A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
G IUSEPPE G EMIGNANI
Sulle trasformazioni cremoniane che appartengono ad una reciprocità non degenere
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 12, n
o4 (1958), p. 479-488
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SULLE TRASFORMAZIONI CREMONIANE CHE APPARTENGONO AD UNA RECIPROCITÀ
NON DEGENERE
Nota di GIUSEPPE GEMIGNANI
(a Pisa)
In una Sua Memoria del 1942
(1)
M. VILLA dimostrava(fra l’altro)
cheuna trasformazione monoidale
(di
deJonquières)
tra duepiani,
è rappre- sentatasbulla
loro varietà diSegre,
da unasuperficie
immersa in uniper- piano dell’ Sg
a cui la varietà diSegre appartiene.
In
quell’occasione Egli
proponeva di stabilire sequeste corrispondenze
fossero le
uniche,
tra le trasformazionicremoniane, godenti
diquesta
pro-prietà ; cioè,
se una trasformazione tra duepiani godente
diquesta proprietà,
debba essere necessariamente del
tipo
di deJonquières.
In una Sua Nota
(2)
MURAOCHINIrispondeva
affermativamente al que- sito nel caso in cui l’ordine della trasformazione fosse non inferiore aquattro.
Nel
presente lavoro,
servendosi di una osservazione relativa ad unaequazione
diofantea di forme(v.
n.1 ),
si dimostra che le uniche trasforma- zioni cremoniane tra duespazi
di dimensione r(r
>2) appartenenti
ad unareciprocità
nondegenere,
sonoquelle rappresentate,
sulla varietà diSegre
dei due
spazi,
da unahr
ottenuta secando la varietà diSegre
con unospazio
lineare di dimensioneopportuna ;
ciòsignifica
che una trasformazione cremoniana 7: tra duespazi Sr
e cheappartiene
ad unareciprocità
nondegenere, appartiene
ad r linearmenteindipendenti.
Nel casoparticolare
del
piano
le uniche trasformazioni soddisfacenti aquesta
condizione sonoquindi quelle quadratiche.
(1) M. VILLA, Superficie della
P4 cli
Segre e relative trasformazioni puntuali, Mem. Âcc.Sci. Ist. Bologna, Serie II, t. IX.
(2) A. MURACCHINI, Sulla superficie rappresentativa di una trasformazione cremoniana tra
piani, Boll. Un. Mat. It. Serie III Anno V, 1950.
1. - Consideriamo
l’equazione
diofanteaove CfJ2 sono forme
incognite
nelle indeterminate di un certogrado
n .È
facile vedere(3)
che : condizione necessaria esufficiente
hforme soddisfino
ad essa è che taliforme
siano deltipo
essendo le
polinomi omogenei
nelle variabili x, , x2 ... x, e taliche si
abbiaLa sufficienza è evidente. Per provare la necessità osserviamo che nel
caso che sia
h= 2 ,
dallasegue che 99, è divisibile per xz e
quindi può porsi
onde sostituendo nella
(1’)
e dividendoper x2
si ha :Ammessa
pertanto
laproposizione
per unaequazione
deltipo (1)
con-tenente h’
h
formeincognite,
dimostriamola per h.Poichè la ~1 1 non
può possedere
termini che noncontengano
almenouna delle variabili x2 ~ X3 9...i xh
(perchè
altrimenti vi sarebbero nelprimo
membro della
(1)
termini che nonpotrebbero
elidersi conaltri), può porsi :
da cui sostituendo nella
(1)
si ottiene l’altra(3)
Cfr. BERTINI, Introduzione alla geometriaproiettiva
negliiperspazi,
Messina, Principato,1923,
Cap. XII, n. 16, pag. 329 II Ed.481 Ma per
quanto
ammesso nel caso di h -1 forme si ha :le
quali
insieme alla(2)
provano l’asserto.2. - Consideriamo una trasformazione cremoniana z tra due
spazi
ed Siano
le
equazioni
dellacorrispondenza,
essendo le ~~ forme di un certogrado n,
linearmente
indipendenti
e tali che il sistema lineare diequazione
sia omaloidico.
Supponiamo che
esista unareciprocità
nondegenere
co tra- ipunti
diSr
egli iperpiani
di8,’,
laquale goda
dellaproprietà
che detto P unpunto generico
diSr,
P’ il suocorrispondente nella z ,
9 a’ 1’iperpiano corrispondente
a P nella con y P’ ed a’ si
appartengano (4).
