R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G IOVANNI Z ACHER
Sui gruppi localmente finiti con duale
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 36, n
o2 (1966), p. 223-242
<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1966__36_2_223_0>
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di GIOVANNI ZACHER
(a Padova)
Un gruppo G dicesi dotato di duale se esiste un gruppo G ed un isomorfismo
duale 99
del reticoloC(G)
deisottogruppi
di Gsu
quello
di£(G),
vale a dire unacorrispondenza biunivoca 99
di
C(G)
su soddisfacente alle condizioni:per
ogni coppia .g,
K disottogruppi
di G.Mentre la struttura dei
gruppi
finiti con duale è nota[11] 1),
nel caso dei
gruppi
infiniti si è ancora lontani da una loro ca-ratterizzazione. L’unico risultato di carattere
generale
in taledirezione è dovuto a Baer
[2],
ilquale
ha dimostrato che igruppi
dotati di duale sono
periodici.
Si deve pure a Baer[1], [2]
lacaratterizzazione dei
gruppi
abeliani conduale,
mentrel’analoga questione
per igruppi speciali
ed igruppi
risolubili fu risoltarispettivamente
da Suzuki[8]
e dall’A.[10].
Scopo
dellapresente
Nota è diapportare
nuovi contributia
questo problema, occupandoci
dello studio deigruppi
local-mente finiti dotati di duale.
Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico - Università - Padova.
~) I numeri in
parentesi quadre
si riferiscono allabibliografia
checompare alla fine del
presente
lavoro.Nel n. 1 si danno alcune
proprietà degli
isomorfismi strutturali fragruppi
localmente finitigeneralizzando
per lopiù
risultatinoti per i
gruppi finiti,
e che forniscono premesseindispensabili
per l’ulteriore studio. Nel n. 2 il
problema
della classificazione deigruppi
localmente finiti con duale viene ricondotto aquello
ana-logo
deigruppi
locamente finitiprivi
di automorfismi reticolarinon «
singolari
~. Il risultato centrale del n. 3 è dato dalla deter- minazione deigruppi
localmente risolubili conduale, provan do
che tali
gruppi
sono risolubili. Il n. 4 infine è dedicato allo studio di alcune classi digruppi
localmente finiti dotati di duale. I teo- remiconseguiti
al n. 3 combinati conl’importante
teorema diFeit-Thompson [4]
sulla risolubilità deigruppi
finiti d’ordinedispari,
ed il fatto che igruppi
finiti con duale sono risolubilidi struttura nota
[11],
fornisconogli
strumenti essenziali per tale studio. Il risultato conclusivo del n. 4 è fornito dal teorema C:Se G è un gruppo localmente
finito
dualmenteisomorfo
ad un gruppo localmentefinito G,
e se in G i2-gruppi
di sonoZA-gruppi 11),
allora G è risolubile.
1. - Se G è un gruppo dotato di
duale,
è noto[2]
che G ènecessariamente un gruppo
periodico.
Nelpresente
lavoro lostudio dei
gruppi G
dotati di duale saràquasi
esclusivamente limitato alla classe deigruppi
localmente finiti. Se G è un gruppo localmente finito e G un gruppo strutturalmente isomorfo aG,
nel senso che esiste un
isomorfismo 99
del reticolo deisottogruppi C(G)
di G suquello £(U)
diG,
allora anche G è un gruppo localmente finito inquanto
un gruppo è finito se e solo se tale è il reticolo dei suoisottogruppi.
Inseguito
avremobisogno
diqualche
pro-prietà degli
automorfismi reticolari di un gruppo localmente finito. Incominciamopertanto
conl’esposizione,
in formalegger-
mente
più generale
diquanto
strettamentenecessario,
di alcuneproposizioni
relativeagli
isomorfismi reticolari tragruppi
local-mente
finiti;
si tratta per lopiù
digeneralizzazioni
di risultatigià
noti nel caso digruppi
finiti.Detto p un numero
primo
e a un numero naturale o il sim-bolo oo, con
5(p")
si indicherà un gruppo ciclico di ordinepoc
sea numero naturale o un p-gruppo
quasi-ciclico
se a =oo. Ade-rendo strettamente alla
terminologia
usata in[9],
chiameremoP-gruppo
un p-gruppo abeliano elementare o un gruppo ottenuto estendendo un p-gruppo abeliano elementare N(anche
nonfinito)
mediante un gruppo ciclico
a >
d’ordineprimo q,
p,ove induce un automorfismo non identico in
N,
che mutaperò
in sè
ogni sottogruppo
di N. Un isomorfismoreticolare 99
tra duegruppi
G e G dicesisingolare
se esiste almeno unsottogruppo
H d’ordineprimo
p tale che99(H)
è un gruppo d’ordine(primo)
q, p ; e in tal caso 99 si dirà «singolare
al numeroprimo
p ».Siamo ora in
grado
di formulare ilseguente
teorema(1,1 ) :
Sia G un gruppo localmente finito e 99 un isomorfismo diL(G)
su£(G).
Sia S unsottogruppo
diSylow
di G relativo alnumero
primo
p.Se 99
èsingolare
al numeroprimo
p, sipresenta
una delleseguenti
due circostanze:(i)
Il gruppo G è ilprodotto
diretto di duesottogruppi
diHall 2),
G = PX N,
ove P è unP-gruppo
che contiene comesottogruppo
diSylow.
