A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
T ULLIO L EVI -C IVITA
Attrazione newtoniana dei tubi sottili e vortici filiformi
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 1, n
o1-2 (1932), p. 1-33
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E VORTICI FILIFORMI
di TULLIO LEVI - CIVITA
(Roma).
In
questa
memoria ho redatto tre dellequattro
conferenze che tenni nel Marzo 1931 all’Università diParigi,
per benevola iniziativa del chiarissimo Prof. H.VILLAT,
direttore dell’ Institut pour lamécanique
des fluides. Si tratta in sostanza di risultati miei(1)
e del DA Rlos(’), già pubblicati
datempo,
iquali
concernono ilpotenziale
newtoniano e l’attrazione di tubi moltosottili,
nonchè
1’ applicazione
che se nepuò
fare alle vicende(cambiamenti
diposto
edi
forma)
di un filetto vorticoso di formaqualunque
in seno ad unliquido
inde-finito,
animato(esternamente
alfiletto)
da moto irrotazionale. Taleapplicazione
era
stata,
per cosdire, antecipata
dal DAR~OS,
nella sua tesi di laurea del1906, generalizzando
unprocedimento
nonrigoroso,
di cui si erano valsi con intuitosicuro HELMHOLTZ e LORD KELVIN per i filetti rettilinei o circolari: sole forme studiate
prima
del DA R~os.Egli
stessoperfezionò poi
la suaricerca,
valendosidelle
espressioni asintotiche,
da meconseguite
nelfrattempo
per l’attrazione newtoniana di un tubosottile,
neipunti
interni.Nel preparare ~
esposizione
orale di tale materia mi venne fatto di darle unassetto
più sistematico, semplificando qualche dimostrazione, completando
da unlato e dall’ altro rendendo
più agili
eperspicui
isingoli passaggi.
Hopoi impo-
stato anche lo studio delle
piccole
vibrazioni di un filetto vorticoso attorno aduna
configurazione stazionaria, sviluppando
in modo esaurientequanto
attienealla forma
circolare,
con che se ne accerta la stabilità e si assegnano tutti ipossibili periodi.
Con tali
migliorie
edaggiunte giustifico
lapresente pubblicazione.
Essa èdivisa in sei
capitoli,
sul cui contenuto dà sufficienteragguaglio
1’ indiceparti- colareggiato
che segue.(i) Cfr. principalmente Sulla gravitazione di un tubo sottile con applicazione all’anello
di Saturno, Rend. del Circolo Mat. di Palermo, T. XXXIII, 1912, pp. 354-374. Sono ivi citate
precedenti note dei Rend. della R. Acc. dei Lincei, dove la questione era stata analizzata in modo diverso, un po’ più penetrante, ma certo molto più faticoso.
(2) Sul moto di un filetto vorticoso di forma qualunque, Rend. del Circolo Mat. di
Palermo, T. XXII, 1906, pp. 117-135 e T. XXIX, 1910, pp. 354-368.
Annali della Scuola Norm. Sup. - Pisa.
INDICE-SOMMARIO
CAP. I. - Richiami concernenti l’ espressione asintotica dei potenziali di linea.
1. Potenziale newtoniano di un segmento omogeneo. Sua espressione asintotica in pros- simità di un estremo.
2. Disuguaglianza ausiliaria.
3. Espressione asintotica di un potenziale di linea rispetto ad un suo estremo O.
4. Espressione asintotica rispetto ad un punto interno.
CAP. II. - Attrazione newtoniana di un tubo sottile in punti interni o molto prossimi al tubo.
1. Decomposizione longitudinale. Espressione asintotica del potenziale newtoniano per
un punto interno.
2. Autopotenziale Q. Decomposizione trasversale del tubo. Espressione asintotica di Q.
3. Attrazione.
4. Gradiente asintotico medio.
5. Gradiente locale.
6. Costanza asintotica (rispetto a Q’) di
ÂQ,/1:.
CAP. III. - Potenziale vettore di un tubo sottile e suo rotore.
1. Distribuzione vettoriale conforme all’ andamento longitudinale di un tubo. Compo-
nenti del potenziale vettore A. Loro espressioni asintotiche.
2. Osservazione di calcolo vettoriale. Espressione asintotica di rot A.
CAP. IV. - Liquido perfetto indefinitamente esteso con un solo filetto vog-ticoso.
1. Richiami concernenti le relazioni fra campo di velocità e campo vorticoso.
2. Caso di un solo filetto vorticoso. Espressione asintotica della velocità indotta nel filetto stesso.
3. Atto di moto di una generica sezione 1.
4. Considerazioni infinitesimali circa la migrazione del filetto in seno al liquido.
5. Inestendibilità del filetto (cioè della direttrice).
6. Sistema normale da cui dipende il problema matematico. Applicazione del teorema di unicità.
CAP. V. - Ricorso alla teoria del triedro mobile. Equazioni intrinseche.
1. Triedro principale T di una curva e sua rotazione lungo la curva stessa.
2. Il detto triedro quale funzione di s1= ~t.
3. Dipendenza simultanea di T da s, s1 e condizioni di integrabilità.
4. Equazioni intrinseche.
CAP. VI. - Filetti vorticosi di forma invariabile. Piccole oscillazioni.
