R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
L UIGI F ANTAPPIÈ
Su un’espressione generale dei funzionali lineari
mediante le funzioni « para-analitiche » di più variabili
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 22 (1953), p. 1-10
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SU UN’ ESPRESSIONE GENERALE DEI FUN-
ZIONALI LINEARI MEDIANTE LE FUNZIONI
"
PARA-ANALITICHE
"DI PIÙ VARIABILI
Nota
(*)
di LUIGI FANTAPPIÈ(a Roma)
1. - E’ ben noto
l)
che un funzionale analitico lineare z,, ... ,Z,1)]
ha per campo di definizione unaregione
funzionale lineare
(A ),
costituita da tutte e sole le funzionif
localmente analitiche di n variabili ebiregolari (cioè
rego- lari in unpunto proprio, regolari
e nulle in unpunto alI’ 00)
in tutti i
punti
di un dato insieme chiuso A(insieme
caratte-.ristico della
regione funzional e)
della varietà diSegre,
su cuisi
rappresentano
realmente tutte len-uple complesse
z~, Z22 .,. ,Zn
(proprie
eimproprie).
E’ altres noto
che,
nel casopiù semplice
di n =1,
il valoredi un tale funzionale lineare F in tutto il suo carnpo di
defi-
nozione
(A )
è dato dalla formulaintegrale
fondamentaledove
u(z)
è la cosiddetta indicatrice(emisimmetrica)
del fun-zionale
F,
definita dalla formula(*) Pervenuta in Redazione il 15 ottobre 1952.
1 ) Per questi concetti, riguardanti i funzionali analitici, e per i risultati citati in seguito, vedere il mio corso di lezioni di Madrid
e Barcellona ( 1942) : Los funcionales analiticos, etc., pubblicato in vo- lume dal Consejo Sup. de Investigaciones Científicas, Madrid, 1943 e
anche la 41 parte, redatta dal Dr. Pellegrino, del volume di P. LÉVY,
« Problèmes concrets d’Analyse forcctionnetle ». Paris, Gauthier-Villars,
1951. , r ~ "~’ ~ i : . r- ; , .
.e la curva
d’ integrazione
C è una curva chiusaqualunque
della sfera
complessa,
che racchiudaperò
nel suo interno tuttii
punti
dell’ insieme chiuso A(caratteristico
dellaregione
didefinizione di
F),
ma lasci all’esterno tutti ipunti
dell’ in-sieme chiuso
I,
ove la funzionef(z)
non è definita. Una talecurva si dice una curva
separatrice
dei due insiemi A eI,
edè evidente che due curve
sepaz°atrici
C e C’degli
stessiinsiemi,
ed
ugualmente orientate,
sonoomologhe
nel campo ove la fun- zioneintegranda
èregolare (nulla
di 2° ordine se è iviregolare),
cosicchè nella formula(1)
si ottiene lostesso valore sostituendo la C con
qualunque
altraseparatrice, C’,
cioèLe cose cambiano
radicalmente, quando
si passa a consi- derare invece il caso dei funzionali lineari delle funzioni ana- litiche di variabilicomplesse, già
= 2 inpoi. Intanto,
non è
più
semprepossibile generalizzare
la nozione di funzione«
indicatrice »,
data dalla(2)
per n =1,
essendo necessario che il campo di definizione(A)
del funzionale lineare Z2, ... ,z~ )], e quindi
il suo insieme caratteristicoA,
soddisfi aparti-
colari condizioni. Ma anche se tali condizioni sono soddisfat-
te,
comeavviene,
per es., 8e A è Tutto alfinito,
anche cioè seè
possibile
definire una «indica trice» » del funzionale lineare(cc
emisimmetrica »,analoga
alla(2), «
simmetrica », o « pro- iettiva»),
le formuleintegrali,
che si conoscono per calcolareil valore del funzionale lineare
F,
mediante una tale indica-trice,
non dànno ingenerale questo
valore per tutte le fun- zionif
del suo campo didefinizione,
ma solo per le funzioni di un campoparziale (A *) C (A),
restandoignoto
il valoredel funzionale per le funzioni rimanenti.
