R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
C ALOGERO V INTI
Una ripartizione del continuo ed una osservazione sulle funzioni continue rispetto ad una e non
misurabili rispetto ad un’ altra variabile
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 27 (1957), p. 253-266
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UNA OSSERVAZIONE SULLE FUNZIONI CONTINUE RISPETTO AD UNA
ENON MISURABILI RISPETTO AD UN’ ALTRA
VARIABILE
Nota
(*)
di CALOGERO VINTI (aPalermo) 1)
1. - INTRODUZIONB. Nel N. 2 di
questa
nota stabiliremo unaopportuna ripartizione
deipunti
dell’intervallo(0,1)
in unasuccessione di insiemi a due a due senza
punti
a comune.G. Tolstov
2)
in una sua memoria aveva fornito unesempio
che mostrava che non è vera l’estensione diretta del teorema di
Severini-Egoroy
alle funzioni misurabilidipendenti
da unparametro continuo,
e P. B.Frumkin 1;)
eseguequesta
esten-sione facendo uso della convergenza in modo K essenziale ».
Tali
questioni
sono intimamentecollegate
conquanto
noici
occupiamo
inquesto lavoro,
vorremmoperò
osservare chel’esempio
di Tolstov è pococomprensibile
pergli
errori mate-riali che si
riscontrano,
per lastringatezza
e leomissioni,
e
poi riporta
laquestione
ad una memoria di N.Lusin ’)
che non è di facile consultazione.
(*) Pervenuta in Redazione il 10 luglio 1957.
Indirizzo dell’A.: Seminario di Analisi matematica, Università, Palermo.
1) Ringrazio il Prof. E. Baiada per i consigli che mi ha dato.
2) G. TOLSTOV: Une remarque sur le théorème de D. F. Egorov.
Comptes Rendus Ac. Sciences U.R.S.S. N.S. 22 (305-307) 1939.
3) P. B. FBUMKIN : Circa un teorema di D. F. Egorov 8uIZe funzioni misurabili. Doklady Akad Nauk S.S.S.R. (N.S.) 60, 973-975 in russo.
4) N. LUSIN: Sur la atructure des mesurables. Note III
La nostra
ripartizione
del continuo mette in chiaro e pre-cisa,
come faremo vedere nel N.3,
le considerazioni di Tolstovsu di una
questione
di notevole interesse.L. Tibaldo
5)
ha dimostrato per le funzioni di due variabilireali,’
continuerispetto
ad una e misurabilirispetto all’altra,
il
seguente
teorema di G. ScorzaDragoni:
Sey)
è unafunzione definita
in R : a à X àh,
cd,
misurabile rz-spetto
a,d lIJ e continuarispetto
a~d y, allora un nu-mero
positivo
e >0,
sipuò
determinare unaporzione
i di
(a, b )
tale che risulti m,( à )
> b a E e chef ( x, y)
sia,
unifortnemente
continuarispetto
ad y nellaporzione
I diR costituita da
qnei punti di
R che hacnno l’ascissa in i.Leggendo
la nota di L. Tibaldo si constata immediatamente che bastaimporre
allay)
la continuitàrispetto ad y,
ela misurabilità
rispetto
ad x non perogni
y di(c, d)
masoltanto per
ogni yn (n =1, 2, 3, ...),
essendo y. una succes-sione ovunque densa in
( c, d ),
per dedurre laproposizione
sopra enunciata. Sembrerebbe allora che
l’ipotesi
della mi-surabilità della
y) rispetto
ad x perogni
y di(e. d )
fossesovrabbondante,
ma va osservato che una funzionef (x, y)
de-finita in R :
a ~ x b, c y d,
continuarispetto
ad y e misurabilerispetto
ad x perogni yn (n
=1, 2, 3, ...),
yn es- sendo una successione ovunque densa in( c, d),
risulta misu- rabilerispetto
ad x perogni
y di(c, d) ;
infatti detto yo unqualsiasi punto
di( c, d),
e denotando con y4,.-.,una successione staccata dalla successione yn e
convergente
ad 1/0’ la successione:
Y~t),
... , 9ys"),
... ,costituita da funzioni misurabili in
(a, b ),
converge in( a, b)
ad
yo),
in virtù della continuitàrispetto
ad y dellay),
e
quindi yo)
risulta misurabile in( a, b).
