R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
L. F UCHS
L. S ALCE
Gruppi monotóni di successioni intere
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 56 (1976), p. 147-160
<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1976__56__147_0>
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Gruppi
L. FUCHS - L. SALCE
(*)
Siano P il
prodotto
diretto ed S la somma diretta di una infinità numberabile digruppi
ciclici infiniti~Ek~, per k
=1, 2, ... ;
si possono allora scriveregli
elementi di P nella forma , congli
m1c in- teri.Seguendo
la definizione in[3],
chiameremo unsottogruppo
Tdi P monotóno se soddisfa alla
seguente proprietà
dove
gli
n,, sono interi. Isottogruppi
monotóni di P(che
chiameremopiù
brevementegruppi monotóni)
furono introdotti e studiati in[7]
da
Specker;
ulteriori risultati vennero ottenuti da Reid in[5]
e daFuchs in
[3].
In.
questa
notaproseguiamo
lo studio deigruppi monotóni ;
nellaprima parte
proveremo che essi formano un sottoreticolor(P)
distri-butivo e
completo
del reticolo~(P)
deisottogruppi
di P e studieremole
proprietà
di1.J(P).
Nella secondaparte
proveremo nuoveproprietà
della struttura dei
gruppi monotóni ;
inparticolare,
se T è un gruppo monotóno diverso daB,
ilsottogruppo
di P formato dalle successionilimitate,
proveremo cheT/S
è isomorfo aP/S,
eperciò
è un gruppoalgebricamente compatto; inoltre,
se T è contenutopropriamente
in(*)
Indirizzidegli
AA.: TulaneUniversity,
New Orleans, La. 70118, U.S.A.e Seminario Matematico, via Belzoni 7, 35100 Padova, Italia.
Durante la ricerca che è
oggetto
diquesto
lavoro, il secondo autore fruiva di una borsa di studio della N.A.T.O., presso la~Tulane University.
un altro gruppo monotóno
T’, T’IT
è isomorfo a@ Q (Q
è il gruppoi
additivo dei razionali e o è il cardinale del
continuo).
1. Il reticolo
G(P)..
, sono due elementi di
P,
il loro estremosuperiore
ed il loro estremo inferiore sono definitipuntual-
mente. Sia P* il sottoinsieme di P formato dalle successioni t
positive,
non decrescenti
(cioè 0«i~~~...)
e non limitate. P*è,
con le ope-razioni V e A indotte da
P,
un reticolo distributivo. Se T è un gruppo monotóno diverso daB,
denotiamo T ~1 P* conT* ;
anche T* è unreticolo distributivo
(T #B
assicura che-T* 0 0).
DEFINIZIONE. Sia un sottoinsieme di P*. Diremo che genera il gruppo monotóno T
(o
che T ègenerato
da seSi osservi che T è il minimo gruppo monotóno contenente Diremo che T è un gruppo monotóno
principale (risp. f initamente generato, N,-generato etc...)
se ègenerato
da un solo elemento(risp.
da un numero finito di
elementi,
da un insieme numerabile di elementietc... ) ;
in tal caso, se t è ilgeneratore
diT,
scriveremosemplicemente
T =
T(t).
Un gruppo monotóno finitamentegenerato
da èpure
generato
da ...Vtlr)
ed èperciò principale.
Si osserviche, dati t, t’ E P, T(t)
=T(t’)
se e solo se esiste un interopositivo
Mtale che per
ogni
k eN. Se Tè Ko-generato,
si vedefacilmente che si possono supporre i
generatori t~l’, ... , t~r’, ... , (r
EN)
soddisfacenti alle
seguenti
condizioni:In
seguito, quando
avremo a che fare congruppi
monotoniN0-generati,
supporremo sempre che i
generatori
soddisfino alle condizioni(1).
ESEMPI.
