A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
A NNA M ARIA M ICHELETTI
Perturbazione dello spettro dell’operatore di Laplace, in relazione ad una variazione del campo
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 26, n
o1 (1972), p. 151-169
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DELL’OPERATORE DI LAPLACE, IN RELAZIONE
AD UNA VARIAZIONE DEL CAMPO
ANNA MARIA MICHELETTI
Lo
spettro dell’operatore
diLaplace
relativo ad unaperto
limitatocon dati di Dirichlet nulli
può presentare,
come ènoto,
autovalorimultipli.
È spontaneo
fare lacongettura
cheapplicando
ad D una deformazione arbi- trariamentepiccola
si possa ottenere un nuovoaperto
a cuicorrisponde
unospettro
con autovalori tuttisemplici.
In
questo
lavoro si dà unarisposta
affermativa aquesta congettura.
Malgrado
la suanaturalezza,
non mi risulta chequesto problema
sia statoprecedentemente
trattato, eccetto alcuneosservazioni,
relative aparticolari aperti,
di LIN’CzUN.CI[1].
Nei
paragrafi
1 e 2 richiamo alcuni classici risultati : inparticolare
unteorema di Courant
[2]
sulla continuità dell’n simoautovalore,
considerato co- me funzionedell’aperto
e un teorema di Rellich eNagy [3]
sulla variazionedello
spettro rispetto
allaperturbazione
analitica di una trasformazioneautoaggiunta.
Il
paragrafo
3riguarda l’impostazione
delproblema.
La
perturbazione
del campo conduce a seriedifficoltà~ perché porta
adun mutamento
degli spazi
in cui si opera ; èperciò opportuno
introdurreuna trasformazione che
permetta
di tenere fisso il campoperturbando
invecel’operatore.
Nei successivi
paragrafi
indico come sipuò
spezzare un autovaloremultiplo
epoi
l’intera successionedegli
autovalorimultipli.
--
Pervenuto alla Redazione 1’11 Gennaio 1971.
Lavoro eseguito nell’ ambito del contratto di ricerca n. 115305905177 del C. N R.
Comitato per la matematica.
§
1.Nozioni preliminari relative all,operatore -
4.In
questo primo paragrafo
fissiamo alcune notazioni e richiamiamo alcuni classici risultatiriguardanti l’operatore
diLaplace,
di cui faremo uso inseguito.
Sia Q un
aperto
limitato connesso di1Rm;
indichiamo con.L2 (03A9)
lospazio
delle funzioni reali aquadrato
sommabile definito in Q. PoniamoDate due funzioni u e v, con derivate
prime generalizzate
aquadrato
sommabile in
Q, poniamo
Indichiamo
poi
con la chiusurarispetto
allanorma IL IL,
delsottoinsieme di
.L2 (,~~
delle funzioni con derivateprime
continue e a sup-porto compatto
contenuto in S~. Inoltre indichiamo conHt (S~) (k
intero2 1)
il sottoinsieme di
Ho! (il)
costituito dalle funzioni aventi derivategeneraliz-
zate fino
all’ordine Ic,
aquadrato sammabile,
con la norma abituale.L’operatore
diLaplace,
- L1 diQ,
con condizioni di annullamento alla frontiera sipuò introdurre,
come ènoto,
con laseguente
relazioneRisulta che - 4 é
autoaggiunto,
con inversocompatto ;
il suospettro
è
reale, positivo
e ha+
00 come unicopunto
di accumulazione.Se D è un campo di classe
01+«,
7 il dominio di definizione di - 4 coincide conHo2 (Q)
in base al classico Teorema di Lichtenstein e Friedrichs.Nel
seguito
dovremo introdurre diversiaperti
dipertanto
è oppor- tuno usare il simbolo di -4p
per indicarel’operatore
diLaplace
sopra de-finito,
relativoall’aperto
03A9.Per
gli
autovettori di -AQ
vale ilseguente
TEOREMA:
Supponiamo
chel’aperto
limitato Q connesso sia di classeC2 .
Sia ~, un autovalore di -4p
e p un suo autovettore.Consideriamo sulla frontiera la funzione data dalla derivata di g nella direzione della normale esterna v di continua su
aD
enon si
può
annullare su alcun sottoinsiemeaperto
della frontiera5Q.
