A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
F. M ANTOVANI
S. S PAGNOLO
Funzionali analitici reali e funzioni armoniche
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 18, n
o4 (1964), p. 475-513
<http://www.numdam.org/item?id=ASNSP_1964_3_18_4_475_0>
© Scuola Normale Superiore, Pisa, 1964, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze » (http://www.sns.it/it/edizioni/riviste/annaliscienze/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions). Toute utilisa- tion commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale.
Toute copie ou impression de ce fichier doit contenir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
E FUNZIONI ARMONICHE
F.
MANTOVANI - S. SPAGNOLOIntroduzione.
1. Lo scopo di
questo
lavoro èprincipalmente
lo studio dellospazio 6Z (A)
delle funzioni analiticbe reali su un insieme
qualsiasi A
di Rn(vedi
Def.3, § 2, Cap. III)
e del suo duale.I funzionali analitici furono introdotti da FANTAPPIÉ
([2]
e[4]),
e dalui in
seguito applicati
alla teoria delleequazioni differenziali, specialmente
al
problema
di CAUOHY peroperatori
a coeificienti analitici con dati su unaipersuperficie qualunque
non caratteristica(vedi
adesempio [3]
e[5]).
Un contributo decisamente nuovo alla teoria si è avuto con l’intrcdu.
zione da
parte
diSEBASTIAO
e SILVA(ad.
es. in[16 J
e[17])
dei metodipropri
della teoriadegli spazi
vettorialitopologici.
Uno studio sistematico in
questa
direzione fupoi sviluppato
da KÒTHE([9])
e da SILVA DIAS
([191),
nel caso di funzioni olomorfe locali su un insieme chiuso delpiano proiettivo,
e da GROTHENDIEOK([6])
nel caso di funzioniolomorfe su varietà
complesse.
Lo studio delle
applicazioni
alproblema
di CAUCHY(anche
con dati suuna
superficie caratteristica)
furipreso
da LERAY(ad esempio
in[11]
e[12J)
mentre
applicazioni
al calcolooperazionale
furonosviluppate specialmente
da
SEBASTIAO
e SILVA([18]).
Pervenuto alla Relazione il 16
Giugno
1964.Lavoro eseguito nell’ambito dei Gruppi di Ricerca per la Matema~tioa del
Consiglio
Nazionale delle Ricerche (anno accademico 1963-64).
Recentemente
poi
MA.RTINEAU haripreso
la teoria dei funzionali ana-litici su varietà
complesse,
studiando la trasformata di FOURIER-BoREL((13]),
e facendo uso dei risultati sulle funzioni
complesse
di OKACABTAN SERBE.In tutte
queste ricerche,
le funzioni analitiche reali sono state consi- derate come traccia di funzioni olomorfe. Ci sembra invece che molte difficoltà possano esseresuperate
introducende la teoria dei funzionali armonici(TILLMANN [20]).
2. Il
Capitolo
I contiene uno studiotopologico
dellospazio sil (A)
delle"V
funzioni armoniche locali sn iinlinsieme
qualsiasi
A CR"
e del suo dualesil’ (A).
I teoremiprincipali
sono laProp.
1del § 3,
che enuncia leproprietà topologiche
disil (A),
il teorema di dualità(Teor.
1del 6 4)
che stabilisceun isomorfismo canonico fra
gli spazi ,s~’ (A)
eA (C Aj
e il Teor. 1del §
5.Il
Capitolo
II contiene alcuneapplicazioni
della formula di dualità di cui leprincipali
si trovano contenute nel Teor. 1del §
1(sulla approssimazione
di
funzioni),
nel Teor. 1del §
2(1VIITTAG-Ll&FFLEP.)
e nel Teor. 1del §
3(sulla decomposizione
difunzionali).
Il
Capitolo
III contiene lo studio dellospazio C7 (A)
delle funzioni ana-litiche su un insieme A
(n
~2)
e del suo duale G’(A). Il §
1 mostrache tutte le
proprietà topologiche
dellospazio A (A)
e la formula di dualitàsono ancora valide per il
sottospazio (A)
delle funzioni armoniche sim.metriche su A
(Teor.
1 e2) ;
1il § 2,
chegli spazi
3(A)
e(A)
sono iso-morfi,
pur di identificare una funzione analitica su AC R"
alla funzione armonica simmetrica su unaperto
diR"+1
contenenteA,
che si ottiene risolvendo unopportuno problema
di CAUOHY(Teor. 1) ; il §
3 contiene latrasposizione agli spazi
dei funzionali analitici delleproprietà
dimostratenel
Cap.
I e II per i funzionali armonici.3. Dobbiamo infine
ringraziare
il Prof. E. DE GIORGI per averci sug-gerito l’argomento
ed avere diretto la ricerca.NOTAZIONI
Per le definizioni
legate
alla teoriadegli spazi
vettorialitopologici (li.
miti
induttivi, proiettivi, isomorfismi, omomorfismi, dualità, topologia
diMACKEY, spazi
ditipo (), ( ), spazi « bornologique »
e« tonnelé
»),
si rimanda a[8] e [10].