(ii)
Ilgruppo 8
è uno gruppo che ha uncomplemento
normale
N,
G = SN.Nel caso
(i)
risulta G = X99(N),
con(e 92(N»
sot-togruppi
di Hall diG,
eq(P)
unP-gruppo.
Se P non èciclico,
P ed N sono
£(G)-caratteristici,
vale a dire mutati in sè daogni
automorfismo di
£(G).
Nelcaso (ii), q(8)
è uno ed èun
sottogruppo
diSylow
diG,
mentre9)(N)
è unsottogruppo
caratteristico di G ed è un
complemento
dicp(S)
in G.Se 99
non èsingolare
al numeroprimo
p,p(S)
è unsottogruppo
di
Sylow
di G relativo al numeroprimo p,
a meno che non risultiG = P x
N,
con P unP-gruppo
non abeliano che ha 8 per sot-togruppo
diSylow normale;
in tal caso è un p-gruppo abe- liano elementare.Sia un
sottogruppo
d’ordineprimo
p diG,
conq(H)
p, ed 8 unsottogruppo
diSylow
2)
Unsottogruppo
di un gruppo G dicesi di Hall se è identico o se conogni
elemento diperiodo primo p
vi contiene unsottogruppo
di
Sylow 8
di G relativo al numeroprimo
p.di G contenente H. Si fissi
quindi
unafamiglia
digruppi
finiti di
G,
tale che si abbiaqualunque
sia i EI,
ed ilcui insieme
ricopra
G. Considerando la restrizionedi 99
sued i risultati
esposti
in[9] §
1 e6,
non è difficileraggiungere
laconclusione per
quanto riguarda
laprima parte
del teorema.Si
osservi poi
che se il p-gruppoq(8)
non è unsottogruppo
diSylow
diG,
lacp-l
subordina un isomorfismosingolare
su un sot-togruppo
diSylow
A di G che contieneq(8).
Ora A nonpuò
essere uno
perchè
tale sarebbe purep-’(A); quindi
A è abeliano elementare e
cp-l
èsingolare
a p. Ciò basta per con-cludere che si ha G = A X N e G = X con
99-1(A)
unP-gruppo.
Passiamo a considerare il
comportamento
deisottogruppi
normali massimi di G
rispetto agli
isomorfismi strutturali. Siadunque
~1 unsottogruppo
normale massimo diG,
e 99 un isomor- fismo strutturale tra igruppi
localmente finiti G e G. Sia p un divisoreprimo
dell’indice[G : I jtf)
di M inG,
nel senso che ilgruppo G contenga
elementi diperiodo
prispetto
ad M.Se p
è
singolare
a p, tenendo conto della(1, 1),
e del fatto che M è normale massimo inG,
risulta e[G: M]
- p, e99(M)
ha pure indice
primo
in Gpotendo però
sia essere che non esserenormale in G. Sia ora
G/lVl
gruppo d’ordineprimo
p e 99 nonsingolare
a p. Dimostriamo cheq(M)
è normale in G. Esiste una E G per cui e Sia L un sotto-
gruppo finito di M con a? ) z
L,
eponiamo
T =U Lh,
unione dei
coniugati
di L secondo elementi ~. Risulta T z ~VI e T normale in con[F:T] =p.
Poi-chè 99
non èsingolare
a p, risulta[99(F) : 99(T)]
= p e99(T)
normale in
g~(I’), [9] § 7,
ossia il normalizzanteX(99(M»
di(p(M)
contiene
99« a »;
ma99(M) U op« a » - G,
per cui è nor-male in
G, 99(-M) Q G,
e[G :
= p. Infinesupponiamo
.ltT normale massimo in G e q non
singolare
ad alcun divisoreprimo
di
[G: lVl].
Il gruppo èsemplice,
per cui l’unione dei suoisottogruppi
minimi coincide con Ora se è un talesottogruppo minimo,
perquanto
visto sopra,q(M)
è normale ine
quindi
pure nell’unioneU 99(H)
=G.Abbiamo
pertanto
dimostrato laseguente proposizione:
(1,2) :
Sia q un isomorfismo diC(G)
suC((7),
con G gruppolocalmente
finito,
e sia M unsottogruppo
normale massimodi G. Se non è
abeliano, 99(M)
è normale in99(G)
e[99(G) :
ha
gli
stessi divisoriprimi
di[G: lVl].
Se[G: i M] =
p(numero primo),
allora è normale in99(G)
se 92 non èsingolare
a p.In
ogni
caso l’indice di99(M)
in è ancora un numeroprimo
se tale era
quello
di M in G.Corollario 1.3. - Sia G localmente finito ed N un
sottogruppo
normale tale che
G/N
risulti unione disottogruppi semplici;
se 99 è un automorfismo non
singolare
di£(G), 99(N)
è normalein G.
Corollario 1.4. - Sia cp un isomorfismo di
£(G)
su£(G),
con Ggruppo localmente
finito,
y e sia H unsottogruppo
d’indice finito in G. Allora99(H)
ha indice finito incp(G).
Infatti in G esiste un
sottogruppo
normale M contenuto in H e d’indice finito in G. Se allora M =Mo e iti
c ... -Mt - G
è una catena normale a fattoriali
semplici, applicando (1, 2)
siraggiunge
la conclusione.Corollario 1.5. - Sia G un gruppo localmente finito ed N il gruppo intersezione di tutti i
sottogruppi
d’indice finito in G.Allora N è
.L(G)-caratteristico.
