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Proprietà metamatematiche di alcune classi di algebre

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Academic year: 2022

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(1)

R ENDICONTI

del

S EMINARIO M ATEMATICO

della

U NIVERSITÀ DI P ADOVA

S AURO T ULIPANI

Proprietà metamatematiche di alcune classi di algebre

Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 47 (1972), p. 177-186

<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1972__47__177_0>

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(2)

PROPRIETÀ METAMATEMATICHE DI ALCUNE CLASSI DI ALGEBRE

SAURO TULIPANI

*)

Premessa.

In una

precedente

nota ho dimostrato che se W è

un’algebra

fun-

zionalmente

completa 1)

allora dove E è la classe delle

algebre semplici appartenenti

alla varietà generata da W

(confronta [8]).

Nella

prima parte

di

questo

lavoro cerco di vedere se vale lo stesso risultato o

qualcosa

di

analogo quando

W è

un’algebra

semifiltrale

(con-

dizione

alquanto

meno

restrittiva);

anzi in un

primo

momento faccio

solo

l’ipotesi più generale

che W sia

un’algebra

semideale.

Nella seconda parte una condizione necessaria sufficiente

perchè

E, classe delle

algebre semplici

di una

varietà,

sia

assiomatica;

di

qui

derivano corollari per varietà generate da classi filtrali

(filtrabili).

Anzi

viene un risultato

più

forte e cioè: se V è una varietà filtrabile allora

con o enunciato

positivo

e universale e

J

insieme delle

leggi

di V.

I concetti di

algebra filtrale,

classe

filtrale, semifiltrale, ideale,

semideale sono stati introdotti e

sviluppati

da R.

Magari

in alcuni lavori

(vedi [6]

e sua

bibliografia)

di cui in

parte

conservo le notazioni.

*) Indirizzo dell’A.: Istituto Matematico « U. Dini » - Viale Morgagni, 67-A -

50134 Firenze.

Lavoro eseguito nell’ambito del Comitato dei gruppi di ricerca matematica del C.N.R.

1) Nel senso di R. MAGARI vedi [5].

(3)

1. Lemmi ausiliari.

LEMMA 1. Sia

t1 un’algebra,

I un insieme e F un

f iltro

su

I,

con

I non vuoto e F non

degenere,

allora esiste un

mor f ismo

d’ordine h tra

il reticolo delle congruenze

C(a)

e tale

che,

se

h(p)

è estensione di p

(considerata

come congruenza di se d è l’immer-

d

sione canonica

t1

~ cioè in altri termini si ha il

seguente

dia-

gramma comn1utativo:

DIM. Sia

p*

la relazione su cos definita:

p* è

una congruenza e la

corrispondenza

p H

p*

è il monomorfismo d’or- dine richiesto.

LEMMA 2.

Sia a un’algebra, 6lw

un limite ridotto

(cioè

un limite

diretto di una catena numerabile di potenze ridotte di

6l)

allora esiste

un

monomorf ismo

d’ordine tra

C(a)

e

DIM. Sia ...

(con

Fi filtro su

li)

inoltre

hnp= hp_1 o hp_2 0 ... fl hn , dnP=dp-l o dp-2 o ... o dn,

n &#x3E; p. Sia e si ponga in virtù del lemma

precedente

si ha il seguente dia- gramma commutativo:

(notare

che

Se

áÏ3w ==

lim per motivi

categoriali

esiste uno e un solo

ep -

-

(4)

179

morfismo p

da lim

t1k su Bw

che rende commutativi il

diagramma

-

precedente;

sia

p* = Ker q,

allora la

corrispondenza r

tra e

t

definita da p H

p*

è un monomorfismo

d’ordine;

se infatti esistono

’:1&#x3E;1 P2

x,

yEA

tali che e allora se

Aw -- S3wl, S3w2,

con

Bw1= lim Ak/p1k, Bw2= lim Ak/p2k

e

[ x ] , [ y ]

sono le

immagini

di

- -

x, y in

aw

si ha e inoltre

sempre per motivi

categoriali;

infatti si ha il seguente

diagramma

commutativo:

OSSERVAZIONE 1. I lemmi 1 e 2 si possono dimostrare per altra via in modo meno diretto. Si

pensi A

come una struttura relazionale

R~, ~~~ )

in

cui él sia

la medesima struttura

algebrica

e

sia la

famiglia

delle relazioni di congruenza su

d.