Rn
rappresenta
ilprodotto topologico
di ncopie
della rettareale ; Cn
ilprodotto topologico
di ncopie
delpiano complesso ;
la com-pattificazione
diRn
mediantel’aggiunta
di unpunto all’ oo
identificabilecon la sfera unitaria di attraverso la
proiezione (stereografica)
di centroil
polo
nord(O,... , 0,1)
sulpiano equatoriale 0 ;
x =(Xi’
... ,Xn)
è il
punto generico
di Se ipunt x,
y ERn,
la loro distanza si indicheràin
particolare
siporrà I x i
= d(z, 0).
Se x, y
ERn
si la distanza inquanto punti
della sferaunitaria di
Rn+~,
1 cioè la distanza indotta daSia U un insieme
aperto
di11,n,
1 diremofunzione
su Uun’applicazione
di Ú nel corpo
complesso.
Sia r un numero intero ~ 0. Una funzione u su Ú si dirà di classe
0’ ,
oppure r volte
differenziabile,
se upossiede
tutte le derivate continue diordine à r.
Si scriverà -u E0’ (U).
La u si dirà
poi
di classee°° ,
oppuredifferenziabile,
sepossiede
tuttele derivate
(di ogni ordine)
continue. Si scriverà in tal caso u6 6°° ( !7).
Se
poi
u Ee°°
hasupporto compatto
in TT si scriverà uLo
spazio
delle funzioni su U di classe6°°,
con latopologia
descrittada SCHWARTZ
([15]),
si lospazio
delle distribuzioni su U(-(~).
.Se k =
(k1 ~ k2, ... , kn)
èuna n. pIa
di interi :2::0,
porremoSe u è una funzione su
U,
indicheremoPer la definizione di insiemi fra loro connessi si veda la nota a
piè
di pa-gina del § 1, Cap. I.
Inoltre se una
famiglia
induttiva(risp. proiettiva)
il limiteinduttivo si indicherà
(risp :
il limiteproiettivo
conCAP. I. - FUNZIONALI ARMONICI
In tutto
questo Capitolo
e nelsuccessivo,
sisupporrà n h
3.Inoltre, parlando
di sottoinsieme diÀin ,
si sottointenderàl’aggettivo proprio,
salvoespressa menzione del contrario.
§
1.Spazio delle funzioni armoniche locali.
DEFINIZIONE 1. Sia S un
aperto
diRn.
Una funzionef a
valori com-plessi
definita su2,
si dice armonicasu Q
se è 2 volte differenziabile einoltre :
-
È
noto che le funzioni armoniche sono analitiche.DEFiNiZtONE 2. «Sia A un sottoinsieme di Consideriamo sull’in- sieme delle
coppie (u, S),
dove è unaperto
contenente A ed u è una fun- zione armonicasu D,
la relazione diequivalenza :
se e solo se esiste un
aperto
L’insieme
quoziente rispetto
a tale relazione si dirà insieme dellefunzioni
armoniche
(locali)
suA ;
si indicheràA (A). »
OSSERVAZIONE 1.
« Ogni
funzione armonica locale su Apuò
rappresen- tarsi come(u, Q)
ove 92 è unaperto
connesso con A(1)
ed u è una funzionearmonica
su Q
».(1) ..4.’ si dice connesso oon .il se ..4.’ 2 ..4 e in ogni componente connessa di ~’ si trova qualche punto di ~.
OSSERVAZIONE 2.
« ~ (A)
è uuospazio
vettoriale con leoperazioni
usuali ».
OSSERVAZIONE 3. « Sia
A 2 B,
allora è definireun’applicazione
di restrizione
- -
in modo ovvio. Tale restrizione è una
applicazione lineare,
iniettivapurchè
~. sia connesso con B
(vedi
ancheProp. 1, § 1, Cap. II).
Inoltre sesi ha
.a i
OSSERVAZIONE
4. ~ ~ia ~ _ ~ ~A)
lafamiglia (semiordinata
per inclu- sione efiltrante) degli aperti S~ ~
A.Allora
gli spazi
vettorialicon le
applicazioni
di restrizioneformano una
famiglia
induttiva(’ )
».OssEBVAZLONE 5. « La
famiglia
semiordinata9C
= dei sottoinsiemicompatti
di A definisceanalogamente
lafamiglia proiettiva (1) :
LEMMA l. «
Valgono
iseguenti isomorfismi algebrici :
PROVA
Se
(Bi, ti)iE I è
unafamiglia
induttiva dispazi vettoriali,
ed F è unaltro
spazio vettoriale,
per definire unaapplicazione
lineare(1)
Per le definizioni di limite induttivo eproiettivo,
algebrico etopologico,
vedi[10].