L’affermazione
riguardante
la continuità di bennota ;
dimostria-mo l’altra affermazione.
Supponiamo,
’ perassurdo,
’ che la derivata si annulli in tutto unav
insieme
U n aD,
essendo U un intornoaperto
di unpunto xo E 89. Allora,
la funzione che si ottiene
prolungando cp
con valori nulli fuori di Qè,
invirtù
dell’ipotesi a~ ~~
=0,
una soluzionegeneralizzata dell’equazione
-J ==
av
_
Ap.
Il classico teorema diHolmgren (cfr. [4]
v. Teorema5.3.1,
pag.125)
assicura allora che (~J è nulla in un intorno U’ di xo.
D’altra
parte, essendo cp analitica,
come è bennoto,
essa risulta nullasull’aperto
connesso ~3.Nel
seguito
considereremo spessoapplicazioni
dimm
in sè. Persempli-
cità di
notazione,
dataun’applicazione
di1R-
insè,
conviene considerare la sua derivataprima,
seconda eterza, rispettivamente
comeun’applicazione lineare,
bilineare e trilineare definita in ciascunpunto
e introdurre per que- ste le norme consuete. Indichiamo conC3
lospazio
delleapplicazioni
di in sè con derivate
prime, seconde,
e terze inogni punto
e assumia-mo come norma in
C3 (1km) l’espressione
Infine,
dato unaperto
limitato S~ di1R~
di classe Ck con k== 1, 2,
3indichiamo con la
locuzione,
« e intorno di classe Ck di S~ >> l’insiemedegli
Q’ trasformati d D mediante
applicazioni
deltipo
I+
’~P di Ck(1Rm)
conIn
questo
modo abbiamo introdotto unatopologia
nell’insiemedegli aperti
limitati di1Rm
di classe Ck .Indichiamo
gli
autovaloridell’operatore
-4p
mediante la successionenon decrescente in cui
ogni
autovalore èripetuto
tante voltequanto
la sua
molteplicità.
Aquesto punto
è chiaro ilsignifica.to
delseguente
teo-rema di Courant
[21.
TEOREMA
(1).
autovalore di -4p
è funzione continua del dominio S~ nellatopologia
di classe Ck(k
>1).
t1) v.
[2],
pag. 423.§
2.Richiami sulla
teoria delleperturbazioni
analitiche.Ricordiamo ora un Teorema dovuto a Rellich e
Nagy
TEOREMA
(A) :
Sia una serie dove i coefficiehtiCk (k
=1, 2, ...)
sonoapplicazioni autoaggiunte
di unospazio
di Hilbert H aventi lo stesso dominio9D
dellaapplicazione
« nonperturbata
»autoag- giunta ~o .
Inoltre
supponiamo
che esistano i numeri realipositivi
l!~ e r tali cheper
ogni f
di9D
eper k = 1, 2,
...La serie data converge,
per ( r2
allasomma C
,u.Sia lo
unpunto
isolato dellospettro
a(reo)
diZo
eAo
sia un autova-lore di
molteplicità
m. ~T sia un intervalloaperto
limitato tale cheli n
a(IUO)
=i AO) -
Allora
esistono, per i opportunamente piccolo, in
valori reali(che
possono esserc non tutti distinti tra
loro)
elementi di H
tali che a
CC (~C))
n U è dato da un numero finito diautovalori,
i valori di.stinti
dei Ai (p),
lamolteplicità
di ognuno deiquali
è indicata dal numerodei valori coincidenti e
gli
peri = 1,..,
m costituiscono un sistema ortonormale dellospazio degli
autovettoricorrispondenti
aquesti
autovalori.Le
seguenti
dueproposizioni
sono contenute nella dimostrazione del Teorema di Rellich eNagy;
tuttavia per i nostriscopi
èopportuno
metterlein evidenza.
PROPOSIZIONE 1. Sia
un’applicazione
che soddisfa leipotesi
delTeorema A,
siaÀ i
a un numero reale e sia I- d, ~ + d ]
un in-torno di A tale che o n I = ~ .
