A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
C LAUDIO R EA
Sulla riducibilità di una famiglia di connessioni
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 22, n
o1 (1968), p. 31-39
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DI UNA FAMIGLIA DI CONNESSIONI
CLAUDIO
REA(*)
Lo scopo di
questo
lavoro è di mettere in relazione la riducibilità diuna certa
famiglia
di connessioni su un fibratoprincipale
P con ilprimo
gruppo di
coomologia
a valori in R della base M del fibrato.La
famiglia
di connessioni inquestione
è9"== (a>
- oveco è
un’assegnata
connessione e A1(M, 3)
è lospazio
vettoriale delle 1-formea valori nel centro
3 dell’algebra
di Lie del gruppo strutturale. Nel n. 1sono elencate alcune nozioni sulla riducibilità e riducibilità locale delle connessioni e si da un criterio necessario e sufficiente mediante l’olonomia.
. ,
Il n. 2
riguarda
alcune identità neigruppi
diLie,
necessarie per lo studio dell’olonomia distudio
che vienecompiuto
nel n.3,
ove si daanche una condizione necessaria e sufficiente per la riducibilità ad un
sottogruppo
del gruppostrutturale,
mediante lacoomologia
H1(M, 3).
Infinenel n. 4 vengono
applicati
i risultatiprecedenti
allo studio della metricitàdella
famiglia
di connessioni indottada y
in un fibrato vettorialeapparte-
nente alla classe di
P,
e tale metricità è messa in relazione con l’annulla- . mento di H1. Il fibrato
tangente di una
varietà differenziabile(1) c12
e lospazio
tan-gente
ac12
in un suopunto ~
saranno sempre indicati conT(flfl)
erispettivamente.
Data unaapplicazione
differenziabilef : cV’,
convarietà
differenziabile, l’applicazione tangente
ad essa as-sociata sarà indicata con
df’
oppurecon f
e la sua restrizionecon
(dI);
oFE .
Inparticolare,
se{EA}
è un cammino differenziabile inC)9,
~
indica il vettore ad essotangente
in~;’ù.
Pervenuto alla Redazione il 28 Luglio 1967.
(*) Lavoro eseguito nell’ambito del gruppo di ricerca n. 35 del C. N. R..
termine « differenziabile » è nsato, qui e nel seguito, nel senso di C°° .
32
n
Siano M una varietà differenziabile
paracompatta,
connessa eP-+ M
un fibrato differenziabile
principale
di base M e gruppostrutturale O ; ’~
un
sottogruppo
di Lie chiuso di~, b
e g lealgebre
di Lie di13 e 0
ri-spettivamente.
Una riduzione di P ad
t)
è unacoppia (Q, 99), ove Q
è un fibratoprincipale
differenziabile su 11[ di gruppo strutturalelb, (p
è un’immersionedi Q
in P ed ildiagramma
è commutativo. Il fibrato
Q ~
Mpuò
essere naturalmente identificato adun sottofibrato di P. E’ noto che
l’assegnare
una riduzione(Q, T)
di P adt) equivale
a dare una sezione o del fibratoP/b:
se a è laproiezione
diP su
P/t)
eQx
è la fibra diQ
in x E31,
si ha ox = a o T(Qz).
Se sono dati un
ricoprimento aperto
di M e, perogni
U E91,
unariduzione
(Qp , qu)
diP i
U adfb (P I U
è la restrizione diP ad U),
alloraP dicesi localmente ridotto ad ciò
equivale
ad averassegnato
unafamiglia
di sezioni ou: diNaturalmente P è sempre localmente riducibile ad
1b
mentre non lo èglobalmente
perogni b.
Osserviamo che se P è riducibile adi))
esso èanche riducibile ad
ogni
suoconiugato interno g 1b g-1 , (g
EG).
Sia data una riduzione
(Q, T)
di P ad’Ifj.
Una connessione cu si dice ridotta ad’H
mediante la riduzione(Q, lp)
se,identificato Q
ad un sottoH-brato di
P,
si ha cb.
Perogni
p E P siaHp
= ker mp il sot-tospazio
orizzontale diTp (P).
Un vettore w ETop
dicesi orizzontalese w E ap E’ noto
([1],
p.88) che,
se o è la sezione diP/*)b
associataa
(Q, p), perchè
co sia ridotta adtb
mediante la riduzione(Q, 99),
occorre ebasta che o sia
orizzontale ;
una connessione c~ su P èdunque
riducibilead
t)
se e soltanto seP/t)
ammette una sezione orizzontale.Ovviamente la connessione co è localmente ridotta ad
f)
mediante la riduzione locale(Qu,
se(w
cb,
perogni
U ECJ1.
