteràescludere che essa possa essere una curva.
Supponiamo,
perassurdo,
che ciò sia. Alloragli
ocspiani tritangenti
diR3 , supposto n > 3,
sarebbero almeno2 (n 3)
secanti la curva
A,
con 2(11, - 3)
~ 2. Ciascuno di essi conter- rebbequindi
una opiù
corde di/1,
equindi
per una corda ge-nerica d di A
passerebbero
almeno oolpiani tritangenti R3.
Scelto allora un
punto
0 su d fuori diA,
siproietti
laR3
da 0 su uno,.53
roopposto.
Si trova nello~S’3
ron - plo
una
superficie
di diramazione p, che ammetterebbe ool rettetritangenti passanti pel punto
O’ in cui la retta dtaglia
w.Ma
queste
mltritangenti
formerebbero allora un cono i cuipiani tangenti
sarebberotritangenti
per p, iquali
dovrebberoquindi provenire
da oolS3 tritangenti
la1~3
epassanti
per d.E dato che d è una corda
generica
diA,
laR3
sarebbe tale cheogni
suoS3 tangente
sarebbetritangente,
cosapossibile,
come si sa, solo se la
R3
è a caratteresviluppabile,
cioè seesiste per
ogni
retta g unoS3
che la toccalungo
tuttaquella
retta. Ma ciò è assurdo per la nostra
R3.
Infatti perogni
suopunto
passanopiù rette,
equindi
inogni
suopunto
vi sareb-bero
più S3 tangenti
ivi.Si conclude da ciò che la varietà
doppia
A è una super-ficie,
epoichè
ipiani tritangenti
diR3
la incontrano almeno in 2(n
-3) punti,
lasuperficie
A ha certamente ordinemaggiore
od
eguale
a 2(n
-3).
C. D. D.
9. -
Raccogliendo quanto esposto
finqui possiamo
dire in-tanto che una
R3 pluririgata
di ordine it contiene necessariamenteuna
superficie doppia
d’ordine almeno 2(n - 3)..
,Vogliamo
ora far vedere comequesto permetta
conqualche
.ulteriore
indagine
di esaurire ilproblema
della caratterizzazione delleR3
per i valori n =3, 4, 5,
6.Intanto il caso n = 3 è senz’ altro esaurito
pel
fatto che laR3
cubica delloS4
coincide con lapiù generale ipersuperficie
cubica dello
S4 ,
per cui notoriamente p = 6.Il caso n = 4 risulta pure
immediatamente
esaurito dal- 1’ osservare che in tal caso laR4, presenta
unasuperficie doppia
almeno del secondo
ordine,
cioè unaquadrica doppia. La
coincide
dunque
con laipersuperficie
delquarto
ordine a curvesezioni ellittiche normale nello per cui p = 4
(9),
comerisulta dal ricordare che la
.R3
normale è laquartica
base diun fascio di
quadriche
delloS’5 (lo).
Il caso n = 5
può
ancorasemplicemente
trattarsi con os-servazioni dirette. Infatti in tal caso si ha una
RI
con una su-perficie doppia
chepuò
essere almeno delquarto ordine,
cioèuna
A4
@ o d’ ordinesuperiore.
.
Se à è effettivamente una
0~ ,
una sezione di1~3
con unoS3 generico
è unasuperficie
delquinto
ordine a curve sezioni di genere due dotata diquartica doppia.
Ora com’ è noto ingenerale
per lesuperficie
a curve sezioniiperellettiche (I1),
ecome
qui
è del resto immediato(12),
unasuperficie
diquesto tipo
èo razionale o
rigata,
la secondaipotesi
è senz’ altro da escludersiperchè
altrimenti la conterebbe oo-1 e non o02 rette. E per laprima qualora
si considerino itipi
tutti noti diR3
asuperficie-se-
zioni razionali si vede che fra essi non ve n’ è alcuno
corrispon-
dente ai nostri
requisiti.
Si deve concludere che non èpossi-
bile che l’ ordine di A sia
4,
equindi
esso dovrà essere almenoeguale
acinque.
Ma allora la è a curve sezioniellittich~e (13)~
e
questo
caso è effettivamente da accettarsipoichè
per unpunto generico
dellapiù generale R5 3 (normale
in86)
a curve sezioniellittiche passano 11 = 3 rette
(14).