1. Filetti rigidi. Equazioni intrinseche. Risolvente del 3o ordine.
2. Filetti rigidi di spessore uniforme. Direttrici elicoidali e circolari. Integrale generale.
3. Direttrici piane. Caratterizzazione intrinseca di un caso particolare.
4. Studio della forma. Valori numerici dei parametri.
5. Modalità con cui si spostano in seno al liquido i filetti vorticosi di forma invariabile.
6. Piccole oscillazioni intorno alle forme rigide. Caso particolare delle circonferenze.
Periodi di vibrazione. Possibili perturbazioni ondose e corrispondenti velocità di propagazione.
CAPITOLO I.
Richiami concernenti
~espressione asintotica
dei
potenziali
di linea.1. - Potenziale newtoniano di un
segmento
omogeneo. Suaespressione
asin-totica in
prossimità
di un estremo.Sia OH un
segmento
dilunghezza 1
e di densità(lineare)
costante vo. SiaQ,
di ascissa x
(rispetto all’ origine O),
unpunto generico
delsegmento.
Ilpoten-
ziale newtoniano U dell’ attrazione esercitata da OH sopra un
punto qualsi- voglia M,
esterno alsegmento, è,
perdefinizione,
ri
designando
la distanzaQM.
Introduciamo ancora la distanza e di M da O e
1’ angolo ~VIOH= y~1
che ilraggio
vettore OM forma colsegmento
OH. ’Avremo ovviamente
quindi, eseguendo
nella(1) 1’ integrazione rispetto ad x,
eaggiungendo
etogliendo
la costante vo
log 1,
dove per brevità abbiamo
posto
del
quale F
ci basta ritenere1’ ovvia
circostanza che(considerato
come funzionedi
M)
resta finito econtinuo,
anche se ilpunto potenziato M,
esterno peripotesi
alsegmento potenziante OH,
si avvicina indefinitamente ad 0..
Specifichiamo
taleavvicinamento, supponendo
che M tenda ad O in modoqualunque,
ma nonlongitudinale rispetto
alsegmento potenziante OH,
con laquale
limitazione intendiamo che l’inclinazione di OM sulla rettapotenziante (pur potendo variare,
al tendere di M adO)
non scenda mai al disotto di unacerta inclinazione minima 1~Jo
(fissa,
ma comunquepiccola).
Ciò èquanto
direche
1’angolo ~1=~VIOH
deve restare compreso fra yo e 7l-’~’o. Per conseguenzanon va mai al disotto di
2sin-~o.
Poichè d’ altraparte
esso non supera2,
ilsuo
logaritmo (naturale)
rimane certo finito. Sipuò quindi
scriveredove
si conserva, al
pari
diF,
finita econtinua,
anche altendere,
nonlongitudinal- mente,
cioè sotto la limitazione testèindicata,
di M ad 0.Il
primo
addendo )’0log~,
che cresce indefinitamentequando
e converge a zero, costituiscel’espressione
asintotica delpotenziale U,
altorché .111 tende ad 0 in modoqualunque,
ma nonlongitudinale.
La
ragione dell’ appellativo
asintotica è manifesta. Basta ricavare dalla(3)
tenendo
presente
che F1 restafinita,
per desumerne che ilrapporto Ujvo log l
i e
converge all’ unità.
Quindi,
sostituendo volog E l ad U,
si commette un errorecela-
tivo tanto
più piccolo,
quantopiù
J.11 èprossimo
ad O.2. -
Disuguaglianza
ausiliaria.Premettiamo un’
osservazione,
di cui cigioveremo
tra un momento.Consideriamo il trinomio
dove
1’ angolo
si suppone compreso fra due limitipositivi
cpo e ~ - g~a, per modo chee si
ritiene p positivo,
il che è sempre conciliabilecon
(4).
Cerchiamo il minimo di p, al variare di ~ fra - 00
e +00. Sarà comodo ricorrere alla
seguente
rappre- sentazionegeometrica.
Sia(fig. 1)
OJ un segmentounitario, d
una rettaindefinita, spiccata
da0,
cheforma con OJ
gli angoli (supplementari) g
e :7T2013~;infine E un
punto qualsivoglia di d,
distante ~ da O.Il
quadrato
della distanzaJ~ _~
è dato dalla(4),
valendo il segno -
quando
sta(come
infigura)
dalla banda
dell’ angolo acuto,
il segno + nel casoopposto. Comunque,
la minima distanzaJE,
al va-riare die
su d,
equindi
di ~ fra - 00 e + 00, è fornita dallaperpendico-
lare JP abbassata da J
su d,
cioè da sin 99. Siccome si supponesin p >
sin ~?o, sipuò
ritenere3. -
Espressiflne
asintotica di unpotenziale
di linearispetto
ad un suoestremo O.