basta
definire,
perogni i E I,
unaapplicazione
linearein modo che le siano
compatibili
con lerestrizioni,
i. e. :Nel nostro caso, se
consideriamo
leapplicazioni
lineariè facile verificare che esse sono
compatibili
con le restrizioni e clie induconoun’applíeazione
lineare biunivoca :Se
(E; ,
è unafamiglia proiettiva
dispazi
vettoriali ed F è unaltro
spazio vettoriale,
per definireun’applicazione
linearebasta definire per
ogni
i E r unaapplicazione
linearein modo che le
(v,)
sianocompatibili
con lerestrizioni,
i. e. :Nel nostro caso le
applicazioni
linearisono
compatibili
con lerestrizioni, quindi
definiscono unaapplicazione
lineareTale r è
iniettiva,
inquanto
se u ~ icomporta
e, limitandoci ai ~
unipuntuali, questo significa
che u è nulla in un intornodi
ogni punto
diA, quindi u
è nulla in un intorno di A.Verificare che r è
surgettiva, significa
mostrare che perogni famiglia
(cioè
tale che , esiste una funzione u Esil (A)
tale cheanzi basterà verificare che
Ora è facile constatare che è sufficiente provare l’esistenza di una tale u
tocalmente, cioè,
la tesi sarà,provata
se perogni
o E A saràpossibile
trovareun intorno V =
V (x)
ed una funzioneU E A (A
nV)
tali cheMa negare
quest’ultimo
fattoequivale
ad ammettere l’esistenza di unpunto
xo E A e di una successione(xn~ c A convergente ad xo,
tali che le funzionied uxo non
hanno una comune estensione all’insieme K = xoU
xn ; orao ’n
K è un
compatto
diA,
2 e la funzione uK èproprio
una comune estensionedelle
§
2.Topologie sullo spazio A (A).
DEFINIZIONE 1. K Sia A un
aperto
di Consideriamoassegnata
sullospazio A (Aj
lafamiglia
di seminormeÈ
noto che tali seminorme fornisconoad A (A)
una struttura dispazio
vet-toriale
topologico
localmente convesso, metrizzabile ecompleto,
cioè ditipo (,-T),
e inoltre ditipo ( ~);
ianzi,
seA ~
oo , viene ad essere unsottospazio topologico
chiuso dellospazio
diSOHWARTZ ê (A).
OSSERVAzIONE 1. « Una
sottofamiglia
di seminorme inducente susil (A)
la stessa
topologia,
si ottiene facendo variare .~ tra i sottoinsiemicompatti
di
Invero se si
può
sempre trovare un che sia la chiusura di unaperto
di A contenente 00(beninteso
se oo EA ;
nel caso contrarionon v’è nulla da
dimostrare) ;
ma allora il bordo è uncompatto
di Anon contenente oo e, per il teorema del massimo modulo :
Possiamo a
questo punto
dimostrare unLemma,
sullarappresentazione
deifunzionali su
A(A),
che ci sarà utile nelseguito.
LEMMA 1. « Sia A un
aperto
diRn e
T zcnfunzionale
lineare e continuo8u
A (A).
Allora sipuò
trovare unafunzione
1" E(2r (A - 00)
tale che :,
PROVA : Per l’osservazione
precedente, ~ (A)
è unsottospazio
chiuso diA (A - 00)
equindi
anche diê (A - oo);
per il teorema di HAHN-BANAOH sipuò
alloraprolungare
T ad una distribuzione asupporto compatto
oo).
Ora,
A - oo è ilsupporto
di ipuò
facilmente costruire una funzione p~x)
tale che :Allora la funzione verifica la tesi : sia invero g2 E
~ (A)
e 99 una funzione dilfi (R,,)
coincidente con g sull’insiemePer la
proprietà
dellamedia 92
in un intorno di M. Ma allora si ha:DEFINIZIONE 2. « Sia A un sottoinsieme
qualsiasi
di Considereremoassegnata
sullospazio A (A)
latopologia
limite induttivodegli sil (D),
perS~
aperto
A :OSSERVAZIONE 2. K Nel caso che A sia un
aperto
di la Def. 2 as-segna
ad A (A)
la stessatopologia
della Def. 1 ».OSSERVAZIONE 3. « Poichè la
sottofamiglia 5~
C-9 degli aperti
connessicon A
(vedi
nota(1) del § 1)
è cofinale con lafamiglia 5~
si ha ancora :e
questa volta,
data la iniettività delleapplicazioni
di restrizionerA á2
9 po-tremo scrivere
A (Q) C 9’l (A) ».
OSSERVAZIONE 4. « Nel caso che A sia un chiuso di
ÎÍn,
dettoe lo
spazio
di BANAOH delle funzioni armoniche su e con-tinue su con la norma
Max
, si ha,E--
anche in senso
topologico.
In tal modo si vede che
stl (A) è
limite induttivo dispazi
di BANAOHInoltre le
applicazioni
di restrizionedal momento che relativamente
compatto
in sono tuttecomple-
tamente continue
(HARNACK). »
OSSERVAZIONE 5. « Se A e B sono due insiemi
qualsiasi
diK
e A ~B, l’applicazione
di restrizioneè continua ».
OSSERV.AZIONE 6.
topologia
susil (A),
dove A è un sottoinsiemequalsiasi
diRn,
èpiù
fine diquella
limiteproiettivo degli
Basta invero verificare che le
applicazioni
sono continue.
Vedremo inoltre
più
avanti(§ 5)
che le duetopologie
Rono in realtàidentiche.