Perchèco sia localmente riducibile ad
lj, ) occorre
e basta che esista unafamiglia
di sezioni locali
orizzontali
o u : dicon CJ1
rico-primento aperto
di M.Osserviamo che se co è riducibile ad
lb mediante
la riduzione(Q, q),
essa è anche riducibile ad
ogni
suoconiugato interno g 1b g-1 (g
E(1;),
e lanuova riduzione è
(Qg ,
o T o dove,0eg
indical’operazione di g
su P. Altrettanto vale per la riducibilità locale.
Sia po E P e sia 0
(Po)
il gruppo d’olonomia di co in po .Se xo
----e il
gruppoide
dei lacci differenziabili di ~YI aventiorigine
in" è canonicamente definito
([1]
p.72)
l’omomorfismosurgettivo
di grup-poidi
- -... - ,
Il fibrato P e la connessione w sono sempre riducibili
a 0 (.po), ([1],
p.
83),
y anzi ilgruppo 0 (po) è,
a meno diconiugio interno,
minimale ri-spetto
aquesta proprietà.
Sussiste di fatti laseguente
PROPOSIZIONE 1.1. Condizione necessaria e
sufficiente affinchè
la connes-sione cu sia riducibile ad
’~
èche,
perqualche
po EP,
sia 0(po)
Cb.
DIMOSTRAZIONE. Proviamo la necessità della condizione.
Sia Q
il sot-tofi brato di P avente
1b
per gruppostrutturale,
dimostriamoche,
sepo E Q,
allora 0 c
t).
Sia in effetti xo e 1 = C(xo),
indichiamoallora con il cammino orizzontale uscente da po in
P,
aldisopra
di l. Per definizione
dell’applicazione fJ è
p, =po P (1).
Delresto,
indicatocon il cammino orizzontale in uscente da a po , al
disopra di 1,
datoche,
essendopo E Q, è
1’ intero cammino(yt)
deveappartenere
alla sezione orizzontale o, ne segue Yo = yi . Ma(api)
è ancheesso orizzontale in è al
disopra
di 1 e a po = yo ,dunque
api = y~ ==- ~ xx . In
particolare
epertanto
P1 E po’~, dunque
deve essere(1)
E1b
e cioè «>(po)
C1b.
La necessità della condizione è
pertanto
dimostrata.Sia ora 0
(po) e ~
per un certo po EP~ .
Osserviamo
che, posto
= 1 E 0(xo),
se è il camminoorizzontale in
P,
uscenteda po ,
y aldisopra di l,
allora il cammino(api)
èchiuso in
P/t).
Difatti è ma dondeSia ora xi E M e c = un cammino in M che
congiunge xo
adx . Per
quanto
abbiamoprecedentemente osservato, detto
il cam-mino orizzontale in
P,
uscente da po aldisopra
di c, l’elemento nondipende
da c ma soloda x1 , poniamo
a p1 = Inquesto
modo costruiamouna sezione a di
Questa
sezione è differenziabile ed orizzontale per la,ragione
che segue :quale
che sia il cammino differenziabile in il cammino è differenziabile ed orizzontale inPllb. Difatti,
se alsolito
è il cammino orizzontale in P uscenteda po
aldisopra
di(x~~, è a x).
ocp; e leapplicazioni A
---~ p~ ed a sono differenziabili. La pro-posizione
è cos dimostrata.2. Siano 3 e 2’G i centri di g e
G rispettivamente, Z/0
lacomponente
connessa di Z. . Per
Ogni ...¥ E g
lospazio (g)
viene usnalmente identificato34
a
g
stessa([2],
p.11).
Ciòposto,
perogni Y E Tx (g)
vale la formula([2],
p.95).
Inparticolare
se[X, Y ~
= 0 si haSiano ora ’~P:
T (M)
- 3 una l-forma su a valori in3
eun cammino differenziabile in M.
PROPOSIZIONE 2.1. Il cantmino
differenziabile
diZ/
ha,
nelpunto
vettoi-etangente
g~ = g~ vDIMOSTRAZIONE. Si consideri il cammino. in 3. Si ha
ovviamente
x~,
= 1p(;’.~) , pertanto
=( d exp)xi. [’~~’ ( xa, ) ~ ~
dato chey 1~J
(~.~)]
=0,
si ha per la(2)
La
proposizione
è cos dimostrata.3. Sia ora co una connessione su P una 1-forma su M a valori in 3. Ricordiamo che se
p E P
eX E g, pX
indica il valore in p del campo. fondamentale associato ad X. Naturalmente X è a sua volta l’elemento di g
generato
dapX.
