R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
R EMO G ATTAZZO
Punti di tipo 9 di una cubica ellittica
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 61 (1979), p. 285-301
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REMO GATTAZZO
(*)
SUMMARY - Let E be an
elliptic
cubic ofPk, k algebraically
closed field of characteristic Zn, ~n ~ 2, 3. Analgebraic
process isgiven
to determinethe 72
points
P e E, flexesexcepted,
for which a cubicC3
cPk
existswith
E ~ C3
= 9P. Such apoint
P is called of type 9. For each of thesepoints P
theequation
of relative cubicC,
is calculated. Moreover a gen- eralization of such process isgiven.
Introduzione.
Sia .E una cubica ellittica E c 9 con C campo dei numeri com-
plessi.
Leapplicazioni geometriche
del teorema di Abel(cfr. [2],
volI,
pag.
488) permettono
di determinare il numero deipunti
taliche 3n.P è intersezione
completa
di E e di una curvaalgebrica On
cP’C
9in simboli e tale numero è
(3n) 2.
Il teorema dell’inver- sionedegli integrali
abeliani diprima specie permette
di determinare talipunti.
. Mi risulta che solo in
pochi
casi(flessi, punti sestatici,
cfr.[3],
vol.
I,
pag.277)
è stato scritto unprocedimento algebrico
per deter- minare talipunti.
Notiamo inoltre che i teoremi citati non fornisconoun criterio per trovare
l’equazione
della curvaCn
la cui intersezionecompleta
con E è 3nP.È
noto che talipunti
rientrano traquelli
di ordine finitoper E
(*) Indirizzo dell’A.: Istituto di Matematica
Applicata,
Università di Padova.Lavoro svolto nell’ambito dei
gruppi
di ricerca matematica del C.N.R.(G.N.S.A.G.A.).
dotata della nota struttura di gruppo abeliano
(E, G»
nel sensoche,
se viene fissato un flesso 0 e E come elemento
neutro,
allora E’C.
=- 3nP se e solo se
P QQ ... ~ P = 0
in(E, 0).
Inoltre è noto(cfr. [5],
3n-volte
Example
4.8.1 e4.8.3,
pag.322)
che in caratteristica p,~~2, 3,
ilsottogruppo degli
elementi di ordine 3n è costituito da(3n) 2
elementi.Col
seguente
scritto si vuole dare unprocedimento algebrico,
validoper
ogni campo k algebricamente
chiuso di caratteristica parbitraria,
eccettuati al
più
ivalori p
=2, 3,
per la determinazione deipunti
P E E tali che 9P è intersezione
completa
di E con una cubicaC3.
Questi
sono i 9 flessi e i 72punti
ditipo
9(cioè punti
non di flessoper i
quali
esiste una cubica03
per cui E.C~
=9P)
che determiniamo in modoalgebrico
fornendo in sostanza le loro coordinate. Viene estesopoi
lo studio aipunti
P e E tali che esiste una curvaCn
con E’C,,
== 3nP,
con n =(2r- (- 1 )r) /3
en = 2t -[- (-1)t,
perr~3
e t~2.Si fornisce inoltre un
procedimento
per la determinazione dellaequazione
diC.,
nel caso deipunti
ditipo
9 e di alcuneCn,
con n >3,
che finora mi risulta fosse noto solo per n = 1:
tangente
diflesso,
n = 2: conica surosculatrice
(cfr. [3],
vol.1,
pag.277).
Unrapido
cenno di un
procedimento
per trovare ipunti
P E E di cui un flessoè un
tangenziale
successivo e laCn,
con n = 2-, es>1,
relativa adessi,
trovasi in[8],
Oss.6,
pag. 178.1. Flessi e
punti
sestatici di E.Supponiamo
inquesto
numero che E sia una cubica ellittica dii con k campo
algebricamente
chiuso di caratteristica p,p # 2,
3.I
punti
di flesso di E sono 9(cfr. [5], Example 4.8.3,
pag.322)
e sitrovano intersecando E con la sua curva hessiana
(cfr. [1]).
