A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
T ULLIO L EVI -C IVITA
Attrazione newtoniana dei tubi sottili e vortici filiformi
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 1, n
o3 (1932), p. 229-250
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E VORTICI FILIFORMI (*)
di TULLIO LEVI-CIVITA
(Roma).
CAPITOLO V.
Ricorso alla teoria del triedro mobile. Equazioni intrinseche.
1. - Triedro
principale
T di una curva e sua rotazionelungo
la curva stessa.Le formule del FRENET
[(11)
delcapitolo precedente]
si rendonoespressive
considerando in un
punto qualsiasi P
il cosiddetto triedroprincipale,
cioè iltriedro T che ha il vertice in P e
gli spigoli
ordinatamenteparalleli
at,
n, b.Dacchè le formule suddette definiscono
gli
incrementi vettorialidi
t,
n, b al passare da ungenerico
valore di s ads + ds,
cioè da P a unpunto
vicinissimo
P’,
sipuò
dire che esse porgono lalegge differenziale,
laquale
pre- siede alla variazione del triedroprincipale lungo
la curva C di cui si tratta.Ora il
passaggio
dal triedroprincipale
T in Pall’ analogo
T’ in P’ è unospostamento rigido
elementare che sidecompone
nella traslazione P’ - P e inuna rotazione attorno a P individuata da un certo vettore infinitesimo wds.
Le formule di FRENET
conducono,
come è bennoto,
a caratterizzare co sotto la formae si
compendiano
nell’ unica relazioneche dà la derivata di un
qualsivoglia
vettore w solidale con T : naturalmente wpuò
inparticolare
farsi coincidere cont,
n o b.Note c e 7 in funzione
di s, risulta,
in base alla(1),
individuato il vettore 0),rispetto
al triedroT,
ilquale però
èmobile,
cioè scorrelungo
C al variare di s(parametro
chefunge
datempo
in codestamobilità).
(*) Per la prima parte (Capitoli I-IV), veggasi pp. 1-33.
Per risalire da
c(s), y(s)
alla determinazione della curvaC, basta,
esuberan-temente, procurarsi
la successione delleposizioni
di firispetto
ad un triedrofisso. Il
problema
è comunqueidentico,
comegià
si ricordò alla fine del prece- dentecapitolo,
alla determinazione di un motorigido,
nota(istante
peristante)
lavelocità
angolare
corispetto
ad assi solidali.Tutto ciò premesso, vediamo
quali
conseguenze si possono trarre dall’ asso- ciare aqueste generalità
lalegge
di variazione della C coltempo,
espressa dalla(8’)
delprecedente capitolo
Per brevità di scrittura
giova
sostituire a t laquantità proporzionale
il che
equivale,
se sivuole,
ascegliere opportunamente
l’ unità ditempo.
Conciò scompare il fattore costante 7, e la formula suddetta diviene
Va notato che
l’ argomento
si, alpari
di 1indipendente
da s, non ha ledimensioni di una
lunghezza,
bensquelle
di unquadrato
dilunghezza (cioè
diuna
superficie). Questo
segue immediatamente dalle(5)
e(4)
delcapitolo
prece-dente,
lequali,
coi soliti simbolidimensionali, implicano
da
cui,
per la(3),
2. - Il detto triedro
quale
funzione di si == ert.La formula
(4),
derivandorispetto ad s,
notando chee
designando
persemplicità
con unapice
le derivazionirispetto ad s,
dàche definisce l’alterazione del vettore t
(relativo
ad unpunto
sostanziale P diC), passando
da si ad cioè da un istante t all’ istante vicinissimot + dt.
Questo
non basta ancora per caratterizzare la rotazione elementareOJidsi,
chesubisce il triedro T
quando si
si incrementa didsi.
Si sa infatti dalla cinematica dei sistemi
rigidi
che lecomponenti
ri(io) LEVI-CIVITA e AMALDI, loco ultimamente citato, p. 183.
di ws, secondo
gli spigoli
del detto triedroT,
siesprimono
per mezzo deirispettivi
versori
t,
n, b sotto la formaDi
qui apparisce
che le duecomponenti
qi ed ri si possono senz’ altro desu-mere da
~t
ds1(e
dai versorifondamentali),
ottenendoQuest’ ultima,
badando alla terza formula di FRENET[(11)
delprecedente capi- tolo],
si riduce aResta da calcolare la
componente
pi, laquale,
in base allaprima
delle(6),
richiede la conoscenza di
dn ovvero
didb . È
facileprocurarsi dn ,
ds1 1 derivandola (5) rispetto
ad s, invertendo nelprimo
membro le derivazioni e sostituendo en con che si haSe ora si
moltiplica
scalarmente perb,
risultae
quindi,
per laprima
delle(6),
Possiamo cos
complessivamente
ritenerecon
gli apici designando
derivazionerispetto
ad s.Mediante coi i si
può esprimere
lalegge
con cuivaria,
al variare di Si, unqualsivoglia
vettore w solidale con~;
sotto la formache fa
perfetto
riscontro alla(2),
concernente il modo di variare con s.3. -
Dipendenza
simultanea di Tda s, si,
e condizioni diintegrabilità.
