A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
M ICHELANGELO V ACCARO
Sui funzionali analitici lineari definiti per le funzioni analitiche uniformi sopra una curva algebrica
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 5, n
o1-2 (1951), p. 39-56
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PER LE FUNZIONI ANALITICHE UNIFORMI
SOPRA UNA CURVA ALGEBRICA
di MICHELANGELO VACCARO
(Roma)
INTROI) UZIONE .
Il
presente
lavoro siricollega
allateoria, sviluppata
dal 1925 inpoi
dai Prof. L.FANTAPPIÈ
dei funzionali analitici definiti per le funzioni analitiche uniformi di una opiù
variabilicomplesse,
e diquesta adotta,
salvo lievi
rrrodi9clre,
le definizionigenerali.
Esso trae lospunto
da unanalogo lavoro, presentato
nel 1942 come tesi di laurea nelFUniversità di Roma dallaSig.na
ANNAF ARINELLI, riguardante
il casoparticolare
dellecurve ellittiche o di genere 1.
Nel suddetto lavoro si usa in modo essenziale 1’nniformizzazione della
curva
a.lgebrica
mediante funzioniellittiche,
lasciando cosprevedere
lapossibilità
di trattare il caso ,generale,
in cui il genere della curva è qua-lunqne,
mediantele
funzioni automorfe di una variabile. Nel nostro lavoro abbianopreferito
invece staccarci daquesto
indirizzo e trattare direttamente laquestione
sulla curvaalgebrica
valendoci deiprimi
elementi della teoriadegli integrali
abeliani sulla curva stessa.La
presente
trattazione è inoltreirnpostata
in manieraalquanto
diversache non le sisternazioni
precedenti,
inquanto,
oltre a fare uso sistematicodelle
forme differenziali siilla curvaalgebrica,
comincia colpostulare
l’esi-stenza di almeno una zndicatrice di uu dato
funzionale
lineare(forma
diffé- ,renziále,
nel nostro caso, funzione perFANTAppiÈ,
chepermette
di calcolare il valore delfunzionale)
riservando alla fine la dimostrazione della sua esi- ,stenza mediante l’effettiva costruzione.
Nella nostra
esposizione compaiono
inoltre alcunenovità
anche per la teoriagenerale
dei funzionalianalitici,
eprecisamente :
Peliminazione per le linee analitiche dellacondizione della variabilità continua del’inieme dei
punti
non’iegolati ;
la dimostrazione diretta dellapermutM bi1ità
dei funzionali lineari con1’integraziove
definitarispetto
a unparametro
econseguente
immediata dimostrazione della formula di FANTAPptÈ
pei
funzionalilineari;
l’estensione della formu a del CAUaHY
(valida
itigrande).
alle funzioni ana-litiche uniformi sopra una curva
algebrica qualunque ;
la sostituzione del concetto dipararegolarità
aquello
dibiregolarità,
iuquanto più rispondente
alla natura dei funzionali analitici.
1 r
’ Al
posto deIPespressione
per il calcolo di un residuo useremoil simbolo
§ .
2i ’il simbolo
. J
’1.
Funzioni
e formed iferenz ati
sopra una curvaalgebrica.
Precisiamo innanzi tutto la natura e le
proprietà
del campo su cui vsono definite le funzioni
argnmentn
dei funzionali analiticidi cui
cioccupiamo.
Esso é1 costituito da una
qualsiasi
curvaalgebrica C, nel senso
dellageometria algebrica,
ossia dalla classe di tutte le curveM 1gebriehe
birazional-mente
equivalenti
fra loro e a una da,ta. °Ogni
curvaalgebrica rappresentante
la classedata,
è don ni fa in rnanieraproiettiva
in unospazio proiettivo (il
suospazio
diappartenenza)
esenta
pertanto,
con le sue sezionipiane, 1’immagine proiettiva di una
serie lineare della curva (7. Se la serie lineare èsemplice (cioè
noncomposta
con una
involuzione)
la curvaproiettiva
è nnch’essaselnplice,
altrimenti è da considerarsi contatapiù
volte. -Il caso
più
interessante per noi èquello
in cui siprende
come modello della curvaalgebrica
C una rettamultipla,
sn cui si sia fi;sato anche unsistema di riferimento di modo che si possa
parlare
di ascissa t di unpunto qualsiasi
della curva Cbastando,
per individuarlocompletarnente,
dire suquale
ramo della rettarnultipla
esso si trova.Questa aggiunta
sarà sempre fatta nelseguito, conglobata però
tacitamente nelsernplice
simbolo t.°
Sulla curva
algebrica
C sipuò
definire un sistema diintorni,
detticircolari,
usufruendo di unparticolare
modello di C dato da una rettainultipla
gqualsiasi
suarappresentante.
