R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G IORGIO B USETTO
Proprietà di immersione dei sottogruppi modulari localmente ciclici nei gruppi
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 63 (1980), p. 269-284
<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1980__63__269_0>
© Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, 1980, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova » (http://rendiconti.math.unipd.it/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions).
Toute utilisation commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale. Toute copie ou impression de ce fichier doit conte- nir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
Proprietà sottogruppi
localmente ciclici nei gruppi.
GIORGIO BUSETTO
(*)
Introduzione.
Ricordiamo che un
sottogruppo Q
di ungruppo G
si dice modulareogni
ed
(U/BV)VQ
perogni VG, Q
si diceinvece
quasinormale
inG,
e si scriveràQ
G seHQ
=QH
perogni
.
H G;
è chiaro cheQ G implica Q G.
Maier e Schmid([6])
hanno(~ d .
provato
che unsottogruppo quasinormale
eprivo
di nocciolo(1)
diun gruppo finito G è contenuto
nell’ipercentro
di G. Tale risultato è ben lontano dall’essere vero ingenerale
neigruppi infiniti;
Gross([4])
fornisce infatti un
esempio
in cui ilsottogruppo quasinormale
eprivo
di
nocciolo Q
non è neppure localmente risolubile.Scopo principale
del
presente lavoro,
suddiviso in 3paragrafi,
è provare cheinvece
nel caso di
sottogruppi quasinormali
localmenteciclici,
risultati ditipo
Maier-Schmid continuano a valere ingruppi qualunque.
Più pre-cisamente nel
primo paragrafo
si prova che il teorema di Maier-Schmid continua a valere senzaipotesi
sul gruppo per isottogruppi
localmenteciclici
periodici;
avvalendosi di ciò e di risultati di Stonehewer([13],
(*)
Indirizzo dell’A.:Dipartimento
di Matematica, Libera Universitàdegli
Studi di Trento, 38050 Povo(Trento).
Lavoro
eseguito
nell’ambito del GNSAGA del CNR.(1)
Se Q G, Qa -
VQg,
la chiusura normaledi Q
inG, Qa
= il noc-ciolo
di Q
in G. gEO QE°th.
E),
si prova inoltre che isottogruppi
localmente cicliciperiodici
modulari sonoiperciclicamente
immersi(9)
neigruppi privi
di fat-tori di Tarski
(2) (cfr.
teorema1.11).
Nel secondoparagrafo
si dà an-zitutto un teorema sulla struttura della chiusura normale
QG
di unsottogruppo
localmente ciclicoaperiodico
modulareQ
di un gruppo Gsupposto privo
di fattori di Tarski nel caso cheQ
non siaquasinor-
male
(cfr.
teorema2.2);
inoltre sidimostra,
usando i risultati ottenuti nelprimo paragrafo,
che il gruppo abelianoT(QG)
costituitodagli
ele-menti
periodici
diQG,
è contenutonell’ipercentro
di Gse Q
èquasi-
normale(cfr.
corollario2.9);
sepoi Q
è soltanto modulareT {QG)
èiper-
ciclicamente immerso in G ammesso che G sia
privo
di fattori di Tarski(cfr.
corollario2.13).
Infine nel terzoparagrafo,
comeapplicazione
deirisultati
ottenuti,
si dà una caratterizzazione reticolare della classe deigruppi iperciclici (9),
classe che si sapevagià
essereproiettivamente
invariante
([15]);
tale caratterizzazionegeneralizza quella
data daR. Schmidt per i
gruppi supersolubili
finiti([11]).
1. - Il
presente paragrafo
sarà dedicato allo studio delleproprietà
di immersione in un gruppo G dei
sottogruppi
modulari localmente cicliciperiodici.
All’uopo
cominciamo colricordare,
per comodità dellettore,
unaben nota
proposizione:
1.1 PROPOSIZIONE. Sia n un insieme di numeri
primi
e siaQ
unR-sottogruppo
localmentenilpotente periodico quasinormale
di G. Allorala sua chiusura normale
QG (1)
è un R-gruppoperiodico
localmente nil-potente.
DIM.
Q
è ascendente in G([12],
th.A).
La conclusione segue allora da[9],
th.2.31,
vol. 1.1.2 LEMMA. Sia
Q un sottogruppo
localmente ciclico di un gruppo G = oo.Se Q
è modulare in G e Gè privo
dif attori
di Tarski
(2)
seQ
non èquasinormale,
risulta(3)
=1= O-DIM. Risulta 0
([13],
coroll. 4.3. Si osserviche,
per i sot-togruppi quasinormali,
la dimostrazione di tale corollario vale senza(2)
Un gruppo T si dice di Tarski se è un gruppo infinito in cui tutti isottogruppi propri
hanno ordineprimo.
Ungruppo G
si diceprivo
di fattoridi Tarski se non
compaiono gruppi
di Tarski comequozienti
disottogruppi
di G.(3) Se l’indice di H in G si assumerà di essere zero se
|{gH|g E G}| > N0.
l’ipotesi
che G siaprivo
di fattori diTarski)
equindi QGIQG
èperio-
dico di
esponente
finito. Pertanto il gruppo localmente ciclicoQIQ,,
deve essere finito e
dunque
come volevasi 0.1.3 LEMMA. Sia G nn gruppo e
Q
unsottogruppo quasinormale
manon normale di G di ordine
primo
p. AlloraQG
è contenuto nel centra-lizzante E
Gi IXI (4)
=0> VOp(G) (5)).