Sia C un arco di curva che supporremo dotata di
tangente,
variabile concontinuità,
nonchè di curvaturafinita,
e sede di una massapotenziante,
distri-buita con densità
(lineare)
v. Persemplificare quanto possibile
le nostre consi-derazioni,
riterremo v, non solocontinua,
ma anchederivabile,
avvertendo del resto chequesta
ed altre premessepotrebbero
essere meno restrittive.Il
potenziale
newtoniano V della distribuzione suddetta in unpunto
esterno Msarà
dove ds è 1’ elemento d’ arco della
C,
circostante algenerico punto potenziante
P edSiano ancora
(fig. 2)
O un estremodi
C,
Ox latangente
inO,
rivoltadalla banda di
C, Q
laproiezione
di P su
Ox,
Anche
qui
dobbiamo cercare unaespressione
asintotica diV, quando
1Vl converge ad O nonlongitudin~lmente,
con che
vogliamo
dire chel’angolo 1jJ=MOx
verifica unaduplice disugualianza
del
tipo
- -essendo ’~’o acuto e
fisso,
o,più comprensivamente,
o anche che OIVl resta fuori del cono rotondo
r,
avente per asse Ox e pergeneratrici
le rette(indefinite)
inclinate di yo su Ox.Per
l’ipotesi
che latangente
a C vari concontinuità,
sipuò scegliere
unpunto
A della curva abbastanza vicino adO, perchè,
in tutto 1’ arcoCiò
sia
ogni tangente (orientata
versoA)
cheogni
corda OP formi con Oxangoli
non
superiori
ad un limite yi che sipuò prefissare
comunquepiccolo.
Scegliamo
’~Pi ’ljJo, eponiamo
Tutte le corde OP di Ci stanno cos entro
I-’,
anzi entro unpiù
sottile conocoassiale di
apertura
’~Ji’ Perciò OM forma con unaqualsiasi
corda OP unangolo
minimo non inferiore a ’~Jo - ’~Ji = C{Jo. Potremoquindi ritenere,
sul-1’ arco
Ci ===(52,
nonchè,
in base alla(8)
e all’aver assunto go minore di yo,Ciò premesso,
immaginiamo
1’ arcopotenziante
C scisso nellaparte Ci
pros- sima ad0,
e nellaporzione complementare
C*. Sianoe v* i
rispettivi potenziali. Sarà,
per la(7),
V* restando finito e continuo
quando
si faccia tendere l~T ad O. Perciò la ricercadell’ espressione
asintotica di V è ricondotta aquella
di Vi.Sia e, come
già
al n.°1,
Avremoseguitando
a valere laiw ’B
Ove si
designi
cona= dx/ds
s il coseno dell’angolo
che la ..-..tangente
a Ci in Pforma con
Ox,
e con 1 lalunghezza
dellaproiezione
OL di OA sopraOx,
la(10),
assumendovi ~ ascissa x come variabile di
integrazione,
divieneCi
proponiamo
di far vedere che1’ espressione
asintotica di V, non differisce daquella
trovata per U al n.°1,
lequante
volte si intenda ora per vo il valore di v in O.Ove s
designi
1’ arco diCi
contato apartire
da0,
la funzionedell’ argomento s risulta,
in base alleipotesi specificate
inprincipio
diquesto
numero, finita e continua non solo per
8> O,
ma anche per s - 0.Infatti,
incorrispondenza
ads=0,
per esserea=1,
essa sipresenterebbe
sotto forma inde-terminata,
ma, sempre in virtù delle nostre premesse, èapplicabile
laregola
del-1’ Hóspital,
e cos si riconosce che la funzione resta continua edha,
pers=0,
il valore
A noi basta la circostanza che è funzione finita e continua di s in
B"" /
tutto l’intervallo 01-1 l. Per fare
apparire
talefunzione, riprendiamo
la espres- sione(1)
di U e scriviamo la(10’)
sotto la formaÈ facile verificare
che,
in entrambigli integrali,
le funzioni sotto il segnodipen-
dono da s in modo finito e
continuo,
entro tutto l’intervalloO!2013!/,
anche se ilpunto potenziato
M tende(non longitudinalmente)
ad O.Occupiamoci
intanto delprimo integrando.
Esso consta ditre fattori.
Delprimo,
che è funzione del soloargomento
s, abbiamo accertato or ora che rimane finito e continuo anche per s=0. Lo stesso vale per ilrapporto -,
fra un arco sdi
Ci
e la sua cordaOP,
ilquale
e tende ad 1 però 8 -- 0. Quantoa r,
r che di-pende
da s e dalVl,
bastaporre e=,
e perpoter scrivere,
in base alla(11),
Con ciò il lemma del numero
precedente [diseguaglianza (6)]
e la(9)
ci assi-curano che il
rapporto e,
r funzione finita e continua di s nell’ intervallo0|-| l,
i
per
ógni
Mesterno,
rimanefinito,
epiù precisamente .1 , anche
sin woquando
Mtende
(non longitudinalmente)
ad O.Dunque
ilprimo integrale
rimane finito.Per riconoscere che lo stesso segue del
secondo,
basterà osservare chericorrendo in
pari tempo
altriangolo OPQ
dellafig.
