A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
S ALVATORE C HERUBINO
Sulle radici r
mee sul quasi-logaritmo di una matrice singolare
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 13, n
o3 (1959), p. 373-388
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DI UNA MATRICE SINGOLARE
di SALVATORE CHERUBINO
(a Pisa)
,In una Memoria del 1954
(1)
ho introdotto la nozione dilogaritmo di
una matrice
complessa
nonsingolare,
in relazione alleproprietà
di permu- tabilità delleparti principale
ecomplementare
della matrice stessa. In unaNota
lincea
del 1956(2)
ho dato la risoluzionecompleta dell’equazione
eX~Aed ho considerato le radici rme di
A ,
y sempre nel caso della matrice A nonsingolare.
In entrambe illogaritmo principale
di A si indica conIg A,
men- ptre la soluzione
generale
di vieneindicata
conlog A .
In
un’ampia
Memoria del 1909 il CECIONI(3) studia,
fral’altro,
leradici rme di una
matrice,
anchesingolare,
servendosi della nozione di divi- sori elementari e della forma canonica diJORDAN,
mentrequi
lo scriventefa
usoprincipalmente,
come nei due lavori cit.(1)
e(2),
della nozione d se-gnatura
e della forma canonica stabilita nel 1936 in una Nota lincea(4), conseguendo semplificazioni
ecomplementi
nonprivi
diqualche
interesse.In
questa
Memoria ricerco le radici rme delle matricisingolari
oppureno
aggiungiendo
osservazioni utili per leapplicaziQni,
almeno in casi par-ticolari. ’
,,
Quanto
alla nozioneài .logaritmo,
è abbastanza evidente apriori
cheessa non
può stabilirsi,
in modo soddisfacente anche per leapplicazioni,
(i) S. CHERUBINO : Permutab2litàc e logavitmi delle matrici [Rend. Matem., s. V, voi. XIII (Roma, 1954) pp.
221-238].
(2) S. CHERUBINO : Logaritmi e radici r-0 di matrici non singolari
[Rend.
Lineei, s. VIII,vol. XX (Roma, genn. 1956) pp.
24-29].
(~;) F. CECIONI: Sopra alcune operazioni algebriche sulle matrici (tesi di abilitazinne) [Ann. Se. Norm. Pisa, voi. XI (1909) pp.
1-140],
cap. III, pp. 84-137.(4) S. CHERUBINO : Sulla riduzione delle matrici a forma canonica. Nota I e II
[Rend.
Lincei, s. VI, vol. XXIII (Roma, 1936) pp. 478-482 e pp.
647-653].
se non per le matrici non
singolari (5). Perciò, qui
si dà una nozione al-quanto diversa,
che diciamoquasi-logaritmo (principale
enon)
derivante daquella
di nucleo di unamatrice,
delquale
è illogaritmo;
il nucleo essendo sempre una matrice nonsingolare,
coincidente con la data sequesta
ènon
singolare (6).
§
1. -Alcune proprietà delle radici
1. - Si
consideri,
nel campocomplesso, l’equazione :
con A matrice
complessa data,
diordine n, JT
matriceincognita
ed r nu-mero naturale
(assoluto) assegnato.
(5) Nel caso non
singolare,
la nozione di logaritmo principale della matrice C=D+J,forma canonica (D e J parti principale e complementare) è fondata sulla convergenza della serie logaritmica Ig (1 + z) per z
=
= D«-1 y === convergenza assicurata dalD J
che le radici caratteristiche di
D’ essendo tutte zero, appartengono al campo di conver- genza della serie Ig (1 + z). Nel caso singolare, ad es. per O =
[ r
o o si ha :e la serie
non è convergente, perchè le radici caratteristiche di J8 sono entrambe esterne al campo di convergenza della serie logaritmica. Precisamente si ha :
matrice i cui due elementi diagonali sono entrambi eguali a - 00 e l’elemento non diago- , nale diverso da zero è + oo . Se si scambia B con -
&3 ,
le sue radici caratteristiche, entrambe eguali a + 1, fanno convergere la serie logaritmica, ma la serie (y) in matrici viene adessere una matrice i cui elementi principali
[vedi
E. CESARO : d nàlisi algebrica[Torino,
Bocca,(1894)]
cap. XXIV, pp.147-148]
sono eguali a - lg ~ , mentre il terzo elemento di-verso da zero risulta indeterminato (serie 1 - 1 + 1 - 1 + ...).