1)
Sipuò
dare la definizione digeneratore
di un gruppomonotóno anche per elementi di P
(positivi
e nondecrescenti) limitati;
è allora evidente che
B,
il gruppo delle successionilimitate,
èprincipale
e
generato
da un arbitrario elemento limitato.2)
P ha unastruttura,
oltre che di gruppo, anche dianello,
conla
moltiplicazione
definitapuntualmente ;
ha sensoperciò,
dato u EP*,
considerare le sue
potenze u2, u3,
.... Si consideri il gruppo monotónoT è
N0-generato
ma non èprincipale:
infatti è facile verificare che T è un sottoanello diP,
e se fosse T = T(t)
per un t EP*,
si avrebbeche t2 w T, perchè
per nessun m E N si hache t2k mtk
perogni
k EN,
essendo t non limitato.
3)
P non èKo-generato :
infatti se non èprincipale, (come
non èP,
essendo unanello),
l’elemento t Vt(")
definito danon
appartiene
a n c-NDate due
famiglie
di elementi di P* : e sonodi
facile verifica le formule
seguenti:
perciò
l’insieme deigruppi
monotóni forma un sottoreticoloG(P)
delreticolo
L(P)
deisottogruppi
di P. Dalle formule(2)
e(3)
e dalla distributi- vità del reticolo P* segue che è un reticolodistributivo; poichè
intersezioni ed unioni
(gruppali)
arbitrarie digruppi
monotóni sonoancora
tali,
risulta essere un reticolocompleto,
con P elementomassimo e B elemento minimo.
Specker
in[7]
haprovato
che13(P)
ha cardinalità 2’. I
gruppi
monotóniprincipali
formano un sottoreticolo distributivoS(P)
di13(P),
ovviamente noncompleto,
essendo P nonprincipale.
Vedremo inseguito
che ha cardinalità e.Essendo in
particolare 13(P)
un reitcolomodulare,
dati duegruppi
monotóni
T1
eT2 ,
esiste un isomorfismoreticolare 92
tra i due inter- valli in13(P), I[T1 V T2 : T2]
eI[T1: Tln T2],
dato da :~ ~
con l’inverso
Ovviamente c’è anche l’isomorfismo
gruppale:
Analoghe
considerazionivalgono
nel reticolo~(P).
Il lemma
seguente,
dovuto aSierpinski (vedi [6~,
pg.77),
saràutilizzato spesso in
seguito.
LEMMA 1. Se N è un insieme
numerabile,
esistono c sottoinsiemi infiniti di N a due a due con intersezione finita.Una
famiglia
di e sottoinsiemi di N come nel lemma 1 sarà chiamatauna
quausi-partizione
di N.LEMMA 2. Siano T =
T(t)
duegruppi monotóni,
e siaT c T (t). Allora
risulta: T =DIMOSTRAZIONE.
È
una immediata conseguenza della formula(2).
TEOREMA. 1. Siano T e
T(t)
duegruppi
monotóni(t
EP*)
tali cheT è
Ko-generato
e TT(t).
Allora inI[T(t): T]
esistono 21gruppi
monotóni non isomorfi.
DIMOSTRAZIONE. Per il lemma 2 e per
(1) possiamo
supporre che igeneratori t(11@ t12>@
... di T siano tutti minori ouguali
a t;supponiamo
inoltre che
t~~’~
EP*,
perogni
n E ~T(e quindi
cheT =/:= B).
Definiamouna successione crescente in N:
e cos via. Sia una
quasi-partizione
di N ={k~, k2 , ...~, (111
=o).
·Definiamo un elemento per
ogni i
E I nelmodo seguente
~ è il massimo elemento in
N$
i minore dik8.
Ovviamente e
poichè
e, persi ha:
T~T(~)~~T(t).
Poichè duegruppi
monotoni sono isomorfise e solo se sono
uguali (vedi [7])
sarà sufficiente provareche,
perogni v~2’ ~ T (v~’’~~~z) .