2. Il valore assoluto della differenza r1-r dei due latiOQ
e OP di taletriangolo
nonpuò
superare il terzo latoPQ,
sicchèMa
PQ,
distanza di unpunto P
dell’ arco OA dallatangente
inO,
è infinite-simo di secondo ordine
rispetto
all’ arcos= OP,
o, ciò che è lostesso, rispetto
alla corda {2=
OP,
nonchè all’ ascissatangenziale
x =:OQ.
Ne viene che ilrapporto
si
può
considerare come funzione del soloargomento s,
finita e continua in tutto1’ intervallo
O!2013~
compreso 1’ estremo inferiore s=0. Avendosipoi
basta ricordare la limitazione
trovata
pocanzi
per ilrapporto e
r2 e notareche,
i nello stessomodo,
attesa la(2)
e la
(8’),
si ricava altresper inferirne che la
differenza - - -,
r r, finita e continuarispetto
ad s in tutto perogni
M esterno aC,,
rimane finita anche se M-0,
nonlongitudinalmente.
Perciò il secondo membro della
(12)
rimanefinito,
con che laespressione
asintotica di
Vi
si identifica conquella
diU, quindi (n. 1)
volog j .
eBadando alla
(7’)
si conclude : Comeespressione
asintotica V(") delpoten-
ziale V in un estremo 0 detl’ arco
potenziante (in quanto
lVl vi tenda nonlongitudinalmente)
sipuò
assumereessendo e=
Olll,
vo il valore della densità lineare in 0 ed L unalunghezza
costante
che,
perquanto precede,
è vincolata soltanto ad essere abbastanzapiccola
indipendenza
dall’ andamento locale della linea C in 0. Il carat- tere asintotico della(13)
siesplica
al convergere di E verso zero ;praticamente
si
potrà
sostituire a T~ogniqualvolta
sia abbastanzapiccolo
ilrapporto ~.
4. -
Espressione
asintoticarispetto
ad un punto interno.Se O è un
punto (ordinario
od ancheangoloso)
interno ad un arcopoten-
ziante
C,
penseremo C suddiviso in treparti : due,
convenientementecircoscritte,
Ci eC2,
aventi un estremo in O e da bandeopposte rispetto
aquesto punto,
e la parte residua C*.
Il
potenziale
della C*(la quale
sta tutta a distanza finita daO)
resta incon-dizionatamente
finito,
anche al convergere di M adO ;
ipotenziali provenienti
da
Ci
e daO2
hanno entrambi perespressione
asintotica volog (ammessa
lacontinuità di v sia a destra che a sinistra di
O).
Ne consegue che il
potenziale
V di una curva Cha, rispetto
ad ungenerico
suopunto
interno 0(eventualmente
ancheangoloso,
ma, comunque,con determinazione unica vo della
densità), l’espressione
asintotica(doppia
della
(13)
che si riferisce ad unestremo)
CAPITOLO II.
Attrazione newtoniana di un tubo
sottile
inpunti
internio molto
prossimi
al tubo.1. -
Decomposizione longitudinale. Espressione
asintotica delpotenziale
new-toniano per un punto interno.
Sia
(fig. 3) ~
un tubo(o
pezzo ditubo) occupato
da materia distribuita condensità C una
qualsiasi
linea interna che ne segua l’ andamento gene-rale e che noi chiameremo
direttrice.
,Ci converrà
dapprima
ricorrere ad una suddivi- sionelongitudinale
delcampo 9,
ottenuta come segue:Sia P un
punto
della direttriceC,
comunqueprefis- sato,
ma non coincidente(se
la C èaperta)
con unodegli
estremi. Indichiamo con i la sezione deltubo, praticata
colpiano
normale a C inP;
conQ
un altropunto qualsivoglia di 7:;
e con un elemento dellasezione ad esso circostante.
Da
ogni Q
sipuò (evidentemente
in infinitimodi)
far
partire
unalinea x,
interna altubo,
coincidente inparticolare
con Cquando
ilpunto Q
si identificacon P,
e avente ingenerale
andamentoanalogo
allaC,
in modo da esaurire 1’ intero
tubo,
in modo cioè cheper
ogni punto X
interno ad essopassi
una e una soladi
queste
X.Immaginiamo
ancora di introdurre un riferimentocartesiano avente per
piano ~==0 quello
della sezionepiana
7:.~=0
le coordinate delpunto generico Q
della 7:; ed s 1’ arcodella x, passante per Q, contato,
apartire da Q, positivamente
nello stesso senso scelto per la direttrice C.Manifestamente,
un puntoqualunque X
interno al tubo rimane individuato dallecoordinate 03BE, ~
della intersezioneQ,
con z, della X, che passa per X edalla sua ascissa curvilinea s sulla stessa x. Un elemento di volume
d~
ad essocircostante avrà
l’ espressione
essendo D il determinante funzionale
che non occorre
esplicitare.
A noi basterà ritenere che D è funzione finita econtinua in tutto il
tubo,
laquale
si riduce all’ unità nelpunto
P della sezione 7:,..
c.... t L . d. ~03B6 1 in cui C è
ortogonale
a z equindi =1.
