R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
A NTONIO R OMANO
Una termodinamica relativistica per materiali di tipo termoelastico
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 52 (1974), p. 141-165
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per materiali di tipo termoelastico.
ANTONIO ROMANO
(*)
Introduzione.
Nell’ultimo decennio la termodinamica classica dei sistemi continui è
pervenuta
adun’organica
sistemazione essenzialmentefondata,
com’èben
noto, (1)
suiprincipio generali
del bilancio esugli
assiomi per le equa- zioni costitutive.Nel
primo
gruppo dipostulati
si richiedeche,
durante l’evoluzione di unqualunque
sistema continuo 8 siano soddisfatti iprincipi
delbilancio
dell’impulso, dell’energia
e del momentoangolare.
Nel secondo gruppo di assiomi si
impone
che leequazioni costitutive,
le
quali
traducono la «risposta »
di unaparticolare
classe di materiali nelgenerico
processo termocinetico(2),
verifichino iprincipi
del deter-minismo,
dell’azionelocale, dell’equipresenza, dell’oggettività (o
del-l’indifferenza materiale)
nonchè ilprincipio
didissipazione.
Altres ben note sono le conseguenze di
questi
assiomi per una vasta classe di materiali(differenziali,
conmemoria, polari, ecc.).
Recentemente,
molti Autori hanno preso in considerazione lapossi-
bilità di riformulare i suddetti
principi
in Relatività(ristretta
o gene-rale)
per ottenere un’assiomatica da porre a fondamento della termo- dinamica relativistica dei sistemi continui. Taleassiomatica,
ovvia-mente,
deve ridursi aquella
classica nei limiti non relativistici.(*)
Indirizzo dell’A.: Istituto Matematico - Università diNapoli.
Lavoro
eseguito
nell’ambito dell’attività deigruppi
di ricerca matema- tica del C.N.R.(1 ) Cfr., ad es., da [1] ] a [4].
(2)
Per processo termocinetico si intende l’insieme delleequazioni
finitedel moto e del campo di
temperatura.
Ora,
detti T",6 il tensoreimpulso-energia
del sistema 8 edf2
la den-sità di
quadríforza (assegnata) agente
suS,
entrambi definiti sullaregione
dello
spazio-tempo 7,
individuata dalle traiettorie d’universo delle o:>3particelle
delsistema,
la formulazione relativistica(locale)
del bilanciodell’impulso, dell’energia
e del momentoangolare
è notoriamente:con TafJ simmetrico.
Inoltre,
unaprecisa
versione relativistica deiprincipi
del deter- minismo e dell’azione locale è stata fornita da G.Maugin [5]
tenendoconto diversamente che nel caso
classico,
della velocità finita di propa-gazione
diogni
azione fisica.Di evidente estensione è il
postulato dell’equipresenza.
Per
quanto
concerne ilprincipio
d’indifferenza materiale(PIM),
lasua
prima
versionerelativistica,
per materiali ereditari di ordine p(4),
@è dovuta ad A.
Bressan [6],
v. anche[7] (*). Questo Autore,
utiliz-zando una terna di Fermi mobile
lungo
la traiettoria d’universo W di unaparticella
X e 8 e lafamiglia
diipersuperficie
totalmentegeode-
tiche uscenti dai
punti
di Wortogonalmente
aW,
introduce le nozioni di storiatermo-magneto-cinematica
intrinseca e diequiva-
lenza tra due siffatte storie. Il PIM viene
poi
enunciato richiedendo che i funzionali costituitivi:F(r)
siano invariantirispetto
a storie termo-magneto-cinematiche equivalenti
il che sostanzialmenteequivale
a ri-chiedere che il PIM classico
valga
limitatamente ad intorni infinite- simi di X di ordine p.Infine,
l’Autore deduce dalla suddetta versione del PIM chegli Y(r)
possonoporsi
in formaridotta,
usandoopportune
variabililagrangiane.