Anzichè con
questo ragionamento diretto,
sipoteva
proce- dere in un altro modo chequi esponiamo perchè
ci condurrà( ~) Cfr. G. ScoRZA : Sulle varietà a curve sexioni ellittiche. [Annali di Mat., XV, III, pp. 217 j.
( 1°) Cfr. ROSATI, ~appre.sentaxione della quartica etc.... [Annali di Mat.,
1 (3), 1899].
1 (11) Cfr., ad esempio, F. ENRIQUES: Le sztper~cie raxionali [Zanichelli
1945. Lib. II, cap. VI, n. 29].
( 12j Trattato citato
sopra, .,L.
II, n. 32.(1:3) U. MORIN : Le varietù a superfieie-sexione razionali [Annali di Mat., IV, XEIII (1939)].
(~,~-) G. SCORZA : Sulle a curve sex. ellittiche [Mem. cit.].
ad un risultato che ci
-permetterà
di risolvere anche il caso n =6,
e che saràpiù
avantiadoperato
ancora. Si tratta di raf-forzare la
disuguaglianza
cui soddisfa l’ ordine di C1. Sussiste inproposito
il risultato espresso dal teorema:TEOR. 7. L’orbe S della
szcper ficie
àdoppia
per laI~3 è, qualora á
~sistae f fettiva~~aente,
cioè per~a > 3, maggiore
od
eguate a
3(n - 3)
- 1.Si consideri
perciò
unarigata a (g)
avente laretta g
per direttrice ed unoS3
agenerico
per g. Si hanno due casi: oquello S3
a contiene oltre d una solageneratrice
di a(g)
o necontiene
più
di una. Nelprimo
caso la e(g)
è unarigata
ra-zionale ;
la siseghi
con unoS3 P
nonpassante
per ,g. Si trovain
questo,
comeintersezione,
una curva razionale ~~.Inoltre P taglia g
in unpunto
O. Per ilpunto
0 passa allora almenouna corda di y, che
taglierà 1
in duepunti
Pe Q
per iquali
passano allora due
generatrici p
e q dia (g),
chequindi
si ap-poggiano
a g. Pertanto si trova cos unpiano
che contiene tregeneratrici
p, q e g dellaR3
distinte.Se invece in a cadono almeno due
generatrici
di e(g)
siconsiderino tutti
gli S3
apassanti
per unpiano
w fisso condotto per g. Essi allora seganogruppi
di vgeneratrici
di a(g)
conte-nute,
ciascuna insieme a g, in vpiani
per g. Si genera cosuna g)
entro il sistema deipiani
per g, che ammetteràdegli
elementi
doppi,
iquali
sarannopiani
contenenti tre rette diR3.
Quindi
inogni
caso esistono nel sistema ao3 deipiani
tri-tangenti
la deipiani
x che segano laR3
in curvespezzate
in tre rette ed una C"-" residua. Pel solito
principio
di ENRI-~UES
quei piani
risulterannoquadritangenti
alla avendoessi
acquistato
unpunto
di contatto nelpunto
dicollegamento
che nasce nella intersezione delle due rette di
~3 , complanari
fra loro e con g.
Per una considerazione ormai
usuale,
se si ricorda che suogni
retta diR3
esistono n - 3punti
di intersezione con la COIresidua,
si ha che sulpiano
2t esistono 3(n
-3) +
3 - 4 == 3
(n
-3)
- 1punti doppi per R3
Sicchè lasuperficie 11
deve avere almeno F ordine 3
(n
-3)
- 1.C. D. D.
10. - Il risulato del teor. 6
permette
allora di esaurirecompletamente
la classificazione delleR;
6.Intanto da esso consegue che per n =
5,
laR3
deve avereuna á5
doppia,
equindi
essere a curve sezioniellittiche,
comeavevano
già
direttamente dimostrato.Inoltre per- = 6 si deduce che si tratta di una
Rg
aventeuna
superficie doppia
di ordine almeno otto. Equindi
di una.R3
che ha curve sezionipiane
alpiù
di generedue,
cioè è acurve sezioni
iperellettiche.
