R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
A NNIBALE C OMESSATTI Sulle superficie multiple cicliche
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 1 (1930), p. 1-45
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di ANNIBALE COMESSATTI
Una recente conversazione
epistolare
colprof.
BERZOLARI in-torno alle
superficie doppie,
ha indirizzato verso un temapiù complesso
il corso di antiche meditazioni(1).
Come per le curve, cos per le
superficie multiple
cielicheO, rappresentate
sopra una data F con o senza curva didiramazione,
il
problema principale
èquello
relativo al numero difamiglie
birazionalmente distinte
(di
~irriducibili).
Edanalogamente
essopuò
affrontarsi per duevie;
laprima
dellequali,
chepuò
dirsialgebrico-geometrica, porta spontaneamente
nell’ ambito della di- visione dei sistemi lineari(dzvisione lineare)
sullaF,
mentre laseconda via
topologico-funzionale
fa entrare ingioco
il gruppofondamentale (gruppo topologico)
dellacorrispondente
rieman-niana
T~.La struttura
precisa di questo
gruppo non èoggi conosciuta;
ma in
grazia
del fatto che il gruppo di monodromia M delle nostre O èabeliano,
sitrova, che,
almeno nel caso delle O nondirarnate,
è lecito sostituirvi ilcorrispondente
gruppo commuta-tivo,
cioè surrogareogni equivalenza
collacorrispondente
omo--logia (§ 5).
E cos la discussione delproblema può
affidarsi asolidi fondamenti. ~-
È
chiaro chequalora
le due vie accennate vengano percorsexndipendentemente,
l’identità delpunto
d’ arrivo deve condurre ad (1) Che rimontano all’ epoca della mia dissertazione di laurea, Sullecurve
doppie
di genere qualunque, eco.[Mern.
Accad. Torino, (2) T. ~x (1909) pp. 313-350]. Sul tema delle curve multiple cicliche, di cui al § 1, cfr. ancora O. Cmsim, Sulle superficie di Riemann multiple prive di puntidi diramaxione [Rendic. Acc. Lincei
(5)
T. XXIV (1~15) pp. 153-158], F.ENBIQUE8-0. CHISINI, Teoria geometrica delle equazioni [Bologna, Zanichelli],
T. ~n, nn. 38, 39, e la memoria dell’ A. citata in (11).
interessanti ravvicinamenti.
È quel
chequi
vien fatto per il caso delle ~ nondiramate;
e nerisulta,
per unavia,
a dir vero, al-quanto indiretta,
una nuova dimostrazionedell’isomorfismo
frail gruppo della divisione di
SEVERI,
ed il gruppo della torsione(lineare)
relativi alleF,
V.Saremo
paghi
che si ritrovi in ciò almeno un’ illustrazione deirapporti
traquelle
nozionifondamentali,
annotando a suocredito
l’indipendenza
dalla nozione di ciclialgebrici,
e dal teo-rema di LEFSCHETZ che ne
precisa
la caratterizzazione trascendente.A render
possibile
taleillustrazione,
conferisceprincipal-
mente la circostanza che il teorema d-esistenza
indispensabile
alle conclusioni del secondo
indirizzo,
vienqui
dimostrato indi-pendentemente
dal ricordato isomorfismo(§ 6).
Più
complesso è
il caso delle ~ per cui esiste su h’ unaeffettiva curva di diramaxione
D,
finora neppurcompletamente
trattato per le curve
(2).
La risoluzione del relativoproblema
fon-damentale vien
raggiunta,
inquesto lavoro,
per la sola viaalge- brico -geometrica (§ 4) ;
nondimenovogliamo
richiamarvi l’atten- zione dellettore, segnalandogli
la funzione ed ilsignificato
didue caratteri
(esponmte
emoltiplicatore)
della curva di dirama-zione,
il secondo deiquali è particolarmente notevole,
e dà mo-tivo ad osservazioni nuove sui
problemi
delladivisione,
raccoltecon
altre, parzialmente sistematiche,
inapposita
premessa(§ 2).
La discussione
topologico-funzionale
diquesto
caso, che in-dubbiamente rivelerà interessanti
connessioni,
si annuncia diffi-cile,
edapparisce collegata
alla considerazione del gruppotopo- logico
inerente alla varietà(considerandosi
ora D comeriemanniana in
V)
nell’ ordine d’ idee diENRIQUES-ZARISKI (3).
Non va taciuto che il
problema
fondamentale relativo all e O nondiramate,
eragià
statorisolto
dal DE FRANCHIS(4);
ma(2)
Perciò anche il caso delle curve è qui rielaborato. Vedasiil §
1, ele osservazioni sull’argomento al § 4.
