R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
A NTONIO A MBROSETTI
Proprietà spettrali di certi operatori lineari non compatti
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 42 (1969), p. 189-200
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NON COMPATTI ANTONIO AMBROSETTI
*)
Scopo principale
di questo lavoro è di studiare leproprietà spet-
trali delle a-contrazioni lineari.Le
a-contrazioni,
introdotte da G.Darbo l),
sono trasformazioni continue di unospazio
di Banach insè,
chegeneralizzano
siagli
ope- ratoricompletamente
continui(compatti)
sia le contrazioni ordinarie.In
particolare
adogni
a-contrazione T sipuò
associare un numerohT ,
detto modulo di
T,
ilquale
è zero se e solo se T ècompletamente
continuo.
Ora,
nel casolineare,
è noto cheun’applicazione
compatta ha lospettro
formato dapunti
il cui unico(eventuale)
punto di accumulazio-ne è lo zero.
Generalizzando tale
risultato,
sarà dimostrato in questolavoro,
che lo spettro di una oc-contrazione lineare T non hapunti
di accumulazione nell’insieme{ ~ : ~ E ~ , ~ ~ ~ > hT }.
Inoltre ipunti
dello spettro che sono in tale insieme sono tutti autovalori di «tipo
finito ». Come conseguen-za verrà
poi
dimostrato che T sipuò esprimere
comeT = U -~- V,
doveU è di dimensione finita e V è tale che una sua opportuna potenza è
una contrazione
(anzi,
la norma dellospazio
di Banachpuò
essere so-stituita con una
equivalente,
in modoche, rispetto
aquest’ultima,
V*) Lavoro eseguito nell’ambito dei Gruppi di Ricerca Matematica del C.N.R.
Indirizzo dell’A.: Istituto di Matematica Applicata, via Marzolo, 9, 35100 - Padova.
1) Cfr. G. Darbo, Punti uniti in trasformazioni a codominio non compatto, Rend. Sem. Mat. Univ. Padova, (1955), XXIV.
stessa sia una
contrazione).
Si f,arà inoltre vedere che il carattere trattivo di unoperatore
in unospazio
di Banachdipende
dalla normae non solo dalla
topologia
dellospazio.
Usando
questi risultati,
si trovano infine alcuneproprietà
dellospettro
di ungenerico
operatore lineare e continuo.Desidero
ringraziare
Giovanni Prodi pergli
utilicolloqui
con luiavuti
sull’argomento.
l. Sia B uno
spazio
diBanach;
con2(B)
indicheremo ~lo-spazio
di Banach delle
applicazioni
lineari e continue di B insè,
con la nor-ma usuale.
Se indicheremo con
a(T)
lospettro
di T e conp(T)
l’in-sieme
risolvente;
con rT indicheremo ilraggio spettrale
diT,
cioèrT = sup
i i ~ 1 : ~E1(T)};
conR(À; T)
indicheremo la funzione risol- vente(definita
inp(T)),
cioèR(À; T)= (~,I -T)-1.
Per comodità del lettore e per rendere il
più
autosufficiente pos- sibilequesto lavoro,
daremo ora alcune definizioni ed enunceremo al-cune
proposizioni
che saranno usate nelseguito:
tra di esse certe sonodi facile
dimostrazione,
mentre per le altre si rimanda a1)
e alla relativabibliografia.
1. DEFINIZIONE. Sia X un insieme limitato contenuto in
B;
indi- cheremo cona(X),
l’estremoinferiore
dei numeripositivi
F- per iquali
è
possibile decomporre
l’insieme X nell’unione di un numerofinito
diparti
di diametroinferiore
ad ~.2. PROPOSIZIONE. Sono vere le
seguenti proprietà:
a)
se X ed Y sono insiemi limitati di B ed èX C Y,
allorab)
X è relativamente compatto se e solo sea(X)=O;
c)
se X ed Y sono insiemi limitati diB,
indicato con X -E- Y l’insieme{ x -I- y : x E X, y E Y },
allora3. DEFINIZIONE. Chiameremo a~-contrazione una
trasformazione
continua T di B in
sè,
tale che:a) ogni
insieme limitato di B ètrasformato
dalla T in un insiemelimitato;
b)
esiste un numero nonnegativo h,
minore di1,
tale che perogni
insieme limitato X c B si abbia:L’estremo inferiore
degli
h per cui sussiste la(1) qualunque
sial’insieme limitato
X,
sarà detto modulo dell’a-contrazioneT,
e sarà in- dicato conhT .
Osserviamo
esplicitamente
che: un operatore T ècompletamente
continuo se e solo se è una a,-contrazione con hT= 0.
