R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
S ANTUZZA B ALDASSARRI G HEZZO Sulle localizzazioni di ideali e moduli di tipo finito privi di torsione. (Proprietà del chiuso di un fascio algebrico coerente e liscio)
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 39 (1967), p. 205-218
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DI TIPO FINITO PRIVI DI TORSIONE.
(PROPRIETÀ DEL CHIUSO DI UN FASCIO
ALGEBRICO COERENTE E LISCIO).
SANTUZZA BALDASSARRI GHEZZO
*)
Sommario.
Sia V una varietà affine
(irriducibile)
su un corpo K commu-tativo
algebricamente chiuso,
ed A = A[V] ]
il suo anello delle coor-dinate,
ilquale
è isomorfo all’anello delle sezioniglobali
del fascioszl v degli
anelli locali di V. Sia inoltre M un A-modulo ditipo finito,
il
quale può
semprepensarsi
come modulo delle sezioniglobali
d’unfascio
95 algebrico
coerente su V.È
notoche,
dettoAx
l’anello locale in unpunto (x)
diTT,
se1’Ax-modulo 1~1 ® Ax
è libero di rango r, esiste unaperto U
A
di V contenente
(x),
tale che perogni (x’)
E U siano liberi di rangor
gli Ax, - moduli
e sia(c?k/ U) -
Inoltre
([1], [7]
e[10])
il fascio9N
su V è certo libero fuori di unchiuso di cdm 1 in
V,
mentre se V è normale ed9N privo
di torsio-ne, allora
9N
è localmente libero fuori di un chiuso di cdm>
1 in V.Nella
presente
nota dimostro che se I è un ideale d’un do- miniod’integrità
noetheriano A. eH (I)
è l’intersezione di tuttigli
ideali
primi
di A neiquali
Ipossiede
localizzazione nonlibera,
allora accanto alla nota
equivalenza:
~)
Indirizzo dell’A.: Seminario Matema,tico, Università, Padova.vale la :
Da ciò segue anche che se un fascio d’ideali su di una varietà V
affine,
ha fibra libera in unpunto,
l’ideale associato ha localiz- zazioni libere(sui propri
anellilocali)
in tutti i chiusipropri
irri-ducibili
(sottovarietà)
della varietàV, passanti
perquel punto.
Dimostro
poi (n. 13)
che : perogni
idealeI,
d’un dominio noe-theriano
A,
l’ideale H(I)
non ha divisoriprimi
niinimaliprincipali.
Cioè anche
se 9
è unfascio
d’ideali sulla varietàaffine V,
e X
(9)
è il chiusofuori
delquale 9
èlibero,
X(9)
non hac compo- nenti irriducibili di cdm 1 lequali
non interse.zione non com-pleta
di V conforme
di gn .Inoltre per
ogni
A-moduloM,
dettoH (11Jil)
l’ideale intersezionedegli
idealiprimi p
di A in cuilVlp
non è libero suAp ,
dimostro(n. 10)
che perqualsiasi
sequenza esatta di A-moduli deltipo
vale la relazione
Dopo
di che posso infine dimostrare(n. 14)
che : perogni
mo-dulo M di
tipo finito, privo
ditorsione,
sopra un dominio noetherianoA,
l’ideale H(M)
non ha divisoriprimi
mini-maliprincipal,
equindi
anche che : iin
fascio algebrico
coerente e liscio9M
di rango r ~ 1 sopra una K-varietàalgebrica affine
nonpuò
avere nel suo chiusoX
componenti
irriducibili di cdm.1,
lequali
non siano interse- zione noneomp leta
dl V conforme
dell’ambiente.1. Indicheremo
qui
sempre con K un corpo commutativoalge-
bricamente chiuso e con .8n lo
spazio
affinen-dimensionale,
dotatodella
topologia
diZariski,
per laquale
i chiusi sono tutti e soligli
insiemi
algebrici V (E)
di K’~ costituiti dalle totalitàdegli
zeri dellefamiglie
E dipolinomi
diK[X].