Allora abbastanza
piccolo,
esiste una funzione d(,u)
che tende ad per
,u --~ 0,
tale che t’intervalloÂ
- d(,u), ~, +
à(p) [
non contienepunti
dello
spettro di re
PROPOSIZIONE 2. Se
valgono
leipotesi
del Teorema(A)
e se le solu-zioni
dell’equazione
secolare(2)
è una base ortonormale
dell’autospazio
9 non sono tutteuguali,
alloragli autovalori Àj () (,u),
la cui esistenza ègarantita
dalla tesi del Teorema(~~),
non sono tuttiuguali
per p~
0 e abbastanzapiccolo.
Se inparticolare
le soluzioni della nostra
equazione
secolare sono tuttesemplici,
alloragli autovalori Ai
sono tuttisemplici
O e abbastanzapiccolo.
Inoltre conviene fare la
seguente osservazione, che,
è una ovvia con-seguenza del Teorema di Rellich e
Nagy :
Sia ... ,
Àr)
un insieme finito dipunti
isolati dellospettro
a di~co
dove iÀi
sono autovalorisemplici
peri =1, ... ,
r. Sianogli Ui
inter-valli
aperti limitati,
con chiusuradisgiunta
tali cheui n 9
=Ai
Allora esiste c5 > 0 tale che per dove l’auto valore
Ai
èsemplice.
1 1
§
3.Impostazione
delproblema.
Premettiamo alcuni lemmi :
LEMMA 1. Sia .~
un’applicazione
di classe C k conk ~> 1
di in sè tale chei)
ii)
esiste .~~
1 taleche,
perogni ~
diAllora
F applicazione
F è invertibile ed cheè ancora
di classe Ckpotrà
essererappresentata
con1-~- ~.
Questo
enunciato si dimostra facilmente col metodo delle contrazioni LEMMA 2. Sia Q unaperto
limitato di classe G’k 1 di e sia Fun’applicazione
di classe Ck che soddisfa le condizioni del lemma 1.Allora
i)
l’insiemeaperto Q~ = F (Q)
è di classe Ckii) L’applicazione di L 2 (D1)
inL2 (Q),
cos definita(2) Notiamo che Inequazione secolare non dipende dalla scelta della base ortonormale.
dove J è lo
jacobano
diF(3), è
un isomorfismo che conserva ilprodotto
scalare. Inoltre y subordina un isomorfismo
topologico
di.~ó (Di)
suHO (Q)
per 1= 192,...,k- l.
La dimostrazione dell’affermazione
i)
è un’ovvia conseguenza del Teorema dicomposizione
delleapplicazioni
differenziabili. Il fatto che y conservi ilprodotto
scalare segue subito dalla relazionePoichè F è di classe Ck e
~J
di classeC k-1,
dalla validità delleregole
di derivazione anche per la derivazione in senso
generalizzato,
seguono facil- mente le altre affermazioni.LEMMA 3. Siano X e Y due
spazi
di Hilbert e G sia unoperatore autoaggiunto
inX,
con dominio di definizione(D. Allora,
se r è an isomor-fismo di X in Y che conserva il
prodotto scalare,
la relazione(i)
definisce in modo unico un
operatore
di Y in sè avente come dominiodi definizione
1’ (~D) ; Gi è autoaggiunto
e i dueoperatori
G eG,
sono «
spettralmente equivalenti »
nel senso che G e6~
hanno lo stessospettro
eproiettori spettrali
che sicorrispondono
secondo lalegge (i),
inparticolare
hannogli
stessi autovalori con la stessamolteplicità.
La
prima parte
dell’enunciato segue subito dalla relazione(i).
Il fattoche Gi
èautoaggiunto
si ottiene direttamente dalla definizione dioperatore autoaggiunto,
tenendopresente
leproprietà
di r. Il resto si verifica facilmente.Applicando
il lemma3, l’operatore
- diLz (Di)
insè,
mediante latrasformazione y di
L2 (S~1)
in.L2
introdotta tel lemma 2, viene mutato in unoperatore autoaggiunto
T di.L~ (Q)
insè,
avente come dominio didefinizione il
trasformato, mediante y,
del dominio di definizione di -z~.
Prendiamo di classe
C3
sial’aperto Q
chel’applicazione F = I +
03C8e
quest’ultima
sempre soddisfacente leipotesi
del lemma 1. Allora il dominiodi definizione di -
4p,,
essendo di classeC3,
coincide con.go (~i).
