R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
L UIGI C AMPEDELLI
Sopra i piani doppi con tutti i generi uguali all’unità
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 11 (1940), p. 1-27
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UGUALI ALL’UNITÀ
di LUIGI CAMPEDELLI a
INTRODUZIONE
1. I
piani doppi
con tutti igeneri uguali
ad uno, cioè le~superficie re,g~olari
aventi come campo di razionalitàed i cui earatteri il valore:
sono stati studiati per la
prima volta,
nel1896, dall’ ENRIQuES (’)
il
quale
li ha classificati elencandoli inquattro tipi
che ha rite- nuto non ulteriormente riducibili dalpunto
di vista delle tras-formazioni birazionali.
Si tratta dei
piani doppi
chepiù
sotto indichiamo cona),
A), c’),
ec)-
’Qui, riprendendo
in esame il-problema (cap. I),
siamo por- tati anzitutto a riconoscere che perquanto
concerne lascoperta
e la effettiva costruzione dei
piani doppi predetti,
essapuò
farsinel modo
più rapido
esemplice
in base alla circostanza chesuperficie.,
con igeneri uguali all’ unità,
è certamente rap-(1) -Cfr. F. ENRIQUES: &Bå JJ1Ï8M dcmi di 9,enere della Società Italiana delle Scieme, dáá IL., *, s. III, to. m .8N).
Società Italiana delle Scienze, dea dei . III, tè. X,
presentabile
sopra unpiano doppio
.se contiene una curvaipe-
rellittica
priva
dipunti multipli (§ 3).
Cos l’ uso del metodo dei successivi
aggiunti,
alquale
faricorso
l’ENRIQUES (~ 2),
rimane necessario soltanto per dimo- strare che itipi
cui sigiunge
per la viaaccennata,
esauriscono in effetto tutte le classipossibili.
L’ analisi
approfondita
dellaquestione porta
inoltre a stabilireche dei
quattro tipi
elencatidall’ENRIQUES,
il terxo si riducead un caso
particolare
delquarto.
Cosicchè ipiani doppi
contutti i
generi uguali
ad uno,fra
loro birazionalmentedistinti,
dànno
luogo
ai soli tre casiseguenti :
a) piano doppio
con curva didiramazione, 06,
del sestoordine:
b) piano doppio
con curva di diramaxione dell’ ottavoordine, °8’
avente duepunti quadrupli, 0, Q,
distinti oinfi-
nitamente vicini :
c) piano doppio
con curva di diramazione del dodicesimoordine, 012, possedente
unpunto
dimolteplicità
nove,0,
contre
punti tripli infinitamente
vicini(in
direxionidistinte),
1
Q2, Qa :
In
quanto
al1
cf) piano doppio
con curva di diramazione del decimoordine, °10’
dotata di unpunto
dimolteplicità sette, 0,
condue
punti tripli infinitamente (in
direzionidiverse), Q,
e
Q
esso è trasformabile in un caso
particolare
deltipo c),
caratte-rizzato dalla presenza di un
punto
dimolteplicità
due nellacurva di diramazione.
A conferma dei risultati ottenuti e in vista di ulteriori ap-
plicazioni,
siprocede poi
alcomputo
dei moduli da cuiquei
piani doppi dipendono (cap. II).
Il metodo costruttivo del
quale
ho detto sopra, mi ha por- tato inparticolare
ad esaminare il caso in cui la nostra super- ficiecontenga
una curva ellittica.K,
equindi
un fasciolineare, i K I,
di tali curve(cap. III).
Il possesso di codesteK,
a dif-ferenza di ciò che accade per una curva
iperellittica
di genere p >1,
nonporta
senz’ altro allapossibilità
di riferire lasuperficie
ad un
piano doppio : bisogna aggiungere l’ ipotesi
che esista unacurva unisecante le
K,
oppure una loro bisecante ellittica.Vengono
cosprecisate
diverse circostanze - talune dellequali
aprima
vista presentano ancheaspetto
diparadosso (§ 19)
- e si stabilisce fra l’ altro l’ interessante
proprietà
cheogni
su-perficie rappresentabile
sopra unpiano doppio
deltipo b),
lacui curva di diramazione
C8
possegga duepunti quacdrupli in finitamente vicini,
è purerappresentabile
sopra unpiano c).
Questo
e i rimanenti risultati cui sigiunge,
troverannomaggiori sviluppi
eapplicazioni
in ulteriori ricerche concernenti lesuperficie
con igeneri
uno,rappresentabili
inpiù
modi sulpiano doppio (~).
CAP. I.