Cambiando opportunamente
lapiramide fondamentale
ed ilpunto
unitàin 8,’, l’equazione
della co assume la formae
quindi,
perl’ipotesi
fatta sulla z, sussisterà l’identitàrispetto
alle varia-bili xo , ... , xr
1
Per
quanto
osservato nel n. 1 le Ti hannoespressioni
deltipo
(4) Nel seguito quando una trasformazione cremoniana 7: ed una reciprocità co godranno
di questa proprietà, diremo brevemente che 7: appartiene ad co; è da notare che se si con-
sidera la varietà di Segre dei due spazi
Sr
la sottovarietà che rappresenta la z giace nella sezione iperpiana che rappresenta la co ma non appartiene necessariamenteall’ iperpiano secante. ,
essendo le
opportune
forme digrado n - 1 e
tali cheMostriamo
innanzitutto,
che le forme possono essere scelte in modo cheesista,
pergenerici
valoridelle x,
una retta per P avente le a2~come coordinate
grassmanniane
radiali. A tale scopo consideriamo il sistemaCome si verifica con
semplice calcolo,
le matricicompleta
edincompleta
del
sistema,
hanno la caratteristica r(5) ; pertanto
il sistema ammette solu-zioni,
y il che prova l’esistenza di una rettaper P
avente le come coor-dinate
grassmanniane
radiali. Sia a lacorrispondenza
che associa a P la retta di coordinate aij.Se è una soluzione
del sistema
(3),
i coefficientidell’equazione
di ungenerico iperpiano passante
per la retta
corrispondente
a P ... , perla a,
verificano il sistemaSiano
r -1 soluzioni del sistema
(4),
linearmenteindipendenti.
Senza alterare lageneralità
sipuò
senz’altro supporre che le~~)
siano forme di un certogrado
m nelle variabili ... , xr . I minori di ordine r - 1 estrattir
’
(5) Dette k e k’ la caratteristica della matrice incompleta e della completa rispetti- vamente, si ha k c r, k’ c r come si verifica moltiplicando la i-esima riga della matrice
completa per xi e sommando rispetto all’indice i. Inoltre il minore di ordine r formato dalle prime r righe e dalle prime r colonne non è identicamente nullo perchè il coefficiente di
xrr
è(- 1) r .
483
dalla matricesono
proporzionali,
a meno del segno, alle aij ; si ha cioèessendo una
permutazione
dei numeri0 ,1, ... , r
conil minore della matrice ottenuto pren- dendo le r - 1 colonne
i-esima; i3-esima, ... , ir-esima.
Ne segue che le
coordinate
yo , 5 Yi 7... yr delpunto
P’corrispondente
a P nella z, sono soluzioni del sistema, :
come sl vede immediatamente tenendo conto della
(1")
e della(5).
Mediantele
(6)
il sistemadegli iperpiani
di8,
viene riferitoomograficamente
ai siste-mi lineari di
ipersuperficie
diequazioni rispettivamente
in
guisa
tale che aipunti
variabili comuni ad uniperpiano
ed alle r - 1forme
corrispondenti
in per la(6) corrisponde
inSr’
per la z lo stessopunto
Essendo la zbirazionale
ed essendo il sistemadegli iperpiani
diSr privo
dipunti -fissi,
ilpunto
èsoluzione
mr-1-pla (nel
senso del teorema diBezout)
del sistema(6),
pergenerici
valori delle ... , yr .Supponiamo,
perassurdo,
Alloragli iperpiani tangenti
nelpunto
alleipersuperficie
el’iperpiano
sarebbero per
generici
valori delle y , linearmentedipendenti.
In talcaso il
punto
Psarebbe,
pergenerici
valori delle y, soluzionemultipla
delsistema
i cui
primi
membri sonocòmbinazioni
lineari deiprimi
membri del sistema(6).
’Pertanto nel
punto
P leipersuperficie
del sistemaomaloidico Z À;
gw = Opassanti
per P avrebbero unatangente
comune ; e ciò e manifestamente assurdo. Si devequindi
concludere che è m=1; pertanto
le(6)
rappresen- tano rreciprocità
linearmenteindipendenti
allequali
la 7:appartiene.
Risulta cos
provato
che : le unichetrasformazioni
cremonianef ra
duespazi di
dimensione rappartenenti
ad unareciprocità
nondegenere,
sonoquelle generate
mediante rreciprocità
linearmenteindipendenti
erappresentate quindi,
sulla varietà di
Segre
dei àue dalla intersezione con unospazio
lineareSrr+1> (~).