PROPOSIZIONE 3.1. La
forma
co’ = w - è una connessione su1’ ~
indicate ed Q’ le
forme
di curvatura di cv edw’,
si liac(iii)
Sef{ pA} e (0
A1)
sono i cammini co oi-izzontale ed w’-orizzontalein P,
uscenti dallo stessopunto
po e aldisopra
dello stesso cammino(xA)
di si laa 1DIMOSTRAZIONE. Siano e 1:p elementi di
Tp (P),
con n Tp =Oy
sia Xl’elemento di
g generato da r?
e g unqualunque
elemento di0.
Dato cheE 3,
è =pertanto
m’ =1 (co Tp)
-(m ip
- =(Adg-l)
Inoltre =Oy dunque o/ Tp
=Ne segue che co’ è una connessione. Osserviamo ora
che, poichè
è a valoriin 3,
si ha[w, V) n]
=V n]
=0, dunque [co’,
=1(09 co].
Dalleequazioni
strutturali otteniamo allora Q - Q’ = dro -2013 2013 m] -
dw’+ 1/2 [co’,
= aw - dco’ La(i)
è cos dimostrata.2 2
Notiamo =
O, perchè
è verticale e chey dato
che n
ip è l’elemento dig generato
da otteniamoallora w’
(ip
= o) Tp+ w
= co-rp+
+
- = La(ii)
è dimostrata.Ricordiamo ora
che,
se(pz)
e sono cammini differenziabili in P eG rispettivamente, posto
si([1],
p.69).
A
Resta da provare che se è w- orizzontale e allora
~ ~
o
è w -orizzontale. Dalla
proposizione
2.1 segueOsserviamo che si ha
applicando
allora la(ii)
cone Tp =
PJ.
gJ. otteniamo = a/1pA gi +
= =Oy dunque
il cammino
(p’)
è w -’orizzontale e laproposizione
è interamente dimostrata.TEOREMA 3.1. Sia w riducibile ad
lb.
Condizionesufficienle affinchè
anche w’ lo sia è
che 1p
sia ungradiente (2).
Sepoi Z è semplicemente
connes-so e si ha
(e)
perogni g E 0,
condizione è ancheDIMOSTRAZIONE. Si fissi
xo E
M e si consideril’applicazione
definita
ponendo
G
Siano al solito ~ un
parametro
variabile tra O e1, ~x~~ = t E C (xo),
Po E n-l xo in modo
(Po)
cb,
pA epA
i cammini w-orizzontale ed w’- (2) 1n tal c’aMo w ed (J)’ hanno 1: stessa olonomia.36
orizzontale uscenti
da po
aldisopra
di 1. Indichiamo conC (xo) -~
~’l’applicazione analoga alla P
per la connessione col. Per desnizione delleapplicazioni P e fl’
è eper la proposizione 3.1,
parte (iii),
èpi
= pl r(1),
dondeSe y è un
gradiente,
si ha r(1)
= exp 0 = e, perogni
1 E C(xo). Dunque B’ (1)
=fJ (l)
e 0’(po)
= 0(po)
cb.
-Pertanto
(prop. 1.1)
w’ è riducibile adb.
Sia ora o)’ riducibile ad’Ifj, dunque
ø’(po)
c g1) g-1 ,
per unopportuno
g EG.
Dato chefJ (1)
E dalla(3)
otteniamo r(1)
E’If j
g’~ g-1 ,
ne segueche,
se’~
g’~ 9-1 n Zo
=~e~,
deveaversi r
(1)
=ex:p J 1J1
= e. Sepoi Zo
èsemplicemente
connesso, daZo
3Per l’arbitrarietà di 1 in deve essere un
gradiente.
’
Il teorema è cos dimostrato.
Dal lemma di Poincaré segue immediatamente il
seguente
COROLLARIO 3.1. Sia w localmente riducibile ad Condizione
suffi-
ciente
affinchè
anche lo sia è che sia = 0. Sepoi Zo è semplicemente
connesso e si ha
b 9 ’~ g-l
n‘’ °
=(e),
perogni
g EG,
allora tale condizione è anche necessaria.OSSERVAZIONE. La condizione che
Z0
siasemplicemente
connesso eche
’~
g’~ g-1 n Zo =
perogni
g EG,
è sempre verificatase 0 =
GL(n, It)
e SL
COROLLARIO 3.2. Se w è riducibile ad
Zo
èsemplicemente
connessoe f1
‘’ ° = ~e~,
alloraogni
connessione localmente riducibile ad deltipo
è riducibile ad1b,
se e soltanto se H1 (Jlf, R)
= 0.4. Caso
lineare
e caso riemanniano.Siano F uno
spazio
vettoriale di dimensione finita suR, ($ --~· (~.L (~’)
una
rappresentazione
fedele suF,
con « centro di eG»
=R,*‘IF , .Ee
il fi-brato vettoriale individuato da e nella classe di P e
P~
il fibratoprincipale
digruppo dei riferimenti di
Ee , (P,
~P).