I
piani doppi
con igeneri uguali
all’unità.2. Nella
prima
parte della trattazione dell’ENRIQUES,
datauna
superficie, F,
avente tutti igeneri eguali
ad uno e rappre- sentabile su unpiano doppio -
tale cioè che sopra di essa si abbia una involuxioneraxionale, I,
dicoppie
dipunti -
sigiunge
a stabilire(facendo
ricorso all’esame dei successivi ctg-giunti
ad un conveniente sistema lineare di curve unite nellaI)
che sulla F esiste un siste1na
lineare,
, di curveiperellit- tiche, privo
dipunti
base(e appartenente I).
Se le M sono di genere p
(> 1),
il sistemaI M i
ha la di-(2) Cfr. L. CAMPEDELLI : Le superficie con i generi uguali all’ unità, rappresentabili in infiniti modi sopra un piano doppio. (In corso di stampa
nei « Rendiconti del Seminario matematico » della R. Università di Roma).
mensione p ed il
grado 2 p - 2 ($),
mentre la Mgenerica
èpriva
di
punti multipli.
Riteniamoquest’
ultima circostanzea)
Se la-Risperficie F,
con igeneri uguali
ad uno, èrappresentabile
sopra unpiano doppio,
sulla F esiste una curvaiperellittica
senzapunti -multipli.
Procedendo nell’ esame della
F,
l’ENRiQuizsgiunge
a deter-minare le caratteristiche che
presenta
la c~--rva di diramazione deipiani doppi rappresentativi
disuperficie
come laF,
e snc-cessivamente - nella seconda
parte
del suo lavoro - classificaquelli
che hanno in effetto igeneri uguali
ad uno,pervenendo
cos ai
tipi a), b), c’)
ec),
di cui sopra.Vogliamo qui
far vedere comequest’
ultimaparte
della trat-tazione possa essere sostituita con
altro procedimento
che - comesi è detto - appare dotato di un notevole valore euristico
poichè porta rapidamente
allascoperta
dei diversipiani doppi
di genereuno:
però
per dimostrare che itipi
a cui sigiunge
sono i solipossibili,
è necessario ricorrere ancora allaproposizione a),
equindi
occorre conservare laprima parte
del metododell’ ErtRyuES.
3. Osserviamo subito che la
a)
èinvertibile,
cioè che :~i)
se sopra unasuperficie F,
con igeneri uguali
aduno, esiste una curva
iperellittica, M, pma
dipunti multipli, piano deffio.
Ciò segue dal fatto che il sistíema
completo
indivi-duato dalla
M, è
tuttocomposto
di curveiperellittiche
ed ap-partiene
ad una i~ivoluzione del secondo ordine.Invero si ricordi che
i
coincide con il suoaggiunto (#),
e che
quindi
la seriecaratteristica, segata
sopra una Mgenerica
del
sistema ~ i
stesso, coincide con la serie canonica. Ma di~ M ~ 1
faparte
la curvaiperellittica
data cosicchè se M’ èun’ altra sua curva e se P è un
punto
comune a ~l e adM’,
tutte le curve di
passanti
per P passano di conseguenza (3) Cfr., p. es., F. ENRlQUES e L. CAMPEDELLI : Lexioni sulla teoria delle superfleie algebriche, parte I (Padova, ~~ Cedam ~., 1932-.g), cap. V,§ ~2.
’
(4) Cfr., p. es., op. cit. in (3), cap. V, § 51.
per il
punto P’, coniugato
di Pnella g,1
esistente’sulla
1’Vl.Cos ,
anche sullaM’,
si verifica 1’ esistenza dicoppie
neutre per la seriecanonica,
laquale quindi
risultacomposta
con unag~ .
»Questa
conclusione non appare apriori prevedibile.
Infattile curve di genere p
dipendono
da 3 p - 3moduli,
e, tra esse,quelle iperellittiche
ne posseggono2 p - 1 (5) : quindi,
per unacurva di genere p, l’ essere
iperellittica implica
p - 2 condizioni.Sembrerebbe
pertanto che,
sullaF,
entro un sistema oop dicurve di genere p, dovessero esservi soltanto ml-
curve iperellit-
tiche. Invece da
quanto precede
risultache,
ingenerale,
inquel
sistema non esisterà alcuna curva
iperellittica: quando
ne esistauna tutte le curve del sistema sono
iperellittiche.
Premesse queste considerazioni e detto ancora p il genere della si consideri la
superficie doppia F,, ,
d’ ordinep -1
e
appartenente
ad unospazio
a pdimensioni,
che dà ~immagine
del sistema , il
quale
haappunto
la dimensione p ed ilgrado 2 p - 2.