Dm. Sia con
(IXI, p)
- 1 oppurelxl
=0 ;
allora x appar- tiene al normalizzante perogni g
EG,
nelprimo
casoperchè
un
sottogruppo
diSylow quasinormale
di un gruppo finito ènormale,
nel secondo caso per
[12],
lemma 2.1. Poichè esistedunque
un
p-elemento
y EGBNG(Q).
Ai nostri fini non sarà restrittivo sup- porre G =Q,
y,.r).
Posto T =Q, y)
= è un p-gruppo e daQ"
e da[3],
lemma3.1,
segue cheQG
è abeliano elementare d’ordinep2 e Q~ =
è di ordine p e siha y
ECG(Q1).
Il numerodei
sottogruppi
di ordine p diQG
è p+
1 e il numero deiconiugati
di
Q
in G è dato daIT:Np(Q)1 = p. Quindi Q1
è l’unicosottogruppo
di ordine p di
QG
normalizzato da y. Iconiugati
diQ
sonoquasinor-
mali in
G, pertanto x E NG(Qg)
perogni g E G,
equindi
Si consideri yx; deve risultare
p~ i
inquanto
Se(~)
èil p-sottogruppo
diSylow
diyx~,
risultaQG =
Comeprima
risultaIQG /B z~’ =
p equindi IQG /B ~yx~ ~ =
p. PostoQ2
=n
yx~,
è yx ECG(Q2)
e cos y EN G(Q2).
Ma l’unicosottogruppo
di or-dine p di
QG
normalizzatoda y
è per cuiQ2== Q1.
Pertantoy)
e
quindi
x ECG(Q1).
Poichè x induce un automorfismo po- tenza suQG,
ne segue x ECG(QG).
Come conseguenza di 1.3 si ha il
seguente
corollario:1.4 COROLLARIO. Sia G un gruppo e
Q
unsottogruppo quasinor-
male ma non normale di G di ordine
primo
p. AlloraQG
è eontenuto nelsecondo centro
Z2(G)
di G.D~lBI.
QG
normalizza ip-sottogruppi
diG,
e centralizzaOP(G)
EE
Gi lxi
=0) (1.3).
PertantoQG
è contenuto nella normaN(G) (6)
di G. Ma
N(G) ([10]).
(4)
Ilperiodo Ixl
di un elemento x di un gruppo G si assumerà essere zero se x~ è ciclico infinito.1.5 OSSERVAZIONE,.
Q
unsottogruppo
localmente ciclico modu- lare in G e G siaprivo
difattori
di Tarski seQ
non èquasinormale,
esia p un
primo.
Dettod(Q)
il massimosottogr2cppo p-divisibile
diQ
ri-su,lta
d(Q)G. In f atti
perogni
x E G(1.2); poichè
è
p-divisibile,
si deve avere allorad(Q)
ed(Q )aG.
Inparticolare,
seQG = 1),
alloraQ
èxEG
privo
disottogruppi p-divisibili.
Prima di continuare la nostra analisi diamo alcuni criteri che ci serviranno a
garantire
laquasinormalità
di certisottogruppi
conte-nuti in
sottogruppi quasinormali.
Un
primo criterio,
d’altrondeprobabilmente noto,
è ilseguente,
che
generalizza
un risultato di Itó eSzép ([5],
cor.1).
1.6 PROPOSIZIONE. Sia
Q
unsottogruppo quasinormale periodico
diun gruppo G e A un
sottogruppo
normale diQ
tale chegli
ordinidegli
elementi di A sono
coprimi
congli
ordinidegli
elementi diQIA.
Allora Aè
quasinormale
in G.D~lB!. Sia .7r - è un
primo
ed esista a E A di ordineq}.
Siapoi
x E G. Selxi
=0,
allora x ENG(Q) ([12],
lemma2.1)
eperciò
x EE
NG(A),
dato che A è caratteristico inQ.
Possiamoquindi
supporrelxi
~0,
anzilxi
= pm, ove p è unprimo.
Distinguiamo
2 casi:a)
n. divide pm perogni
g EG,
ondeQ/Q(Q,x)
è unp-gruppo, per cui A e
x E NG(A).
b)
p E n. EssendoQ
subnormale inQx~ (Q
è ascendente([12],
th.
A)
e di indice finito inQx~),
tale è A. Pertanto èun n-gruppo
([9],
th.2.31,
vol.1)
equindi A, x)
è unn-gruppo. Pertanto
A, x~/~Q
=A ~ A~x~.
a
Un altro criterio è
poi
dato dallaseguente proposizione :
1.7 PROPOSIZIONE. Sia
Q
unsottogruppo quasinormale
ciclico di ungruppo G. Allora
ogni sottogruppo
diQ
èquasinormale
in G.Ira
proposizione 1.7,
di cui non è difficile dare una dimostrazionediretta,
è anche una facile conseguenza di un risultato di Naka-mura
([7]),
che afferma che se unsottogruppo quasinormale
di ungruppo finito G è dotato di un solo
sottogruppo
normale massima,le.1V1,
allora M è
quasinormale
inG,
ed è anche un casoparticolare
delseguente
interessante criterio nonpubblicato,
dovuto aNapolitani;
l’autore ci ha
gentilmente
concesso diriportarlo qui
con relativa di- mostrazione.1.8 PROPOSIZIONE
(Napolitani).
e K sonosottogruppi
normali di un gruppo G e se I~ _
.8’~x~,
allorasottogruppo
T di Gtale che
quasinormale
in G.DIM. Si osservi innanzitutto che per
ogni it
E N tale che n divideesiste ed è unico tale n ; sia infatti l’unico
sottogruppo
di~x~
tale che = n;posto
L =.g~z~,
si haIK:LI - ~x~ : ~z~ ~ -
l’unicità di L discendedalla unicità di
~).