Ricorrendoquindi
anchequi
alleclassificazioni note delle varietà a curve sezioni
iperellettiche (o
aquella
delle varietà asuperficie
sezionirazionali)
si trovaancora che non esistono fra esse
tipi
soddisfacenti alle nostre condizioni. Per modo che 1’ ordine di á deve risultare almeno9,
equindi
laR3’
risulta ancora una volta a curve sezioni ellit-tiche. Si noti
qui però
che non tutte leR3
a curve sezioniellittiche soddisfano alle nostre
esigenze.
Infatti dei tretipi
pos- sibili solo due risultanopluririgate,
restando escluso iltipo
dinormale in
87
con rettadoppia,
laquale
èsemplicemente
ri-gata (~5). ‘
Ciò era del resto
prevedibile
con un lieve adattamento del Teor.6,
da cui sipuò
farconseguire
che una varietàpluririgata
non
può
avere una curva direttrice.Raccogliamo
i risultati ottenuti nei numeri9,
10 nel se-guente
teorema:TEOR. 8. Le uniche varietà,
R’ pluririgate
conn’4
curve sexioni ellittiche in esclusa la
l~
con rettadoppia
diS7-
11. Tutto
quanto
segue è ora dedicato araggiungere
il ria-sultato fondamentale che
quelli già
descritti sonogli
unicitipi
di
R3 pluririgate,
cioè che non esistonoR3
con n ~7,
e ad alcune conseguenze dei
ragionamenti
che esporremo.Sarà utile nel
seguito rappresentare
le rette dello84
sullarelativa
grassmaniana
che è una a curve sezioni ellittiche di unoS9.
(15)
C. ScoRZa : Sulle varietà a curve sezioni ellitticha cit. ].Indicheremo le
immagini
nelloS.
di enti di rette dello,S4
con la stessa letterasagnata
da un asterisco. ’Il sistema E di rette della
R3
sirappresenta
nelloS.
inuna
superficie ~*,
eventualmenteriducibile,
immersa nellaM 6 .
Alle
rigate a (g)
formate dalle rette di ~ che siappoggiano
a gcorrispondono
sopra ~* delle curvea’~,
lequali appartengono a spazi 56, poichè
ciascuna diquelle rigate
è contenuta in unadoppia
infinità dicomplessi
lineari(quelli
i cuipiani
assi pas-sano per
g).
Anzi a*giace
nella intersezione(sovrabbondante) (ls j
di
quello S6
con la che è una -V4 - couo luogo
di o01S3 ,
1e
quegli ,S
sonogli spazi tangenti (1?)
allaM6
neipunti
di~*, e quindi tangenti
anche alla E’~.Si noti che
questa
condizione caratterixxa la ~* come im-magine
di1,
nel sensoche,
se viceversa si ha unasuperficie
della che sia
tagliato
in curvedagli 56 tangenti
allaMs
nei suoipunti,
essa è certoimmagine
del sistema di rette di una varietàpluririgata.
Pertanto il nostroproblema
èequi-
valente a
quello
di caratterizzare talisuperficie
dellaM6.
Noigeneralniente
non affronteremo taleproblema direttamente,
maci serviremo tuttavia delle osservazioni di
questo
numero,più
che altro come
agevole
mezzo diespressione.
Naturalmente enunceremo
più
avanti la soluzione del pro- blema daquesto punto
di vista.12. - Per arrivare a dimostrare che i
tipi
trovati al n. 10sono
gli
unicitipi possibili
di varietàpluririgate
a tre dimen-sioni, eseguiremu
un’ analisi diretta secondo i valori dell’ indice del sistema E contenuto nella varietàR3,
cioè del numero di rettepassanti
per unpunto
dellaR3.
Anzitutto una
semplice
osservazione. Se inS4
si ha unaR" 3
le rette
passanti
per un suopunto
P egiacenti
su essa,giac-
ciono nello
jS’3 ál tangente
in P adR ,
nel conoquadrico A2
delle rette uscenti da P e aventi contatto
bipunto,
etc., sino al cono ,( ts) ~,,, CoMESSaTTI : Ossenvax o~ai sulla
geometria
della retta nello Br, [Atti Ist. Ven., LXXX (1931), pp. 387].( 7) A. COMESSATTI : sulla
~O~C~-~
della nello 8,,.[Cfr. sopra]. -