4. PROPOSIZIONE. Sono vere le
seguenti proprietà:
a)
se U e V sono due a-contrazioni in unospazio
di BanachB,
allora anche T=UoV è tale ehr:5hu.hv;
b)
se T è una a-contrazione in B di modulohT
e À è un numerocomplesso
taleche I À hT 1,
allora ÀT è unaa-contrazione;
c)
se U è una a-contrazione lineare in B e V è unatrasforma-
zione lineare e continua
(sempre
inB) con V ~ ~
_ 1, allora U oV è una a-contrazione ehuov:5hu;
d)
se U èun’applicazione completamente
continua e V è unaa-contrazione
(ambedue
sullospazio B),
allora U + V è una a-contra- zione.2.
Vogliamo
dimostrare che lospettro
di una a-contrazione li-neare T ha fuori del
} (con s arbitrario)
solo un numero finito dipunti.
Questo risultato saràraggiunto
inpiù tappe,
attraverso la dimostrazione di alcuni Lemmi.5. LEMMA. Sia T una a-contrazione lineare in B in
sè;
nell’insie-me
lÀ i ~!-- 1 } gli
autovalori di T sono alpiù
in numerofinito.
DIMOSTRA,ZIONE. Se per assurdo ciò non fosse vero,
poichè gli
autovalori sono contenuti nello spettro di
a(T)
che è compatto, ci sareb- be una successione{ ~,n } di
autovalori di T tuttidistinti,
e con:1 n i ~2:
1.Sia xn una autosoluzione associata a
Àn.
Indichiamo con An lospazio
generato da xl , ..., x,,, cioè
An =
sp{ xi ,
...,xn }.
An è unsottospazio
chiuso di
B; inoltre, poichè gli
autovalori ...,Àn
sono tuttidistinti,
An è
propriamente
contenuto in Allora per un notoTeorema 2),
èpossibile
trovare una successione( yn
chegode
delleseguenti proprietà:
Dunque
il vettore yn è della forma clxl -E- ... -f- cnxn ,cosicchè,
perogni
intero
v >_ 1,
si ha che:Inoltre,
se n > m risulta:e
quindi:
Ora,
fissatoó C 1,
sia v un vero numero tale che ove2 T
si è indicata con S la sfera unitaria dello
spazio
di Banach B. Detta Y la successione}
si ha che Y c S equindi
chea(Y)::5a(S).
D’altra parte,poichè
T è unaa-contrazione,
risulta:Da ciò segue
l’assurdo, perchè,
per la(2),
deve essere6. LEMMA. Sia T una a-contrazione lineare di B in sè e 1 un nu- mero
complesso
taleche I À, >
1. Sia{ yn }
una successione appartenentea
Im(~,I -T)
e convergente ad y. Perogni
indice n indichiamo con xn unqualunque
elemento di Bsoddisfacente
aÀxn - T(xn)
= Yn, esupponiamo
che la successione
{ xn }
sia limitata. Allora da essa èpossibile
estrarreuna sottosuccessione convergente.
Detto,
pertanto, x il limite d questa, si avrà:~,x - T (x) = y.
2) Cfr., ad esempio, Dunford-Schwartz, Linear Operators, pag. 578.
DIMOSTRAZIONE. Indichiamo con X la successione
{ xn }
e con Y la successione{ yn } .
Peripotesi
si ha:qualunque
sial’elemento Quindi si
può
scrivere:Ora, poichè Y = { yn }
è una successione convergente, si ha cheQuindi,
per leProposizioni
2-b e 2-c e per la(3)
si ha:Infine,
dato che T è una a-contrazione e ricordato che111 ~: 1,
ri-sulta :
da cui
«(X) = 0, perchè
hT è minore di uno. Saràperciò possibile
estrar-re da
X = { xn }
una sottosuccessione convergente: Poichè inol-tre T è
continua,
si h~a:(~,I - T )x = y;
Q.E.D.t
opportuno
a questo punto notareesplicitamente
alcune conse-guenze del
precedente
Lemma.7. COROLLARIO. Sia T una a-contrazione lineare di B in sè. Se À
non è un autovalore di
T, con 111 >_ 1,
allora è chiuso.DIMOSTRAZIONE. Sia
(yn) }
una successione diIm(lI - T),
conyn 2013> y. Indichiamo ancora con xn un elemento di B tale che
T(xn)
== yn . Se
{ xn }
èillimitata,
si consideri perogni
indice nsi ha oltre a Si ha che
~ ~
tende a zero;allora,
per il Lemma 6 esiste unoz E B,
tale chee
Ma i
equindi
1 è un autovalore perT;
e questo è assurdo.