(6) Sulla nozione di nucleo, in relazione alla permutabilità ed alle radici r-e con-
verrà ritornare in altra ricerca. °
Sia
~o
la forma canonica 1936(7)
diX,
ottenuta con la trasformazione mediante la matriceH : Xo
Lacomponente
diXo
relativa allaradice caratteristica a1 di
X,
2 il cui indiceè j
e disegnatura kj kj-1
... 9 si scrive :
Elevando a
potenza
rma si ha:In
questa (1.3)
i simboli binominalis r ) s’intendono eguali
a zero se
s
>
r.La radice caratteristica ai di X è
perciò
radice rma di una radice ca-ratteristica a di
A,
ossia di(7) Diciamo forma canonica 1936, per distinguerla da quella di J ORDAN, la forma
stabilita nelle due Note del 1936 cit (4),
(8) Cfr. il nostro Calcolo delle Matrici
(Monografie
del CNR, Cremonese, Roma (1957)]cap. II, ~ 4, n. 23, formula (34), p. 170. :
(9) Trasformando con H, la (1.1) si scrive
Xd. = 90,
quindi è una componentedi Qo .
~
Diciamo m il numero delle radici rme di a che sono radici caratteristi- che di
Xo,
cioè sianvi m radici caratteristiche distinte diXo,
y siano essea’, a",
...,i a(n,)2
che sono radici rme di a. Indichiamo conla
segnatura
diXo rispetto
ads =1, 2 , . , . , m ;
siano :gli
indici dia’, a",
... , in~°
ecompletiamo
con zeri lesegnature
dellei cui indici sono minori di y scrivendo
gli
zeri aiprimi posti
nelle(1.4).
. Se ~ =~= 0
9 si avrà chequesta
radice caratteristica diAo
=X;,
ossiadi A,
f avrà per interi dellapropria segnatura
in A le sommedegli
intiericorrispondenti
delle msegnature (1.4) (1°)
e lacomponente Ao,a
diAo
rela-tiva alla radice caratteristica a di A sarà
composta
con le mpotenze rme
f~0~ ? ’ - . ?
Se a = 0 y si ha
x’ == x" ... ~a ~m~,
cioè m = 1 .Se r’j ,
indice di0 in y nella
(1.3)
saranno nulle le matrici delleprime r
caselle di ciascunastriscia,
cioè si avrà : 11Siano q ed r1
ilquoziente
ed il resto della divisionedi j
per r, ossiaj
= q r+
r1 , r, r. Gli interi dellasegnatura
della radice oc = 0 dixor,o
(’0)
Cfr. il trattato cit. (8), che da ora in poi si richiamerà scrivendo « Matrici »,cap. II, ~ 4~ n. 23, propos. l’), p. 172.
quindi
diA o
e diA ,
5 sono :0 ,
9 si avràhq+x ~ ~0 ,
y cioè l’indice i di a r 0 per Asarà q
oq+1 secondo r,=0 od r,
t> 0 .
Se
r> j,
risultaXó,o
= 0 e l’indice di a = 0 in A sarà i = 1 . ,Da
quel
che si èvisto,
risulta cheXr 0,0 ~ componente
diA o ,
9 riescepseudonulla
oppure nulla secondo che rj ,
yoppure r > j .
La matrice :
è
composta
con lepotenze
rme dellecomponenti
di~o
e se X2 ... , ai , 5 sono le radici caratteristiche distinte diA,
l’ultima eventualmente zero, dimolteplicità rispettive
,u2, ... , laAo può. supporsi composta
di 1+ 1 componenti
che indicheremo conjÉ~ ~ ...4.a2 , A~i+1 disposte
come le abbiamoscritte
(11)
e aventigli
ordinirispettivi
#1’ ... , lacomponente
diXor
che coincide con si indicherà con e lasegnatura
di Arispetto
ad a9 è
quella
dellacomponente Aa ’
Da ciò che
precede
siraccoglie
che:a)
pera =1=
0 dimolteplicità li
perA ,
le suem
r radici rme di-stinte che sono radici caratteristiche di
~Q
avranno inXo molteplicità
ri-spettive // ,u" ,
... ,,u~"b~
con :Se
(h1 , h2 ,
7 --- è lasegnatura
di .A.rispetto
ad ex, di indicei,
men-tre
(12) :
è la
segnatura
diXo rispetto
ad congli
indicicorrispondenti :
Supporremo sempre che la componente relativa alla radice caratteristica zero,
quando c’è, occupi l’ultimo posto, pel che basta ordinare apportunamente le colonne di H.