Sia ora
È
sufficiente provare che 8T = ~’~ perogni sottogruppo
=(H, y)
di G con/8 :H/
o0, p
unprimo.
Se
~’ c H,
Da segue ST =g(Tn ~>)(sn x».~
= 18. Inparticolare
Tè
quasinormale
inK,
equindi
ascendente in G.Poichè è
quasinormale
inG,
sostituendo eventualmente aigruppi T, K rispettivamente
igruppi .gs,
Tgs(7),
sipuò
sup- porre Posto J =KS, distinguiamo
due casi:Supponiamo
Poichè
T = H( (z) A T) =
ovegli
sonoi
i
sottogruppi
diSylow
di è sufficiente provare che ST = T Squando primo.
PoichèKjKj
è un p-gruppo,se
q ~ ~
risulta e allora 8 normalizzando H e norma-lizza anche T per l’osservazione
iniziale,
per cui TS.Supponia-
mo
allora q
esupponiamo
anzitutto che T coincida con l’unico sot-togruppo
di ~ tale cheIB: Hi
èpotenza di p
e p non divideIK: B 1
-Allora, poichè
oo, per Maier-Schmid([6])
per cui
T/Bj == PlHj x MlHj
ovePfHj
e sonorispettivamente
il
p-sottogruppo
diSylow
e ilp’-sottogruppo
di Hall di e M Jq
in virtù di 1.6
applicata
a Inoltre e T è subnormale in J(T
è ascendente e di indice finito inJ) ;
ma è diSylow.
in(7) (TH8)S
=T(Hs 8) =
TS.KlHj
epertanto
ancora dallaproposizione
1.6 segueP~ J
equindi
T=PMJ.a
Sia ora Sostituendo B con K se
q
’
si
può
supporrepotenza
di p, equindi anche, passando
even-tualmente al
quoziente
moduloHj
che J sia un p-gruppo finito. Siaora
J >R > 8
tale cheIJJIISTI.
Allora R = =(gn AR)S;
essendo(8)
unacatena,
sarà R =(KIBR)8
= e per- tanto èpermutabile
con S.Supponiamo
ora invece 0.Sarà
([12],
lemma2.1)
ed essendo normale inJ/.H’
eciclico,
si avrà escludendo il caso banale H = T si ha 0 ed assumendo H = si è cos ricondotti al casoprecedente
in cui .8’ ha indice finito in K.b)
= 0. Se0,
alloraJJ:KI
= 0. Pertanto K J eperciò
Se =0,
allora H« J( [12 ],
lemma2 .1 ) ;
si ha e
quindi
T -a J se =H;
se inveceH,
allora
(K /B S)JI
-=1= 0 e si è ricondotti al casoa).
Tenendo conto di
1.5, 1.6,
1.7 siperviene
alseguente
corollario : 1.9 COROLLARIO. SiaQ 2cn sottogruppo quasinormale periodico
local-mente ciclico di un G. Allora
ogni sottogruppo
diQ
èquasinor-
male in G.
1.10 LEMMA. Sia
Q
unsottogruppo quasinormale periodico
local-ciclico di un gruppo
G, 1l2 c Q
e x EQ.
Allora haesponente
Ixl
epertanto Q.lVIG/lVIG
è non identico se M -=1=Q. Inoltre,
seQ
ha noc-ciolo identico in
G,
identico è pure il nocciolo diQ.MG/MG
inDa 1.1 e 1.9 segue che
QG
risulta essere ilprodotto
direttodiscreto delle chiusure normali dei
sottogruppi
diSylow
diQ.
Ci sipuò quindi
ricondurre facilmente al casoche Q
sia un p-gruppo, ove p èun
primo.
Per laprima parte
si usipoi
induzione suIxl
e il fatto chex~
èquasinormale
in G. Per la secondaparte
si osserviche,
per l’os- servazione 1.5Q
è un p-gruppo finito eche,
per induzione suIQI,
siconclude se il risultato è vero per M
= S~1 (Q ) ~ Q.
In tale caso,posto
risulta
1~’ c Z2(G) (1.4) quindi
G se g E G. Da M9 /B(8)
Se con si denota il reticolo deisottogruppi
di K conte-nenti H.
n Z(G) _ 1),
segue H = x(.g’n Z(G)).
SiaN/B’
il nocciolo diin
GjH.