Indicheremo inoltre con D
(E) gli aperti complementari
dei V(E),
e con I
(H)
l’idealeappartenente
ad un insiemealgebrico
H diKn,
9cioè l’ideale
(radicale)
di tutti ipolinomi
nulli inogni punto
di H.I (H)
saràprimo
se e solo se H èirriducibile, (e quindi qui
asso-lutamente
irriducibile, poichè K
èalgebricamente chiuso).
2. Sia TT un
qualunque sottospazio
non vuoto diSi dice fascio
degli
anelli locali diTT,
il fascio determinato dalprefascio (canonico)
ottenuto associando adogni porzione aperta
U di
V,
l’anello delleapplicazioni regolari !7 2013~ ~
e adogni coppia
di
aperti U
eU’ ,
con U’c U,
1’omomorfismo canonico di restri-zione, operante
sulleapplicazioni f :
U- K con( f ) = f ~ I
U’ .Ogni
fibra diAv
è un anellolocale,
il cui ideale massi- male è costituito con igermi rappresentati
daapplicazioni regolari
nulle nel
punto (x~),
cioè il cui numeratoreappartiene
all’ideale delpunto (xo).
Inoltre il nucleo dell’omomorfismo
canonico e.,,
dell’anello A delle frazioniregolari
in(x~),
sulla fibrasil v, xo’
che associa adogni
frazione
regolare
in(xo)
il germe da essarappresentato,
è l’idealedi A
[xo],
formato congli
elementiesprimibili
comeprodotto
di unelemento di
I (V),
per un elemento di A[xo].
Ideale che si indicacon I
( V)
A[xo].
3.
Sia,
d’ora in un chiuso irriducibile di Kn equindi I(V) primo
inK[X],
allora èprimo
inA [xo],
Inoltre se A
[ ~
J = ~[~’ J/~ ( ~ ),
che indicheremo soltanto conA,
è l’anello delle coordinate del chiuso
>T ;
e se p è l’ideale(primo)
di A
appartenente
ad(xo),
la fibra.91 v, Xo
di.91 v
s’identifica canoni- camente con l’anello delle frazioni di elementi di A con de- nominatore nellaparte moltiplicativa S
=A - ~,
anello che indi- cheremo anche con A[xo]),
o anche conDunque ogni
germe dipuò
esserrappresentato
in unoed un sol modo con una
frazione,
elemento diAp ,
ed essendo Virriducibile,
un dominiod’integrità (per ogni xo).
4. L’anello
Av)
delle sezioniglobali
di cioè delle ap-plicazioni
di V in .g ovunqueregolari
suV, può
identificarsi conl’anello
A = A [VI ]
delle coordinate di V.Inoltre le sezioni di su un
aperto
si pos-sono identificare
(in
modonaturale)
con leapplicazioni regolari
f : ~7 2013~ ~
tenendoperò
essenzialmentedistinto,
perogni (.r)
EU,
ilvalore
fz
dellasezione f
nelpunto (x), (elemento
della fibra diAv
nelpunto (x)),
dal valoref (x)
dellaapplicazione regolare f
nelpunto (x), (elemento
diK).
5. Se 1T è ancora un insieme chiuso irriducibile di K n con la
topologia
relativarispetto
aquella
diKn ,
indicheremo con V anche la varietàaffine,
sottovarietà chiusa di definita dallospazio
anellato
( V,
e, ingenerale,
diremo varietàalgebrica
affineogni spazio
anellato(X, Ax),
isomorfo ad una sottovarietà chiusa diSia
dunque
V una varietà affine(irriducibile)
su K.L’anello che indicheremo come in
4)
conA,
risulta evidentemente un dominio
d’integrità
noetheriano(in quanto immagine
omomorfa d’un anello dipolinomi
in un n° finito d’inde- terminate sopra uncorpo).