Ciò segue subito dal corollario 1.4.
Corollario 1.6. - Sia cp un isomorfismo non
singolare
di£(G)
su
~(G),
con G localmentefinito ;
sia N z H z G con Nsottogruppo
normale di Hall di H. Allora è normale in
Infatti se N z
T z H,
con[T ; N] finito,
allora per(1.2)
è un
sottogruppo
dicomposizione
dicp(T ) ;
ma è anche unsottogruppo
di Hall diT; quindi (p(N)
è normale in99(T).
E laconclusione è ora facile.
Terminiamo
questo
numero con una definizione:Sia G un gruppo ed
H,
K due suoisottogruppi.
Allora Hdicesi
rigidamente legato
a K se perogni
automorfismo non sin-golare y
diL(G)
l’essereY(K) = K implica y(H)
- H.2. - Se 99 un isomorfismo oppure un isomorfismo duale d
~(G)
su allora i duegruppi
di automorfismi~(~(G)),
di
C(G)
ed£(G)
risultanoisomorfi; l’applicazione
a diA(£(G))
su
A(£(G))
definita dallaposizione a(y)
= con y E definisce un isomorfismo diA(£(G))
su =-
a(y)
si chiamerà l’automorfismo indotto in da 1p mediante 99. Dato l’isomorfismoduale 99
di£(G)
su£(G),
nelseguito
avremospesso da considerare
gli
automorfismi indotti in£(G) (£(G)) mediante 99 dagli
automorfismi di£(G) (£(U»
indotti a lorovolta da automorfismi interni di G
(G).
Tali automorfismi indotti ingenerale
possono essere siasingolari,
sia nonsingolari.
Lostudio del
gruppo G
dotato di duale risulta in granparte
sem-plificato qualora gli
automorfismi indotti in£(G)
mediantep-1
da
quelli provenienti
da automorfismi interni di G sono tuttinon
singolari.
Nellerighe
che seguono daremo un teorema di« struttura » di un
gruppo G
localmente finito dotato diduale,
la cui
applicazione
cipermette
nelle nostre considerazioni di li- mitare lo studio deigruppi
localmente finiti con duale aquelli
in cui
gli
automorfismi indotti in~(G)
siano nonsingolari.
Sia G un gruppo localmente finito e sia H il gruppo unione di tutti i
sottogruppi
di G che sono fattori diretti di Hall di Ge risultano
P-gruppi (si
assume H = 1 se G èprivo
di tali sot-togruppi).
H è dotato dicomplemento
normale H(eventual-
mente
identico),
che saràprivo
di fattori diretti di Hall che sianoP-gruppi.
Per G si hadunque
lascomposizione
G = H xK,
con i
sottogruppi
H e g univocamente individuati. Osserviamo che igruppi H
e K sonoL(G)-caratteristici.
Infatti se Y è un auto- morfismo di~(G),
risulta G =y(H)
xy(K) (teorema 4 §
1in
[9]),
cony(H)
esottogruppi
di Hall diG, prodotto
di
P-gruppi
diHall, 1p(K) privo
diP-gruppi
fattori diretti di Hall.Quindi y(H) = H, y~(g) - .g,
data l’unicità dellascomposizione
G = H X
.K,
e risulta X~(~(g)).
Se G è do-tato di duale allora ciò è vero anche per .g e
.g,
percui,
inparti- colare,
.g èprodotto
diretto diP-gruppi
finiti[9].
Siapoi (p
unautomorfismo
singolare
a p di£(K).
Allora per la(1.1)
risultaK = SN con 8
sottogruppo
diSylow
di.K,
ciclico inquanto
èdotato di duale
(teor.
1 cap.IV §
2 in[9]).
Indichiamo con Y =- la
famiglia
deisottogruppi
normaliNi
che sono ilcomplemento
normale di unsottogruppo
diSylow
ciclico diordine
pa,
con p numeroprimo
relativo alquale
è dotatodi un automorfismo
singolare.
Il gruppo è un sot-togruppo
normale di Hall diK,
eKIT
risulta un gruppo abelianoa
sottogruppi
diSylow ciclici;
l’indice di T in K haquindi
lapotenza
alpiù uguale
aquella
delnumerabile,
per cui T ha uncomplemento
C inK,
e C è abeliano asottogruppi
diSylow
ci-clici
(lemma
5.1.1 in[7]).
Sepoi y
è unqualunque
automorfismo diC(K),
q induce su~(T)
un isomorfismo nonsingolare;
ne segueche
ogni
automorfismo di£(G)
muta isottogruppi
diSylow
di Tin
sottogruppi
diSylow
di T(1.1 ),
per cui T è mutato in sè daogni
automorfismo di~(G).
Seallora
è un isomorfismo duale di~.(G)
su~(G), g(T)
è~(G)-caratteristico
e tra£(T)
ed99 induce un isomorfismo duale. Inoltre
ogni
automorfismo in- dottoin £(G)
mediante da unautomorfismo 1jJ
è nonsingolare
su£(T).
Riassumendo abbiamodunque:
(2.1):
Sia G un gruppo localmente finito e 99 un isomorfismo duale di£(G)
su£(G).