§
3.Proprietà topologiche
digl (A).
Abbiamo richiamato
che,
nel caso che A siaaperto,
A(A)
è unospazio
di
tipo
e( 1).
Nel caso Achiuso,
s ha ilLEMMA 1. «Sia A un chiuso di R. è uno
spazio separato, bornologique
e tonnelé(anzi
ditipo (-P7»,
ditipo ( completo (anzi
ditipo
«D7».
Inoltre :a)
un insieme .~(A)
è chiuso se e solo se perogni aperto S~ ~ A2
connesso con
A,
F(S)
è chiuso insil (Q).
b)
un insieme L C sil(A)
è Zimitato se e solo se esiste unaperto D D A~
connesso con
A,
tale che L C.a~ (S~)
ed è iviPROVA : Per l’Oss. 4
del § 2, sil (A)
è il limite induttivo di nna suc-cessione di
spazi
di BANAOH conapplicazioni
di restrizione iniettive ecompletamente continue, quindi,
da un lato esso verifica laproprietà (a) [17~,
Teor. I pag.
399)
e inparticolare
èseparato,
d’altraparte ([8J
Cor. 2 dellaProp. 5,
pa,g.313)
è unospazio,
oltre che ditipo
ditipo
ed
( 1 ).
In
quanto spazio (ECJ)
esso è allorabornologique
e tonnelé(tali
pro-prietà
sono invero verificate perspazi
e si conservanopassando
al li-mite
induttivo),
inquanto spazio (7J)
ed( ~~ ),
esso ècompleto (vedi [8],
Corollario 2 della
Prop. 4,
pag. 311 :gli spazi
riflessivi sonocompleti)
Infine la
proprietà (b)
è sempre valida perspazi (É£F) completi ([8],
Co-rollario 2 del Teor.
1,
pag.270).
Per una diversa dimostrazione vedere
[17J.
Vedremo che la
maggior parte
diqueste proprietà
si conserva anchenel caso
generale (A
insiemequalsiasi).
PROPOSIZIONE 1. « Sia A un sottoinsieme
qualsiasi di R~ .
Allorasil (A)
è uno
spazio separato, bornologique, tonnelé,
ditipo ( ,~~9 )
e inoltregode
della.proprietà
b)
un insieme L C!Il (A)
è limitato se e solo se esiste un S~ ~A,
con-nesso con
A,
tale che L CA (Q)
ed è ivi limitato ».PROVA :
sil (A)
èseparato
inquanto
ha unatopologia più
fine diquella
e
questa è separata,
dato cheogni
lo è.A (A)
èbornologique
e tonnelé inquanto
limite induttivo dispazi
bor-nologique
etonnelé.
È poi
subito visto che dalla(b)
segueche A (A)
è ditipo ( ,~~~ ) ;
restaquindi
da provare laproprietà (b).
Sia
dunque
L unaparte
limitata disii. (A),
si tratta di provare che tutte lef E L
hanno una estensione ad unaperto
comune D =)A,
e che Lè limitato in
A (S~).
Ora,
con unragionamento
del tuttoanalogo
aquello
fatto nella secondaparte
della prova del Lemma1, § 1,
si vede che una taleproprietà
bastaverificarla localmente e
quindi
basta provareche,
se una successione dipunti
di Aconvergente
ad unpunto
le funzionif E
L ammettonouna estensione
f ad
un intorno comune di K _(x,0) U (x,,1
e chen
è limitato in Ma
poichè
g è uncompatto,
laproprietà (b)
è validaper
sil (K) (Lemma 1)
equesto
prova l’asserto.COROLLARIO
isomorfo (arcche
sensotopologico)
adsii." (A)», [riflessività]
(Esso
è infatti ditipo ( ~~ )
etonnelé).
COROLLARIO 2. «
~ (A) ed sii’ (A)
hanno latopotogia dz
MAOKEY »(A)
è infattibornologique (vedi [8],
prop.6,
pag.200).
Dal Cor. 1 seguepoi
che ancheA’ (A)
ha latop.
diMAcKBy).
7. Annali della Scuola Norm. Sup.. Pita.
COROLLARIO 3.
« Sia ~ lfn)
una successione di.~ (A) convergente
adf.
Al-lora esiste un
aperto
connesso conA,
tale che :PROVA: L’insieme
L = ( f ) U ( f" ) è
limitato in9i (A) quindi (i;
seguen
dalla
Prop. 1, parte (b) ; poichè A (Q)
è ditipo ( ..L), ogni
sottosuccessione dit~,,)
ha una sottosuccessioneconvergente,
il cui limite nonpuò
essereche f ;
ma allora(fn)
stessa convergead f
inA (~).
§
4.Formula
d i dualità.Sia e
(x
-t)
la soluzionefondamentale,
relativa alpunto
t E del-hoperatore
y infinitesimaall’oo ; precisamente
dove mn è una certa costante.