Successivamente, Bragg
in[8]
propone una relativizzazione del PIM classico diversa inquanto
in[8]: 1)
ci si limita alla Relatività ristretta ed a materialisemplici; 2)
iprocessi
sono ridotti amoti; 3) l’equiva-
lenza tra due
moti, più
simile aquella
classicaperchè
fa intervenire intorni finiti diW,
è definita apartire
datempi
e distanzeapparenti.
Per
questo
motivo l’Autore denominaprinciple of
non-sentient response(PNBR )
la sua versione del PIM e ne prova laequivalenza
conquella
(3)
Gl’indici latini variano da 1 a 3,quelli greci
da 1 a 4.(*)
Le osservazioni contenute nella successiva discussione sulprincipio
dioggettività
sono sostanzialmente tratte da[9]
e[29].
(4)
Per la definizione di materiale di ordine ocomplessità
p,cfr.,
ad es.,[3],
pag. 93.proposta
in[6],
almeno per il caso trattato in[8],
attraverso le versionilagrangiane corrispondenti.
Sòderholm,
in[9], generalizza [8]
al caso in cui i funzionalisono funzioni del moto locale di 8 in X.
Tuttavia,
limitandosi aspazi piatti, postula
una versione locale del PIM scartando il PNSR. Dalsuo teorema di
equivalenza
risultache,
nei casi comuni alle teorie[6], [8]
e[9], queste
sonoequivalenti.
Recentemente
Maugin [10], [11]
e Lianis[12]
e[13]
hanno presen- tato in unospazio-tempo
arbitrario una versioneparziale
del PIM.Si tratta della
parte
rotazionale del PIM nel senso considerato in Bressan[28]
ove si estende il PIM in Fisica classica ed ove si discutel’opportunità
dipostulare,
in certicasi,
soloparti
di esso. A differenza di[6], [8]
e[9],
in[13],
ad es., si richiede una certa covarianza delleequazioni
costitutive in X per trasformazioni di coordinate che fanno passare da un sistema arbitrario di coordinate(xa)
diY4
aquello
indi-viduato dai successivi riferimenti
propri
per X che sitrasportano
se-condo Fermi
lungo
W. Escludendo apriori
ladipendenza degli
dalla storia dell’accelerazione
intrinseca,
nei casi trattati in comune,questa
toriaequivale
alleprecedenti.
Poichè in
questo
articolo si considerano soltanto materiali differen-ziali,
è sufficiente considerare la versione del PIM data in[13].
Nel
presente lavoro, dopo
alcuni richiami equalche
considerazionepreliminare
di cinematica relativistica(n. 1),
si deducono(n. 2)
inRelatività ristretta
l’espressione
locale del bilancio dienergia
internaed una forma
equivalnte
della naturalegeneralizzazione relativistica, proposta
da Pham MauQuan [14],
delladiseguaglianza
di Clausius-Duhem.
Queste
due relazioni consentono di stabilire il n. 3 ladiseguaglianza
relativistica di
dissipazione
ridotta equindi
di enunciare ilprincipio
di
dissipazione
in Relatività ristretta.Sempre
al n.3,
utilizzando ilprincipio
dioggettività
enunciato nei citati lavori[10], ... , [13],
si introduce una classe diequazioni
costi-tutive in cui le variabili fondamentali sono il
gradiente
intrinsecodi deformazione
FL (n. 1),
latemperatura propria 6
nonchè le suederivate
/z, 30/0yL (5)
ed infine 1’accelerazione di universo Aa.(5)
Qui i è iltempo proprio
per lagenerica particella
X E 8 ed(yL)
è unsistema di coordinate materiali atte ad individuare, in una
configurazione
diriferimento C*, le
particelle
di 8.o
Per
giustificare
ladipendenza
delleequazioni
costitutive da~e/a~,
si ricordi
che, già
nel casoclassico,
D.Bogy
e P.Naghdy [15]
hannomostrato che occorre
postulare
taledipendenza
per ottenere onde termiche con velocità finita dipropagazione.
Amaggior ragione quindi
ciò va
supposto
inRelatività,
dove la velocità diogni agente
fisico èinferiore a
quella
c della luce nel vuoto(s) .