Ricordiamo
qui
che se9N
è un fascioalgebrico
coerente suV, (o
è un A-modulo ditipo finito,
eF( )
è funtorecovariante esatto sulla
categoria
dei fascialgebrici
coerenti su va-rietà affini
Vy
e omomorfismialgebrici,
con valori nellacategoria degli
A-moduli ditipo
finito.Inoltre per
ogni
A-modulo ditipo
finitoM,
se si considera suTT il fascio costante M a fibra isomorfa ad
M,
tenuto conto chesul v
è in modo naturale fascio di
A-moduli,
resta individuato([10]
n°48)
un fascio di
flv.moduli, cioè, algebrico
coerente su V:che si indica con 61
(M).
Poichè l’essere di
tipo finito,
per un A-mod uloequivale
ad am-mettere una suriezione del
tipo
Aq -- M20130,
el’operatore
tensorialeè esatto a destra
(anzi qui Ax
è addiritturapiatto),
la fibra(M)
nel
punto (x)
E Tr è unAx-modulo
ditipo
finito(su Ax (n° 3))
ches’identifica con :
L’operatore
(9( )
risulta funtore covariante esatto sullacatego-
ria
degli
A-moduli ditipo
finito ed A-omomorfismi(se
=(S) q)
v
con valori nella
categoria
dei fascialgebrici
coerenti su varietà af- fini edegli
omomorfismialgebrici.
(Ricordiamo
che A deve essere unaK.algebra
ditipo finito, priva
dinullipotenti,
affinchè la si possa pensare comeK-algebra
delle sezioni
globali
del fasciodegli
anelli locali diqualche
varietàaffine).
Infine per i funtori
F ) ( ),
cos definitivalgono gli
iso-morfismi
(canonici)
6. Diciamo che un fascio di
Av-
-moduli9V
è liscio oprivo
ditorsione,
secmx ,
fibra di9N
nelpunto (x),
equindi l’Az.modulo Ax (con
M =1’(9X)
ed A = èprivo
A
di torsione per
ogni (x) E V, o (il
che sopra le varietàV,
inquanto
hanno il chiuso
irriducibile,
è lostesso),
se9Nz
èprivo
digermi fx appartenenti
a sezionif
con Uaperto
contenente(x),
tali che in
qualche punto (xo)
E U siaf~
= 0.In caso
contrario,
l’insieme deigermi
suddetti costituisce unsottofascio di il sottofascio di torsione t
È
noto che se9N
èalgebrico,
coerente eprivo
ditorsione,
sullavarietà V esso è isomorfo ad un sottofascio di un anzi
[3]
se95
ha rango r, esso ammette una iniezione :e viceversa.
Ogni
fascioalgebrico
coerente e liscio su di una varietàaffine,
il
quale
sia di rango1,
èdunque
un fascio d’ideali.(L’esistenza
della i sipuò dedurre,
delresto,
dallaanaloga ([6]
pg.131)
per i moduli ditipo finito, privi
ditorsione,
tramite ilfuntore 6t del n°
5).
7. Diciamo che un fascio
algebrico
coerente9N,
sulla varietà Vaffine,
è localmente libero se1’Ax -modulo
è libero ditipo
finitosu
Ax ,
y perogni (x)
di V.D’altra
parte
è noto([7]
e[10]) che,
se per un(x)E V l’A,, -modulo .lVlx
èlibero,
esiste unaperto
connesso U di V contenente(x)
ed unintero
r ~ 0,
tali che9N/ U
sia isomorfo adU;
e in tal caso sonoanche liberi
gli Ax.
-moduliMx.
perogni (x’)
EU~ ;
ed il rango diMx
suAx
è costante al variare di(x)
in U.Perciò si
può
dire che un fascioalgebrico
coerente è localmente libero suV,
se perogni (x)
EV,
esiste unaperto
U di V contenente(x)
tale che sia isomorfo ad unvi ZT ) -
fascio della form a ed è noto([10])
che ciò accade se e solo se è unA-modulo
proiettivo.