Indicheremo
Pk (x~ t)
ipolinomi,
armonici nellat,
checompaiono
nellosviluppo
in serie diLAUEENT,
relativoall’origine,
di e(x - t) :
Data una
superficie
orientata 1, unione di un numero finito disuperfici
chiuse eregolari
apezzi
di y tra lorodisgiunte,
e date due funzioni u e vdi classe
C~i
in un intornodi y,
porremoCos se D è un
aperto
limitato di R" la cui frontiera éD èregolare
apezziy
e g2, ’~P sono due funzioni di classe~
in un intorno diS~,
si ha :pur di assegnare a
aD
l’orientazione tale che la sua normale sia interna ad S2,Si
può
osservare che la formulaprecedente
vale ancheper D illimitato2
purchè
si faccianoopportune ipotesi
di decrescenzaall’ oo,
snlle g2, g.LEMMA 1. « Sia A un sottoinsieme di
R’b ,
sia u unafunzione
armonicasu un
aperto Dj D A,
v unafunzione
armonica su unaperto D2:J C A.
Al-lora è
_possibile
costruire unasuperficie
r, unione di un numerofinito
disuperfici
chiuse eregolari
diR",
a due a duedisgiunte,
in modo che 1separi C Di da C D2 (cioè
in modo che y sia lafrontiera
di unaperto
D CR"
percui
~2~,~~~~~~i)».
PROVA : É
una classica costruzione.Con le notazioni del Lemma
I,
diremo che 1 separa lesingolarità
di u daquelle
di v.#"V
2. « Sia
A
CR" , vEA(CA).
Allora se Ut è unafunzione rappresentatrice
di u,v,
unafunzione i-appresentatrice
di v(vedi
Oss.
1, § 1)
e 1 unasuperficie separante
lesingolarità
di u~ e orientata in modo che la sua normale sia esterna allesingolarità
di il numeronon
dipende
dalla scelta di u, , Vi e y.Tale numero si indicherà allora :
PROVA :
i)
Fissati ul e roi ,Gy (u~ , v,)
nondipende
dalla scelta di y.Infatti,
siay’
un’altrasuperficie separante
lesingolarità
di ul non è restrittivo supporreche y’
non intersechi y(infatti
ci sipuò
ridurre ad unaterza
superficie y"
che non interseca nè y nèy’y
In tal caso si ha :
dal momento
y è
la frontiera di unaperto
sucui ul
e v. sono en- trambe armoniche.ii)
Cambiandopoi
ilrappresentante di u,
siaquesti
2 si hache ui
ed u. coincidono in un intorno D::>
A,
ed allora bastascegliere,
per la(i),
y tutta contenuta in Dperchè
si abbia :La tesi è cosi
provata.
TEOREMA 1
(di dualità)
Sia A un sottoinsieme di
i)
Esiste unafunzione
UT, armonicasu C A, il
cuisviluppo in
seriedi
Taylor in
un intorno delpunto
e il cui
sviluppo
in serie di LAURENT in un intorno di 00(se
ooE ~ A)
è ;ii) L’applicazione
de, finita da
unisomorfismo
tale cheiii)
Vale laformula :
PROVA :
i)
a)
Nel caso che A siaaperto,
dato T Esil’ (A),
siafunzione tale che
(Lemma 1, § 2) :
una
Allora
(se
e(~)
è la soluzione fondamentale diA~
relativaall’origine
e nullaall’oo)
la funzione z e EC°°
è tale cheIn
particolare
è armonica al di fuori delsupporto di z,
equindi
Inoltre ’t. e ha
proprio
losviluppo
di TAYLOR(a)
in un intorno delpunto
A - oo :e lo
sviluppo
di LAURENT(a’)
in un intorno di oo~ se Ciò prova(i)
nel caso di Aaperto.
b)
_Nel casogenerale (A qualsiasi)
nonpuò ripetersi
lo stessoragiona-
mento.
Assumiamo allora come definizione della in un intorno di (Do
E C A,
le serie formale
(a)
se xo#
00, e la(a’)
se xo = oo.Perché in tal modo si possa dire di aver definito una funzione
occorre verificare i due fatti
seguenti :
I)
Le serie(a)
ed(a’)
convergonouniformemente,
in un intorno di xo, ad una funzione armonica Esil (xo).
II)
Le funzioni perxo E C
A sono estendibili ad una funzionecomune ur E
~ (C A).
Per provare
(I),
fissato xoE C A,
e dato cheRn - Xo
è connesso con A(quindi sil
-xo) C 9~ (A)), restringiamo
T ad un funzionaleTE (Rn
-xo).
Ora
un -
xo èaperto, quindi
sipuò costruire,
come in(a)
una funzioneuT
EA (xo)
avente losviluppo (a)
od(a’)
inxo.
Provare
(II) equivale
a mostrare(vedi
secondaparte
della prova del Lemma1 § 1) che,
se una successione dipunti convergente
adun Xo E C A, le
funzionihanno una comune estensione armonica su
Ora
Rn -
K èaperto
connesso,quindi,
dettaT
la restrizione di T adA
-l~),
la funzioneuT
EA (.g),
costruita con ilprocedimento (a),
fornisceuna comune estensione delle e della
ii)
Proviamoche,
seè
l’applicazione
definita da essa è lineare e biunivoca.È
cer-tamente
lineare ;
per la biunivocità basterà costruire unaapplicazione
inversaDeóniamo
4YA
attraverso la formula :Ora si tratta di provare che
PA
o4YA = Id,
cioèche,
se v E,~ (C A),
le duefunzioni
ve PA
o4YA (v)
coincidono in un intorno diC A’,
ovvero hanno le stesse derivate inogni punto
xaE C
A.per la classica formula di
GREEN,
èproprio (Dk ro) (xo) .