à 1’édition russe du livre de M. LKBESGUE : Sur l’integration et tes re- cherches des fonctions primitives, Moscou 1934.
Non c’è riuscito consultare questa nota perchè questa edizione del- l’opera del LEBESGUE c’è risultata irreperibile.
5) L. TIBALDO: Un teoreyna sutte misurabili rispetto ad una
e oontinue rispetto ad un’attra variabile. Rendiconti Ac. Lincei. Vol. II, fase. 2 (1947).
Mentre
poi
appare ovvio per la validità dellaproposizione
di G.. Scorza
Dragoni
chel’ipotesi
della continuità dellaj ( ~, y) rispetto
ad y(a
meno di un insieme di verticali che siproiettano
sull’asse delle x in un insieme di misuranulla)
è
indispensabile,
non è affatto immediato affermare che al- trettanto avviene per lamisurabilità ’rispetto ad o,
nel sensoche se
y)
è continuarispetto ad y
ma non misurabilerispetto
ad s nulla sipuò
dire sulla validità della pro-posizione.
Riteniamo
opportuno
diprendere
in considerazione le fun-iioni f(s, y)
di due variabili reali definite in R : ac
y d,
continuerispetto ad y
che soddisfano per defini- zione allaproposizione
di G. ScorzaDragoni
anche se nonsono misurabili
rispetto
ad ~.Queste
funzioni noi le chiameremo continuerispetto
ady in modo semiuniforme in
Nel n. 4 di
questo
lavoro definiremo nelquadrato
unitarioQ
delpiano (0, y)
una funzionelimitata,
continuarispetto ad y,
ma non misurabilerispetto ad x,
laquale
non ha laproprietà
della continuitàrispetto
ad y in modo semiuniforme inQ,
e nel n. 5 una funzioney) limitata,
continuarispetto
ad y, non misurabilerispetto ad o,
laquale
ha la pro-prietà
della continuitàrispetto
ad y in modo semiuniforme inQ..
Osserviamo infine che
l’esempio
dato al n.5,
chepuò
es-sere variato in infinite
maniere,
ci mostra che le funzioni nonmisurabili
rispetto
ad x E~ continuerispetto
ad y in modo se- miuniforme in R formano una vasta classe. Un immediatoesempio
di tali funzioni sarebbe naturalmente una funzioney)
non misurabilerispetto
ad x e costanterispetto
ad y.~) Tale denominazione è stata ispirata da quelle introdotte da G. SCORZA-DRAGONI e da E. BAIADA.
G. SCORZA-DRAGONI: Un teorema sulle funzioni continue rispetto ad Una e misurabili rispetto ad uwattra variabile. Rendiconti del Semi- nario Matematico delfUniversità di Padova, Vol. XVII (1948), pp.
E. BAIADA: Sulk funzioni continue aeparatamente rispetto
e gtf integrali Rendiconti del Seminario Matematico dell’Università di Padova. VoL XVII (1948), pp. 201-218.
2. -
Ripartiamo
tutti ipunti
dell’intervallo(0,1)
in una suc-cessione di insiemi a due a due senza
punti
a comune, conm
mi ( E En = 0 (1n essendo un intero
positivo qualsivoglia).
A talen = 1
scopo ricordiamo che G. N-itali ci dà un
esempio
d’insieme nonmisurabile
procedendo
nelseguente modo 7) : Ripartisce
tuttii
punti
della retta i- in una classe H d’insiemiX,
in modoche
appartengano
ad uno stesso insieme g tutti i numeri che differiscono tra loro a due a due perquantità
razionali ;osserva
poi
cheogni
insieme X è addensato inqualsivoglia
intervallo della retta r, e considera per
ogni
insieme X unpunto x
che cade in(0,1).
L’insieme
go di
talipunti
al variare di X inH,
dimostrache non è inisurabile.
( Il passaggio
dalla totalitàdegli
in-siemi della classe Il all’insieme go
implica
ovviamente l’as- sioma della scelta diZermelo).
Osserviamo che due
punti qualunque
di go differi-scono tra loro per un numero irrazionale.