Dunque { xn }
èlimitata,
e la conclusione segue dal Lemma6;
Q.E.D.8. COROLLARIO. Se T è una a-contrazione lineare di B in sè e À.
non è un autovalore di
T,
con!XÌ>:1,
allora(definito su
Im(~,I -T))
èun’applicazione
lineare e continua9. LEMMA. Se
Àn
--~ ~, e À non è un autovalore della a-contrazionecon I)." > 1,
allora la successione an=i (ÀnI -
-T)-1 IL
è limitata.DIMOSTRAZIONE. Per la definizione di norma di un
operatore,
si hache,
fissato6>o,
perogni
n, esiste un yn ,con i Yn IL
=1, taleche,
posto xn=R(Àn ; T)yn ,
si ha:Se,
perassurdo, { a,2 }
non fosselimitata,
sipotrebbe
estrarre dalla{ xn
unasottosuccessione,
taleche il Xn IL
~ 00.Poniamo e x.
lI-lYn .
Risulta:Si ha inoltre Poniamo
Per il Lemma 6 è allora
possibile
trovare in B un elemento v tale cheVn-+V’ e che
Àv- T(v) =0. Ma i v 11=1;
da ciò seguel’assurdo, perchè
per
ipotesi
~, non è un autovalore diT;
Q.E.D.10. LEMMA. Sia T una a-contrazione lineare di B in sè. Nel do- minio
{~ : ~ E (t, I ~ >_ 1 } l’insieme degli
autovalori coincide con lo spet-tro di T.
DIMOSTRAZIONE
~).
Nel dominio{~:!~~C, ~~1}
indichiamocon 1: l’insieme
complementare degli autovalori; poniamo
1:’ = 1:n p(T)
e 2:" la parte restante. Si Il Lemma sarà dimostrato
non appena si farà vedere che £"=0. Allo scopo cominciamo coll’os-
servare che 1: è un insieme aperto
(nella topologia relativa)
e connesso,perchè gli
autovalori sono, nel dominioconsiderato,
in numero finito(Lemma 5).
Allora anche 1:’ è aperto. Ne segueche,
se E" fosse nonvuoto, esisterebbe almeno un punto che sarebbe punto di accumu- lazione di
punti
di E’. Sia{ ~,n }
la successione tale cheÀn -+ À,
con3) Questo Lemma, oltre al Teorema 12, era contenuto nella tesi di Laurea - di E. Pillinini - Univ. di Trieste, 1963.
Per il Lemma
9,
la successione11 (Àr,I - T) -1 ~ I
è limitata:Allora,
fissatoS=M-1,
nell’intorno di centro ~, eraggio
6 cadealmeno un
~,n ,
con e si ha:Ciò
implica,
com’è noto, che ~, è un puntoregolare,
equesto
èassurdo;
Q.E.D.
Siamo ora in
grado
di dimostrare il Teorema voluto.11. TEOREMA. Sia T una a-contrazione lineare di B in sè. Allora,
a(T)
n{0161 : 0160E (~, I 0160 > 1 } è
un insiemefinito.
DIMOSTRAZIONE. La dimostrazione discende dal Lemma 5 e dal Lemma 10; Q.E.D.
Il Teorema 11
può
esseremigliorato:
12. TEOREMA. Sia T una a-contrazione lineare di B in sè.
è un numero arbitrario
positivo,
allora(j(T)
fl}
è un insieme
finito.
DIMOSTRAZIONE. Basta osservare
che, qualunque
la tra-sformazione è ancora una a-contrazione lineare
(vedi
Pro--posizione 4-b);
Q.E.D.Val la pena di osservare che se T è un operatore compatto, si ha
e
quindi
che il Teorema 12comprende
come casoparticolare
i noti risultati sullo spettro di un operatore compatto.
Infine, poichè
risulta~(Tn) _ (~(T))n,
perogni
interopositivo
n,si
può
ulteriormentegeneralizzare
il Teorema 12 con il seguente:13. TEOREMA. Tutte le conclusioni del Teorema 12 sono ancora
valide non appena si ha che fin è una a-contrazione lineare per
qualche
intero n
positivo.
Diamo ora un Teorema
che,
oltre adesprimere
unaproprietà
delleoc-contrazioni
lineari,
ci indica che ipunti
dic(T)
che sono esterni alcerchio
{~: ~ E (t; I ~ 1 }
sono di« tipo
f inito » : laquestione
saràanalizzata nei
dettagli
nelparagrafo seguente.