Allora G sipuò
scomporre in uno ed un sol modo nelprodotto
diretto di duesottogruppi
diHall,
G = H XK,
invarianti per
ogni
automorfismo di£(G),
soddisfacenti alle se-guenti
condizioni:(i)
~ se non identico è unprodotto
diretto(discreto)
diP-gruppi
diHall,
tutti finiti.(ii)
.g èprivo
di fattori diretti di Hall che sianoP-gruppi.
(iii) g
contiene unsottogruppo
di Hall T invarianterispetto
ad
ogni
automorfismo T ha uncomplemento
C in K cherisulta abeliano a
sottogruppi
diSylow ciclici, ~.(T)
è dotato di duale egli
automorfismi indotti inC(T)
daquelli
di£(G)
risultanonon
singolari
su~.(T).
Se cp è un isomorfismo duale tra
£(G)
ed~(G), ogni sottogruppo
8 di G con
1 =1= H ¡
G contiene unsottogruppo
minimo ed è contenuto in unsottogruppo
massimo diG,
ed isottogruppi
minimi di G sono in
corrispondenza
biunivoca conquelli
massimidi
G,
e viceversa.Diamo ora una condizione suinciente affinchè
l’immagine
di un
sottogruppo
minimo di G abbia indice finito in G.(2.2):
Sia G un gruppo dotato diduale,
ed a un elemento d’or-dine
primo
p contenuto sul centro di G. Allora indiceprimo in G,
se p è un isomorfismo duale traL(G)
edSia y
un automorfismodi £(G),
esupponiamo
~ a >. Risulta allora che
y« a »
U a > =1jJ« a »
X a >.Se ora e 1jJ2 sono due automorfismi di
£(G),
se» #
Ne segue che il gruppo è abeliano elementare ed
~(G)-caratteristico. cp( U) =
U èdunque
normale in G edC(~7)
è dualmente isomorfo ad£(ú7/U-).
èdunque
un gruppo abeliano elementare(a sottogruppi
diSylow finiti).
Pertantog~ ( a ~ ) ~
U ha indice finito in G.Corollario
(2.3). - Sia 99
un isomorfismo duale di£(G)
suC( G),
ed H un
sottogruppo
finito del centro~(G)
di G. Alloraq(H)
ha indice finito in G.
Si consideri una serie di
composizione
di .H e siapplichi
la(2.2)
ai termini di tale serie.3. - In
questo
numero verranno caratterizzati tral’altro,
igruppi
localmente risolubili dotati di duale.Ricordiamo anzitutto il
seguente
teorema dimostrato in[10] :
TEOREMA A. - Se G è un gruppo risolubile
3)
dualmente iso-morfo
al gruppoG,
allora G risulta ilprodotto
diretto disottogruppi
di Hall
2) H,
ove H o è un p-gruppofinito
modulare non Hamilto-niano o un
P-gruppo finito
nonabeliano ;
il gruppoG,
come pureil gruppo
G,
risulta metabeliano.Passiamo a dimostrare la
seguente proposizione:
(3.1):
Sia G un gruppo con duale. Detto G" il derivato secondo diG,
T ilsottogruppo
intersezione di tutti isottogruppi
ad in-dice finito in
G,
ed .F il gruppo intersezione di tutti i sotto-gruppi
normali di G a fattorialerisolubile,
allora risulta - .F’ = T.Sia H un
sottogruppo
d’indice finito in G. Allora esiste un3)
Un gruppo lo chiamiamo risolubile se la sua serie derivata ha lun-ghezza
finita.sottogruppo
normaleM,
con eG/.M
gruppo finito. Il gruppo haduale, quindi
risulta metabeliano[11].
PertantoG" ~ e
quindi
T. Il gruppoG/G"
è risolubile conduale;
pertanto (teorema A)
l’intersezione dei suoisottogruppi
d’indicefinito è il
sottogruppo identico,
per cui T zG",
epertanto
G" - T.Risulta
poi
evidentemente F z G". Siapoi
N unsottogruppo
normale di G con
GIN
risolubile. Il gruppoG/N
avendo duale èmetabeliano,
per cuiN,
edunque
G" = F.Osservazione 1. - La
(3.1 ) implicitamente
ci dice che G" coin- cide con il suo derivato G"’. Se G" ha duale(e questo
certamenteè il caso se G è localmente
finito,
inquanto
per il corollario 1.4 G" risulta£ (G) -caratteristico),
G" èprivo
disottogruppi
d’indicefinito.
Dalla
(3.1)
consegue che igruppi G
con duale checontengono
una catena normale discendente a fattori risolubili sono
gruppi risolubili;
come risolubili sono pure igruppi
residualmente fi- niti4)
con duale.(3.2):
Se G è unN-gruppo 5)
conduale, G
è risolubile.Dalla definizione di
N-gruppo
segue che se A è unsottogruppo
massimo
proprio
diB ~ G, A
ha indiceprimo
in B. Pertantoun
automorfismo y
di~(G)
muta unsottogruppo
H d’indicefinito in G in un
sottogruppo
pure d’indice finito in G.Il gruppo G" per la
(3.1)
èdunque L(G)-caratteristico.
Ma alloraG" = 1 altrimenti G" conterrebbe
sottogruppi
massimi d’indicefinito,
ciò che non èpossibile
per l’osservazione fatta sopra.Corollario 3.3. - Sia G un p-gruppo con duale. Allora le se-
guenti proposizioni
sonoequivalenti:
(i)
G è un gruppo finito modulare nonHamiltoniano, (ii) G
è localmentefinito,
(iii) G
è unN-gruppo.