(3) F. ENMQUES, S’ulla costruxione delle funzioni algebriche di due va-
riabili
possedenti
una data curva di diramazione [A.naaii di .Mat. (4) T. 1°(1923-24)
pp. 185-198] 0. ZARISIt, OM problem o f the exzstence o f al- gebraio functions of two fJariables,POBs6ssing
agiven
branch curve [Ame-rican Journal of Math. T. LI
(1929)
pp. 3Oõ-328]. ,(4) M. DE Fnemcals, Intorno alle barrietà multiple cicliche dira-
tal
precedente, sfuggitoci
nella fasecostruttiva,
non sembra con-ferisca alcunchè a menomare lo considerazioni di
questo
lavoro.Invero il DE FSANCBIS si
appoggia
adargomentazioni
sostanzial- mente diverse dalle nostre neipunti essenziali, separando
il casodelle varietà
prive
di torsione~elegantemente
risolto col ricorso alle funzioniV)
dal casogenerale,
e discutendoquest’
ultimo sulfondamento di
quell’ isomorfismo
chequi
viene volutamenteigno-
rato. Inoltre
l’impostazione dell’A.,
che aposteriori
si riconoscepienamente legittima,
si affida ad un assunto cui forse non nuoc-ciono le nostre
più precise
cautele(5).
§
1. -Considerazioni preliminari
sul caso delle curve.l. Allo scopo di
alleggerire
in alcunipunti
la trattazione se-guente,
e di favorirne 1’interpretazione, vogliam premettere
unrapido sguardo
allequestioni riguardanti
le curvemultiple
ci-eliche. In
parte,
eprincipalmente
suqpel
cheriguarda
le rappre-sentazioni non diramate,
ci richiameremo ad osservazioninote,
mentre il caso nuovo in cui interviene un effettivo
gruppo
didiramazione,
saràsviluppato
solquanto
basti a porgere, per la viapiù rapida,
le conclusionifondamentali, ed
a favorire la presen- tazione di taluni concetti .importanti..
Sia
f
una curvaalgebrica
di genere p , e C una curva rap-presentata
in modo ciclico sullaf n-pla,
cioè contenente una tras- formazionebirazionale 1:,
diperiodo
n , che genera un’ involu-zione I.
birazionalmente identica adf .
Assieme alla -r hannomazioni, e Complexnents alla [Rend. Palermo T. XLVIII
(1924)
pp. 384-388 e 420-422].’
($) L’ assnnto è sostanzialmente
quello
di sostituire senz’ altro al gruppo,topologico il gruppo (omologio ad il che
equivale
a presupporre che due cicli omologhi (anche se non
equivalenti)
operino suirami di * la stessa sostituzione. Ora tax preaupposto non è
legittimo in
ge- nerale, mentre, come qui si prova, (§ 5) lo è quando il gruppo di monodro- mia M siaaleliano. Esempi
di rappresentazioni non diramate in relazione alle quali due cicli omologhi non operano la stessa sostituzione, si costrui-scono facilmenté nel caso delle curve: cfr. ad es.
quello
ndicato da ENRIQUES-CHISINI,
loco cit. (I) T. III, pag. 455.pure
periodo n
le suepotenze d’ esponente i
con n , edesse generano alla stessa
guisa
l’involuzione1ft.
Se la
~’
si concreta con un modelloprivo
dipunti multipli
d’uno
spazio
nelquale
siano(xi ,
x~,..r,xr)
coordinate nonomogenee, è
noto che laC,
mediante una trasformazione bira-zionale, può
ricondursi alla curva dello(x,,
-T2?"-1~)
avente per
equazione
dove
R (x)
è unpolinomio
nelle xi ,xr,..., x,. , i
cui valori vannoconsiderati sulla
f;
se dipiù
siesclude,
com’ è lecito a menod’ un’ omografia
di~S’,.,
che ipunti
all’ infinito dellaf
sian di di-ramazione per la
corrispondenza (1, n)
traf e C,
1’ ordine delpolinomio
R risultamultiplo
di n.I
punti
di diramaxione(effettiva)
dellapredetta corrispon- denza,
cadono nelle intersezioni dif
colla formaR (x)
=0 ,
esclusequelle
dove lamolteplicità
d’intersezione èmultipla
di n, allequali
si dà il nome di diramazioniapparenti.
Giova fin d’ ora osservare
che,
se i è un interoprimo
conn, la curva C’
_determinata, analogamente
aC, dall’ equazioné
è birazionalmente identica alla
C;
ilpassaggio
dall’una all’altrapotendo
effettuarsi mediante la trasformazionedove j
è unodegl’ interi (primi
conn)
per cuii j 1 (mod n),
e t è ~ intero associato
ad j
dallaij
= tn+ 1. Aggiungasi
chese s’ indicano con T, t" le trasformazioni birazionali delle
C,
C’in sè medesime
rappresentate
dalle x’ = e x(s
= la(3)
tra-sforma r in z’i e
(quindi) c’
in tj.2. Incominciamo dal richiamare i tratti essenziali della discus- sione relativa al caso delle C non diracmate: Allora il gruppo delle intersezioni di
f
colla formaR(x) = 0 (computate
colla de-bita
molteplicità)
risulta dal contare n volte un certo gruppo rche dicesi il gruppo di diramazione
apparenté
relativo alla par- ticolarerappresentazione (1).