Nella
presente
Nota ciproponiamo
invece di determinare laclasse,
abbastanza interessante(che può
forse estendersi fino acomprendere
la totalità dei funzionalilineari)
diquei
funzionali lineari F di una funzione Z2~ ... , di n varia-
bili,
il cui valorepuò esprimersi
ancora in tutto il campo, didefinizione (A ),
chepuò
esserequalunque (supporremo
sol-3
tanto .~~ a distanza
hnita)
con una formulaanaloga
alla(1),
e cioè con un
integrale
esteso pure a una varietàV, separatri-
ce dei due insiemi chiusi A e
I,
e che non vari sostituendo tale varietà con un’ altra varietàV’, omologa
nel campo comune dibiregolarità
delle funzioniintegrande.
2. - Cominciamo
perciò
con 1’ osservareche,
avendo suppo- sto A alfinito,
ed essendo unaqualunque
funzione Z2, ... , 9zn )
del campo di definizione(A )
del funzionale lineare Fregolare
neipunti
diA,
sipotrà
semprescegliere
un intornodi
A,
alfinito,
e la varietàd’ integrazione
V(separatrice)
ab-bastanza ristretta intorno ad
A,
in modo che sia compresa en- troquesto
intorno. Per le considerazioni che dovremo svol- gere, ci saràdunque
sufficienterappresentare
le solen-uple complesse finite
zl, Z2, ,.. , z,, coipunti
reali di un carte-siano m2, ... ,
~2 "), ponendo
per es.,Poichè la funzione
arbitraria f, argomento
delfunzionale,
èdefinita e
regolare
in unaregione
al finito conte-A nel suo
interno,
se indichiamo con I 1’ in- sieme deipunti
esterni o al contorno di~’,
una varietà separa- trice di A e I sarà allora data da unaipersuperficie
chiusaV2n-t
di contenuta inAl)
laquale sia,
entro contorno com.pleto
di un’ altraregione parziale
a cui l’ insieme A sia ancora interno. Infatti èomologa
a O entroM,
manon lo è
più
nellaregione
Mprivata
deipunti
diA ;
èpure
omologa
a O entro la varietà diSegre, (rappresentativa
delle
n-uple complesse), privata
deipunti
di A(essendo
il con-torno,
cambiato di segno, del dominiocomplementare
diche non contiene
A),
ma non lo èpiù
in tale dominioprivato
dei
punti
di I(ad
essointerni).
Se
dunque
il valore del funzionale lineareF[f] può
peripotesi ottenersi,
in tutto il suo campo di definizione(A),
da una formula
analoga
alla(1),
ta.le formula dovrà avere la formaprecisa
ove a secondo membro compare
proprio
unintegrale
multi-plo
d’ ordine 2n1,
esteso a una varietàseparatrice V2U-i,
di
questa dimensione,
equindi
a coefficiente dellafunzione f
dovrà
comparire fornita differenziale
esterna y dellostesso
grado
2n -1,
nei differenziali ... , delle 2n variabili ~2, ... , 5 ae2 t1(4) (parti
reali e coefficientidegli immaginari
delle variabilicomplesse
zi, Z2~ ... , deltipo
-I 2n coefficienti ur di
questa
forma si supporranno funzioni continue e con derivateprime continue,
definite in tutta unaregione l~,
ottenuta da un’ altraregione R1 (eventualmente
datutto lo
spazio
ma interessano in realtà soltanto i valori neipunti prossimi
adA)
contenente nel suo interno tutti i pun- ti di~1., dopo
aver escluso daR1 proprio questi punti
diA,
ovedunque
tali coefficienti non sonodefini,ti (in generale, -singolari
in
A., regolari
in R =R1 - A).