14. TEOREMA. Sia T una a-contrazione lineare di B in sè. Detto M il nucleo
dell’applicazione
I - T : M = Ker(I - T),
si ha che M è didimensione
finita.
DIMOSTRAZIONE. Sia X un insieme limitato di M. Si ha che X
=T(X).
Poichè T è unaa-contrazione,
risulta:con
hT
minore di uno. Quindia(X) = 0;
da ciò segue laconclusione, perchè
X èarbitrario;
Q.E.D.3. Nel
paragrafo precedente
abbiamo dimostrato che ipunti
~,di
a(T)
soddisfacenti a>
1 sono alpiù
in numerofinito, nell’ipotesi
che T sia una a-contrazione lineare. Siano essi in numero di n e indi- chiamoli con ...,
,n .
Con yk indichiamo una circonferenza di centro~,k
eraggio
tale da non contenere nel suo interno altripunti
di indichiamo infine conPk=P(Àk)
laproiezione R(~; T)d~.
Yk
Vogliamo
ora analizzarequali
conseguenze hanno sulla T leproprietà spettrali
viste inprecedenza.
Cominceremo col dimostrare un Lemma:15. LEMMA. Per
ogni
indice k(1 k n)
laproiezione
Pk è unaa-contrazione lineare.
DIMOSTRAZIONE.
Supponiamo dapprima
cheL’operatore
Pk con opportune trasformazioni
4)
sipuò
scrivere nel seguente modo:Indichiamo con Ek
l’operator
si ha dun-4) Cfr., ad esempio, Riesz-Nagy, Leçons d’Analyse fonctionnelle, pag. 409.
que: Pk=ToEk. T ed Ek commutano e
quindi,
perogni
intero po-sitivo,
si ha:Pk=Pm=TmoEm.
Una verifica materiale porge che Si ha allora:max il R(~; T) jj
ove si è indicato con Sk ilraggio
di yk . Da ciò si dedu-ce che esiste un m tale
che j) E~ )~1.
Ricordando le
proposizioni
4-a e 4-c sipuò
allora concludere che Pk è una a-contrazione lineare.Passiamo ora a considerare il caso in
cui ~ I Àk
=1.Sia ~
un numerocomplesso
soddisfacente a:1 ~ hT 1.
Per laProposizione 4-b, ~T
èancora una a-contrazione
lineare;
inoltre si ha:ove il
raggio sk
di yk è stato preso minore di1 -I g i -I. Ripetendo
orai
ragionamenti
fatti nel casoprecedente,
si hache,
indicata con Ek latrasformazione risulta:
È perciò possibile
trovare un m tale cherisulti ~ E~ ))~1; poichè (vedi Proposizione 4-a) { ~T }m
è unaa-contrazione,
sipuò
anche in questocaso concludere nel modo
voluto;
Q.E.D.Ferme restando tutte le altre
notazioni,
sia u’ la parte dia(T)
for-mata dai
punti À,1,
...,~,n
e a" la parte restante. Indichiamo con r unacirconferenza del
piano complesso
di centrol’origine
eraggio
minoredi uno e tale da contenere nel suo interno cr". Indichiamo con Q la
proiezione ( - 2~i ) -1 f R(~; T )d~,
e con P laproiezione
Pl -~- PZ -f- ... -E- Pn .r
Risulta,
com’è noto, che P+Q=I(identità
di~(B)); quindi
T sipuò
esprimere
comeU -~- V ,
ove U = T o P eV = T o Q ;
inoltre si vede f acil-mente che: e
Ora,
per il Lemma15, ogni
Pi
( i =1, 2,
...,n)
è una a-contrazione equindi,
per il Teorema14,
Mi(la
varietà invariante perPi)
è di dimensione finita. Detta M la va-rietà invariante per
P,
una verifica materiale porge che M = Mi ® M2 ® ae... EB Mn; perciò
anche M è di dimensione finita. Se infine indichia-mo con N la varietà invariante per
Q,
si ha cheB=MEBN,
eU(B)=
= U(M) = T(M).
Sipuò dunque
concludere con il seguente16. TEOREMA. Se T è una oc-contrazione lineare di B in
sè,
si ha che T = U-f-V,
con U avente rango di dimensionefinita
e V con lo spet-tro contenuto all’interno del cerchio unitario.