’
Provare che
ø A
o’l’A
= Idequivale
a provare la validità della formulaOra se 99 è
(rappresentabile da)
una funzione armonica su unaperto
connesso con
A,
e se1"( E stl’ (Q)
è la restrizione di T ad sicostruisca,
come
(i),
una funzioneuT
coincidente conUT
su unaperto Q’ =) 9
Q. Bastaallora
sciegliere y (separante
lesingolarità
di UT ep)
in modoche y
n Qper avere subito la
(iii) :
Resta da provare che tale
tp A è
un isomorfismo(topologico).
Poichè ha la
topologia
diMACKEY,
allora basterà provare chetp Å
è un isomorfismo debole(Cor.
3 dellaProp. 29,
pag.153,
e Cor. 2 dellaProp.
28 pag. 151.[8]).
Ora dalla definizione diø Â
risulta subito la formulae da
questa
segue la formulaMa la
(2) comporta
subito che la « identifica »gli
intorni deboli diA’(A)
congli
intorni deboli di Dalla(3)
segue anche cheOSSERVAZIONE 1. « Come
ogni
funzionepuò
estendersi a(o meglio rappresentarsi con)
una funzione armonica su unaperto S~ ~ A,
cosiper il teorema di
dualità, ogni
funzionale T EA’(A) può
in un certo sensoestendersi ad un funzionale su
A (K),
dove .g è un certocompatto
di A ».§
5.Ulteriori proprietà topologiche
disil (A).
Si è visto
1)
che vale l’isomorfismoalgebrico
proveremo in
questo paragrafo
che esso è anche un isomorfismotopologico.
Indicheremo
~ci
latopologia
di(A)
come limite induttivodegli (A
9 1cioè
quella
finoraconsiderata,
eZl,
latopologia
limiteproiettivo degli
già sappiamo
che -- - -- -(Osservazione 6, § 2).
LEMMA
topologia ’~,
susil (A) d compatibile
con la dualitàPROVA :
Ogni
funzionale linearesu A (A)
che sia continuorispetto
al§p
è certo continuo ancherispetto
a Sia viceversa T EA’ (A)
un fun-zionale continuo
rispetto
a~; allora,
per l’Oss. 1del § 4,
esiste un com-patto .go C A
tale che T si estenda ad unT E !/l’ (Ko).
Ma latopologia ~
rende continua
l’applicazione
quindi, anche, risulta
continua laLEMMA 2. « Le
parti
diA’ (A) equicontinue r2spetto a
una dalle duetopologie (su sil (A)) : 14
e~, ~
sonoequicontinue
ancherispetto
all’altra ».PROVA : Certamente
ogni parte equicontinua
per~
lo è anche per~ .
Se viceversa L C
(A)
è unaparte equicontinua rispetto
a~;,,
essa è inparticolare
limitata in(Prop.
4 pag.193, [8])
eallora, passando (attraverso
la all’insieme per laProp. 1, § 3, (b),
sipuò
trovareun
compatto
tale cheL C A’ (Ko)
ed è ivi limitata. Ma perspazi tonnelè,
leparti
limitate(anzi,
le debolmente limitate :Prop.
5 pag.194, [8])
del duale sonoequicontinue,
cosi .L èequicontinua
in!Il’ (Ko)
equindi
anche in relativamente a
~ .
TEOREMA 1.
« Le
duetopólogie 14
e coincidono ».PROVA : Basta osservare che la
topologia
di unospazio
localmente con- vesso coincide con latopologia
della convergenza uniforme sulleparti equi-
continue del suo duale
(Cor.
3 dellaProp.
18 pag.117, [8])
e tener contodei Lemmi 1 e 2.
COROLLARIO
1. K .s~ (A) è
unospazio
ditipo ( g)
».PROVA : Per il Cor. 2 della
Prop. 4,
pag. 335 di[8],
un limiteproiettivo
di
spazi ( ý?)
è ditipo ( ~),
d’altronde è ditipo
COROLLARIO 2.
(A) è
unospazio completo
».PROVA.: Per
(10), § 19,
pag. 235 di[10],
un limiteproiettivo
dispazi completi
ècompleto.
CAP. II -
PROPRIETÀ
ED APPLICAZIONI§
1.Teoremi di approssimazione.
Sia
A’ ~ A
erd’
la restrizione ad A delle funzioni armoniche su A’.È
immediato verificare la:PROPOSIZIONE 1. «6 connesso con
A,
iniettivo ».Premettiamo ora un lemma
esprimente
la canonicitàdegli
isomorfismiLEMMA 1. « It
diagramma 8eguente
è nommutativo :V.4
PROVA : discende dal teorema di dualità.