Allora X Dato cheQ
èprivo
dinocciolo,
N risulta cos essere unprodotto
subdiretto dip-gruppi
abeliani elementari equindi
haesponente p, perciò
Siamo ora in
grado
di provare il risultato centrale delpresente paragrafo:
1.11 TEOREMA. Dato un gruppo
G,
siaQ
unsottogruppo periodico
localmente ciclico
privo
di nocciolo e modulare in G.a) Se Q è quasinormale
inG,
alloral’w-ipercentro
di G.b)
Se G èprivo
difattori
diTarski,
alloraQG
èiperciclicamente
immerso
(9)
in G.a) È
sufficiente provare che la chiusura normale diogni sottogruppo
diSylow
diQ
è contenutanelllco-ipercentro
diG,
per cui non sarà restrittivo supporrel) =1= Q
essere un p-gruppo e per 1.5 saràIQI ( = pn.
Mostriamo che usando induzione su n, lacosa essendo vera per n = 1 in virtù di 1.4. Posto L =
per l’induzione Da 1.10 segue che
QL/L
ha ordine p ed èprivo
di nocciolo inG/L.
Da 1.4 si ricava per cui DG Z2+2(n-1)(G) =Z2n(G).
b)
SeQ G,
G ha la Schmidt-struttura(1°) rispetto
aQ ([13],
q
Th.
E), quindi
G = A X B ove A è unprodotto
diretto discreto diP-gruppi ( 1°)
non abeliani di Hall inG, QG = A
ove K =è
quasinormale
in G. pera)
e inoltre A è chiaramenteiper-
ciclicamente immerso in G.
Quindi
tale èQG.
1.12 OSSERVAZIONE. un
sottogruppo
di Gperiodico
localmenteciclico
quasinormale
eprivo
di nocciolo inG,
e siaQ1)
ilp-sottogruppo
di di
Q
con =pnp.
Se esiste n E ~T tale che n ~ n~ perogni
p,la 1.11
a)
dice anche che il 2n-esimo cen-tro di G.
(9) Se sono
sottogruppi
normali di un gruppo G,B’/.K
si diceiper-
ciclicamente immerso in G se e solo se per
ogni
N --::1 G, con .K NH, g’/N
contiene un sottogruppo ciclicoC/N
non identico e normale inG/N.
Un gruppo G si dice
iperciclico
se G èiperciclicamente
immerso in G.(10)
Per la definizione di Schmidt-struttura e diP-gruppo
si rimanda a [13].1.13 OSSERVAZIONE. In 1.2 e in 1.11
b)
non sipuò
tralasciarel’ipotesi
che Gsia privo
difattori
diTarski,
igruppi
di Tarskifornendo
dei
controesempi.
2. - Passiamo ora allo studio delle
proprietà
di immersione in ungruppo G dei
sottogruppi
modulari localmente cicliciaperiodici.
2.1 LEMMA. Sia G un gruppo e
Q
unsottogruppo
modulare local- mente ciclicoaperiodico
di G e si abbia G =Q, g).
Se G èprivo
difat-
tori di Tarski nel caso che
Q
non siaquasinormale,
sonoverificati
iseguenti f atti :
i) T (QG) (11)
è un gruppo ciclicoii) Q,9 = QT(QG)
=iii)
Se 0 e g eCa(P)
ove 0 allorag>
=T(G).
iv) T(QG) cZn(G)
perqualche
n E 1~T seQ
èquasinormale
in G.Dm.
i)
è oo per 1.2. Poichè il derivato(QG)’
di
QG
è un gruppo finito([9],
Th.4.12,
voi.1)
epertanto T(QG)
è unsottogruppo periodico
di G. Dasegue che
T(QG)
è ciclico.ii) È (vedi i) ; pertanto QG/T (QG)
è un gruppo abe- liano senza torsione ed è anche localmente ciclico inquanto
il gruppo localmente ciclicoQGT(QG)/T(QG)
vi ha indice finito.Dunque QG/QGT(Qa)
è ciclico e
pertanto QT(Qa) a
G da cuiQG
=QT(Qa).
La seconda ugua-glianza
derivapoi
facilmente dallaprima
e dai).
iii) È PZ(G)
e, per1.2,
Pertanto e ciòimplica
cheT(G)
è unsottogruppo periodico
di G e da~
[gi/1»
segueT (G) -
- g~
visto che~g~ c T (G) .
iv)
perqualche
n oo(1.12). Quindi T(QG).
Ma
QG
èaperiodico
eT(QG) periodico, perciò T(QG) Zn(G).
Il
seguente
teorema dà informazioni sulla chiusura normale dei sot-togruppi
modulari localmente cicliciaperiodici.
(11)
Se G è un gruppo, conT(G)
si denota il sottogruppo di Ggenerato
dagli
elementi di G diperiodo
non nullo.2.2 TEOREMA. Dato un gruppo
G,
siaQ
unsottogruppo
localmentecielico
aperiodico
modulare in G e G siaprivo
difattori
di Tarski seQ
non è
quasinormale.
AlloraT(QG)
è un gruppo abeliano su cuiQ
induceautomor f ismi potenza, QG
=QT(QG)
einoltre,
seQ
èquasinormale
inG, QG
è un gruppo modulare(12).
Sia t E
Q G
coneItl =1= 0 ;
allora esiste KG,
.K finitamente gene- rato moduloQg,
tale cheQg K
e t E(Qg)K.