D’altra
parte,
per il lemma3 y (H02 (Di))
=H02 (Q), pertanto
il dominiodi definizione di T coincide con
H . 2
Procediamo ora al calcolo
esplicito dell’operatore
T.Conviene osservare
che,
per leipotesi
su y e per la definizione diT,
vale la relazione
(3) Si noti che nelle nostre ipotesi lo Jacobiano è positivo
D’altra
parte,
la forma bilineare((y))~
cheesprime
ilprodotto
scalareusuale in
H01 (03A91),
mediantel’applicazione
2,, si muta in una forma bilinearesu
Ho 1 (D)
x che indicheremo con(5.
~ ,-
si ha
Poniamo :
Allora si ha
Poniamo
l’aggiunto
formale diquesto operatore
èAllora si
ha,
da(1), (2), (3), (4), (5)
Per
poter applicare
il Teorema di Rellich eNagy
sullaperturbazione
analitica è necessario introdurre un diffeomorfismo di
’Rm
in sédipendente
da un
parumetro
i. Sostituiamodunque
nei lemmiprecedenti
ey inluogo
di ’~P, essendo sempre
un’applicazione
di classeC3
nulla fuori di uncompatto (4).
Il lemma 1 si
applicherà
per el’applicazione
inversa
dell’applicazione F
= I+
eti, sarà deltipo
I+
Ex.Indicheremo con
T (8) l’operéltore,
definito come nel lemma3,
in corri-spondenza dell’operatore
- di.~2
in sé edell’operatore y
introdottonel lemma 2 dove F = I
+
ey.Anzitutto è chiaro che per
ogni
valore di econ |E | I ;,
il dominio didefinizione di
T (e)
è sempreHo 2 (S~)
e T(e)
èspettralmente equivalente
acon F
(Q).
Vogliamo
ora dimostrare che T(e)
soddisfa leipotesi
del Teorema di Rellich eNagy.
Prima osserviamo che LEMMA 4. Le funzioni
(intese
come funzionidi ~
e di e)sono elementi di C’
(il)
chedipendono
analiticamente da Eper i e i 7
einoltre
(4) La scelta di una condizione di questo tipo è dovuta a ragioni di comodità, in realtà la 03C8 potrebbe essere non nulla su tutto
1Rm,
ma tale cheIL
03C8 (03BE)1103
-L.Dal lemma 1 con ovvi calcoli si ha che lo
jacobiano
J di F = I-~-
ey è unpolinomio
in e digrado
m, i cui coefficienti sono in02 (D)
dove am =
1,
= div V).Allora J è una funzione analitica
rispetto
ad e, per valori in01 (Q)-
Poiché
l’applicazione
di insé, f-->1 f
2 è analitico in un oppor-tuno intorno di
ogni
funzionefo
che non si annullasu Q,
dal Teorema dicomposizione
delle funzionianalitiche,
si ha subitoche 1/j
i è una funzioneanalitica
rispetto
ad 8 per18B
a valori in C’(D).
Dal lemma(1)
segueche
dove è
l’aggiunto dell’elemento aij
di J. Daqueste uguaglianze,
dalleconsiderazioni
precedenti
e dal fatto che la somma e ilprodotto
di funzioni analitiche in uno stessopunto
è ancora una funzioneanalitica,
si ottienefacilmente l’analiticità di
~~s
eKe.
Con ovvi calcoli seguono le altre affer- mazioni.Poniamo ora, con il nuovo
significato
attribuito adSes
e age
Vediamo ora che vale il
LEMMA 5.
L’operatore autoaggiunto T(e)
diL2 (il),
con dominio di de- finizioneper I 8 i C E, dipende
analiticamente da e come elemento di2 (Hl (D), L2 (Q)).
Con fa~cili calcoli da
(7)
si hadove
Dal lemma 4 segue immediatamente che B è un elemento di CO
(S~)
che
dipende
analiticamente da eper i e ) i 7.
Allora si hadove è :
Da
(9)
si haPer Fanaliticità di B e
per I ê I ~
esistono L]
O e r > O tali chpDa
(10), (11)
e dalla continuità delle immersioni diH,2 (Q)
eHj (D)
inL2 ( ~)
si ha l’esistenza tali cheDal lemma 5 e dalla continuità di segue che
T (E)
soddisfa leipotesi
del Teorema A.§
4.Spezzainento
di unautovalore multiplo.