Se G è localmente
finito,
G è localmente un Ma allora G stessos)
è unN-gruppo.
Per la(3.2)
G risultadunque 4)
Un gruppo G dicesi residualmente finito se perogni
elemento9 =i= 1 di G esiste un
sottogruppo
normale N di Gcon 9 1= N
eG/N
finito.5)
Un gruppo G dicesi unN-gruppo
seogni
suosottogruppo
fa partedi un sistema normale.
6)
Vedasi [6] vol. II, pag. 221.un p-gruppo
risolubile,
e daqui applicando
il teorema A si con-clude che G soddisfa alla
(i). È poi
ovvio che la(i) implica
la(ii).
Osservazione 2. -
Volendo,
la finitezza di un p-gruppo G localmente finito con duale sipuò
vedere direttamente nel modoseguente.
Ilgruppo G
è unS-gruppo
ed avendo dualeogni
suosottogruppo proprio
è contenuto in unsottogruppo
massimo enormale di G. Pertanto il gruppo fattoriale di G
rispetto
al suo
sottogruppo
di Frattini è un p-gruppo abeliano elementare ed è finitoperchè
haDunque
G è finitamentegenerato eppertanto
è finito essendo localmente finito.Alla dimostrazione del teorema centrale di
questo
numeropremettiamo
ilseguente
LEMMA 3.4. - G un gruppo localmente
finito
e 99 un isomor-fismo
duale di£(G)
su~(G).
SeN1, N2
sono duesottogruppi
normalidi G con
N1 S;N2
ed è un p-gruppo, allora il gruppo è un p-gruppofinito
modulare non Hamiltoniano.Dim. - Poichè
G/N1
ha duale non è restrittivo supporreNl
=1,
eponiamo
persemplicità N
=N2 .
Inoltre per la(2.1) possiamo
pure supporre chegli
automorfismi indotti in£(G)
da
quelli
interni di G mediante non sianosingolari.
Premessociò,
indichiamo conF(N)
ilsottogruppo
di N unione dei suoisottogruppi
minimi. Il p-gruppo è unsottogruppo
normaledi G che è contenuto nel gruppo
~(G)-caratteristico I’(G).
Pertantose 1~J, indica l’automorfismo di
£(G)
indotto mediante dell’auto- morfismo di£(G)
indotto daquello
interno di G individuato dal-l’elemento g,
risulterà eF(G), qualunque
siag
in G.Ora essendo
F(F(G))
=F(G),
per il corollario 1.3 risultaun
sottogruppo
normale diF(G).
Ne segue che il gruppo H unione di tutti isottogruppi
deltipo
al variaredi g
in G è unp-gruppo
(normale)
diF(G)
inquanto
unione dip-gruppi
normalidi
F(G),
ed è dotato di duale inquanto
per costruzione99(H)
risulta normale in G. Per il corollario 3.3 .g è un p-gruppo mo- dulare
finito,
ed essendo unione disottogruppi
minimi risulta abeliano elementare. Pertanto tale è pure il gruppoed essendo è
99(F(N» Q G,
equindi
anche .H =7)
Vedasi ad es. [9] pag. 87, teorema 1.-
F(N).
PostoI’o(N) - 1,
definiamo in modo ricorrenteI’k(N)
mediante la
posizione
è evi-dentemente Per
quanto precede,
alla catenanormale ascendente 1 = di G
corrisponde
inG
mediante 99
una catena normale discendente a fattori abeliani(elementari).
Per la(3.1)
èdunque G" c 99(F,(N» qualunque
siak per cui
G",
e ilgruppo N
è contenuto nel gruppo .1~ == che è risolubile essendo dualmente isomorfo al gruppo risolubile
G/G" (teorema A).
Pertanto(teorema A) N
è un p-gruppo modulare finito non Hamiltoniano.Veniamo ora alla dimostrazione del
seguente
TEOREMA B. - Un gruppo G localmente risolubile dotato di duale è risolubile.
Dim. - Il gruppo G è
periodico
e localmenterisolubile,
per-tanto è anche localmente finito. In virtù delle
(1.2)
non saràrestrittivo supporre che esiste un isomorfismo
duale cp
di£(G)
su
£(G)
tale chegli
automorfismi indotti in£(G)
daquelli
internidi G mediante
cp-l
siano nonsingolari.
Essendo G un gruppolocalmente
risolubile, G
è un vale a dire G ha unsistema
principale ó
dicomposizione
a fattorip-gruppi abeliani;
per la
(3.4)
tali fattori sonodunque
tutti finiti. Ne segue che i centralizzanti di tali fattori hanno tutti indice finito inG’,
maallora G" =1= G se G # 1. Infatti se i centralizzanti coincidono tutti con
G, ogni sottogruppo
finito èspeciale,
epoichè
G è local-mente finito ciò
comporta
che G siaprodotto
diretto dei suoisottogruppi
diSylow. Ognuno
diquesti
haquindi duale,
per cuiè risolubile
(corollario 3.3).
Se invece ó ha fattori noncentrali,
G
possiede sottogruppi
di indice finito diverso da uno e per la(3.1)
è ancora G. Il gruppo G" è localmente risolubile con duale(osservazione 1).
