A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
B RUNO F ORTE
Su di una relazione integrale tra media temporale e media in fase nella statistica dei fenomeni non stazionarî
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 17, n
o1-2 (1963), p. 13-29
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TRA MEDIA TEMPORALE E MEDIA IN FASE
NELLA STATISTICA DEI FENOMENI
NON STAZIONARI
BRUNO FORTE
(a Roma)
SOMMARIO. - Si stabilisce una relazione
integrale
tra la media in fase e la media tem-porale per una data classe di funzioni di fase ; qnesta relazione è ritenuta basilare per una teoria statistica dei fenomeui non stazionarî. Con essa si riconoscono altres
significative proprietà di ricorrenza nei riguardi del moto dei punti rappresentativi
nello spazio delle fasi.
INTRODUZIONE. Ai fini di una
interpretazione
fisicadegli
schemi adot- tati e dei risultaticonseguiti
nellapresente nota,
saràqui esposto
un pro-cedimento,
y di caratteregenerale,
con ilquale
si formula una teoria statistica di fenomeni non stazionari. Si tratta della naturale estensione a taletipo
di fenomeni del
procedimento largamente
illustrato eseguito
da J.Kampé
de Fériet nella trattazione statistica di taluni fenomeni stazionari
(cfr. [1], i2~~ [3], [4]).
In effetti dall’esame delle teorie classiche
riguardanti
i fenomeni di evo-luzione nel
tempo
di dati entinaturali, quali
i fenomeni didiffusione,
ilmoto dei
fluidi,
il moto deicorpi elastici,
il moto dei sistemi meccanici adun numero finito di
gradi
dilibertà,
si riconosce un comune modo di pro- cedere nellarappresentazione
di tali fenomeni.Si considera lo
spazio Rp
dellep-ple
di numeri realilo
spazio Rq
delleq-ple
di numeri realiSi introduce
quindi
unopportuno spazio
astrattoX, particolare
classedi
applicazioni
di un dominio C di.~~
inRq,
i cui elementi x sono costi-tuiti
da q
funzioniche
soddisfano, eventualmente,
adassegnate
condizioni sul contorno di C.Si assume che il
generico
elemento x dellospazio
Xcaratterizzi,
in unqualsivoglia istante t,
lo stato fisico attuale del sistema in evoluzione. Lesingole funzioni xi (u)
assegneranno di volta in volta : la distribuzione ditemperatura
in unsolido,
la distribuzione delle cariche elettriche nellospazio
ed il campo elettrico
generato
daquesta distribuzione,
laposizione
e l’attodi moto di un sistema meccanico e cos via.
In
questo
modo la evoluzione neltempo
del sistema è caratterizzata da. unaapplicazione
di.R1
in X cioè da unaq-pla
di funzioni di u e deltempo t
La
legge
di evoluzione neltempo (legge
delfenomeno)
èpoi assegnata
mediante un sistema di
equazioni
differenziali deltipo :
dove i
D~
sono datioperatori
differenziali checomprendono
le derivate par- ziali delle funzioni xrispetto
alle solevariabili u;
talioperatori dipendono
inoltre con
legge
nota edesplicita
dalle variabili u ed ingenerale
anchedal
tempo t, dipendono
dalle sole variabili nel caso in cui si tratti di unfenomeno stazionario
(cfr. [51).
A
questo punto
si formula ilproblema
diCauchy (in grande)
per il sistema(a) ;
cioè si assegna unistante to
ed incorrispondenza
ad esso unpunto xo in X,
si vuole determinare laconseguente legge
di evoluzione neltempo
del dato entefisico,
vale a dire laq-pla
di funzioni :definite
in C,
perogni
valore dit >_ to ,
che soddisfano leequazioni (a)
eper le
quali
sia :Per
ogni valore to
deltempo t
nell’insiemeR1
dei numerireali,
si as-segna un sottoinsieme
Xto
di Xquale
insieme deipunti rappresentativi degli
stati che siriguardano
comepossibili («
accessibili») nell’istante to
per il dato sistema fisico. Si ammette che in
corrispondenza
a ciascunpunto
xo di
Xto, interpretato
come dato(iniziale)
relativo all’istanteto, esista, unica,
la soluzione del sistema(a),
soddisfacente la condizione(b) (1).
