R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
E MMA P REVIATO
Gruppi in cui la relazione di Dedekind è transitiva
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 54 (1975), p. 215-229
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Gruppi
EMMA PREVIATO
(*)
Un
sottogruppo
H di un gruppo G si dice unsottogruppo
di Dede-kind in
G,
e si scrive se e solo se dati comunque due sotto-gruppi A, B
di G daH B
segue e daA
B
segue A U(H
r1B) = (A
UH)
r1 B. Diciamo che in ungruppo G
la relazione di Dedekind è
transitiva,
o brevemente che G è un D- gruppo, se e solo se da segueNel
presente lavoro, dopo
aver osservato(proposizione 1.6)
chela classe dei
D-gruppi
è una sottoclasse diquella
dei(q)-gruppi (l), già
studiata in[8], [2], [3],
si ottiene un caratterizzazione deiD-gruppi
risolubili
(2).
Lo studio viene effettuato sfruttando la descrizione dei(q)-gruppi
risolubili che si trovain [2], [3]
ed esaminandoseparata-
mente i
D-gruppi aperiodici, quelli periodici
equelli
misti. I risultati ottenuti per tali classi sonoesposti rispettivamente
nei teoremi2.1, 2.59
2.8. L’ultimoparagrafo
è dedicato ad alcune osservazioni suigruppi
in cuiogni sottogruppo
èD-gruppo.
Notazioni.
Se G è un gruppo, la scrittura
significa
che H è un sotto-gruppo
quasi-normale
in G. Se denota l’intervallo(*)
Indirizzo dell’A.: LTmiversità di Padova - Seminario Matematico Via Belzoni, 3 - 35100 Padova. Lavoroeseguito
nell’ambito deigruppi
diricerca matexnatica del CNR.
(1) Chiamasi
(q)-gruppo
un gruppo G in cui la relazione diquasi-normalità
è transitiva: da e segue
(quasi-normale).
(2) La definizione di risolubilità adottata è la
seguente:
il gruppo G è risolubile se e solo seogni immagine
omomorfa non identica di Gpossiede
un
sottogruppo
normale abeliano non identico.del reticolo
£(G)
deisottogruppi
di G di estremiH,
è l’inter-sezione dei termini della serie centrale discendente di G :
=nF,,(G).
X èl’immagine
del sottoinsieme X di G nell’omomorfismo«
canonico q:
G - G/N,
dove N è unsottogruppo
normale diG,
ossiaX =
X9,.Se p
è un numeroprimo, G(p)
è ilsottogruppo
di Ggenerato dagli
elementi il cuiperiodo
è finito e divisibile solo per numeriprimi maggiori
di p. G~° è ilsottogruppo
di G definito dallaposizione:
Il gruppo G si dice modulare se e solo se
ogni
sotto-gruppo di G è
sottogruppo
di Dedekind.1. In
questo
numero ricordiamo alcune noteproprietà
dei sotto-gruppi
di Dedekind in un gruppo e ne stabiliamoqualche
altra utile per i nostriscopi.
1.1. Sia G un gruppo. Allora
([9]):
i)
se e solo se perogni sottogruppo
di G laposizione
realizza un isomorfismo reticolare f!JK dell’intervallo
[H V .K/H]
sull’intervallo[.K/H n K];
ii)
se peri = 1, 2
allora ancheiii)
se e .K è elemento di Dedekind in[GIH],
alloraK dG;
iv)
se e .K èsottogruppo
diG,
allorav)
se ed N è unsottogruppo
normale diG,
alloraHN/N
c dG/N.
Le dimostrazioni si possono trovare in
[9],
p. 72.Dimostriamo ora due
proposizioni,
utili per riconosceresottogruppi
di Dedekind in
gruppi
infiniti.1.2. PROPOSIZIONE. Sia G un gruppo. Se è una
famiglia
di
sottogruppi
di Dedekind diG,
alloraoc
DIMOSTRAZIONE. Posto
U Ha = H, proviamo
che 99,,:exp
è un isomorfismo reticolare per
ogni K G (1.1i)).
Siaè intanto
Viceversa,
se èx
quindi
x =h1k1 ... htkt
conhi
EH, ki e K;
allorahl, ... , ht,
n n
per OC~, oc,
opportuni,
ed essendoU Ha; = L cd G (1.1 ii)),
i ~ 1 i
risulta
e dunque (xn
U H = X . Similmente si vede che da segue
(X
UH)
r1 g = X. Pertanto leapplicazioni
isotone CPg:[H
ue
cpH:
definiterispettivamente
da = g n
X, 99H(X) -
H u X sono l’una l’inversadell’altra, dunque
isomorfismi reticolari.1.3. PROPOSIZIONE. Sia G un gruppo e per
ogni sottogruppo
finitamentegenerato B
diG,
allora H è di Dede- kind in G.DIMOSTRAZIONE. Proviamo
(1.1 i) )
che qx :[H
U-~/j~] 2013~ [KIH n K]
è un isomorfismo reticolare per
ogni K G.
Sia èle mappe isotone qx e
99,u
sonodunque
l’una l’inversadell’altra,
per- tanto isomorfismi reticolari.Immediata conseguenza delle
proposizioni 1.2,
1.3 è ilseguente
1.4. COROLLARIO. Un
gruppo G
è modulare se e solo seogni
suosottogruppo
finitamentegenerato
è modulare.Ricordato
([6])
che unH ~ G
si dicesottogruppo subpermutabile
se e solo se esiste una catena finita con per i =
0,
... ,n - 1, proviamo
laseguente
1.5. PROPOSIZIONE. Sia H un
sottogruppo subpermutabile
delgruppo G. Allora se e solo se è
quasi-normale.
DIMOSTRAZIONE. Se usiamo induzione sull’indice di sub-
permutabilità r (3)
di H. Per r =0, 1,
H èquasi-normale;
sia r > 1.è una catena con per
i = 0, ... , r -1
e se K è unqualunque sottogruppo
diG, allora,
perl’ipotesi induttiva,
si ha: H ~JHr_1)
=H(.K
r1Hr-1)
D’altraparte,
è
perchè
Infinedunque
(3) Chiamiamo indice di
subpermutabilità
di H in G il minimo dell’in- sieme dellelunghezze
delle catene finite per cuiHiaHi+1.
La sufficienza è ben nota.
1.6. PROPOSIZIONE.
Ogni D-gruppo
è un(q)-gruppo.
DIMOSTRAZIONE. Sia G un
D-gruppo,
e sianoH,
conè
subpermutabile
in G e per transitività della relazione diDedekind;
allora per 1.5 èDunque
G è un(q)-gruppo.
La 1.6 riconduce lo studio dei
D-gruppi
nell’ambito diquello
dei(q)-gruppi.
Una caratterizzazione dei(q)-gruppi
risolubili si trova in[2], [3]; riportiamo qui
diseguito
alcuni dei risultati iviesposti,
utili per la lettura delle nostre dimostrazioni e a tale scopo
opportuna-
mente riformulati.
1.7.
([2]). Sia p
un numeroprimo dispari
e G un p-gruppo risolu- bile. G è(q)-gruppo
se e solo se è modulare.1.8.
([2]).
Sia G un2-gruppo
risolubile. Se G è(q)-gruppo
e se nonè
modulare,
allora è deltipo A
ove AX A1
è un gruppo abe- liano di indice 2 inG,
A = divisibile non identico e az = a-’per
ogni
InoltreG/A
è modulare(4).
1.9.
([2]).
Sia G un gruppo risolubileperiodico. G
è un(q)-gruppo
se e solo se
i)
con A2-gruppo divisibile, .B
di Hall in Ge
privo
di elementi di ordine2,
9ii) G/B
èprodotto
diretto dei suoisottogruppi
diSylow,
cia-scuno dei
quali
è un(q)-gruppo,
iii) ogni sottogruppo
di è normale in G.Ed anche
1.10.
([2]).
Sia G un gruppo risolubileperiodico.
G è un(q)-gruppo
se e solo se
possiede
unsottogruppo
normale N tale chei)
N è di Hall eprivo
di elementi diperiodo 2,
ii) G/N
èprodotto
diretto dai suoisottogruppi
diSylow,
cia-scuno dei
quali
è un(q)-gruppo
(4)
Tali condizioni non sono sufficienti affinchè G sia(q)-gruppo :
una carat-terizzazione
completa
si trova nel lavorooriginale.
iii) ogni sottogruppo
di N è normale in G.Un gruppo misto G è un gruppo che ha almeno un elemento ape- riodico e un elemento
periodico
nonidentico;
diciamo che un gruppo misto èseparato
se e solo se l’insiemedegli
elementiperiodici
costi-tuisce un
sottogruppo,
nonseparato
nel caso contrario.1.11.
([3]).
Sia G un gruppo nonabeliano,
misto eseparato. G
èun
(q)-gruppo
risolubile se e solo se, detto T ilsottogruppo
di Ggenerato dagli
elementiperiodico,
i)
T èprodotto
diretto dai suoip-sottogruppi
diSylow T~,
tutti
abeliani,
ii) G/T
è abeliano di rango1,
iii) ogni
elementoaperiodico g
E G induce suTp
unapotenza
1
mod p
= 1 mod 4 seT~ T~).
1.12.
([3]).
Sia G un(q)-gruppo
risolubile misto nonseparato.
Allora G contiene un
sottogruppo
abeliano C di indice 2 in G tale cheG = z, C~,
C = A x B con A gruppo abeliano misto2-divisibile,
B
2-gruppo limitato,
z2-elemento,
z-laz = a-’ perogni
a E A(4).
Inoltre
ogni sottogruppo
di C èquasi-normale
in G eG/A
è modulare.Terminiamo il numero con l’osservazione
seguente
1.13. PROPOSIZIONE.
Ogni sottogruppo
di Dedekind edogni
im-magine
omomorfa di unD-gruppo
è unD-gruppo.
DIMOSTRAZIONE. Sia G un
D-gruppo :
se dasegue K
c dG, quindi
e, amaggior ragione, H
c dA ; pertanto
A èD-gruppo.
Sia ora A « G : da segue(1. 1 iii», quindi
e e si conclude cheG/A
è
D-gruppo.
2.
D-gruppi
risolubili.2.1. TEOREMA. Un gruppo risolubile
aperiodico
èD-gruppo
see solo se è abeliano.
DIMOSTRAZIONE. Sia G un
D-gruppo
risolubileaperiodico;
G èun
(q)-gruppo
per1.6, quindi
abeliano([2],
teoremaB).
La sufficienza è ovvia.La
proposizione
che seguepermette
di determinare iD-gruppi
risolubili
primari.
2.2. PROPOSIZIONE. Sia G un
N-gruppo (5) periodico.
G è un D-gruppo se e solo se è un
(q)-gruppo.
DIMOSTRAZIONE. Tenuto
presente 1.6,
per concludere basterà far vedere che in unN-gruppo periodico
G unsottogruppo
di Dede-kind è
quasi-normale.
Se allora perogni g E G
risulta[H V g~ /H] ~ [g~ /g~ n H],
reticolo dilunghezza
finita. Ne segue, essendo G un1V-gruppo,
che H è subnormale in H U~g~
e cos per 1.5quasi-normale
inJ?u(~).
La conclusione è orasemplice.
2.2.1. COROLLARIO. Sia G un p-gruppo risolubile. G è un
D-gruppo
se e solo se è un
(q)-gruppo.
DIMOSTRAZIONE. Si
tenga presente
che un p-gruppo risolubile è unN-gruppo ([1],
vol.II,
p.222).
Sia ora G un gruppo
periodico:
indichiamo concv(G)
l’insieme dei numeriprimi
che dividono l’ordine diqualche
elemento non iden-tico di G.
Allo scopo di stabilire una
proprietà
di unD-gruppo G
nel casoCO(G)
finito
(proprietà
che inseguito
verrà estesa al casogenerale), premet-
tiamo unaproposizione,
in cui sono riunite alcune utili osservazioni.2.3. Sia G un gruppo.
i)
Se Na G e alloraroo(G/N) ==
ii)
Se se Na G e se è normale ilp-sottogruppo
diSylow Sp
diH,
allora ilp-sottogruppo
diSylow
diH/N
èiii)
Se se NaG,
se8~
è unp-sottogruppo
diSylow
di H e allora è
completo (6 )
non identico se e solose
8~P
ècompleto
non identico.DIMOSTR~AZIONE.
i)
Risulta- per induzione
(transfinita)
si ottieneTa(G/N) == .ha(G)/N
(5)
Per la definizione cfr.[1],
p. 221.(6)
Un gruppo G si dicecompleto
se e solo se, dati comunque un elemento a di G e un interopositivo n, l’equazione
xn = a ha almeno una soluzione in G.Un gruppo abeliano
completo
si dice di solito gruppo divisibile.ii)
SiaP/N
unp-sottogruppo
diSylow
diH/N:
alloracP/N.
D’altraparte,
se xN EP/N
saràxpa
EN,
=(m, p)
=1,
e x si scompone nel
prodotto
di un elemento di N per uno di ordine diH,
cheappartiene a S1)
inquanto 8,
è l’unicop-sottogruppo
di
Sylow
di H.Dunque
e cosl’uguaglianza.
iii) È
infatti2.4. PROPOSIZIONE. Sia G un
D-gruppo
risolubileperiodico.
Risulta:i)
con A2-gruppo divisibile,
Bsottogruppo
diHall in G
privo
di elementi di ordine2,
inoltreogni sottogruppo
diè normale in G.
ii)
Se èfinito,
detta B = ladecomposizione
diB nelle sue
componenti primarie
tale cheG§(
sia divisibile non iden-t
tico per
i = 1, ... , t,
allora è modulare e per è abeliano elementare. i=1DIMOSTRAZIONE.
i) È
conseguenza del fatto che G è(q)-gruppo
t
risolubile
periodico (1.6
e1.9). ii)
Detto L ilsottogruppoll
i=1
osserviamo che
G/L
è unD-gruppo (1.13);
inoltrerCX)(G/L)
il
p;-sottogruppo
diSylow
di èG1)iL/L (i = 1,
...,n),
il2-sottogruppo
diSylow
èAL/L = {~}
e risulta(GpiLjL)Pi
divisiblenon identico se e solo se è divisibile non identico
(2.3).
Di conse- guenza, 9 ilsottogruppo
divisibile diFoo(G/L)
ottenuto come inii)
èidentico;
per concludere cheG/L
è modulareproviamo dunque
che èt
modulare il gruppo G
nell’ipotesi
X A ={1}.
Usiamo induzionei=l
su se G è un p-gruppo, allora è modulare
(1.7 se p> 2,
1.8e
ipotesi
A ={i}
se p =2). Supponiamo pertanto
> 1. Con- sideriamo unp-sottogruppo
diSylow G,,
diG,
ove p è il massimo del- l’insiemem(G).
Possiamo supporre cheG1)
non sia un fattore diretto di Gperchè
da segue([7],
p.5) £(G) =
edC(G1))
ed sono modulari perl’ipotesi induttiva; pertanto
([2], proposizione 5.1)
eGp
è normale in G peri);
in virtù di2.3,
aGIG,
siapplica l’ipotesi induttiva, dunque G/Gp
è modulare. Dato ung E
G,
risultadunque g, Gp) (1.1 iii ) ) : proviamo
cheg~
c dg, G~~ ,
da
cui,
per latransitività,
edunque
G modulare(1.2).
Inconseguenza della
proposizione 1.3,
è sufficiente provareg> d c d g, h1, ... , hr~
dovehl , ... , hr E Gp ;
inoltre non è evidentemente re-strittivo supporre che l’ordine
di g
siapotenza
di unprimo. Se igi
= q,allora per la scelta di p si
ha q
p einoltre g
induce un automorfismopotenza
nel gruppo abelianoG~ (per i) ) ;
se tale automorfismo è l’iden-tità,
allorag~ G~
è abeliano eDiversamente,
l’auto-morfismo indotto ha ordine q : in tale
ipotesi
il gruppog, h~, ..., he)
è modulare se e solo se
Ih~l==...
_([7],
p.13).
Perlo stesso
motivo,
è~g~ g~
essendo ilp-sottogruppo
di
Sylow
dig~ G:/G:’
abelianoelementare; analogamente g~
~ d g~ G9, e dunque g~ G~$ c d g~ G~
per la transitività della rela- zione di Dedekind in(1.13).
Allora necessariamenteG1’/G:’
èun gruppo abeliano
elementare,
per cuiGp = Gpa
eGp
èdivisibile;
dunque,
perl’ipotesi, ~1~,
ossiaGp
è abeliano elementare. Per- tantog, hl , ... , hr~
è unP-gruppo, quindi ~g; c d g, h1, ... , hr~ ,
comesi voleva. Sia
ora 1 g
con 1 eragioniamo
per induzione su n.Se
Gp
non è abelianoelementare,
avendo ordine q, induce suGp l’identità,
perquanto visto;
si conclude per induzioneche 9
inducel’identità in
quindi
inDunque g~ G~
è abe-liano e di nuovo Se
poi Gp
è abelianoelementare,
e se(g) 6~t g, h~, (h
E consideriamo ing, h)
unconiugato g~x ~ g~.
Sarà
gm~ _ ~g~
r1 normale ing, h~ :
se fosse non identico si po- trebbe concludere per induzione in~g~ (gm
centralizzah, quindi
ancheGp),
e sarebbeg~ c d g, h~ . Dunque
èg~
= uu
g~x) r1 g> ~ (g~ r1 (g)à’)
Ugq;
_gq~, mentre,
perl’ipotesi
in-duttiva, Questa
contraddizionepermette
di concludereg~ g, h~,
e cosg, h;
ha reticolomodulare, perchè ogni
suo sotto-gruppo
primario
è di Dedekind. Se non èabeliano, g, h)
èpertanto
un
P§-gruppo ([7],
p.13)
e risultahs,
con sq=1,
s fl1 mod p
per
ogni h
EG,,,
per cuig, h~, ..., h)
èP)-gruppo
eg~
~g, hi , ... , hr~ .
t
Dimostrata cos la modularità di
G/L,
osserviamo che L X A4=1
è il massimo
sottogruppo
divisibile di e inoltre è abeliano elementare per infatti nel gruppo modulareG/L
ip,-sotto-
gruppi
diSylow
non sono fattoridiretti,
avendosi =(2.3),
sonoquindi
abeliani elementari([7],
p.13): ii)
risulta cosprovata.
Ci
proponiamo
ora di arrivare a provare ilseguente
2.5. TEOREMA. Sia G un gruppo
periodico. G
è unD-gruppo
riso-lubile se e solo se
possiede
unsottogruppo
normale(abeliano) N
chegode
delleseguenti proprietà:
i)
N = Ax B,
A è2-gruppo divisibile,
B è di Hall in G eprivo
di elementi di ordine
2, ogni sottogruppo
di N è normale inG;
ii) G/B
èprodotto
diretto dei suoisottogruppi
diSylow,
cia-scuno dei
quali
è unD-gruppo risolubile;
iii)
se è ilsottogruppo
divisibile massimale diN,
alloraG/M
è
modulare;
iv)
se il2-Sylowgruppo P/B
diG/B
èabeliano,
alloraG/lVh
èmodulare,
oveMi
è ilsottogruppo
divisibile massimale di B.Alla dimostrazione
premettiamo
due lemmi.2.6. LEMMA. Sia G un
D-gruppo
risolubileperiodico.
Se M è ilsottogruppo
divisibile massimale di alloraG/M
è modulare.DIMOSTRAZIONE. In virtù di
1.2,
1.3 basterà far vedere che seallora
h1,
... ,ht) M/.lVl
è modulare. Essendo G un(q)-
gruppo risolubile
periodico,
da 1.9 segue facilmente che G è super- solubile(7); pertanto
se p è il massimo dell’insieme...,h,»,
allora
G (p )
non contiene elementi di ordine minore ouguale
a p(8).
L =
G/G(p)
è unD-gruppo
ecv(L)
èfinito, quindi
ad L sipuò appli-
care 2.4. Tenuto conto che è abeliano
periodico,
risultavisto che
([2],
propo-sizione
5.2),
affermiamo che il massimosottogruppo
divisibile dièlVIG(p)/G(p) ;
-,infatti,
dettoD/G(p)
il massimosottogruppo
divisibiledi per
quanto
detto si ha edunque
è divisibile per cui si ha
RG(p)
=MG(p).
AlloraG/MG(p)
è modulare
(2.4);
scriviamo M==M1XM2
in modo che siaè una
coppia
intersezione-distributiva( [ 7],
(7)
Un gruppo G èsupersolubile
se e solo seogni immagine
omomorfanon identica di G contiene un
sottogruppo
normale ciclico non identico.(8) Questo fatto è ben noto: una dimostrazione si
può
trovare nel lavoro di R. BAER,Supersoluble
groups, Proc. Amer. Math. Soc., 6 (1955).p.
3)
e tale è anche(M1, G(p)).
Oraè
modulare,
come si voleva.2.7. LEMMA. Sia G un gruppo
periodico
e C un suosottogruppo
normale
abeliano; supponiamo
inoltre cheG/ C
sia modulare local- mente finito e cheogni sottogruppo
di C sia di Dedekind in G.Se g
è un elemento del centralizzante
C,,(C)
tale cheogni primo
disia
maggiore
diogni primo
di(»(C)
r1 allora risultag~
DIMOSTRAZIONE. Consideriamo la
decomposizione CG(C)
ove
01
èsottogruppo
di C ed è di Hall inCG(0)
1 C =°lX O2
eW(02)
==Poichè per
ipotesi,
è sufficienteprovare che Sia
dunque
e siano... ,
hr
elementi diG, con i hi potenza
di numeroprimo.
Peripotesi, g, h1,
...,hr) C/C = g, h1,
... , è un gruppo modulare. Osserviamo chese hi
normalizzag~
allorah
normalizzag~ ;
non èdunque
restrittivo supporre
g, hl,
... , Pertanto abbiamo le se-guenti
duepossibilità, previa opportuna
numerazione([7],
p.13):
g, hl ,
... ,9 ~r~ g, hl ,
... ,hs)
X ... ,hr)
doveg, hl ,
... ,hs~
è unP*-gruppo,
per eoppure
g, hi ,
... ,hr)
=g,
... , Xhs+~ ,
...hr),
dove ilprimo
f at-tore del
prodotto
è un q-gruppo modulare e il secondo ha ordineprimo
con q.