Sulla riemanniana
fo
relativa adf sia
fissato unpunto O,
e si dicano
01, 0,,..., On
ipunti corrispondenti
della Cpresi
nell’ ordine in cui sono associati da una delle r a
periodo n,
adesempio,
con riferimento alla(1)
dalla Allora è notoche per una circólazione
qualunque
effettuata sullafo
apartire
da
0, quei punti
sipermutano
fra di loro a norma d’una sosti- tuzione ch’ è unapotenza
del ciclos = ~ 1 . 2 ... n).
Inparticolare quando,
comeattualmente,
non esistonopunti
didiramazione,
lasostituzione
prodotta
da un cicloequivalente
a ~ero è identica(6).
È
pur noto che la sostituzione relativa ad una delle circo- lazioni considerate siesprime
mediantequelle prodotte
da2p
cicli
(orientati)
a~ ,~3;
tracciati per O e formanti tiell’ insieme unsistema di
retrosezioni;
inquanto gli
a,,~3~
danno una base per leeqiíivalenxe
sullafo
caso attuale tutto si riducequindi
alla conoscenza dei
2p esponenti
chespettano
allepotenze
di srelative
agli
’X"~,;
onde allaC,
nelle condizioni di riferimentofissate,
restacollegata
una caratteristica(cioè
un2p-intero considerato, mod n)
che la determinacompiu-
tamente.
Viceversa,
data ad arbitrio la caratteristica(4)
ne restadeterminata a meno di trasformazioni birazionali la C
(8) (che però
non è necessariamente
irriducibile) .
Dopo
ciò la determinazione delle C irriducibili e birazional- mentedistinte,
si ricava dalle osservazioniseguenti:
a)
Condizione necessaria e sufficiente affinchè una(4)
de-termini una C irriducibile è che
quella
caratteristica siaprzma
eoii n
(cioè che
il m. e. d.dai g~
e di n sia1), giacchè
allora(6) Basta anzi che il ciclo sia omologo a zero, perchè l’ attuale gruppo di monodromia è eiclico. Cfr. nota prec. e § 5.
(7) Cfr. p. es. A. COMESSATTI, Curive algebriche e fuiizioni fucksiane [Atti Ist. Veneto T. LXXXVIII (1928-29) pp. 771-834] n. 2.
(8) Per il teorema d’ esistenx.a di RIEMANN-HURWITZ. Si noti che gli espo-
nenti gi non son legati da alcuna relazione, giacchè 1’ unica equivalenza fra
i cicli Pí (identità
fondamentale)
è automaticamente verificata stante lapermutabilità delle s~~ .
e soltanto il gruppo
generato
dalle è transitivosugl’indici 1, 2, ... , n
e coincide col gruppociclico [1,
s, ... , Invero affinchèquel
gruppocontenga
la s occorre e basta che la coh- gruenza+ Xzg2 -j- ... + A2pg2p =
1(mod. n)
ammetta soluzioniper le
À~,
il cheriporta
alla condizione enunciata.Aggiungasi
che se il m. c, d(gl , g~ , ... , g~p , n~
èv> 11
esi pone la C si spezza in v
parti
birazionalmenteequi-
valenti tra di
loro,
ciascuna dellequali
è sullaf
epuò collegarsi
alla caratteristicadedotta
dalla(4)
dividendonegli
ele-menti per v
(considerata,
mod.p,).
b)
La caratteristica(4)
nondipende
soltanto dallaC,
maanche dalla scelta della t a cui è affidato l’ordinamento
degl’ in-
dici
1, 2, ... , n
per ipunti
del gruppocorrispondente
ad O. Sealla z
si sostituisce una zi pure diperiodo
n, la caratteristica(4)
vien sostituita dalla[i g~, i g~ , ... ,
essendo i indivi- duato(mod n)
dalla congruenzai j 1 (mod n).
Ad una stessaC irriducibile
restano
cosassociate 9 (n)
caratteristiche distinte(mod n),
e non se ne dànnoaltre, perchè
se una C’corrispon-
dente alla caratteristica
~gi , 9~,... ,
bii’azionalmente identicaa
C , (9)
e z’ è la relativatrasformazione, analoga
a ~r, in basealla
quale
è stato fissato l’ordinamentodegl’ indici
per ipunti O; , 0~’.~ 0~ corrispondenti
adO,
nel passare da C a C’ la z si muterà in i’f equindi
viceversa la z’ in d(1°),
onde la ca-ratteristica inerente a C’ s’ identificherà con
quella
relativa a Oed a talchè sarà
(mod n).
~ _o
Abbiamo
poc’ anzi
affermato chele Cf (n)
caratteristichesono distinte
(mod n.) ;
ed invero se fosseig,. j g,. (mod n)
(coni , j
minori di n ei > j ) quindi (i j j g" 0 detto 03BC
il m. c. d
(i j , n),
certo minoredei
n, tuttele g,,
sarebbero divi- sibili per v =n ,
contrariamenteall’ ipotesi
che C sia irriducibi l e.p. .