Sia X* il sottoinsieme di
X,
unionedegli
insiemiXto ,
che si hannoper i diversi valori dell’istante iniziale
to
inR1.
Sia x
(u)
unqualsivoglia punto
in(u., tj
la soluzione che ad essocorrisponde
nel relativoproblema
diCauchy ;
perogni
valore dit >_ to ~
yx (u, t) appartiene
certo a X*. Pertanto le soluzioni checorrispondono,
nelsenso
precisato,
aisingoli punti x (u)
diXto
individuano una trasformazioneTt¿7:)
diXto
inX*,
perogni
valore dell’intervallo ditempo
z nell’insieme dei realipositivi ;
la trasformazione è definita dalla relazione :La
famiglia
di trasformazioni~T~ot~~, generata
dalla trasformazione al variaredi to
inR1
e di z nell’insieme dei realipositivi,
assieme ai rela- tivisostegni rappresenta
la totalità delle soluzioni del sistema diffe- renziale(a)
in X*.È
utile ricordare che le trasformazioni sonolegate
tra loro dalla relazione(cfr. [6]) :
per
ogni io
realipositivi,
z = t’+
~", Si ha infatti per la(c) :
per
ogni
èquindi :
In definitiva il sistema
fisico,
preso inconsiderazione,
nonchè lalegge
con la
quale
si evolve neltempo
sonorappresentati rispettivamente
dallospazio
X~ e dalle trasformazioni che hanno persostegni
i sottoinsiemiXto
di X ~.Con
questo
comune modo dirappresentare
diversegrandezze
fisiche ele relative
leggi
di evoluzione neltempo,
si riconosce altreslegittimo
ilraffigurare
il fenomeno con la totalità dei moti in X~ di unfluido,
per ilquale Xto
è laregione occupata
in X*all’istante to.
Conquesta immagine
(1) L’insieme
Xto
può dunque essere caratterizzato tra l’altro mediante un teorema di esistenza ed unicità della soluzione in X del problema di Cauohy, sopra ennnoiato,appare naturale chiamare ancora
spazio
dellefasi
lospazio
X*(2),
traiettoria delpunto
x, apartire
dall’istanteto,
y l’insieme(x)
deipunti
x(u)
in X *(3).
.Con
queste
premesse si è ingrado
di illustrare ilprocedimento
mediante ilquale
si istituisce una teoria statistica per ciascuno dei fenomeni in esame.Si definisce una
o-algebra 7
di sottoinsiemi A(eventi)
diX*,
che com-prenda
X* stesso e isingoli
insiemiXto sostegno
delle trasformazionie tale inoltre che
per
ogni to
inR1
edogni
valore di t nell’insieme dei realipositivi.
Si introduce
quindi
unafamiglia
di misure diprobabilità
su9~
cioè una
famiglia
di funzioni di insieme nonnegative
eo-additive,
di so-stegno 9,
per lequali
sia :La esistenza ed unicità
(nel futuro)
della soluzione delproblema
diCauchy
inducepoi
a richiedere alleprobabilità
di soddisfare laseguente
condizione :
per
ogni
Ain 7
eogni
valore realepositivo
di z,(6).
Vale anche la pena di osservare che il
presente
modello di statisticacomprende,
come casoparticolare, quello
relativo ai fenomenistazionarî,
(2) Si ricordi che per i fenomeni stazionari lo spazio delle fasi è 1’insieme dei punti
x in X rappresentativi di stati « aoceasibili » per il dato sistema fisico ; lo spazio g~ è qui l’insieme dei punti x rappresentativi di stati « accessibili » al dato sistema fisico in almeno un istante t.