Da,l lemma 3
sappiamo
chegli operatori T (E)
e(-
hannogli
stessiautovalori con la stessa
molteplicità
e dal lemma 5sappiamo
che1’operatore
T (8)
cheperturba l’operatore 2013J~
soddisfa, leipotesi
del teorema A.Sia 20
un auto valore di(-
dimolteplicità S > 1, vogliamo
vederequando
perl’operatore
T(8)
e per l’autovaloreAo valgono
leipotesi
della pro-posizione
2. PoichéT (8)
soddisfa leipotesi
del teorema A è chiaro che basta verificarequando
ha radici non tutte coincidentil’equazione
secolaredella matrice
quadrata
di ordine S i cui elementi sonodove
(w1, ... , w~~
è un sistema ortonormaledell’autospazio
diAo.
Aquesto punto
conviene dare a una formapiù esplicita.
Ricordando, dal § 3,
la definizione diT,
si ha :calcoliamo ora ricordando
che,
perquanto
detto nel lemma2,
il è unaperto
limitato di classe Ck conK > 3
11. Annali della Scuola Norm. Sup, di PiBa,
Con v si indica il versore della normale esterna alla frontiera di ,~. Tenendo
presente
che(- (a)i) = lo
coi e che le funzioni coi si annul.lano su 5D si ha
Indicando con 03C8v, la
componente di 03C8 rispetto
alla normale esterna di 5D e ricordando cheda cui
si ottiene
Quindi
Notiamo che
l’espressione
è
proporzionale
alla derivata direzionale di coj nella direzione delvettore 03C8 ;
nel caso in
cui y
siatangenziale
alla frontiera5D poiché wj
è nulla su75~, questa espressione
è nulla.Peiciò in
questo
caso = 0. Nel casogenerale, decomponiamo y (~)
nella sua
componente
a(03BE) v rispetto
alla normale esterna nelpunto f
allafrontiera di
Q,
e nella suacomponente rispetto
allatangente
nelpunto ~
a
Tenendo
presente
che su5D grad
si ottieneCome era da
prevedersi
il valore diu ii
è espresso da unintegrale
esteso soltanto alla frontiera.
Ora occorre vedere se esistono funzioni in
C3
per cuil’equazione
secolare della matrice
11... ha
radici non tutte coincidenti.LEMMA 6. Sia
Åo
autovaloredell’opera,tore AD
allora esiste un sottoin- sierrie vuoto8).0
diC3
i cui elementi agodono
dellaproprietà
chel’equazione
secolare della matriceha radici non tutte coincidenti. ,
Si noti che
lyequazione
secolare della matrice(,u~~)
èindipendente
dallascelta del sistema ortonormale
dell’autospazio
diAo .
La dimostrazione è basata su
questa
ovvia osservazione : una matrice sim- metrica ha antovalori tuttiuguali
se solo se è deltipo QI
con Q costante.Sia 9 ... un sistema ortonormale
dell’autospazio
diAO, prendiamo
a in
C3 (1 ),
tale che per almeno unacoppia
di indicii, j
E(1, ... , s~ con i # j
si abbia
ju,, =~
0.uesto
èpossibile
"Perché
p è una funzione continua su 8,-Q ar arche non è identicamente nulla su infatti è il
prodotto
di due funzioni continue che non si annullano su alcun sottoinsiemeaperto
di 2D in baseal teorema di unicità richiamato
nel §
1.Allora,
tenendopresente
l’osservazioneiniziale,
la matrice simmetrica i cui elementi sonoha autovalori non tutti
uguali, quindi 8Âo
è non vuoto.Indichiamo con 03C8 una funzione di
C3
a valori in tale che ]acomponente di 03C8 rispetto
alla normale esternaaQ
siaproprio a.È
chiaroche si
può prolungare 03C8
su tutto1RIn
in modo che il suoprolungamento
indicato ancora con 03C8 sia ancora di classe
e 3
ed abbiasupporto compatto.