In caso contrario infatti esistono etali che
Ma allora per infiniti
deve
accadereche è ovviamente
assurdo,
essendo r ed n fissi. Gliargomenti
finqui
usati
valgono
ovviamente anche nel caso in cui T siaprincipale
ediverso da
B,
ma anche per T =B,
modificandoleggermente
la provaprecedente,
vale che inI[T(t): B]
esistono 2’gruppi
monotóni nonisomorfi.
COROLLARIO 1. Se T è
t-to-generato
e se TTl,
allora inI[Ti : T]
esistono 2’
gruppi
monotóni non isomorfi.DIMOSTRAZIONE. Sia t E Dati l’isomorfismo reticolare tra
I[T + T(t) : T]
eI[T(t): T(t)
nT]
e il teorema1,
ed osservatoche,
per il lemma
2, T(t)
r1 T è ancorat-to-generato,
segue subito l’asserto.COROLLARIO 2. Se
T1
eT2
sonogruppi
monotóniprincipali
eT1 T2 ,
9in
7[Ta: T~]
esistono esattamente cgruppi
monotóniprincipali; (T(F)
ha cardinalità c.
DIMOSTRAZIONE. Basta
considerare,
nella dimostrazione del teo-rema
1,
i c elementivlil, (i
EI),
che generanogruppi
monotóniprinci- pali
a due a due nonisomorfi ;
d’altraparte
P ha cardinalità c,perciò
ha cardinalità e.
Nel corollario
1,
la condizione per T diessere N0-generato
è s nf -ficiente per l’esistenza di 2’ elementi in
I[Ti : T],
ma non ènecessaria,
come prova
l’esempio seguente.
ESEMPIO 4. Siano t EP* ed Y =
{T
ET~. ~’
è unafamiglia
induttiva. Sia
To
massimale in Y. OvviamenteTo
è unsottogruppo
monotóno massimale inTo + T(t)
e si ha ildiagramma
reticolaredove
gli
intervalliopposti
sonoisomorfi ;
tenendo conto del corollario 2 segue allora che in7[To : To
r1T(t)]
ci sono 2"gruppi
monotónidistinti,
ma
To
r’1T(t)
non èN0-generato,
essendo massimale inT(t).
L’esempio
4 prova che esistono elementi inG(P)
chehanno,
tragli
elementi ad essiminori,
elementi massimali. Una condizione suf- ficiente pergodere
di taleproprietà
è fornita dallaproposizione seguente.
PROPOSIZIONE 1. Se
T(t)
è un gruppo monotónoprincipale,
l’insiemedegli
elementi di minori diT(t)
ha elementi massimali. Un tale elemento sipuò
inoltrescegliere
contenente un arbitrarioTo
Et(P)
tale che
To T(t).
DIMOSTRAZIONE.
È
facile verificare che lafamiglia {T
EI [ T T(t)}
èinduttiva,
come pure lafamiglia {T
E TT (t)~.
Si osservi che un
sottogruppo
monotóno massimale tra isottogrup- pi
monótoni contenuti in un fissato gruppo monotóno T nonpuò
essere
NO-generato,
per il corollario 1. Non tutti igruppi
monotóniammettono
però sottogruppi
monotónimassimali,
come prova la pro-posizione seguente.
PROPOSIZIONE 2. Sia T una sottoanello monotóno di P. Allora T
non ha
sottogruppi
monotóni massimali.DIMOSTRAZ ONE. Il caso T = B è banale. Sia
T ~
B.Supponiamo
per assurdo che M sia un
sottogruppo
monotóno massimale in T.Sia t E
T*BM;
allora M-f- T(t)
=T, perciò
esistono m e N ed x E M*tali che
Detto e l’elemento di P tale che per
ogni
si ha:Per
k ~ ko ,
conl~o
interoopportuno,
si ha:perciò
da cui l’assurdo.COROLLARIO 3. Se M è un
sottogruppo
monotónoproprio
di P ese allora
M +
P.DIMOSTRAZIONE. Non è restrittivo supporre i soddisfacenti alla condizione
(1).