(3)
Cfr.[7],
pag. 264.(4) Con si è indicata la estensione reciproca dCll’iDsieme A mediante la to
trasformazione
1’oz,
cioè l’insieme formato da quegli elementi x inX*,
la cui immagine appartiene ad d.to
(5) Attribuendo cos probabilità nulla alla totalità degli stati ritenuti non accessibili al dato sistema fieiao nell’istante to.
(6) La relazione (e) esprime infatti la seguente ipotesi : la probabilità che antistante
to + r lo stato del sistema sia, rappresentato da un punto x in g è uguale alla probabilità
che all’istante to lo stato del medesimo sistema sia rappresentato da un punto x in insieme dal quale l’insieme .A. proviene appunto con legge univoca.
°
cioè a
quei
fenomeni per iquali
i secondi membri delleequazioni (a)
nondipendono esplicitamente
daltempo ; comprende
anche il modello di stati- stica nelquale
le misure nondipendono
daltempo to (7).
Neiriguardi
di
quest’ultimo
si dirà che ilfenomeno,
per ilquale
si è realizzata unastatistica,
mediante lafamiglia (di eventi) y
e la misura m(== 1nto),
è inequilibrio
statistico.Nella
speciale
classe dei fenomeni stazionari le trasformazioni re-lative al medesimo intervallo di
tempo
7: e ai diversi valori dell’istanteiniziale io
si identificano in una stessa trasformazioneT(T),
come pure iloro
sostegni
coincidono con tutto lospazio X~;
altrettanto dicasi per le misure(Mt,),
che nel modello di statistica introdotto per il caso staziona- rio[5]
sono ridotte ad una unicamisura m,
inquanto
si è ritenuta aderente alla stazionarietàl’ipotesi
che il fenomeno sia inequilibrio
statistico.Scopo
diogni
teoria statistica èquello
dirappresentare proprietà
dimedia di un determinato fenomeno mediante
grandezze
la cui valutazionenon richieda la effettiva determinazione delle soluzioni del sistema
(a).
Aproposito
dei fenomeni stazionari si è riconosciuto(cfr. [8])
che se tali gran- dezze si suppongono associate ad una funzione(di fase)
definita in X* avalori in
.Ri
edm-sommabile~
se inoltre siimpone
allalegge
di associazione la verifica di alcunecondizioni,
del resto naturali($),
vi è un solo modo perrappresentare
dettegrandezze
ed è mediante la media in fasef
della fun- zionef (x)
dallaquale dipendono :
Quando
sivogliano
estenderequeste
considerazioni ai fenomeni nonstazionarî è naturale pensare a
proprietà
di media associate a funzionidipendenti
ingenerale
oltrechè daipunti x
in X* anche daltempo t ;
inquanto
le stesseleggi
di evoluzione neltempo dipendono
dall’istanteto ,
che si
riguarda
come iniziale per esse, oltrechè dalpunto x
inX *
che intale istante individua lo stato del sistema fisico. In
analogia
con il casostazionario si definirà media in
fase,
all’istanteto ,
9 di una funzionef (ae, t),
definita in a valori in
Kj
emt-sommabile
perogni
t inRí
2 l’in-tegrale
(7) Tale è il caso dei sistemi olonomi per i quali si assume come misura di probabi·
bilità la ordinaria misura di Lebesgue normalizzata.
(8) Per queste condizioni si vede ancora
[8J.
2. Annali nella Souola Norm. Pisa.
Al fine di
collegare
leproprietà
di media in un dato modello statisticocon i valori di una
grandezza
desumibili direttamente da unaesperienza
si considera la media
temporale
di una funzione di fasef (x, t),
tale media è definita dalla relazione :ed è per
l’appunto
la solagrandezza
media che sipuò
pensare di desu-mere da un
procedimento
di misura per la valutazione della funzionef (x, t).
Si
presentano quindi
in forma del tuttospontanea
dueproblemi
la cuisoluzione ha notevole
importanza
ai fini delcollegamento
tra teoria stati- stica edesperienza.