Sia 2 il

linguaggio adeguato

per tale struttura; se F è un filtro su I si

R~), R~ ). Siccome,

per

ogni R~ ,

si

può

scrivere nel

linguaggio 9

che essa è una congruenza

dia,

con formule di Hom universali

(le quali

si conservano per potenze ridotte e per limiti

ridotti),

allora

anche RE

è una congruenza; inoltre la

corrispondenza RE

H

RE

è biunivoca e con-

serva l’ordine

perchè

si

può esprimere

che e con

gli

enunciati:

Tali enunciati sono tra

quelli

che si conservano sia per

potenze

ridotte

(perchè

di

Hom)

sia per limiti diretti

(vedi

caratterizzazione di

Keysler

in

[ 12 ] );

allora la

corrispondenza R~

H

R~

è un monomorfismo d’ordine tra il reticolo

6(d)

e e

rispettivamente.

(5)

2.

Algebre

semiideali: un risultato su

MdTh(W)

con W semiideale.

LEMMA 3. Se W è

un’algebra

semiideale allora esiste una inie- zione da in

J(LI/F),

dove

WI/F

è una

potenza

ridotta di

W, L = ~(W )

e

I(L’IF)

è il reticolo

degli

ideali del reticolo

LI/F.

DIM.

(per

un noto risultato di

algebra universale).

Sia VEQ

allora

quindi

esiste almeno un ideale cui essa è associata e sia

J~

uno di

questi

e

[ltl l’immagine

omomorfa di

ID

sotto l’omomorfismo naturale di L’ su

LI /F;

si ponga la

seguente applicazione

da Q in

J(LI/F):

Se

[/9j==[/9j

vediamo che

Di = D2 ;

sia segue

ossia esiste con

[ c~ ] _ [ 0(x, y) ]

e cioè

sia allora yi cos definito:

da cui segue

A(x,

cioè

á(x,

e

poichè

segue

.å(x,

cioè

x --- yi(~~),

ma

y’s --- y(PF)

da cui

yl --- y(~~)

e

x --- y(~~),

cioè

~1 _ ~,~

e per simmetria 1 da cui

TEOREMA 1. Sia W

un’algebra

semiideale tale che

C(W) = L

sia

finito,

allora esiste un

isomor f ismo

tra il reticolo

C(W)

e con

F

ultrafiltro

su I.

Il lemma 1 assicura che esiste un monomorfismo d’ordine h tra

e siccome per il lemma 3

(6)

181

tale monomorfismo deve essere

suriettivo,

ma un monomorfismo d’or- dine suriettivo è un isomorfismo reticolare.

TEOREMA 2. Se W è

un’algebra semiideale,

Ww un suo limite ri-

dotto,

allora se è

finito

segue

Basta verificare che

l’applicazione t

definita nel lemma 2 tra

C(W)

e è

suriettiva;

sia allora e sia

~’i

la congruenza di Wi definita da: se xi ,

y; e W;

hi : &#x3E;-~ è un isomorfismo per le

ipotesi

del teorema e se

ed è estensione di

di pi (immagine

di pi su

dÌ( W~));

sia pi tale che e siccome

t

ne segue

e cioè inoltre per induzione:

per i=0

è

banale e

Vediamo allora che infatti

OSSERVAZIONE 2. Nei teoremi 1 e 2 è necessario supporre

L=@(W)

finito. Basta infatti trovare un

controesempio

di 1.