(12) Gli interi delle segnature sono ordinati in senso non crescente.
ordinati in senso non
decrescente,
si ha :nelle
quali
s’intende :La verifica delle condizioni da
(1.1)
ad(1.VI’)
è necessaria e sufficiente per l’esisfenza della radice rma diAa componente
diAo
relativa alla radicecaratteristica a
#
0 di A , ’b)
se a =0 ~ quindi
a’ = a" _ ... =a~m~ ,
è sempreOccorre
però distinguere
duesottocasi,
secondo che oppure cioè secondo che lacomponente
diAo
relativa ad a = 0 èpseudonulla
op- pure nulla.Distingueremo
i due sottocasi conb’)
eb") :
b’)
per ril siano q
ilquoziente ed r1
il resto della divisionedi i1
per r, y
ossia i1
= r q-~-
rt , r1 r. Gli ...,hi
dellasegnatura
di A
rispetto
ad a = 0 saranno somme di r intericonsecutivi,
a cominciareda k1,
dellasegnatura k1, k2 ,
.., della radice caratteristica zero diXo .
Se
però r1 > 0,
y l’ultimointero hi
è sommadegli ultimi r1
interi Si hai ~ q oppure i
== ~+
1 secondo che r1- O od r1~ O,
yquindi i1
=r i ,
yoppure i1 = r (i
-1 ) --
r1(13).
Nel sottocaso
b")
siha r > quindi X" Oa
- 0 _-_Aa
..Se si volesse i
- i1-1,
ilprimo
caso nonpotrebbe verificarsi ;
nel se-condo le
componenti Aa , Xo,a ,
9 per a =0 ,
sarebbero entrambe nulle.(13) L. CANTONI: Serie di potenze e logaritmi di una matrice
[Boll.
UMI, s.III,
a, X(1955), pp.
376-381].
Cfr. anche « Matrici », cap. ’IL, 4, n. 23, enunciati l) ed l’) a pp. 171-172.Si è intanto ottenuto che :
c)
se con a = 0 si vuole i-- il = 1 5 le componenti corrispondenti
aquesta
radice inAo
od inXo
sono entrambe nulle e non vipuò
essere compo- nente_pseudonulla
nè inAo ,
y nè inXo .
2. - Sia
f (z)
unpolinomio
o una serie dipotenze
di z.Sappiamo
chef (Xo)
edf (Ao), supposte convergenti,
sarannocomposte
con le matrici otte-nuta da
f (z)
per zeguale
allerispettive componenti
diXo
e diAo. Inoltre,
se a è una radice caratteristica di
Xo
o diAo ,
y cioè diX oppure
diA , f (a)
è radice caratteristica di
f (X), rispettivamente
dif (A),
con indici non mag-giori
diquelli
di a in X o in A egli
interi dellasegnatura
dif (X)
edf (A) rispetto
ad e adf (a)
sono tutti non minori diquelli corrispondenti
dellesegnature
di X e di Arispetto
ad e ad a.Perciò,
come si èvisto, gli
interi della
segnatura
di Arispetto
ad a sono non minori diquelli corrispon-
denti di
Xo rispetto
ad unaqualsiasi
delle radicia’, a",
... ,a~~~ ,
o dell’u-nica radice caratteristica zero di
Xo .
SeXo
fosse unpolinomio
inAo, gli
interi delle
segnature
delle radici caratteristiche diXo
sarebberomaggiori
oalmeno non minori di
quelli
dellecorrispondenti
radici caratteristiche diAo
e ne
seguirebbe
che lesegnature
dellecorrispondenti
radici caratteristiche inXo
ed inAo
coincidono(insieme agli
indici ed allemolteplicità).