(n 1, 2, 3, ...)
la totalità dei numeri razionali dell’intervalloaperto [-1, 1],
costruiamo la successione(’n = 1, 2,
3...)
essendo l’insieme ottenuto da goaggiun- gendo
adogni
suo elemento il numero razionale rn . Gli in-corrispondenti
ai diversi valori di rn sono a due adue senza
punti
a comune,giacchè
nel casocontrario,
un even-tuale
punto
comune a due insiemi( rp ~ r,)
risulte-rebbe ottenuto da due
punti x’
e o" distinti di go,aggiun- gendo
ad essirispettivamente
le duequantità
razionali fp ed r 41’ ma in tal caso 3l differirebbero per il numerorazionale rp - r..
Sia sarà allora ovviamente
(n=1, 2,
3...),
e deduciamo immediatamente che è a=0.Difatti se fosse u >
0,
detto (~ l’insieme sommadegli
in-siemi
grn
che sono a due a due senzapunti
a comune, si avrebbe :7) Cfr. G. VITALI e G. SANSONE: Moderna teoria delle funzioni di variabile reak. (Editore Zanichelli), pag. 58.
e ciò è assurdo essendo fr un insieme contenuto in
( 1, 2).
Ponianio e consideriamo due nu-
meri razionali r,,, rt t della
successione rn
tali che :è manifesto che fissati rp , rq di numeri del
tipo r, ,
r, sod-disfacenti la
(1)
ne esistono una infinità numerabile.Mostriamo che
-f-
grt ha misura internauguale
alla misura interna di R.Osserviamo infatti che è
possibile
porre incorrispondenza
biunivoca i
punti
di9rp
con ipunti
di basta far corri-spondere
alpunto x’ -~- rp ( con x’
ingo)
5 ilpunto
x’
-~-
r, diAnaloga corrispondenza possiamo
porre tra ipunti
dig,.q
ed ipunti
di equindi
ipunti
d ~t vengonoposti
in tal modo incorrispondenza
biunivoca con ipunti
di R’.Ed allora per mostrare che
m~ ( R) - m~ ( R’),
basta far ve-dere che
ogni
insieme chiuso C contenuto in R ha per eor-rispondente
in R’ un insieme chiuso C’(e viceversa),
edinoltre risulta
Sia a’ un
punto
di accumulazione sinistro(destro)
diC’,
e
poniamo
per la(1)
èDetta b
l’ampiezza
di un intorno destro(sinistro)
dia’,
intale intorno cadrà almeno un
punto
diC’, punto
che appar- terrà a gr, od a * Se talepunto appartiene
a sarà del-~- r$ , x’
essendo unpunto
di go , ed é :Il
corrispondente
in C delpunto x’ +
r, è x’+
rp , epoichè :
risulta per la
(2):
Se
poi
unpunto
di C’ che cade nell’intorno destro(si-
nistro)
diampiezza b, appartiene
a sarà deltipo
d’-~-
rt ,.~ ’ essendo un
punto
di 90’ ed è:Ma il
corrispondente
in C delpunto d’ -~- rt
è ~"e
poiché :
risulta per la
(~’) :
La
(3)
e(3’)
ci dicono che nell’intorno destro(sinistro)
dix di
ampiezza è
cade almeno unpunto
diC, quindi
a è unpunto
di accumulazione a sinistra(destra)
diC;
essendo Cchiuso,
aapparterrà
a0,
e sarà o unpunto
digr,
o unpunto
di~ .
Se aappartiene
ag, p , poichè
è a oí -.- r~+
r¢ , á - r,sarà un
punto x’
di go(e
ciò in virtù del fatto che traslando di -rp si ottiene l’insieme90),
equindi
ilcorrispondente
di a in C’ sarà il
corrispondente
di( ~’ -- a’ r,)
ing,.~ , e
precisamente
ilpunto
d-~-
r, , cioè a’. Se aappartiene
invece a
9r , poichè
è sarà un puntox" di go , e
quindi
ilcorrispondente
di a in C’ sarà il corri-spondente
dix" + rq (x" = a’ - rt)
in cioècioè a’.
Ne segue clie
d, punto
di accumulazione di C’.appartiene
~~
C’,
equindi
C’ risulta chiuso.Ricordando
poi
che lacorrispondenza
tragli
insiemi Red RI è
biunivoca,
conanalogo ragionamento
segue che adogni
insieme chiuso C’ contenuto in R’corrisponde
un insiemechiuso C contenuto in R.