Supponiamo
che si verifichi ilprimo
caso : allora ing, hi)
=qi
i(i = 1, ..., s)
èCG(C)IC,
per cuihi E CG(C).
Poichè == p ~ a~ ( C),
allora risultahi
== p e in definitiva K =g, hi ,
... ,R, C2 = {i} (si tenga presente
cheCG(C)
risulta un gruppo super- solubile e K ègenerato
da elementi di ordine p eqn,
ove p e q sonomaggiori
diogni primo
per cui K è modulare ed haproprio
ordine , mentre dove H
è
generato
dahS+1, ... , hr;
ilprodotto
è direttoperchè
K n C2 = {1},
se un suo elemento è centralizzato moduloC,
è real-mente centralizzato. Infine
perchè
=pmqn, primo
con
~hs+1, ..., hr~ ~,
d’altraparte
mentre Allora il reticolo di
g, hl , ... , hr~
èprodotto
di-retto dei reticoli di K e .H
([7],
p.5)
epoichè ~g~
è di Dedekind inK,
~g~
è di Dedekind ing, h1,
... ,hr).
Secondo caso :g, h1,
... ,hs)
èun q-gruppo
modulare, quindi quasi-Hamiltoniano.
Proviamoche,
dato h E
G,
risultag~
c qg, h)
non appenag, h)
è un q-gruppo eInf atti, posto
P1primo
epl ~ q~ ,
risultan C =
~1~ , g, h~ _ hO ( ~g, h~
nS )
edunque g, h~ , quasi-Hamiltoniano.
Si conclude cheg~
èquasi-normale
ing, h1, ..., hr) perchè
sey E g, hl , ... , hr~ ,
allora con(e, q) = 1;
pertanto y~ _
Xy,>
conIY11
=qb, ~
= e : perquanto visto,
~g~
èpermutabile
conyl>,
mentre y, centralizza g. Infine in virtù dellaproposizione 1.3, quindi
il lemma è dimostrato.2.7.1. COROLLARIO. Sia G un gruppo
periodico
e C un suo sotto-gruppo normale abeliano. Se
G/C
è modulare localmentefinito,
se Cè di Hall nel suo centralizzante e se
ogni sottogruppo
di C è di Dede-kind in
G,
alloraogni sottogruppo
del centralizzante è di De- dekind in G.DIMOSTRAZIONE.
Conseguenza
immediata di 2.7 e di 1.2.Siamo ora in
grado
di provare il teorema 2.5. La necessità è pro- vata per ilsottogruppo (1.9, 2.6).
Sufhcienza. Osserviamo anzitutto chei), ii),
assicurano che G è(q)-gruppo (1.10).
Dimostriamoora che per
ogni
tale che risultag~ ~ d G ;
a talescopo esaminiamo anzitutto il caso A =
~1~.
Se diciamo C il sotto- gruppo di N tale che e massimalerispetto
a tale pro-prietà,
allora C è di Hall inN,
e di conseguenza in G. InoltreC~(C) =
- in
quanto
un elemento di G induce su C un automorfismopotenza.
Il lemma 2.7 sipuò pertanto applicare
aC,
per concludere.Passiamo al caso
A -=1= ~1 ~ .
E sia ora ilsottogruppo
di N massimale ri-spetto
allaproprietà
nB);
èCa(M)
= nB) X A) -
essendo E di Hall in G e nel centro di
ea(M).
Sia g Ese
(~~2)=1
mediante il lemma 2.7 si conclude Sia orag E
igi
= 2n. Proviamo anzitutto che un2-sottogruppo
diSylow Q
di G èD-gruppo. Infatti,
seP/B
è un2-Sylowgruppo
diG/B,
allora
P/B
èD-gruppo
perii);
inoltreAB/B perchè P/AB
è modulare
(iii), risolubile, quindi nilpotente ([7]).
MaA Q perchè
dunque
per1.8,
equindi
QBIB - Q
èD-gruppo (1.13). Ora,
seP/B
èabeliano,
periv) possiamo
ricondurci al caso A =
~1~,
assumendo N = B. Se inveceP/B
non èabeliano,
allora è deltipo zB)
conlz
=2m,
z-’ az = ac-1 perogni z2 E AA1 (1.8); proviamo
che esiste un2-Sylowgruppo Q
di G checontiene g
e che non è modulare.Infatti, essendo g
Erisulta per
opportuni a E A, ~i~==2~:
unconiugato
zx di z, per x E G
opportuno,
starà in un2-Sylowgruppo
diz)
checontiene al,
pertanto zx)
è un2-gruppo:
ma alloraA,
aal,zx~
è un
2-gruppo
checontiene g
e che non èmodulare,
inquanto zx
in-duce su A l’inversione. Sia
dunque Q
un2-Sylowgruppo
di G tale che g EQ
=A
XA2, z’~ ax~ =
perogni a
EA,
A XA2
ha indice 2 inQ : poichè
è Proviamo che èg> Infatti,
se e
Ihl === qm, q ~ 2,
allorah> g~ _ g~ h~ perchè h~
c d cd G([5]).