In conclusione il numero delle
famiglie
birazionalmente di-(9)
Ponendoci dal punto di vista corrente in materia, supponiamo che latrasformazione birazionale tra C e U sia rappresentata su f dall’ identità,
come accade quando la f è a moduli Tale
ipoteai
sarà sempre sot- tintesa nel seguito anche a proposito delle(IO)
Se o è una trasformazione birazionale tra C eC’,
tali sono anchele xk a , ma tutte mutano x nella stessa ~’~ .
stinte di c2crue
n-ple
cicliche Crappresentate
so-pra una data
f
senzadiramazioni,
èeguale
aquello
delle ca-ratteristiche
(4)
distinte(mod n)
eprime
con n diviso perg(n).
I t.] ...""
t ... "l L n2p - 1 In
particolare
se n èprimo,
si trova cosi il valor noton 1 ’
n-3. Alla
stessa
conclusionesi può pervenire
movendQ dallaparticolare rappresentazione (1)
della C epoggiando
sulle osser-lazioni
seguenti:
1 )
Premessa unaopportuna
trasformazione birazionale sipuò
far assumere alpolinomio
l’ordine 1nn, m essendo unintero arbitrario
purchè
abbastanza elevato. Il gruppo di dirama- zioneapparente
r resta cos localizzato entro ad una delle ú2P serie linearisubmultiple
secondo n della serie indican- dosi con A uùa sezioneiperpiana
dif.
2)
Condizione affinchè la C siairriducibile,
è che il rela-tivo r sia un divisore puro d-indice n della serie
]
cioèche n sia il ~minimo. intero per
cui
3)
Condizione affinchè due curveC,
C’(irriducibili)
re~lative ai
gruppi r ,
r’ siano birazionalmeuteequivalenti,
è cheper un
opportuno i primo
con n il gruppo(quindi
an-che
r j r’)
siaequivalente
ad unmultiplo
di A.Dopo ciò,
e tenuto conto che nella determinazione delle 11,2p serie di cui in1 ) intervengono
leparti
n-esimè deiperiodi degli integrali
di laspecie
dellaf,
si vede che adogni
C’(irriducibile
o
no) può collegarsi
un sistema di caratteristicheanaloghe
alle(4),
perquanto
di diversosignificato.
E la discussione mostra che di fronte alle duequestioni
essenziali(riducibilità
ed identità bi-razionale)
le nuove caratteristiche sicomportano
come leantiche ;
ed
infine,
come ha mostrato il CiaisiNi(loco
cit.(1) )
possono ad- dirittura identificarsi conqtielle, purché
iperiodi primitivi degli.
integrali
sianpresi lungo
i cicli a cui è riferita la(4)
eper r si assuma la trasformazione del modello
(1)
al.quale
è relativo il gruppo di diramazioneapparente
T’.4. Veniamo ora al caso delle 0
effettivamente
diramate inpunti
dif;
ed indichiamoquesti punti
conD, , Ds,..., D~
tanto sulmodello
dif
a cui è relativa la(1), quanto
sulla riemannianafo .
Fissata come al n. prec. la 1:, e
conseguentemente
l’ ordina-mento
degl’ indici
per ipunti 01, 0:~..., 0" ,
una circolazioneeseguita lungo
uncappio
aicoll’ origine
inO,
che circondi ilpunto Di, produrrà
una certa sostituzione d’altrondeindipendente
dalla direttrice delcappio (perchè
il gruppo di monodromia dellarappresentazione
èabeliano).
Inoltre se, co-me supporremo, i
cappî
ai sono tutti concordemente orientati sullafo,
la condizione d’esistenza di Cesige
che risulti mi-E-
m~ + ...+~=0 (mod n)
Si vede
poi facilmente, che,
se T è la x’ = EX del modello( 1 ),
premessa eventualmente un’ inversione del verso su tutti icappi
ai(il
cheequivale
a sostituire mi conn -1n,),
la molte-plicità
dello zero diR (x)
inDi ,
cioè la relativamolteplicità
diintersezione di
f
con R(x)
= 0 è congrua ad m,(mod n j ;
tal-chè
posto
G + m~D~ -~- ... -~- ii,. D,. ,
il gruppo delle inter- sezioni dif
con R(x)
= 0potrà, su f,
indicarsi con G-~-
n r.I due
gruppi
G e r diconsi gruppo di diramazione edappacrente
relativi allarappresentazione ( 1 ) ;
ed(m~,
m~ , ... ,?n,.)
si dirà la
segnatura
del gruppo G.Sostituendo alla c la d
( j primo
conn)
si vede come aln. 2 che la
segnatura cambia, ogni
suo elemento restando molti-plicato per i (ij = 1) (e
ridotto al resto, modn);
e ciò è con-fermato dal fatto che la trasformazione della
(2) (ivi
in-dicata con
z)
èprecisamente
la d della(1),
mentre nel passag-gio
dalla(1)
alla(2)
ad si sostituisce RI(x).