Inoltre
([7]
e[10])
perogni
fascioalgebrico 9N
suV,
l’insiemedegli (x)
E V tali cheMx
sia libero suÅx,
è unaperto
W non vuotodi
V,
e suW,
perquanto
dettoprima,
il rango r diil1x
suAx
saràlocalmente
costante,
ed il fascio95
localmente libero. Il chiuso Xcomplementare
di W in V(come
è detto al n°5),
V èpensata
sem-pre come sottovarietà chiusa di
g’2)
si dice il chiuso delfascio ~,
e si indica con X
Anzi risulta
[1]
cheogni
fascioalgebrico
coerente9N
è addi-rittura libero fuori di un chiuso
proprio X,
cioè sarà su tuttoV 2013 cm/( V - .) ’’ A"vl
Y -X),
e il chiuso X avràgeneralmente
codimensione 1 in V.
Mario Baldassarri ha dimostrato inoltre
[1] che,
se siaggiunge
alle
ipotesi precedenti
la condizione che V sianormale,
ed9X liscio,
esso risulta localmente libero fuori di un chiuso .X di V di cdm
>
1 su V.8. OSSERVAZIONE,
L’ipotesi
della normalità di V è in[1]
usataper escludere l’esistenza su V di
luoghi singolari
di cdm 1. Mentrel’esempio riportato
in[2]
nella osservazione di pag. 280 mostra comeM = I =
(x~ y)
su A = K~x~ y]I(X3
-y2)~
abbia nelpunto singolare (x)
_(0, 0),
localizzazione nonlibera, (anzi
nonproiettiva).
Osserviamo che in tale
esempio
ilpunto (O, 0)
della varietà lo si ottiene sia come sottovarietà dell’ideale(x) ,
cioè su g 2 comeVt(x, x3-y2),
ma è in sostanza unacomponente
irriducibile dell’insie-me
algebrico appartenente
all’ideale(x,
y) diA,
ilquale
non èprin- cipale,
cioè è unacomponente
diVí (x,
y, x3 -y2).
In altre
parole
il chiuso irriducibile costituito dalpunto O,
èintersezione
completa
diV~ (x~ - y2)
conY (x)~
ma sipresenta
anchecome intersezione non
completa
di TT(x3
-y2)
con V(y
-mx).
Ebbene, vogliamo
dimostrare come solo su chiusi siffatti di co-dimensione
1,
di una varietàaffine,
un fascioalgebrico
coerente eliscio
può
essere nonlibero,
e mai su chiusi di cdm 1 che si ot-tengono
solo come intersezionecompleta
della varietà con divisori irriducibili dellospazio.
9. Sia ancora V una varietà affine sul corpo
.1~,
equindi
ilchiuso di V
(nO 5))
abbia l’anello delle coordinated’integrità
e noetheriano.Sia
9N
un fascioalgebrico
coerente di rango r suV,
equindi
sia un A-modulo di
tipo
finito e rango r. Conside- riamo l’insieme dei chiusi irriducibili di V suiquali
non è liberosu
Ap ,
cioèl’insieme,
che indichiamo condegli
idealiprimi p
di A per cui
A
Abbiamo detto in
7),
che esiste almeno unpunto (x)
E V taleche,
se p è l’idealeappartenente
ad(x), Mp
sia libero suAp ,
e chese e soltanto se M è
proiettivo, lVlp
è libero per tuttigli ideali
dei
punti
di V(v.
del resto anche[5]
teor. 2 pag.141).