Esiste allora un t E P tale che t>t~’~~,
perogni
n E N.Si ha allora
e dalla dimostrazione della
proposizione
2 segue che M+ T(t)
P.Vogliamo
ora provare che nessun gruppo monotóno ha un sotto- gruppo monotóno massimo. Premettiamoperciò
il lemmaseguente.
LEMMA 3. Sia
T(t)
un gruppo monotónoprincipale (~ B).
Alloraesistono u, v,
u’,
v’ E P* tali cheT(u), T(v) T(t) T(u’), T(v’)
erisulta
DIMOSTRAZIONE. una successione crescente in N tale che
Definiamo u e v nel modo
seguente
Ovviamente = t ;
inoltre,
perogni
si ha:perciò T(u)
et w T(v).
La costruzionedegli
elementi u’ e v’ è ana-loga
allaprecedente, perciò
la omettiamo.Il lemma 3 non vale per B : infatti se
T(u)
eT(v) contengono
propriamente
alloraperciò
> B.
COROLLARIO 4. Non esistono
gruppi
monotóni consottogruppi
mo-notóni massimi.
DIMOSTRAZIONE.
Supponiamo
esista T Et(P)
consottogruppo
monotóno massimo
To.
T nonpuò
essereprincipale:
se infatti fosseT =
T(t),
siscelgano
u e v come nel lemma 3 e sianoMit
edM2
duesottogruppi
monotóni massimali in T contenentirispettivamente
ue v, sicuramente esistenti per la
proposizione
1. Ma allora v Eperciò Mit+ T(v)
= T eimplica
che il cheè assurdo. Ne segue
che,
se t ET, T(t) T, perciò
t ETo ,
da cui se-gue T =
To .
OSSERVAZIONE. Si è visto come per un gruppo monotóno 1’essere anche un sottoanello di P
porti
delleparticolari proprietà. Rivolgendo
l’attenzione ai sottoanelli monotóni di
P,
sipuò
vedere facilmente che pure essi formano un reticolo distributivo ecompleto (il
sup di due anelli monotóni è il minimo anello monotóno che li contieneentrambi)
che non è ovviamente un sottoreticolo di
~(P).
Sipuò
definire il con-cetto di
famiglia
di elementi di P* che genera l’anello mono-tóno I~ nel modo
seguente
e
quindi
i concetti di anelliprincipali, Ko-generati
etc... Molte delleproprietà
dimostrate per igruppi
monotóni si possono allora provare pergli
anelli monotóni. Noi ci limitiamo a provare il fattoseguente.
PR,OPOSIZIONE 3. Esistono 2’ anelli monotóni non isomorfi.
DIMOSTRAZIONE. Sia
k1, k2,
... una successione strettamente cre-scente in N tale che:
Siano N =
~k~ , k2 , ...}
ed unaquasi-partizione
di =c) .
Per
ogni i
e I definiamo un elementot(i)
nel modoseguente
¡
kse k E N
i=
kh
se ie kh è
il massimo elemento diN
i~
minoredi ks .
È
sufficiente ora provareche,
perogni i
eI, t(i)
nonappartiene
all’anel-lo monotono
generato
da{t(j)}j#i.
In caso contrario esistono une tali che :
Ma allora per infiniti
k.
E U ... UNjr)
si ha :il che è ovviamente assurdo.
Chiudiamo questa prima parte ponendo
ilseguente problema:
può
accadere che inb(P)
risulti: P = conT1
eT2 sottogruppi
monotóni
propri
di p, Si osserviche,
per il corollario3,
nèTi
nèT2
possono essere
N,-generati.
’
2. La struttura di
T/l3.