Sulla
F,1
lasuperficie F
èrappresentata doppiamente
conuna curva di
diramazione, C*,
dell’ ordine2p
+2,
altrettanti essendo ipunti doppi
delleg2
egistenti sopra le curve M.Se si
rappresenta
biunivocamente la(che è razionale)
sopra un
piano,
si ha unpiano doppio :
che determina una classe di
superficie
tra lequali
è la F.La
proposizione ~3)
è cos dimostrata.4. Siamo in tal modo ricondotti a studiare
quel piano doppio
e a ricercare itipi
a cui è riducibile, mediante trasfor- mazionibirazionali,
la sua curva di diramazione:Come è noto
(’»
lesuperficie (irriducibili)
d’ordine p -
11 (5) Cfr., p. es., F. SEVERI : Trattato di geometria algebrica, vol. I,
P. e I (Bologna, Zanichelli, 1926), cap. VI, n. 58.
(6) Cfr. P. DEL PEZZO : Sulle superficie d’ ordine n immerse nello + 1 dimensioni (Rend. Acc. delle Scienze, Napoli, vol. 24, 1885).
appartenenti
ad unospazio
a pdimensioni,
sono :. 1)
ilpiano ;
.
2)
lasuperficie
delVERONESE,
delquarto
ordine in55;
’
3 )
le,rigate
razionali normali(non eóni) 4)
i coni razionali normali.’
Nel
primo
caso si ha senz’ altro unpiano doppió
deltipo a)
con curvadi.
diranaaxione del sesto ordine : laF p-l
perp - 2
dà
1’ immagine doppia
di una rete di curveiperellittiche
digrado
e genere
uguali
a due. È allo stessopiano
sigiunge
dalla su-perficie
del VERONKSE(p = 5),
come è evidentequando
si avvertache le 002 coniche di
questa, riguardate
comedoppie,
dànnoanch’
esse una rete con i medesimi caratteri dellapredetta.
Delresto la
F.
sirappresenta
sopra unpiano
inguisa
che alle suesezioni
iperpiane corrispondano
leconiche,
e ciòporta appunto
ad una
06 quale
curvaimmagine
dellaC ~
di diramazione dellaF4,
5. Se la è una
rigata
osserviamo che al sistema 001 delle suegeóeratrici corrisponde
sulla F un fascio di curveche,
essendo senzapunti base,
ha il genereuguale
alla dimen- sione, equindi
ècomposto
di curve ellittiche. Ne segue che sopraogni genératrice
dellaF,1 riguardata
comedoppia,
sihanno
quattro punti
didiramazione,
cioè la curva di dira-maxione,
C*,
della unaqiiadri-secante
legeneratrici.
Conviene allora
distinguere
duecasi,
secondo che p è un numeropari
odispari.
. Se è p
= 2 m (m > 1 ) 1’ iperpiano passante
per m ge-neratrici
generiche
della incontra ulteriormente la stessalungo
una curva dell’ ordinem-1,
che suppor-remo
irriducibile, poichè qualora
essa fossespezzata
in una ge-, neratrice e in una
(facente parte
dellaC*),
la siridurrebbe,
con successiveproiezioni
dageneratrici,
ad un cono :caso questo
di cui è dettonel §
8. La èquindi
la(sola)
direttrice mirtima della la
quale
èpertanto,
come suoldirsi,
unarigata
raxionale normale dispecie
m 1(’).
’
(7) Per le proprietà delle superficie d’ ordine p -1 appartenenti ad
uno spazio a p dimensioni, cfr. anche, p. es., E. BERTINI : Introduzione alla
geornetria proiettiva degli iperspazi (II ed., Messina, Principato, 1923),
cap. XIV..
La si
rappresenta
biunivocamente sopra unpiano
inmodo che alle sue sezioni
iperpiane coxtisponde
il sistema com-pleto
delle curve,Lm ,
d’ordine m,passanti
con lamolteplicità
rra =--1 per un
punto
O(rappresontàzione minima) (8).:
Alloraper determinare
l’immagine
C della curva di diramazione C*sulla
~.F~, ,
basta tener conto del fatto~ che la C deve incontrare leLm
in 4rra -~- 2punti,
mentre ètagliata
inquattro punti
dalle rete per O(che rappresentano
legeneratrici
della Nesegue subito che la~ 0 è uno curroa del sesto ordine con un
punto doppio
in 0: si ottiene cos un casoparticolare
delpiano doppio a)
incontrato nelparagrafo precedente.
Che la ~’ abbia un
punto doppio
in0
è d’accordo con lacircostanza che la C* sega in due
punti
la direttriceDm_1,
laquale
nelpiano
èappunto rappresentata
dall’ iritorno di O.. 6.
Supponiamo
ora che siap = 2~n -~-1.