Dunque
ingenerale
l’insieme H(M) degli
ideali p per cuiAp
non èvuoto ;
indichiamo conH(M)
l’ideale intersezione di tuttigli
ideali diquesto insieme,
cioèH (lVl )
conpa E
H(M).
a
10. Dimostriamo intanto
che,
perogni
modulo sopra un anelloA,
vale ilseguente :
LEMMA 1 : Se M è un A-modulo
per it quale
esiste una sequenza esatta de ttipo :
risulta H
(M )
= H(Nc (~)).
Infatti,
essendo Aqproiettivo,
la sequenzaa)
èspezzante,
edM ~ Aq
O
Nc(99), pertanto, ponendo
Nc(g)
=M’,
dasi ha ~
e
quindi:
da cui si vede che
Mp’
è libero se e solo se lo è.lVlp ,
donde l’asserto.Si
può
allora dimostrare laseguente :
PROPOSIZIONE
1).
Perogni
sequenza esatta diA-moduli,
deltipo :
risulta :
In altri termini : per
gli
insiemialgebrici appartenenti agli
idealiH ( ),
vale la reazione :
Infatti,
localizzandonegli
idealiprimi
p, dalla1)
siottengono
se-quenze asatte
(per
lapiattezza
diAp )
deltipo :
Siano H
(M’),
H(M)
ed H(M") gli
insiemidegli
ideali in cui non sono liberirispettivamente
ed allora H(M’)
f1H (M")
sarà l’intersezione
degli
idealiappartenenti
all’insiemeH(ZVI’) U H (M"),
e
H (M)
l’intersezionedegli
idealiappartenenti
ad H(M).
Ora se
Mp’
èlibero,
per il lemma1),
si hache,
per l’ideale p,l’appartenenza
adH (M’)
edH (Jl)
si verifica o nosimultaneamente, quindi
in tal caso :se invece
iU§’
non èlibero, p E H (M ")
equindi p E H (1Vl’)
U H(M "),
anche
Ne segue
perciò
l’affermazione2)
voluta.11. Sia ora A un dominio
d’integrità noetheriano,
ed I un idealedi
A,
chepossiamo
considerare come sottomodulo diA,
cioè comeun A-modnlo di
tipo
finito.Consideriamo l’ideale
H (I),
intersezione di tuttigli
idealiprimi
di
A,
neiquali I
ha localizzazione non libera.Analogamente
al nOprecedente,
indicheremo con H(I)
l’insieme di siffatti ideali.Poichè A è
noetheriano, H (I )
ammette unarappresentazione
normale come intersezione di un numero finito di ideali
primari : .H (I )
=n Qi (nessun Qd
contiene l’intersezione deirimanenti Qj (rap- presentazione ridotta),
ed i divisoriprimi
delle variecomponenti primarie Qi ,
cioègli
idealiprimi
associati aH (I ),
sono tutti di-stinti).
Osserviamo subito che
gu
per la definizione dig (I),
si ha unarappresentazione
normale che dàH(I)
come intersezione di idealiprimi,
tuttiappartenenti
all’insieme H(I).
D’altra
parte
ricordando che per la localizzazione di I in un idealeprimo p
diA9
si ha :e cioè che
Ip può
considerarsi l’ideale esteso di I nell’anello localeAp ,
risulta come ènoto,
che se èIAp C pAp
eperciò IAp
noncontiene elementi
invertibili, dunque IAp # Ap ,
anzi si hal’equiva.
lenza :
poichè
seI ~ ~,
esiste un elementof E I
che nonappartiene
a p, equindi
haimmagine
invertibile inAp ,
per cuif’/f = 1 E JTAp
e dun-que
IAp = Ap .
La
( 1.11 ) permette qu
di affermare che vale la relazione :Infatti per
ogni ideale p
E H(I),
è certoIp ~ Ap ,
y equindi
risultaNe segue che il chiuso d’un fascio
d’ideali 9
è contenuto nel chiusodegli
zeri dell’ideale12. Si
può
ora dimostrare laseguente:
PROPOSIZIONE
2).
SeH (I )
è l’intersezione di tuttigli
idealiprimi
del dominio noetheriano
A,
neiquali
un ideale I di Apossiede
loca-lizzazione non
libera,
nessun idealeprimo p’
di A tale cheIp·
~Ap.
può
contenere H(I).
Si
potrà quindi
affermare che valel’equivalenza :
Infatti se in p è
Ip
-PAp
alloraH (I ) C p
per la definizione di H(I ).
Viceversa,
sia~’
un idealeprimo
di A checontenga .H (I ) ;
in talcaso è noto
([8], (Z.5))
chep’
contiene necessariamentequalche
divi-sore
primo minimale
diH (I)~
ilquale,
come, osservato in ap-partiene
all’insiemeH (I),
cioè si ha -I-Ap .
Vogliamo
far vedere che deve essere ancheIp’ -I- Ap,.
Infatti
poichè
essendo p Cp’ ,
esiste il monomorfismo d’anelli dato dall’inclusione :Ap
risultaAp~-modulo (oltre
cheA-modulo),
equindi
si ha :Allora se fosse
Ip,
~A,, seguirebbe
e
quindi
risulterebbe anchein contraddizione col fatto
che p
E H(I).
Ciò
completa
la dimostrazione dellaproposizione 2),
anzi della(1.1~).
Ne segue anche che se
p C p’
sono ideali di~1,
ed è:è anche :
Infatti
quindi
esiste un elemento diH (I)
che non sta inp’
èquindi
neanche in ~. PerciòH (I ) ~ p
equindi Ap .
Cioè in
partieolare : se
unfascio
’(1)
d’ideali su di una K-va-rietà V ha
fibra
libera in unpunto, 1p
è libero suAp
in tutti ichiusi
propri
V(p)
irriducibili della varietàpassa nti
perquel punto.
Dunque
ilsupporto
del chiuso di contiene tutti e soli ipunti
in cuipossiede
fibra nonlibera,
equindi
coincidecol chiuso del fascio 61
(I)~ (n. 7).
13. Premettiamo ora un’osservazione che ci sarà utile in
quel
che segue.
Sia ancora A un dominio noetheriano.
È
noto che unapotenza
di un ideale
primo P
diA, può
non essere un idealeprimario, però
per un ideale
primo P
diA, P
è l’unico divisoreprimo
minimaledi P’’
(per ogni
numero naturaler).
Ora se P è
primo principale
inA,
cioè se P -( f )
conf #
0e non
invertibile,
pr =(fr)
e P risulta anche divisoreprimo
massi-male di P’’
(si
verifica facilmente che nel nostro caso P contiene tutti i divisori di zero moduloP’’).
Ne segue che .Pr ha il solo di- visoreprimo
P equindi
èprimario
per P.([8],
Ch.I,
n.7).
Dimostriamo ora che vale il
seguente :
TEOREMA
1)
Perogni
idealeI,
d’un dominiod’integrità
noethe-riano
A,
l’idealeH(I)
non ha d,ivisoriprimi
minimaliprincipal.
Questo teorema,
perquanto
è ricordato ai nn.5)
e7),
e te-nuto conto del fatto che in un dominio noetheriano
ogni
idealeprimo principale proprio
è minimale equindi
di altezza1,
afferma che : Se V è una varietàaffine
sul corpoK, ed 9
unfascio
d’ideali suV,
se il chiuso X(9)
delfascio 9
contienecomponenti
irriducibili di codimensione1, queste
sonoforme
intersezione noncompleta
di V conforme di
Kn.Dimostrazione del teorema
1) :
Consideriamo per l’idealeg (I )
la
rappresentazione
normale di cui abbiamo detto al n.11 ).
Supponiamo
che l’ideale H(I)
abbia un divisoreprimo
minimaleprincipale (proprio) P,
allora P è minimale fragli
idealiprimi
checontengono H (I)
e per la costruzione stessa dellarappresentazione
normale di
H (I), P E g (I ) quindi
Consideriamo ora una
rappresentazione
normaledell’ideale h
come intersezione finita di ideali
primari,
sia :Poichè P contiene I
(n. 11 ),
P contiene un divisoreprimo
mi-nimale Pi
diI,
e sarà anzi P =poiché
essendo Pprincipale primo
nel dominio noetherianoA,
esso è anche minimale in A. Dun- que P è divisoreprimo
minimale(ideale primo isolato)
di I.Sia P =
( f )
conf #
0 e noninvertibile ;
e nelladecomposizione 1) primaria
normaledi I,
sia qi~ c P lacomponente primaria
ad esso associata univocamente(in quanto
P è divisoreprimo
minimale diI).
Vista l’osservazione
precedente, sarà qi~
=( f y),
per un intero v~ 0,
e
potremo
intanto scrivere ladecomposizione
sopra considerata I =fl
qi nelseguente
modo :e qyi non contiene
I’ ,
trattandosi didecomposizione
ridotta.È
subito visto che esistono idealiprimi
associati ag (I )
checontengono
P e noncontengono
I’(per
es. Pstesso, poichè
se unideale
primo
contieneI’ ,
contienequalche
idealeprimo pj
associatoad
I’,
ma P è divisoreprimo
minimale diI ,
e la1)
è una rappre- sentazione normale diI).
Ora essendo A noetheriano esisterà in H
(I)
un idealeprimo
p massimalerispetto
alle O(~)
ePer un siffatto
ideale p
sarà intantoIp
=A p (n. 11 ),
e di con-seguenza
poichè
e
dunque
dove
I’Ap
=Ip
=Ap .
Ma inoltre è qi~
Ap ~ Ap
nell’isomorfismocp : f y -~ 1.
In
conclusione,
nelleipotesi poste,
sarebbeIp
2t2Ap
il che è in contraddizione col fattoche p
E H(I).
Se ne deduce che l’idealeH (1)
non
può
avere divisoriprimi
minimaliprincipali.
14. Ricordando ora che
ogni
fascioalgebrico
coerente e lisciodi rango
1,
su una varietà affine è isomorfo ad unfascio -7 d’ideali,
siamo in
grado
di dimostrare che :Un
fascio algebrico
coerente e lisciomZ
di rango r ~ 1 soprauna varietà V
algebrica
sul corpoK, può
avere nel suochiuso X
(gk) componenti
irriducibili di codimensione 1 lequali
nonsiano intersezione non
completa
di V conforme
dell’ambiente.Dimostriamo
precisamente
ilseguente :
TEOREMA
2) :
Perogni
modulo M ditipo finito, privo
ditorsione,
sopra un domin~io noetheriano
A,
l’ideale H(M)
non ha di-visori
primi
minimaliprincipal.
La dimostrazione
può
farsi per induzione sul rango 1~ diM, poichè
per il teorema
1)
l’affermazione è vera se l~ ha rango1, giacchè
intal caso esso
può
semprepensarsi
come un ideale di A.Se r >
1,
ammettiamo vero il teorema2)
per i moduli di rango C r-1,
e dimostriamo che di conseguenza esso è vero per rg = r.Sia
quindi
M di rango r, e consideriamo una iniezione(nO 6)) :
componiamo i
con laproiezione
canonica r-sima :cioè
restringiamo
la p adi (M);
otterremo una sequenza esatta deltipo:
dove ora e per
cui : H (M ’)
non ha divi-sori
primi
minimaliprincipali
perl’ipotesi
induttiva eH (I)
nem-meno per il teorema
1)
del n°precedente.
Ma per la
proposizione 1)
del n°10)
e
poichè
H(31’)
e H(I)
non hanno divisoriprimi
minimaliprinci-
pali
nonpuò
averne neancheH (M),
come volevasidimostrare.
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Manoscritto pervenuto in redazione il 6 Marzo 1967.