Sia W

l’algebra

di Boole dei sottoinsiemi di un insieme infinito

(quindi @(W)

è

infinito),

W è ideale

(vedi

risultati di

[11]),

ma

WW/F

con F ultrafiltro uniforme su W ha cardinalità

maggiore

di W e

quindi

non

può

essere

C(W)=C(Ww/F).

h

Sia e ~

~( W),

con h monomorfismo

d’ordine }.

TEOREMA 3. Se W è semiideale e

~(W)

è

finito

allora:

Infatti se segue e

quindi

esistono

(per

un noto

teorema

sugli ultralimiti)

W, e ultralimiti isomorfi. Per il teorema 2

e per il lemma 2 esiste un monomorfismo d’ordine ~z :

(7)

e(61)

~ Siccome

poi @(Ww)

=

0(&#x26;)

esiste in definitiva un mo-

nomorfismo d’ordine tra e

8(W)

e inoltre 61 Evar

(W).

COROLLARIO 1. Se W è

un’algebra semifiltrale

allora

MdTh(W ) c E

dove £ è la classe delle

algebre semplici

di var

(W).

OSSERVAZIONE 3. Potrebbe sorgere il dubbio che nel teorema 3 in

generale

dovesse valere

lVl dT h(W ) = r,

ma

questo

non succede come

mostra il seguente

controesempio,

cioè non vale sempre

dove

~(~~Í,) = ~( W ) }.

Sia infatti

~~J = ~ W, ~ , n , ’ i r) un’algebra

di Boole con

più

di due elementi e r

un’operazione

definita

da:

61V è

filtrale, quindi

semifiltrale e

semiideale,

inoltre Fi 1 sopra definito coincide con ~; ma

( { o, 1 },

u ,

n , ’ r ) eri perchè appartiene

a var

(W)

ed è

semplice,

ma non è modello di

Th(W).

OSSERVAZIONE 4. Il risultato del teorema 3 non vale se si

toglie

la condizione che W sia semiideale. Esistono infatti

gruppi semplici

ele-

mentarmente

equivalenti

a

gruppi

non

semplici:

sia allora

W- G,

con

W

semplice

e G no, ne segue

G E MdTh(W ),

ma Tale

esempio

mostra anche come non sempre

valga perchè

altrimenti

con lo stesso

ragionamento

del teorema 3 si avrebbe

S(G) » @(W)

e

cioè G sarebbe

semplice.

OSSERVAZIONE 5. La dimostrazione del teorema 2.2

può

essere

semplificata

usando

l’ipotesi

del

continuo ’)

e cioè sfruttando il teorema di Keisler il

quale

afferma che

W=a

se e solo se con

I e

J opportuni

insiemi e F e G ultrafiltri: allora per il teorema 2 e il lemma 2 avremo il seguente

diagramma

che porta al risultato:

1) La dimostrazione può essere davvero semplificata perchè ultimamente S.

SHELAH ha dimostrato che il teorema di KEISLER si può dimostrare anche senza

ipotesi del continuo.

(8)

183

3. Assiomatizzabilità della

semplicità

in varietà generate da

algebre semif iltrali,

semiideali.

Il risultato del corollario 1 si otterrebbe facilmente se la

semplicità

fosse

esprimibile

nel

linguaggio adeguato,

come nel caso delle

W-algebre

ad

esempio.

Ciò induce a pensare

che,

nel caso che W sia semifiltrale o, con

ipotesi più forte, filtrale,

sia vero che E sia una classe assiomatica.

Cercheremo di stabilire alcuni

risultati,

a tal

proposito, supponendo più

in

generale

che E sia la classe delle

algebre semplici

di una varietà

generata da una classe semiideale per passare a risultati

più

forti nel

caso che la varietà in

questione

sia generata da

un’algebra ideale,

semi-

filtrale o filtrale.

TEOREMA 4. Sia V una varietà di

tipo -~

e L la classe delle

alge-

bre

semplici

di

V;

allora condizione necessaria e

sufficiente perchè 2:

sia assomatica è che in un

prodotto

diretto di elementi un

filtro

massimale sull’insieme

degli

indici dia

luogo

ad una congruenza mas- simale.