Sia|h| = 2m,
esupponiamo
cheh>
e(g)
non siano per-mutabili ; poichè .R/A
èmodulare, g, h; A/A =
è unP*0-gruppo
non abeliano: non
può
essere un2-gruppo altrimenti g
e h starebbero in uno stesso2-Sylowgruppo T = ~A X A3, z"~,
ma dag> Cp(A) ==
segue essendo T
(q)-gruppo.
Allora consideriamoun
P*-gruppo,
moduloA,
deltipo ~g, k~,
dove k: E R.Poichè
g, k) R, g, k)
è unP:-gruppo
anche moduloM; quindi
~z’, g, Te)
è unP*-gruppo,
modulo .H. In unP$-gruppo
un 2-sotto-gruppo di
Sylow
èciclico, quindi
saràz’ ~ g~ , ~~ c z’ ~ ,
oppureg
e ~appartengono
a2-Sylowgruppi
distinti. Ma da~z’;
c~g~
seguez’ E CG(M),
il che è control’ipotesi.
Se fosseg> z’>, g
commu-terebbe con
k,
ancora control’ipotesi. Se g appartengono
a 2-Sylowgruppi distinti,
allorag, z’>
non è un2-gruppo,
mentreg, z’ E Q.
Si concludeg~
c qquindi,
essendo G(q)-gruppo,
Allora per
ogni
risulta edunque ogni sottogruppo
di è di Dedekind in G(proposizione 1.2).
Vediamo infine che in G la relazione di Dedekind è transi- tiva : siano
decomponiamo
M nei suoi fattoriprimari:
dove se allora come si è
tei
visto. Proviamo che se allora Sia anzitutto
x E H,
CG(Gp)
con non è restrittivo assumereIXI
=qn, (q i=- pi).
Sia ces il massimo intero per cui
xqa= CG(G,,,) ;
allora se y E èInfatti in è
normale, quindi
e tale ordine non
può
esserecomposto,
altrimenti x, commu-terebbe con un elemento di e
sarebbe x1 E CG(Gpi).
Poichè.Kcd G,
se è
[~-K, y) /K]
n~~ _ Ì ~xii ~.
Allora deveessere
K,
==K, y~
oppure.K,
== K : ma daK,
=K, y j seguirebbe
da cuiy c- K. Quindi
è perogni
YEGpi’
cioèGp= c .K,
ma essendo lVl divisibile risultaGl,1 =
Analogamente,
Sia ora x EH, X 0 CG(A),
e x di ordinepotenza
di
primo; risulta ixl
= 2m. SiaQ
un2-Sylowgruppo
di G che contiene A e x(A
è normale inG) . Q
non è abeliano e contiene un2-gruppo
divisibile non
identico; pertanto Q
non èmodulare,
ma è deltipo
~A X A*, z~; ,
con perogni
allora ax - a-’ perogni a E A,
e risulta(xa)2
= x2. SeK, poichè
_K è di Dedekind si ha[K, a; /-K] ^J [(za) I x‘~ ] quindi I~, a2) = .g, a)
oppure.K, a2) =
K.Ma da
.K, a2) = a)
segue aquindi
èK, a2~
_K, A H
per lo stesso motivo. Allora da eper segue ma il gruppo
al TI Gpi
soddisfa ai)-iv),
quindi
da’ "
segue cos G è D- gruppo, come si voleva.
OSSERVAZIONE. In
2.5, iv)
non è conseguenza dii)-iii),
come prova il gruppo ottenuto estendendo un3-gruppo
abeliano ele- mentare E mediante il2-gruppo g> X A,
ov e A è divisibile non iden- tico eg-1 xg -
xr, mod3,
r2 =1 mod 3 perogni x
EE,
a-1xa == xper
ogni
a E A.È
= E.Con il teorema che segue si prova che la classe dei
D-gruppi
riso-lubili misti coincide con
quella
dei(q)-gruppi
risolubili misti: in virtù di 1.6 è sufnciente dimostrare che:2.8.
TEOREMA,
Un(q)-gruppo
risolubile misto è unD-gruppo.
DIMOSTRAZIONE. Tratteremo distintamente i due casi : G
separato
e G non
separato.