In definitival’espressione
inte-granda fo,
chefigura
nel 2° membro della(5),
saràdunque regolare
nellaregione
intersezione di R con laregione M,
in cui è
regolare
laf .
3. -
D’ altraparte
1’espressione integrale (5)
del funzio-nale F non deve
variare,
peripotesi,
se la varietàseparatrice
V
d’ integrazione
si sostituisce con un’ altraqualunque
varie- tàseparatrice V’, omologa
a V(V’c-,)V)
entro laregione
Rdi
regolarità
della formaintegranda
Ma la condizione necessaria e sufficiente
perchè
siaper
ogni
è data
semplicemente
dal fatto che la forma differenziale inte-granda
deve essere cioè2) V., p. es., B. diff erenziati e loro integrali », Ro- ma, 1951, pag. 1 î 6 e 141.
5
e
poichè
la forma digrado
2n- 1,
tale condizione ridu- cesi all’ unicaequazione
differenziale nei coefficientiove abbiamo indicato con u e
f u
i vettori diS2n
che hannoper
componenti
icoefficienti,
coisegni alternati,
delle forme(ù e
fw rispettivamente.
Devedunque
essereper
ogni
funzione analitica Z2, ,.. ,zn) regolare
in A(e
nella
regione .~).
Tra tali funzioni c’è anche la funzione co-stante
f
= 1che,
sostituita nella(11),
ci dàdunque
una con-dizione
importante
a cui devono soddisfare i coefficienti della forma differenziale m :Tale condizione
(il
vettore u adivergenza nulla)
ci diceche anche la sola
fornita differenziale
w deve esserechiusa,
equindi,
per varietàV,
V’omologhe
Tenendo conto della
(13),
la(12)
divienedunque
che deve pure essere
verificata,
come la(12),
perogni
fun-zione analitica
f (~1,
z2, ... ,z") regolare
inA, dunque,
in par- ticolare anche perfornendo cos le altre n
condizioni,
per il vettore uSostituendo
questi
valori delle Ut1+~~ nella(13),
si i2ac allorala re l azione
fondamentale
o anche
’
se indichiamo con div’ u e div" u la
divergenza
del vettorecomplesso di ,Sn
dicomponenti
Ull U2, ... , un, considerato ri-spettivamente
come vettore di campo nell’,~3~
delle soleprime
n variabili xl, X2, ..- , Xt1, o nell’
,Sn
delle sole ultime n variabilixn+! ~
XP+2’ ... , x2n.Viceversa,
si vede subitoche,
preso ad arbitrio unqualun-
que vettore
complesso
u ~2? ... , 1 di8,,,
soddisfacente alla sola condizione(18)
o(19),
ecompletato
tale vettore di8ft
conl’aggiunta
delle altre ncomponenti
un+r(17),
nelpri-
mitivo vettore u di
S2n’
la forma w ad essocorrispondente,
data dalla
(6),
soddisfa effettivamente a tutti irequisiti
ri-chiesti per
l’espressione (5)
di un funzionale lineare deltipo
indicato.
La condizione necessaria e sufficiente è infatti espressa dalla
(11)
o(12),
che ora, tenendo conto della(19)
e delle(17),
si riduce
semplicemente
all’ altraE’
dunque
sufficiente che laf
sia una funzione analitica ri-spetto
a ciascuna variabile zr = x,.-~- zx,~+.,^ ,
come abbiamosupposto, perchè
risultino identicamente soddisfatte le n co~-dizioni di
monogeneità
e di conseguenza la
(20),
equindi
anche le(12), (11), (10).