Uniperpiano
pas- sante per mgeneratrici generiche
della2~ ~
contiene una curvadirettrice,
d’ ordine m, dellaF1-
stessa. LaD" ,
se è irri-ducibile,
costituisce una direttrice minima dellanostra superficie,
e varia in un fascio
(razionale)
di curve direttrici dello stessoordine,
ciascuna dellequali
incontra inquattro punti
la curvadi diramazione
C*,
che è ora .Nella
rappresentazione
della2~
sopra unpiano,
°
il sistema
rappresentativo
delle sezioniiperpiane
è costituitodalle OOIm+l curve, d’ordine
m + 1,
che passano con lamolteplicità
per unpunto 0,
e che inoltre hanno in comune unpunto semplice Q (9).
-- ~Le rette per O dànno le
immagini
dellegeneratrici,
mentrele rette del fascio di centro Q
rappresentano
le direttriciD," .
Tra
queste, quella
che passa per ilpunto 11 .
dellaF1m omologo
della retta è
rappresentata
dall’ intorno di 0, e invece allageneratrice
per Hcorrisponde l’ intornò
diQ.
Ne segue che laC, immqqine
dellaC*, è
una curva dell’ ottaro ordine con duepunti quadrupli in
O e inQ.
1 ,(8) Cfr. op. cit. in C), cap. XIV, n. 13.
(9) Cfr. I. cit. in
(s).
°’
°
Si
giunge pertanto
ad unpiano do ppi o
deltipo b).
Abbiamo fatto
1’ ipotesi
che laD~,
ulteriore intersezione dellaF1m
con uniperpiano passante
per mgeneratrici,
sia irri-ducibile : il caso contrario rientra
implicitamente
nell’ analisi del§
8. Limitiamociqui
a supporre che laD~
siaspezzata
in unageneratrice
e in una che a sua volta sia irriducibile.-Se
dunque
lapossiede
la(sola)
direttrice minimaD",^I ,.
la
rappresentazione piana
dellaF2m
si modifica nel senso che ilpunto Q
diviene infinitamente vicino ad O : cioè le im-magini
delle sezioniiperpiane,
hanno in O unpunto
di molte-plicità
m, con unatangente
fissa.L’ immagine
C dellaC*, é
ancora una curva delZ’ ottavo ordine con d1.te
punti quadrupli,
i
quali però
sonoinfinitamenle
vicini. Cioè si cade in un caso-particolare
delpiano doppio b).
7. L’analisi
dei § § 5
e 6 sipuò ripetere
in modopiù semplice,
anche se diverso solo farmalmente.Si
proietti
la di da unageneratrice
q, in unS,-., indipendente da g :
si ottiene unarigata
e su questa siha una curva
Cg_z - proiezione
della di diramazione dellaFp_~ -
laquale
è incontrata inquattro punti
dallegeneratrici.
della
Ripetiamo questa operazione
sulla e cos sicontinui con successive
proiezioni
dageneratrici. Allora,
nello.nostre
ipotesi,
se p = 2m èpari,
sigiunge
infine ad unarigata
cubica
F3
di unospazio
aquattro dimensioni,
sullaquale
siha una curva di
diramazione, C1t, quadrisecante
legeneratrici.
Dalla
F3
con un’ ultimaproiezione
si passa ad unpiano,
e laCj
dà una sesticaC,
con unpunto doppio
Se
p = 2 ~n -E--1,- dopo
m - 1proiezioni
si arriva ad unaquadrica,
di e sopra di essa si ha una curva, qua- drisecante legeneratriei.
Se la F 2m da cui siamopartiti
è dispecie
m, le m-1proiezioni eseguite portano
ad unaquadrica
con c ol direttrici
rettilinee,
cioè ad unaquadrica
nondegenere.
Se invece la
F,, possiede
una direttrice di ordine m-1, ossiaè di
specie 1n -1,
laF1
ha una direttrice di ordine zero, equindi
è un cono. Nelprimo
caso,rappresentando
la~~
sopraun
piano,
si ha comeimmagine
della0*
una curva dello stessoordine con due
punti quadrupli distinti;
nel secondo casoquesti
due
punti
risultano infinitamente vicini.8. Rimane da esaminare
l’ ipotesi
che la sia(riducibile~
con successive
proiezioni
dageneratrici, ad)
un cono.Anche in tal caso sopra
ogni generatrice
si hannoquattro punti
di diramazione: se nessuno diquesti
cade nel verticeV,
la C* è ancora una
quadrisecante
dellegeneratrici (fuori
diV),
e
poichè
ha 1’ ordine2 p -- 2,
ciòporta p = 3.
Se invece V è un
punto
didiramazione, può
accadere chela C*
passi
perV,
oppure che l’ intorno di TT siaggiunga
allacurva di diramazione: la C* incontra le
generatrici
del cono intre
punti (distint~
daV),
e, nelprimo
caso, si ha p= 4,
mentrenel secondo è p = 5.
Se p = 3 si ricade in un
tipo già
incontrato(§ 6),
cioè nelpiano doppio b)
con una citrva di diramaxione detl’ ottavo or-dine dotata di due
punti quodrupli infinitamente
vicini.A nuovi
piani doppi portano
invecegli
altri due valori di p.Esaminiamo
perprimo
il caso p =5,
checorrisponde
adun cono
F4,
del quartoordine,
nellospazio Sã.
Esso- si rappre- senta sopra unpiano
col sistema dellequartiche
aventi unpunto
base
triplo O,
e trepunti
basesemplici, Q2, Q3,
infinita-mente vicini ad O
(in
direzionidiverse) :
allora laC#
tracciatasul cono ,
F4 ,
delquale
incontra in trepunti
legeneratrici (senza
contenerne il
vertice),
ha comeimnagine
una curva, ancora det . dodicesimoordine, C12’
che passa con laniolteplicità
nove per ilpunto 0,
e ch,epresenta
lamolteplicità
tre in ciascuno deipunti Q, I , Q2, Q3.
Ciò che dàluogo
ad unpiano doppio
deltipo c) .
Invece per p = 4 si arriva al
piano doppio c’~ :
Si
ha, infatti,
un conocubico, F,,
dellospazio
aquattro dimensioni,
e, nellarappresentazione piana,
alle sezioniiperpiane
di
corrisponde
il sistema delle cubiche aventi un punto basedoppio (non cuspidale)
con ambedue letangenti
fisse.Quindi
ladata su
F3 ,
ha perimmagine
una del decimoordine,,
con un
punto
dimólteplicità sette,
alquale
sonoinfinita-
mente vicini
(in
direxionidistinte j
duepunti tripli. -
9. Si deve ora provare
che,
come abbiamoasserito,
ilpiano
~’) ~
un casoparticolare
delpiano c),
eciò, precisamente, perchè
la curva di diramaxione del
piano c’)
sipuò ridurre,
con tra-s f ormaxioni biraxionali,
’ad una curva del dodicesimo ordinedotata
di unpunto di molteplicità
nove., con trepunti tripli
~n finitamente
e chepossiede
inoltre unpunto doppio.
Come si è
visto,
ilpiano doppio c) proviene
da un conodoppio
delquarto ordine, F,,
inS5,
avente una curva di dira- mazioneC~,
del dodicesimoordine,
trisecante legeneratrici,
eche non passa per il vertice. Se
supponiamo
che laCfl
abbiaun
punto doppio P,
e se siproietta F4
da P in unS~ ,
si ot-tiene un cono del terzo
ordine, ’ F3,
e sopra di esso una curva del decimoordine, passante
per il vertice e che incontra ulteriormente legeneratrici
in trepunti.
Da un conoF3
siffattosi passa
appunto
ad unpiano doppio
deltipo e’).
Ma, viceversa, dato,’
‘ in unospazio
aquattro dimensioni, S~,
un conocubioo, F3,
e sopra di esso una curva del decimoordine, C1t,
che netagli
legeneratrici
in trepunti
epassi
per il verticeV,
occorre dimostrare che il conoF,
e laC~
si pos-sono sempre
riguardare
come ottenuti da un conoF4,
delquarto ordine,
in85,
e da una curva CÉz tracciata sopraF, (trisecante
le sue
generatrici,
e nonpassante
per ilvertice),
per mezzo diuna
proiezione
da unpunto P, doppio
per laPer
questo
indichiamocon ) ]
il sistema(completo)
ao’delle sezioni
iperpiane
del conoF3 (che
è normale inS,),
e coni R ~ i
il fascio(razionale)
delle suegeneratrici.
Sia r la genera- tricetangente
alla nel verticeV,
e sidesigni
con v la curvainfinitesima costituita dall’intorno del
punto
della0*
infinita-mente vicino a
V, punto
che è della r. La curva eccexionale vè di genere zero e di
grado uguale
a -~ 1, Si
ponga inoltre :(la) Cfr. p. es., op. cit. in (3), cap. I, § 20.
la curva. p, cos
definita,
ha il genere zero ed ilgrado 1,
ècioè anch’ essa una curva eccezionale.
Ciò premesso, consideriamo il sistema
(di
genere zero e digrado quattro ) :
e ricerchiamone la dimensione.
Poichè la p non ha nessun punto in comune con la
L,
ge-nerica,
è cioè una citrvafondamentale per ~ L~ ~ ,
, da :si deduce che le
L,
sono oo~e~).
Si osservi
poi
che se indichiamo con 6 la curva :la 0 risulta razionale, di
grado 4,
ed èfondamentate
per ilsistema ~
L,~ ~ ,
inquanto
non ha intersezioni con laL4 generica e~).
Sia, allora, F,~
lasuperficie,
razionale delquarto
ordine inuno
spazio
acinque dimensioni,
sullaquale
il sistema ~L, ~ i
èsegato dagli iperpiani (siiperficie immagine
diL4 ).
SullaF,
alle curve p e
6,
fondamentali per ~L4 ~ , corrispondono
duepunti,
P e ilprimo
deiquali
èsemplice
ed il secondo hainvece la
molteplicità quattro (poichè
le curveincontrano la 6 in
quattro punti),
cioè la2
è un cono col ver-Ciò è d’ accordo col fatto che il sistema L4 I è segato su r3 dalle quadriche (iperquadriche) ~ di S4, che toccano la r nel vertice V e pas-
sano per le due
’rette, ’1"1
i e rz , , ulteriori intersezioni del cono F3 con un iperpiano passante per r. Le W costituiscono un sistema lineare di dimen- sione otto, e tra esse se ne hanno ac2 (degeneri) che contengono per intero F3.(1’) Oppure : il sistema
ha la dimensione quattro, e poichè le L, sono in numero di oos, si ha che
la 0 presenta una sola condizione alle L4 obbligate a contenerla, è cioè, appunto, una curva fondamentale per
tice in
n. Infine,
essendo :il cono
F3 è la proiezione
diF4
da P.Alla
C1t
data suF, (e
che incontra in dodicipunti
lecurve del
sistema ~ -_.-. ~
+ p), risponde
suF,
una curvaC *
del dodicesimoordine, passante
per P con lamolteplicità
due
(poichè
laCfl
ha due intersezioni con lap),
e che si ap-poggia
in trepunti
allegeneratrici.
D’altraparte, poichè
sopraF3
laC *
noh incontra la6,
laC ~
non passa per il verticeVo
di
F,.
Siamo cos
giunti
alla conclusione richiesta.10. Del
resto,
data una curvapiana Cio,
del decimoordine, possedente
un punto dimolteplicità sette, O,
con duepunti tripli
infinitamente vicini
(in
direzionidistinte), Ql
eQe,
sipuò
pro-vare in modo diretto
che,
mediante una trasformazionequadratica,
la
Cio
è trasformabile in una curva del dodicesimoordine, Ciz ,
con un
punto
dimolteplicità
nove,0’,
alquale
sono infinita-,mente vicini
(in
direzionidiverse)
trepunti tripli, Qí, Q~ , Q§,
e che
possiede
inoltre unpunto doppio
P’. Viceversa: da unatale.
Cl2
si passa, sempre con una trasformazionequadratica,
alla
Cio.
Sulla
C’lo
ilpunto
O èorigine
di tre rami :OQ~,
edun terzo
(lineare)
che indicheremo con intendendo cheQs
sia il
punto
infinitamente vicino ad O sopra di esso. Si consideri allora la trasformazionequadratica, T2,
con unpunto
fondamen-tale in
0,
un altro inQ~ ,
ed il terzo del tuttogenerico (fuori
di
Cio),
per modo che nelpiano
dellaCio
la rete omaloidica sia costituita dalle conichetangenti
in 0 al ramo0Q3
della0,., e
che passano inoltre per un altro
punto
basegenericamente
fissato.Ebbene,
come è subito visto, laT2
muta laCio
in unaC12
conle
singolarità predette.
Viceversa,
unaCl-
siffatta è cambiata nellaClo
da unatrasformazione
quadratica
che, sulpiano
della abbia comefondamentali i
punti 0’,
e P’.CAP. II.
I moduli dei
piani .doppi
con igeneri uguali
unità.1 i . Il
computo
del numero dei moduli da cuidipendono
inostri
piani doppi
è immediato per itipi a) e b).
Nel
primo
diquesti
casi si hanno 19moduli, poiché
fra leoorz sestiche
piane, quelle proiettivamente
distinte sono 0019.Per i
piani
deltipo b),
la cui curva di diramazione è unail numero dei moduli è invece 18. E ciò
perchè
le curve del-1’ ottavo ordine che passano con la
molteplicità quattro
per duepunti prefissati,
0 e~,
sono m’A è ciascuna di esse è trasfor- mata in un’ altra dello stessotipo
dalle o08trasformazioni
qua-dratiche del
piano
insè,
che hanno in O e in Q duepunti
fondamentali uniti.
12. Passiamo al
piano doppio
deltipo c) .