Per sa-rebbe allora necessariamente
m=1,
cioè inXo comparirà
una sola radice ca-ratteristica che sia radice rma di a , con la
molteplicità
diquesta
perAo .
Lo stesso accadrebbe per x = 0 .
Nel sottocaso
b’)
in cui ri1 l’indice i1
della radice zero perinsieme
ad r, quindi gli
intieri dellasegnatura
di Arispetto
ad a =0,
meno alpiù l’ultimo,
sono necessariamentemaggiori
deicorrispondenti
perXo; perciò Xo,o
nonpuò
essere unpolinomio
nella relativacomponente
diAo = Xr
edX non è un
polinomio
in A .Nel sottocaso
b")
in cui r~ ~ ~ l’unico
interodella segnatura
di a -- Oper
Ao (o
perA ,
che fa lostesso)
è sempreeguale
allamolteplicità
dia = 0 per
Ao ,
2 cioè i == 1 edallora,
per a =0 ,
yXó,à
= 0. Mapuò
darsisia i, > 1,
nelqual
casoXo
nonpuò
essere unpolinomio
inAo.
Per
semplificare
l’enunciazione dei risultati ottenuti introdurremo alcune denominazioni. Lacomponente
diAo = Xr
relativa alla radice caratteri- stica zero(se questa c’è)
è a sua voltacomposta
di duecomponenti
unapseudonulla
l’altranulla,
che possonosupporsi disposte
inquest’ordine,
ovvero di una sola di
queste
due. Laprima
si diràcomponente pseudonulla
di
Ao ,
9 la secondacomponente
nulla àiAo :
invece di riferirsi adAo possiamo
riferirci alla forma canonica
.(di
JORDAN o1936)
di A odanche,
sebbene im-propriamente,
ad A .Dopo
di chepuò
enunciarsi che :..
a) affinchè
una radice rma X di A sia unpolinomio
in A è necessario che X possegga la stessasegnatura complessiva
diA, quindi
cheAo
siapriva
di
componente pseudonulla.
Possiamo ora dimostrare che : ,
b)
se laforma
canonica di A èpriva
dicomponente pseudonulla, fra
le radici rme di A ve ne sono sempre di
quelle
che siesprimono
conpolinomi
in A. ,
Infatti,
laparte
nulla diXo può prendersi
coincidente conquella
diAo
ed alle condizioni
(1.1)
a(l.VI’) può
sempre soddisfarsi con m = 1 e congl’interi kj(s) eguali agli Cioè,
fra le radici rme di A ve ne sono sempre, di
quelle
che hanno la stessasegnatura
di A.Dopo
di che sia N la sommadegli
indici delle radici caratteristiche di A(cioè
ilgrado
della sua equa- zioneminima)
e siaF (z)
unpolinomio
in z digrado
N in z , a coefficienti indeterminati. Le condizioni :nelle
quali
si suppone a l+1=0,
sequesta
radice c’è inA,
e chei~ , i2 ,
......,
7 il
sianogl’indici
delle radici diverse da zero a , az , ... ,Queste
con-dizioni sono necessarie e sufficienti
perchè
risulti una radice rma diA,
non
singolare,
cioè con lasoppressione
diLe
(1.9) esigono
l’annullarsidegli
ultimiii+1
coefficienti diF (z) , quando
esiste = 0. Si
può perciò
supporre cheF (z)
sia di esopprimere
le ultime condizioni(1.9).
La matrice dei coefficienti del si- stema lineare nelle N -zi+1 +
1 indeterminate coefficienti di F(z)
è no-toriamente non
singolare (14), quindi F (z)
è univocamentedeterminato.
Indichiamo con le matrici ottenute da
Xo, Ao sopprimendo
lelinee che s’intersecano nella
componente
nulla di ciascuna di esse.Le(1.9)-
(1.10)
ci danno allora: "Orbene, poichè può
scriversi :(14)
Si tratta di una matrice wronskiana pel cui determinante si può vedere, ad es. : G. TORELLI : Lezioni di Calcolo Infinitesimale[Napoli,
Tip. Acc, Sc.(1918)]
cap. XXI, 21,p. 309, V. anche L. CANTONI, Nota cit, (13) p. 381.