In
questo
modo facciamo siche,
perl’applicazione T (B)
e per l’auto- valoreAo
di -4p valgano
leipotesi
dellaproposizione
2. Allora si ha lospezzamento
dell’autovaloreAo
9 cioè si ottiene :TEOREMA B : Sia S~
aperto
limitato di classeC3
di1Rm.
SiaÅo
unautovalore
dell’operatore -4w
dimolteplicità s
> 1 sia U un intervalloaperto
limitato tale che U fl a(-
_IAOI.
Allora
esistono,
unafunzione V)
di classeC3,
asupporto compatto,
edun numero
positivo Eo
taliche, posto e F(B)(Q)=Q1;
per
o(2013~)n~7
è data da un numero finito di autovalori distinti1
dove i>
1 e ognuno diquesti
autovalori hamoltepli-
i
1 e minore
di s ; inoltre 03A3sj
--- s.j=1
§
5.Spezzamento
di i tuttigli
i autovalori.Ora ci
proponiamo
di trovare un dominioQ*,
arbitrariamente vicino aldominio
tale che -4p*
abbia autovalori tuttisemplici.
Il metodo consiste
principalmente nell’applicare ripetutamente
il proce- dimento introdotto nelparagrafo precedente spezzando ogni
volta ilpiù piccolo
autovaloremultiplo.
Co~ninciamo enunciando il
LEMMA 7. Sia S~ un
aperto
limitato di classeC3
di e sia unasuccessione di numeri reali
positivi.
Allora esistonoi)
una successione di difieomorfismi diclassee 3
di1R m
in séii)
una successione di sottoinsiemiaperti
limitati di classeC3
di1R m,
conil = £20
iii)
una successione non decrescente di interipositivi
chetende a
+
oo.vi)
una successione di intervalliaperti
limitati( ~~~7z E N+
con chiusurea due a due
disgiunte
tali chec)
-AD.
ha iprimi bn
autovalori= 1, ..., bn semplici
e taliche
per i =1,
... ,Se -
4w
nonpresenta
autovalorimultipli
la tesi risultabanale ;
incaso contrario siano
~,1 ... AD
tutti autovalorisemplici
e ilprimo
autovalore
multiplo,
dimolteplicità
s. Fissiamo perogni ~,~
con i= 1,
...,bo
un intervallo
aperto
limitatoUi contenente03BBi03A9
e un intervalloaperto
limi-tato W
contenente Abo+1
9 in modo tale che le intersezionidegli
insiemiÚi
e W siano a due a duedisgiunte.
Sia1~’~ (e)
un diffeomorfismo di classe C3 di1R m
insé,
che soddisfa le condizioni del Teorema B e tale chePoniamo
F1 (e) (S~).
Allora per il TeoremaB,
per l’osservazione eper le
proposizioni (1)
e(2) del § 2
si hache, per i E i opportunamente piccolo.
a(-
nUi = (A"1 per i =1, ... , bo
e l’autovaloresuccessivo Â+1
è contenuto nell’intervallo ~ ed è
semplice
oppure dimolteplicità
s.Dopo
diche,
seS~1
non ha autovalori tuttisemplici,
siriapplica
adDi
ilprocedimento
ora indicato perQ,
tenendopresente
chegli
intervalliU1 ,
... ,Ubo
restano fissati comeprima.
In
generale,
siprocede
per induzione.Supponiamo che,
incorrispondenza
dall’interok,
si sia fissato un do- minio unintero bk
ed unafamiglia
di intervalliaperti
limitati conchiusure a due a due
disgiunte
tali chegli
autovaloriÂ.1,..., 2 Abk
sono sem-plici
e contenuti neirispettivi
intervalli~i , ,.. ?
e l’autovalore èmultiplo. Scegliamo
un intervalloaperto
limitato W contenente conchiusura
disgiunta
daiprecedenti.
Scegliamo
allora tale che soddisfi le condizioni del Teorema Brispetto
a e inoltre siaPoniamo
(Q~).
Possiamoprendere
tale che iprimi bk
autovalori di siano ancora
semplici
e contenuti neirispettivi
inter-valli
U~ , ... , Ubk .
Sono
possibili questi
casi :a)
tuttigli
autovalori di sonosemplici ;
inquesto
caso la con-clusione è banale
b)
ha ancora un autovaloremultiplo ;
allora ilprocedimento
indicato viene
ripetuto dopo
aver scelto intervalliaperti
limitatidisgiunti
che isolino
gli
eventuali autovalorisemplici
di indice imaggiore
dib~
e minore dell’indice delprimo
autovaloremultiplo.