Sia G un(q)-gruppo
risolubile mistoseparato.
Esclu-diamo che G sia abeliano o
quasi-Hamiltoniano:
la struttura di G èdescritta in
1.11,
inoltreogni sottogruppo
di G2 èquasi-normale
in G([3],
lemma1.2), quindi
diDedekind;
sianosottogruppi
di Gtali che e sia
H ~ G2.
Possiamo inoltre supporre che Hcontenga
un elementoaperiodico x
che induce suT2 (notazioni
di1.11)
una
potenza
non congrua ad 1 mod 4: infatti se H non contenesse untale x sarebbe
aperiodico)
U T = .L «G ;
d’altraparte
L è
quasi-Hamiltoniano ([7]) quindi
da cui segue essendo G(q)-gruppo. Supponiamo
ora che per sia ri-sulta
[ .g,
r1K], dunque
poichè
moduloh4~ ,
e di conseguenza(xh) 2
1 x2 modh 4>
@il reticolo
[ g, h) /.g, h4)]
halunghezza 1, dunque
h2 E .K. In conclu-sione,
9T2 c g; analogamente
si prova che ma alloraperchè G/T2
è un gruppoquasi-Hamiltoniano.
Sia ora G un(q)-gruppo
risolubile misto nonseparato
e sianoH,
.Ksottogruppi
diG tali che con e Z E H
(notazioni
di1.12).
Perogni
a E A risulta(za) 2 = z2, dunque
se è[~E~ [Za> /~z2~ ].
Allora
.K, a2) = ~.K, a~,
oppureK, a2> -
.K:poichè
laprima
ugua-glianza implicherebbe a
E.K,
si conclude a2 E .K perogni a
EA, quindi
A2 = per lo stesso motivo è
A H,
maG/A
èmodulare, quindi
è e la dimostrazione è conclusa.
3.
D-gruppi.
Una sottoclasse della classe dei
D-gruppi
èquella
deiD-gruppi,
definiti in
analogia
aiT-gruppi ([4],
n.6).
Un gruppo G è unD-gruppo
se e solo se
ogni sottogruppo
di G è unD-gruppo,
ossia se dasegue
Poichè conosciamo la struttura dei
D-gruppi risolubili,
otteniamofacilmente il
seguente
3.1. TEOREMA. Un gruppo risolubile è
D-gruppo
se e solo se èmodulare.
DIMOSTRAZIONE. La sufficienza è immediata. Necessità: sia G un
D-gruppo
risolubile. Se G èperiodico, ogni sottogruppo
di G fini-tamente
generato
è unD-gruppo
finito risolubile : F èpertanto
modu-lare,
come segue dal teorema 2.5(un
gruppo finito è divisibile se e solo se è il gruppoidentico),
e G è modulare per 1.4. Sia ora G unD-gruppo
misto: unsottogruppo generato
da un numero finito di ele- mentiperiodici
èperiodico (conseguenza
di1.12);
G è cos un grupposeparato
e, se non èabeliano,
ha la struttura descritta in 1.11: G è modulare se«2(x)
=1 mod. 4(notazioni
di1.11)
perogni
x EG,
x ape-riodico.
Supponiamo pertanto
che siaT) = T§ # (1)
e mod 4per un x E
G, x aperiodico:
non appena y ET2
cony ~
>2, x, y~
nonè
D-gruppo
essendoy~
il suo2-Sylowgruppo
ed essendoy2~ ~ y~ 4
ma 1 mod 4. Tale contraddizione
permette
di concludere.Per la classe dei
D-gruppi
finiti sipuò
ottenere un risultatopiù
completo.
3.2. PROPOSIZIONE.
Ogni D-gruppo
finito è risolubile.DIMOSTRAZIONE. Sia G un
controesempio
di ordine minimo. G èsemplice, perchè
se G avesse unsottogruppo
normale non banale Nsi
potrebbe
concludere che N eG/N
sonorisolubili, dunque
anche G.D’altra
parte, ogni sottogruppo prioprio
diG,
essendoD-gruppo,
èrisolubile,
ma unD-gruppo
risolubile è modulare(3.1), dunque
anchesupersolubile:
di conseguenza G è risolubile([10],
p.718),
assurdo.Immediata conseguenza di 3.2 è il
3.3. TEOREMA. Un gruppo finito è
D-gruppo
se e solo se è modulare.3.3.1. COROLLARIO. Un gruppo localmente finito è
D-gruppo
sese e solo se modulare.
3.3.2. COROLLARIO. Un gruppo localmente risolubile è
D-gruppo
se e solo se è modulare.
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I,Springer
(1967).Manoscritto pervenuto in redazione il 13