Per mostrare
poi
che basta far vedere che considerato unqualsivoglia
insiemeaperto
A contenenteC,
si
può
trovare un insiemeaperto
A’ contenenteC’,
conm (A’),
eviceversa ;
e ciò in virtù del fatto che la misura di un insieme chiuso coincide con l’estremo inferiore della’ elasse delle misure
degli
insiemiaperti
contenenti l’insieme chiuso.00
Sia A = E
(a,,.. bn)
un insiemeaperto
contenenteC,
e con-sideriamo l’insieme
aperto
AL ottenuto traslando A di : rs rp - rt - rq - .Se un
punto
di C’appartiene
sarà deltipo s’ -~- rs ,
ed il
corrispondente
in C di talepunto appartiene
a(~ .
ed èx’ + rp.
Poichè A contiene
C~ ~ +
rp sarà interno ad un interi vallo diA,
adesempio
all’intervallo(ai , b f) :
Da
questa
relazione si deduce:Ed osservando che il
corrispondente
in ~1’ dell’intervallo(ai , bi)
è(al,
ne segue dalla(4)
che~’ -~- r8
è interno all’intervallo(a~, b f’)
di A’.Se
poi
unpunto
di C’appartiene
a sarà deltipo
1’+
rt , ed ilcorrispondente
in~" -+- rQ ;
detto(tJ~.’~
l’intervallo di A che contienex" -f - rQ ,
sarà :e da questa ~i deduce:
Ma il
corrispondente
in A~ dell’intervallo( a f , bj) è ((1,/ , b~’)
«= (c~ + ~ 2013 r~ ~
equindi
la(4’)
ci dice che interno all’intervallo(~/~
di A’.C’
quindi è
contenuto inAt,
ed è manifestamente-
.Con
analogo ragionamento
si mostra che adogni
insiemeaperto
A’ contenente Ol sipuò
farcorrispondere
un insiemeaperto A
contenente C conm (A) = m (A’).
Resta cos
completamente
dimostrato cheIn virtù di
questa preposizione è
facile ora far vedere che la somma di duequalsivoglia
insiemi della successione g,.ha misura interna nulla.
Supponiamo
infatti che sia( K > 0),
e deno-tiamo con
Rn (n 1, 2, ...)
la classedegli
insiemianaloghi
ad R’ che sono una infinità numerabile, i
quali
hanno comesappiamo
tutti misura internauguale
a I~. Detto 8 l’insiemesomma
degli
insiemiRn ,
risulterà :e ciò è assurdo essendo S contenuto in
( 1, 2).
Con
analogo ragionamento
si deduce che l’insieme sommadi un
clualsivoglia
numero finito diinsiemi grn
ha misurainterna nulla.
Osserviamo ora che non
può
avvenire che apartire
daun certo
posto
inpoi
tuttigli insiemi grn
non abbianopunti
in
(0, 1).
Infattiposto ( 0 b ~ ~ ,
’I essendo gonon
misurabile)
denotiamo con r, ilprimo
dei numeri razio-nali rn , diverso da zero, tale
che j rp | b/2.
>L’insieme
grp
ha certamente deipunti
che cadano in(0, 1).
Consideriamo un
qualsivoglia
intero c~maggiore
di p, egli
insiemi ~ ...;gr q (con
ri=1= O,
i = 1,2,
... ,q);
tratali insiemi c’è certamente
gr p
e detto rs ilpiù piccolo
trai numeri
I
r1I, | r2 |,
...Irq |,
denotiamo con rt tlnqualsivoglia
numero razionale
positivo
minore di ~.L’insieme essendo rt r, -,-
rp 1,
ha deipunti
checadono in
(0, 1),
ed inoltre nella successione: gn 1 ... ,... si trova
dopo il q-esimo. Essendo q
un intero arbitrario l’asserto è dimostrato.Prendiamo in considerazione tra
gli
insiemi9 r’~
soloquelli,
che sono una infinità
numerabile,
che hannopunti
in(0, 1)
econtinuiamo a denotarli 9rl, ~.g,... , gr., ....