Due
gruppi G
formati dallo stesso numero dipunti
ed aventile
segnature legate
nel modopredetto (niod n) )
si di-ranno
equipollenti,
e siequivalgono
del tutto di fronte ai nostriproblemi.
àvvertasiche,
sulcomplesso
di talisegnature,
non haalcuna influenza un cambiamento simultaneo di verso in tutti i
cappi
ci,giacchè - mA ~n --1) mA (mod n)
ed n - 1 èprimo
con n.
Sono elementi invarianti di fronte
all’ equipollenza,
cioè ca-ratteri essenxiali del
gruppo ’ G,
determinati dalla Cindipenden-
wedasi la Memoria dell’ A. sulle
trasformazioni
birazionali dellecurve
algebriche
interpretate come rotazioni del piano iperbolico [Annali di(4)
T. Vili(1930)
pp. 1-27] formula(2)
dove per mh sta scritto ).h tth, J1,. avendo ilsignificato
di cui sotto in a). 1temente da
qualsiasi
elemento convenzionale(punto
Oincluso) : a)
Gl’interi 03BCh = m.C.D(mh,n). Posto è ilperiodo
della sostituzione relativa aD~, ;
secondo denominazioni altrove introdottechiameremo v, t’ àndice,
e pil’ espanente
delladiramazione che ha sede in
quel’ punto.
b)
Il m. c.d p. degl’
interi(m~,
m~ , ... , mr,n)
cioè deip. ] esso si dirà
l’esponente
del gruppo di diramaxione G ed ha influenza essenziale per le conclusioni delseguito (12).
Avver-tiamo,
nell’occasione,
che porremo sempre n = IL. v.5.
Supponiamo
ora dato il gruppo G colla relativa segna- tura(soddisfacente
alla condizione~+~+...+~.=0 (mod
?i))
eproponiamoci
di determinare il numero delle C irriducibilie birazionalmente distinte
corrispondenti all’ assegnato G, quindi
anche ad
ogni
altro gruppo di diramazioneequipollente.
L’ipotesi
che lasegnatura (m,,
ms , ... ,mr)
di G siafissata, implica
che nel considerare larappresentazione
delle nostreC,
la relativa sia pur fissata in modo che la
sostituzione prodotta
dal
cappio
a,~ sia(non
sl-is).
Indichiamo come
precedentemente
con(g~, 91, .. ~ , gtp] gli esponenti
dellepotenze
di s relative ai cicliP,;
per il teore-ma d’esistenza essi sono
arbitrari,
e in unionecogli (m, ,
m~, .. - ,m,.)
determinano una classe di curve C.Ciò premesso la risoluzione del
problema.
fondamentale del caso, si desume dalle osservazioniseguenti,
che si dimostrano so-stanzialmente
come leb)
del n. 2:1)
Condizione affinchè la C relativa alla caratteristica siairriducibile,
è che il gruppo d’interi(gi , 9g , ...,g~p ~ I
mt , m~, . - - , m,.)
siaprimo
con n, cioè chequella
caratteristicasia
prima
(L.2)
Condizione affinchè due curveC,
C’ relative alle ca-ratteristiche
~,g; , 9i , - · . , g~p~ ed irriducibili,
siano~~
Si badi che il gruppo degli esponenti (111, 11t, ..., ,) non individua completamente la natura della diramazione nei punti di G, cioè la classe dei gruppi equipollenti legata a qnella diramazione. Per convincersene basta os- servare che, ad esempio, i gruppi corrispondenti agli stessi punti Da ed alle segnature (1, 1,..., 1) (1, 1,..., 2) non sono equipollenti, per quanto. sen è
dopari,
dian luogo agli stessi J1..birazionalmente
equivalenti, o
che per unopportuno
interoi,
primo
con n, sia I)al secondo grup-po di relazioni si trae
(i20131.)mk = 0 (mod n),
esiccome,
per op-portuni
valori di)..1’ À2,... , Àr
èA1
m1 + + ... +Àr
mr(mod ~a)
cos ne segue(mod n),
cioè(mod v) ;
; e viceversa se tal condizione èsoddisfatta,
si vede su-bito che lo son pure le relazioni
(mod n)
dallequali
deriva. Pertanto lJ intero i è da ricercarsi tra
gli
elementi della successioneche son con n = 11 Y. Il lZUJUero di tali elementi s’indi-
cherà
ti).