PROPOSIZIONE 2.
immagine densa,
sia connessoPROVA : discende dal Lemma 1 e dalla
Prop.
1.Combinando le
Proposizioni
1 e 2 si ha :TEOREMA 1. « Se A i è connesso
con A e C A è
connesso con,~ (A’)
è un
sottospazio
denso diA(A) .
Si
può
oramigliorare
il Teor. 1 introducendo deisottospazi
di.9’l (A’)
densi in
A (A).
Dato xo
E consideriamo ilsottospazio
lineare diA
-xo) generato
dalle funzioni :
- ..
e dai
polinomi
armoniciIndicheremo tale
spazio (detto :
lospazio
delle funzioni armoniche consingolarità polare
inxo) sflp (C xo).
Sia ora
A C in
ed Y allora per laProp.
1:(C xo) c A (A).
Possiamo
quindi
dare la :DEFINIZIUNE 1. « Si chiama
spazio
delle funzioni armonichepolari
suA il
sottospazio
vettoriale disfl (A) generato dagli
Lo indicheremo :
aip (A)
».-
TEOREMA. 2. « Sia B =
U
dove iBi
sono insiemi connessi di Rn.ie I
Scelto ad arbitrio per
ogni
i E I unpunto
Xi EBi,
lospazio
vettorialegenerato dagli Ap (cioè quello
dellefunzioni
armoniche con solesingolarità polari
nei
punti
xi) è denso nellospazio
dellelunzioni
armoniche suCB ».
PROVA : Per dimostrare il
teorema,
basta provare cheogni
funzionalesu
sil (C B)
che sia nullo suogni Ap (C xi)
è il funzionale nullo. Dalle formule(a)
del teorema didualità, ogni
funzionale T EA’ (C B)
nullo su tutte le funzioni deltipo (Dk e) (x
-Xi),
se xi=1=
oo, e suipolinomi
armonicil’k (x),
se 00 è uno
degli
xi, ha una funzionerappresentatrice
uT Esil (B)
nulla inun intorno di
ogni
xy .Ma allora
0,
per la analiticità di uT, in un intorno diogni Bi;
e
quindi
T = 0.COROLLARIO 1. « Sia
A’ ~A.
Allorasll.p (A’)
è denso inA (A) purchè
A’ sia connesso con A
e C A
sia connessocon C
A’ ».OSSERVAZIONE l. « Se A è un insieme
aperto, sii. (A)
è unospazio
diFRÉOHET; quindi ogni
densità insil (A) può
intendersi per successioni».
Lasciamo al lettore la cura di determinare altre condizioni che diano densità per
successioni,
sfruttandoappunto
la Osservazione 1.COROLLARIO 2. « Sia A un
aperto
di(necessaria)
e
sufficiente perchè
ipolinomi
armoniciPk (x) approssimino
lefunzioni
armo-niche su A è
che C A
sia connesso ».Dato un
punto
xo=~=
oo, il funzionalecorrispondente (attraverso
la4SA
del teorema di
dualità)
alla funzione(Dk e) (x
-xo)
è :Vale allora il:
COROLLARIO 3. « Se B è un insieme connesso di ed y E B - oo,
ogni funzionale
1’ EA’(B)
èapprossimabile
confunzionali
deltipo :
OSSERVAZIONE 2. «Nel caso che B non sia connesso si otterranno
approssimazioni
di Tscegliendo
perogni componente
connessa di B unpunto
y ».OSSERVAZIONE 3. « Se B 3 00, una
approssimazione
di T con funzionaliaventi per
« sostegno »
ilpunto
00(anzichè y)
si otterràprendendo
alposto
dei.i funzionali
dove i
(Pkj
sono una base dipolinomi
armonici ».Tenendo conto di
questa osservazione,
si possonotrasportare
al caso0o i teoremi che via via enunceremo nei casi al finito.
§
2.Teorema
diMittag J.4efller.
DEFINIZIONE 1. « Sia
(K.1
una successione di insiemi chiusi diRn.
-
Diciamo znsieme limite dei
Km,
il chiuso diLEMMA 1. «Per
ogni aperto
esiste un indice v = v(V)
tale che :PROVA : Se la tesi del Lemma fosse
falsa,
sipotrebbe
trovare unasuccessione di
punti
E Vconvergente
aqualche punto
x. Matale x dovrebbe allora
appartenere
a K equindi
anche aV,
assurdo.PROVA : è una facile verifica.
TEOREMA 1. « Sia una successione di chiusi di tale che
Sia, una
funzione I
7ft
è
possibile
trovare una tale che :ii)
92 -prolungabile
ad una ,funzione
armonica suo
PROVA : Ci si
pub
anzitutto ricondurre al casog~ = 0,
pur di esten- dereogni
Qm a zero nell’interno diallora,
per w abbastanzagrande, =~=
Ma
Hm === C (C Hm) è
connesso con g= C (C 1~ ), quindi (Teor.
2e Prop. 2,
§ 1)
perogni
~n sipuò
trovare una funzione tale che:Allora la serie.
,1
converge uniformemente al di fuori di I infatti se , esiste un intorno W 3 y tale che :e
quindi
per i ne segue che :Quindi
è una funzione armonica fuori di Restainfine
da provare(ii) :
è una funzione estendibile a tutti i
punti
diCOROLLARIO 1.
(MIT1.’AG
« Sia(x,,,)
una successione di Rn con-vergente
all’ 00.Assegnata
perogni
m unafunzione
armonica Esil
esiste una successione
(Pm (x»
dipolinomi
armoinici tale che la serie :converge
uniforme’1nente
a,l difuori
dell’insiemeU {xm} ;
inoltre T - èm
prolungabile
ad unafunzione
armonica anche su Xm ».DEFINIZIONE 2. « Sia T E
A’(A).
Diciamo che un insieme chiuso 1~ C A è unsostegno
dil’5
se uT è armonicasu C K,
cioè se :per
qualche
Se esiste un
sostegno minimo,
lo si dirà unsupporto
».DEFINIZIONE 3. « Diciamo che T 6
AI(A)
è nullo su un insieme B CR"
se esiste un
sostegno
K di 1.’ tale che : B n K ==== Q ~La
trasposizione
del Teor. 1 in termini difunzionali,
conduce al :TEOREMA 2. « Sia
(Km)
una successione di tale chee sia
~?n
~u~funzionale
disostegno
Allora esiste un
funzionale
T disostegno
dove i
19i
sono certifunzionali
disostegno K,
deltipo
diquelli
del Oor.3, §
1 »,N. B. « Il Teorema 1 nel caso di un numero finito
R, , K2,
...,Kw
dichiusi,
è ovvio : bastaprendere
~
3.Teorema
didecòmposizione.
Premettiamo un noto teorema di
spazi
vettorialitopologici :
TEOREMA. 1. « Siano E ed F due
spazi
entrambi di FRECHÉT-SOHWARTZ((‘ )!
(
o duali di FREAHÉT-SaHWAR’IZ«D ((’), (
u : E - Fun’applicazione
lineare continua. Allora si hanno le condizioniequivalenti :
i)
u è unisomor, fismo
su u(E);
ii)
tu èsurgettivo ;
iii)
u è iniettivo ed u(E)
è chiuso.Inoltre un
sottospazio .E~
C E è chiuso se e solo se è chiuso per succes- sioni ».PROVA : vedi
[7], [8], [10].
R.ichiamiamo il risultato
seguente (vedi Capitolo I).
« Se
A
è unaperto
diin, A (A)
è un(9), ( _9,)-spazio.
Se A è un chiuso di
in, A (A)
è un(~D((~’), ( g )-spazio
».TEOREMA 2
(di decomposizione) « Siano A~
edA2
due insiemi entrambichiusi o
aperti
diin.
Sia A =
Ai U A2 ;
sia Z’ E(A).
Allora esistono duefunzionali
tali che :
PROVA : Si tratta di provare che
l’applicazione :
definita da
è
surgettiva.
Ma V è l’applicazione trasposta
della :definita da :
e, dato che la somma diretta di due
(~’)~ ( ~)-spazi
è un(iF), (
e la somma di due
((~), (
è ancora un((~’), ( (vedi ((8J)),
siamonell’ipotesi
del Teor.1,
e bastaquindi
provare che 0 è unaapplicazione
iniettiva ed haimmagine
chiusa per successioni.Ora se u E
A (A)
è tale che :(u) (u)
=02
si ha che u è nulla in un intorno di A =A2 .
Quanto
alresto,
se :si ha :
quindi ’Vi e V2
si saldano inAi n A~;
e allora esiste una v Esfl (A)
tale che :OSSERVAZIONE
1. «L’applicazione
definita nella prova del Teor. 2.è un omomorfismo ».
PROVA.:
Ogni applicazione surgettiva (lineare
econtinua)
tra duespazi
è un omomorfismo(Teor. 1).
Passando attraverso le
della formula di
dualità, y
induce un omomorfismodefinito da :
Si vede allora che u E Ker
y’ implica quindi u
e v sisaldano Cos si ha l’isomorfismo :
Data l’arbitrarietà di
A~
1 eA2
2 si ha(modificando
lenotazioni)
laPROPOSIZIONE 1. «Siano
A1
eA2
due insiemi entrambiaperti
o chiusi diRn.
L’applicazione definita
da :è un
omomorfisino surgettivo,
il cui nucleo è tale ch.e :COROLLARIO 1. « Siano
.gi
eK2
due insiemi entrambi chiusi oaperti
tali che :Ki v
Allora si hal’isomorfismo :
In
particolare,
se y è unasuperficie chiusa,
e sono la chiusura delledue
parti
in cui y divideR :
Sia la
Prop.
1 che il Cor. 1 dannoluogo
a due altreaffermazioni,
per dualità:PROPOSIZIONE 2.
«L’applicazione
1pdefinita
nella prova del Teor. 2 èun
omomorfismo
il cui nucleo èisomorfo
aA’ (Ai
nA2)
».COROLLARIO 2. « Se
.g~
eK2
gouo due insiemi entrambi oaperti
tali che