Da 1.2 segue 00.Inoltre
Pertanto, applicando
1.2iii)
al gruppo~Qg, t),
si ha
(t) = T ( ~Qg, t~ )
eperciò Dunque
Inoltredata la modularità di
Qg
inG, Qg
nonpuò
indurre l’automorfismo inver- sione su unsottogruppo
ciclico di ordine 4 diT(QG);
ne segue cheT(QG)
è abeliano. Da 2.1ii)
segue subitoQG = QT(QG).
Sepoi Q
èquasinormale
inG,
daT(QG)
= V e da 2.1iv)
segue9,hc-G
che
Q
inducep-automorfismi potenza
suip-sottogruppi
diT(QG)
perogni primo
p equindi QG
è un gruppo modulare([14],
th.17,
cap.1).
2.3 LEMMA. Sia
Q
unsottogruppo quasinormale
localmente cielicoaperiodico
di un gruppoG,
tale che =pn,
ove p è unprimo. Allora T(QG)
è un p-gruppo e expT (QG)
=pn.
DIM. La
prima
affermazione discende da 1.1. Poichè[Q/QG]
è unacatena,
esiste x E G tale cheQG
=Q nQx.
InoltreT(QG)
= Vg,hc-G
ed è abeliano
(2.1 ii), 2.2).
Pertanto è sufficiente provare che perogni g E G.
Risulta=
[QIQIBQg].
Poichè l’ordine di un p-gruppo ci- clico è individuato dal reticolo dei suoisottogruppi,
si conclude.2.4 LEMMA. Sia
Q
unsottogruppo quasinormale
localmente ciclicoaperiodico
di un gruppoG,
e siaQ c..g c G
tale che=p".
SiaR/QH == Qr(Q/QH)’
rn e sia Na G tale cheT(RH) NT(QG)
Con Np-gruppo di
esponente pr.
Denotati con - iquozienti
moduloN,
risultaI -
pn-r.
DIM. R è
quasinormale
in .g( 1.9 ), pertanto
RH =RT(RH) (2.2),
eperciò
onde Poichè =expN
eexpT(QH)=
== pn (2.3),
ne segue expT(Qg) __ p_n-r
equindi
ancora da 2.3 si ricavache è
privo
di nocciolo inH/.R
epertanto
.R =Q H
(12) Un gruppo G si dice modulare se il reticolo
L(G)
deisottogruppi
di Gè un reticolo modulare.
Un
primo
risultato sull’immersione è laseguente proposizione,
chefornisce una stima
migliore
diquella
data da 1.12.2.5 PROPOSIZIONE. un
sottogruppo quacsinormale
localmentecielico
aperiodico
di ~cn gruppo G tale cheIQIQ,,1
= AlloraT(QG) ~ Zn(G).
DIM. Facciamo induzione su ?~. Se n = 1 allora
(1.4).
Posto alloraZ(GiQG) nQG/QG,
risulta(Q/QG) (A/QG) d G/QG
eperciò Qa/Qa= (Q/QG)(AjQG). Quindi
= p. PoichèQG= QT(QG), posto
B =QGT (QG),
risulta = p. InoltreA a G,
B a G. SeB,
allora
AB = QG
eIA/A¡BBI
= p = Poichè ri-sulta ma ciò è
assurdo, essendo Q
una chiu-sura normale.
Quindi
A = B e[T(QG), G]
=l>.
Sia ora n > 1 - PostoL/QG =
èquasinormale
inG,
e denotati con - iquozienti
moduloT(LG),
da 2.4 segue =pn-1
equindi,
perinduzione, c Zn_1(G) .
Pertanto[T (QG), G, G,
... ,G] c T (La) Z(G)
e si conclude. n-1
2.6 COROLLARIO. Sia
Q
unsottogruppo quasinormale
localmente ci- cticoaperiodico
di un gruppo G =Q,
gl, ... , AlloraT (QG)
=n
= V ove
Gi
=Q, gi~ e pertanto T (QG)
ha rangoaZ più
n.2=1
DIM. Si
può
supporreIQIQGI
= pm, ove p è unprimo.
Facciamoinduzione su m.
Supponiamo dapprima
m = 1. Facciamo induzionesu n. Se n = 1 allora
,T(QG)
è ciclico. Sia allora Possiamo supporre = p. Sia R =Q,
gl, ..., Per induzione su nsi ha Inoltre Pertanto
e
quindi
Sia ora m> 1 e sia
L/Qo=
èquasinormale
in G. Posto K =(L,
g1, ... ,L,
=1, ... ,
n, risulta en
- LKi. Si è
provato
che = V Denotati con - i quo-_ _ _
zienti modulo
T(L,7),
risultaIQIQ-I = pm-1 ( 2 .4 ) .
Dall’induzione =e cos ma
e si conclude.
2.7 PROPOSIZIONE. Sia
Q c G
unsottogruppo quasinormale
local-mente ciclico
aperiodico,
e siaQ cB cG
tale cheQB=F 1).
Sia p unprimo
eR/QB
2cnp-sottogruppo
diQ/QB (R/QB
è ~cn p-gruppof inito
per1.5)
eIRIQBI = pn.