Avvertasi che
le § (n,
caratteristichededotte,
nel modopredetto,
da una stessa caratteristica[9~,
92, ... ,prima
con :.1sono tutte
distinte, giacchè
se per due valori i = h v -~-1, i~= h,
v -rt- 1 della successione(5) (h > hl)
risultasse(mod n),
ver-rebbe
(mod
equindi, posto eguale
a ò il m.e. d di e ji
(certo
minor di [iperchè
lo èh hl)
tuttele ,gh risulterebbero divisibili contro
l’ipotesi
che la data caratteristica siaprima
con ~,.Si
perviene
cos a concludere che :Il delle
famiglie
biraxionalmente distinte di curvecicliche
C(irriducibili) rappresentate
sopra una dataf
digenere p con
assegnato
gr2cppo di diramazioned’esponente
~L, èquello
delle caratteristiche[91,
g2, ... , distinte(mod.
n)
e con Il, divisoLa conclusione si
precisa
notando che: -Il
(n, p)
èdato da cp
è il massimo. .
03BC
p1.imo
con v = Cf il solitoindicatore gaussiano.
IL
Invero
ogni
elementoh v+ 1
della successione(5)
èprimo
con v,
quindi
affinchè losia*
con n, basta che risultiprimo
conIL, anzi con
giacchè posto
p= ~J.o ò, ogni
divisore di 8 lo è anche di v, talchèh v -f-1
èprimo
anche con ò.D’altronde
essendo p, primo
con v,gli
elementi1, v+1,
2v+1,..., (03BC0 - 1) y + 1
sono a due a dueincongrui (mod quindi
tra essi v e n’ haprecisamente
y che sonprimi
con po . La vicenda siripete
per i successivigruppi
di po elementi Con-secutivi estratti dalla
(5),
d’onde la conclusione dell’enunciato.In
particolare se
il grztppo di diramaxione devesi por1.e t.1 = ~z, ed allora si ricade sulla conclusione del n. 2. In-vece se
~1 = ~
risulta ed il numero dello fa-iuiglie
distinte è n2p- l.Le conclusioni ricavate posson anche
raggiungersi
per viaalgebrico-geometrica
con riferimento allerappresentazioni (1)
edai relativi i
gruppi
G e r. Ma atteso che tale indirizzo verrà esaurientementesviluppato
per lesuperficie,
ci riserviamo di no-tare in
quell’occasione quanto può
conferire all’adattamento.~
2. - Osservazioni intorno alla divisione tineare sopra unasuperficie algebrica.
6. Il
problema
della divisionelineare,
di cui andiamo adoccuparci
inquesto §
rientra inquelli
risoluti dal SEVERI nellasua teoria della base
e3).
Il nostroproposito
è di icompletarne
eprecisarne
inalcuni punti
leconclusioni,
colla mira delleappli-
cazioni
prossime,
e disviluppare
alcune osservazioni che ci sem-brano nuove e di
qualche
interesse.Precisiamo anzitutto il
significato
delleespressioni
e notazioniadottate.
Se A e B son due curve, effettive o
virtuali,
d’unasuperficie algebrica F,
tali che sia nB - A(14)
si dirà che la curva B èun divisore
algebrico,
osemplicemente
un divisore d’indice n della curva A.Quando poi
sia addirittura diremo che la - B è un divisore lineare della A.(!3)
F. SEVERI, Compleínenti alla teoria della base per la totalità dellecurve d’ una superficie algebrica [Rendic. Palermo, T. XXX
(1910)
pp. 265-288] n. 3. _ °
(14)
Scrivendo che tra due curve, effettive o virtuali C , D ha luogo larelazione C-D, intendiamo esprimere (secondo il punto di vista oggi cor- rente) che si può trovare una curva E della superficie, siffatta che i sistemi lineari 1 E + C I |E + DI sono effettiva ed appartengono ad uno stesso siste-
ma continuo irriducibile come totalità di siste11li linea1.i.
È
chiaro che un divisore lineare è sempre un divisorealge.
brico,
ma nonreciprocamente.
Se A è una curva
qualunque
della F la curva virtuale¿4 - A
(indipendente
daA)
si dirà la curva xero. Si dirà invecealgebrica1nente
xero(o nulla)
una curva virtualeAl A quando
sia senza che di necessità si abbia
Sopra
unaFd’irregolarità
p esistono 00’ curvealgebricamente
nulle e tra diloro linearmente
distinte;
una di esse è la curva zero.Quando
si paragonano le curve d’unasuperficie
F di fronteall’equivalenza algebrica,
è naturale che lo stesso si faccia per idivisori,
e che di conseguenza ilproblema
della divisionealge-
brica d’ una curva A per un intero n si faccia consistere nella ricerca delle curve B
algebricamente distinte,
per cuin B = A ;
mentre invece è chiaro che se il paragone s’istituisce di fronte
all’equivalenza lineare,
anche ilproblema
della divisione dovràconformarvisi,
e di conseguenza saran dariguardarsi
come distintidue divisore
lineari,
anche sealgebricamente equivalenti, quando
sono linearmente distinti. Cosicchè uno stesso divisore
algebrico potrà
darluogo
apiù
divisorilineari,
ed anzi è notoche,
ovenon si
prescinda
da curvevirtuali,
tali divisori sono in numerodi n~
(15).