’
dalla
(1.11)
segue che:qualunque
sia ilpolinomio (o
la serie dipotenze) F (z) . Dopo
diche,
perla
(1.8),
si ha : .Si è’ cos ottenuto che :
c) fra i polinomi in
A che sono radicipriva di co*1ponente pseudonulla,,
vi ~ sono se,*1prepolinomi di gra,do eguale
alla sommadegli
indicidelle radici caratteristiche diverse da zero di A .
Le determinazioni di ciascuna radice di a~
~
0 sono r epoichè
nelle
(1.9)
si deve porre s= 1, 2 ,
... ,l ,
si ha subito che :d)
se A èpriva
dicomponente _pseudonulla,
di radici rme di Aespri-
mibili come
polinomi in
A digrado eguale
alla sommadegli
indici delle 1 radici caratteristiche di A diverse da zero ve ne sono esattamente rl(15).
’
Supponiamo
ora che lasegnatura
di A siaunitaria,
cioè chegli
interidella sua
segnatura complessiva
siano tuttieguali
ad uno, il che vuol dire chegli
indici delle radici caratteristicheraggiungono
tutti irispettivi
mas-simi,
ossia sono tuttieguali
allemolteplicità
delle radici stesse. In tal caso,e solo
allora,
per un noto risultato(16)
si ha che il gruppo delle matrici per mutabili con A è esaurito dalle funzioni razionali intere diJL.
Poichè leradici rme di A sono
permutabili
conA,
ne vienech~ :
.
e)
se laforma
canonica di A èpriva
dicomponente pseudonulla
e sela sua
segnatura complessiva
èunitaria,
leradici
rme di A sono tutteespri-
mibili con
polinomi in
A.3. - Le matrici
permutabili
con X sono anchepermutabili
conXr . - A,
ma non è sempre vero il viceversa.
Vogliamo
esaminare se equando l’alge-
bra delle matrici
permutabili
con X coincide conquella
delle matrici per-(i5) CECiONi, Mem. cit. (3), n. 35, p. 103. ,
(16) Cfr., ad es., S. CHERUBINO~ Sulle matrici permutabili con una data
[Rend.
Padova,a. VII, nn. 3-4
(1936)] ~
4, n. 15, fine. Vedi anche : S. CHERUBINO : Sulle omografie per-, mutabili
[Rend.
Mat. Roma, s. IV, vol. 11 (1938, fasc. 1) pp.14-46] ~
3, n. 15 b), p. 34.. Ivi si dice che « matrici
(non
singolari perchè moduli di omografie non degeneri) aventi.
stessa segnatura sono l’una 8imile ad una funzione razionale (intera) dell’altra » perchè queste
’
funzioni si vogliono assoggettare alle sole condizioni (24)-(25). Cos pure in « Matrici » cap.
111 ~ 4, n. 24, p. 173, enunciati m) ed n). Avvertiamo che in qnest’nltimo enunciato, rigo secondo, invece di « sono tutte e sole quelle » bisogna leggere « sono tutte fra quelle ». Pel ri-
sultato mentovato, vedi « Matrivi » cap. II, § 5, n. 32 k), p. 187.
mutabili con A . Basta cercare
quando
è chegli
ordini delle duealgebre coincidono,
cioèquando
è che si ha(17) :
le due sommatorie essendo estese a tutti
gli
interi dellesegnature
di A edi X. Basta che la
(1.15)
si verifichi perogni coppia
dicomponenti
diXo
edi
A~
fra lorocorrispondenti.
Poichègli interi hj
sono non mai minori deicorrispondeni kj,
anzi sono somme di uno opiù
diquesti,
la(1.15)
si ri-duce
ad hj = k; ;
ciò perogni componente.
Perciò :a) l’algebra
delle matricipermutabili
eorc X coincide conquella
relativaad A allora e solo che X ed A hanno la stessa
segnatura complessiva.
Il cherichiede
l’assenza,
inAo ~
y dellacomponente pseudonulla
e che l’indice della eventuale radice caratteristica zero residua di A siaeguale
all’unità(18).
1
Quanto
al numero delle radici rme di A distinterispetto
alla relazionedi
simiglianza,
si osservi che devono esser soddisfatte le condizioni di cui al n. 1 ina)
e, se A èsingolare, quelle
indicate allo stesso n. 1 inb).