È
ben noto che è un gruppo senza torsionealgebricamente compatto,
ed haquindi
unadecomposizione
deltipo:
dove
D/S
è laparte divisibile,
equindi
D è unsottogruppo
univocamente individuato diP,
ePo18,
unico a meno diisomorfismi,
è un gruppocompleto
di Hausdorff, nellatopologia
naturale. Gli elementik
sono caratterizzati dalla
proprietà:
perogni
esiste taleche,
per s ! dividedk .
Vogliamo
provareche,
se T è un gruppo monotóno diverso daB,
allora
T / S
è isomorfo aP / S.
Premettiamoperciò
alcuni lemmi.LEMMA 4. Sia t E P*. Per
ogni
x E P esiste d E D tale che: x cd x -f-
t.DIMOSTRAZIONE. Per
ogni
esiste taleche,
perk ~ k$ ,
risulta e si possono
scegliere
iks
in modo chekl k2
.... Perogni
e perponiamo:
dk.+r
= minimomultiplo
di s !maggiore
ouguale
aOvviamente, risulta,
perogni
e per0 ~ r ks+~ - k$ :
00
È
ovvio allora che l’elemento definito sta in D e k=lLEMMA 5. Siano T e T’ due
gruppi
monotóni tali che BT ~
T’.Allora
DIMOSTRAZIONE. Ovviamente
T -E- (D n T’) c T’. Viceversa,
siax E T’.
Allora,
essendo BT,
esiste t E T*. Sia x = x’ -x",
con x’e x" elementi non
negativi
di T’. Per il lemma 4 esistonod’,
d" E Dtali che:
Ne segue che e
0 c d"- x" c t, perciò d’- x’ E
T ed" - x" E T ;
ma alloraquindi
segue che x = x’- x" E T
+ (D
nT’).
Si osservi che D n B =
S;
da[4]
segue che S è un addendo diretto di B e cheBI S
=F,
dove F è libero di rango o.LEMMA 6. Sia T un gruppo monotóno diverso da B. Allora la
parte
divisibile di è(T
r1D)18
ed è isomorfa aEB Q.
c
DIMOSTRAZIONE. Sia
d(T/S)
laparte
divisibile diTIS. A
ovvio che:L’inclusione inversa segue dalla
purità
diT/~S
inP/S.
Proviamo in- fine che( T
r1= @Q.
Basta provareche IT
= o. Sia t E T*.c
Per il lemma 4 esiste d E D tale che e ciò prova intanto che
0~=d+~e(TnD)/~.
Sia unaquasi-partizione
di N. Perogni i
e I definiamo un elemento apartire
da d ED,
nel modoseguente:
-Ovviamente E T per
ogni i
e I e id(i)
sonoindipendenti
mo-dulo S.
TEOREMA 2. Siano T ed R due
gruppi
monotóni diversi da B.Siano
due
decomposizioni
di eR/ S
nelleparti
divisibili e ridotte. Allora:2)
Sipuò scegliere .Ro uguale
aTo .
In
particolare
DIMOSTRAZIONE.
1) È già
statoprovato
nel lemma6.2)
Dal lemma 5 siha,
per ’1" = T f1 Re
analogamente
perperchè
T’ è ancora diverso daB,
come siverifica facilmente. Ne segue che:
Ma
-T,,’18
n(1~
n =0, altrimenti,
essendo puro inRIS (perchè T~
è puro in T’ che è puro inR),
non sarebbe ridotto.Ne segue che =
T(/S O (R
r1D)/S
eanalogamente
perT/S.
Si osservi
che,
se nelladecomposizione
si
può scegliere poichè
B r1 D =~S; poichè TIB
èdivisibile,
tale è
(To/S)/(B/S).
Perciò è unsottogruppo
basico diTIS,
perogni
gruppo monotonoT,
e B è basico inTo .
COROLLARIO 5. Sia T un gruppo monotóno diverso da B. Allora
T/S
èalgebricamente compatto
e la suaparte
ridottaTo/S
è ilcomple-
tamento di
B/S
nellatopologia
naturale.DIMOSTRAZIONE. Dal teorema 2 segue che
TI8 r-..J
ed è bennoto
(vedi [1])
che èalgebricamente compatto.