4. - Osserviamo
che, spezzando
le funzionicomplesse
nelle
parti
reali eimmaginarie
e sostituenclole
nell’equazione
fondamentale(18),
si ha al-7
lora la relazione
e cioè le due
equazioni fondamentali
nelle 2nfunzioni
realiu~.’, ur"
delle 2n variabili reali x~, ~2, ... , ~’~~che
possiamo
anchescrivere,
con le notazioni della for- mula(19)
5. -
1
E’ interessante notareche,
per n _1,
la condizi.one(18), (19)
o(23)
si riduce alle sole condizioni, dimonogeneità
per Z’ unicafunzione
==-+- iy),
riotte-nendosi
cos ,
come casoparticolare
della(5), proprio
la for-mula fondamentale
(1),
valida per tutti i funzionali lineari delle funzionif (z)
di una sola variabile(a
meno di un coem-ciente
costante,
che sipuò
pensareincorporato
entro laUn altro caso
particolare analogo
aquesto,
in cui la con-dizione fondamentale
(18)
o(19)
è evidentementesoddisfatta,
si ha
quando
le nfunziorzi
un sono tuttefunzioni
analitichedelle n variabili
complesse
z1, Z2, ... , zn , equindi
sono soddi.sfatte le n2 condizioni di
monogeneità
(poiché
nel 2° membro della(18) ogni
termine del 1° somma-torio si elimina col
corrispondente
del 2°sommatorio).
In
questo
caso, aogni n-upla complessa z1,
Z2, ... , Zn di un certo campo viene acorrispondere
un’altran-upla complessa
u2, ... ? un e nasce
quindi
unarappresentazione (in
gene- diSegre
di talin-uple)
su se
stessa, la
non è altro ch e unarappresentazione
pseudoconforme.
Un caso
particolare
ancorapiù
vasto di funzioni u,. soddi- sfacenti alla(18)
o(19),
si haquando
ciascunafunzione u,
è
funzione
analitica della sola variabile zr dello stesso indice(in generale
funzione non analitica delle altrevariabili),
quan- docioè,
invece delle 1~2 condizioni dimonogeneità (25),
sonosoddisfatte le sole n condizioni
(25),
percui s = r,
come èevidente dalla struttura della
(18).
Comunque,
anche considerando il casocompletamente
ge- nerale dellen-up.le
di funzioni ur che soddisfano alla(18)
o(19),
e con lequali quindi
sipuò
costruire una formadel
tipo (6) considerato,
e, incorrispondenza,
unfunzionale
del
tipo (5),
evidentemente analitico elineare,
si ha sempreuna
rappresentazione (parziale)
dellospazio
vettoriale(com- S,,
dellen-uple complesse
su sèstesso,
essendo sempre associata aogni n-upla complessa
z,, ... , z,z di un certo campo ancoran-upla complessa
u~, 2.c2, ... , · Sarà allora naturale considerarequeste n-uple,
o vettoricomplessi
u di come
funzioni
dellan-upla (o vettore)
variabilez (zl,
Z2, ... ,zn),
chegeneralizzano
la nozione dianalitica,
f(z),
a cui si riduconoper n-1,
e che chiameremofunzione. para-analitiche
di Z2, ... ,Come abbiamo
visto,
casiparticolari
di funzioni para.ana- litiche u = U2, ... , sono dati dallen-uple
di funzioni analitiche di tutte le variabili zs , o anche dellen-uple
Ur, in cuiciascuna u,
è funzione analitica dellasola zr corrispon-
dente.
Di
più,
data la linearità della condizione fondamentale(18)
o(19),
che caratterizza le funzionipara-analitiche,
è evi-dente che anche la somma. e la due
funzione
para- analiti,che uso stesso campo, è ancora para-ana-litica,
equindi
che tali funzioni costituiscono un modulo.Sempre
considerandofunzione definite
eregolari
in unostesso campo, è
poi
da osservareche,
pure per la linearità della(19),
anche ilprodotto
cu CU2, ...,cun)
di unafunzione
u per costante c(conlplessa)
èancora Una
funzione para-analitica.
Più
generalmente,
anche ilprodotto fu
di unaf unzione para-analitica
u perfunzione
analiticaf (z1,
Z2, ... , "Zii)
di tutte le n variabili zr è pure
funzione para-analitica,
9
dato che la condizione fondamentale
(18)
siriduce,
per lafu,
alla(20),
che è sempresoddisfatta,
in virtù delle(21).
Il modulo delle funzioni
para-analitiche
èdunque
un mo-dulo con
moltiplicatori,
talimoltiplicatori
essendo dati dal-tutte le
funzioni analitiche, regolari
nel campo con- siderato(in particolare
costanticomplesse) ; questo
insiemedelle funzioni
para-analitiche, regolari
in un certo campo,può dunque
anche considerarsi come unospazio vettoriale,
a mol.tiplicatori
nel detto anello.Infine un’ altra
proprietà
notevole di talespazio
delle fun- zioni ~2? ... ,2~"),
si ha considerando la « trasformazione infinitesima » associata a ciascuna di esse(con
evidentesignificato
dei simboliX, grad’, grad").
Preseinfatti due tali funzioni
para-analitiche
u e v -~- V2, ... ,V i) (per
cui si suppongano lecomponenti
con derivate seconde con-tinue),
e le duecorrispondenti
trasformazioni infinitesimeUf
epotremo
allora costruire latrasformazione infinitesima
al-terrtata
i cui coefficienti wr sono
dati,
com’è noto1),
dalleespressioni
Ma con facili calcoli risulta
e
quindi
anchequest’ espressione
è identicamentenulla,
quan-3) V., per es., L. BIANCHI, Gruppi continui finiti di trasformazioni, Pisa, Spoerri, 1918, pag. 17.
do lo sono le
espressioni
traparentesi, quando
cioè u e v sonofunzioni
para-analitiche.
Definendo come alternata(u, v)
didue funzioni
para-analitiche
lan-upla wr
data dalle(29),
cioèil vettore iv
(w1,
w,, ... ,Wt1),
si hadunque
che anche l’alter.nata
(29)
di duefunzioni para-analitiche
è pure unafunzione para-analitica.
Se nello
spazio
vettoriale di tutte le funzionipara-anali.
tiche
u == (u,,
~2? ... ,un)
definite e indefinitamente derivabili in un certo campo dell’(a moltip,licatori
funzioni ana-litiche),
oltre la somma. e ladifferenza
di duefunzioni,
defi.niamo anche una
operazione
diprodotto (u, v)
= con le(29),
cioè come la funzione alternata delledue,
con le noteproprietà
distributiva(non associativa)
e le altre:(identità
diJacobi)
tale
spazio
vettoriale delle funzionipara-analitiche
risulta al-lora addirittura
un’algebra
diLie,
a coefficienti funzioni ana-litiche.
Ciò~
delresto,
era daprevedersi,
considerando il fattoche,
nello
spazio S 2 ndelle
2n variabilicomplesse
{J}~, x2, e.. , X2H(non più
soltantoreali,
comefinora) l’equazione
differenziale(18) definisce le trasformazioni infinitesime (26)
di un gruppo con-infinito,
come si vede subito osservandoche,
cambiandole variabili
indipendenti
xn.+2 , ... , x2n per il fattore - i(cioè
nelleiXt1+2’.’" - ix2 11)1
la(18)
non è altrod,i,
de fmizàone
del gruppoinfinito
di Möbi1tsdelle
trasformazioni equivalenti
sulle 2n variabilicomplesse
x~, x2, ... , xn ,- iXn+2,
... , -iX2n.
Per considerare tale gruppo, in
particolare
per costruirne letraiettorie,
dato che i coefhcienti ... , ... , delle trasformazioni infinitesime(26)
sono necessariamentecomplessi (almeno
inparte),
occorreperò
considerare funzioni che debbono essere definite e derivabili per valori com-plessi
delle 2n variabili xl, x2, ... , X2n(e
non soloreali),
cioèfunzioni che debbono essere necessariamente
funzioni
« analti-tiche » d-i
queste
2nvariabili.,
non ingenerale,
funzionianalitiche c1elle sole n combinazioni z, =