Ilprimo riguarda
la caratterizzazione delle funzioni di fase e(i1r generale)
deltempo
per lequali
esista la mediatemporale to),
il secondo èquello
di riconoscerequale
relazione intercorra tra media in fase e mediatemporale, quando quest’ultima
esista.Mentre per il caso stazionario
questi problemi
sono statiampiamente
studiati
(9),
non altrettantopuò
dirsi per il casopiù generale
e non menointeressante
quale
èquello
non stazionario.Per il solo caso stazionario sono classici in
proposito
iseguenti
risultati : 1 - 1’esistenza della media infase f
di una data funzione im-plica
l’esistenza della sua mediatemporale f (x).
2 - tra la media
temporale
e la media in fase sussiste la relazioneintegrale :
cioè la inedia in fase della media
temporale
di una data funzione di faseeguaglia
la inedia in fase della funzione stessa.3 - per
quelle
funzioni di fasef (x) (dette
funzioniergodiche)
per lequali
lacorrispondente
mediatemporale
sia inX* equivalente
aduna
costante f’
si ha :(9) 1’er nna esposi ziol1e dettagliata dei relativi risultati si vedano
[9], [10J
e[14].
vale a dire
l’eguaglianza
della mediatemporale
alla media in fase(conse-
guenza immediata della
(g)).
Al contrario per i fenomeni non stazionari si è riconosciuto che
(cfr. [7]) :
1’ - 1’esistenza della media in fase
f (to),
perogni to
nonimplica
l’esistenza della mediatemporale jù(s, to), (,o).
Si
può poi
affermare che :-
2’ - se anche esiste di una data funzione
t)
la mediatempora-
leto),
sommabile nellospazio
mensurale(X *, CJ,
perogni to
inR1,
non è vera in
generale
per essal’eguaglianza :
cioè non è sempre vero che la media in fase della media
temporale
èeguale
alla media in fase della funzione stessa.In
effetti,
mentrel’integrale
aprimo
membro della(g’)
è costante al variaredi to
in.R1,
5 non altrettantopuò dirsi (11)
per la media in fase che ivifigura
a secondo membro.Pertanto alla base di una teoria statistica dei fenomeni non stazionarî vi è la risoluzione dei
problemi seguenti :
A - ricerca delle condizioni che
congiuntamente
alhesistenza della media in fasef (to)
assicurino l’esistenza della mediatemporale
di una datafunzione
f (x, t).
B - ricerca di una relazione tra media
temporale
e media infase,
da sostituire alla
(g’)
e che si riduca alla(g) quando
trattasi di un feno-meno stazionario in
equilibrio
statistico.Il
problema (A)
è stato trattato e risolto conipotesi
abbastanza gene- rali nella nota[7].
La
presente
nota è dedicata essenzialmente alproblema (B).
Si ricono-scerà
qui
che nella classe delle funzionif (x, t)
definite a inte-grali equi-assolutamente
continuinegli spazi
mensurali finitiI(X*,
(so)
Anche quando ci si limita a considerare funzioni f (x) della sola fase x, si vedaper questo l’esempio riportato in
[7],
pag. 267.Quale esempio in proposito basterà pensare ad una funzione indipendente dal tempo t e che non sia un invariante per le trasformazioni cioè a una funzione f (x) tale che non sia per essa quasi ovunque in (X
*, g¡:, mto)’
per ogni to in R,e ogni a reale positivo.
°
/’..
1" - l’esistenza della media
temporale f (x, to), quasi
ovunque in(X*, 9) implica
l’esistenza del limiteper
ogni
insieme A E9
per ilquale
sia2" - tra la media
temporale to)
e il limitefA
della media delle medie in fase sussiste la relazioneintegrale :
per
ogni
A E7,
con Inparticolare, quando
ci si ri- ferisca allospazio
delle fasiX *7
si avrà:La relazione
(g")
siriduce,
comerichiesto,
alla(g) quando
siaappli-
cata ad un fenomeno stazionario in
equilibrio
statistico.La relazione
(h) generalizza
la stessa relazione(g)
relativa al casostazionario.