’3. - Le trasformazioni cremoniane studiate al n. 2
hanno
evidente-mente ordine r
(e
cos pure le loroinverse). È legittimo
chiedersi seogni
trasformazione cremoniana tra due
spazi
didimensione r,
avente ordine r, (8) A tale scopo si moltiplichi il primo membro della prima equazione del sistema (6) per a,.0 2 il primo membro della (i + 1)-esima per
avendo indicato con
, il
complementoalgebrico
di~i~’~
nel minore (esse-do una permutazione idei numeri con molti-
---
plicato per i Sommando membro a membro si ottiene allora la prima equa- zione del sistema (7). In modo analogo si ottengono le altre.
(7) Nel caso particolare in cui r = 2, l’asserto può essere provato brevemente come
segue. Sia 1: una trasformazione cremoniana tra due piani n e n’, w una reciprocità non degenere tale che a appartenga ad eo. Sia r una retta generica di n; 1: r è allora una
curva di ordine n di ~c’, wr è un fascio d i rette di n’.
Tra ir e definita una corrispondenza biunivoca tale che elementi corrispon-
denti si appartengono. Ne segue che il centro del fascio w r è (rc -1)-uplo per z r, onde
per il primo teorema di Bertini n -1 c 1. ’
D’altra parte non può éssere n = 1 ; se infatti 1: fosse una omografia e yi = xi , ogni reciprocità o cui z appartiene avrebbe equazione con se
per ogni i. Pertanto w sarebbe degenere contro l’ipotesi. Ne segue l’asserto.
485
come la
propria inversa, appartenga
sempre ad rreciprocità
linearmenteindipendenti.
In effetti la
risposta
è affermativa soltanto per la dimensione r =2 ~
y(oltrechè
per il caso banale r = 1che,
delresto,
è stato escluso dalle nostreconsiderazioni)
come prova unsemplice computo
diparametri.
Ma
già
per r = 3 si hanno deicontroesempi.
Sia infattiI(3,3)
l’insiemedelle trasformazioni cremoniane tra due
spazi 83
ed83’
aventi ordine 3 co- me le loroinverse ;
siapoi T(3,3)
il sottoinsieme diF(3,3)
costituito dalle trasformazionigenerate
da trereciprocità
linearmenteindipendenti.
Sez E
-T(3,3)
ed r ~ è una rettagenerica
diS3 ,
z r è una cubicagobba ;
perposi-
zioni
particolari
di r,1: r’ è
una cubica eventualmentespezzata
o in casieccezionali è uu
luogo
di dimensionesuperiore
ad uno ;1 z r rcou è mai unacubica
piana.
Infatti siano (01’ (03reciprocità
nondegeneri
linearmenteindipendenti
allequali
zappartiene ;
sia r una retta diS3 ,
le sue
equazioni parametriche ;
sianopoi
le
equazioni
dei fasci dipiani
diS3
riferitiproiettivamente
ad r per le~Oi ,
rispettivamente.
Allora 7: r ha leequazioni
ed è
pertanto
intersezione delle trequadriche
di,~3
aventirispettivamente
le
equazioni
le
quali
non possono ovviamente intersecarsi in una cubicapiana.
D’altra
parte
nonpuò
esaurirer~3,3~ :
esistono infatti inr(3,3~
tra-sformazioni che ad una retta
generica
diS3
fannocorrispondere
una cubicapiana (8) ;
esistono altres trasformazioni diTC3,3)
che ad una rettagenerica
(8) Si veda ad esempio: CREMONA ,Sulle trasformazioni razionali nello spazio, Nota 11.
Rendiconti R. Ist. Lomb., serie II, vol. IV (1871) pag. 315, n. 7.
di
S3
fannocorrispondere
una cubicagobba,
ma a retteparticolari (ad
esem-pio
a rette di uncomplesso)
diS3
fannocorrispondere
una cubicapiana (9).
D’altra
parte proviamo
che :Se z è una
trasformazione
birazionale tra duespazi S3
edS3
aventeordine tre come la
propria inversa,
tale che il sistema.algebrico
di . cubiche diS3’ corrispondenti
alle rette diS3’
nonpossieda
cubichepiane.,
alloraT E ,
Dim. - Osserviamo innanzitutto che il sistema omaloidico delle super- ficie di
S3 corrispondenti
aipiani
diS3
non contienesuperficie rigate.
In-fatti il sistema delle sezioni
piane
di unarigata
cubica razionale è contenuto in un sistema lineare o04completo
di cubichegobbe,
ondeogni
rete di cu-biche
gobbe
sullasuperficie
contiene un fascio di cubichepiane.
Pertantose F3 = z a
(a
essendo unpiano
di83)
fosserigata
esisterebbe su a unfascio di rette aventi per
corrispondenti
in~3
cubichepiane.
Ciò premesso sia r una retta
generica
di83 -f - 2, 3, 4)
le sue
equazioni parametriche ;
da tre°
corde
generiche 8,
7 82 ~3 ? della cubica z r siproiettino
tuttigli
altripunti,
ottenendo tre fasci dipiani
riferiti
proiettivamente
alla r :Siano
poi
~1 e ~2 duepiani generici
per e 992 lesuperficie
diS3
lorocorrispondenti ;
infine sianoP , P3
i trepunti
in cui SI 1 82 s3 incontrano fuori di T r. Seda P1, P2 , P3
mandiamo le corde alle cubiche della retedi
corrispondente al,
sistema delle rette di siottengono
tre stelleproiettive (1°)
tali che le intersezioni dipiani omologhi
generano la f{J1 . Se a3 =0 ~
1~3
=0 ,
1 73 = 0 sono leequazioni
di trepiani corrispondenti passanti
perP2 , P3 rispettivamente,
ma non per 81’ s2 , 83’ 1l’equazione
di g~1 i è
(9) Cfr. CREMONA, Sulle trasformazioni razionali nello spazio. Ann. di Mat. pura e ap-
plicata, serie II, t. V (1871) pag. 131, n. 37.
(10) Cfr. CONFORTO, Le superficie razionali, Cap. 11, ~ 11.
487
In
modo analogo
possono determinarsi tre forme lineari (X4,f3 4: ,
"4 tali chel’equazione
di ffJ2 assuma la formaSia t’ la trasformazione
generata
dalle trereciprocità
è
z’ E T(3,3).
Per provare che è z =z’,
a meno di unaproiettività,
basta farvedere che coincidono i due sistemi lineari di
superficie
diS3 corrispondenti
per z e z’ ai
piani
di83 .
Intanto è evidente che coincidono le varietà base dei due sistemi(costituite
dalla intersezione di ~Jt fuori di zr) ;
sup-posto pertanto
che i due sistemi sianodistinti,
essi saranno immersi total-mente in un sistema di dimensione
superiore
a tre. Secando 2 con 9’1 si otterrebbe allora un sistema lineare di dimensionesuperiore
a due conte-nente totalmente la rete delle cubiche
gobbe corrispondenti
alle rette di Jl1 , 9il che è assurdo. L’asserto risulta cos
provato.
Più
complicata
si rivela l’analisi per i valori di rsuperiori
a tre. Ci ,limiteremo ad osservare che le trasformazioni tra due
spazi Sr
edSr ,
gene-rate da r
reciprocità
linearmenteindipendenti,
fannocorrispondere
ad ungenerico Sk
delprimo spazio
una varietà di ordiner k )
il che non accadeper
ogni
trasformazionebirazionale,
di ordine r insieme allapropria
inversa.Inoltre la curva
corrispondente
ad una rettagenerica
delprimo spazio
èuna curva razionale normale di ordine r la
quale
perposizioni particolari
della retta non
può
maiappartenere
ad unsottospazio
diSr .
4. - Le considerazioni del n. 2 sono state svolte sotto le
ipotesi
chela
reciprocità
Q), y cuiappartiene
la trasformazione r, sianon degenere.
Taleipotesi
è essenziale. Infatti la trasformazione tra i duespazi S3 (x~ ,
X2x3)
ed
S3’
yl , Y2 ,y3)
avente leequazioni
appartiene
solo alle oolreciprocità (tutte degeneri) :
In
particolare
per la dimensione r = 2possiamo
affermare che :’
è una
trasformazione
birazionale tra duepiani n
en’, appartenente
ad una
reciprocità
codegenere,
allora -t è unatrasformazione
d~z deJonquières.
Dim. - Intanto la nullità della matrice di co non
può
superare uno.Cambiando eventualmente in n’ il sistema di
riferimento,
la co assumel’equazione
Se
i sono leequazioni di r
y sussiste Pidentitàonde per il n. 1 è
pertanto
il fascio(se
ilgrado n
delle ggi èmaggiore
diuno)
è formato da curvespezzate
nella e in una retta del fascioNe segue che la rete ,
possiede
una curva eccezionale di or-dine n - 1 ed è