Fissato m e la
segnatura
diA ,
si tratta di calcolare il numero delle par- tizioni secondo la(1.1)
edegli hj
secondo le(1.VI),
tenendo contodella
(l.VI’). Dopo
diche, fissati,
in ordine nondecrescente, gli indici i , i2 ,
... , = i , le(1.V)
ci daranno lemolteplicità p.(8) delle m
rradici rme di a che si desidera siano radici caratteristiche di X. Cos per tutte le radici caratteristiche di
A ,
ycomprese quelle
zero, per lequali
val-gono le condizioni di cui al n. 1
b) .
Si osservi infine che :
b)
seAo possiede
unacomponente
nullaquesta
è comune adogni
suaradice
rma.
,§
2. -Osservazioni particolari sulle
radici rme .4. - Andiano ora a, considerare alcuni casi notevoli che daranno al lettore la
possibilità
di orientarsi inogni
caso concreto. Basterà fermarsi sullecomponenti
diAo
e diXo
relative ad una stessa radice caratteristica della matrice A .(17) S. CHERUBINO, prima delle due Note cit. (~6), ~ 1, fine del n. 6.
(18) Cioè che i divisori elementari relativi alla radice zero siano tutti lineari. Vedi CECIONI, Mem. cit. (3) n. 33, p. 100. Il collega Cecioni mi prega di avvertire che nell’enan- ciato di detta pagina invece di « è che
sia i ío 1,= 0 »
deve leggersi « è che i divisori ele-mentari della matrice Xo - per le corrispondenti all’eventuale radice zero siano tutti lineari » ;
egli aggiunge che, sempre per le radici caratteristiche zero, analoghe precisazioni vannofatte a p. 85 in alto e negli enunciati di pp. 101 e 102.
Cominciamo dal caso
a=~=. 0,
m - 1 . Lamolteplicità ,u’
della radice rrna di a che si vuole sia radice caratteristica di~o
saràeguale
aquella
,u di a perA ,
come segue dalla(1.I),
ed avràindice i,
_-__ i indice di a in A . La(l.VI)
ci dice inoltre che lasegnatura
di Xrîspetto
ad a’ coincide conquella
di Arispetto
ad a .Un secondo caso assai
semplice
èquello,
sempre con0 ,
di m =,u,il che
implica,
causa la(1.I),
che :cioè che le radici
x’ , x" ,
... , caratteristicheper X
sono tuttesemplici, quindi
con indicieguali
tutti ad 1 :e
segnatura [(1) (1)... (1)J.
La
componente Aa
diAo
è la matrice scalare aI,
mentre la compo- nente diXo
chegli corrisponde
è la matricediagonale
dielementi principali
le radici
a’ , a",
... ,a~m~ .
’Un terzo caso,
semplicissimo,
èquello
di i- 1 ,
cioè diAa
= aI, , a ~
0 . Sonoquindi eguali
ad 1gli
indici di tutte le radicia’, a",
...,per le cui
molteplicità
vale la(1.1).
Lacomponente
diXo
checorrisponde
ad a
composta
con le m matrici scalario/7 a"Ij , ... ,
ad
a
== a. composta
con e m matrici scalarioc’i" 1,
afiil.
... , a "".Vi è un sol intero della
segnatura
di Arispetto
ad a ed è h ,u ed unosolo,
per ciascuna radicea~s~ , eguale
ap8> ,
cioè :Come
quarto
ed ultimo caso assaisemplice segnaliamo quello
di i = p.La
(1.IV)
ci dà :e dalle
(l.VI)
segue che :quali
chesiano j
ed s e che m== 1,
come nelprimo
caso. L’unica radice rma di a che è radice caratteristica di X avrà la stessamolteplicità
~u di a per A e lasegnatura
di Xrispetto
ad essa coincide conquella
di Arispetto
ad a,
quindi
è unitaria. Lacomponente
diXo
relativa aquesta
radice èdunque
unpolinomio
nellacorrispondente componente Aa
diA~.
§
3. -Radici quadrate.