Preso i’nfatti unpunto to qualsiasi
di g , . indichiamo COlf r il numero dei
fogli di p
che siperinat-, ,no
ciclica-mente intorno ad esso
(e pertanto
sarà r --_ 1se to
non è di diramazione per 99 ,r >
1 se invece loè)
edistinguiamo
i due .casiseguenti :
a) to è
unpunto
al finitodi 99.
Indichiamo con Q la distanzada ta
dei
punti
didiraqlazione di 99 più
vicini ato
i ma distinti da esso e Fis-’
1 ,
r >
,
siamo
qn numerozp g
r
positivo,
.
, .
Direnro intorno’ circolare U di
to
dii-aggio
-ro l’iiisieirie deipunti di 99 rappresentabili
coi valori di una, variabile aasiliaria i dati dae soddisfacenti la
limitazione I 1: i
b) to
è unpnnto,
all’infinito di Con e iiidiel amo ora l’inverso della distanzadall’origine
t = 0 dei’punti
di diramazionedi p
da essapiù
, , 1 ,
lontani e
poniamo
sempre zo~p .
circolare Udi to
diraggio
To sarà inquesto
caso duto daipunti di y rappresentabili
consoddisfacente sempre alla
limitaziove |03C4| I
10..
Con
questo
sistema di iutorlii la curva C diventa evideiiteniente unospazio topologico.
Dèfinianio ora il concetto di analitica sulla curva C.
Supponiamo
di avere una funzioney (t)
definita e uniforme perogui
tdi una
regione R
della curva C. Diremo che lay (~)
risulta analitico nelPunto to
di C allorcliè considera.ta come funzione dellacorrispondente
va-riabile
ausiliario
7: risulta analitica nelpnnto
T=0. Lay (t)
dicesi ancheregolare
into .
,
Diconsi
punti singolari
perla -y (t)
tutti ipunti
di G’appartenenti
allafrontiera della
regione R
diregolarità
diy(t),’ non regolari
per lay (t)
tutti i
punti
di C nonUna
funzioneanalitica y (t)
dicesipi-olungaiiiento
di unn data funzioney (t)
’ allorchè
la sua regione R1
di definizione contiene laregione
R diy (t)
einoltre
] y (t)
coincide con-la y (t)
in tutta la R.Passiamo
ora a definire il concetto didifferenziale
Fissiamo
unaregione
03A9 di una curvaalgebrica
C’e aogni punto
(x di f2’ associamo un intorno circolare
Ua
e un elemeuto di funzione analitica della variabile ausiliaria zcorrispondente, regolare
in tuttoU,,,.
con la se-guente
condizione : se due intorni eUa8
di duepunti
diversi a1 e a2 hanno unpunto
a in comune, i duepunti
hanno i duecorrispondenti
ele-menti u1 (7:1)
e U2 aventi inquel punto
a duecorrispondenti valori Ut
eU2’Iegati
dalla relazione >.
è il valore nel
unto
i uquestione
della derivatad2-.
Diremo in1 p q
MT~
tal caso che e sono i covariauti l’uno dell’altro.
Se si tiene ora conto della relazione tra i differenziali
corrispondenti
si
può
dire che inogni punto
a di il vale1’uguaglianza
ogni
volta che due intorni distinti eUa2
vengouo asovrapporsi
in esso.Risulta da tutto ciò che
l’espressione u(a) d«
nondipende
dal sistema di intorni usato per costruirla ossia, è invariante su C. Noi la chiameremouna
forma differenziale
analitica, della curva C(regolare
e uniformein Q).
Oltre che la
regolarità
in unpurrto,
sono concettiinvarianti,
per una forma differenziale di una, curvaC , quello
di avere uno zero ownpolo
inun
punto
e il relativoordine (1).
Data infine una li ea A sulla curva
algebrica
C e una forma differen- ziale daregolare
inogni punto di 03BB
9 dal fatto che la da è inva-riante,
risulta altres invariante il suointegrale
calcolato
lungo
lali ea A ,
e il sno calcolo eitettivo sipuò
condurre rico-prendo
)1. con un numero hlllt(1 di intornicircolare spezzandola
in un nu-mero finito di archi di linea contenuti in un solo intorno circolare di
questo
’
ricoprimento
e infineeseguendo Pintegruzione lungo
ognuno diquesti
archimediante la
corrispondente
variabileausiiiaria
e sommando i risultati ottenuti.2.
Spazio
funzionateanalitico. Intorni. Funzionai! analitici lineari,.
Ricbiamiarno brevemente le definizioni e i teoremi
preliminari
dellateoria dei funzionali analitici lineari cos come si hanno dalla teoria gene- rale dei funzionali analitici
(2) ;
adattati naturalmente al nostropunto
di vista.(1) Il coefticiehte di una forma- differenziale sulla cnrva C coincide col noto concetto di covariaitte analitico sopra una superficie di RIFMANN. ’
(2) L. Nuovi foiidameitti della teoria dei,funzionali analitici, Atti Ace. d’Italia
v. 12 (1941) pag. 617 - 706. ’
Diciamo innanzi tutto
spazio funzionale
analitico5c
l’insieme di tutte le funzioni analitiche localmente e uniformi definite incorrispondenti regioni
della curvaalgebrica
C non vuote nè esaurienti laC (3) .
Dato un insieme A
qualsiasi, purchè
chiuso e nonvuoto,
contenutonella
regione R
di definizione di una funzione y di5C e
un numero realepositivo
oarbitrario,
dicesi intorno di base A eampiezza
o(e
si indica col simbolo(A ~ Q))
della funzione y diaec
l’insieme di tutte le diaec regolari
inogni punto
di A epresentanti
unoscarto y’ - y dalla y
inmodulo inferiore a 6 , y tale cioè che
Dicesi
regione
dieSC ogni
insieme di5C,
contenente almenoun intorno
(A , 9)
diogni
sua funzione.Una,
regione
funzionale dicesi linea1’e di base A allorchè essa consiste nell’insieme(A)
delle funzioniregolari
inogni punto
di un dato insieme chiuso A non vuoto nè esaurente G. Unaregione
funzionale lineare’
coincide
pertanto
con 1’intorno di base A eampiezza
infinita. di unaqual-
siasi sua funzione. -
La base A determina la
regione
funzionale lineare(A)
epertanto
essadicesi anche il suo caratteristico.
’
Vale tal
quale
anche nel nostro caso la dirrrostrazione(4)
che leregioni
ifunzionali che sono anche
campi
lineari(ossia
tali che prese in unaqual-
siasi di esse un numero finito di sue
funzioni, appartenga
allaregione
ancheogni
combinaziòne lineare diqueste funzioni)
si riducono aregioni lineari,
in
quanto
anche la curva C è unospazio topologico compatto {ogni
suo iil-sieme i.nfinito ha in U almeno un
punto
diaccumulazione)
ed èquesta appunto
laproprietà
chepermette
la dimostrazione nella teoriagenerale.
Dicesi linea analitica nello
spazio
funzionale5C ogni
insieme di funzioni i analitiche di5C
ottenibili considerando unaqualsiasi
funzione analitica localmentey (t , a)
di unacoppia
di variabili t ed a , descrivente unaregione
della
superficie algebrica prodotto topologico
della curva C su cui varia la t e di un’altra curva G sn cui varia a , 5 e dando ad aogni possibile
valore(3) Si noti l’abbandono della restrizione « a, priori » della biregolarità a-irinfinito che si ha nella sistemazione precedente della teurio, dei funzionali analitica dato che essa
nella nostra rielaburazioue si presenta in seguito sotto un aspetto per:tivv e trasformata nella pararegolarità.
(4) Ved. L. FANTAPPIÉ : Nuovi fondamenti..., )oc. cit. pag. 647.
ao per cui la
corrispondente y (t, xo) appartenga
ad,5C
ossia la xuaregione Z~o
di definizione non sia nè vuota iié esaurente la 0. -Si verifica facilmente che a ,
para»ietro
della lineaanalitica, descrive
una
regione
il della curvaalgebrica
G. ..Facciamo vedere che presa nna
qualsiasi
di una data lineaanalitica,
c’è tutto un intorno di ao in 9 tale che lecorrispondenti
funzioni della linea sono tutte contenute in un intorno
(A , o) di y (t,
comunque
dato.
,Si consideri
all’uopo
1’insieme cliiiiso A nellasuperficie algebrica
alla
quota
ao . A è tutto contenuto nellaregione
diregolarità
diy (t, a) e pertanto
èricopribile
con un numero finito di bicilindri(ognuno
cioè pro- dotto di un intorno circolare in C per iiii intorno circolare inC~)
ditutti
quanti
contenuti inquesta regione.
Si,può pertanto scegliere
un in-torno circolare di ao contenuto in Q di
raggio
cospiccolo,
che perogni a
di
questo
intorno si abbia : .1
a) la corrispondente,
funzione èregolare
in unaregione
didi
quota
a intersecante ognutlo dei bicilindri in un intorno circo- lare aquota
a delricoprimento di ,1
9 equindi regolare
inogni punto
del-l’insieme A
posto
a.quota
a;’
,b)
la funzione abbia inogni punto
dell’insieme chiuso Auno scarto dalla in modulo inferiore
all’ampiezza o
dell’intorno considerato.Queste
dueproprietà
ci diconoappunto
che perogni
a ciell’intorno di a~ considerato lacorrispondente y (t , a) appartiene
al dato intorno(A, a)
’
di con il che resta dimostrato
l’asserto (5).
La nostra elaborazione
esige l’int.roduzione,
accanto alle lineeanalitiche,
del
-c~ncetto
nuovo nella teoria dei funzionalianalitici,
di lineadifferenziale
unnliticcr. Si consideri una funzione y
(t, a) regolare
i~~ unaregione
dellasuperf cie
C laquale
sia invarianterispetto
alla variabile t e covarianterispetto
alla a.Ogni
volta cioè che si fissa unpunto
ao in G e una rap-. (5) La. dnuostra.ziotie è quindi una diretta conseguenz;v della
regolarità,
della y (t, a)iu nna. di C x G. A qnestu proposito si noti, che l’esempio in contrario portato dal FANTAPpiÈ (Nuovi fondamenti... 10c. cit. pago 642) con la linea analitica
"
(con t e a variabili complesso ordinarie) non soddisfa a questa condizione in quanto nel punto (0 0) 1a y ( , 0) è regolare ma non vi è regolare la y (t, a) considerata come fun- zione di entrambe le variabili t e a . (0, 0) è cioè un punto singolare pér la y (i, a) .
presentazione
del suo intorno con una variabileausiliaria,
la nostra funzioney
(t, ao)
diventa una ordinaria funzione auu1itiea sulla curva Cmentre,
sesi fissa invece un
punto to
suC ,
lacorrispondente y (to ~ a)
dàluogo
auna,
ordinaria forma
differenziale
y(to , a)
da analitica sulla curva G.La linea differenziale
considerata,
che indicheremo con y(t, a)
9 ha .quindi
ilduplice aspetto
di linea di funzioni e di linea di forme differen- ziali a seconda diquale
delle due variabili si assume comeparametro.
Dicesi
funzionale
analitico unaqualsiasi corrispondenza (univoca) che
associi aogni
funzione di una dataregione
funzionale diaec
un numerocomplesso,
soddisfacente leseguenti proprietà :
a) ogni
volta che incompaiono
due funzioni di cui almeno una èprolungamento dell’altra,
il funzionale F assume in esse 1b stessovalore ; b) lungo ogni
linea analitica contenuta in ài ilfunzionale
F diventauna ordinaria funzione analitica del
parametro
a della linea.Un funzionale analitico dicesi lineare di base A allorchè esso è definito nella
regione
funzionale lineare(A)
ed inoltre è unarappresentazione
linearedelle funzioni di i A nell’insieme dei numeri
complessi (valgono
cioè sempre lerelazioni
e
con Y 7 Yl 9 Y2 di
(,4)
e c numeroc01nplesso qualsiasi). ’@
.°L’applicazione
di un fuuzionale lineare alle funzioni di una linea diffe- renziale dàluogo,
come facilmente sivede,
a una fnnzione covariante it(a)
del
parametro a
analitica localmente ossia a una forma differenziale .regolare
in unaregione
della curva .Non si
può
dire altrettantopei
funzionali analitici non lineari.Data . una linea analitica l a
differenziazione
di essarispetto
alparametro
a fornisce evidentemente una linea, dinerenziale .regolare
nella stessaregione
diregolarità
di y(t, a).
Se siprende quindi
un
qualsiasi
funzionale lineare F’ hannoeontemporaneamente
senso entrambii membri della relazione
esprimente
lapermutabilità
dei funzionali lineari con la differenziazionerispetto
a unparametro,
equesta
relazione sipuò ag.evolinente
dimostrareseguendo
Fidentica viaseguita
dal F AN1’APPIÈ(6)
per lapernutabilità
dei funzionali lineari con la derivazione.r
Ci
proponiamo
viceversa di dimostraredettagliatamente
l’altra relazioneesprimente
Iapermutabilità
deifuiiziàiiali
liiieari coiil’iiitegriiziòne definita
esprimente
lapermutabilità
dei ful z ó ali lineari conIliiitegrítzione
definitarispetto
a nnparametro,
laquale,
nellu siste í azioi e attualedella.
teoriagenerale, risulta
ina conseguenza della formala delFANTAppiÈy
mentrequi
riceve una dimostrazione
diretta
valida anche per la teoriagenerale,
laquale
trae di conseguenza, comevedremo,
una dimostrazione immediata della formula del F AN1.’APPIÈstessa(7).
,’
3. Permutabilità
dei
funzionali lineari conI’integrazione rispetto
a unparametro
-. Consideriamo un funzionale lineare
,F
relativo a una database A,
unalinea differenziale
y (t , a) d a
contenuta nellaregione
funzionale lineare(A)
e la
regione
descri tta dalparametro a
deità linea sopra una data curvaalgebrica
G..L’applicazione
di F alla linea duta fornisce una formv differenzialeregolare
inogni punto
di il. Fissiamo unpunto
ao di il e consideiia no la funzione I’
(6) L. FANTAPPIÉ ; § Nuovi fondamenti..., 10e. oit. pag. 656. ,
(7) Neiresposizione di questa dimostrazione, riportiamo per intero,
adattarrdolo
alnostro pnnto di vista, quanto il J.i"AN1’APPIÈ ha cominciato a fare in : I funzionali
Analitici,
Mem. Aco. dei Lincei, ser. VI, v. 3 (1930), pag. 39.
definita e
regolare
inogni punto
a di un intorno circolare U di ao e nulla per a = A fianco alla g,(a)
costruiamo un’altrafunzione g,2 (o&)
nellostesso intorno U di ao come segue.
L’integrazioj e di ’y (t, a)
d a in U apartire
da ao dàluogo
alla funzione""U
la
quale,
se Iliiitoi-no U di ao è diraggio
abbastamapiecolo,
continua ad essere, perogni
a di sempre contenuta nellaregione
lineare(A). L’ap- plicazione
ad essa del funzionale J1’ fornisce la, funzionenulla anch’essa
per
a = ao ereg-olare
in tutto U.Confrontiamo le due
funzioni q, (a)
e g2(a) .
Esse sono entrambe nulleper a = oco.
Quanto
ai loro differenziali si harispettivamente
..
ossia,
tenendo conto dellaperni utabilita
dei funzionali lineari con la diffe-renziazione,
Le due funzioni
dunque
ol t,re a coincidere in a = ao hanno in tutto. U differenziali coincidenti e
pertanto
coincidono esse stesse iii tutto l’intorno considerato di ao . Si haquindi
la relazionevalida per
ogni a
di unopportuno
intorno circolare U di ao .Cerchiamo ora di sostituire in
questa
relazione alposto dell’integra,zione
nell’intorno di un
punto, 1’integrazione lungo
un camminoqualsiasi
di Q.Per
ogni punto
ao di 03A9 sonodefin bili,
come abbiamovisto,
in mododiverso due elementi di funzione analitica g,
(a) (a)
fra loro coincidenti.Se si
parte
ora da ao e si fa ilprolungam1ento analiticó, lungo
unqualsiasi
cammino A contenuto inQ,
y siadi 91 (a)
che di g2(a)
si ottiene’
evidentemente in
ogni punto
di 1 unugua
valore sia per 9i(a)
che perg2 (a).
Inparticolare,
per il secondo estremo di À ciòequivale
adire (ricor.
dando il
significato
di e di che sussistel’uguaglianza:
che ci proponevamo di stabilire.
In
questa
relazione, A è unqualsiasi
cammiuoaperto
o chiuso di 03A9.Ad esso tuttavia si
può
sostituire unaqualsiasi
linea di S~ inquanto
ilragionamento
suddetto sipuò applicare
ai cammini che la compongono epoi
sommando concludere come sopra.4. Le
indicatrici
di unfunzionale analitico lineare
Dato un
qualsiasi
funzionale lineare F di base ~I dicesi sua i~idicatriceogni .forma
differenziale u(a) d
a analitica localnente sulla curva Cgodente
delle due
seguenti proprietà :
a)
laregione
F diregolarità
di u(a) d
a noncontenga
A ma sia tale cheaggiungendo
ad essa tutti ipunti
di A siottenga
unaregione
!’’ con-tenente A al suo
interno ;
,’
b)
il 1prodotto
della forma data per unaqualsiasi
fun- ,zione
y (a)
dellaregione (A)
sia tale cheil
suo residuo(certo
esistente per laprima proprietà)
intorno all’insieme caratteristico A fornisca il valore di F per la funzione yprescelta.
, ,Supponiaino
ora di avere due diverse forme indicatrici u, e u2 dello stessofunzionale
e vediamo in che relazione sono fra loro.’
Consideriamo la forma
differenza delle due date. La ,u
gode
tuttora dellapri uut proprietà
delleindicatrici di F come
agevolmente
sivede ; quanto
alla secondaproprietà
si riconosce che la forma u è una indicatrice del funzionale identicamente nullo in tutta
(A) giacchè
la formaprodotto
della u per unaqualsiasi funzione y
di(A)
ha sempre residuo nullo intorno all’insiemeViceversa data una indicatrice ii si passa a
ogni
altra s,ua indi- catriceaggiuugendo
ad u unaqualsiasi
indicatrice del funzionale identica- mente nullo avente la stessa base A di F.Data una indicatrice u di F e una
funzione y
di(A),
se con J indi-chiamo l’insieme chiuso dei
punti
nonregolari
di u fuori di A e con I.
quelll
i nonregolari
idi ~y~
il 1prodotto
zc.y risulta una forma differenziale nonregolare
in tutti ipunti
deliliiisieiiieottenuto urettelldo insielne i due insiemi chiusi
privi
dipunti
comuniA e
r-pj.
Il residuo che dà il valore del funzionale F va
dunque
calcolatolungo
una linea A contorno di una
qnalsiasi regione
de1Ja curva O avente all’in- terno A e all’esterno ipunti
di7+J.
’Diremo
sel)ttrati-ice
dei due insiemi A eI + J ogni linea A,
non aventealcun
punto
in comune con A-1-
I+
J egodente
della suddettaproprietà.
Due diverse
separatrici degli
stessi dne insiemi A e sono evi- dentenienteontoloqhe’fra
loio nellaregione complementare
su C diossia nella
regione
diregolarità
della forma u. y .Ogni separatrice
è inoltreper la sua stessa definizione
omologa
a zero sulla curvaalgebrica
C.Supponiamo
ora di avere una forma differenziale w sullaC ,
y anehlessanon
regolare
inA ,
ma che nel re;tosia un pro] nngamento
effettivo, della 11.y. J7insieme lV deipunti
nonregolati
distinti da A è conteluto in1 +
J ma non lo esaurisce e ciòporta
di conseguenza che laclasse
delle
separatrici
di A e W contienequella
delleseparatrici
di e 1-~-
Jma ne è
più
’Vedremo in
seguito
su unaparticolare indica,trice,
che diremo elemen-tare,
diquali proprietà
devegodere
una funzionenieromorfa, prolungamento
di una
funzione y
di(A),
in unpunto
di 1+
Jperchè questi
non appar-tenga
all’insieme Wdei punti
nonregolari
delcorrispondente prolunga-
di i
5.
Esistenza
di almeno nna indicatrice perogni funzionale
lineare Consideriamo il funzionale misto «identità »,
dennito per tutte le fun- zioni di y espresso dalla formula(ossia
che facorrispondere
aogni
funzione la funzionestessa).
Se si fissaun
valore to
di t il funz onale misto ,9 diventa un funzionale purodefinito
4. Annali della Scuola Norm. Pisa.
’
per
ogni
funzioneregolare in to
e,uguale
al va,lore di essain to,
ossia unfunzionale lineare
e7t,,
di baseto .
Dicesi indicatrice delllileiitità relativa alla
regione
H diC ogni
lineadiflerenziale v
(t, a) d
a , con t e a variabili entrambe suC, godente
delledue
seguenti proprietà :
a)
perogni to
di H 1;1 v(to , a)
d a è una indicatricepel corrispondente
funziouale identità
o7t,,
e di couseguenza ’èregolare
in tutto un intorno cir- colare dito
ed ha intorno ad esso un residuouguale a 1,
9b)
la v(to , a) d a
èregolare
inogni punto
diH,
ad esclusione natu.ralmente di
to ,
y equindi
ha residuo 1lungo ogni
linea 1 di H contorno diuna regione
contenuta in H e contenenteto .
Dato ora un
qualsiasi
funzionale lineare di baseA ,
y facciamo vedere che esiste una sua, indicatriceogni
ffolta che esiste una ii dicilrice dell’identità relativa a Una, H di C contenente A .Supponiamo
infatti di avere nna tale indicatricee
prendiamo
unaqualsiasi
funzione,q (t)
di(A).
Sia A una lineaqualsiasi
contenuta in H e nella
regione
R diregolarità
diy (t)
econtorno
a suavolta di una
regione
IC contenente A . La forma differenzialeper
ogni to
di R risultaregolare,
inogni punto
dí A e inogni punto
diR escluso to’
Il suo residuolungo L pertanto
risultauguale
al suo resitluointorno a
to
ossiauguale
al Valequindi
la formulaper
ogni t
di R.Essa,
che hal’aspetto
di unageneralizzazione
della for- mula delCAUaHY,
ci fornisce solamente unafunzione y (t)
definita, in R di cuila y (t)
è unprolungamento.
Ma R contiene ancora A ossia F è oe finito anche pery (t)
e si haquindi 1’ugua.glianza
’ove la linea
differenziale y (a) v (t, a) d
a èregolare
inogn~ punto
delprodotto
,~ della linea A per l’insieme chiuso A . Possiamo
quindi applicare
ia per~nu- tabilità da noi dimostrata del funzionale F conl’integrazione rispetto
ada e scrivere ,
formula che estende al nostro caso la formula del
FANTAPPiÈ pei
funzionalilineari delle funzioni di una
variabilc complessa.
In essa comhare come indicatrice di F la foruma differenziale
che diremo 1’indicatrice di II
corrispondente
alla dataindiicatrice
clell’iden- tità di cui abbiamosupposta
resistenza.Resta
dunque
da dimostrare che perogni
insieme chiuso A di C(che però
non laesaurisca)
esiste almeno una indicatrice dell’identità relativa auna
regioné
H contenente A .Questo
è ciò clle faremo nel numeroseguente
overisponderettio
aquesta questione
cun la costruzione effettiva di una indicatricev (t 2 a) d oc
ilell’ideutità la
quale,, _per
leipotesi
restrittive che faremo su diessa per la
.sua determinazione
u ivoca,
sarà detta indictttrice dell’identità ela sua
corrispondente
per elemeittai-e delfunzionale
lineare F.6.
Costruzione dell’indicatrice
elementare (tell’identitàSiano dati due
punti
Me Q qnalsiasi; .lmrclcè distinti
della curva al-gebrica
C .È
noto dallag.eometria algebrica
che sn C esiste almeno uniiitegiale
abeliano di 3aspecie elementare,
ossiaprivo
dipoli
e avente duesoli
punti logaritmici
coincidenti irispettivamente
con 31 eQ
e conrispettivi periodi polari
2 e - 2 ~ i .Un tale
integrale dipende
linearmente da pparainetri indipendenti
inquanto
la differenza di duequalsiasi
di siffattiiiitegrali,
non avendo sin-golkiritày
è unqualsiasi integrale
abeliano di 1aspecie
e diquesti
sullacurva ~r ce ne sono ~l lineaiineiite
indipendenti.
Per determinare razionalmente uno di
questi
ooPintegra,li
con i duepunti logaritmici
in Mprocediamo
allaseguente
maniera. Consideriamo la forma differenzialeintegranda
di unintegrale
variabile diquesto tipo
eimponiamole
di avere fra i suoi zeri ipunti
di un dato gruppo nonspeciale GP
diC ;
non contenente nè ML’integrale corrispondente
resta conciò-
perfettamente
determinato inquanto,
se ce ne fossero duedistinti,
l’in-tegrale di
1’specie
lorodifferenza
avrebbe la formaintegranda
anch’essacon
Gp
tia i suoi zeri.Un tale fatto non
può
succedereperché
un siffattointegrale
di 1aspecie
darebbe
luogo
in ungenerico
modellopiano 03A6m
di C a unaaggiunta d2or-
dine m - 3
passante pel
gruppoGp
diC,
ossiaGp
sarebbe contenuto nelgruppo canonico staccato su C da
questa aggiunta
equindi speciale
controil annnnatn.
Inoltre di siffatti
integrali
ce n’è almeno un’o inquanto
ilpassaggio
per
Gp comporta
tante condizioni lineariquanti
sono iparmnetri
da cuidipende
linearmentel’integrale
elementare di 3aspecie
considerato.Si conclude che c;’è una e una sola forma differenziale
(integranda
cioèdell’integrale
oradeterminato) r (~ a) d
a avente come zeri fissi(rispetto
at)
i
punti
di unqualsiasi
gruppo nonspeciale Gp
diC,
unpolo
fisso delprimo
ordine in unpunto qualsiasi purchè
non diGp
e unpolo
delprimo
ordine nelpunto
diascissa t,
variabile comunqne sn Cpurchè
distinto dal gruppo di ’
punti Gp + Q,
con residuo intorno ad essouguale
a 1.Ciò ci
permette
di dire che la 1.(t, a)
d a cos costruita è indicatrice dell’identità relativa aogni regione
77 non contenenteGp + Q, possiamo
scrivere cioè la relazione
valida per
ogni
linea A contenuta nellaregione
.~ diregolarità
diy (t)
econtorno di una
regione
R anch’essa contenuta in R ma non contenenteGp + Q, e
perogni
t di iquesta regione
A.La è la
preannnneiata
elenientttre dell’identità in- dividuata daGp
eda Q
e la formula scritta sopra è la nostra estensione della formula del OAUOHY alle funzioni analitiche uniforlni sopra la curvaalgebrica
data C . La suaimporta nza
risiede nel fatto che è valida ingra,nde
nel senso che dà il valore della funzione in
ogni punto
di C ad esclusionesolamente
di p + 1 punti.
7.
Indicatrici elementari
di un funzionate lineare.Pararegolaitá
Nel numero
precedente
abbiamo costruito una linea differenzialer (t, ex) da.
indicatrice dell’identità per
ogni regione
H di C non contenenteGp -f- Q .
Dato
quindi
un funzionale lineare F di baseA,
sceltiGp
eQ
fuori di A(e
ciò sipuò
sempre fareperchè
C - A è unaregione
non vuota e unGp generico in
essa è sempre nonspeciale)
epoi
unaregione
H contenente ’ A e nonGp + Q,
lacorrispondente
r(t, a) d
a risulta indicatrice dell’identità in tutta laregione
H contenente A .Questa conclusione,
confrontata conquanto
è detto al n. 5 ciporta
ad affermare l’esistenza di almeno una in- dicatrice per funzionale lineare F di base A anzi di tantequante
sonole
scelte
possibili
di un gruppo nonspeciale Gp
fuori di A e di unpunto Q
fuori di
A -~- Gp .
Esse si diranno le indicatrici elementari delfunzionale
lineare .~ relative al
Gp
eal Q prescelti.
Ogni
indicatrice elementare it(a)
t7 a di F è per definizione nonrégolare
in A. In
questo
numero ciproponiamo
di studiare il suocomportamento
in un
punto qualsiasi
di C fuori di A .Pel modo stesso con cui è stata
definita,
l’indicatrice u d ex èregolare
in
ogni punto
di C distinto oltre che da A anche dalpunto Q,
ossiaQ
èuna
singolarità
isolata per la u(a)
d a ed è l’unica suasingolarità
fuori di A.Prendiamo comunque un
punto
aoqualsiasi
di C fuori di A e ad essoassociamo un
intero e,
yuguale
allamolteplicità
che ha inGp
se sta in esso,uguale
a zero se non sta in-~- ~
euguale
a, - 1 se coincide conQ.
Se si fissa
genericamente to
su 7 la forma differenziale r(t, a)
à apossiede
inogni punto
aadi C,
fuori di ..4 uno zero d’ordine p(pei g =
0è da intendersi
regolare
e non nulla’ in a e per, p = -1possedente
ivi unpolo
delprimo ordine).
Consideriamo nn intorno circolare U di ao e la
corrispondente
variabileausiliaria z .
Corrispondentemente
la u a dàluogo
a una funzione u(~-) regolare
in tutto~
9 ad esclusione alpiù
inr==0y
9 epertanto
sipuò
.
sviluppare
nella serie di LAURENT :Come è noto in
questa
serie il coefficientebn è
dato dal residuo della’
funzione u
(~c)
~~-1 intorno alpunto
z = 0 ossia è dato dalla formulaove 1 è una linea circondante 1: = 0 .
Se teniano ora conto della
permutabilità
di h’ conl’integrazione
otteniamoOra la funziolle
ha,
per t fissatogenericamente,
uno zero~plo
in 1: = 0 equindi
per ,non ha ivi residuo mentre per
ha ivi un residuo
generalmente
non nullo,La
(t)
èregolare
su tutta la C ad esclmione diGp + Q
equindi
faparte
di(A)
ossia I’ è detinito auclie(t) ,
Si conclude
pertanto
che èmentre risulta
e
quindi b--, può
essere diverso da zero: In definitiva laqualora
non sia addirittura identicamente nulla in tutto un intorno di ao, ha inc ao
uno zero
almei o e (al più
anpolo
delprimo
ordine se ao coincidecon
Q)
inquanto
inUao è
data da nna, serie dipotenze
cominciante per lo meno con lapotenza
Supponiamo
ora persemplicità ’che
il funzionale Il sia taleche
la suaindicatrice elementare non sia identicamelrte nnlla in alcuna
lronente
della suaregione
diregolarità.
Allora 1’irrsieme Z deipunti
in cuila u
(x) ~
a è meromorfa con unapolarità
diversa di,quella
nulla(ossia
aventeivi uno zero o un
polo)
è costituito dapunti
tutt~i isolati con eventualipunti
di accumulazione contenuti in A .. Consideriamo ora sn C una
funzione y (t)
di(A)
meromorfa in una re-gione
R* di C contenente ~1 . Preso unpiiiito to
di C fuori di A che siauno zero
Q - plo
per lazc (a) d a (con
o = 0 se vi èregolare
e non nulla econ o --_ -1 se vi ha nn
polo
delprimo ordine)
diremo che la funzioney (t)
èpa1raregola/re
into
se essa risalta inero orfá into (ossia
seto
sta iii~R~)
con unpolo
d’ordine alpiù uguale
a a(e quindi,
per o =O ,
se vi è,
regolare
e, pera = - 1,
se vi ha uno zero alineno delprimo
ordine. ,La
pararegolarità
irr unpunto
èquindi
ingenerale
una condizionepiù larga
che non lnsemplice regolarità, a
meno che non si tratti del.
punto Q
ove invece èpiù
ristretta.Quella
cheabbiamo
introdotta è unapararegolarità comples8’iva
dellafunzione y (t)
in cui si tiene conto sia dell’indicatrice elementare dell’identitàprescelta
che del funzionale lineare F dato.Se si tiene conto ora che o della
parareg’olarità
soddisfa la relazionesi vede che nella
pararegolarità
in unpunto~
consentente llnpolo
d’ordine, al
più
0, unaparte
e del suo indice è dovuta allaindipenden-
temente dal funzionale F e il resto è un intero non
negati vo dipen-
dente