EssendoB/S
sotto-gruppo basico di
To/S, To/S
ne è ilcompletamento
nellatopologia
naturale.
COROLLARIO 6. Se T è un gruppo monotóno diverso da B e se G è
un gruppo
slender, ogni
omomorfismo g~ : T - G è individuato dallasua restrizione
DIMOSTRAZIONE. Essendo
T/S algebricamente compatto,
(vedi [2,
volII,
pag.159]).
Perciò se due omomorfismi da T in G coin- cidonosu S,
essi sonouguali.
Si osservi che il corollario 6 estende ad un arbitrario gruppo
slender,
senza restrizioni di
cardinalità,
la secondaparte
del teorema 2 in[3].
Siano ora T e T’ due
gruppi
monotoni tali che B T T’. Dal teorema 2 segue che(T’ r1 D)I(T
O Q, con a numerocardinale > 0. L
naturale chiedersiquanto grande
sia a. Premettiamouna notazione. Se a E
R,
t EP,
indichiamo con oc * t l’elemento di P cos definito :dove,
se r ER, [r]
indica laparte
intera di r. Indicato con e l’ele- mento costantementeuguale
ad 1 di P(ek = 1,
è ovvio che:dove il
significato
di a. t è ovvio.LEMMA 7. Sia
a E ll8,
oo0. Allora,
perogni
t E P* vale:T(t)
==
DIMOSTRAZIONE. Se a = 1
l’uguaglianza
è ovvia. Sia a > 1. Alloraperciò
D’altraparte ([a] + 1). t,
quindi
Sia a 1 e sia tale che e,per k
sufficientemente
grande, tk > 2n ;
si ha allora2 (tk
-n) > tk.
Da tsegue Viceversa:
Tenuto conto che sl . ha :
ma
per k
sufficientementegrande perciò
TEOREMA 3. Siano T e T’
gruppi
monotóni tali che T T’. AlloraDIMOSTRAZIONE. Esiste
t E (T’)*BT..Allora
T+ T(t) >
T e si ha:Non è restrittivo
perciò
supporre TT(t)
e provare l’asserto per T eT(t).
Sia unafamiglia
di cardinalità = c di numeri reali linearmenteindipendenti,
econsideriamo,
ViE I,
l’elemento a; * t.Proviamo che
gli
elementi oci * t sono linearmenteindipendenti
mo-dulo T.
(la
sommatoria èfinita),
congli
mr E Z.Possiamo supporre,
previo
cambiamento di segno,che ; ] perciò,
per il lemma7,
r
Proviamo che esiste
un intero
positivo
lVl per ilquale
vale:essendo chiaro il
significato
di talescrittura,
dal che segue ovvia- mente cheil che
porta
all’assurdoperchè
si èsupposto
che Sia k eN fissato. Perogni r
si ha:perciò, posto
si haD’altra
parte
vale:Da
(5)
e(6), posto ~1’ -f- 1,
segue subito(4). Segue
che deve, e
quindi
m,. = 0 perogni
r.OSSERVAZIONE. Se T è un gruppo monotóno diverso
da B,
il suocomportamento
nei confronti deigruppi
slender è simile aquello
di P(vedi [3]).
In contrasto con ciò è il fattoseguente: poichè l’applicazione
è un
omomorfismo,
un gruppo G è slender se e solo seogni
omomor-fismo
f :
D - G manda a 0quasi
tuttigli
8k; ciò non èpiù
vero se sisostituisce D r1 T a
D;
infatti la restrizione a D n T dell’omomorfismo identico T - T fornisce ilcontroesempio.
BIBLIOGRAFIA
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somesubgroups of
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vonFolgen
ganzer Zahlen,Portug.
Math., 9(1950),
pp. 131-140.Manoscritto