Sfruttiamo la caratterizzazione

algebrica

delle classi assiomatiche e

cioè il seguente: se E è una sottoclasse della classe di modelli di

tipo

r,

è assiomatica se e solo se è chiusa sotto ultralimiti e

ultraprodotti

e M,-,1 è chiusa sotto ultralimiti. La condizione del teo-

rema 2 è allora manifestamente

necessaria;

infatti sia 1

allora se 1 è assiomatica II è

semplice,

dovendo appartenere a ~,

!e7

quindi

F individua una congruenza massimale su

IIAi.

iel 1

Viceversa;

sia e

supponiamo

per assurdo che

aw

sia un

h

ultralimite di 61 e siccome con h monomorfismo allora

e

siccome AEMt-E

segue

a

non è

semplice;

ma siccome

» per- il lemma 2,

seguirebbe

che non è

semplice,

che

è assurdo. Se

(con

F ultrafiltro su

I)

è

semplice

per

l’ipo-

tesi del teorema e allora

anche dw

lo

è,

infatti ciò si dimostra con la

stessa tecnica del teorema 2; cioè anche E è chiusa sotto

gli

ultralimiti.

Infine è verificata anche la terza

condizione;

sia e F

è un ultrafiltro su I allora II e inoltre per

l’ipotesi

del teorema

iEl

è

semplice, quindi

iel

(9)

COROLLARIO 2. La classe delle

algebre semplici

di una varietà ge- nerata da una classe K

filtrale

e

quella

delle

algebre semplici

di una

varietà ideale sono assiomatiche.

Si vede facilmente

che,

in tutti i casi menzionati nel

corollario, E

è

semif iltrale ~)

e allora dal teorema 4 discende la verità dell’enunciato.

Si osserva che da

qui

discende il fatto noto: se V è la varietà

degli

anelli commutativi con

unità,

siccome V è

semiideale, L ç V

è assioma-

tica,

infatti 1: è la classe di tutti i

campi.

TEOREMA 5. Sia M’t la classe delle

algebre

di

tipo

1: e sia V

çM’t ,

EcV con:

1) V,

1

assiomatiche, V = Md(f).

2)

V - 1: chiusa sotto

gli ultraprodotti.

allora si

ha 1: = Md(f u (cr}),

con a enunciato

positivo

e

universale,

op- pure a enunciato

positivo,

oppure a enunciato della

forma

.. Vxn

r s

3y1

.. A

V (aij

-

[31;)]

con ai; ,

atomiche,

a seconda che

valga

im im

rispettivamente

la

3)-a),

la

3)-b)

o la

3)-c).

DIM. Siccome E è assiomatica per noti teoremi sulla conserva- zione delle formule che sfruttano le

ipotesi 3 )

si ha:

dove fl è:

ai)

l’insieme

degli

enunciati

equivalenti

a enunciati

positivi

e

universali;

bi)

l’insieme

degli

enunciati

equivalenti

a enunciati

positivi;

2) Discende dai risultati di G. M. BERGMAN in [2].

3) H(X) è la classe delle immagini omomorfe di elementi di X, S(X) la classe delle sottoalgebre di elementi di X,

Lim (X) la classe dei limiti diretti di elementi di X.

(10)

185

ci)

l’insieme

degli

enunciati

equivalenti

a

quelli

del

tipo

V .. 3: ..

[ v

A -

03B2ij)]

con fl.,ij,

aij atomiche;

i i

e f2 è tale a seconda che siamo

nell’ipotesi a),

nella

b)

o

nell’ipotesi c).

Sia allora

I=Th(1)

n SZ.

Si ha:

per

ogni

iEI

da cui per

ogni

iEI. Se cui fosse un i tale che

il teorema sarebbe

già

dimostrato.