OSSERVAZIONE. Se rv è il
raggio spettrale
diV,
si ha cheliM I
daquesto
segue subito che esiste un n, tale cheIL vnll
1; cioè V è tale che una suaopportuna
potenza è una contra- zione ordinaria.Il Teorema 16 e l’osservazione
precedente
ci permettono di avere altre informazionisull’operatore
V. Sussiste infatti la seguenteproposi-
zione :
17. PROPOSIZIONE. Sia V un operatore lineare e continuo di B in
sè,
avente lo spettro interno al cerchio{0161: 0160 E (t, I 0161
1} .
AlloraB
può
essere dotato di una normaequivalente
alla normaoriginaria,
tale
che, rispetto
ad essa, V sia una contrazione.DIMOSTRAZIONE. Per
ipotesi,
esiste unn
taleche il = e
1.Poniamo,
perogni
x e B :Si ha:
Ma, poichè
le due norme sonoequivalenti (facile verifica),
si ha anche che esiste una costante03B2 > 0,
tale che perogni
xeB.In definitiva risulta:
e questo ci dice che
V, rispetto alla ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~,
è unacontrazione;
Q.E.D.Torniamo ora alla a-contrazione
T = U -f- V;
indicato con B lo spa- zio B munito della norma data dalla(4),
si ha che B è unospazio
diBanach;
consideriamo T come appartenente a2(B):
T è ancora unaa-contrazione,
in quanto somma di una contrazione ordinaria e di unoperatore di rango finito
(Proposizione 4-d).
Consideriamo oral’aggiun-
ta di
T, T* E (B*).
Si ha cheT*=U*+V*,
equindi
ancheè una a.-contrazione. Si
può dunque
enunciare la seguenteproposizione:
18. PROPOSIZIONE. Se T è una a-contrazione lineare di B in
sè,
allora sipuò
trovare in B una normaequivalente
alladata,
tale chel’aggiunto
diT, T*,
considerato come appartenente a2(B*),
è anch’essouna a-contrazione.
OSSERVAZIONE. La
Proposizione
18generalizza,
in un certo sen-so, il fatto noto che
l’aggiunto
di un operatorecompletamente
continuoè
completamente continuo,
come anche chel’aggiunto
di una contrazione è una contrazione.Sarà opportuno osservare
esplicitamente
che non è detto cheun’ap- plicazione
il cuispettro
sia contenuto nel cerchio{~ : ~eC , ~)1} }
sianecessariamente una a-contrazione. Ad
esempio,
seprendiamo
con la norma
allora
l’applicazione
T definitaponendo:
non è una
a-contrazione,
mentrea(T)
è contenutoin {0161 : 0160 E (t, I ~ ~ 1 }.
Si noti che il
precedente
è anche unesempio
di operatore che non è unaa-contrazione,
ma tale che una sua potenza è una a-contrazione.Inoltre,
con lievimodifiche,
essopuò
essere adattato per mostrare che una a-contrazione di unospazio
di Banach B insè, può
non esserepiù
tale se in B si pone un’altra normaequivalente
alla data. Infatti inB = ~2 ® l2 l’applicazione
non è una a-con-trazione ma se in B si pone la norma
(equivalente
alladata):
4
x, y] 111 = 1
4x l/~.+ Il
y~~ r2, rispetto
ad essa ET(per ogni E 1)
èuna a-contrazione
(anzi
è unacontrazione).
4. La nozione di a-contrazione
può
essere estesa in modo abba-stanza
naturale,
considerando leapplicazioni
T continue chegodono
del-le
proprietà a)
eb)
della Definizione 3, senzaperò
richiedere chehT
sia minore di uno. Questeapplicazioni
saranno detteapplicazioni a-lip-
schitziane. Nel caso
lineare,
è ovvio cheogni applicazione
continua èa-lipschitziana
e che risulta:T Il.
Per
ogni applicazione
lineare e continua T di B insè,
consideriamo la trasformazione kT = T’ con T’ è unaa-contrazione,
equindi
ad essa possono essere
applicati
iragionamenti
fatti neiparagrafi
pre- cedenti. Inparticolare,
adesempio,
dal Teorema 12 si ha che:19. PROPOSIZIONE. Se T è una
applicazione
lineare e continuadi B in sè lo spettro di T non ha
punti
di accumulazionefuori
delcerchio
{~ : ~ E .t , I ~ _ hT }.
Un
analogo
del Teorema 16può
essere anche ottenuto:20. PROPOSIZIONE. Se T è
un’applicazione
lineare e continua di B insè,
perogni h > hT ,
Tpuò
esseredecomposto
inU+V,
con Uavente il rango di dimensione
f inita
e V con lo spettro contenuto all’in-terno del cerchio del
piano complesso
di centrol’origine
eraggio
h.Manoscritto pervenuto in redazione il 20 settembre 1968.