Le rettetangenti
neipunti
di flesso si trovano con l’usuale formula. I flessi di E sono a tre a tre allineati e formano ilsottogruppo degli
elementidi ordine 3 di
Assunte tre rette contenenti i 9 flessi come
triangolo
di riferi- mento(X, Y, Z)
per sipuò scegliere
un convenientepunto
unitàin modo che i flessi di E siano i
seguenti
ove 8 è una radice cubica di
1,
con e 1.Rispetto
a tale riferimento E assume la forma canonica(cfr. [3],
vol.II,
pag.218)
I
punti
sestatici di E sono ipunti
P E E per iquali
esiste unaconica irriducibile
(conica surosculatrice)
che interseca E secondo il divisore 6P. Talipunti
sonoquelli
che hanno iltangenziale (cioè
ilpunto Q
E E che è intersezione di E con la rettatangente
in P adE)
coincidente con un flesso di E. I
punti
sestatici di E si trovano inter-secando E con le curve
polari prime
di E relative ai flessi diE;
taliconiche sono riducibili nella
tangente
di flesso ed in una ulteriore retta che interseca E secondo trepunti
sestatici. Se E è data dalla(1),
le 9 rette che intersecano .E secondo i
punti
sestatici sono le compo- nenti dellaI
punti
sestatici sono 2 7 distinti tra loro e dai flessi. Flessi e sesta- tici formano ilsottogruppo degli
elementi di ordine 6 di(~(B).
L’equazione
di ciascuna conica surosculatrice ad E in unpunto
sestatico sipuò
calcolare secondo ilprocedimento riportato
in[3],
voi.
I,
pag. 271 che vale inogni
caratteristica p,p =F 2, 3,
oppure secondo ilprocedimento qui riportato
nell’Osservazione 3 del n. 2.2. Punti di
tipo
9 di E.Sia k un campo
algebricamente
chiuso e di caratteristica arbitraria . Indicheremo conCn
una curvaalgebrica
diP;
di ordine n.DEFINIZIONE 1. Diciamo
punto
P E E è ditipo
3n se esisteuna curva
Cn
cPk
che individua su E il divisore 3nP e non esiste alcuncurva
Cn, c Pk,
con che individui il divisore3n’P;
chiameremoCn
curva 3n-osculatrice ad E in P.OSSERVAZIONE 1.
Ogni
curvaCn
3n-osculatrice risulta essere chia- ramente ridotta edirriducibile,
mentre se esiste una curvaCn
cPjj
ridotta ed irriducibile tale che individua su E il divisore E.
Cn
= 3nPallora non è detto che P è
punto
ditipo
3n di E. Infatti se F è unflesso di E e T è la retta
tangente
ad .E in.F’, esisterà,
almeno incaratteristica zero, per il teorema di Bertini una curva del fascio E
+ AT3,
con Aparametro,
che sia ridotta ed irriducibile.Nel numero
precedente
abbiamo considerato i flessi di E(punti
di
tipo 3)
ed ipunti
sestatici(punti
ditipo 6)
e le relative curve3n-osculatrici,
con n= 1,
2(tangenti
di flesso e coniche suroscula-trici).
Ci si pone ora ilproblema
di determinare ipunti
ditipo
9 di Ee le relative cubiche 9-osculatrici. Premettiamo la
seguente
DEFINIZIONE 2. Dicesi
triangolo tangenziale
di E una terna(ordi- nata)
dipunti
distintiA1, A2 , A3
E E tali che~
A2
è iltangenziale
diA~ , A3
e iltangenziale
diA2 , A1
è iltangenziale
diA3 .
I
punti A1, A2 , A3
si dicono i vertici e le retteA1A2, A2As,
sidicono i lati del
triangolo tangenziale.
NOTA. La nozione di
triangolo tangenziale
eragià
notoimplici-
tamente in
passato (cfr.,
adesempio, [7],
pag.30 ).
OSSERVAZIONE 2. Nessun
punto
ditipo
3 o ditipo
6può
esserevertice di un
triangolo tangenziale (altrimenti
due vertici coincide-rebb ero ) .