Fissato nel
piano
unpunto O,
e trepunti,
i iQ~,
2 in-finitamente vicini ad 0
(in
direzionidistinte),
le curve deldodicesimo ordine :
che hanno in O un
punto
dimolteplicità
nove, e trepunti tripli
in
Q1, Q2
eQ3,
costituiscono un sistema lineare la cui di- mensione èuguale
a27,
e ciascuna di esse è cambiata in un’ altra daogni
trasformazione birazionale delquarto ordine, T4 ,
del
tipo
del DEJoNQuiÈRES,
laquale
abbia ipunti
fondamentalidisposti
in modoopportuno.
Precisamente: sul
piano
1t, in cui è data la nostra012,
siprenda
come rete omaloidica dellaT, quella
costituita dallequartiche
che posseggono in O unpunto triplo
con le tre tan-genti
fisse0Q2, 0Q3,
e che passano inoltre per altri trepunti arbitrari, (~4 , Q6:
Allora sul secondo
piano 1t’ (= 1t)
ilpunto D’, triplo
per lequartiche
della reteomaloidica,
dovrà coincidere con0,
e ipunti
basesemplici Q4, Q§ , Qg (omologhi delie
rette0Q,, OQ5’
si
prenderanno rispettivamente
inQ2, Q3 , scegliendo
invece ad arbitrio i
punti Qí, Q~ , Qs-
-Codeste T4
trasformano in sè ilsistema,
di dimensionecinque
e digrado quattro:
costituito
dallequartiche
aventi in 0 unpunto triplo
con le tretangenti
fisse0Qi , OQ2
e cioè il sistemarappresentativo
del cono
quartico
dellospazio
acinque
dimensioni.Quindi
leT,
sono009,
tantequante
leomografie
che cambianoquel
conoin sè
(ciascuna
di esse essendo ilprodotto
di una delle w6 omo-logie
col centro nel vertice del cono, per una delle oo’proiet-
tività del sistema delle
generatrici
insè) C3).
Si conclude cos che le
birazionalmente distinte sono in numero di
o018,
cioè che ipiani doppi
deltipo c) dipendono
da 18 moduli.Le trasformazioni
T4
si possono contare anche direttamente ricorrendo alla loro costruzione mediantefasci proiettivi
di rettee cubiche
(razionali).
Invero la T, nasce nel modo
seguente. Dopo
avereassegnati
sul
piano 7c
ipunti O, Q~, Q2 , Q3 (Q~,
1Q3
essendo infini- tamente vicini ad 0 in direzionidistinte),
e su 11:’ ipunti 0’ (= O),
~4 (-- Q,1), Q5 ( Q2), Qs ( ~3),
siprendano
su 7c trepunti
ar-bitrari, Q4, Q5, Q6,
e su 11:’ siscelga
unpunto Q,
tale che siabbia
l’uguaglianza
deibirapporti :
h’ra il fascio delle rette per 0 e
quelle
delle rette per0’,
(13) A questa conclusione si giunge anche direttamente da quanto è
detto nel § 8.
si stabilisca la
proiettività :
ed inoltre si consideri il fascio delle cubiche
passanti doppia-
mente per 0 e
semplicemente
perQ~, Qs, Q,,
e si ri-ferisca a
quello
delle rette perQí,
in unaproiettività
nellaquale
alla cubica
spezzata
nelle tre retto0Q, , OQs
eOQ6 corrisponda
la retta
La
corrispondenza
biunivoca che cos si determina fra ipiani 1t
e x’ coincideappunto
con la nostraT4 ,
e dalcomputo degli
elementi arbitrari cheappaiono
inquesta
costruzione si ha nuovamente che le T, costituiscono una totalità nove volte in- finita.13. Per il
piano doppio
deltipo c’)
si hasenz’ altro (§ 9)
che il numero dei moduli che lo caratterizzano è
uguale
a 17.Ma conviene ritrovare
direttamente
questo risultato(ciò
che si fain maniera del tutto
analoga
aquella
dianziseguita),
sia per la conferma che dà alle nostreconclusioni,
sia per 1’ inlluenza euristica che ha avuto sopra di esse.’
Nel
piano
1t, le curve del decimo ordine:con i
punti multipli - O,
dimolteplicità sette,
eQi , Q,
,(infini-
tamente vicini ad
O)
dimolteplicità
tre - inposizione prefissata,
sono ed il loro sistema lineare è cambiato in sè da conve-
nienti trasformazioni cubiche 2’3 fra due
piani sovrapposti
in 7t.Le
T,
si debbonoprendere
inguisa che,
sulpiano
7t, la rete omaloidica sia formata dalle cubiche che hanno in O unpunto doppio
con letangenti
fisseOQ1
eOQ2,
e che passano inoltre per altri duepunti arbitrari, (~3
eQ4 .