Supponia-

mo

dunque

per assurdo che per

ogni i

allora esiste al-

meno un

~i

con cioè

diEV-I:

e

Sia e cioè ha

la

proprietà

dell’interazione

finita, quindi

esiste un ultrafiltro che con-

tiene la

famiglia

e sia F. Si consideri

se j E I

per

ogni j E I

cioè e

cioè non sarebbe chiusa sotto

gli ultraprodotti

contro

l’ipotesi.

OSSERVAZIONE 6. Le

ipotesi

2,

3-b), 3-c)

del teorema

precedente, quando

M, sia la classe di

algebre

di

tipo ~;

e V sia una varietà conte-

nuta in Mq e E la sottoclasse delle

algebre semplici

di V, sono sempre

verificate; quindi

o E non è assiomatica

(come

è il caso ad

esempio quando 2

è la classe dei

gruppi semplici)

con «

della forma

bi)

o

ci),

cioè di

quegli

enunciati che si conservano per

immagini

omomorfe

(positivi)

o

quelli

che si conservano per limiti di- retti

rispettivamente.

COROLLARIO 3. Sia V una varietà con E

semifiltrale e

tale che

ogni algebra c~ E L

abbia tutte le sue

sottoalgebre semplici,

allora

con c enunciato

positivo

e

universale, J leggi

di V.

COROLLARIO 4. Sia V una varietà con E

semifiltrale 4),

allora

con a enunciato

positivo, J leggi

di V.

COROLLARIO 5. Se K è una classe

filtrale

V=var

(K),

allora

E=Md(J u (~}),

con a enunciato

positivo

e universale

(vedi

risultati di

[2]).

4) I risultati dei corollari 3 e 4 si ricavano anche dai risultati di G. M. BERG-

MAN in [2], dove l’autore dà una caratterizzazione delle classi filtrali e semi- filtrali.

(11)

COROLARIO 6. Sia K una classe ideale e

superprincipale

allora

con a enunciato

positivo

e universale.

In tali

ipotesi infatti,

per dei risultati ottenuti da R.

Magari

in un

lavoro di

prossima pubblicazione sugli

« Annali dell’Università di Fer-

rara »,

gentilmente

comunicatimi da lui

medesimo,

si ha che E è una classe filtrale.

COROLLARIO 7. Sia V una varietà con E

semi f iltrale

allora 1=

con a enunciato della

~xl

...

Vxn

...

r s

L V (mii

--i con rLij,

Øij

atomiche.

i=l j=l

COROLLARIO 8. La classe dei

campi (algebre semplici

della va-

rietà

degli

anelli commutativi con

unità)

si trova nelle condizioni dei corollari 4 e 7.

BIBLIOGRAFIA

(limitata ai lavori direttamente citati) [1] BELL-SLOMSON: Models and Ultraproducts, Amsterdam, 1969.

[2] BERGMAN, G. M.: Sulle classi filtrali di algebre, in corso di pubblicazione su- gli Annali Un. Ferrara.

[3] GRÄTZER, G.: Universals Algebra, New York, 1969.

[4] MAGARI, R.: Su una classe equazionale di algebre, Ann. Mat. pura e appl.,

Serie IV, Tomo LXV, pp. 277-311 (1967).

[5] MAGARI, R.: Sulla varietà generata da una algebra funzionalmente completa

di cardinalità infinita, Ann. Mat. pura e appl., Serie IV, Tomo LXXVI, pp.

305-324 (1967).

[6] MAGARI, R.: Classi metaideali di algebre simili (congruenze ideali III), Ann.

Un. Ferrara (nuova serie), Sez. VII, Vol. XV, n. 8, pp. 131-143 (1970).

[7] KEISLER, H. S.: Theory of models with generalized atomic formulas, J. Sym- bolic Logic, 25 (1960), pp. 1-26.

[8] TULIPANI, S.: Sulla completezza e sulla categoricità della teoria delle W-alge- bre semplici, in corso di pubblicazione sugli Annali Un. Ferrara.

Per una bibliografia più ampia e completa si veda quella di [6].

Manoscritto pervenuto in redazione l’ll dicembre 1971.

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