Ma inproposito
ci converrà esserpiù precisi.
7. Il
problema
delladivisione, algebrica
olineare,
relativoad una curva
A, dipende
essenzialmentedall’ analogo
relativo allacurva zero, cioè dai cosidetti divisori dello zero. Nel caso della divisione
algebrica
come curva zeropuò
intendersi unaqualunque
curva
.algebricamente
nulla. ’Incominciamo col ricordare le conclusioni relative ai divisori
algebrici
dello xero(16).
Il loro numero a èfinito,
ed è un inva-riante
(assoluto)
dellasuperficie;
inoltrequei divisori, preceduti
dal segno
-j- , acquistano
ilsignificato
dioperatori
d’un gruppo abeliano Ga che il SEVERI ha- chiamato gruppofondanaentale
della Dalla teoria dei
gruppi
abeliani e delle relativebasi,
si desume lapossibilità
di fissare certi divisori distintiM~, ..., Mq
tali che: ,(15)
F. SEVERI, loco cit.(13).
- .(1’)
Oltre al lavoro citato in vedi anche F.SEVERI,
Conferenxe di geometria algebrica [Roma(1~27-29)],
nn. 138-149.a)
Adogni M,
èlegato
un interoti (periodo dell’ operatore +M,)
ch’ è il minimo per cui perguisa
che si hannole
equivalenze fondamentali.
’
b)
Gl’interi t,
sono invarianti dellasuperficie
e diconsi icoefficienti
delladivisione;
ciascuno di essi è un divisore di tutti isuccessivi,
e il loroprodotto è eguale
al carattere a .c) Ogni
divisore dello zeroalgebricamente
non nullo è al-gebricamente equivalente
ad una combinazione linearedegli
d) Ogni
relazioned’equivalenza algebrica
tragli
èconseguenxa delle
(6),
vale a dire nonpuò
aversi-~- ~~ M~ -~- .. -~- aQ MQ _ 0 ,
senza cheogni À,
non sia divisibile per ilcorrispondente t; .
Ciascuna delle curve virtuali
M;
è definita a meno d’ un’equi-
valenza
algebrica,
vale adire,
di fronte aiproblemi
diquel
campo,
può surrogarsi
con ’una curva che le siaalgebricamente equivalente.
Ora è facilevedere, che, disponendo
di tale arbitra- rietà si possono convertire le(6)
inequivalenxe lineari,
cioè ot-tenere che
M’I., ... M~
siano anche divisorilineari
dello xero.Prendasi sulla
superficie
una curva effettiva A che stia inun sistema continuo
~ -4 ~ composto
di oop sistemilineari,
e siaA1
una curva variabile inA # .
Le due curvesono
algebricamente equivalenti, quindi
il sistemalineare I t, (Mi+
+ A1) ~ appartiene
al sistemacontinuo t; A
ch’è pureformato
da 00"sistemi lineari. Al variare di
Å~
iní A quel
sistema lineare assume,come j i A, 1,
ool,posizioni, giacchè,
come sivedrà,
al n.seguente,
uno stesso sistema lineare
(Me -~- i può provenire
solo da unnumero di sistemi
; dunque
esso descrive l’intero sistema continuot; A ‘ (che
come insieme di sistemi lineari èirriducibile).
Segue
che per unaposizione opportuna
diA1
èA~) ti A ,
quindi
ed infine che la curvaalgebricamente equivalente
adMi
è un divisore lineare dello zero,come si voleva.
Diremo che i divisori
~1, M~ , ... ,
cos costruiti costitui-scono un sistema
fondamentale
di divisori dello zeroalgebrica-
mente non nulli.
2
8. Cerchiamo ora i lineaí-i dello xero
algebricamente
nulli. Essi sono in numero
infinito,
e per isolarne un numero finito occorrefissare,
comefaremo,
il valore dell’ intero n secondo cui si divide.È
chiaro che per divisore lineare dello zeroalgebricamente nullo,
dovrà intendersi una curva virtuale N --- 0 e tale che Un tal divisore N si dirà n , mentrepi i
spe-cificaniente si dirà che N
appartiene
all’indice n(o
che è undivisore puro d’indice
n)
sequell’ indice
è il intero per cui Se N è un divisoreimpuro
d’ indice 1~ ed appar- tiene all’indice m ,questo
sarà un divisore d i n ,giacchè
altri.menti detto
8(m)
il m. c.d (m, n),
peropportuni À, p
sarehbequindi ~~~V-)-{jL~2V~-~~V~=0;
control’ipotesi
che N
appartenga
all’indice m .Sia A una curva effettiva della
superficie
che individui unsistema continuo
A ~ ~ composto
di oop sistemi lineari. Se lv ha ilsignificato precedente, poichè
N 0 il sistemaalgebrico {A + N}
coinciderà con A
~, quindi A -~-
Ni
sarà un sistemalineare ~ ~
di i
~ A # .