Sia
poi En
l’insieme deipunti
di che cadono in( 0, 1),
e facciamo vedere che
ogni punto
dell’intervallo(0, 1)
ap-partiene
all’insieme E = E"=1
Infatti se a è un
punto
irrazionale di(0, 1),
esiste uninsieme X della classe H i cui
punti
sono deltipo
cr+
p.(pn razionale),
equindi
in go c’è un numero deltipo
a -E- pv( 1
p v 1):
-, ma essendo rn la successione di tutti i nu-meri razionali dell’intervallo
aperto [ 1, 1],
tragli
r n c’è- pv, e
quindi
tragli
insiemi c’è l’insiemeg-pv’
ilquale
insieme contiene il numero a
perchè
si ottiene traslando 7o di pv . Èpoi a
unpunto
dell’intervallo l(l,1),
equindi
7cadrà in uno
degli
insiemiEn ,
eprecisamente
inquello
otte-nuto da
dopo
aver soppresso daquesto quei punti
cheeventualmente cadono fuori di
(0,1).
Se
poi a
unpunto
razionale di ( (l,1),
tragli
i insiemi iclella classe T-T c’è l’insieme X tutto costituito da
punti
ra- lionali, Pquindi
in g© c’è un numero deitipo
O’ + p., , p conanaloghe
considerazioni si deduce che a cade in E.Gli insiemi En
rappresentano quindi
laripartizione
sta dei
punti
dell’intervallo(0,1).
3. - Sia
En (n = 1, 2,
3, ...) laripartizione
deipunti
del-l’intervallo
( (1, 1)
detrasse delle ,p stabilita al numero prece-clente,
eduna successione di numeri
positivi,
decrescente econvergente
azero, con e1 1.
Nel
quadrato
unitariochiuso
deipiano
(x,y)
definiamouna funzione
~(.r, y)
con laseguente legge:
Inogni punto
delquadrato
le cui coordinate hanno la forma (ae.. conponiamo en.x) = 1 ;
inogni
altropunto
del-
quadrato poniamo y) 0.
Dalla definizione
posta
segue:0) # fi
per 0 x 1:f(O, y)=0
per0 y C l ,
Poiché
gli
insiemiEn
non hanno a due a duepunti
acomune, sii
ogni
retta diequazione x = x (0 x 1)
esisteun solo
punto
ovey)
assume il valore 1, equindi
risulta :Osserviamo
poi
cheogni
retta diequazione y
= y( 0 y 1)
incontra al
più
un numero finito di rette diequazione
(,n=1,
2, 3, ...),
appuntoperchè
la successione e~ tende azero, e
quindi
suogni
retta esistono alpiù
un numerofinito di
punti
ovey)
assume il valore1;
la funzioney)
risultadunque
misurabilerispetto
ad x per0
y 1.Mostriamo ora che se i è un
qualsivoglia
insieme di mi-sura non nulla contenuto nell’intervallo
(0, 1)
dell’asse laconvergenza in i della
y)
nonpuò
essereuniformer
cioènon avviene mai che in
corrispondenza
ad e > 0arbitrario,
esista un
a ( e)-
> 0 tale che per 0 ya(e),
equalunque
sia ~cin i,
si abbia: . - - - - .Basta far vedere che comunque si consideri un numero ar-
bitrario a > 0 esiste sempre almeno un
punto (af, y’)
del qua-drato,
con1/’ a
e conal C i,
tale chef (a~’, y’) =1,
e ciò invirtù del fatto che
U) = 0
per 0 x 1.A tal scopo fissiamo un
punto x di z,
tale che l’insiemeiz
dei
punti
di i che si trovano a sinistra di x sia di misuranon
nulla;
èsicuramente x > 0,
e denotiamo con ar ilprimo
dei numeri cn non
maggiore
di x .E’ i
C S
epoichè ix
nonpuò
essere contenuto nel- l’insieme 8El -~- E2 + + E,_i , perchè
in tal caso avrebbemisura
nulla,
essendo nulla la misura interna diB,
ci sarannocertamente dei
punti
che cadono in unodegli
insiemiEx+~ ,
... , ....Detto x’
f ~’ ~ 0)
unpunto
diiz
che cade inE. (n
>r),
il è un
punto
delquadrato
con011’=8,
Da tali considerazioni deduciamo che non è
possibile
l’esten-sione diretta del teorema di
Severini-Egorov
alle funzioni misu-rabili
dipendenti
da unparametro continuo,
cioè non è vera laseguente proposizione :
Sia
y)
una funzione definita in R :e
y d,
misurabilerispetto
e tale che limy)
=I~ sempre
possibile
determinare incorrispondenza
ad unnumero > 0 arbitrario, una
porzione
misurabile i di( a, b)
tale che risulti
xn (z)
>b a ~,
ed in modo che abbialuogo
la seguente
progrietà :
perogni e
> O arbitrario esiste un~ (~) > 0
tale che pery - y~ ~ a,
equalunque
sia vin i, yo) I s.