Sia Q un
aperto
limitato di classeC3
dimm
e sia(rnin
una suc-cessione di numeri
positivi
dove 0 r12013 possiamo
cousiderare la suc-7
cessione di
aperti
limitati di classeC3
di e la successione diapplicazioni
di classeC3
di1Rm
insè,
introdotte col lemma 7 incorrispondenza
Se
supponiamo
, i termini della successione sonole
immagini
mediante leapplicazioni 9,,.
Per comodità di scrittura
poniamo
Dalla definizione di
Jn
si hae dal lemma 7
sappiamo
cheVediamo ora che la successione converge in
Per dimostrare
questo
occorre evidentemente valutare per lc= 1, 2,
3la differenza
Il
passaggio
essenziale è valutarequesta espressione
per = 1. Dalla for- mula(12)
è chiaro che si devemaggiorare
Le formule di derivazione successiva di una funzione
composta
nelcaso di
applicazioni
traspazi
di Banach(in particolare 1Rm)
dannoluogo
a calcoli
ingombranti,
tuttavia nel nostro caso basta notare chevalgono
lestesse
maggiorazioni
che si otterrebbero formalmente per funzioni reali diuna sola variabile. Esattamente
Da
(12), (13)
e(14)
sidimostra,
perinduzione,
cheAllora da
(12), (13), ( 14)
e da(15)
si ottiene con una dimostrazione per induzioneQuindi
Allora si ha
LEMMA 8. Nelle
ipotesi
del lemma 7, con o,, = rn dove 0r i
7 9la
successione 1
converge inC3
ad un elementoche indichiamo - I.
Ogni applicazione 9~
cos costituita soddisfa alladisuguaglianza
essendo g una costante.
Vogliamo
ora dimostrare chel’aperto
S~~ == ha autovalori tuttisemplici.
Le
applicazioni y*
1 sono tali che per n ---> o0Allora per il lemma 1
esiste,
per nopportunamente grande l’applica-
zione inversa
~n 1 ~
, che indichiamo conI -E- Gn .
È
ovvio cheper i =1, 2~ 3 Gn 1103-+
O per n --~+
00, eche,
I+ Gn
trasforma Q* in
Qn.
Sia la successiva
degli
autovalori di- 4p*
doveogni
autova-lore è
ripetuto
tante voltequant’è
la suamolteplicità.
Procedendo per assurdo sia
A*
ilprimo
autovaloremultiplo
di -Quindi ~T
=~, +1=
...= ~ +~z_1
dove m è lamolteplicità
diDal lemma 7 per n abbastanza
grande,
- ha i auto-valori
semplici
eappartenenti rispettivamente agli
intervalliaperti
limitatiU1..· Ui+1
e mentregli
altri autovalori sono sempre a destra diD’altra
parte
per il Teorema di Courant citato nelparagrafo 1,
l’auto-valore di -
4p~
tende a2t
per n-~ -~
ao,quindi Âf
EU~
e l’autova-lore
(l +
di - tende aAl+,
per n--->
oo,quindi 03BBi+1
EUi+i
equesto
èassurdo, poiché,
percostruzione, gli Ui
per i= l,..., l + 1
hannochiusure a due a due
disgiunte.
Concludendo si ha :
TEOREMA C. Sia S~
aperto
limitato di di classeC3.
Allora inogni
e intorno di classe
C3
di Q esiste unaperto
S~~ tale che -L1.Q*
ha autova- lori tuttisemplici.
Únwera2tà
BIBLIOGRAFIA
[1]
LIN’CZUN-CI - Perturbation of solutions and perturbation of eigenvalue and eigenfunctions of seoond-order elliptic equations when there is perturbation of the boundary. Soviet Mathematics vol. 5, Nov. n. 3, pag. 1018.[2]
COURANT and HILBERT - Methods of Mathematical Physics. Vol. I, Interscience, New York[3]
Sz. NAGY - Perturbations des transformations autoadjointes dans l’espace de Hilbert. Com-mentarii Math. Helv. 19 (1946-47) pag. 347-366.