°5. - Se r =
2 a # 0, ,u > 2,
si ha m ! 2. Indichiamocon -f - ~
le due
possibili
radici caratteristiche di X. Per m ~ 1 si ricade nelprimo
dei 4 casi
particolari
trattatinel §
2 e lasegnatura
di Xrispetto
ad a’coincide con
quella
di Arispetto
ad a.Nel caso m = 2 detti
gli
indici delle due radiciquadrate
di a(in
ordine non decrescente
i1 i2) Sarà i2
=i,
indice di a in A. Con le solitenotazioni,
le(1.VI)-(1.VI’)
si scrivono:con kj
- 0Inoltre,
si deve avere, per le(1.I)-(1.V) :
Le
partizioni (3.1)
perciascun j sono hj
epotendo scambiare
tra lorole due
ràdici
sihanno,
in totale:possibili partizioni (3.1). Analogamente
le(3.2)
danno 2 ~cpartizioni
dacombinare con le
precedenti. Complessivamente
le(3.1)-(3.2)
danno:soluzioni. Fra esse
bisogna scegliere
soltantoquelle
comuni con le(3.3),
lecui soluzioni sono in numero di 2
p’ ,~"
e tener conto chegli
interiki8~ , k28~ , · . · ~
sonodisposti
in ordine non crescente. Il numero delle classi distinte persimiglianza
delle radiciquadrate
di A non sorpassa ilpiù pic-
colo dei due numeri di’
partizioni
sopra indicati.Per m = 1 occorre soltanto tener conto che vi sono due scelte per la radice caratteristica di
Xo radice quadrata
di a .Se ,~
= 1 ,
y è pure n1 = i=1 ~ quindi i,
= i ==1, p’ = ’ 1
e risultahj
== 1. Occorre solo tener conto delle due scelteper la,
radice qua- drata di a .Se a = 0 e si
presenta
il sottocasob’) sarà i1 >
2 e si devono consi- derare lepartizioni (1.7)
con r = 2 : esse sono in numero di :con q - i o q = i - 1 secondo che si
sceglie i1 pari
odispari.
Nel sottocaso
b")
vi sono duescelte, i,
= 1od il
=2 ;
con laprima
si ha
k1=
p =,u’,
con laseconda k, + k2
==IU’
== Nellaprima
risulta=
0 ,
nella seconda:6. - Un caso
generale
assaisemplice
èquello
di Adiagonalizzabile,
cioè di forma canonica
diagonale,
ovvero sia congli
indici delle radici carat- teristiche tuttieguali
ad uno. Un nototeorema (19) assicura che,
perex =1= 0 ,
yse
Aa
èdiagonalizzabile, Xo,a è diagonale.
Per a =0,
essereAa diagona~
lizzabile
significa
essereA.a
=0 ;
alloraXo,o
deve avere l’indice della radice zero. nonmaggiore
di r . Abbiamodunque
che:a)
se A èdiagonalizzabile,
le radici caratteristiche diverse da zero di X hanno tutte indiceuno; la
radice zero(se c’è)
ha indice nonb) il
numero delle radiciquadrate
distinte di una, i matrice Adiagona-
lizzabile è una
_potenza
di 2 il cuiesponente
èeguale
al numero delle radici caratteristiche distinte di A .Il teorema
a)
vale per rqualunque (? 2).
§
4. -Quasi-logaritmi
delle mattricisingolari.
7. -
Ogni matrice A , singolare
o non,può
semprespezzarsi
in unmodo e uno solo nella somma di due
parti,
unaAD,
l’altra com-plementare, Aj,
.e siscrive (2°) :
ovvero
sia, passando
alla forma canonica(di
JORDAN o la nostra1936) :
Se A è non
singolare,
lo è ancheAD, quindi D,
e sipuò porre (21) :
(19) « Matrici » cap. II, ~ 4, n. 23, 1"), p. 172.
’
(2°) S. CHERUBINO : Permutabilità e logaritmi delle matrici
[Rend.
Matem., S. V, vol. XIII (Roma, 1954), pp.221-238].
Vedi anche cap. 4 e n. 22, p. 169 e cap. IV,~ 1, n. 6, p. 252, e n. 8, p. 256. Per la forma canonica C la parte principale D è diago- nale, quella complementare J e psendonulla e canonica, mentre è diagonalizzabile ed
Aj
èpseudonnlla..