La relazione
(h)
consentirà tra 1’altro di rieonoscere in maniera relati- vamente facile ed immediata alcuneproprietà
di ricorrenza nel moto delpunto rappresentativo
x in X*. Taliproprietà
siritengouo
nuove sopra-tutto per il loro
aspetto quantitativo (12)
ed inoltre interessanti anche neiriguardi
dei fenomeni stazionari.Al fine di evitare inutili
complicazioni
neiprocedimenti
atti a dimo-strare
quanto
sopraenunciato,
ci si limiterà a considerare per la variabiletemporale
t una successione di valori inR1,
2 senza conquesto
ledere il ca-rattere di
generalità
dei risultati(si
veda perquesto [10]).
Sipenserà
cioèfissato un intervallo di
tempo
z econseguentemente
la successionedegli
(’2) Per altre proprietà di
ricorrenza,
sempre nei riguardi dei fenomeni non stazionarisi veda
[13].
istanti :
Assunto l’intervallo di
tempo quale
intervallo ditempo
unitario ed in- dicata conT(’)
la trasformazioneT( -t)
si riconosce che la evoluzione della datagrandezza
fisica nella successione di istanti presa in considerazione èrappresentata
dalla successione :ove .g è l’insieme
degli
interi relativi.Pertanto un fenomeno non
stazionario,
cosdiscretizzato,
dalpunto
divista statistico si identifica con ciò che è stato definito un processo discreto
(cfr. [7]).
La media
temporale
di una data funzionef (x t)
definita in X’ XR1,
, -
sarà
quindi
sostituita dal limitef (x, k)
al tendere di n all’infinito della media :dove si è
posto
per comodità di scritturaT ~°~
x = X,(13).
Il
paragrafo seguente
è dedicato alla dimostrazione delleproposizioni (1 ") e (2 ").
.1.
Relazione
tra mediatémporale
emedia
infase.
Con riferimento ad una funzione definita in a valori reali e sommabile in(X*, 9,
perogni k
EK,
si ricordi laseguente
definizione :gli integrali
indefiniti della successione
sono
equi-assolutamente
continuiin (,g~~ ~~ mk)
se comunque si fissiun
numero e> 0
èpossibile determinare ,
incorrispondenza
ad esso, un(13) Viceversa, per passare dal caso disoreto, k variabile in K, al oaso continuo, t va-
riabile in Bi , basterà applioare i risultati che seguono alla funzione F (x, k) definita in
~~ X K dalla relazione
numero
positivo óg
y tale che risulti :per
ogni
insieme ~T in9
che soddisfi la relazionequale
che sia k EK, (14).
Sia
Ea
la classe delle funzionif (x, k)
per lequali gli integrali (1-1)
sono
equi-assolutamente
continui nella successione dispazi
mensurali finiti-
(g, ,
· Si ha neiriguardi
delle medief (x, k, n)
delle funzioni di detta classe laproposizione seguente :
Sia (~~, ‘~,
Mk, un processo discreto che conserva lamisura, finita,
perogni
funzione inÉa
per laquale
esiste mk -quasi
ovunque la media-
detta è mk . sommabile in
(X*, 9, mk)
econseguentemente
mk -quasi
ovunque finita,.DIMOSTRAZIONE : Dato un numero reale 8 > 0 per la
equi-assoluta
con-tinuità
degli integrali
si
può
determinare un numero reale~£
>0,
tale che perogni
insieme Uper il
quale
ècon k E
K, i
interopositivo
del restoqualsiasi,
sia anche :Si considerino ora
gli integrali
indefiniti della successioneper
ogni U
in7
è certo :Poichè d’altra
parte
èdalla
eqni.assolata
continuitàdegli integrali (1-2)
e dalladiseguaglianza (1-3)
segue la
equi-assoluta
continuitàdegli integrali
indefinitinegli spazi
mensuralifiniti 1 (X*,
Ciò basta ad assicurare la-
sommabilità
rispetto
a(X*, CJ,
della mediaf (x7
allaquale
convergonoquasi
ovunque le medief (x, k, n), (15).