Tutto ciò premesso,
consideriamo,
per unqualsivoglia punto potenziato Q’,
il
potenziale
newtonianoC7*Q,
deltubo $F
di densità o.Rappresentando
con X ilgenerico
puntopotenziante
e con r la distanzaXQ’,
sarà per definizionee
gioverà procedere all’integrazione
mediante scissione delcampo 9
in filettielementari : ognuno di
questi
sipenserà
costituito dalle linee Xspiccate
dai sin-goli punti
di un elementod03C4Q
della sezione í. Poi si sommeranno i contributi dei vari filetti.Attesa la
(1),
sipotrà
scrivere in conformitàL’ integrale interno,
chedesigneremo
brevemente consi
presenta
come ilpotenziale
newtoniano della linea X, su cui si trovi distri- buita materiapotenziante
di densità linearev=Dg.
Fisseremo l’attenzione suipunti potenziati Q’ appartenenti
a z,supponendo
inparticolare
che si tratti diun tubo
sottile,
tale cioè che siapiccola (nel
senso che oraspecificheremo)
lamassima dimensione E della sezione 7:, e con essa
ogni
distanzaRicordiamo ora dal
capitolo precedente
chequella
talelunghezza costante 1,
la
quale
interviene nellaespressione
asintotica delpotenziale
di unalinea,
èvincolata soltanto ad essere abbastanza
piccola
in relazione all’ andamentolocale,
cioè in sostanza al
raggio
di curvatura della linea stessa nelpunto
di avvici-namento asintotico. Scelta 1 in modo che convenga alla direttrice
C,
si puòtranquillamente ammettere,
attesa la definizione delle x, che la stessa 1 servaaltres per tutte le X,
rispetto
alle loro intersezioniQ
con z.Con tale intesa circa la costante
(di omogeneità) l, sappiamo
che sipuò
assumere, e noi riterremo
assunto,
un e abbastanzapiccolo, perchè
sia trascu-rabile l’errore che si commette sostituendo a ciascun
YQ-
la suaespressione
asintotica
dove
DQ, oQ,
ecc.rappresentano
manifestamente i valoriin Q
di funzioni delpunto
X del tubo.Si trae
quindi
dalla(2’),
comeespressione
asintotica diUQ,,
Ora
DO
è funzione continua deipunti Q di t,
e dotata di derivate pure con-tinue, rispetto
alle coordinatecartesiane $, q
diQ.
Nelpunto
P dellaC,
dalquale appunto
si condusse la sezione normale z, siha,
come osservammogià,
D=1. Perciò sipuò ritenere,
attesa la derivabilità di D edi e,
dove la funzione f resta finita comunque vari
Q
entro t.D’ altra
parte,
se èil valore medio della densità nella sezione
considerata,
valore che è assunto dallafunzione continua QQ in un
qualche punto
Po dellasezione,
siha,
consviluppo analogo
aquello
testè usufruito perQD,
dove fi è una
quantità finita,
che nondipende
daQ.
Introduciamo una costante
positiva
H non inferioread ~ i fi 1,
nè al massimodi
f) 1
al variare diQ
entro e.Si noti che una tale H
può
ritenersiindipendente
dalla massima dimen- sione e di z,purchè
soltanto e sia abbastanzapiccolo.
Infatti f ed f,rimangono
caratterizzate dalla natura delle funzioni D e O in un certo campo e da una
terna di
punti P, Q,
Po del campo,natura,
campo e terna che possonopensarsi assegnati (quest’ ultima
in tutti i modipossibili) indipendentemente
dallo spes-sore del
tubo,
equindi
da e. In relazione a un dato campo, si può ricavare una determinazione per la costantepositiva H,
laquale
valepoi
perogni e
abba-stanza
piccolo.
Ciò
posto,
dalle(4)
e(6)
si ha ovviamente ladisuguaglianza
Se
quindi
si ponee si scrive la
(2’)
sotto la formasi ha manifestamente
L’importante
si èche,
nella(2~),
il secondo addendo R sipuò
trascurare di fronte alprimo. Infatti,
per la(7),
ilrapporto
non può superare, in valore assoluto,che
è,
come sivede,
infinitesimo assieme alla massima dimensione trasversale del tubo.È
cosgiustificato
di adottarequale espressione
asintotica delpotenziale
newtoniano di un tubo sot- tileS,
valida inogni punto potenziato Q’
interno al tubo(o
anche suffi-cientemente vicino al tubo
stesso) :
zrappresenta
la sezione deltubo,
normalealla direttrice
C, passante
perQ’ (avendo
chiamato P l’intersezione di z conC),
e03C4
il valore medio della densità.
2. -
Autopotenziale
~2.Decomposizione
trasversale del tubo.Espressione
asintotica di f2.
È ben noto
(e
del resto immediatamenteverificabile, passando
al limite dalcaso di un numero discreto di masse
potenzianti) che, se ~
è un campopoten-
ziante di
densità o, UQ,
il suopotenziale
in ungenerico punto
internoQ’,
laquantità
(costante
chedipende
funzionalmente dalcapo 9)
si chiamaautopotenziale,
e rappresenta,
purchè
la siprenda
col segno -,l’ energia
di cui si trovapri- vato 9
per effetto della mutua attrazione delleparticelle,
ossia il lavoro com-plessivo
chebisognerebbe spendere
per sottrarre leparticelle
stesse allapropria gravitazione (cioè
perportarle
tuttealI’ 00).
Vogliamo procurarci
unaespressione
asintotica D«") diQ,
valida per tubimolto
sottili,
nel senso che la differenza Q - Q(a) riesca infinitesimarispetto
allamassima dimensione trasversale e del tubo. Naturalmente in tale ricerca si trarrà essenziale
partito dall’ espressione
asintotica testè trovata per la funzione inte-granda UQ,.
Giovaperò procedere all’integrazione, immaginando decomposto
ilcapo 9
infette,
anzichè in filetti. Piùprecisamente,
fissato unpunto generico P
della direttrice
C,
e la sezione z deltubo,
normale a C inP,
si considererà la fetta elementare cp di volume-cds,
compresa fra T el’ analoga
sezione normalea C nel
punto
che dista ds da P.Il contributo recato ad da una tale
fetta 99
sarà manifestamentedove
l’ integrazione
vaeseguita rispetto
aipunti Q’
di z.Con ciò
l’ espressione (10)
di S~può
essere scrittaSe ne otterrà una
espressione
asintoticaQ(a),
riducendo inprimo luogo UQ-
allasua
parte
asintoticaU~-~,
fornita dalla(8) ;
inoltregioverà,
con considerazioni del tuttoanaloghe
aquelle
istituite alla fine del numeroprecedente,
sostituirealla densità locale (2Q’ il suo valore medio eo. Risulta cos
Se ora si nota che la massa della fetta
elementare T
valeossia,
per la(9),
si riconosce che
rappresenta
la densità lineare del tubo~,
assimilato ad una linea mate-riale,
avente persupporto
la direttrice C.Sostituendo a eo e
ponendo
per brevitàla
precedente espressione
asintotica di 03A9 assume il suoaspetto
definitivok e v essendo ben determinate funzioni del
punto P,
o, se sivuole,
dell’ arco s di C(contato
daun’ origine arbitraria,
in verso scelto apiacere).
La
quantità k,
introdotta collaposizione (12),
è un puro numero, che sipresenta
come unparametro
diconfigurazione (trasversale)
deltubo,
inquanto dipende
esclusivamentc dalla formé della sezione 7:, normale a C in P. Per ren-dersene
conto,
basta notare che unasimilitudine,
nellaquale
tutte lelunghezze
(compresa
1’ ausiliaria1)
si alterino in uno stessorapporto,
lascia k inalterata.3. - Attrazione.
Al variare del tubo
9,
varia naturalmente anche il suoautopotenziale Q,
nonchè la
corrispondente espressione
asintotica03A9(a), supposto, beninteso, che J,
pur
variando,
resti abbastanza sottileperchè
siano attendibili le valutazioni asintotiche.Consideriamo in
particolare spostamenti
infinitesimi deisingoli
elementi mate- riali deltubo,
e sia 03B403A9(a) la variazione subordinata nell’autopotenziale
Q. Attesoil
significato
diquesto,
richiamato alprincipio
del numeroprecedente,
03B403A9(a) rap-presenterà
asintoticamente(cioè
tantopiù
esattamentequanto più
il tubo èsottile)
il lavoro óL
esegu to
dalle forze di mutua attrazione nellospostamento
che sifa subire al
tubo g.
In un talespostamento
deisingoli
elementimateriali,
rimar-ranno
implicate
ingenerale
sia la direttriceC,
sia le sue varie sezioni normali r,e il lavoro
complessivo
5Z delle forze newtonianepotrà pensarsi
scisso in duecontributi, ~~L
e da dirsirispettivamente longitudinale
etrasversale, proveniente
ilprimo
dai cambiamenti dipòsizione
e di forma diC,
il secondodalle
eventuali
alterazioni dellesingole
sezioni.Il calcolo
completo
di óL si trovasviluppato
nella mia memoria del Circolo Matematico di Palermo(1912),
citata nell’ introduzione. Per lo scopo che abbiamo in vista ci basteràprocurarci ó,L,
anzi la suaespressione asintotica,
laquale
si ricava materialmente da
Q(a), applicando
la variazione ~5~. Una tale variazioneimplica
unospostamento
arbitrario ~5P deisingoli punti
P della direttriceC,
mentre
Inoltre,
per 1’ invariabilità(di
fronte ad unospostamento qual- siasi)
delle massa di ciascuna fetta elementare g ditubo,
si haGiova assumere
S~~>,
anzichè sotto la forma(13),
sotto la formaequivalente
con che tutto si riduce a far
variare,
sotto il segno, il fattoreds.
Lungo
C sirisguarderà
come variabileindipendente 1’ arco s,
e siavrà,
inquanto
P si consideri funzionedi s,
designando
t il versore dellatangente
alla C inP,
orientato nel senso in cuisi contano
gli
archi.Per
procurarsi
la variazione subordinata nei dsdagli spostamenti
03B4P attri-buiti ai
punti
diC,
basta variare l’identitàil che porge
da
cui,
dividendo per ds e tenendo conto cheódP=.--- dóP,
perl’indipendenza degli spostamenti
dP e~P,
segueDopo
ciò si ha subito dalla(13’)
e basta una
integrazione
perparti
per desumerneessendo
O,
0’(coincidenti,
se si tratta di una curvachiusa,
in un suopunto arbitrario)
i due estremi della direttrice C.È
facileinterpretare
il vettoreper cui si trova
moltiplicato scalarmente, nell’ espressione (14)
di un gene- rico bP(non terminale).
Basta richiamarsi alsignificato
di lavoro elementarebiL, spettante
al eprocedere
alla sua valutazione per fette.Dacchè,
per defi- nizione della variazioneOi’
non si toccano lesezioni,
attribuendo ai varipunti
Pdi C
gli spostamenti ~P, ogni
fetta elementare g subisce unsemplice spostamento
traslatorio Ó.P.
Perciò,
se è il risultante delle attrazioni newtoniane che la fetta g subisce daparte
di tutto il rimanentetubo,
essa contribuirà al lavoroó,L
perE si avrà
complessivamente
lavoro dovuto alle attrazioni del tubo sulle sue sezioni terminali in
0,
0’.Attesa l’ arbitrarietà dei
~P,
l’identità(asintotica)
richiede in
primo luogo
che sianoeguali
nei due membri i coefficienti di ungenerico ~P,
nonterminale;
dondeEcco
l’espressione
asintotica del risultante delle attrazioni newtoniane cheuna
generica
fettaelementare 99
di un tubo sottile subisce daparte
di tuttoil tubo residuo.
Riducendosi all’ unità di
lunghezza,
si haDalla
(17)
appare che(asintoticamente)
non influiscono affatto leporzioni
ditubo discoste dalla
fetta 99
che siconsidera ;
l’ attrazione Odsdipende
esclusi-vamente : dall’andamento della direttrice nell’ immediata
prossimità
di cp, ossia delpunto
. , P(e più precisamente
.. dalle determinazioni dv .. in P di t e didt ;
ds dalla densità lineare v in P e sua derivata2013;
e infine dalla forma della sezione delds dk
tubo,
per tramite escrusivo delparametro
diconfigurazione k
e sua derivatads
sempre in P. °
Dalla
(16), prendendo
in considerazione anche i termini ailimiti,
segue ulterior- mente ilsignificato
meccanico di v2kt. E sigiunge
in modo ovvio alla conclusioneche,
per unpunto generico P,
anche nonterminale,
diC,
- v2ktrappresenta,
asintoticamente la
pressione (risultante)
esercitantesi sulla sezione z per Pquale
risultante delle attrazioniprovenienti
dallaporzione
ditubo,
che si trova,rispetto
a 7:, dalla bandaopposta
a t : anchequi
influiscono soltanta,porzioni
immediatamentecontigue a P, poichè
l’andamentolongitudinale
del tubofigura, nell’ espressione - >,2kt
dellapressione
suddetta unicamentepel
tramite delversore t in P.
Nel
seguito
non ci serviremo di questainterpretazione
di-1,2 kt,
ma ci ba-sterà invocare la
(17)
o(17’).
4. - Gradiente asintotico medio.
L’ espressione
asintoticadel
potenziale
newtoniano di un tubo sottile(per punti Q’
interni o nell’ imme- diataprossimità
deltubo), assegnata
al n.°2,
non è ingenerale
atta alla deri- vazione. Si vuol dire con ciòche,
mentre ilrapporto
tendeall’ unità,
al convergere a zero dello spessore del
tubo,
cioè della sua massima dimensionetrasversale e,
non altrettantopuò
dirsi delrapporto
fra due derivateomologhe
di
UQ,
erispetto
alle coordinate delpunto potenziato Q’.
Si
potrebbe, approfondendo l’indagine
istituitafinora,
assegnare anchepiù complete espressioni
asintotiche delpotenziale,
sia di una linea che di un tubosottile,
atte alla derivazione. Ma l’ analisi èpiuttosto laboriosa,
sicchè mi limi-terò a riferirne il risultato al numero
seguente,
rimandando per la dimostrazione ai mieiprimi
studi inargomento (3).
e) Sulla attrazione newtoniana di un tubo sottile, Rend. Acc. Lincei, Ser. 5a, Vol. XVII (2° semestre 1908), pp. 413-426, 535-551.
Faccio intanto osservare che si
può
per altropervenire
assairapidamente
aduna valutazione asintotica del
gradiente medio,
sfruttando il risultato ottenuto al numeroprecedente
perquanto
concerne l’ attrazione.Posto
infatti,
per brevità discrittura,
l’espressione rigorosa
del risultante delleattrazioni,
esercitate sopra la solita fetta g, èA meno di termini che si annullano con e, si
può,
come al n.°1,
sostituire OQ- col suo valore medio go e scrivere di conseguenza, attesa la(11),
Sempre,
ben siintende,
a meno di termini che si annullano con e, cioè asinto-ticamente,
il risultante suddettopotrà eguagliarsi
al dato dalla(17).
Se neinferisce che una
espressione
asintoticag(a)
delgradiente
1nedioè fornita da
ossia,
per la(17’),
daRimane cos in
particolare acquisito che,
inquanto
sia lecito assimilare il tubogravitante ~
ad una lineamateriale,
di densitàlineare v,
avente sede sulla diret- triceC,
ilgradiente
delpotenziale
newtoniano di~,
in unpunto generico P
della
direttrice,
è espresso asintoticamente dalla(18).
Si è anchequi pervenuti,
come era ben
prevedibile,
ad un risultatopuramente locale,
nel sensoche,
inbase alla
(18),
l’andamentolongitudinale
del tubo influisce sulgradiente g~a)
unicamente
pel
tramite di t edi dt
in P. Delpari
la forma delle sezioni trasver-ds
dvsali e la densità
intervengono
anch’ esse attraverso i valori in P dik, dk/ds,
v e..
5. - Gradiente locale.
L’espressione
asintotica di g,locale,
cioè relativa ad un ben determinatopunto Q’ di ~ (o
nell’immediataprossimità
non sembra desumibile dal-l’ autopotenziale
Q nella forma asintoticaparticolarmente
ridotta~~a~,
di cui cisiamo
accontentati,
trascurando senz’ altro tutto ciò che si annulla con e.Risulta per altro dalla
espressione
asintotica diU,
atta alla derivazione(di
cui le notelincee,
citate al numeroprecedente)
chel’espressione
asintoticaAnnali della Scuola Sup. - Pisa. 2
locale pur non essendo
semplicemente gradq,
della(8), può
farsidipendere
esclusivamente dalla(8)
suddetta sotto la formadove,
ben siintende,
la curvatura c e il versore n si riferiscono alpunto P
delladirettrice
C,
che èproiezione normale,
suC,
delpunto potenziato Q’ (ossia
cheappartiene
alla sezione normale aC, passante
perQ’).
Il secondo membro della
(19)
sipuò,
sempre in viaasintotica,
renderealquanto più esplicito,
usufruendo di formule scalari che si trovano nella seconda delle notelincee, già ripetutamente
ricordate.All’ uopo
si mette inevidenza,
nellaespressione
asintotica(8)
di ilpoten-
ziale
logaritmico
dell’area omogenea ~c, scrivendo
e si è
poi
con ovvipassaggi,
scindendo ilgradQ-
nei suoi duecomponenti longitu-
dinale e trasversale
(cioè
secondo t e secondo ilpiano normale)
alla formuladove col simbolo V si intende il
gradiente
limitato alpiano
della sezione r. Di qua sipuò agevolmente
ritrovarel’espressione (18)
delgradiente
asintotico medioBasta aver
riguardo
alla(11),
nonchè alla definizione(12) di k, che,
in basealla
(20),
sipuò
scrivere -Conviene inoltre
(per
la riduzione del secondomembro)
invocare un’ altraconseguenza della
(12),
cioèla
quale,
badando alla(20)
e scambiando nel secondo addendoQ
eQ’,
assume1’ aspetto
_A6. - Costanza asintotica
(rispetto
aQ’)
diÀQ, ~z.
Riprendiamo
ilpotenziale logaritmico
di una
generica
areapiana,
omogenea z per rilevarne una notevoleproprietà
dicomportamento quando
1- 0.Consideriamo
dapprima,
per trarne norma, il caso elementare in cui l’areapotenziante i
è un cerchio di diametro(massima
dimensionelineare)
E e centro O.Si
ha, rappresentando
con~O’
ilraggio
vettoreOQ’,
come si
può
ovviamenteverificare,
adesempio
per viaindiretta,
cominciando coll’osservareche,
attesa la simmetria attorno ad0, ÅQ’ dipende
soltanto daLO’.
Siccome
poi,
entro ilcerchio,
sussistel’equazione
di POISSONbasta
integrare
e determinare le due costanti diintegrazione
colla condizioneche
ÅQ’ rimanga
finito in O e vi assumaprecisamente
il valoreper ritrovare la
(23).
Dividendo per T si ha
da
cui,
per essere(entro
il cerchio e sopra la circonferenza che lolimita) e’ --2,
appa-risce
che,
se si fa tendere a zero il diametro 8, il termine(variabile)
entro paren-tesi, l20132013,-+log2,
restafinito,
anzi non supera mai1+log 2.
Perciò esso nonporta
alcun contributo allaespressione
asintotica diAQ,,
laquale può
cos essereridotta alla
semplice
costantelog j.
Questa constatazione è molto
importante perchè, qualitativamente,
le cosevanno nello stesso modo anche per
campi
di formaqualsivoglia, quando
se nefaccia decrescere indefinitamente la massima dimensione e. Per riconoscerlo pren- deremo
dapprima
in considerazione un campo di forma determinata e massima dimensione lineareuguale all’ unità, supponendo poi
di farlorestringere
omote-ticamente attorno ad un suo