Perquanto riguarda
ladipendenza
da A2 si mostrerà(n. 4)
che essapuò
eliminarsi soltantoquando
possa ritenersi nullol’impulso
termicoh°/c,
dove h° è il vettorecorrente di calore nel riferimento
proprio Ì
per laparticella
X e S.L’analisi delle conseguenze derivanti
dall’imporre
ilprincipio
di dis-sipazione
alleequazioni costitutive,
è condotta al n. 4. Inproposito,
le conclusioni
più
interessanti sono:a) l’energia
libera(specifica) propria 1p°
è funzione soltanto di~:
e0°;
b) ’ljJ°
èpotenziale
termodinamico perl’entropia (specifica) propria
~°e~ all’ equilibrio ;
c) VO
èpotenziale
termodinamico per il tensorespazio-temporale
degli
sforzi netpche,
nel riferimentoproprio
I per X E8,
èdefinito dalla matrice
o v
dove ti’ è il tensore
(spaziale) degli
sforzi inÌ;
d)
non essendo nullo in Relativitàl’impulso
termicoh°/c2,
ilquadrivettore
corrente di calore definito dalla condizionedipende
necessariamente da Aa.e)
Se Úa è laquadrivelocità
di = O.(s)
Per le relativizzazionidell’ipotesi
di Fourier edell’equazione
di con-duzione del calore e del loro
collegamento
con ilprimo principio
della termo-dinamica,
cfr. A. Bressan [6], pagg. 12 e 18. Per il caso classico, cfr. anche[26],
pag. 111.Risulta cos
che,
mentre i risultati classicia) , b)
ec)
continuano avalere anche in Relatività
ristretta,
almeno nel riferimentoproprio i,
il risultato
d)
è di natura essenzialmente relativistica essendo connessoal non annularsi
dell’impulso
termicoh°/c2. Inoltre,
essocomporta
anche che la relativizzazione di C. Cattaneo
[27] dell’ipotesi
diFourier,
escludendo tale
dipendenza,
risultaincompleta.
Perquanto riguarda
la condizione
e)
si prova che essa deriva anche dalprincipio
diogget-
tività
proposto
in[10], ..., [13] (e qui adottato)
secondo ilquale VO dipende
da attraverso il tensore relativistico diCauchy-Green
CLM
= cosicchè non vi è contrasto tra ladiseguaglianza
del-l’entropia
di Pham MauQuan
ed ilprincipio
dioggettività
relativistico.Infine,
al n. 5 si analizzano le conseguenze derivanti dal non annul- larsidell’impulso
termico sulla termodinamica relativa algenerico
osservatore inerziale I
approssimata
al 1° ordine inv/c. Precisamente, dopo
aver dedotto leespressioni
relative del bilancio dienergia
internae della
diseguaglianza
diClausius-Duhem,
si prova, tral’altro,
che irisultati
a) , b)
ec)
continuano a valererispetto
algenerico
osservatore inerziale I a meno di termini del 20 ordine inv/c.
1. Alcuni richiami di cinematica relativistica e considerazioni
preliminari.
Siano
V4
lospazio-tempo
della Relatività ristretta disegnatura ( -~-, -f--, -~-, -)
e T la congruenza del generetempo
delle o03 traiettorie d’universo delleparticelle
di un sistema continuo 8riguardato
comevarietà differenziabile tridimensionale
(euclidea).
Ad un sistema di coordinate locali
(yL)
di 8 si dà il nome di coor- dinate materialisicchè,
se(x2)
sono le coordinate rettilinee rappresen- tative inV4
di un riferimento inerzialeI,
il moto di 8rispetto
ad I èrappresentato
inV,
dal sistema:dove è un
parametro
variabile sulle curve di F. Inparticolare,
se ~è il
tempo proprio
per lagenerica particella
di 8 e t =x4/e
è iltempo
relativo al riferimento I otempo coordinato, può porsi:
oppure,
e
conseguentemente
leequazioni
del moto di S assumeranno leseguenti
altre forme:
a seconda che si utilizzi il
tempo proprio
od iltempo
coordinato t.È
ben noto chee),
detto y il campo dei vettori unitaritangenti
alle curve di
h, ogni
vettore(p, v)
diV4 può decomporsi
in un compo- nentespaziale (p, v)
nelsottospazio
tridimensionale~r ortogonale
a y in p, ed in uncomponente temporale (p, ly
=v") lungo
y doveessendo
l’operatore
diproiezione spaziale
su~L
edla
quadrivelocità
dellagenerica particella
X E S.Accanto alla congruenza 1~ si consideri un’altra congruenza ~l. del genere
tempo
costituita dalle 003 traiettorie d’universo delleparticelle
di un riferimento
(fluido)
R.Al diNeomornsmo tra
0*
e la sezione r==cost dellecurve di
T,
ottenuto fissando 7: nelle(2 ) 1,
si darà il nome dide f orma-
zione
(finita)
intrinseca od assoluta dir rispetto
aC* . Analogamente,
sesono le
equazioni
del moto di 8rispetto ad R,
condy°
intervalto ditempo
standard di R
lungo
le curve di!].,
al difleomorfismoC* -- Cvo
tra
C,
e la sezioney0-
cost. delle curve di1~’,
ottenuto fissandoyO
(7)
Cfr.[6],
pag. 152.in
queste
ultimeequazioni,
si darà il nome dideformazione
relativa ad R di 8rispetto
aC*.
Appare
cosche,
nello studio del moto di 8 ed inparticolare
delledeformazioni
finite,
ci sipuò
porre da duepunti
divista, l’uno
intrinseco(R
_8)
e l’altro relativo.Il
primo punto
di vista costituiscel’oggetto
dei lavori di Ehlers[17], Synge [18], Bressan [19], Bragg [8], Sòderholm[9];
il secondo è di-scusso da
Castagnino [20],
Romano[21], [22],
Grassini[23]
ed. a dif-ferenza del
primo,
che è disignificato puramente geometrico,
con-sente di formulare la cinematica di 8 in termini di
grandezze
relativeall’osservatore R.
In
questo
numero, tral’altro,
mi propongo di richiamare le nozioni digradiente
assoluto dideformazione (8)
e digradiente
relativo dideforma-
mazione
(9),
che utilizzerò nei successivi numeri e diesplicitarne
illegame.
Siano
(yL)
ed(x")
unpunto
diC,
e la suaimmagine
in C nel diSeo-morfismo 1p-r
sopra definito. Si chiama vettoreimmagine (intrinseco)
del vettore
(dyL)
in(yL) quel
vettore(&52)
in i cui estremi coincidonocon i
punti
d’intersezione dellapiattaforma spaziale 2~
associata a hin
(x2),
con le traiettorie d’universo delleparticelle (yL)
ed(yL
+dyL)
di 8.
Il vettore
(Z2)
si ottiene diSerenziando la(2 ) 1
ed
imponendo
la condizioneda
(6)
e(7)
si ottienepoi:
dove
(8) Cfr. [17],
[18], [19J~
[8],[9].
(9)
Cfr.è il
gradiente
assoluto dideformazione. È
immediato verificare cheIn
[3],
si prova cheÉÌ
è undoppio tensore,
cioè si trasforma comeun vettore
rispetto
ai cambiamenti di coordinate inV,
ed ancora comeun vettore
rispetto
ai cambianti di coordinate inC~ ; inoltre,
sempre in[3],
si prova chedipende
soltanto dalla congruenza 1~ e non dallasua
particolare rappresentazione (2),,.
Si
vogliono qui
ricordare leseguenti
relazioni che saranno utili nelseguito posto
Si cominci con l’osservare
che, essendo yL
e r variabiliindipendenti,
ossia
Questo
risultato consente di aKermare cheda cui risulta che la
(11)
è ilgradiente
inverso di deformazione. Inol-tre,
dasegue
appunto
la(12)1
e daconsegue
Quest’ultima
relazionecomporta poi:
da cui saturando con U,0 e tenendo conto di
(13),
si ottieneappunto la (12),.
Si ricordi infine che al tensore
si dà il nome di tensore di
Cauchy-Green (relativistico ) .
Si consideri ora la congruenza ~l. che definisce il riferimento 1~
che,
in
particolare, può
essere inerziale. Si definisce vettoreimmagine (rela- tivo)
di(dyL)
in(yL) quel
vettore(di2)
nelpunto (x2), corrispondente
di
(yL)
nel diSeomori smoC, - 0,110
i cui estremi coincidono coni
punti
d’intersezione dellapiattaforma spaziale ~~
associata a Ain
(x2),
con le traiettorie delleparticelle (yL)
ed(yL
+dyL)
di T.Il vettore si ottiene differenziando le
equazioni
relative delmoto di 8
ed
imponendo
la condizionedove u è il vettore
(unitario) tangente
alle curve di A.Da
queste
due ultime relazioni facilmente si deduce chedove
è il
gradiente
relativo dideformazione
soddisfacente la condizionePer la
indipendenza
diÉÌ
dallarappresentazione (2 ) 1,
sipuò
sempre pensare di assegnare il moto nella forma(2)2;
in tal caso, essendo Rinerziale,
si ricava facilmenteIn
conclusione, assegnato
il moto nella forma(2)2,
restano deter-minati,
da(19)
e(20), ÉÌ
ed~L;
risultandopoi:
la
coppia Ua)
determina lacoppia (Fi, vi)
e viceversa:inoltre,
Alla
(21) può
darsi anche laseguente
altra forma:da cui risulta che : il
gradiente
assoluto dideformazione
si ottieneproiet-
tando il
gradiente
relativo dideformazione
sullapiattaforma spaziale.
Infine, si
osserviche,
se il sistema 8 è inquiete
in un riferimentoin.erziale I,
allora ilcampo Ua(ya, i)
è uniforme e leequazioni
del motorisultano
Pertanto, posto (23)
è subito visto che
(23 )’
i2. Formulazione assoluta dei
principi generali
della termomeccanica di un sistema continuo nonpolare.
È
ben notoche,
nellospazio-tempo V,
della Relatività ristretta leequazioni
del bilancio dellaquantità
di moto edell’energia,
per unsistema continuo 8 non
polare
si scrivono nellaseguente
forma tenso-riale
( lo ) :
dove TO-’,6 è il tensore
(simmetrico) impluso-energia
totale del sistema materiale 8 edf a
è laquacdri f orza (esterna) agente
sulla unità di volume(proprio)
di 8.Nel caso in esame risulta
poi (11)
Qui,
detti(’hi) rispettivamente
il tensoredegli
sforzi(spaziali)
ed il vettore corrente di
calore,
valutati dall’os servatoreproprio ly
iltensore
spazio-temporale degli s f orzi
n2,6 ed ilquadrivettore
corrente di(10)
Cfr., ad es.,[24],
pag. 202.(11)
Cfr., ad es.,[14],
pag. 154;[25],
pag. 1010.calore
q2
sono definiti dalleposizioni:
È
altres ben noto che sipuò
sempre porreed in tal modo p*
rappresenta
la densitàpropria
di materia ed 8° l’ener-gia speci f ica
interna.Inoltre,
se non si hanno variazioni dimateria,
sussiste
l’equazione
di conservazione della massapropria
,u,~ :Per
quanto riguarda
il secondoprincipio
dellatermodinamica,
comegià
avvertitonell’introduzione,
si adotta laseguente generalizzazione
del
principio proposto
in[14]
da Pham MauQuan
Posto
poi
con r¡o entropia specifica propria,
alla(30),
stante(29), può
darsi laseguente
altra formaSi vuole ora determinare una
importante
relazione scalare conse-guenza delle
(24). Intanto,
da(28)
e(29)
segueper cui la
(24)
si scrive ancheD’altra
parte,
dalle(27)
risulta il caratterespaziale
die qa
sicchèe ancora, da
B
si
ottengono,
perderivazione,
le relazioni:Moltiplicando quindi
la(33)
per U2 esaturando,
stante(34),, (35), (36)1
e(26),
si ricava:e
quindi anche,
tenuto conto di(34)1 (carattere spaziale
dino-’,6)
e di(36),
, o
E immediato verificare che la
(37),
scritta nel riferimentoproprio I,
coincide con il bilancio locale di
energia interna,
a meno del termine-
qaA«
che essendoproporzionale all’impulso
termicoh°/c2,
è di naturaessenzialmente relativistica. Tale
termine, inoltre, rappresenta
una pro- duzione locale dipotenza
determinatadall’impluso h°/c2 posseduto
dallaparticella
Xe 8 ini.
3.
Diseguaglianze
didissipazione
ridotta eprocessi
termodinamici.Equazioni
costitutive.Scritta la
(32)
nella formaed eliminando rO tra la
(37)
e la(38),
siperviene
alladiseguaglianza (relativitica)
didissipazione
ridotta :è il
potenziale
termodinamico relativistico.Per i motivi
già
chiaritinell’introduzione,
si definisce processo ter- modinamico l’insieme di funzioni :dove
i)
è del generetempo
perogni (yL)
EC* ,
definiti suC*
>C Re soddisfacenti le
equazioni (23)
del bilancio(in particolare,
la(37))
nonchè le condizioni
(34)
e(35).
Il
comportamento
delmateriale,
chequi
si suppone differenziale e dicomplessità 1,
èpoi
fissato con leequazioni
costitutive(cfr.
introdu-zione)
che
rappresentano
l’estensione relativistica delleequazioni
costitutiveproposte,
percorpi rigidi,
daBogy
eNaghdi
in[15]
perconsentire, già
in meccanicaclassica,
velocità finita dipropagazione
del calore inun solido. Tale velocità deve risultare necessariamente finita in Rela-
tività
e ciògiustifica
la presenza di00
nelle(42).
È poi
evidente che un processotermodinamico,
nel sensoprima chiarito,
èassegnato quando
si conosca il processo termocineticoxa =
xa(yL, 1’)
e 00 -1’)
- 0(12) .
Infatti,
incorrispondenza
del processotermocinetico,
inogni
istanterisultano
determinati,
per le(6)
e(10 ) , Éfl, Ua, 0°, ()o e g(X
equindi,
stante
(42), 1j)0, r¡o,
einfine,
dalleequazioni
del moto(24)
siricava
f a. Inoltre, poichè
la(37)
è conseguenza delle(24), (34)
e(35),
un processo termodinamico verifica anche la
(37).
Più
complessa,
nel casorelativistico,
è la verifica delseguente
TEOREMA. Per
ogni particella
X c- 8 èpossibile
trovare un motolocale di un intorno
3(X)
tale
che,
all’istante -t ed inX,
legrandezze
abbiano,
nel moto(43),
determinazioniverificanti
le condizionima per il resto arbitrarie.
DIM. Sia I un riferimento inerziale e si consideri l’insieme delle funzioni
Ainnchè le
(44)
possanointerpretarsi
come un moto di 8rispetto
adI,
occorre e basta che
F1(t)
sia unsingolare
e che v2 c2.Quest’ultima
condizione è
poi equivalente
allaseguente diseguaglianza:
(12)
Per il caso classico, cfr., ad es.,[2],
pag. 8.dove si è
posto u(t)
=à(t)
che è certamenteverificata,
perogni u2
c2e per
ogni P~,
almeno in unintorno 3(X)
di~L = 0.
In
definitiva,
con u2c2,
come velocità dellaparticella
Xe non
singolare,
le(44),
almenolocalmente, rappresentano
unmoto per l’osservatore inziale I.
Si
può
cos aKermare che è semprepossibile
assegnare ad arbitrioun moto
xa(yL, 1’)
di3(X)
tale che all’istante 7: ed in X sia arbi- traria la velocità d’universoU2(,r) = (ui y, cy)
ed ilgradiente
rela-tivo di deformazione
.~’L(~) ; ciò,
stante(23),
consente di assegnare in~r
arbitrariamente
P;,.