La
proposizione seguente
è una immediata conseguenza dellaapplica-
zione del teorema di
Lebesgue,
relativo alpassaggio
al limite sotto il segnodi
integrale (16) :
Sia 1 (X- , J,
mk , processo discreto che conserva la misura rnk,finita, f (x~ k)
unaqualunque
funzione inÉa
per laquale
esistaquasi
ovun-que in
(X*, CJ, mk)
la media7 (x, k),
A un sottoinsiemein 7 per
ilquale
sia :uniformemente
rispetto
ad A in9.
(14) Si osservi in particolare che se in tutto
è i f (x, k) L,
oon L reale po-sitivo, cioè se la funzione f (x, k) è limitata in X* gli integrali (1-1) sono equi-asso-
lutamente continui.
(15) Cfr.
[12]
cap. VII, 1, NO 3, prop. 14, pag. 360.(16) Cfr.
[12]
cap. VII, 1, NO 3, prop. 9, pag. 352.DIMOSTRAZIONE : Si osservi che la relazione
implica :
per
ogni
valore dell’interopositivo
i. Per la(1-6)
si hapoi :
D’altra
parte lasommabilità
della limite della successionee la
equi-assoluta
continuitàdegli integrali
della successioneimplicano
la validità del teorema diLebesgue (17)
cioè :a)
1’esistenza del limitefA
della successionee
quindi
delle medieper
ogni
A inJ.
b) l’eguaglianza:
che è
appunto
la enunciata relazione(h)
tra la mediatemporale
e la mediain fase.
(~7)
Cfr. loo. cit. nota (16).Dall’esame del teorema di
Lebesgue
si riconosce altres che la conver- genza delle medie1 r
-
alla media in fase sull’insieme A della media
temporale k)
è uniformerispetto
a detti insiemi A inc;¡;
ciò vuol dire che comunque si fisqi un nu-mero
positivo
sipuò
incorrispondenza
ad esso determinare un interoposi-
tivo n tale che per
ogni intero n > n
equale
che sia A EJ,
conTk
A ==A,
si abbia :
¿.;&
2.
Proprietà
diricorrenza del moto
deipunti rappresentativi nello spazio
dellefasi.
La relazioneintegrale
tra mediatemporale
e media infase stabilita nel
paragrafo precedente
è certo interessante per il suosigni-
ficato
immediato,
risulta tuttavia dipalese
utilitàquando
sivogliano
rico-noscere
proprietà
di ricorrenza nel moto deipunti rappresentativi x
nellospazio
delle fasi X*. Ciò èquanto
si vuole ora dimostrare.Anzitutto, generalizzando
una definizione di P. R. Halmos(cfr. [10])
si dirà che un
punto x
in ~ ~ è k-ricorrente in un dato insieme A se esi- ste un interopositivo i
tale che2-1 E A.
Un
punto x
per ilquale
sia verificata la(2-1)
incorrispondenza
adun numero
finito
di valori dell’interopositivo i,
si dirà debohnente k-ricor- rente inA ;
lo si dirà al contrariofortemente
k-ricorrente in A se la rela- zione(2-1)
è verificata da unainfinità
di valori(distinti)
dell’interopositivo
i.Nei
riguardi
dei fenomeni non stazionarl hapoi
senso definiregeneral-
mente ricorrenti in A in senso debole
(forte) quei punti
x dellospazio
dellefasi ~~ che risultino debolmente
(fortemente) kj-ricorrenti
in A in corri-spondenza
ad una infinità di valoridell’intero k ;
diquesta proprietà godono
ipunti
per iquali
esiste una successione di istanti iniziali taliche,
a
partire
da ciascuno diessi,
dettipunti ripassano
un numero finito o, ri-spettivamente,
una infinità di volte per il fissato insieme A.Assegnato,
comunque, un insieme Ain J,
siaxA
la sua funzione ca-ratteristica,
cioè sia:per
ogni
x in ,per
ogni
x in/’..