AlloraT(R B)
Da 2.6 discende che
T (RB) _
~/ èquindi
q bEB
sufficiente provare che
T(RQ,b»
b E B. Poichèdivide e risulta = si
può
supporreB =
Q, g),
g E G. Siaa~
= A =P(RB); [A
[ =pn (2.3). SiaHG
conH>B
e finitamentegenerato
modulo B. Proviamo chefacendo induzione su n.
Supponiamo dapprima
n = 1 e sia=
LfQ
oveL/QH
è ilp-sottogruppo
diSylow
diQ/QH .
AlloraT(QH)
=T(LH) X T (Lg ),
@ oveT (LH)
è ilp-sottogruppo
diSylow
diT(QH) (2.3).
Da segueA ~ T(LB).
Dato che[LIQHI
è unacatena,
esiste h E .H’ tale cheproviamo
che[A, ~h~] c c Z(.H) .
Posto M =L,
g,h)
essendo Lquasinormale
in.g ~ M, T(LM)
è un p-gruppo abeliano di rango al
più
2(2.3, 2.6)
eT(LB»A.
Inoltre
posto
C = ove si ha[ C p2
eC c Z(.H’) ( 2 . ~ ) .
Risulta anche Ac Z,.( M)
perqualche
r(2.5).
Pertanto da[A, h~] ~ AC,
segue[A, ~h~]
Cc Z(.l3’).
Sia ora x E B’. Sesi è visto che
[A, ~x~] Z(H).
Altrimenti risulta =QH;
se in-fatti si avrebbe
QH, impossibile.
Da[xh, a]
=[x, a]h[h, a]
seguepertanto [x, a]
EZ(H)
equindi
A =a> c Z2(.H),
data l’arbitrarietà di x. Sia ora n> 1 e sia N = 1 ove
=== Poichè si ha P ~ H’ e, per
quanto
si è appenavisto,
a
si h_a N
c Z2(.g).
Denotati con - iquozienti
di H moduloN,
si ha=
(2.4).
Per l’induzione Ma alloraZ’(-~B) ~ Z2(n-1)-~.-2(H) = Z2n(H).
Poichè H è unqualunque sottogruppo
di G contenente B e finitamente
generato
moduloB,
si haZ2n(G).
2.8 OSSERVAZIONE. Sia
Q
unsottogruppo quasinormale
localmenteciclico
aperiodico
di un gruppo G. Detto T ilp-sottogruppo
diSylow
di
T (QG),
se exp ,T = pS 00, alloraInfatti
da2.3,
2.5 segue che perogni QKG
tale che1),
ilp-sottogruppo
diSylow
diT (QK)
è contenuto inZs(K).
Ne segueLa
proposizione
2.7 dà come corollario ilseguente:
2.9 GOROLLARIO. Sia
Q
unsottogruppo quasinormale
localmente ci- clicoaperiodico
di un gruppo G. AlloraDIM. Sia x un
p-elemento
di,T (QG).
EsisteK G, K > Q
e finita-mente
generato
moduloQ
tale che x ET(RK),
oveR/Q¡r
è unp-sotto-
gruppo di
Q/Qx
Da 2.7 segue x EZ2n(G)
perqualche
n.2.10 OSSERVAZIONE. In
generale,
seQ
è unsottogruppo quasinor-
male localmente ciclico
aperiodico
di un gruppoG,
non è vero cheQG
anche se
Q
non ènormale,
come prova ilseguente facile esempio.
Sia G
= (c, bi icl
=0, ibi
=2n,
b-lcb =e-’>.
Posto a =Cb2,
ri-sulta
lal - 0, (a) quasinormale
in G e ~ 2n-2. . Infatti si verifica facilmente che = Gse j
èdispari,
ed è abelianose j
èpari.
Poichè inoltreT«a>G)
=(b4),
da 2.3 segue2,n-2
e dato che =c~-1 ~b4~.
Usando i risultati ottenuti sulle
proprietà
di immersione dei sotto-gruppi quasinormali,
esaminiamo ora la situazione deisottogruppi
modulari localmente ciclici
aperiodici
neigruppi privi
di fattori di Tarski.Verrà usato nel
seguito
ilseguente
ben noto risultato :2.11 PROPOSIZIONE.
Ogni sottogruppo
di unsottogruppo
localmente cielicoperiodico, privo
di nocciolo e modulare in un gruppo Gprivo
difattori
diTarski,
è modulare in G.DIM. Discende facilmente da
[13],
th. E e da 1.9.2.12 PROPOSIZIONE. Sia G un gruppo
privo
difattori
di Tarski eQ
un
sottogruppo
di G localmente cielicoaperiodico
modulare in G.H>Q, K>Q
duesottogruppi
di G tali che(1), (1)
e siano(1), (1)
duep-sottogruppi
di erispettiva- mente,
conI 8/Qx
=pns..Atlora :
i)
Se R èquasinormale
inH,
allora ~S èquasinormale
inK, T(SK) cZ2na(G)
e ilp-sottogruppo
diSylow
A di,T(QG)
è con-tenuto in
Z~(G) ;
se inoltreexp A
= pm oo risultaA ~ Zm(G).
ii)
Se R non èquasinormale
inH,
allora 8 non èquasinormale
in K
(si
osservi che R e 8 sono certamente modularirispetti-
vamente in H e K per
2.11 ),
n =1,
è un q-gruppo abeliano elementare ove q è unprimo
e p divideq -1,
e ilq-sottogruppo
diSylow»
B diT(QG)
è un gruppo abeliano ele- mentare su cui G induce un gruppo di ordine p di automor-f ismi potenzac.
Dm. Sia
M c G,
M =H VK V W,
conW ~ Q
finitamentegenerato
modulo
Q.
Poichè èprivo
disottogruppi
divisibili(1.5),
tali risultano essere i
gruppi
localmente cicliciperiodici
Ne segue M =
g Ug U W c Na(QHnQAn AQw)
e cos1).
SiaL/QM
ilp-sottogruppo
diSylow
diQIQ,,;
L d M(2.11 ).
Si ha per-tanto R = S = ed essendo si
ha
(2.11)
e cosRnL c.g,
Ne segued d d d
=
T(QH(R l BL) T tR
=T ((RnL)H) T(LM) (*) analogamente T(SK)
=T(Lm) (**).
i) T(RH)
è un p-gruppo non identico(2.3)
epertanto,
essendoLm -
LT (LM),
non è unP-gruppo
non abeliano. Da[13],
Th. E segue L M e cos L K. Poichè si ha
q q
S ~ .K
(1.9).
Essendopoi
si ha anche M(1.9),
a 12
onde Da
2.3,
essendo per(**)
q
segue |SAL/LK| i = applicando
2 . 7ai gruppi L K M,
si conclude che e
quindi
Sepoi
x EA,
si possonoscegliere
K ed S in modo che x ET(SK);
pertanto
Ac Z~,(G).
Sepoi expA =
pm 00, scelto M con-tenente x, 2.8 fornisce x E
Zm(M)
equindi
x EZm(G).
ii)
~S non èquasinormale
inK,
altrimenti R lo sarebbe in H peri).
Inoltre da[13],
Th.E,
segue cheLlQm,
equindi
ancheS/QK
hanno ordine p eLM/LM
è unP-gruppo
non abeliano.Da LM =
LT(LM)
discende cheT(LM),
equindi
anche il suosottogruppo (*) (**),
è un q-gruppo abeliano ele- mentare ove q è unprimo
ep ~ q -1,
su cui M induce ungruppo di ordine p di automorfismi
potenza.
La conclusione èora facile tenuto conto che W è
soggetto
alla sola condi- zione di essere finitamentegenerato
moduloQ.
La
proposizione
2.12 dà come corollario ilseguente :
2.13 COROLLARIO. Sia G un gruppo
privo
difattori
di eQ
un
sottogruppo
di G localmente ciclicoaperiodico
e modulare in G. AlloraT (QG)
èiperciclicamente
immerso in G.2.14 OSSERVAZIONE. Si noti
che,
nelleipotesi
di2.13,
anche se perogni
tale che~1 ~
ilp-sottogruppo
diSylow SjQK
diQ/QK
èquasinormale
inK/QK,
non è vero ingenerale
cheQ possieda sottogruppi
non identici
quasinormali
inG,
nè che SG sia un grnppomodulare,
pur essendo G(usando infatti
2.11 sipuò verificare facilmente
d
che ~’ per
ogni M > K
ef initamente generato
moduloK,
e ciò èd
sufficiente affinchè 8
sia modulare in G([8],
prop.1.3)).
Una provadi
questi f atti
èf ornita
dalseguente :
ESEMPIO. Sia R1 = (pi)iEN una successione di numeri
primi
in or-dine strettamente crescente tale che per
ogni
n E N esiste unprimo
q,, che nonappartiene
a~p~, ... ,
e che dividep~ - 1 ;
siapoi
~2 ==
(qn)neN
e sia p unprimo
con U n2.È
facilescegliere
le suc-cessioni di e ~2 e il
primo
p soddisfacenti tali condizioni usando il teorema di Dirichlet([2],
cap.7, Appendix 3,
Th.2).
Perogni
n E Nsia
An
un pn-gruppo abeliano elementare nonidentico,
ove pn è un elemento della successione n~; sianopoi
B un p-gruppo abeliano diesponente
infinito e .HG)
nENAn) EB
B. Si definisca (1 EAut(H)
nelseguente
modo :a(b)
= =a’
ove t =~: 1 mod(pn)
e-1 mod
(pn)
perogni
b EB,
an EAn,
p,, e qn elementirispettivamente
delle successioni e n E N. Sia
~~
=Q
e G =HQ
ilprodotto
semidiretto naturale.
Sono verificati i
seguenti
fatti :i)
G è metabeliano eperciò
èprivo
dif attori
diQ
è ciclicoin f inito
e modulare in G. Pertanto Gsoddis f a
alleipotesi
di2.2 e 2.12.
ii)
Perogni sottogruppo f initamente generato
K di G contenenteQ,
detto
8/QK
ilp-sottogruppo
diSylow
diQ/Qx,
’2
Inoltre,
perogni
n E N sipuò scegliere
K in modo che.
,
iii)
Nessunsottogruppo
non identicoQ1
diQ
è tale che(Q1)G
è ungruppo modulare e
perciò,
per2.2, Q~
non èquasinormale
in G.DIM.
i)
L’unica cosa da verificare è la modularità diQ
in G. Da[8],
prop. 1.3 segue che è sufficiente verificare la modularità di
Q
inogni sottogruppo
finitamentegenerato
.g di G che lo contiene. In tale casosi verifica facilmente che è un
prodotto
diretto di un numerofinito di
P-gruppi
finiti di Hall in e di un p-gruppo finito modu- lare di Hall inK/Qx,
epertanto K/QK
è un gruppomodulare,
ondeessendo si ha
Q K.
d
ii)
Discende subito dalla struttura di vista ini)
e dalladefinizione di J.
iii)
Sia qi un elemento della successione ~2 che non divideIQ :Q1/.
Allora e
Q1
induce suA,
un automorfismopotenza
di or-dine Ma allora non è un gruppo modulare
([14],
th.17,
cap.
1).
3. - Come
applicazione
dei risultati finqui ottenuti,
siperviene
auna caratterizzazione
reticolare,
equindi proiettivamente invariante,
della classe dei
gruppi iperciclici.
Ricordiamo la
seguente
definizione([1]) :
3.1 DEFINIZIONE. Un gruppo G è un
3--gruppo
se e solo seogni
intervallo di G di
lunghezza (13 )
2 con K modulare inH,
è 2cnreticolo
finito.
3.2 TEOREMA. Un gruppo G è
iperciclico
se e solo se G e Gpossiede
una catena ascendente disottogruppi ove
y è un ordi-nale, My = G, 1>, G,
VXp
se a è or-Ba
limite e è un reticolo distributivo a condizione mas-
simale.
DIM. Sia G
iperciclico.
Alloraogni H G possiede
una 3e(14)-serie
normale ascendente che soddisfa le
ipotesi
richieste. Pertanto(15) G E ~s (1g),
inparticolare
in accordo con[1],
osservazione 1.Viceversa,
osservato che G èprivo
di fattori diTarski, ([1],
osserva-zione
1)
sia N a G e Allora o è un ordi-#
nale non limite e
quindi
è un gruppo ciclico non identico.Se ha nocciolo non identico in
GIN,
allora è ci-clico e normale in Altrimenti si
applichi
1.11b )
nel caso chesia ciclico finito e 2.13 nel caso che sia ciclico infinito.
(13)
Un reticolo _L si dice dilunghezza n
se e solo se n =1),
ove c varia nell’insieme delle catene di L.
(14)
Un gruppo Gappartiene
alla classe 3E se e solo se isottogruppi
mas-simali e modulari di G hanno indice finito in G.
(15) Ogni
gruppo H dotato di un 3i-serie normale ascendente è unPer
provarlo
si usi induzione transfinita e si tenga conto che 3e =([13], introduction),
ove è la classe deigruppi
che sono localmente3i-gruppi.
(16)
ae8 è la massima sottoclasse di 3i chiusarispetto
aisottogruppi.
BIBLIOGRAFIA
[1] G. BUSETTO, Una caratterizzazione reticolare dei
gruppi iperabeliani,
Atti Acc. Naz. dei Lincei, in fase di stampa.
[2] L. J. GOLDSTEIN, Abstract
Algebra,
afirst
course, Prentice Hall Ine.,Englewood
Cliffs, NewJersey.
[3] F. GROSS,
p-subgroups of core-free quasinormal subgroups
1,Rocky
Moun-tain J. Math., 1 (1971), pp. 541-550.
[4] F. GROSS,
Infinite permutable subgroups, preprint.
[5] N. ITÔ - J. SZÈP,
Über
dieQuasinormalteiler
von endlichenGruppen,
ActaSci. Math.
(Szeged),
23 (1962), pp. 168-170.[6] R. MAIER - P. SCHMID, The
embedding of quasinormal subgroups
infinite
groups, Math. Z., 131 (1973), pp. 269-272.
[7]
K. NAKAMURA, CharakteristischeUntergruppen
vonQuasinormalteilern,
Archiv der Mathematik, 32 (1979), pp. 513-515.
[8] E. PREVIATO,
Gruppi
in cui la relazione di Dedekind è transitiva, Rend.Sem. Mat. Univ. Padova, 54 (1975), pp. 215-229.
[9] D. J. S. ROBINSON, Finitness conditions and
generalized
soluble groups,Erg.
der Mathematik, Band 62,Springer-Verlag,
Berlin.[10] E. SCHENKMAN, On the norm
of
a group, Illinois J. Math., 4 (1960),pp. 150-152.
[11] R. SCHMIDT, Eine verbandstheoretische
Characterisierung
derauflösbaren
und der
überauflösbaren
endlichenGruppen,
Archiv der Mathematik, 19 (1968), pp. 449-452.[12] S. E. STONEHEWER, Permutable
subgroups of infinite
groups, Math. Z., 125 (1972), pp. 1-16.[13] S. E. STONEHEWER, Modular
subgroup
structure ininfinite
groups, Proc.London Math. Soc.
(3),
32 (1976), pp. 63-100.[14]
M. SUZUKI, Structureof
a group and the structureof
its latticeof subgroups, Erg.
der Mathematik, Heft 10,Springer-Verlag,
Berlin.[15] G. ZACHER, La classe dei
gruppi iperciclici
èproiettivamente invariante,
Rend. Sem. Mat. Univ. Padova, 59 (1978), 263-268.
Manoscritto pervenuto in redazione il 4