Si hapertanto
1 eA , A
1 essendo curve ef-fettive,
e siccome da seguenA, n A ,
cos si vede chela ricerca dei divisori N riducesi al
problema seguente:
Data una curva A nelle condizioni
precedenti,
determinare nel sistemaA ~ J
i sistemi linearii distinti,
tali chenAl
nA.La determinazione in
oggetto
siraggiunge
facilmente attra- verso ad unarappresentazione
classica di CASTELNUOVO(l7),
chevogliamo
elaborare inrispondenza
ai nostriscopi.
Sia V la varietà di PICARD i cui
punti
sono incorrispon-
denza biunivoca coi sistemi lineari estratti dal sistema continuo
~ A ~ ;
ed u,(i
=1 , 2 , ... , p) p integrali semplici
di laspecie
dellaV, che,
ad evitarecomplicazioni formali, designeremo
in bloccocon un unico simbolo u . Parlando del
punto
u intenderemo alludere aquello
dovegli
u, assumono(modd. periodi)
valoricongrui
ad un sistema di costanti C(~).Supponiamo
inoltre che alpunto
u 0(origine
delle inte-grazioni) corrisponda
un certo sistema lineareA i
di{A};
e(1’)
G. CASTELNUOVO, ~Sugl’ integrali semplici appartenenti ad una su- perficie irregolare (Rendic. Acc. Lincei, T. XIV (1905) pp. 544-556] n. 6.siano
poi 1-,41 I, JA,1 I
altri sistemi lineari sempre con- tenuti in ci, c2, ... , ch icorrispondenti
valoridegli
2c .Sussiste allora il lemma
seguente:
Le relazioni a
coefficienti
interisoiio
equivalenti,
cioè conseguenze l’una dell’ altra.Si considerino infatti sulla V i due
punti
associati ai sistemi lineari
1 A i i.
Essi individuano una tras- formazionebirazionale ti
della V in sè stessa(18)
che ivi sirappresenta
mediante le congruenze mentre corne trasformazione fra i sistemi lineari dij~4 ! t
si realizzaapplicando
1’ operatore + Ai - A i
-Ora la
prima
delle relazionipredette esprime
che ilprodotto
t1A1t2A2...tAhh
è l’identità. Dovràquindi
essere identico1’ operatore -}-~(~2013~4)-}-...-)-X~(~2013.4) corrispondente ;
eciò,
tenutoconto del
significato
diquell’operatore,
porge l’asseritaequiva-
lenza. La
reciproca
è immediata.In
particolare
sequindi
detti zc’i valori
degli
iicorrispondenti
ad.A’ ,
sarà n u’ 0(modd.
pe-riodi), quindi,
indicati con ~, ..., iperiodi (d’ un
sistemaprimitivo)
di Zc , u’potrà
avere unodegli
n’l’P valoriespressi
dallaed
incongrui rispetto
aiperiodi,
valori che son biunivocamentecollegati
aquelli
della caratteristica...g,,]
distinti( mod n).
In
corrispondenza
siottengono,
comegià avvertito,
n2’P di-visori lineari
~ algebricamente
nulli. E per essi una base rninima si costruisce facilmenteprocedendo
come segue :Si considerino i
2p
sistemi lineariI A2P ~ corrispondenti
alle caratteristiche[1, 0 , ... , 0] [0, 1, ... , 0~, ... ,
;-o 01 ... 11]
e si ponga~===~2013~(~==l,2,...,2p).
Se(18) Trasformazione di 2A aper;ie secondo la terminologia oggi più in uso ; di 7* specie nella denominazione originaria di CASTELNUOVO.
N= A- A è un altro divisore dello
zero algebricamente nullo,
p. es.
quello corrispondente
al valore(7)
di u , cioè alla carat- teristica g~ , ... , in forza del lemma premesso si ha su-bito che ’
d’ onde emerge che
gli N1, N’l’...’ N 2p
dànno una base minima per i divisori lineari dello zero, d’indice n ,algebricamente
nulli.Si noterà che fra
gli Ni
nonpuò
sussistere alcuna relazioned’ equivalenza
senza chè i
~i
siano divisibili per n ,giacchè
in forza del lemmane
seguirebbero
le congruenze(modd. periodi)
che sono assurde se i coefficientidegli
w nonsono
interi, perchè quei p
sistemi diperiodi
sono linearmenteindipendenti (la caratteristica
della loro matrice riemanniana èp).
9. Sia infine M un divisore lineare
qualunque
dello zero, d’indice n . Saràintanto, perchè
M è anche un divisorealgebrico
che per la
d)
del n. 7implica h, n =-= 0 (mod t,)
edMa
gli M,
sono divisorilineari, quindi
in effetto si hah, n M í::= 0,
talchè il 20 membro della
(10)
è anch’ esso un divisore lineared’ indice n . Lo è
adunque
anche la differenzae siccome essa è
algebricamente nulla,
cos per la
(8)
si haed in definitiva risul ta determinata una base minima per tutti i divisori