Si supponga inoltre che esista
mk-quasi
ovunque il limitexA k)
della/’...
(X
media XA
(x, k, n)
di detta funzione caratteristica.Sia infine
Xk
il sottoinsieme in£F
deipunti
x di.X~
per iquali
è:L’insieme
Xk comprende
certo tutti ipunti
x di X* che non- ricorrononel dato insieme
A,
come purequelli
debolmente k-ricorrenti in A. Sipuò
osservare che l’invarianza della media
temporale
della funzionexA (x~ k) lungo
le traiettorierk (s),
cioè la relazione :implica :
e
quindi
anche :Sussiste
pertanto
la relazioneintegrale
tra mediatemporale
e media infa,se, quale
si è riconosciuta nelparagrafo precedente,
in riferimento alla fanzioneZA (x, k)
ed all’insiemeXk :
Da
questa
relazione segue :"1 ’Il
-
ove l’insieme
Ak
=AnXk
è l’insieme deipnnti
x in A per iquali
èk)=O,
e
quindi comprende
ipunti
x di A non ricorrenti o debolmente k-ricorrenti in A. La(2-2) implica
a sua volta :di
qui
laprima proprietà
di ricorrenza del moto deipunti x
inX*,
chesi intendeva stabilire :
«
Comunque
si fissi un numero reale e > 0 èpossibile
incorrispondenza
ad esso determinare una successione di istanti
(iniziali)
per ciascuno dei
quali
ipunti x
di un sottoinsiemeAk,
di A(=
di misura >
(A)
- e, sono fortementekj-ricorrenti
nel dato in-sieme A. »
’ ’
In
particolare quando
si tratti di un fenomeno stazionario inequilibrio statistico,
avendo per esso :ed inoltre :
dalla
(2-3)
si ha anche :cioè che
quasi
tutti ipunti
di A sono fortemente ricorrenti in A ed inpiù
che la loro
frequenza
di transito in A(rappresentata
dallamedia (x, k))
è diversa da zero,
(18).
Al fine di riconoscere una ulteriore
proprietà,
diricorrenza,
perogni
fissato intero h in .~ si consideri 1’insieme
Bh
deipunti x
del dato insieme A in7
per iquali
èxA (x~ k) = 0
per h.L’insieme
Bh comprende
ipunti
x di Ache,
apartire
del resto
qualunque,
o non ricorrono in A o sono debolmente k-ricorrenti in A perogni k >
h.Gli
insiemi
costituiscono una successione di sottoinsiemi(mi- surabili)
inA ;
è inoltre :per
ogni
valore dell’intero h.Dal
(2-2)
si hapertanto :
D’altra
parte
è certo :per
ogni
valore dell’interopositivo i,
e,conseguentemeiite,
(18) Per questa proprietà di ricorrenza, relativa al caso stazionario (teorema di Poin- carè) si veda anche
[10].
Dalla
(2-4)
si ha cos :si riconosce cioè che è di misura nulla il sottoinsieme dei
punti
x di A, , B
,
per i
quali
perogni
intero k’ > k è xA(x, k’)
= 0.Di
qui
la secondaproprietà
di ricorrenza che si intendeva stabilire :« L’insieme dei
punti
x di unqualunque
insieme Ain 9
che perogni (con k
e h iu.K)
non sono fortemente k-ricorrenti in A è di misura mh nulla. »Tenuto conto che nei fenomeni non stazionari in
equilibrio
statistico(19)
èe che l’insieme
comprende
tutti ipullti x
di A che non sono ge- neralmente ricorrenti inA,
sipuò
infine affermare che:« Nei fenomeni non stazionHrî in
equilibrio
statisticoquasi
tutti ipunti
di un
qualunque
insieme Ain 9
sonogeneralmente
ricorrenti nell’insieme A medesimo ».(19)
Quale è il oaso dei sistenii meccanici ad nn numero finito di gradi di libertà.BIBLIOGRAFIA
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