PROPOSIZIONE 2.1. Il
punto
A E E è un vertice di untriangolo
tan-genziale
di E se e solo se A è ditipo
9., Premettiamo alla dimostrazione della
Prop.
2.1 ilLEM:M:A 2.2. Sia
J(E)
l’ideale omogeneo di E ink[X, Y, Z],
R l’anellodelle coordinate omogenee di
E,
1~ =k[X, Y, Z]IJ(E),
edinfine
K ilcampo dei
quozienti
di R. Perogni
elemento omogeneo h E K tale che il divisorede f inito
su E dah,
div(h),
siaeffettivo,
esiste almeno unacurva
(non
necessariamente ridotta oirriducibile) Cn
c conDIM.
È
lecito pensare Equale
cono affine V c k3. Essendo V nonsingolare
in codim =1,
1~ risulta alloraintegralmente
chiuso in K(cfr. [6],
pag.391),
equindi,
per il teorema di struttura dei domininoetheriani
integralmente chiusi,
Ne segue
che, per ogni
elementoomogeneo h
E g tale che div(h)
sia
effettivo,
perogni
idealeprimo p c R
di altezza = 1.Quindi,
per la(2),
si ha h E R. Esiste allora ink[X, Y, Z]
almeno unpoli-
nomio omogeneo .g tale
che,
nell’omomorfismo canonicok[X, Y, Z] -~I~,
ha per
immagine
h.Ogni
talepolinomio
H individua inPk
una curvaC,,
tale che .E - div
(h).
Per il teorema diBézout, C,,
avrà allora neces-sariamente ordine n =
grado
div( h ) ~3 .
Riferendoci alle notazioni del Lemma
2.2,
indicheremo inseguito
con
f l’immagine
di ~’ Ek[X, Y, Z]
in .R e, nel caso in cui .F’ sia omo-geneo, 9 indicheremo ancora con F la curva di
Pk
individuata da F.DIM.
(della Prop. 2.1).
Si supponga che A =A2, A3
sianopunti
di E che sono vertici di untriangolo tangenziale.
SiaTi
la rettatangente
ad E inA i , (i === 1, 2, 3).
Si ha alloraPer il Lemma 2.2 risulta allora che esiste una curva
03
cPk
taleche
E. 03
= 9A. Proviamo che A è unpunto
ditipo
9. Infatti senon fosse di
tipo
9 sarebbe ditipo
6 o ditipo
3 contro l’Osservazione 2.Viceversa
supponiamo
che esista una cubica03
9-osculatrice ad E in unpunto A
E E. Siano inoltreA2
ilpunto tangenziale
di A eA3
il
punto tangenziale
diA2.
Affermo che ilpunto A3
ha pertangen-
ziale esattamente A. Infatti
detto Q
ilpunto tangenziale
diA3,
sianoT, T2 , T3
le rettetangenti
ad .Erispettivamente
inA, A2 , A3 .
Si haIn altre
parole A
è linearmenteequivalente
aQ : A
=Q.
D’altraparte
per il teorema di Riemann-Roch
applicato
al divisore A di E risultadùn )A ) = 0,
cioè_ ~A~
equindi A = Q.
OSSERVAZIONE 3. Nella dimostrazione della
Prop.
2.1 abbiamo dato unprocedimento
costruttivo per la determinazionedell’equa-
zione della cubica 9-osculatrice ad E in un vertice di un
triangolo tangenziale.
Figura 1
Ad
esempio
sia E la curva(cfr. fig.
1per b
=0)
che ha per
triangolo tangenziale
~)
per03
diventanoche è un elemento di .R. Allora in
k[X, Y, Z]
ilpolinomio
determina una curva
03
cp~
che risulta essere 9-osculatrice ad E inOgni
altra curva 9-osculatrice ad E in03 appartiene
al fasciodi cubiche individuato da E e da
03
edogni
cubica del fascio risulta ridotta ed irriducibile.3. Determinazione dei
punti
ditipo
9 di .E.Premettiamo due lemmi.
LEMMA 3.1
(D. Gallarati,
cfr.[4]).
Se E cl~k
è una cubica ellittica con k campoalgebricamente
chiuso di caratteristicaarbitraria,
seA, B,
Csono
punti (distinti)
allineati di Eper i
esistono curve8~, H2
cPk
(non
necessariamente oridotte)
tali cheallora esiste una curva H c
P’ k (non
necessariamente irriducibile oridotta)
tale che E ~ .g =
3mC,
adesempio
con m =m2~ .
Inparti-
colare se
fra A,
B uno è unflesso
ed uno è unpunto
ditipo
9 alloranecessariamente C è di
tipo 9 ;
mentre seA,
B sono entrambi ditipo
9allora C
può
essere unflesso
o unpunto
ditipo
9.DIM. Sia L la retta di
P’ k
tale che E ~ L = A + B +C;
con mdenotiamo il minimo comune
multiplo
fra m1 e m2. Postorisulta div
( h )
=3mC. Applicando
il Lemma 2.2 esiste unpolinomio
omogeneo g di
grado
m che dà la curva desiderata equesto
prova laprima parte
del lemma.In
particolare supponendo
che A siapunto
ditipo
9 e B unflesso,
allora dalla Def. 1 segue che esistono curve
H1, g2
di ordine 3 e 1rispettivamente,
per cui esiste una curva H di ordine 3 tale che= 9 C. Il
punto
C è ditipo
9 se escludiamo che esso possa essereun flesso o un
punto
sestatico. Infatti se C fosse flesso osestatico,
l’essere allineato col flesso B e col
punto A comporterebbe,
per l’at- tualelemma,
che anche A sarebbe flesso o sestatico contrariamentea
quanto
detto nell’Osservazione 2 del n. 2.LEMMA 3.2. Se A E E è un
punto di tipo
3n edpunto tangenziale
diA,
allora A’ è ditipo
3n se n èdispari,
A’ è ditipo 3n/2
se n è
pari.
Din. Sia
Hi
la curva tale che = 3nA e T la rettatangente
ad E in A. Procediamo come nella dimostrazione del Lemma 3.1
distinguendo
due casi : ndispari
ed npari.
Posto n’ = n se n èdispari
e n’ =
n/2
se n èpari,
sisceglie
orarispettivamente
nei due casiper cui div
(h)
== 3n’ A’. Allora esiste una curva H cPk
tale che E ~ H == 3n’ A’. Per provare che A’ è di
tipo
3n’ dobbiamo riconoscere chenon esiste una curva .D di ordine m, con
m n’,
tale che E ~ D =_= 3mA’. Se esistesse una tale curva, allora esisterebbe pure una curva D di ordine
n’- m,
con D definita dall’elemento tale che .E ~ D ==
3(n’- m) A’.
Scambiando eventualmente D conD
sipuò
supporre che m n’- m. Alloraquando n
èdispari
= n’ >2 m ;
mentre n > n’== n/2 ~ 2m quando n
èpari.
Risulta alloraper cui A non sarebbe
punto
ditipo
3n(cfr.
Def.1 )
come assuntonell’ipotesi..
PROPOSIZIONE 3.3. Sia E c
Pk
una cubicaellittica,
con k campoalgebricamente
chiuso di caratteristica p,p:71-- 2,
3. Ipunti
ditipo
9di E sono i 72 vertici di 24
triangoli tangenziali
che si possono otteneredall’equazione
di E con unprocedimento algebrico.
Procederemo per
passi.
PASSO I. Con un eventuale cambio del riferimento delle coordi- nate di
P:,
come accennato nel n.1, possiamo
assumere che .E abbiala forma canonica
. PASSO II. Posto
con le determinazioni delle radici cubiche tali che consideriamo i
punti
Dal calcolo diretto si constata che
a)
ipunti
diro
=1 ~~
sono 18 tra lorodistinti;
b )
ipunti
diogni riga
delle tabelle e sono vertici di unostesso
triangolo tangenziale
equindi
sonopunti
ditipo
9 diE;
c)
i 9punti
dihó (di appartengono
a 9 rette distinte con-giungenti
un arbitrario vertice di untriangolo
con un arbitrario ver-tice di un secondo
triangolo
epassanti
di conseguenza per un vertice delterzo;
d)
unpunto
arbitrario di e unpunto
arbitrario di sonoallineati con un flesso di .E
(dato
dalla tabella 0 del n.1 ) ;
e)
unpunto
arbitrario dir: (di Tò )
ed un flesso arbitrario di Esono allineati con un
punto
di7~ (di
PASSO III. Cambiando il riferimento di
Pk
con leotteniamo per E la
e, sostituendo con a1 =
(a
+2)/(a - 1),
otteniamo come al Passo IInel riferimento
y Yi Zl)
un insieme1~1
dipunti
ditipo
9 di E chegodono
delle medesimeproprietà a), b), c), d), e)
dell’insieme(si
noti che la tabella 0 del n. 1 fornisce i flessi di E anche
rispetto
alriferimento
Verifichiamo ora che
.ho
r1 =0. Allo
scopo si consideri la fun- zione razionale su Eche
rispetto
al riferimentoY1, Z1 )
divieneSui
punti
di.ho
e di a assume lo stesso valore costante e siha,
conovvio
significato
deisimboli,
Essendo per
ipotesi
a3 # 1 risulta«(To)
~a(.T’1)
equindi ho
r’1r1
= 0.PASSO IV. Dal Lemma 3.1
ogni punto
C E E allineato con unpunto
A ed unpunto B,
entrambi ditipo
9 diE,
è un flesso o unpunto
ditipo
9. Se assumiamo A Eho
e B E ilpunto
C E .E alli-neato con tali A e B non
può
essere un flesso .altrimenti,
per lae), A,
B ETo
nF1,
contrariamente aquanto provato
al Passo III.Quindi
C è un
punto
ditipo
9 di E e per lae) C w
VF1.
Facendo variare A inho
e B in C descrive un insieme costituito dapunti
ditipo
9non
appartenenti
aFi.
PASSO V. Dimostriamo ora che
quando
A varia in un insieme di duepunti A’,
che sono allineati con un flesso(e
per il resto sonoarbitrari)
e B varia inI’o
allora ipunti
C E E allineati con.A e B descrivono un insieme di 36
punti
distinti ditipo
9. Infattil’insieme delle rette che
congiungono
A’ con unpunto
B variabilein
1~o
sono 18(quanti
ipunti
di e tutte distinte tra loro per lac ) .
Tali rette intersecano E secondo il
punto
A’ contato 18volte,
secondotutti i
punti
diTo
e secondo un insieme 1-’’ di 18punti
che sono distintitra loro e da A’ e dai
punti
di per il Passo IV. Lo stesso dicasi per ipunti
di E allineati con A" e con B variabile in indichiamocon l’insieme di tali 18
punti.
Verifichiamo che.I-’’ r1.h" - ~.
Se esistesse C E allora esisterebbero due rette
R2
taliche div
(rj)
=A’ -E-- B’ ~-- C,
div(r2)
= A"-~-- B"
+ C conB’,
B" EFo.
Indi-chiamo con T la retta
tangente
in C ad.E,
con 8 la rettacongiun- gente
A’ conA",
con U la rettacongiungente
B’ con B" ed infinedenotiamo con
Ci
ilpunto tangenziale
di C. Risultaove D denota il
punto
di E allineato con B’ e B". Proviamo che D Per il Lemma 2.2 ipunti F, C1,
D sono allineati. Ora ilpunto Cl
è di
tipo
9 inquanto tangenziale
di C(cfr.
Lemma3.2);
d’altraparte,
essendo D allineato con B’ e
B",
D è un flesso oppure è ditipo
9 per led)
ec)
e nel secondo caso D E Escludiamo ilprimo
caso; infattiCl
sarebbe allineato con i due flessi .I’ e D il che nonpuò
succederein
quanto Ci
è ditipo
9.Dunque
Per lae)
anche01
EFo
edessendo C il
tangenziale
deltangenziale
di01
allora per lab) C E ..T’o .