Siano We edu~é
le connessionis11 P associate ad ed w’
rispettivamente. Se,
perogni X E T (M),
si ponela cp
viene ad essere una 1 forma su M a valori in Re si
può scrivere,
perogni
u E T(Pe),
Pe
--> M.Viceversa,
se sono date w ed una1.forma Q
su M a valori inR, posto
~(~) == p"~ [~(J~)’I~
è una l-forma su M a valoriin 3 e
la connes-sione w’ = (J) -
v n
induce suP,. proprio
la connessione data dalla(4).
No-tiamo
che,
se e è un cammino inM,
si hae
pertanto,
se z e t’ sono itrasporti we-parallelo
edwg-parallelo
relativi ac, la
(iii)
della prop. 3.1 daOsserviamo
che,
se1k
è uncompatto
massimale ine G,
si haD ifatti det
(1ft Î’ 1t y-1 )
=f± 1}
e det(Lo
= R+.Una connessione su
P~
dicesi(localmente)
metrica sePe
ammette unametrica
(locale)
invarianterispetto
altrasporto parallelo
relativo a tale con-nessione ;
ciòequivale
a chequest’ultima
sia(localmente)
riducibile ai com--
patti
massimali di gG.
Siano ay ed
w§
localmentemetriche ;
tenendo conto del teorema 3.1 e del lemma diPoincaré, possiamo
supporre M dotata di unricoprimento semplicemente connesso (Ui)
taleche,
aldisopra
di ciascunE,
siamunito di due
prodotti scalari ~ , )~ e , >~,
invariantirispetto
aitrasporti paralleli
Ti ezí indotti
da edmé
suEe
eche p
siaintegrabile
inU
Indicatalog Ai
lafamiglia
delle funzioni aventi per gra- ùiente ~p, cont1~
costantepositiva arbitraria,
si fissi unpunto
inEsiste
certamente ai E Lo ((1;)
taleche,
ogni v i ed ogni w
in(fibra
diEg
su,,xÒ’»’
siabbia v, w> i
= v, ai w)i . Siano
ora x EITy ,
c un cammino uscente da in M ed avente estrento e z’ itrasporti paralleli
irelativi
edwé%
aldisopra
,infine
sianozv j e I
zie due38
arbitrari di Tenendo conto della
(5)
si haNe segue
che,
se, >j,
si haí
indicano le metriche associate aC , >i
ed aAnalogamente
se ay edcvé
sonoglobalmente metriche,
allora per il teorema3.1,
sipuò
scrivere p =df.
Con lo stesso metodo edanalogo
si-gnificato
dei simboli sigiunge
a scrivereDalle relazioni
(6), (7), (8),
dal teorema 3.1 e dal teorema di de Rhampossiamo
concludereTEOREMA 4.1.
(i)
Sia la connessione We localmente metrica. La connessionecvé
è lo-calmente metrica se e solo se
dgg
=0,
e lo èrispetto
a tutte e sole lelocali
definite
dalla(7),
ove leAi
sono costanti ai-bitrariepositive
e le ai ele-menti arbitrari di ~o
G.
(ii)
Sia we metrica. La connessioneay
è metrica se e solo se g~ è ungradiente,
e lo èrispetto
adogni
metricadefinita
dalla(8),
con A costantearbitraria
positiva
e a elemento arbitrario in (}G. Ogni
connessione mente metrica èmetrica,
se e soltanto se Hi(M, R)
= O.OSSERVAZIONE. Il teorema
precedente può applicarsi
senza cambiamenti al caso in cui siaE, ==
Tl’ipotesi
,- centro di (}G
=- è identicamente verificata. Indicate con J7 e V’ le derivate covarianti
rispetto
ad We edc~é ,
la relazione(3)
si traduce nellaIstititto Mateinatico - Università di
BIBLIOGRAFIA
[1] S. KOBAYASHI-K. NOMIZU, « Foundation of differential Geometry » Interscience (1963).
[2] S. HELGASON, « Differential geometry and Symmetric Spaces » Academic Press (1962).