Se allora1,
sarebbe G’" =1= G" perquanto
visto sopra; ma ciò è in contrasto con la(3.1) (osserva-
zione
1).
G èdunque
metabeliano.8)
Ungruppo G
dicesi unSI-gruppo
sepossiede
un sistema inva-riante risolubile (vedasi [3] vol. II, pag. 182).
9)
Un gruppo G dicesi unSN*-gruppo
sepossiede
una serie ascen-dente risolubile
(vedasi
[6], vol. II, pag. 183).Corollario 3.5. - Un
~S’N*-gruppo 9)
G con duale è risolubile.Infatti
G,
essendoperiodico,
risulta localmente finito1°).
Maallora è pure localmente risolubile e per il teorema B si conclude.
4. - Passiamo a studiare alcune classi di
gruppi
localmentefiniti dotati di duale. Se G è un tale gruppo, la struttura di
G/G"
è nota
(teorema A)
e il derivato secondo( (3.1 )
ed osservazione1)
è un gruppo
perfetto (G" - G"’) L(G)-caratteristico
ed èprivo
disottogruppi
d’indice finito diverso da 1. Tenendo conto diquesti fatti,
le considerazioni che seguono saranno condottenell’ipotesi
che G sia un gruppo localmente finito e
perfetto. Se 99
è un iso-morfismo duale di
su £(G), gli
isomorfismi indotti in mediante risultano tutti nonsingolari
in virtù della(2.1),
osservazione
questa
che sarà continuamente sottintesa nel se-guito.
Nel gruppo localmente finito G indichiamo con ilsottogruppo
di G unione di tutti isottogruppi
normali localmente risolubili di G e lo chiameremo il radicale di G. Poichè in un gruppo localmente finito l’estensione di unsottogruppo
localmen-te risolubile per un gruppo localmente risolubile è ancora local- mente
risolubile,
risulta localmenterisolubile,
mentre ilgruppo ha il radicale identico. Abbiamo ora il
seguente
teorema di struttura:
(4.1):
Sia G un gruppo localmente finito eperfetto,
dotato diduale. Allora il radicale ha duale e coincide col centro di G.
Dimostrazione. - Nel radicale A _ di G definiamo per ricorrenza la catena normale ascendente
ponendo 1~°
=1,
=
~’(~/Rk- ~),
ove indica(come già sopra)
ilgruppo unione di tutti i
sottogruppi
minimi di ovecoincide col radicale di è manifestamente = - 31,. Andiamo a provare che 1J1 è
£(G) -caratteristico; all’uopo
basterà provare che tali sono
gli
Usiamo induzione suk,
osservando che
per k
= 0 la cosa è vera. Nel gruppoGlRk
ilradicale è 1 come si è
osservato,
e il gruppo -- è caratteristico in ed è contenuto nel gruppo
£(G) -caratteristico F(G/Rk). Sia y
un automorfismo di£(G).
Alloralo) Vedasi ad es. [6] vol. II, pag. 190.
1jJ subordina un
automorfismo 1p
su e si ha === Ora il gruppo
1jJ(Rk+ 1)
è localmente risolubile inquanto
è noto chegruppi
finiti risolubili vengono mutati da un isomorfismo reticolare ingruppi
finiti risolubili[3].
Pertantoè localmente risolubile ed è normale in per il corollario
1.3; pertanto
è contenuto nel radicale die
quindi
nel radicale diG/Rk;
ma è pure unione digruppi
minimie
quindi
sta in =Rk+1/Rk,
ossia simil-mente si vede che
1jJ-l(Rk+ 1)
ossia e inconclusione - Il gruppo 1Jl unione di
gruppi £(G)-
caratteristici è
dunque
pure tale. Ne segue che il gruppo local- mente risolubile 1J1 haduale; pertanto (teorema B)
è unprodotto
diretto di
sottogruppi
finiti H di Hall di 1J1 :gli
H sonodunque
normali in G. Il centralizzante ha
dunque
indice finito inG,
per cui deve esseree(H) = G,
ed 1J1 sta nel centro3(G)
di G.Poichè viceversa è
~(G) ~ 9t,
si conclude come volevasi che 1J1 =~(G).
Corollario 4.2. - Sia cp un isomorfismo duale tra due
gruppi
localmente finiti G e G. Allora G è
perfetto
con 1 se esolo se G è
perfetto
con~(G) -
1.Per concludere si
tenga
conto del corollario 2.3 e della(4.1).
Sia 8 un
2-sottogruppo
diSylow
finito di ordine 20: del gruppo G. Se G è localmente finito duequalunque 2-sototgruppi
diSylow
sono tra loro
coniugati,
per cui inparticolare-
hanno lo stesso ordine. Epassiamo
a dimostrare laseguente proposizione:
(4.3):
Siano G e Gdue gruppi
localmente finiti e cp un isomor- fismo duale di£(G)
su£(G).
Se un2-sottogruppo
diSylow
di Gè
finito,
G risulta risolubile.La dimostrazione la conduciamo usando induzione
sull’espo-
nente a, se 20: indica l’ordine di un
2-gruppo
diSylow
di G. Sea = 0 il teorema è vero in
quanto
in tal caso in virtù del cele- brato teorema diFeit-Thompson [11],
y G risulta localmente ri-solubile,
equindi
risolubile(teorema B).