_
(21)
Poiehè AD
D ed9.
J sono permutabili, abbiamo scritto invece di D J Analogamente in seguito.I due
fattori,
fra loropermutab li,
a secondo membro diqueste (4.3)- (4.3’)
li diremo ordinatamente fattoreprincipale
e fattorecomplementacre
diA e di
C, rispettivamente.
Essi sono univocamente determinati da A e, nella(4.3’),
nondipendono
dalla matrice trasformatrice H. L’ordine dellerighe
e delle colonne diC, D,
Jdipende
daquello
di H.È
evidente che la radice rma di A èprodotto
delle radici dei suoifattori
principale
ecomplementare. Anzi, più
ingenerale,
la radice rma diun
prodotto
di fattori a due a duepermutabili
èprodotto
delle radici rme deifattori;
ciò anche in caso disingolarità.
8.
- Se la matrice A èsingolare,
la sua forma canonica C ècomposta
di tre
parti,
laprima
nonsingolare,
la secondapsèudonulla,
la terzanulla,
che
possiamo
supporredisposte
inquest’ordine,
dall’alto in basso ed indicareJ, , 0"2’
essendo ~1,gli
ordinirispettivi. Corrispondentemente
Dè
composta
con0 ,
e J con0"2’
sempre inquest’ordine.
In
particolare,
una o due diqueste componenti
possono mancare.Con le
posizioni:
ed osservando che la
(4.4)
ci dà:la
(4.3’)
sipuò
scrivere :Le matrici
1) , J,
sono a due a duepermutabili,
il(22) Cfr. Mem. cit. (1), n. 1 a) p. 225.
che dà
significato allà
notazioneadoperata
in(4.6),.
laquale può
anche scriversi :I due fattori del secondo membro di
(4.7),
cioèquelli
della(4.6)
a de-stra,
si dicono fattoririspettivamente pseudoprincipale
epseudocomple-
mentre di C. Trasformando mediante
H-1,
5 si ritorna da C ad A ed idúe
fattori a secondo
membro
della(4.7)
che diventano:fra loro
permutabili
comequelli
di(4.7),
li diremo fattoripseudoprincipale
epseudocomplementare
di A . >Per le
parti pseudoprincipale
D epseudocomplementare
valgano
moltedelle proprietà possedute
dalleparti principale
ecomplementa-
re
(~3)
compresaquella
dellapermutabilità,
totale.Proprietà analoghe godono
.i fattori
principale
opseudoprincipale
ecomplementare
opseudocomplemen-
tare. In
particolare
si ha che: le radici rme di Una matricesingolare sono prodotti
delle radici rme deifattori pseudoprincipale
epseudocomplementare.
9. - Poichè la matrice:
è
pseudonulla,
esiste ed èconvergente
la serie:il cui secondo membro si riduce ad un
polinomio in i
digrado
non supe- Driore = n1
+
ordine dellacomponente
non nulla di(4.10).
(23)
Vedi la Mem. cit. (1), ~ ~ e § 2. Non vale la c) del n. 2, p. 227, nè il, n. 3 del~ 1 pp. 227-229; del § 2 vale senz’altro la a) del n. 4, p. 230.
La somma
si dirà
quasi-loga,ritmo principale (24)
di 0. Da esso si passa alquasi-logaritmo
non
principale
come daIg
C si passa alog
C nel caso nonsingolare,
cioècome nella Nota lincea cit.
(2).
La matrice non
singolare:
si dice nucleo di O. Possiamo
perciò
enunciare che : ,a)
ilquasi-logaritmo (principale
onon)
di C coincide con illogaritmo (principale
onon)
del suo nucleo.Se trasformiamo con la matrice
H-l,
inversa diquella
che haportato
A alla forma canonica
O,
abbiamo :che si d rà nucleo di A.
Quindi:
b)
ilquasi-logaritmo ( principale
onon)
di A è illogaritmo
del suonucleo.
Se infine si osserva che per le matrici non
singolari
leparti
ed i fattoripseudoprincipale
epseudocomplementare
coincidono con leparti
e coi fattoriprincipale
ecomplementare,
si ha che:c)
il nucleo ed ilquasi-logaritmo
di una matrice nonsingolare
coinci-dono con la matrice stessa e col suo