Per provare l’arbitrarietà delle restanti
grandezze,
basta conside-rare la
seguente
distribuzione ditemperatura
in Icon x ed x
corrispondenti
in 0 di Y ed Xrispettivamente,
edimporre
la
condizione 0
> 0 perogni (yL) .
È
ora immediatoverificare,
stante(23),
cheè
possibile
determinare un moto locale di3(X)
in modoche,
in Xed all’istante 1’, siano arbitrarie le determinazioni
purchè Ua Ua = - c2, 6° > 0
ed(.F’L, Ua)
nonsingolare.
4.
Conseguenze
delladiseguaglianza
didissipazione
ridotta.In
questo
numero si troverranno le restrizionisull’equazione
costi-derivanti
dall’imporre
che esse soddisfino ladiseguaglianza
didissipa-
zione ridotta in
ogni
processo termodinamico(13) .
A tal fine si cominci con l’osservare che la
(40), può
anche scriversi(13)
Cfr.[2],
pag. 15;[4],
pag. 186.dove -
esprime,
comegià
inprecedenza, l’operazione
diproiezione
surappresentata
da(14) .
Ora,
è ben noto che(15)
da cui
ovviamente,
stante(12)~
ed il caratterespaziale
diD’altra
parte (cfr. (23)),
e
quindi,
per(12 ) 2
e(3 ) 1,
Le
(45)
e(46)
consentonopoi
di scrivere la(44)
nellaseguente
altra forma:
dove si è
posto
Derivando
quindi
la(42 ) 2
si ottiene:(14)
Cfr. [16], pag. 159.(15)
Cfr.[23],
pag. 248.e sostituendo nella
(49),
y siperviene
allaseguente diseguaglianza
che deve risultare verificata per
ogni
scelta dellequantità indipendenti (cfr.
il teorema del n.3) .F’L, .F’L, 6°, ~°, GL, ~a, Aa, ~a.
Dalla
(49)
stante(23)’
conseguecos ,
con unaprocedura
ormaitradizionale
(cfr. ,
ad es. ,[2]
e[3]),
che :dove si è
posto
sicchè
r~~e~ rappresenta 1’entropia
perprocessi
diequilibrio
incui, cioè, È
cospossibile
concludere che le(50), comportando
la(49)
inogni
processo
termodinamico,
sonoequivalenti
la richiesta che ladisegua- glianza
didissipazione
ridotta(47)
sia verificata inogni
processo termo- dinamico per un sistema conequazioni
costitutive(42).
Se si eliminasse nelle
equazioni
costitutive(42)
ladipendenza
daAa,
la
(50), comporterebbe
allora 0. Riconosciuta cos la necessità ditale
dipendenza,
si osservi che dalla(50),
seguono inparticolare
leseguenti diseguaglianze:
la
prima
dellequali
è la relativizzazione di un risultato diBogy
eNaghdi
in[15],
form.3.10,
laddove la seconda mostra che sipuò
averepassaggio
dicalore,
anche in assenza di variazionispaziali
etemporali
ditemperatura,
per la sola presenza di accelerazione.Si vuole ancora osservare che la condizione
(50),
ègià
contenutanella richiesta di validità del
principio
dell’indifferenza dal riferimentoproposto
in[13]
equi
accettato.Infatti,
da dettoprincipio,
inparti- colare,
conseguedove
() LM
è il tensore di deformazione diCauchy-Green
definito dalla(14) .
Pertanto.
sicchè
ed è
provato
il caratterespaziale
di~y~°/aÌ’L
come conseguenza della(51).
Infine,
è subito visto che per le(50),@,
sussite la relazioneche,
stante(48)
e(12 ) 1 può
anche scriversi:La
(53)
costituisce lageneralizzazione
relativistica della relazione clas-sica sforzo-deformazione ed anzi ad essa si riduce nel riferimento
proprio
della
particella
considerata.-
Quando
sitenga
conto anche delprincipio
di indiúerenza dal rife- rimentoproposto
in[13],
da(52)
e(53)
si hae
quindi
anche5. Considerazioni sulla termodinamica relativa
approssimata
a menodi termini del 2° ordine in
vlc.