Un
generico
vettore w, solidale conT,
va naturalmente considerato(al pari
di T e
d’ogni
elemento ad essosubordinato) quale
funzionew(s, s,)
deidue parametri
ed si. Le(2)
e(9)
forniscono le derivateparziali
di w
rapporto
ai dueparametri,
equindi
anche il differenziale totale in base all’ identitàComunque, l’ eguaglianza
delle derivate secondemiste,
ricavate da(2)
e da(9),
porge le condizioni di illimitata
integrabilità
espresse dall’unicaequazione
vettorialeEseguendo
lederivazioni,
sostituendo aportando
tutto nelprimo
membro si hai loro valori
(2)
e(9),
eSe ora si ricorda l’identità ciclica
valida per tre vettori
qualsivogliono
00, ws, w, si vede chegli
ultimi due addendi della condizione diintegrabilità
sono ordinatamenteeguali
aiprimi
due dellaidentità
ciclica,
talchè possono essere sostituiti col terzo cambiato di segno, che èLa
(10)
diviene cose, siccome deve sussistere per
qualsiasi
vettore solidale w, si riducepiù
sem-pheemente
a(11)
Tutte le derivate
qui contemplate
si intendono(come già
la velocità di P daun lato e
le dt,
ds ds dsdn,
idb
delle formule di FRENETdall’ altro)
valutate con refe-. renza dw ad uno stesso triedro
(galileiano) :
tale è inparticolare
il casodelle :0)
81 eds
della formula(11).
Giova
tuttavia,
sia persemplificare
losvolgimento
ulteriore delcalcolo,
siaper una
applicazione
cinematica che indicheremo alcapitolo seguente (n:
1 e5),
far
apparire (totalmente
oparzialmente)
alposto
delle ds 1 che(in quanto
Si 1valutate con referenza ad uno stesso triedro
galileiano)
possono dirsi derivateassolute,
le derivate-~,
sb
preserapporto
al triedro mobile(cioè
variabileuSi
con s e con
si) T,
che diremo naturalmente relative. In base al cosiddettoprincipio
dei motirelativi,
sussistono fra le une e lealtre,
per un vettorequal- sivoglia V,
anche non solidale conT,
le relazioni fondamentaliNella
(11) possiamo applicare
laprima
diqueste
relazioni al vettore ovverola seconda al vettore m, ovvero le due ad un
tempo,
ottenendorispettivamente
4. -
Equazioni
intrinseche.Proiettiamo la
(11"’)
nelle direzionit,
n, bdegli spigoli
del triedroT,
sosti-tuendo,
per lecomponenti
di 00, i lorovalori - y, 0,
c dati dalla(1),
e, perquelle
di pi, qi, senza attribuir loro per ora formaesplicita.
Si ottiene
cos , dopo
aver isolatoaw
nelprimo
membro eripresa
la desi-gnazione di ffs (che,
per unaquantità scalare,
non differisce daòs
con unsemplice apice :
Soltanto ora conviene sostituire a pi, qi, ri le loro
espressioni (7) che,
acalcoli
fatti, dipendono
esclusivamenteda c,
7 e loro derivaterapporto
ad s.Siccome
però
laprima
delle(7),
o(7~),
non fornisce ancora ~espressione espli-
cita di pi, dobbiamo cominciare col
procurarcela.
Partiamoall’ uopo
dache,
per la terza formula diFRENET,
si scriveDerivando ulteriormente e
sostituendo - yb - ct
an’,
risultadove i termini omessi sono
ortogonali
ab,
inquanto contengono
a fattore tovvero n. Con ciò la
~7~)
divieneUsufruendo di
questo
valore di e delle(7b), (7c),
cioèsi riconosce immediatamente che la seconda delle
equazioni (12)
si riduce aduna
identità,
mentre la terza e laprima divengono rispettivamente
Ecco le
equazioni
intrinseche nelle sole funzioniincognite c(s, si), y(8, 8,) :
vi compare inoltre il
parametro
diconfigurazione k(s),
funzione notadi s,
inbase alla forma iniziale delle sezioni normali del filetto
vorticoso g.
Esse sipresentano
risoluterispetto
alle derivatetemporali (riferentisi
cioèall’argomento si),
mentre nei secondi membri
compariscono,
oltre ak(s),
le funzioniincognite
stessee le loro derivate
rapporto ad s,
fino al terzo ordine.Basta ormai
applicare
al sistema normale(I)
il teoremagenerale già
ricor-dato al n.° 6 del
èapitolo precedente
per desumerneche, assegnate inizialmente,
diciamo per
Si =0,
e e yquali
funzioni di s(il
che èquanto
dire la formadella direttrice
C,
aprescindere
dalla suaposizione
nellospazio) rimangono
univocamente individuate per
0,
cioè in tuttigli
istanti successivi(finchè
si resta nell’ ambito di
regolarità)
lec(s,si), Y(s, ss),
il che èquanto
dire laforma di C
(sempre
aprescindere
dallaubicazione).
Come
già
si ebbe occasione di ricordare alla fine delprecedente capitolo,
per fissare anche laposizione
di C(e quindi
delfiletto) rispetto
ad assigalileiani,
si richiede ulteriormente ~
integrazione
di un sistema differenzialeordinario,
inte-grazione
chepuò
farsidipendere
da un’ unicaequazione
di RICCATI.CAPITOLO VI.
Filetti vorticosi di forma invariabile. Piccole oscillazioni.
1. - Filetti
rigidi. Equazioni
intrinseche. Risolvente del 30 ordine.Le
equazioni
intrinseche(I)
consentono inparticolare
di caratterizzare lepossibili
formerigide
delle direttrici C Saranno tali tutte e soloquelle
checorrispondono
a soluzioni delle(I) indipendenti
da si, equindi
dat;
ossiatutte le curve per cui curvatura
c(s)
e torsioney(s)
annullano i secondi membri delle(I),
vale a dire verificano leequazioni
Come
riprova
chequeste equazioni,
ossial’indipendenza da si
delle soluzioni ce y delle
(I),
sono non soltantonecessarie,
ma anche sufficienti ad assicurare 1’ esistenza di direttrici C di formainvariabile, gioverà prendere
in considerazione le rotazioni elementariwldsa
che i vari triedriprincipali T,
relativi a differentipunti
P di una C subiscono durante untempuscolo dsi.
Per larigidità
tuttiquesti
vettori coi dovranno coincidererispetto
ad un osservatorefisso,
cioè dovràaversi . ds
Questo appunto
pp risulta dalla(11")
delprecedente capitolo
ów
’
quando w,
riferito aT,
nondipende
d s1, cioè "quando ()Q)
O C8...quando
co, riferito nondipende
da s,, cioèquando 2013==0.
Ciò avvieneuSi
manifestamente nel caso
attuale,
incui,
essendo c e yindipendenti
da ss, tale risulta anche il vettoreLa
prima
delle(1), moltiplicata
perkc, può
essere scrittadopo
di che siintegra a vista, porgendo
con B costante arbitraria.
’
Per essere
k 2C1- > o@
sipuò,
dalla(2), ricavare y,
e sostituirne il valore nellaprima
delle(1),
ottenendoche
è,
come sivede,
unaequazione
differenziale ordinaria del terz’ ordine nella solaincognita c(s) (il parametro
diconfigurazione k(s)
dovendosirisguar- dare,
come abbiamopiù
volteavvertito, quale
funzione notadi s,
fornita daidati
iniziali).
La
(3)
stessapuò
cosrisguardarsi
come forma ridotta o risolvente delproblema
dei filettirigidi.
La sua
integrazione
non sembraconseguibile
con mezzielementari,
almenoin
generale [cioè
senza unaqualche ipotesi complementare
sulla funzionek(s)
o sulla costante
B]. Comunque,
ilsemplice
fatto chel’integrazione
della(3) introduce,
accanto aB,
altre tre costantiarbitrarie,
dàluogo all’ interpretazione seguente:
Per una determinazionegenerica
delparametro
diconfigurazione k(s)
esistono 00 4
possibili
formerigide
di direttriciC; per k costante,
la variabileindipendente s
compare nella(3)
soltantopel
tramite dids,
talchè una dellecostanti di
integrazione corrisponde
al cambiamento inessenziale di s ins + cost ;
in tal caso le forme
rigide
distinte sono soltanto ao 3.2. - Filetti di spessore uniforme. Direttrici elicoidali e circolari.
Integrale generale.
Un caso
particolarmente
interessante èquello
dei filettiche, inizialmente,
hanno
dovunque
la stessa sezionenormale,
per cuicioè,
inqualsiasi punto P
di
C,
la sezione normale r è sempre la stessa. In tal caso ilparametro di configurazione
k nondipende
da s, ossia è una costante.La
(3),
ove si dividaper
e si pongacon che h
è,
alpari
diB,
una costantearbitraria,
si scrivepiù semplicemente
mentre ~
espressione (2)
della torsione y divieneMostreremo tra un momento che
l’integrazione
della(3’) può
inogni
casoricondursi alle
quadrature,
anzi chel’integrale generale
siesprime
per funzioni ellittiche. Mavogliamo
subito far notare che una classe diintegrali partico-
lari è costituita dalle oe 2eliche
(dei
cilindricircolari),
in cui sono natural-mente incluse anche le 00 circonferenze. La constatazione è immediata. Infatti la
(3’)
rimane certo verificata se si attribuisce a c un valore costantequalsi- voglia
Co. La(2’)
dà allorada cui
apparisce
che latorsione y
è anch’ essa costante e apriori arbitraria,
data la presenza del fattore h. Per h=0 si hanno in
particolare
le circonferenze.Occupiamoci
ormaidell’integrale generale
della(3’).
Unaprima integrazione
è immediata e porge
con ai costante arbitraria.
Isolando
c",
se ne traedove Siccome
dove a2
designa
la costante diintegrazione,
se simoltiplica
la(3")
membroa membro per c’ds=dc e si
integra,
si ottieneod
anche, moltiplicando
perDi
qui,
collaposizione
si
ha,
nella nuovaincognita , l’equazione
ovviamente
integrabile
per funzioni ellittiche.Anzi,
se si pone ulteriormenteossia,
risalendo allacurvatura,
risulta,
perp,
addirittural’ equazione
canonica di WEIERSTRASScogli
invariantiin cui - ricordiamolo
- h,
a1, a2 sono costanti arbitrarie introdotte dafl’inte-grazione.
3. - Direttrici
piane.
Caratterizzazione intrinseca di un casoparticolare.
Per avere in
particolare
curvepiane
basta naturalmente rendere nulla la torsione r. Ciòequivale,
in base alla(2’),
a porreeguale
a zero la costante h.La determinazione della curvatura c in termini di s è sempre retta dalle
(6), (7),
l’ unica circostanza
particolare
essendoche,
nellaespressione (11)
di g3, si annulla h.Un interessante caso di
degenerazione, già segnalato
dal DARlos,
si ha suppo- nendo ulteriormente~==0.
In taleipotesi,
anche senza arrivare alla forma cano-nica,
sipuò
desumere dalla(5)
1’espressione
di c per trascendenti elementari.La
(5)
si riduce infatti aEscludendo,
come abbiamo semprefatto,
il caso elementare di filettirettilinei,
cioè ritenendo
c>0,
ai nonpuò annullarsi, perchè
tale eventualitàimpliche-
e
quindi
c=0. Si vede anzi che ai deve esserenegativo,
e lo si
può
assumereeguale
a-1,
senzapregiudizio
dellageneralità. Infatti,
ove si cambi l’ unità di misura delle
lunghezze,
in modo che sdivenga 2s,
c restamoltiplicata
per ~-~ e c’ per A-2.L’ equazione precedente
diviene cos(moltiplicandone
ambo i membri per24)
e basta
prendere ~,2 eguale
alla costantepositiva - i
per avere la forma ridotta aiIntroducendo come
incognita
ilraggio
di curvatura1’ equazione
diviene(12)
che si
integra
a vista per funzioniiperboliche [(R(s)
coseno,8(s)
senoiperbolico dell’ argomento s],
ricordando l’ identità fondamentalePosto infatti
(13)
ne segue
e
quindi
la(12). L’ integrale generale
di taleequazione
si desume dalla solu- zione(13)
colsemplice
cambiamento di s ins + cost,
ossia con un inessenzialespostamento dell’ origine degli
archi. Bastaquindi
studiare la curvapiana
Kintrinsecamente definita
dall’ equazione (13).
Percaratterizzarla, immagineremo
assunto un
generico
sistema cartesianoOxy, supponendo
che la curva Kpassi
per O e sia ivi
tangente
all’ asse delle x.Si ha intanto dalla
(13), designando
con 99l’ angolo
che latangente
alla curva(nel
verso delle screscenti)
forma colla direzione’positiva
dell’ asseOx,
da
cui, integrando,
La costante
(per
l’ adottata ubicazionedegli
assirispetto
allacurva)
va deter-minata in modo che q si annulli per
8=0,
sicchèOve si
porti questo
valore nellaprecedente espressione
della curvaturasi trae
Facendo crescere a
partire
dal valore iniziale 0 fino il secondo membro della(14),
e con esso&5, varia,
semprecrescendo,
da 1 ad of ;perciò s
variada 0 ad ce, e con ciò si esaurisce un ramo K+ di curva
K,
uscente da O nelverso
positivo (delle
ascisse e dis).
L’ intera curva consta manifestamente di K+e
dell’ analogo
ramo.K-,
che si ottiene facendodecrescere p
da 0 a -n, conche il secondo membro della
(14)
decresce da 1 a0,
equindi s
da 0 a - o.Passiamo adesso alla descrizione della curva cos intrinsecamente definita.
4. - Studio della forma. Valori numerici dei
parametri.
La
(14),
differenziatalogaritmicamente,
dàD’altra
parte,
essendodx ,
ds dsdy
i coseni direttori dellatangente
a K nel sensodelle s
crescenti,
siha,
per definizione di 99,ossia,
eliminando ds per mezzo della(14’),
Di
qui
sitraggono
leequazioni parametriche
diintegrando
apartire
dal va-lore 0 di cp
(cui
devonocorrispondere y=0)
fino ad un valoregenerico,
con che
Appare
dallaespressione di y
che la nostra curva K sta tutta nella striscia compresa fra 1’ asse delle ascisse e la rettay=2.
dx i
D’ altra
parte
le(15’)
mostranoche,
delle due derivate laprima
èfunzione
pari,
la seconda funzionedispari
di cp. °’ ’Perciò Le funzioni
y(99),
atteso il loro annullarsi per risultano laprima dispari,
la secondapari deLL’ argomento
cp, il che trova natural- mente conferma nelle formuleesplicite (16).
Ne consegue che i due rami K+ e K- di K sono simmetricirispetto
all’ asse delle y, sicchè basta riconoscere l’ anda- mento diK+,
facendovariare 92,
nelle(16),
da zero a : il ramo K- si ottieneper riflessione di K+
rispetto
all’ asse delle ordinate.Quanto
aK+,
laprima
delle(15’)
mostrache,
per 99 compreso fra 0e §,
ossia x va
crescendo, mentre,
nel successivointervallo 21-I~,
equindi
l’ascissa x decresce. Essa hapertanto
un massimopositivo a
in corri-spondenza
ag~ ^ 2 , ossia,
come è nella natura delle cose, ad unpunto
M dellacurva in cui la
tangente
riesceparallela
all’ asse delle y.Le
(16), ponendovi
p~2,
e tenendopresente
chetg 8 =~2 -1, danno,
perle coordinate a, b del
punto Nl,
i valoriA
partire
daM,
la x di j8~ decresce sempre, comegià
si è detto.Siccome, dx
tende a divenire infinita diprimo ordine,
cos x -> 2013oo, il che dgnaturalmente è confermato dalla
espressione integrale (16)
di x. AssociandoviFig. 4.
quella
di y risulta che K+ ammette la rettay = 2 quale
asintoto ed ha l’anda- mentoqualitativo
indicato nellafig. 4,
dove si èsegnato
anche il ramo simme-trico I~-.
Seguendo
K+ apartire
daN, l’ascissa x,
che è sempredecrescente, ripassa (una
solavolta)
per il valore zero. Si ha allora unpunto
D sull’ asse delle y,il quale
è simmetrico di sè stesso equindi appartiene
altres al ramo I~-. Lacurva K
possiede pertanto
in D unpunto doppio
ed hacomplessivamente
formadi
cappio,
conprolungamenti
asintotici alla rettay=2.
L’ ordinata d di D si ottiene dalla seconda delle
(16)
incorrispondenza
aquel
ben determinato valore qo di q, compresofra 2
2 e n, cheannulla x,
ed èquindi,
in base allaprima
delle(16),
definitodall’ equazione
Ove si introduca come nuova
incognita,
alposto
di qo, unangolo legato
ad esso dalla
posizione
.dovrà in ,-
primo luogo tale V
essere compreso fra 0e g
8 equindi
la suatangente
fra 0 e2 -1. L’ equazione
che lo definisce sarà la trasformatain V
della(18),
cioè
ovvero, cambiando segno,
passando
dailogaritmi
ai numeri eponendo
con che
Il
primo
membro diquesta equazione prende
il valorenegativo - e-2
per~===0~
e il valore/2201312013~~>0
per~==~220131~
checorrisponde
a~= 8
equindi
a
L’equazione
ammettedunque
una radice nell’intervallo12
come ben si doveva
aspettarsi
data la suaprovenienza ;
e sipuò
pure confer-mare che si tratta di un’ unica
radice, poichè
ilprimo
membro della(21) è,
per
0 ~ ~2 -1,
funzione crescente di~.
Forniamone infatti la derivatae notiamo che la
funzione ~ ,~
cresce con~2@ sicchè,
nell’ intervallo in que- stione ammette2- ~2
come massimovalore,
mentrePerciò la derivata che ci interessa
rimane,
per0~~~y22013l, superiore
aPer ricavare numericamente la
radice
della(21)
compresa fra 0 eC2 - 1,
poniamo
e cerchiamo lo
sviluppo di ~
in serie dipotenze
di ,u, che rimane definito dallaequazione implicita
Un tale
sviluppo
esiste effettivamente e contiene p afattore,
inquanto
la(23),
a
primo
membro olomorforispetto
ai dueargomenti ~
e p, è soddisfatta da~=0
per
u= 0,
mentre perquesti
valoriaG
non siannulla,
anzi si riduce all’unità.ò
D’ altra
parte
si ha dalla seconda delle(22)
sicchè la
(23)
rimane soddisfattaquando
si cambia ,~in - p
econtemporanea- mentre 1 in -~.
Ciò valquanto
dire[essendo
unica nell’ intorno considerato la radice definita dalla(23)] che ~ è
funzionedispari
di ,u, ossia che losviluppo può
contenere soltantopotenze dispari.
Essendo,
per,u=~=o,
~ - ~-si avrà
i coefficienti ai, a2,....
potendosi
determinare mediante materiale sostituzione della serie(24)
nellaequazione
che deve ridursi ad una identità
rispetto
a ,u.Si trova
subito,
arrestandosi a,~3,
da cui
Col valore
(22) di p
si hasicchè,
trascurando,u4
di fronteall’unità,
cioè assumendosi commette un errore dell’ ordine di 10-4. Accontentandosi del
primo
terminel’ errore è di
pochi centesimi, approssimazione già
bastevole per usografico.
Collastessa
approssimazione
si ricava dalla(20)
e
quindi
dalla(19)
Ne viene che il minimo
angolo
formato dallatangente
coll’ asse delle yè,
inradianti, o 2013 = 2013 4" = o " 054
2 2 2 cioè circa 59°.Il
corrispondente
valoredi y è,
come sidisse, l’ordinata d
delpunto doppio
D.Si ha
quindi
dalla seconda delle(16)
5. - 3Iodalità con cui si
spostano,
in seno alliquido,
i filetti vorticosi di forma invariabile.Naturalmente si tratta di
spostamenti rigidi;
egià
abbiamo avvertito al n.° 1 che la rotazione istantanea le cuicomponenti, rispetto
al triedroprincipale
Tin un
punto generico
della direttriceC,
sono definite dalle(7a’), (7b), (7c)
del
capitolo precedente,
cioècomplessivamente
darisulta effettivamente
(come
vettore riferito alla ternagalileiana) indipendente
da P.Il moto istantaneo di
C,
necessariamenterototraslatorio,
rimanepertanto
carat-terizzato da tale vettore coi cui si associ una velocità traslatoria che
dipende
dallascelta del centro di riduzione. Scelto un P a
piacimento,
ove si ricordi(capitolo precedente,
n.°1)
che la variabileindipendente
chefunge
datempo
èsi dovrà assumere
quale
velocità di traslazionedP,
dsa ossia[formula (8’)
delcapitolo suddetto]
Applichiamo queste generalità
ai variesempi
di direttricirigide
dati prece- dentemente :circonferenze, eliche, cappio piano I~,
sempre, siintende,
in corri-spondenza
a filetti di spessoreuniforme,
ossia con k costante.Per le circonferenze
(c = cost, Y = O),
le(26)
dannoOO~ = O,
ossia motopuramente
traslatorio. Taleproprietà
è del resto immediatamente desumibile dalla(27),
inquanto, lungo
unacirconferenza,
rimanecostante,
non solo c, ma anche il versore binormaleb ;
sicchè un filetto vorticoso circolare sisposta
dimoto uniforme normalmente al
proprio piano. È
il casogià
studiato daHELMHOLTZ,
KELVIN e
WEINGARTEN,
anche senza supporre infinitesima la sezione normale del filetto.Per le eliche
(c = cost, y=cost)
le(26)
dannoSia d’ altra
parte R
ilraggio
del cilindro circolare cui l’ elicaappartiene;
e,supponendosi assegnato
suquesta
un senso di percorrenza, e ilcorrispondente
versore
tangenziale t,
si indichi con k il versore dell’ asse delcilindro,
orientatoin modo che
l’ angolo
0 fra k e t riesca acuto.Detto ti il versore definito dalla
proiezione
di t sopra unpiano
normale a k(sezione
retta delcilindro),
si ha manifestamentePer la
proprietà geodetica dell’ elica,
il vettore n della normaleprincipale
ènormale al cilindro e
quindi
direttoradialmente,
versol’ asse,
inquanto
nè,
perdefinizione,
sempre rivolto dalla banda della concavità della curva. La ternaprincipale t,
n,b,
secondo le convenzioniabituali,
si assume destra. Ancheti,
n, k è una ternatrirettangola,
nonperò
necessariamentedestra,
ma destra osinistra,
secondochè si tratta di elica destrorsa o sinistrorsa. Tenuto conto di
ciò,
tra-sformiamo il secondo membro di usufruendo della
(28).
Siccomevalendo il segno
superiore
per le eliche destrorse e l’inferiore per lesinistrorse,
risulta
D’ altra
parte
la velocità di unpunto generico
dell’ elica è sempre data dalla formula(27)
Basta introdurvi per b il secondo membro della
(29) perchè
ne scenda automa-ticamente la
decomposizione
del moto in traslazione e rotazione.Infatti,
tenendopresente che,
dettaQ
laproiezione
di P sull’ asse delcilindro,
si ha
Il
primo addendo, indipendente
dalpunto P,
dà la velocità del compo- nentetraslatorio, che,
come sivede,
èassiale;
il secondo ha carattere rotatorio attorno all’ assedell’ elica,
essendola velocità
angolare,
anch’ essa assiale. Si trattapertanto
di moto eLicoidale : il filettoprocede lungo
l’ asse[orientato
in modo da formare unangolo
acutocon
t,
cioè(capitolo IV,
n.O1)
colvortice]
con velocitàcostante + kc
sin0,
valendo il segno +
quando
il filetto stesso èatteggiato
a elicadestrorsa,
ilsegno - nel caso
opposto,
e nelcontempo
ruota uniformemente attorno al medesimo asse, in versonegativo
con velocitàangolare
Riferendosi al
tempo t (e
non adsi = Jl)
e ricordando che le dueR
velocità traslatoria e
angolare,
opiù precisamente
le lorocomponenti
secondok,
risultano in definitiva espresse da
dove,
a norma delle(5)
e(4)
delcapitolo IV, 6= ~,
e prappresenta
l’ inten-sità del filetto.
"
Curva a
cappio
K. Dal confronto dellaespressione parametrica (16)
di ycon la
espressione (13’)
di c appare che la curvatura cpuò esprimersi
mediantela sola ordinata y sotto la forma
Ora
2-y
non è che la distanza b delgenerico punto P
di K che si considera dalla retta asintoticay=2.
Si hadunque (colle
unitàscelte,
che rendono tuttele formule
adimensionali)
Ciò premesso, osserviamo
che,
trattandosi di curvapiana,
il versore b dellabinormale è costante e diretto
dovunque
normalmente alpiano.
La solita for-mula
(27),
in cui si scriva ò per c, cioèsta cos ad
esprimere
che la velocità dei varipunti P
della curvapiana
.K èproporzionale
alla distanza di P dalla rettaasintotica,
e ovunque normale alpiano
di K.Tale atto di moto è manifestamente rotatorio attorno alla retta asintotica. Il filetto vorticoso va
dunque
rotando uniformemente attorno al suo asintoto.6. - Piccole oscillazioni intorno alle forme
rigide.
Casoparticolare
dellecirconferenze. Periodi di vibrazione. Possibili
perturbazioni
ondose e corri-spondenti
velocità dipropagazione.
Riprendiamo
leequazioni (I)
delprecedente capitolo
nella solitaipotesi
chesi tratti di filetti di spessore uniforme
(k=cost).
(il) Veggansi ad es. le Lezioni, già citate (p. 33) di LEVI-CIVITA e AMALDI, VoI. I, Cap. I, p. 69 (della seconda ed.).
Sostituendo
(per semplificare
la notazionequanto
èpossibile),
altempo t,
una nuova variabile
proporzionale
e
designando
con unpunto sovrapposto
le derivaterapporto
ati,
si haSe
co(s), yo(s)
sono leespressioni
intrinseche di una dellepossibili
formerigide,
cioè di una C atta aspostarsi
senza alterazione diforma,
i secondi membri delle(31)
si annullano perPoniamo
e cerchiamo di soddisfare alle
(31)
trattando 8ed n
come infinitesime.All’ uopo,
fissiamo intanto l’attenzione sui secondi membri delle(31),
desi-gnandoli rispettivamente
con f e g, eimmaginiamo
di introdurvi per c e 7 i valori trascurando tutti i termini d’ordinesuperiore
alprimo.
Avremo
(in quanto
leparti
finite siannullano)
e
quindi
le cercateequazioni
alle variazioni delle(31)
sotto la formaf e g avendo le
espressioni (32),
lineariin ê, ’Yj
e loro derivaterapporto
ad s.Limitiamoci a considerare le
piccole
oscillazioni inprossimità
ad una formacircolare,
per laquale co=cost, yo=0.
Persemplificare
la scrittura assumeremoquale
unità dilunghezza
ilraggio
della circonferenza nonperturbata,
con checo = 1.
La f si riduce cos a
9/,
e la g asicchè le
(33)
assumono la formaesplicita
Una
questione
essenziale per la teoria dei filetti vorticosi è manifestamentequella
della stabilità delle varie formerigide,
inparticolare
della forma circo-lare. Con referenza a
quest’ ultima,
si tratterà di riconoscere che cosa accade apartire
da unaperturbazione
inizialearbitraria,
cioè apartire
da(piccole)
alte-razioni di curvatura e di
torsione, rappresentate
da determinazioni iniziali80(8),
comunque
assegnate.
Va per altro notato a taleproposito che,
per il lorosignificato geometrico,
-, ed qo devono essere funzioni uniformi deipunti
delladirettrice
(nella
suaconfigurazione originaria).
Per una circonferenza diraggio 1,
sono necessariamente
periodiche
diperiodo
2n. Vedremo tra unmomento
che,
affinchè riesca chiusa la eúrva variata da essedefinita,
si richie-dono due ulteriori condizioni
globali. Comunque
ilproblema
analitico che dobbiamo affrontare è la determinazionedell’ integrale generale
delle(33’).
Si
può
ridursi ad unaequazione
unica in e derivando laprima
delle(33’)
rapporto
a~~,
la secondarispetto
ad s ed eliminando0’,
il che dàLa ii
si desumepoi
dallaprima
delle(33’) stesse,
cioè daConcentrando l’ attenzione sulla
(34),
va osservato che sono da considerarsi comedati iniziali le determinazioni
eo(s),
di8(8, fi), B (8, fi)
relative alI’ istantet,
=o:la
prima, direttamente;
laseconda,
inquanto
alla conoscenza di seguequella
di17o’(s), che,
in virtù della(35),
èappunto
Dobbiamo
dunque
renderci conto del modo di variare conti
di una gene- rica soluzione della(34),
definita da determinazioni inizialiso(s), qo’(s)
entrambefunzioni
periodiche
di s, diperiodo
2n. Attesa la linearità della(34),
e il teoremadi
FOURIER,
sipuò
addirittura limitarsi a dati iniziali8inu8oidali,
cioè(pas-
sando attraverso
l’ immaginario)
deltipo
con costanti arbitrarie e n intero
(positivo
onegativo)
pure arbitrario.Importa
tuttavia osservare che vanno esclusi senz’ altro i valorin= ~ 1;
eciò,
come ora
verificheremo, quale
necessaria conseguenza della circostanza geome- trica che anche la curvavariata,
da cui siparte,
è chiusa.Vediamo come si traduce analiticamente
questa
premessa neiriguardi
dellaespressione I ~-~o(s)
della curvatura(della
curva variatainiziale).
Notiamoall’uopo che,
per unaqualsivoglia
curvaCo
poco diversa da una curvapiana (y
infini-tesimo),
ove sidesigni
con k il versore della normale alpiano
X, inprossimità
del
quale giace Co,
sipuò
trattare come infinitesima la differenza fra il versorebinormale b di
00
e il versore fisso k. Perciò dalleprime
due formule di FRENET[(11)
delcapitolo IV]
siha,
a meno di infinitesimi d’ ordinesuperiore,
Introduciamo la
proiezione
C* di00
sopra ilpiano X (perpendicolare
ak)
e siano
t*,
n* icomponenti
dit,
n secondo talepiano,
ds* l’ arco elementare diC*, proiezione
di ungenerico
ds. A meno di infinitesimi di ordinesuperiore, ds* = ds, mentre,
colla stessaapprossimazione,
t* ed n* risultanounitari,
sicchè costituisconorispettivamente
il versoretangenziale
e il versore normale della curvapiana
C*.Si ha cos dalle
(36),
perproiezione
su x,le
quali
ci mostrano(potendosi risguardare
ds come elemento d’ arco anche per laC*)
che - sempre a meno di infinitesimi d’ordinesuperiore
- C* ha per curvatura la stessa c dellaCo.
Dal fatto che
00
è chiusa segue la stessaproprietà
per la suaproiezione
C*.Con referenza ad assi
generici Oxy
nelpiano x
diquesta
curva e col solitosignificato di 99 (angolo
che latangente
a C* nelverso
delle s crescenti formacon
Ox),
si hanno le formulele
prime
due dellequali,
introducendo l’ affissasi
compendiano
inVeniamo al caso
particolare
in cuic(s) =1 + Eo(s)
con Eo infinitesimo. Siha,
ameno di
infinitesimi,
collaspecificazione
inessenziale che g si annulli assiemead s, quindi,
a meno di infinitesimi d’ ordinesuperiore,
e per conseguenzaPer la chiusura della curva è necessario
(e basta)
che risultiquindi
assieme
all’ analoga equazione
cheproviene
dallo scambio di in - i.Possiamo cos
concludere, riprendendo l’ argomento
s inluogo
di rp, che ildivario
di curvatura80(S)
è necessariamente vincolato dalladuplice
condi-zione
integrale
la
quale esprime,
se sivuole, che,
nellosviluppo
(li Fourier della funzioneperiodica so(s), neancano
i termini in ossia in seno e coseno dell’arco s, iquali corrispondono
alperiodo
fondamentale : si possono avere soltanto armonichesuperiori.
Tutto ciò premesso, cerchiamo di costruire
quell’ integrale 8(8, t1)
della(34)
che soddisfa alle condizioni iniziali
Vi si
perviene
ovviamentesupponendo s(s, tj)
della formacon q funzione della sola
t1.
La(34)
si riduce in conformità acioè ad un’ ordinaria
equazione
differenziale del 2° ordine a coefficienticostanti,
e le condizioni iniziali
(38)
assumono la formatipica
con
a, # costanti,
apriori
arbitrarie.Qualunque
siano i lorovalori,
ilcorrispondente integrale
della(34’)
rimanelimitato,
anzi è addiritturaperiodico rispetto
ati, ogni qualvolta n4 -n2 > o.
Ciò accade sempre per I valori
n=+ 1
non possono intervenire nel casonostro,
perquanto
si è testè osservato. Il caso n=0corrisponde
aperturbazioni
iniziali costanti : ,
Ma si vede subito
che #
nonpuò
che essere zero, per l’ uniformità della torsione(della
curva variataCo). Infatti, se ~
fosse una costante diversa da zero, laconfigurazione
iniziale avrebbe per torsione che non è funzioneperiodica
di s.L’ integrale
della(34’)
pern==0,
cioè di~==0,
che soddisfa alle condizioniiniziali , -
è manifestamente la stessa costante u, sicchè non ne deriva alcuna
amplificazione
della
perturbazione
iniziale.Si è cos condotti alla conclusione notevole che
(almeno asintoticamente) i
filetti vorticosi di forma circolare sono
completamente
stabili.Dalla
(34’)
risulta ulteriormenteche, rispetto all’ argomento
ipossibili periodi
di vibrazione sonoVa ricordato d’ altra
parte
che il nostro calcolo è statoeseguito
assumendoper unità di
lunghezza
ilraggio
della circonferenza nonperturbata.
Perripas-
sare al
tempo t
e ad un’ unitàgenerica
dilunghezza, rispetto
a cui sia .R ilraggio
dellacirconferenza,
si terràpresente
che è un puro numero, mentre(capitolo IV,
n.°1)
essendo p l’intensità del filetto di dimensioni Dallaprecedente espressione
deipossibili periodi
inti,
si passapertanto
ai veri
periodi Tn,
concernentil’argomento t
dividendo perka =kp ., .
R * Si hapertanto
Il
periodo
fondamentalecorrisponde
adn= 2,
ed èrisultato
questo
che mi sembra suscettibile di verificazionesperimentale.
Per i
grandi
valori di n, iperiodi
variano comez,
n equindi
lepossibili
fre-quenze sono
proporzionali
ad n2.Le soluzioni elementari
(39),
riferite ad unitàgeneriche,
siesplicitano
sottola forma
da cui
apparisce
chel’integrale generale può
ancherisguardarsi
come sovrap-posizione
di ondesemplici, progressive
eregressive, viaggianti
nei due sensilungo
le direttrici(pressochè circolari),
con velocitàmentre le