4. - Definiamo nel
quadrato
unitariochiuso Q
delpiano (x, y)
una funzionef (x, y),
continuarispetto ad y,
non misu-rabile
rispetto ad x,
laquale
non ha laproprietà
della ~on-tinuità
rispetto
ad y in modo semiuniforme inQ.
Sia
EA (n= 1, 2, 3, ...)
laripartizione
deipunti
dell’in-tervallo
(0, 1)
dell’assedelle x,
stabilita al numero2,
eduna successione di numeri
positivi,
decrescente econvergente
azero, con q 1.
Nel
quadrato
unitario delpiano (o, y)
definiamo una fun-zione
y)
con laseguente legge:
Inogni puntc
del qua- drato le cui coordinate hanno la forma(~, sn · ~),
con x CE" ,
o =t= 0, ~ ; poniamo an · x) = o,
f (a%~ bn .’,) ~ (m C En,
’,~ 0).
Nei tratti
paralleli
all’asse y :(o, bn · ~), (~, ~R · ~) ; (~, E,~ · x), (x,
definiamoy)
lineare. Inogni
altropunto
delquadrato poniamo y) = o.
Poichè
gli
insiemiEn
non hanno a due a duepunti
acomune, segue immediatamente dalla definizione
posta
chela
y)
è continuarispetto
ad y.Consideriamo le rette rn , r,.,
passanti
perl’origine
delpiano
cartesiano(x, ~)
erispettivamente
di coefficente ango- lare an , Sa’ e denotiamo conPn
ilpunto
d’incontro della retta rn con la retta diequazione x = 1.
Sia
Rnl)
ilpunto
d’interse7.-ione della retta r, con laparal-
lela all’asse x condotta per
P n;
ilpunto
d’intersezione della retta r. con laparallela all’asse y
condotta pere cos
proseguendo
denotiamo con ilpunto
d’incontrotra la retta r~, e la
parallela
all’asse x perp~:~),
e conp.--~
1)il
punto
d’incontro tra la retta r n e laparallela
all’assey per
R;~"‘+1 ) ( rrl 1, 2, 3, ... ) .
In tal modo si viene a definire la spezzata
Pn, R(1)n, iR(&), R(m)n, P(m)n, ... ,
racchiusa tra le rette rn ,~y , con i
punti ~, n,
... ,R;à ’ ~, ... , appaitenenti
alla rettatB, i
punti P(l) P(2)
... ,Pn";>,
...appartenenti
allatta-
i tratti
(1) P(1)R(2) Pn2)Rn3~;... ~ paralleli
all’assex, e con i tratti
Rn2)pri‘) ; ... ; paralleli
al-l’asse y.
I
punti ,(1) T(2) 1 (i)
...proiezioni
Il’ deipunti P(1)n, P(2)n, P(3)n, ..., P(m)n,
..., suddividono l’intervallo(O, 1)
in una infinità numerabile di intervalli. Se
f(ae.. y)
fossemisurabile
rispetto ad ae,
sarebbe misurabile l’insieme~nl){ 0 f (x, yn) 1 },
conT~~~1~ ~
essendo l’ordinata diPn.
Ma laproiezione
diG(1)n
sull’asse x P laporzione
di
En
compresa nell’intervallo semichiuso a desti a[T(1)n, 1), quindi E(1)n sarebbe
misurabile.Analogamente
sarebbe pure misurabile laporzione
1di
En
compresa nell’intervallo semichiuso a destra[7~B
e cosi di
seguito.
E
poichè
è0,
risulterà = O(m
=1, 2, 3, ...).
Supposto
che ilpunto
zero nonappartenga
adEn ,
èE(m)n,
epoichè gli
insiemiE(3)n, ... , E,.
..._=1
non hanno a due a due
punti
a comune,En
risulterà, misurabilee sarà Se
poi
ilpunto
zeroappartiene
ad.En ,
basta
sopprimere
daEn
talepunto,
e si conclude conQuindi
sef(ae, y)
fosse misurabilerispetto
ad ae,gli
in-siemi
En (n 1, 2, ...)
risulterebbro misurabili e di misura nulla. Ciò è manifestamente assurdoperché gli
insiemiEn (n --1, 2, ...)
non hanno a due a duepunti
a ~comune00
ed
(O, 1).