Sia a > 0 e peripotesi
assurda
supponiamo G
non risolubile. In virtù di(3.1)
non saràrestrittivo
supporre G perfetto,
con =1,
per cui per il corollario 4.2 èpure G perfetto
con9t(G) =
1.Supponiamo
chein G esista almeno una involuzione r
(elemento
diperiodo 2)
permutabile
con un elemento(non identico)
d’ordineprimo
con 2. Se allora indichiamo con
Y.~
ilsottogruppo
di G unione di tutti isottogruppi
d’ordineprimo
di G contenuti nel centraliz- zantee(r)
di T inG,
il gruppoYz
contiene nel centro ilsottogruppo
i ~. Ciò basta per concludere cheg~( Yz) Q ~( z ~ ),
equindi
il gruppo z ~ ha duale. Per
l’ipotesi induttiva,
i ~è risolubile. Pertanto
(teorema B)
si haTTz/
-t > -Tf
r > U u r > conT /
r >2-gruppo
diSylow (eventualmente identico)
di
>,
ed r >complemento
normale non identico.Da
qui
si ricava N = 7: > x L con 1.Se y
è un elementodi
~(~(G)),
risultay~( ~ >
XL) = »
xy(L) (teor. 4, pag. 5
di
[9])
sicchè sey« z ~ ) -
~>,
è purey(L)
=L,
tenuto conto delsignificato
di L. Ma allora epoichè
Il gruppo L è localmente ri-
solubile,
per cui il gruppo è risolubile equindi G ; as-
surdo. Resta
dunque
da esaminare il caso in cuiogni
involuzione di G ha per centralizzante un2-gruppo.
Nel gruppo localmente finito G esiste unsottogruppo
abeliano A d’ordine infinito[5],
che certamente non conterrà elementi di
periodo
2. Facciamoanzitutto vedere che A non
può
contenere uno3(pOO)-gruppo.
tale e sia T il suo
sottogruppo
d’ordine p. indica l’automorfismo indotto in£(G)
mediantecp-l
dall’automorfismo interno di G individuato dall’elemento t Eg~(T ),
allora = Te T è nel centro del gruppo unione Il gruppo U
non ha 2-elementi per cui è localmente
risolubile,
edunque
ilgruppo avendo duale è
risolubile; pertanto
tutti i suoisottogruppi
diSylow
sono d’ordinefinito,
y mentreH/T
è unp-gruppo infinito. Sia ora a un elemento di A d’ordine p. Il gruppo
Yh/ a ~
è risolubile con duale. Pertanto lap-componente
di Aè d’ordine finito.
Dunque a
èpermutabile
con un elemento b d’ordineprimo q #
p. Ma allora come nel caso della involuzionez si conclude che G contiene un gruppo localmente risolubile
non identico L con
pertanto
è G’ # G. L’assurdo cui siamo di nuovopervenuti
prova il teorema.Corollario 4.4. - Sia q un isomorfismo duale tra i due
gruppi
localmente finiti G e G. Se in G
ogni
involuzione ha per centra- lizzante un2-gruppo,
G è risolubile.Basterà far vedere che in G i
2-gruppi
sono finiti. Sia S un2-gruppo
diSylow
di G d’ordine infinito. Poichè 8 è localmentefinito, 8
contiene un gruppo abeliano infinito A[5].
Sia T una involuzione di A eVz
il gruppo unione di tutte le involuzioni di Gpermutabili
con T. Il gruppo è un2-gruppo,
essendoT nel centro di con duale:
dunque
è finito. Ne segue che A deve contenere uno H. Se allora a è l’involuzione diH, posto B
=g~( c~ ~ ),
il gruppo ha il gruppo a > nel centro per cui è un2-gruppo,
e il gruppo haduale; pertanto
deve essere finito(corollario 3.3):
assurdo.Ci
proponiamo
ora di dare un teorema di struttura dei2-gruppi
di
Sylow
di un gruppo localmente finito G dualmente isomorfo ad un gruppo localmente finito G. Sia 8 un2-gruppo
diSylow
di G e
supponiamo
che sia abeliano elementare. Proviamo che 8 è necessariamente finito. Sia nontale,
e siaHa
unsottogruppo
di 8 di indice
finito,
almeno4,
in ~’. Il gruppoJY’(Ha)/Ha
haduale,
essendo
JY’(ga) rigidamente legato
ad.ga (corollario
1.3 e1.6),
per cui risulta per la
(4.3)
e il teorema AJY’ (.ga) /H«
=8fHa
XX
C/.Ha .
Daqui
segue che8fA«
è lasciato fermo daogni
auto-morfismo di per cui è normale in
99(H,,,).
SeOra è una
famiglia
disottogruppi
di S che hanno indicefinito almeno 4 in
8,
ilgruppo S
ha per duale il gruppo Ne segue che 8 è finito(corollario 3.3)
contro
l’ipotesi.
Siano ora G e G duegruppi
localmente finiti ecp un isomorfismo duale di
£(G)
su£(G);
inoltre sia G = G’.Sia S un
2-gruppo
diSylow
di G eW(8)
il suosottogruppo
diFrattini. Essendo 8 uno
N-gruppo 6), 8fW(8)
è abelianoelementare,
ed il gruppo
JW(Ù(8))fW(8)
haquale. Pertanto,
perquanto
visto sopra, è finito.
Questo
risultato logeneralizziamo
dimostrando che se H è un
sottogruppo
d’indice finito di~,
allora
O(H)
ha indice finito in .g.Ragioniamo
per assurdo sup-ponendo [H : O(H)]
=00; sia unafamiglia
di sotto-gruppi
di S con[H i H«]
finitomaggiore
ouguale
a
4, g«
normale in S edTra i
gruppi
cp indice un isomorfismo duale. Poichè i
2-gruppi
diSylow
di Asono finiti d’ordine
maggiore
ouguale
a4,
per la(4.3),
A è riso-lubile e
dunque
per il teorema A èg,
ossia ènormale in Ne segue che il gruppo .
ha duale ed essendo un p-gruppo abeliano è
finito,
controipotesi.
Ne segue che se
~’ ~ ~1(S) ~ ~2(~’) ~
... è la serie discendente dei successivisottogruppi
di Frattini di,S’,
il gruppoWm(8)
ha indicefinito in ~’.
Posto 0 = ti ~m(~’)~ ~
èdunque
il gruppo intersezione di tutti isottogruppi
d’indice finito in ~’. Ebbeneproviamo
cheø stesso ha indice finito in ~’. Se
Wi(8) = Ø2(S),
è 0 =Ø1(S)
e l’asserzione è
provata.
SeØ2(S) =1= Ø1(S),
allora ha almenoindice 4 in 8 non appena m > 2. è un automorfismo di
,
è evidentemente per cuiè normale in
y~(~’).
Ciò basta per concludere cheha duale e
quindi
è risolubile essendo i suoi2-gruppi
finiti. Maallora T ha un solo
sottogruppo
diSylow
relativo al numeroprimo 2,
in virtù delteorema A;
ciòimplica 1Jl¡(S) - 8,
ossiaq(8)
è normale in Pertanto il2-gruppo
ha dualeed è
dunque finito,
eprecisamente
è un gruppo modulare nonHamiltoniano;
inoltre 0 èprivo
disottogruppi
massimi. Riassu- mendopossiamo dunque
affermare:(4.5):
Siano G e G duegruppi
localmente finiti e 99 un isomor- fismo duale di£(G)
su£(G).
Allora un2-gruppo
diSylow 8
di Gha la
seguente
struttura : Detto 0 ilsottogruppo
di 8 intersezione di tutti isottogruppi
d’indice finito ha indice finito in~’, 810
è modulare nonHamiltoniano,
e 0 èprivo
disottogruppi
massimi.
Facciamo a
questo punto
due osservazioni che ci saranno utili nelseguito.
1)
Se H è unsottogruppo
di un gruppo localmente finitoG,
e se .H èprivo
disottogruppi
d’indicefinito,
il normalizzanteJV(J?)
di .g(in G)
èrigidamente legato
ad H.Infatti se T è un gruppo che contiene .H ed ha indice finito in
T, (per
il teorema diPoincarè)
H è normale in T . Sepoi y
è un automorfismo di
£(G), y(T)
ha indice finito iny(H) (corol-
lario
1.4)
e èprivo
disottogruppi
d’indice finito. Pertanto è pure Se si tiene ora conto che coincide conl’unione dei
sottogruppi
di G in cui .H ha indicefinito,
la conclu-sione si
raggiunge
facilmente.2)
Se .g è un p-gruppo abeliano che contiene uno3(p-)-
gruppo, se 99 è un isomorfismo di
£(H)
su£(H),
allora H è pureabeliano.
All’uopo
basta osservare che H è un gruppo con reticolo deisottogruppi £(H) modulare,
che contiene uno edalla caratterizzazione dei
p-gruppi
modulari(teor.
18 a pag. 22 in[23])
l’asserzione fatta segue facilmente. Ne deriva che sue S è unsottogruppo
diSylow
del gruppo localmente finitoG,
se Sè abeliano e contiene allora se
A £ S,
è
rigidamente legato
ad A. Ciproponiamo
ora di dimostrare che se 99 è un isomorfismo duale tra duegruppi
localmente finiti G eG,
e se in G i2-gruppi
diSylow
sonoZA-gruppi 11),
essi sonod’ordine finito e
quindi G
per la(4.3)
è risolubile. Non sarà re-strittivo nel
seguito
supporre chegli
automorfismi indotti in~ ( G )
mediantecp-l
daquelli
interni di G siano nonsingolari.
E sia
dunque
E un2-gruppo
diSylow
diG,
e peripotesi
assurdasupponiamo
che siainfinito;
essendo G localmentefinito,
infinitosarà pure l’ordine di
ogni 2-gruppo
diSylow
di G. Per la(4.5)
il
gruppo 0
di E è un gruppoprivo
disottogruppi
d’indice finito ed è unoZA-gruppo periodico.
Ciò basta per concludere che 0 è abeliano12)
eprecisamente
unprodotto
diretto diIl
gruppo 0
è altres caratterizzato come ilsottogruppo
di Eunione di tutti i
sottogruppi completi
di E13).
Fissato uno di
ø,
chiamiamoloA,
indichiamocon Y l’insieme dei
sottogruppi
X di G soddisfacenti alleseguenti
condizioni:
11)
Un gruppo G dicesi unoZA-gruppo
sepossiede
una serie centrale ascendente(vedasi
ad es. [6], vol. II, pag. 218).12) Vedasi ad es. § 23 e 65 in [6].