Nei
precedenti
numeri si è discussa una formulazione della termodi- namica relativistica in cuiintervengono grandezze che,
pur essendo definite inogni
sistema di coordinate rettilinee diV,,
hanno conte-nuto fisico soltanto nel riferimento
proprio
I per lagenerica particella
Si è
poi
mostratoche,
in taleriferimento,
le conclusioni della termodinamica relativisticaqui sviluppata
differiscono dalle corri-spondenti
conclusioni classiche per la presenzadell’impulso
relati-vistico
h°/c2
associato al vettore corrente di calore.Quando
si possa ritenere nulloquesto impulso,
i risultati classici equelli
relativistici coincidono in I.Nulla ancora si è detto sul
significato
fisico dellegrandezze
via viaintrodotte e dei
principi enunciati,
nelgenerico
riferimento inerziale I.A tal fine in
questo
numero si considereràun’approssimazione
al 1~ or-dine in della termodinamica relativistica
rispetto
algenerico
rife-rimento inerziale mostrando in che modo i risultati classici differiscono da
quelli
relativistici per la presenzadell’impulso
termicoh°/c2.
Si cominci col ricordare
che,
al 1° ordine inv jc,
i coefficienti della trasformazione I - I si scrivono(16).
(16)
Cfr. formula(2.27)
di[24],
pag. 41.pertanto
e
quindi, posto qi = hilel,
si haAnalogamente
si prova cheInoltre,
dao
ed osservando
che,
per la(4)
in I risultao
sempre in I ed al
prim’ordine
inv/c,
si ha ancheD’altra
parte
èsicchè
Indicando
poi
conA~
i coefficienti della trasformazioneI -~ Ì,
dalle(5)
si ha ovviamente:
e
quindi
da
cui,
stante(58)
e(59),
y consegue:Si osservi infine che per
(56)
e
Scritta
quindi
la(37)
nella formaè subito visto che per
(61), (62)
e(63)
essapuò
scriversi anche nellaseguente
altra forma relativa algenerico
osservatore inerziale I:dove
,u = ,u* y ^~ ,u*
è la densità di massa relativa e, o
è uno scalare nullo in
1.
Si
può
cos affermare che ledifferenze
tra la(65)
ed il bilancio clas-sico di
energia (interna)
per ilgenerico
osservatore inerziale sono dovuteai due
impulsi
edh/c2.
In modo
analogo,
introdotte lequantità
relativela
(32)
si scrivedove
o
è uno scalare nullo in I.
Pertanto,
ladiseguaglianza
relativistica di Olausius-Duhe1n(66),
al10 ordine in
v/c differisce
daquella
classica per la presenzadell’impulso
termico
h/c2.
Le
(65)
e(66)
mostrano altres che è moltopiù agevole
dedurre leconseguenze della
diseguaglianza
didissipazione
ridotta inV4
inveceche nel
generico
riferimento inerziale e successivamenteinterpretare
irisultati ottenuti in
V4
in termini digrandezze
relative.Cos ~,
osservando che per la(22),
alprim’ordine
inv/c,
èdalle
(50)
e(54),
si ottiene:le
quali
mostrano chequando
si possa trascurarel’impulso termico,
lerelazioni
(62)
coincidono con lecorrispondenti
classiche inogni
sistemadi
ri f erimento
a meno di termini del 20 ordine inv/c.
Allo scopo di determinare in
quali
condizioni i terminied sono trascurabili
rispetto
al termine classico(h.grad 6)/6,
basta introdurre le
quantità
di confronto 0.L, U,
T ditemperatura, lunghezza,
velocità etempo.
In talmodo,
indicando con un asteriscole
corrispondenti quantità adimensionali,
si ottieneQuesta
relazione mostra che se lefrequenze
ingioco
non sono moltoelevate
( T ^~ L/ TI ),
iprimi
due termini sono del 20 ordine invlc
epertanto
trascurabilirispetto
al terminegrad o/6.
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134Manoscritto pervenuto in redazione il 28