,.--=1
Mostriamo ora che la funzione
f(3J, y)
non è continuarispetto
ad y in modo semiuniforme in
Q.
Detto i un
qualsivoglia
insieme di misura non nulla con- tenuto in(O, 1)
ed I laporzione
diQ
costituita daquei punti
di
Q
che hanno l’ascissain i,
facciamo vedere che comunque si consideri un 8 > 0 è semprepossibile
determinare duepunti
distinti di I :( a,’, y’ ), y"),
con~2013~j~
inmodo che risulti :
y’) - f ( ~’, y’7 ~ =1.
A tale scopo fissiamo un
punto x
di i tale che l’insiemei.x
deipunti
che non si trovano a sinistra di 3J sia dimisura non
nulla;
è sicuramente x >0,
e denotiamo con e,il
primo
dei numeri en noninaggiore
di -.x 00
En ,
epoichè ix
non essere contenuto nel-n=1
l’insieme S
= E1 + E? + E3 + ... + Er_1 , perchè
in tal casoavrebbe misura
nulla,
essendo nulla la misura interna diS,
ci saranno certamente dei
punti di iz
che cadono in unodegli
insiemiEr+1,
2Er+2’ ....
Detto
( x’ % 0)
unpunto di iz
che cade in En( n > r),
il
punto (x’, en·x’) è
unpunto
di iI, con X’ s - x x = ó
’ ed èf(~
E
poichè
ilpunto ( x’, 0) appartiene
adI,
ed inoltre 0)=0 per () x ~ ) , risultaI f(m’, ~.~)2013~(~ 0)
con ~ ~’ b.
5. - Definiamo nel
quadrato
unitariochiuso Q
delpiano y)
una funzioneyj,
continuarispetto ad y,
non misu-rabile
rispetto ad x,
laquale
ha laproprietà
della continuitérispetto ad y
in modo semiuniforme inQ.
Sia
En (rc
=1, 2, 3, ...)
laripartizione
deipunti
dell’inter- vallo(0, 1)
dell’asse delle x, stabilita al n. 2. e denotiamocon E~ il
primo degli
insiemi di tale successione che non sia misurabile. Dettipoi a, b,
c tre numeripositivi
con O ab c
1,
definiamo nelquadrato
unitariochiuso Q
delpiano (x, y)
una funzioney)
con laseguente legge:
Inogni punto
delquadrato
le cui coordinate hanno la forma(~, b · x),
con x c~.:’~, .~ ~ 0, poniamo b · ~) =1; poniamo poi f (x, a ·~) = 0, f (~, c· ~) = 0
(sc E~,JJ =~= 0)0
Nei trattiparalleli
all’asse y :(x, a. m), (x,
b · x) ;(~, b. ae), (~, ex),
de-finiamo
y)
lineare. Inogni
altro punto delquadrato
po- niamof(s,
Dalla definizione posta segue immediatamente che
y)
è continua
rispetto
ad y.Con
analogo ragionamento
fatto al n. 4 si mostra chey)
non è misurabilerispetto ad fiJ, perchè
se lo fosse E*risulterebbe misurabile.
Mostriamo ora che
y)
è continuarispetto ad y
in modosemiunif orme in
Q.
b’ , 0 y 1
con a’> 0, b’ 1,
un ret-tangolo
contenuto in R. Perogni
xappartenente
all’inter-vallo
( a’, b’), f(x, y)
come funzione della y in( o, 1)
ammettederivata
rispetto ad y,
tranne che neipunti (o, a · x), (o, b. x), (x, c·x),
se x,appartiene
ad E*. Al variare di x in(a’, b’).
tali derivate -sono manifestatamente
equilimitate,
equindi
detto M>0 un numeri tale che
y) ~ M~
risulta:y’) f (x~~’) ~ ~ 1 y’ y’ ~ 1
pera! t!5; o t~~ b’,
e comun-que-
fissiamo V’
edy"
in(O, 1).
Ne segue che in
corrispondenza
ad e > 0arbitrario,
è pos- sibile determinare un numeropositivo cr(c.):
che detti
(x, y’)
ed(o, y")
duepunti
di R"con i y’ -1/"
risulti: