R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
P IERANTONIO L EGOVINI
Gruppi finiti i cui sottogruppi sono o subnormali o pronormali - II
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 65 (1981), p. 47-51
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Gruppi
i cui sottogruppi
sono osubnormali
opronormali - II.
PIERANTONIO
LEGOVINI (*)
Scopo
diquesto
lavoro è di fornire una caratterizzazione di unaclasse di
gruppi
introdotta in[3],
eprecisamente
della classe deigruppi
finiti i cuisottogruppi
sono o subnormali opronormali (bre-
vemente
SP-gruppi).
Per taligruppi
verràdato,
nelparagrafo 1,
unteorema di struttura. Nel
paragrafo
2 verrà esaminata la sottoclassedegli SP-gruppi
formata daigruppi (finiti
erisolubili)
i cui sotto-gruppi
sono o subnormali op-normalmente
immersi perogni primo
p(brevemente SNE-gruppi) ;
anche per igruppi
diquesta
classe viene data una caratterizzazione.In tutto il lavoro per gruppo si intenderà sempre gruppo
finito.
Le notazioni e le nozioni che vengono usate senza
particolari
chiari-menti sono
standard,
e si possono comunque trovare in[2].
1. Come in
[3],
diremo che unsottogruppo
g di un gruppo G èpropriamente pronormale (subnormale)
in G se .H èpronormale (subnor- male),
ma nonnormale,
in G. Ancora indicheremo conT(G)
il sotto-gruppo caratteristico di G
generato
dai suoisottogruppi primari
pro-priamente subnormali,
e conT~(G)
ilsottogruppo
di Ggenerato
daip-sottogruppi propriamente
subnormali.T(G)
ènilpotente
eT~(G)
EE
syi, (T(G)).
1.1 TEOREMA. Un G è un se e solo se
soddis f a
le
seguenti
condizioni: t(*)
Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico,Università,
35100 Padova.Lavoro
eseguito
nell’ambito deiGruppi
di ricerca matematica del C.N.R.48
(i)
Gpossiede
una torre diSylow
deltipo
(vi)
Se A è unsottogruppo primario
di e Axs =A,
conae~ E ...
P1_l),
alloraDIM. Le condizioni
(i), (ii), (iii)
e(iv)
seguono dal Teorema 3.3 di[3].
Passiamo alla(v): z~
nonpuò
essere subnormale inG,
altri-menti centralizzerebbe
.K, quindi
èpronormale.
Per[3],
Teorema5.1, A ~z~
èpronormale
in G.Applicando [3],
Corollario5.4,
si ottiene la(v).
Per ottenere la(vi)
basta rifare ilragionamento precedente
con xj nel ruolo
di z,
e conKQPI
...P3_1
inquello
di K.Quanto
a(vii),
risulta C
pronormale
inG, dunque
C nonpossiede coniugati
da essodistinti dentro
Q.
Ne segue cheSufficienza.
Sia ZI unsottogruppo
diG; possiamo
supporre, senzaperdere
ingeneralità,
che ZT =Y1 Y2
...W $ ,
conVi
=-
(i=1,...,~),
~= eU n Pj
?(i = 1, ..., 1 Supponiamo
inoltre che ~T non sia subnormale in G.Vogliamo
dimo-strare che allora IJ è
pronormale
in G. Procediamo per induzione suSe
M(U)
=0,
che è unt-gruppo, quindi
per[6]
U è pronor-male in
T,
e per[4],
Lemma1.1,
U èpronormale
in G. Sia oram( U)
=1,
e siaR #
1. SeR 6 OQ(K),
allora per(iv)
e(vii)
R risultanormale in
QT,
e ancora per[4],
Lemma1.1,
R èpronormale
inG,
e tale risulta anche
U,
per[7],
1.8. Sia ora.R c
esupponiamo
per assurdo U non
pronormale. Allora,
per un risultato di Mann[5] ,
il sistema di
Sylow 8
= ... ,Q , Pl , ... , Ps~
di G sarebbe ridu- cibile in unconiugato (R W1...
di U =.R W1... W8 ,
conU:9-4 :f-= (RW1...
Essendo iWi,
... ,Ws pronormali
inG,
èW = Wi (i = 1,
... ,s),
da cui =.Rg W1...
Essendo sicura-mente,
per unopportuno j, Wj t
...Pi_l),
in virtù di(vi)
non è restrittivo supporre
g E Q .
Ma allora g E
CQ( W1... Ws)
~CQ(x),
perqualche
x E ...... per un 1
opportuno. Ma,
ancora per(vi),
da R:e = .R segue Rg =l~,
contraddizione.Quindi
U è di nuovopronormale
in G. Unaidentica
argomentazione
consente di concludere nel caso = 1 eR = 1,
e nel casom(U) = 2
e(cioè
.Rpronormale
inG).
Passiamo al caso
generale ~(~7)>2.
Allora,
perquanto
appenaosservato,
tra isottogruppi Via,
... ,
Yr , R,
ce ne sono almeno due non identici e subnormali inG,
diciamoli
.X1
eX2.
Detti
Li, L2
i duecomplementi
diXx
eX2 rispettivamente
otte-nibili dal sistema di
Sylow {V1, ... ,Vr, R, We’ ...,
si ha chenè
Li
nèL2
possono essere subnormali inG, altrimenti,
in entrambi icasi,
lo sarebbe U. Oram(Li)
=m (L2 )
=m ( U) -1,
equindi L2
sono
pronormali
in G. Maallora,
per[4],
Lemma1.6,
anche U =L1L2
èpronormale
in G.OSSERVAZIONE. Notiamo che la descrizione data
degli SP-gruppi
consente di costruire
(supposti
noti tutti iprodotti
semidiretti di duegruppi primari
d’ordinecoprimo !)
l’intera classedegli SP-gruppi.
In
[3]
si era visto(Teorema 3.3) che,
detto W ilpiù grande
sot-togruppo
di Hall di unSP-gruppo G,
contenuto in.~(G),
e dettoZ =
Pl ... Pr (P;
ESyl, (Z),
pl > ... >pr)
uncomplemento
di W inG,
risulta e che
quindi
esiste alpiù
unprimo
pe n(G)
taleche,
se P ESyl, (G),
ècontemporaneamente Tp(G):f-= 1
e Taleprimo, quando
sipresenta,
viene detto eccezionale.Nel teorema che segue vengono individuati
gli SP-gruppi
dotatidi un divisore
primo eccezionale.
1.2 TEOREMA. Sia G un
SP-gruppo,
e G abbia una descrizione come in 1.1. Allora Gpossiede
un divisoreprimo
eccezionale se e solose
Q-«AG e QT
non è unt-gruppo.
50
DIM. Necessità. Il divisore
primo
eccezionale di Gpuò
esseresolamente q; infatti i
I~Z
sono normali inG,
e T nonpuò
conteneresottogruppi propriamente
subnormali diG,
inquanto
isottogruppi
subnormali di T sono tutti normali in T.
Allora,
dettoA Q
un sotto-gruppo
propriamente
subnormale diG,
A deve essere anchepropria-
-mente subnormale anche in
QT,
equindi QT
nonpuò
essere unt-gruppo.
Sufficienza.
SeQT
non è unt-gruppo,
allora contiene un sot-togruppo primario
Apropriamente
subnormale[6]. Allora Tq(G»
1. Inoltre per
ipotesi
equindi q
è eccezionale.2. La definizione di
SP-gruppo, apparentemente simmetrica,
pre- senta alla fine un certosquilibrio.
Infatti risulta che isottogruppi propriamente
subnormali vengono ad esserenilpotenti [3],
Teorema5.1,
in altre
parole ogni sottogruppo
diSylow
di unsottogruppo propria-
mente subnormale risulta a sua volta
subnormale ;
non è invece neces-sariamente vero
che,
dato unsottogruppo propriamente pronormale
di
G,
esso abbia tutti i suoisottogruppi
diSylow pronormali
inG,
cioè che sia
p-normalmente
immerso in G perogni
p(vedasi [1]).
Viene
quindi
naturale considerare la classe deigruppi
in cuiogni sottogruppo
è o subnormale op-normalmente
immerso perogni primo
p,gruppi
che denomineremoSNE-gruppi.
2.1 TEOREMA. gruppo G è
SNE-gruppo
se e solo sesoddis f a
le
seguenti
condizioni :(i)
Gpossiede
una torre diSylow
deltipo
(v)
~Se A è unsottogruppo primario
diKCQ(K)
e x Eovvero x E
(KQPI
...P3_1),
allora da A~ = A segue Aa G.DIM. Le condizioni
(i), (ii), (iii), (iv)
discendono dal fatto che G è unSP-gruppo
e dal Teorema 1.1. Dimostriamo la(v).
Come in
1.1, ~x~
èpropriamente pronormale
inG,
equindi
lo è ancheA~x~.
Ne segue che A deve esserepronormale
inG,
equindi
nor-male,
inquanto contemporaneamente pronormale
e subnormale.Sia U =
V, ... W,,
conun
sottogruppo propriamente pronormale
di G.Quindi
almeno unodei
sottogruppi
diSylow, Uo ,
diU,
èpropriamente pronormale
in G.Deve essere
Uo
= .Z~(nel qual
caso oppureUo
=Wi
perun j opportuno (e quindi ...1’j_1)). Supponiamo
che cisia un
Vi,
conTTi propriamente
subnormale in G. Siase
Uo
=R,
oppure x EP j_1 )
seUo
= PoichèTji =
per(v)
dobbiamo avere contraddizione.OSSERVAZIONE. La condizione
(v)
del Teorema 2.1può
essereletta cos : se A è l’insieme dei
p-sottogruppi propriamente
subnor-mali di
G,
e x è un elemento di G d’ordineprimo
con p, allora x induce perconiugio
su A unapermutazione
che è opriva
dipunti
fissi oquella
identica.BIBLIOGRAFIA
[1] G. A. CHAMBERS,
p-normally
embeddedsubgroups of finite
soluble groups, J.Alg.,
16 (1970), pp. 442-445.[2] B. HUPPERT, Endliche
Gruppen -
I,Springer-Verlag
(1967).[3] P. LEGOVINI,
Gruppi finiti i
cuisottogruppi
sono o subnormali o pronor-mali, Rend. Sem. Mat. Univ. Padova, 58 (1977), pp. 129-147.
[4] P. LEGOVINI, Catene
pronormali
neigruppi finiti supersolubili,
in corsodi
stampa
presso i Rend. Sem. Mat. Univ. Padova.[5] A. MANN, A criterion
for pronormality,
J. London Math. Soc., 44 (1969),pp. 175-176.
[6] T. A. PENG, Finite groups with
pronormal subgroups,
Proc. Amer. Math.Soc., 20
(1969),
pp. 232-234.[7] J. S. RosE, Finite soluble groups with
pronormal
system normalizers, Proc.London Math. Soc. (3), 17
(1967),
pp. 447-469.Manoscritto