Sul secondopiano 7t’ (= 7t),
se indichiamo con
O’, Q’, Q~ , Q~ , Q4 ,
ipunti
base della rete omaloidica(intendendo che
ilpunto
0’ siaquello doppio
e chela retta
O’ Q=
sial’ omologa
delpunto
fondamentaleQ,),
ipunti 01, Q3 e Q’ 4
si faranno coincidererispettivamente
con O,Q1
eQ2.
Per determinare il numero delle
Ts
siosserverà,
come si èfatto
più
sopra, che esse trasformano in sè il sistema o04 dellecubiche
passanti doppiamente
perO,
e aventi ivi le duetangenti
-fisse
OQ,
e0Q,,
epoichè
questo sistema èquello rappresentativo
dai un cono cubico dello
spazio
aquattro dimensioni,
leT~
sonotante
quante
leomografie
che mutano in sè codesto cono, cioè 008(cfr. anche § 8).
Si trova
quindi
di nuovo che ipiani c’) dipendono
effetti-vamente da 17 moduli.
Anche in
questo
caso per contare leT8
ci sipuò
valeredella loro costruxione mediante
fasci proiettivi
di rette econiche,
alla
quale
sigiunge
ora come segue.Nel
piano w,
in cui sono datiO, Q~, Qs, prendiamo
ad ar-bitrio i
punti Qs
eQ4,
ed in1t’,
accanto aipunti assegnati 0’(=-O), ’Q; ( Q~),
fissiamo un altropunto Q, .
Siconsideri
poi
il fascio di rette col centro inO,
e si riferisca al fascio delle rette per0’,
nellaproiettività
individuata dalle trecoppie :
’
Infine tra il fascio delle coniche
tangenti
in 0 alla0Q2
epassanti
perQ3
eQ, ,
e il fascio delle rette perQí
si stabiliràuna
proiettività
nellaquale
alla conicadegenere
nelle rette0Qs
e
OQ4,
faremocorrispondere
la rettaIII.
I
piani doppi
con tutti igeneri uguali
ad uno e cheposseggono un fascio razionale di curve ellittiche.
. 14. Sulle
superficie
Frappresentate
daipiani doppi by
ec)
esiste
(almeno)
un fascio lineare di curve ellittiche.I~,
e lostesso accade per il caso
particolare
deltipo a)
costituito dala’) piano doppio
con curva di diramazione del sesto or-dine, 06,
dotata di 2cnpunto
dimolteplicità due,
0:Esaminiamo
allora,
in relazione a codestacircostanza,
comesi
esprimano
le condizioni che caratterizzanoquei piani doppi,
ai
quali aggiungeremo
anche iltipo c’).
’Per il
tipo a’)
si ha facilmente :La condizione necessaria e
sufficiente affinchè
una super-ficie
F, con tutti igeneri uguali
ad uno,sia rappresentabile
sopra un
piano doppio
deltipo a’),
è che sulla F esista(una
e
quindi)
unfascio, K,
di curveellittiche,
ed una curva ra-xionale
(irriducibile), R,
bisecante le K.Inveto se la sestica di diramazione :
ha un
punto doppio
in0,
le rette per essorappresentano
unfascio razionale di curve ellittiche K
(ciascuna
dellequali
èunita nell’ involuzione I le cui
coppie
sulla Fcorrispondono
aipunti
delpiano doppio),
e l’ intorno di O(curva
razionale condue
punti
didiramazione)
èimmagine
di una curvarazionale,
R
(unita
nellaI),
bisecante le K(in coppie
della Istessa).
Ma, viceversa,
dati sulla F il fascioI K i
e la curvaR,
siconsideri il sistema :
-e se ne determini i caratteri. Il suo genere ed il suo
grado
ri-8ultano
uguali
a due(la
R essendo di genere zero egrado - 2),
oe
quindi -
per il teorema di RIF.MANN-Rocia(14) - la
dimensioneè r > 2. Ma allora il sistema
i Mi I
èirriducibile,
e ciòporta (’S) precisamente
r = 2. Si avverta inoltre che le M sonoiperellit-
tiche
poichè
sopraciascuna
di esse le I~ segnano unag~ ,
e cheil sistema
appartiene
ad una involuzione del secondo ordine.Ciò consente di
rappresentare doppiamente
la F sopra ilpiano immagine
diM ~ ,
e la curva di diramazione èappunto
una~(0~).
.15. La condixione necessaria e
sufficiente affinchè
unasuperficie F;
con tutti igeneri uguali all’ unitlÌ,
sia rappre-(l4) Cfr., p. es., op. cit. in t), cap. IV, § 48.
(15) Cfr. 1. cit. in (3).
ft