Ciò è in contrasto con
quanto
stabilito al Passo IV.PASSO VI. Riconosciamo che tutti i
punti
ditipo
9 di E formanol’insieme 7~= Infatti dal Passo V .T’ è costituito da 72
punti
distinti ditipo
9 di E che sono vertici di 24triangoli
tan-genziali
diE;
inoltregli
elementi di 1~ ed i flessi di .E sono tutti ele- menti di ordine 9 per(E, @).
D’altraparte
ilsottogruppo
di(E, @)
costituito
dagli
elementi di ordine 9 consta di 81 elementi(cfr. [5],
Example 4.8.1,
pag.322)
per cui non possono esistere in Epunti
ditipo
9 diversi daquelli
contenuti in h.4.
Poligoni tangenziali
di E.In
questo
numero siproponiamo
di estendere la nozione di trian-golo tangenziale
inquella
dipoligono tangenziale
e di dare informa- zioni sultipo
dei vertici di talipoligoni.
’
DEFINIZIONE 3. Diciamo che i
punti
distintiPo ,
sonoi vertici di un
poligono tangenziale
di E di r lati se.Pi
è iltangenziale
del
punto Pi_1
per i= 19
... , r - 1 ePo
è iltangenziale
diP r-l:
Le retteP.P.9
... , si dicono i lati delpoligono tangenziale.
OSSERVAZIONE 4. La Def. 3
può
essere accolta perr ~ 3
sebbene per r = 1 sipotrebbero
considerarepoligoni tangenziali
di un ver-tice e di un lato consistenti in un flesso di E e nella relativa
tangente ;
per r = 2 la Def. 3 non ha senso.
Si osservi inoltre che se A E E è un vertice di un
poligono
tan-genziale
di rlati,
allora A nonpuò
essere vertice di unpoligono
tan-genziale
di r’ lati con r’ r.PROPOSIZIONE 4.1. Il
punto
A E E è vertice di unpoligono tangen-
ziale di E di r
tali,
conr>3,
se e solo se esiste una curvaC,,
c diordine n =
(2r - (- 1)r)/3
ta7e che = 3nA.(k
campoalgebrica-
mente chiuso di caratteristica
arbitraria.)
DIM.
È
l’ovvia estensione della dim. dellaProp. 2.1, prescindendo
dal fatto che A sia di
tipo
3n..Ci si pone ora il
problema
di stabilire inquali
casi la curvaC,,
è ridotta ed irriducibile e di ordine minimo tra tutte
quelle
chegodono
di tale
proprietà,
cioè stabilirequando
il vertice A è ditipo
3n e incaso contrario determinare il
tipo
dei vertici di unpoligono tangenziale
di r lati per r > 3. Intanto abbiamo la
seguente
OSSERVAZIONE 5. Per il Lemma 3.2
possiamo
dire apriori
che ivertici di un
poligono tangenziale
sono tutti dello stessotipo
ed essodeve essere
dispari.
Infatti se fossepari
iltipo
di unvertice,
allorail
tipo
del vertice successivo sarebbe la metà delprecedente ;
iltipo
dell’ulteriore vertice sarebbe non
maggiore
della metà deltipo
delprimo,
ecc.Dopo
rpassi otterremo
una contraddizione.Informazioni sull’insieme di tutte le curve
Cn
dellaProp.
4.1 ven-gono date dal
LEMMA
4.2’.
Sia E una cubica ellittica diP,,,
e P E E tale che esisteuna curva
C,,
c tale che E ~Cn
= 3nP. Detto l’insieme di tutte tali curve, allora o tutte le curveCn
sono irriducibili oppure esiste unacurva irriducibile e ridotta
Hn"
di ordinen’, definita
da unpolinomio gn. ,
tale che
ogni
curva di è data da unpolinomio
deltipo
+
GE , E,
G Ek[X, Y, Z]
ed Edefinente
la cubica E .DIM. Se le
Cn
dien(p)
non sono tutteirriducibili,
bastaprendere
fra le curve
componenti
ridotte ed irriducibili delle curve diCn(P)
una curva
.H~n.
di ordine n’ minimo. Esistono alloradegli
interi t e n"tali che
n = tn’+ n",
con0 c n" n’ .
Sia e si consideri il divisore> 0 allora per il Lemma 2.2 esiste almeno una curva tale che la curva che ha per
componenti Hn.
etHn" appartiene
aCn(P);
tale curva ha senz’altro una
componente
ridotta ed irriducibile di ordinen" n’,
il che nonpuò
essere per la minimalità di n’.COROLLARIO 4.3. Se = 3nP si ha che P è di
tipo
3n oppure ditipo
3m con m =n/t.
Esaminiamo ora il
tipo
dei vertici di unpoligono tangenziale
dir lati per alcuni valori di r. Per r ~
4,
5 siottengono rispettivamente quadrilateri
epentagoni tangenziali
i cuivertici,
conmolteplicità
15e 33
rispettivamente,
sono intersezionecompleta
di E con curve di ordine 5 e 11. Tali curve non possono essere riducibiliperchè,
altri-menti,
per il Lemma4.2,
dovrebbero essere rette contate 5 e 11 voltee
quindi
i vertici sarebbero flessi.Quindi:
I vertici di
ogni quadrilatero tangenziale
sono tutti ditipo
15 equelli di
unpentagono tangenziale
sono tutti ditipo
33.Più in
generale:
I vertici di
ogni poligono tangenziale
di r lati sono tutti ditipo
Per r ---= 6 si ottiene n = 21 e si
presentano
duepossibilità:
lecurve
C,,
tali che -E7 ’C~i
=63P,
con P vertice di un esagonotangen-
ziale di
E,
possono essere tutte irriducibili eridotte,
ed allora P edogni
altro verticedell’esagono
sono ditipo 63;
oppurequalcuna
delle021
risulta essere una curva riducibile in una07
contata 3 volte(non può
essereC3
contata 7 volteperchè
altrimenti P sarebbe vertice diun
triangolo tangenziale,
il che nonpuò
essere, per l’Osservazione4).
In tale caso
ogni
verticedell’esagono tangenziale
è ditipo
21. Rin-viamo al
prossimo
numero per unesempio
di esagonotangenziale
icui vertici sono di
tipo
21.5.
Poligoni tangenziali aperti
di E.DEFINIZIONE 4. Diciamo che i
punti
distintiPo,
... ,Pr
E E sono,nell’ordine,
vertici di unQ-poligono tangenziale aperto di
E di r latiPoP1,
... , se.Pi
è iltangenziale di Pi-1 per z
=1,
... , r ed inoltrePo , Pr , Q
sonopunti allineati,
conQ punto fissato
di E.OSSERVAZIONE 6. Può darsi che i vertici di un
Q-poligono
tan-genziale aperto
di r lati siano vertici di unpoligono tangenziale
di slati,
con s > r(cfr. l’esempio seguente).
Può invece accadere che nessunvertice di un
Q-poligono tangenziale aperto
sia vertice diqualche poli-
gono
tangenziale
chiuso. Adesempio
ciò succede se tutti i vertici delQ-poligono tangenziale aperto
sono ditipo pari (cfr.
Osservazione 5 del n.4).
Osserviamo infine che non è detto che i vertici di un
Q-poligono tangenziale aperto
siano tutti dello stessotipo.
,La
seguente proposizione
dà informazioni sulprimo
vertice di unpoligono tangenziale aperto.
PROPOSIZIONE 5.1. Il
punto
A E E è ilprimo
vertice di unQ-poli-
gono
tangenziale aperto
di E di rlati,
conQ punto fissato
di E ditipo 3m,
2 se e solo se esiste un curvaC.
cPk,
9 di ordine n =m(2 r
-E-{-1 ) r ),
tale che per r ~ 2.
DIM. Si suppone che esista un
Q-poligono tangenziale aperto
di Edi r
lati,
conr ~ 2,
e A =Po .
Si supponga cheCm
sia la curva taleche Indicata con
T
i la rettatangente
ad E inPi , z = 0, ... , r -1,
e con 8 la rettacongiungente
si pongaRisulta allora
Per il Lemma 2.2 esiste allora almeno una curva
Cn
di ordinen =
m(2 r
+(-1 ) r )
per cui E ~Cn
= 3nA. Il viceversa si dimostra facil- mente con considerazioni simili aquelle
della dim. dellaProp.
2.1.Per stabilire il
tipo
dei verticiPo , ... , P~
di unQ-poligono
tan-genziale aperto
di rlati,
conr > 2 ,
si pone lo stessoproblema
del n. 4precedente:
laProp.
5.1 assicura l’esistenza e sostanzialmente dicecome trovare
l’equazione (cfr.
Osservazione 2 del n.2)
di una curvaCn
tale che ma nulla dice sulla sua eventuale riducibilità.
P
ancoraapplicabile
il Lemma 4.2 chepermette
di affermare che:se
Q
è unflesso
e l’intero n --- 2r +(-1 ) r
èprimo,
conr>2,
allora ilpunto Po
è ditipo 3 ( 2 r -~-- (-1 ) r).
Inquesto
modo siottengono
adesempio punti Po E E
ditipo 1 ~, 21, ~1,
y 93rispettivamente
perr = 2, 3, 4, 5
ed m = ~ . Più difficile è dire ingenerale qual’è
iltipo
del
primo
vertice di unQ-poligono tangenziale aperto
per r ~ 6 e m~2.Concludiamo col
seguente esempio
che illustra la nozione di esa-gono
tangenziale
e dipoligono tangenziale aperto
di r = 3 lati ed il lorocollegamento.
ESEMPIO. Sia E la cubica ellittica
(cfr. fig. 2)
di
P§,
con k campo di caratteristica p,2,
3. E contiene il flesso F _(O, 1, 0 )
ed ilpu.nto A
=(1, 0, 1 ).
DettoPo
= A ePi
ilpunto tangenziale
diper i
=1, ... , 6,
risultaPoichè
Po,
I’ sonoallineati,
sipuò
considerarePo quale primo
vertice di un
F-poligono tangenziale aperto
di r = 3lati ;
esisteperciò
una curva ridotta ed irriducibile
07
tale cheE ~ C?
= 21 A ed A è ditipo
21. D’altraparte
abbiamo visto cheA,
come del resto tuttigli
altri
Pi , (z -
=1, ... , ~ ),
risulta essere pure vertice di un esagono tan-genziale
diE;
cos A(e Pi )
è vertice di un esagonotangenziale
ed èdi
tipo
21.6. Osservazioni.
1 )
Se sono vertici di unpoligono tangenziale
di
E,
allora esiste almeno una curvaCr
cPi,
diordine r,
tale cheInfatti dette
elil
e~’~ rispettivamente
la curva 3n-osculatrice e la rettatangente
ad E inPi , (i .
=0,
... , r -1),
basta considerareavente per divisore div
(g )
=3 (Po
+ ... +P~_1 )
che individua almenouna curva
C,
suddetta.2)
SeO.
eCn
sono due curve diPk
tali che E’Cn
=(3n -1 )Po +
+Pi
e allora risulta per il teo-rema di Riemann-Roch
(cfr.
dim. dellaProp. 2.1);
sipuò perciò
gene-ralizzare in modo ovvio la nozione di
poligono tangenziale
pern> 1,
considerando come lati curveCn
anzichè rette. I vertici di siffattipoligoni tangenziali generalizzati
sono ancora tuttipunti
dello stessotipo
3s.3) Quanto
fatto per la cubica ellitticapiana
E sipuò ripetere
per la
quartica
ellitticasghemba C,
cP’ ;
basta fissare unpunto
P eC4
e per
ogni punto
P EC,
chiamaretangenziale
di P ilpunto Q
EC,,
ulteriore intersezione diC,,
colpiano tangente
aC4
in P epassante
per P. Di fatto ciò non dice nulla di nuovo
perchè C,
è isomorfa alla cubica ellitticapiana proiezione
diC4 da P,
e taleproiezione
mantienei
tangenziali.
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Manoscritto